Archivi tag: padre

CIAO, KAROL – UN LIBRO, 1500 AUTORI

“Tu ci hai chiamati. Noi siamo venuti e siamo noi a ringraziarti per quello che hai fatto grande Papa, grande padre, grande amico, grande angelo”. È una delle 1500 lettere contenute nel nuovo volume “Ciao, Karol”, raccolta dei messaggi depositati in Piazza San Pietro nell’aprile del 2005, nei giorni dell’agonia e della morte di Papa Giovanni Paolo II. Il libro edito dalla neonata casa editrice Edizioni Papaboys International, è in distribuzione dal 28 aprile 2011

EDITORIA(Roma) Aprile 2005… Il mondo si è messo in fila per Amore. 5 milioni di persone a Roma per la morte di Giovanni Paolo II. Maggio 2011… Consegniamo alla storia la testimonianza di quell’Amore. Un’opera per tutti, per la famiglia, per i bambini, per i giovani e i meno giovani. Un grido d’amore dal cuore del mondo.

Ciao, Karol è una pubblicazione che si distingue nettamente dal restante mercato editoriale: non è nato, infatti, sulla scrivania di uno scrittore, è nato in piazza San Pietro direttamente dal cuore della gente, durante la lunga agonia di Papa Giovanni Paolo II e nell’ora stessa del suo ritorno alla casa del Padre. Non contiene affermazioni teoriche e astratte, ma tutto il carico di amore, di preoccupazione e di gratitudine che riempiva i cuori di quel popolo legato profondamente a Giovanni Paolo II. Ciao, Karol, dunque, contiene i sentimenti più intimi di coloro che, in quell’istante, hanno sentito di perdere Qualcuno al quale la loro vita era fortemente legata con i nodi della fede, dell’amore e della speranza.

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=5128

Lascia un commento

Archiviato in ASSOCIAZIONE PAPABOYS, GIOVANNI PAOLO II, NEWS & INFO

CIAO, KAROL – UN LIBRO, 1500 AUTORI

“Tu ci hai chiamati. Noi siamo venuti e siamo noi a ringraziarti per quello che hai fatto grande Papa, grande padre, grande amico, grande angelo”. È una delle 1500 lettere contenute nel nuovo volume “Ciao, Karol”, raccolta dei messaggi depositati in Piazza San Pietro nell’aprile del 2005, nei giorni dell’agonia e della morte di Papa Giovanni Paolo II. Il libro edito dalla neonata casa editrice Edizioni Papaboys International, è in distribuzione dal 28 aprile 2011

EDITORIA(Roma) Aprile 2005… Il mondo si è messo in fila per Amore. 5 milioni di persone a Roma per la morte di Giovanni Paolo II. Maggio 2011… Consegniamo alla storia la testimonianza di quell’Amore. Un’opera per tutti, per la famiglia, per i bambini, per i giovani e i meno giovani. Un grido d’amore dal cuore del mondo.

Ciao, Karol è una pubblicazione che si distingue nettamente dal restante mercato editoriale: non è nato, infatti, sulla scrivania di uno scrittore, è nato in piazza San Pietro direttamente dal cuore della gente, durante la lunga agonia di Papa Giovanni Paolo II e nell’ora stessa del suo ritorno alla casa del Padre. Non contiene affermazioni teoriche e astratte, ma tutto il carico di amore, di preoccupazione e di gratitudine che riempiva i cuori di quel popolo legato profondamente a Giovanni Paolo II. Ciao, Karol, dunque, contiene i sentimenti più intimi di coloro che, in quell’istante, hanno sentito di perdere Qualcuno al quale la loro vita era fortemente legata con i nodi della fede, dell’amore e della speranza.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=5128

 

Lascia un commento

Archiviato in ASSOCIAZIONE PAPABOYS, GIOVANNI PAOLO II, NEWS & INFO

CIAO, KAROL – UN LIBRO, 1500 AUTORI

“Tu ci hai chiamati. Noi siamo venuti e siamo noi a ringraziarti per quello che hai fatto grande Papa, grande padre, grande amico, grande angelo”. È una delle 1500 lettere contenute nel nuovo volume “Ciao, Karol”, raccolta dei messaggi depositati in Piazza San Pietro nell’aprile del 2005, nei giorni dell’agonia e della morte di Papa Giovanni Paolo II. Il libro edito dalla neonata casa editrice Edizioni Papaboys International, è in distribuzione dal 28 aprile 2011

EDITORIA(Roma) Aprile 2005… Il mondo si è messo in fila per Amore. 5 milioni di persone a Roma per la morte di Giovanni Paolo II. Maggio 2011… Consegniamo alla storia la testimonianza di quell’Amore. Un’opera per tutti, per la famiglia, per i bambini, per i giovani e i meno giovani. Un grido d’amore dal cuore del mondo.

