gennaio 14, 2011 · 1:41 PM
TRIPOLI – “Chi è il mio vicino?”: questa domanda è stata il filo conduttore dell’intervento del reverendo Olav Fykse Tveit, segretario generale del World Council of Churches (Wcc) di Ginevra, sul tema del dialogo e della cooperazione tra cristiani e musulmani tenuto lunedì scorso, 10 gennaio, presso il campus della World Islamic Call Society (Wics) di Tripoli, in Libia. Davanti a un pubblico composto da docenti e studenti, il reverendo Olav Fykse Tveit ha spiegato perché chiedersi “chi è il mio vicino” è una domanda quanto mai attuale nel mondo d’oggi dove avvengono cambiamenti radicali a causa delle vaste migrazioni che portano gruppi etnici, con tradizioni tra loro molto diverse, a vivere fianco a fianco. Tveit ha sottolineato che “l’arrivo d’immigrati musulmani e cristiani nel mio Paese, la Norvegia, è stato uno degli eventi più significativi per la nostra società e ha provocato l’impegno di diverse organizzazioni religiose a dare il loro contributo per migliorare la convivenza”. Il segretario del Wcc ha quindi ricordato che, a causa delle nuove tecnologie di comunicazione, “noi tutti ci troviamo a vivere in un villaggio globale dove, sempre più spesso, bisogna chiedersi: “chi è il mio vicino?”. Tuttavia questo incremento delle relazioni, che rende evidente la nostra interdipendenza con chi vive intorno, ci induce a cambiare la prima domanda con quest’altra: “Che tipo di vicino sono io per gli altri?””.
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ottobre 11, 2010 · 2:45 PM
NOBEL PER LA PACE 2010 – Lo scrittore cinese Liu Xiaobo è il vincitore del premio Nobel 2010 per la pace. Xiaobo si trova attualmente in carcere per la sua attività considerata “dissidente” nei confronti del potere cinese. Una scelta coraggiosa, quella di Stoccolma, di premiare un dissidente cinese in un momento in cui la Cina è sempre più una potenza economica di primo piano. Liu Xiaobo per un decennio è stato difensore dei diritti civili e ha preso parte alle manifestazioni in piazza Tien Amen, ed è stato condannato per sovversione (11 anni di carcere) proprio per la sua attività. In particolare Liu è stato preso di mira da quando ha lanciato un appello pubblico, il Charter 08, firmato da oltre 200 cittadini cinesi per ottenere “lento, ma progressivo e inesorabile, cammino verso la democrazia e i diritti umani” in Cina. Il Charter 08 faceva riferimento al Charter 77, scritto nel 1977 da intellettuali cecoslovacchi. Nel documento cinese, si chiedeva “la fine del regime monopartitico comunista e l’istituzione di un sistema basato sui diritti umani, lo stato di diritto e la democrazia”. Nato in una piccola città del nordest, Liu ha studiato all’Università di Pechino, per poi lavorare anche alla Columbia University di New York. Nel 1989 in Piazza Tiannanmen, Liu era fra i manifestanti: fu lui a negoziare con le forze dell’ordine, evitando a tanti ragazzi coinvolti denunce ed arresti. Fu in quell’occasione che Liu conobbe per la prima volta la galera: arrestato con l’accusa di “tentativo controrivoluzionario”. Fino a oggi Liu è stato lasciato solo dai governi occidentali. Il gesto di Stoccolma, di consegnargli il premio Nobel, ripara a tutto ciò e lancia un profondo monito alle autorità cinesi sul rispetto dei diritti umani nel loro paese. Che già nei giorni scorsi avevano lanciato un monito: “l’eventuale assegnazione se del Nobel per la pace al dissidente Liu Xiaobo pesera’ sulle relazioni fra Cina e Norvegia”.
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