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MONGOLIA INTERNA, DIMOSTRAZIONI DI PIAZZA PER LA DIFESA DEI DIRITTI UMANI E DELLA TERRA NATALE

ESTERI (Pechino) – Nella Mongolia interna si sono verificate nuove dimostrazioni di piazza iniziate per il delitto di uno dei due leader dei pastori mongoli che si opponeva alla distruzione dell’ambiente provocata dalle miniere di carbone. Sul web impazzano le foto di centinaia di persone che dimostrano, soprattutto giovani, nella Banner (contea) Hunveet Shar e nella Banner Left Ujumchin, con cartelli con scritte in mongolo come “difendi i diritti dei mongoli” e “difendi la terra natale”. 

In base ai dati del Centro Informazione per i Diritti Umani nella Mongolia Meridionale (Smhric), fino al 2 giugno vi saranno, in programma, almeno altre 6 proteste in varie zone della regione, oggi nel Banner Alshaan Left, domani nella città di Ordos e domenica a Tongliao. Mergen, il leader dei pastori mongoli, è morto perchè sembra che abbia cercato di impedire ad un autocarro, carico di 100 tonnellate di carbone, di prendere una scorciatoia attraverso un terreno erboso e, per questo motivo, è stato investito dal veicolo, guidato da un etnico Han. In base alle foto messe su internet, alcune fonti parlano di omicidio provato dal fatto che la testa di Mergen è stata schiacciata dalle ruote del veicolo, che lo ha trascinato per circa 150 metri. A fronte di ciò oltre 2mila persone, in gran parte studenti, hanno manifestato in strada chiedendo alle autorità cinesi di rispettare sia i diritti dei pastori mongoli sia quelli di un intero popolo contro la dominazione degli etnici Han. 

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L’URLO ALTO CONTRO LA MAFIA CHE SI ALZA DALLA CAMPANIA. PRESENTI I PAPABOYS.

NAPOLI – Un altro piccolo seme, destinato a germogliare: la XIV edizione della ‘Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie’ organizzata da Libera e Avviso Pubblico che ha come tema “L’etica libera la bellezza. Riscattare la bellezza, liberarsi dalle mafie”. La giornata “intendeva ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie e rinnova in nome di quelle vittime l’impegno di contrasto alla criminalità organizzata” – affermano i promotori della manifestazione che lo scorso anno ha visto radunate a Bari centomila persone ed altrettante, forse di più, quast’anno in Campania.

“Siamo venuti a Napoli – ha dichiarato don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera – per valorizzare il positivo. Dimostrare che c’è un’Italia che non si arrende, che non cede allo scetticismo e alla rassegnazione, che non pensa solo a sopravvivere ma che vuole vivere, che lotta e s’impegna per affermare la libertà e la dignità di tutti”. “In alcuni territori della Campania – sottolinea don Ciotti – la violenza criminale continua a lasciare ragicamente il segno: anche nell’ultimo anno sono stati numerosi ed efferati gli omicidi di camorra, troppe le vittime innocenti. Senza contare i traffici di droga e di rifiuti, lo sfruttamento delle persone attraverso la prostituzione e il lavoro nero, gli affari delle ecomafie, l’usura, le estorsioni. E certamente pesano la corruzione, le collusioni in tanti settori della politica e dell’economia, i silenzi complici o intimoriti di chi non osa o non vuole ribellarsi”. 

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‘ELUANA’ E’ STATA TRASFERITA NELLA CASA DI CURA DI UDINE QUESTA MATTINA, DOVE SARA’ ‘GIUSTIZIATA’

ROMA – Eppure si rischia di introdurre per legge e per stato ‘la pena di morte’ anche in Italia! Quanti mascalzoni veri si meriterebbero di avere sospesa l’alimentazione, ma la legge permette la libertà, stupratori compresi. Ed invece questa giovane sembra proprio che non abbia più diritto a vivere, sembra che la spinta d’amore e di affetto della sua famiglia sia arrivata al capolinea o sia così talmente ingigantita da essere deviata in un vero e proprio omicidio…. purtroppo questa è la fine che si sta cercando di provocare per Eluana. è giunta all’alba alla casa di cura “La Quiete” di Udine. Lo ha riferito oggi un dipendente della struttura sanitaria precisando che l’ambulanza che trasportava la donna è arrivata qualche minuto prima delle 6 del mattino ed è entrata da un ingresso secondario ma senza fornire altri dettagli. Il sindaco di Udine si era impegnato ad ospitare la donna per procedere poi alla sospensione dell’alimentazione forzata. Nella notte, Eluana ha lasciato la casa di cura “Beato Luigi Talamoni” gestista delle suore Misericordine di Lecco, dove era ricoverata da alcuni anni.

Appena appresa la notizia le diverse associazioni che hanno da sempre difeso il diritto alla vita di Eluana si sono date appuntamento davanti alla clinica per una manifestazioni di solidarietà. A Udine Eluana era sola con il medico. Il padre Beppino si è fermato a Bergamo.

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Archiviato in NEWS & INFO, SI ALLA VITA

“LA STRAGE IN UNA SCUOLA, ESPRESSIONE DI UN MONDO PRIVO DI SENSO” SECONDO IL PROFESSOR MELUZZI.

ROMA – Le notizie che abbiamo sono di almeno nove morti e di un tentativo di suicidio. Nella scuola finlandese di Kauhajoki, questa mattina, uno studente colto da raptus omicida ha fatto fuoco contro alcuni dei suoi compagni tentando poi di togliersi la vita. Subito la mente ricorre ai numerosi episodi analoghi. Dalla storica strage del 1927 alla statunitense Bath School, che vide 45 morti, ai più recenti avvenimenti della Columbine School, raccontati da ben due film. Per non parlare dell’eccidio al Virginia Politechnic avvenuto il 16 aprile 2007 che causò la morte di ben 32 individui. Ma anche la stessa Finlandia non è priva di precedenti. Basti pensare a quanto avvenne, sempre lo scorso anno, al liceo Tuusula, quando uno studente, dopo aver annunciato le proprie intenzioni su youtube, uccise a sangue freddo otto compagni e si suicidò. Una lunga serie di casi dalla somiglianza impressionante, tanto da sembrare quasi riconducibili a una patologia a se stante. Ma è davvero così? Abbiamo chiesto allo psichiatra Alessandro Meluzzi un’opinione in merito.

Dottor Meluzzi, non è la prima volta che assistiamo a simili tragedie. Quali sono, a suo avviso le dinamiche scatenanti?

Ci sono diverse considerazioni che vanno fatte. La prima è di carattere generale ed è legata alla preoccupante assuefazione alla circolazione e all’uso delle armi. È statisticamente provato che più le armi sono accessibili più vengono utilizzate. La disponibilità di mezzi offensivi è dunque un potente fattore di rischio, molto spesso si tratta infatti di armi domestiche di solito rimediate in casa. Infine si tende a usare l’arma in modo improprio. Difatti una volta brandite le armi devono essere usate, occorre essere pronti a usarle. Questo fattore fa scattare nei soggetti deboli una sorta di tentazione all’utilizzo. Ma le cause non si limitano, com’è presumibile, soltanto a questa condizione sociale. Infatti vi è un’importante seconda considerazione: l’omicidio suicidio è frequentemente la conseguenza di una situazione psicopatologica che si chiama raptus del malinconico.

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