Ciao, Karol è una pubblicazione che si distingue nettamente dal restante mercato editoriale: non è nato, infatti, sulla scrivania di uno scrittore, è nato in piazza San Pietro direttamente dal cuore della gente, durante la lunga agonia di Papa Giovanni Paolo II e nell’ora stessa del suo ritorno alla casa del Padre. Non contiene affermazioni teoriche e astratte, ma tutto il carico di amore, di preoccupazione e di gratitudine che riempiva i cuori di quel popolo legato profondamente a Giovanni Paolo II. Ciao, Karol, dunque, contiene i sentimenti più intimi di coloro che, in quell’istante, hanno sentito di perdere Qualcuno al quale la loro vita era fortemente legata con i nodi della fede, dell’amore e della speranza.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=5128


CIAOKAROL.IT

Lascia un commento

Archiviato in ASSOCIAZIONE PAPABOYS, NEWS & INFO

“PREGARE È PARLARE CON DIO”, ALL’UDIENZA GENERALE BENEDETTO XVI INAUGURA UN NUOVO CICLO DI CATECHESI

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – All’udienza generale di stamani in una Piazza San Pietro gremita di fedeli, Benedetto XVI ha iniziato una nuova serie di catechesi dedicata al tema della preghiera. L’uomo di tutti i tempi, ha osservato il Papa, prega perché “non può fare a meno di chiedersi quale sia il senso della sua esistenza”. Al momento dei saluti ai pellegrini, il Papa ha rivolto un pensiero speciale ai fedeli polacchi venuti a Roma per la Beatificazione di Giovanni Paolo II e, all’inizio del mese mariano, ha affidato alla Vergine i giovani, i malati e le famiglie. 

Pregare è parlare con Dio: è quanto sottolineato da Benedetto XVI, che nella sua prima catechesi dedicata alla preghiera ha rilevato come in tutti i tempi gli uomini si siano rivolti a Dio. Nelle prossime catechesi, ha rivelato dunque il Papa, cercheremo di imparare a vivere ancora “più intensamente il nostro rapporto con il Signore, quasi una ‘scuola di preghiera’”:

“Sappiamo bene, infatti, che la preghiera non va data per scontata: occorre imparare a pregare, quasi acquisendo sempre di nuovo quest’arte; anche coloro che sono molto avanzati nella vita spirituale sentono sempre il bisogno di mettersi alla scuola di Gesù per apprendere a pregare con autenticità”. 

Ed ha aggiunto che riceviamo la prima lezione dal Signore attraverso il suo esempio. I Vangeli ci descrivono, infatti, “Gesù in dialogo intimo e costante con il Padre: è una comunione profonda di colui che è venuto nel mondo non per fare la sua volontà, ma quella del Padre che lo ha inviato per la salvezza dell’uomo”. Ha così rilevato che pur con accenti diversi le antiche culture, dall’Egitto all’Antica Grecia, dalle religioni della Mesopotamia all’Antica Roma abbiano sempre espresso il desiderio di conoscere Dio. Il Papa ha citato Marco Aurelio che affermava la “necessità di pregare per stabilire una cooperazione fruttuosa tra azione divina e azione umana”. L’imperatore filosofo, ha dunque constatato, dimostra che la vita umana senza la preghiera, “diventa priva di senso e di riferimento”:

“In ogni preghiera, infatti, si esprime sempre la verità della creatura umana, che da una parte sperimenta debolezza e indigenza, e perciò chiede aiuto al Cielo, e dall’altra è dotata di una straordinaria dignità, perché, preparandosi ad accogliere la Rivelazione divina, si scopre capace di entrare in comunione con Dio”. 

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4885

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, NEWS & INFO

LIBERATO IN PAKISTAN ARIF MASIH, ACCUSATO DI BLASFEMIA. SABATO SCORSO ATTACCHI CONTRO I CRISTIANI

ESTERI (PAKISTAN) – Una “comunità terrorizzata” dalle ultime violenze alle quali è stata sottoposta: queste le testimonianze pervenute all’Agenzia Fides da chi ha vissuto direttamente gli avvenimenti degli ultimi due giorni a Gujranwala, nella regione pakistana del Punjab, dove la chiesa della United Pentecostal Church è stata assaltata da una folla di estremisti islamici che ha impedito la celebrazione della Domenica delle Palme. L’innesco della violenza risale a sabato scorso, quando nel vicino villaggio cristiano di Khorarki un uomo, Mushtag Gill, ha litigato con alcuni musulmani che avevano ingiustamente accusato suo figlio Farrhuk di blasfemia. Padre e figlio sono stati tratti in arresto e per la loro liberazione si è esposto Eric Issac, il pastore della chiesa assaltata ieri, che è riuscito a fuggire per un pelo.

continua su:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4781

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

BENEDETTO XVI ALL’ANGELUS INVOCA L’INCOLUMITÀ PER LA POPOLAZIONE LIBICA E ACCESSO AD AIUTI UMANITARI

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – I responsabili dei governi e delle forze armate abbiano a cuore “l’incolumità” dei civili in Libia e assicurino loro gli aiuti umanitari. Sono i due aspetti che, all’Angelus di stamattina in Piazza San Pietro, Benedetto XVI ha chiesto siano garantiti dalla comunità internazionale, dopo che nel pomeriggio di ieri la coalizione formatasi in seguito alla risoluzione 1973 dell’Onu ha aperto le ostilità contro lo Stato nordafricano, con i primi bombardamenti aeronavali. Il Papa ha invocato il ritorno della concordia in Libia e in tutta la regione del Nord Africa. La Libia è sconvolta dalle nubi della guerra, il Papa prega perché su di essa si schiuda presto un “orizzonte di pace”.

Le ultime parole dell’Angelus sono per un appello sofferto, per giorni custodito con preoccupazione nel cuore da Benedetto XVI, trasformato in preghiera durante gli esercizi spirituali della Quaresima, e oggi liberato pubblicamente davanti alle migliaia di persone che a mezzogiorno lo hanno ascoltato in Piazza San Pietro: “Seguo ora gli ultimi eventi con grande apprensione, prego per coloro che sono coinvolti nella drammatica situazione di quel Paese e rivolgo un pressante appello a quanti hanno responsabilità politiche e militari, perché abbiano a cuore, anzitutto, l’incolumità e la sicurezza dei cittadini e garantiscano l’accesso ai soccorsi umanitari. Alla popolazione desidero assicurare la mia commossa vicinanza, mentre chiedo a Dio che un orizzonte di pace e di concordia sorga al più presto sulla Libia e sull’intera regione nord africana”. La Libia, dunque, ma anche tutte le altre nazioni della fascia settentrionale africana, da molte settimane preda di violenti sconvolgimenti interni, che nello Stato libico hanno toccato le punte più drammatiche. Stridente allora il contrasto tra il tenore delle ultime parole dell’Angelus e quello della riflessione offerta da Benedetto XVI prima della preghiera mariana. Dall’odio della guerra a una delle pagine più intensamente descrittive del Vangelo, quelle della Trasfigurazione, di cui parla la liturgia della seconda domenica di Quaresima. Pagine dove letteralmente brilla, ha ricordato il Papa, “la gloria divina di Gesù” molto più della luce del sole, “la più intensa che si conosca”, eppure inferiore a quella che i discepoli videro sul Tabor: “La Trasfigurazione non è un cambiamento di Gesù, ma è la rivelazione della sua divinità, ‘l’intima compenetrazione del suo essere con Dio, che diventa pura luce. Nel suo essere uno con il Padre, Gesù stesso è Luce da Luce’. Pietro, Giacomo e Giovanni, contemplando la divinità del Signore, vengono preparati ad affrontare lo scandalo della croce”.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4549

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

“COMPAGNI DI VIAGGIO, INTERVISTE AL VOLO CON GIOVANNI PAOLO II”: RISCOPRIRE KAROL NON SOLO COME PAPA

SPECIALE BEATIFICAZIONE/EDITORIA (Roma) – Il 23 marzo, nella Sala Marconi della Radio Vaticana in piazza Porta Pia 3, verrà presentato l’ultimo lavoro editoriale della vaticanista Angela Ambrogetti, dal titolo “Compagni di viaggio. Interviste al volo con Giovanni Paolo II”, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana. Grazie all’archivio della Radio Vaticana, la giornalista ha potuto raccogliere interviste significative, per lo più inedite, che Giovanni Paolo II rilasciava ai giornalisti che lo seguivano nei suoi viaggi internazionali. Attraverso queste interviste, il lettore scopre il lato umano di Karol Wojtyla per conoscerlo non solo come Papa ma, soprattutto, in quanto uomo dotato di una grande semplicità e della capacità di parlare di Dio al mondo. Il volume racchiude testimonianze importanti come quella del Cardinale Stanislao Dziwisz, segretario personale di Giovanni Paolo II, la prefazione di Padre Federico Lombardi, direttore generale di Radio Vaticana e, infine, un’intervista con Palma Gòmez Borrero, giornalista che ha seguito tutti i viaggi del Papa. Angela Ambrogetti ha iniziato la carriera di giornalista vaticanista nel 1988 alla Radio Vaticana e, dopo aver lavorato per anni per la televisione e per i quotidiani italiani, attualmente è la vaticanista per la radio del Papa e per il magazine statunitense “Inside the Vatican”, oltre a scrivere di cultura su altre riviste internazionali. Nella nostra intervista abbiamo cercato di approfondire le tematiche affrontate nel libro ed il suo personale pensiero sull’era mediatica in cui viviamo oggi.

D – Dottoressa Ambrogetti, a breve verrà pubblicata la sua ultima fatica editoriale “Compagni di viaggio – Interviste al volo con Giovanni Paolo II.” Ci racconti cosa l’ha portata a scrivere questo libro.

R – Tutto nasce da alcuni programmi “improvvisati” che preparai per Radio Vaticana, quelli cioè che i giornalisti chiamano “ pezzi a braccio”, i momenti in cui il Papa lascia il testo scritto e risponde direttamente a parole. Le situazioni in cui si verificano questi fatti possono essere le più diverse: a tavola con i vescovi di un Paese straniero, salutando i bambini di una parrocchia o in aereo con noi giornalisti. Ascoltando i nastri delle registrazioni dell’incredibile archivio di Radio Vaticana, mi sono resa conto che, in effetti, Giovanni Paolo II aveva inventato un nuovo modo di comunicare. I giornalisti al seguito del Papa in aereo iniziarono a comparire con Paolo VI, il primo Pontefice ad effettuare viaggi internazionali. A quei tempi, però, il Papa passava e accennava qualche saluto. Su Papa Wojtyla c’è invece un racconto che tutti i vaticanisti conoscono e che oramai è divenuto famoso: durante il primo volo di Giovanni Paolo II, un giornalista americano gli fece una domanda, alla quale Papa Wojtyla rispose immediatamente. Da quel momento le domande al Pontefice divennero una consuetudine, che dimostra molto chiaramente come Giovanni Paolo II avesse piacere a comunicare con i giornalisti e stipulasse con loro una sorta di “patto mediatico” molto personale, e mai soggiogato dalla voglia dei giornalisti di ottenere qualcosa in più.

D – Come osserva Padre Federico Lombardi, nella prefazione del libro, il progredire dei mezzi di comunicazione nell’arco del lungo Pontificato di Giovanni Paolo II, ha fatto sì che sia stata prodotta una grande quantità di registrazioni sia audio che video, delle molteplici attività del Papa rispetto ai pontefici precedenti. Non tutto è stato, però, portato a conoscenza della collettività mondiale ed il suo libro sopperisce efficacemente a tali mancanze. Lei pensa che queste integrazioni possano valere non solo come testimonianze storiche ma anche incrementare la devozione dei fedeli?

R – La devozione per certi aspetti sicuramente. Giovanni Paolo II instaurava con le persone un rapporto umano: è interessante il fatto che, con i giornalisti, entrava in relazione col carattere di ciascun individuo facendo emergere non solo la sua capacità di Pontefice ma anche la sua umanità e personalità: questo lo si nota non solo dal tono diverso di risposte ma anche dal tipo di giornalista rispetto ad un altro, alcuni diventavano dei veri amici mentre con altri aveva un tono più asciutto. Chiaramente questo non è un libro devozionale: non parla né di Karol Wojtyla santo, né di miracoli, di misticismo o di preghiera, niente di tutto questo. È un libro dedicato proprio ad una parte di magistero del pontificato e, essendo una finestra aperta sulla personalità di Giovanni Paolo II, può essere un modo in più per conoscerlo meglio.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4543

Lascia un commento

Archiviato in GIOVANNI PAOLO II, NEWS & INFO, SI ALLA VITA

GIOVANNI PAOLO II, IL 13 MAGGIO CELEBRAZIONE DI AZIONE DI GRAZIE AL SANTUARIO DI FATIMA

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Fatima, PORTOGALLO) – Una celebrazione di azione di grazie al Santuario di Fatima per Papa Giovanni Paolo II. È l’iniziativa con cui la Conferenza Episcopale Portoghese (CEP), in occasione del pellegrinaggio internazionale dell’anniversario al Santuario di Fatima del 13 maggio, invita i portoghesi a partecipare alla beatificazione del Santo Padre Karol Wojtyla, tre volte pellegrino dalla Madonna (nel 1982, nel 1991 e nel 2000). Per padre Manuel Morujão, portavoce della CEP, questo giorno è “un grande motivo per far festa per la beatificazione del nostro Papa”.

L’ufficio stampa del Santuario, nell’edizione del 13 marzo di “Voz da Fátima”, ha reso noto che il rettore del Santuario, padre Virgílio Antunes, ha ricordato l’azione e la testimonianza di fede di Papa Wojtyła. Il sacerdote ha sottolineato che, leggendo le biografie di Giovanni Paolo II risultanti dal processo di beatificazione, “scopriamo un uomo al di sopra di tutto, caratterizzato dalla profondità della spiritualità cristiana, che è basata su una fede inamovibile e su un continuo atteggiamento di preghiera. Mai un Papa era stato tanto conosciuto e tanto amato”. Il rettore ha ricordato anche come “nell’ambito ecclesiale, nella relazione con le altre Chiese e le altre religioni, nel mondo sociale e politico, nella cultura, ogni persona abbia finito per valorizzare aspetti diversi della figura di Giovanni Paolo II, con una grandezza morale capace di entrare nei mondi più vari”.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4522

Lascia un commento

Archiviato in GIOVANNI PAOLO II, NEWS & INFO

IL PAPA ALL’UDIENZA: LA MORTE NON È L’ULTIMA PAROLA DELLA VITA. CATECHESI SU S. VERONICA GIULIANI

CITTA’ DEL VATICANO – Riscaldare il cuore con l’Eucaristia, nella certezza che la morte non è “l’ultima parola” sull’esistenza umana: all’udienza generale di oggi in Aula Paolo VI, Benedetto XVI ha riproposto alla Chiesa contemporanea il segreto di Santa Veronica Giuliani. Il Papa ha parlato diffusamente dell’intensa vita spirituale di questa importante mistica del 17.mo secolo, della quale il prossimo 27 dicembre si ricorderà il 350.mo della nascita.

Ardere d’amore per Cristo, con tutta l’intensità che le fibre umane consentono, al punto di riuscire a “vederlo” e in qualche modo a squarciare il velo del Paradiso. Per Veronica Giuliani questo fu un reale traguardo dell’anima. Il suo cuore – innamorato di Gesù dall’adolescenza alla morte, che la colse nel 1727 dopo 50 anni vissuti nel monastero umbro delle Clarisse di Città di Castello – fu il luogo, ha raccontato il Papa, in cui si intrecciarono “grandi sofferenze e alcune esperienze mistiche legate alla Passione di Gesù”. Dal suo Diario di 22 mila pagine, manoscritte senza cancellature né correzioni, quasi che il flusso interiore dell’anima si fosse impresso carta, emerge – ha spiegato Benedetto XVI – la radice di “una spiritualità marcatamente cristologico-sponsale”: “E’ l’esperienza di essere amata da Cristo, Sposo fedele e sincero, e di voler corrispondere con un amore sempre più coinvolto e appassionato. In lei tutto è interpretato in chiave d’amore, e questo le infonde una profonda serenità. Ogni cosa è vissuta in unione con Cristo, per amore suo, e con la gioia di poter dimostrare a Lui tutto l’amore di cui è capace una creatura”. L’immagine di Gesù a cui Veronica “è profondamente unita” è quella che lo vede “nell’atto di offrirsi al Padre” per la salvezza della Chiesa e dell’umanità. Lei, ha detto il Papa” cerca di imitarlo, “prega, soffre, cerca la ‘povertà santa’, come ‘esproprio’, perdita di sé, proprio per essere come Cristo”: “Il suo cuore si dilata a tutti ‘i bisogni di Santa Chiesa’, vivendo con ansia il desiderio della salvezza di ‘tutto l’universo mondo’ (…) Animata da un’ardente carità, dona alle sorelle del monastero attenzione, comprensione, perdono; offre le sue preghiere e i suoi sacrifici per il Papa, il suo vescovo, i sacerdoti e per tutte le persone bisognose, comprese le anime del purgatorio (…) La nostra Santa concepisce questa missione come uno ‘stare in mezzo’ tra gli uomini e Dio, tra i peccatori e Cristo Crocifisso”.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3994

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, NEWS & INFO, SI ALLA VITA

GIÀ NEL PRIMO INCONTRO CI APRIMMO IL CUORE. L’AMICIZIA TRA CARLO AZEGLIO CIAMPI E GIOVANNI PAOLO II

ROMA – Giovedì 9 dicembre il presidente emerito della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi, compirà novanta anni. Con i migliori auguri di compleanno del nostro giornale, nell’occasione pubblichiamo uno stralcio dal volume Da Livorno al Quirinale. Storia di un italiano (Bologna, il Mulino, 2010, pagine 187, euro 14).

Come mai fu fatta la scelta di farti fare la scuola media e superiore dai Gesuiti? Perché era la scuola migliore di Livorno? O perché era una scuola religiosa?

Fu una scelta casuale dei miei genitori. Andiamo in ordine: la prima e la seconda elementare le ho fatte in una scuola privatissima. C’era una vecchia maestra che faceva scuola elementare privata ed era accanto a casa mia. La terza elementare l’ho fatta a una scuola pubblica, la De Amicis di Livorno, e dovevo continuare lì. Ma cosa accadde? Mio fratello maggiore, finite le elementari, andò alle tecniche e il primo anno fu bocciato. Mio padre conosceva, e anzi aveva una certa amicizia con il rettore dell’Istituto San Francesco Saverio, la scuola dei Gesuiti a Livorno, padre Alessandro Dei Giudici Albergotti, un nobile aretino, il quale gli disse: “Mandami tuo figlio e cercherò di fargli recuperare l’anno”. Mio padre, per aiutare il figlio maggiore, disse di sì. Ma si sentì dire: “Mi devi mandare anche l’altro, quello studioso”. Così fui spostato dalla scuola pubblica alla scuola dei Gesuiti, a cui penso di aver fatto onore.

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3940

Lascia un commento

Archiviato in GIOVANNI PAOLO II, NEWS & INFO

“IMPARATE DA ME CHE SONO MITE ED UMILE DI CUORE ” (MT 11,29). SCOPRIAMO LE VERA RADICE DELL’UMILTÀ

CATECHESI – Gesù terminava la sua parabola degli invitati al banchetto dicendo che chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato (Lc 14,1.7-11). Ma cosa significa “umiliarsi”? Sono sicuro che se domandassi a varie persone cos’è per loro l’umiltà, otterrei tante risposte diverse, ognuna contenente una parte di verità, ma incomplete. Se lo domandassi a un uomo che è portato per temperamento alla violenza, a far valere il proprio punto di vista con forza, forse mi risponderebbe: “l’umiltà è non alzare la voce, non fare il prepotente in casa, essere più mite e arrendevole Se lo domandassi a una ragazza, forse mi risponderebbe: “l’umiltà è non essere vanitosa, non volere attirare lo sguardo degli altri, non vivere solo per se stessi o per la facciata…” Un sacerdote mi risponderebbe: “Essere umili significa riconoscersi peccatore, avere un sentimento basso di se stesso Ma è facile capire che così non si è toccata ancora la radice dell’umiltà. Per scoprire la vera radice dell’umiltà bisogna, come sempre, rivolgersi all’unico Maestro che è Gesù. Egli ha detto: “Imparate da me che sono mite ed umile di cuore ” (Mt 11,29). Per un po’ di tempo, confesso che questa frase di Gesù mi ha molto stupito. Infatti: dov’è che Gesù si mostra umile? Leggendo il vangelo non si incontra mai la benché minima ammissione di colpa da parte di Gesù. Questa è anzi una delle prove più convincenti dell’unicità e della divinità di Cristo: Gesù è l’uníco uomo che è passato sulla faccia della terra, ha incontrato amici e nemici senza dover mai dire: “Ho sbagliato!”, senza chiedere mai perdono a nessuno, neppure al Padre. La sua coscienza ci appare un cristallo: nessun senso di colpa la sfiora. Di nessun altro uomo, di nessun fondatore di religione, si legge una cosa simile. Dunque Gesù non è stato umile, se per umiltà intendiamo parlare o sentire bassamente di sé, ammettere di avere sbagliato. “Chi di voi – egli può dire con sicurezza – può convincermi di peccato?” (Gv 8,46). Eppure questo stesso Gesù dice con altrettanta sicurezza: “Imparate da me che sono mite ed umile di cuore ” (Mt 11,29). Allora vuol dire che l’umiltà non è proprio quella cosa che il più delle volte noi pensiamo, ma qualcos’altro che dobbiamo scoprire dai vangeli. Che cosa ha fatto Gesù per essere e dirsi “umile”? Una cosa semplicissima: si è abbassato, è sceso. Ma non con i pensieri o con le parole. No, no; con i fatti! Con i fatti Gesù è sceso, si è umiliato. Trovandosi nella condizione di Dio, nella gloria, cioè in quella condizione in cui non si può né desiderare né avere niente di meglio, è sceso; ha preso la condizione di servo, si è umiliato facendosi obbediente fino alla morte (cfr. Fil 2,6ss). Una volta iniziata questa discesa vertiginosa da Dio a schiavo, non si è fermato ancora; ha continuato a scendere, tutta la vita. Si mette in ginocchio per lavare i piedi ai suoi apostoli; dice: “Io sto in mezzo a voi come colui che serve” (Lc 22,27). Non si arresta finché non tocca il punto oltre il quale nessuna creatura può andare, che è la morte, Ma proprio là, nel punto estremo del suo abbassamento, lo raggiunge la potenza del Padre, cioè lo Spirito Santo, afferra il corpo di Gesù nella tomba, lo vivifica, lo risuscita e lo innalza alla sommità dei cieli, gli dà il Nome che è al di sopra di ogni altro nome e ordina che ogni ginocchio si pieghi davanti a lui. Ecco un esempio concreto, la realizzazione massima della parola: “Chi si umilia sarà esaltato”.

CONTINUA SU:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3685

1 Commento

Archiviato in NEWS & INFO, SI ALLA VITA

SINODO PER IL MEDIO ORIENTE: IL SALUTO DI MONS. NIKOLA ETEROVIĆ, SEGRETARIO GENERALE DEL SINODO

SINODO PER IL MEDIO ORIENTE – Padre Santo, Eminentissimi ed Eccellentissimi padri, Cari fratelli e sorelle, “Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione” (Gen 12, 1-2). Abram, nato a Ur dei Caldei, ascoltò queste parole che Dio gli indirizzò a Carran. Attraversò la regione e si stabilì presso la Quercia di Morè (cfr Gen 12, 6). Si accampò in seguito nel Negheb (cfr Gen 12, 9), scese in Egitto (cfr Gen 12, 10-20) da cui risalì al Negheb, poi a Betel (cfr Gen 13, 1-2) e in seguito nella terra di Canaan (cfr Gen 13, 12), stabilendosi alle Querce di Mamre, ad Ebron (cfr Gen 13, 18). Dio stabilì un’alleanza con il suo servo Abram, diventato Abraham, perché incaricato di una missione particolare: “Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te: diventerai padre di una moltitudine di nazioni. Non ti chiamerai più Abram, ma ti chiamerai Abramo, perché padre di una moltitudine di nazioni ti renderò” (Gen 17, 4-5). Conoscendo la fede e la giustizia di Abramo (cfr Gen 15, 6), Dio gli fece una triplice promessa: un figlio, un popolo numeroso e una terra. Il giuramento del Dio d’Israele non verrà mai meno, come del resto conferma san Paolo (cfr Rm 9, 1 – 11,36).

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3578

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

RAPPORTO TRA FIDANZATI: E SE L’AMORE DI DIO FOSSE IL GARANTE DELLA CONTINUITA’?

L’AMORE – Se dovessi raccontare ai giovani l’Amore di Dio direi che oltre al Creato l’opera più bella delle sue mani è l’uomo. Il suo spirito alita in noi e tutto ciò che siamo è amore di Dio. Una volta che scopriamo di essere figli di Dio un soffio della sua bellezza, ci sentiamo forti e il cammino da fare non è altro che riversare la Sua bellezza ovunque. Soprattutto i giovani sono ricchi di desideri nobili e di vitalità. Non dimenticano che la cosa più importante è l’amore verso i genitori e la persona amata. Il sogno più importante per i giovani è il sacramento del matrimonio che consegna il corpo dell’uno all’altro e la riservatezza del cuoreda custodire. Con il matrimonio il sogno è racchiuso nelle parole dette davanti a Dio. Nel profondo del cuore i giovani sanno donare largamente e credono in Dio che è Padre. L’amore per la persona amata è l’espressione della fedeltà di Dio che è capace di Amare. L’Ascolto della Parola di Dio aiuta a scoprire i sentieri di vita che Lui ci indica per camminare nella giustizia e nella verità di noi stessi. La Parola di Dio fa luce sulla via da seguire e custodisce una condottai ntegra. Il matrimonio ed anche il fidanzamento è mosso dalla preghiera che dà la motivazione a fare famiglia.

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3440

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO, SI ALLA VITA

SIAMO DAVVERO SALE DELLA TERRA? E SIAMO DAVVERO LUCE DEL MONDO?

VANGELO DI OGGI – «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli».

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3265

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

LA FAMIGLIA AL CENTRO DEL PENSIERO DI PAPA BENEDETTO XVI: FAMIGLIE DIVISE PORTANO GIOVANI A DISASTRI

CITTA’ DEL VATICANO – Una situazione di assedio”: così, il Papa parla della condizione che vive la famiglia oggi nel discorso ai vescovi della Conferenza episcopale del Brasile, (Nordeste 1-4), incontrati questa mattina durante la visita “ad Limina”. “…a consciência difusa no mundo secularizado vive na incerteza…” Sui temi della famiglia “la coscienza diffusa nel mondo secolarizzato vive nell’incertezza più profonda da quando le società occidentali hanno legalizzato il divorzio”. E’ quanto afferma il Papa ricordando che “crescono le unioni di fatto e i divorzi”. Benedetto XVI parla di “uno stato di fragilità in cui si consuma il dramma di tante creature private dell’appoggio del padre, vittime – dice – del disagio, dell’abbandono e dell’espandersi del disordine sociale”.

continua su

http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2851

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, NEWS & INFO

CONDIVIDIAMO L’EDITORIALE DI ‘AVVENIRE’: NON MORTA, MA UCCISA. ADESSO PERÒ VOGLIAMO SAPERE TUTTO

MILANO – Eluana è stata uccisa. Davanti alla morte le parole tornano nude. Non consentono menzogne, non tollerano mistificazioni. E se noi – oggi – non le scrivessimo, queste parole nude e vere, se noi – oggi – non chiamassimo le cose con il loro nome, se noi – oggi – non gridassimo questa tristissima verità, non avremmo più titolo morale per parlare ai nostri lettori, ai nostri concittadini, ai nostri figli. Non saremmo cronisti, e non saremmo nemmeno uomini. Eluana è stata uccisa. Una settimana esatta dopo essere stata strappata all’affetto e alla «competenza di vita» delle sorelle che per 15 anni, a Lecco, si erano pienamente e teneramente occupate di lei. In un momento imprecisato e oscuro del «protocollo», orribile burocratico eufemismo con il quale si è cercato di sterilizzare invano l’idea di una «competenza di morte» messa in campo, a Udine, per porre fine artificialmente ai suoi giorni.

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2227

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO