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MARTEDÌ PRESENTATO “IN VIAGGIO CON UN SANTO”, IL LIBRO DI FILIPPO ANASTASI SU GIOVANNI PAOLO II

DITORIA (Roma) – Verrà presentato a Roma, martedì 24 maggio alle 16, nella sede di Radio Vaticana (piazza Pia 3 – Sala Marconi) “In viaggio con un Santo”, il libro di Filippo Anastasi su Giovanni Paolo II. Dopo i saluti di padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana, e l’introduzione di Ugo Sartorio, direttore del “Messaggero di Sant’Antonio”, l’evento verrà presentato da Antonio Preziosi, direttore dei Giornali Radio Rai. Interverrà inoltre Giulio Albanese, direttore di “Popoli e Missione”. L’ingresso è libero.
Centoquattro viaggi in tutto il pianeta che hanno segnato non solo il pontificato di Giovanni Paolo II, ma la storia di tutta l’umanità a cavallo tra due millenni. Papa Wojtyla ha trascorso quasi tre anni fuori dal Vaticano, pronunciando mille discorsi, visitando ottocento località, coprendo una distanza pari a quasi tre volte e mezzo quella tra la Terra e la Luna! 

Questo libro, scritto dal giornalista Filippo Anastasi che ha avuto il privilegio di compiere quasi cinquanta viaggi assieme al Pontefice, desidera appunto raccontare l’avventura del grande Pellegrino di Pace. Sono rievocati, attraverso i ricordi e il vissuto dell’autore, i viaggi che hanno suscitato grandi entusiasmi, come quello in Polonia che ha letteralmente paralizzato la nazione; i viaggi che hanno spostato grandi masse, come quelli in America Latina, in Messico, in Brasile allo Stadio Maracanà: viaggi che hanno toccato da vicino la povertà delle genti, come quello a Nuova Delhi, o la drammaticità della guerra, com’è accaduto a Sarajevo. 

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CUBA RENDE OMAGGIO AL BEATO KAROL WOJTYLA, IL PRIMO E UNICO PAPA AD AVER VISITATO L’ISOLA

ESTERI (Cuba) – Il Cardinale Arcivescovo dell’Avana, Jaime Ortega, ha invitato i fedeli a partecipare alla Santa Messa presieduta, in occasione della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, dal Nunzio Apostolico Angelo Becciu nella Cattedrale della capitale cubana questa domenica pomeriggio. Funzionari del Governo di Raúl Castro erano presenti alla celebrazione, diffusa dalla televisione vaticana e ritrasmessa in differita da quella statale. Il segretario del Consiglio di Stato, Homero Acosta, il vicecancelliere Dagoberto Rodríguez e Carlos Samper, dell’Ufficio per le Questioni Religiose del Partito Comunista di Cuba, hanno assistito alla celebrazione liturgica. Di fronte a cinquecento fedeli che gremivano la Cattedrale, il Nunzio ha affermato che Giovanni Paolo II è stato “un amico di Cuba. Sappiamo con quale interesse e amore ‘sentiva’ la vita di questo Paese”. Papa Wojtyła, l’unico Pontefice ad aver visitato l’isola caraibica in tutta la sua storia, ha segnato un momento fondamentale con il suo viaggio apostolico a Cuba, dal 21 al 25 gennaio 1998, stringendo la mano a Fidel Castro e rimproverando pubblicamente il Ministro e sacerdote poeta Ernesto Cardenal per il fatto di esercitare un incarico politico senza il permesso vaticano. 

Immagini che hanno fatto il giro del mondo, e segnano un prima e un dopo nelle relazioni del Paese comunista con il resto del mondo. La visita è riuscita a distendere le tensioni di mezzo secolo tra il Governo comunista di Fidel Castro e la Chiesa locale, così come a stringere le relazioni tra la Santa Sede e l’Avana. La frase più ripetuta, pronunciata qui da Giovanni Paolo II – definito ufficialmente un “messaggero della verità e della speranza” -, è stata: “Cuba si apra al mondo e il mondo si apra a Cuba”. Una frase che ha posto fine ad anni di isolamento e ha aperto la porta a un progressivo disgelo dell’ultimo bastione della guerra fredda. In un libro recente, il Segretario di Stato della Santa Sede, il Cardinale Tarcisio Bertone, afferma che Giovanni Paolo II pensava che fosse stata una visita molto positiva, soprattutto per l’entusiasmo del popolo, che grazie ad essa aveva vissuto momenti di libertà. “Possiamo senz’altro dire che la sua visita abbia rappresentato un evento trascendentale nella storia di questa Nazione e della Chiesa”, ha affermato dal canto suo il Nunzio a Cuba. Monsignor Becciu ha ringraziato il Governo cubano per il fatto di aver voluto inviare una delegazione ufficiale alla celebrazione, manifestando in questo modo “la sua soddisfazione per l’evento e per le buone relazioni con la Santa Sede”. 

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KAROL, LA LUCE DELLA VERITÀ: DAL TUO CUORE AI NOSTRI CUORI! TESTIMONIANZA DI UNA PAPAGIRL

ROMA – Araldo di solidarietà senza confini, testimone fedele e credibile del dolore lacerante della storia dell’uomo e di una nazione, precursore acuto del futuro che è già tra noi, Giovanni Paolo II è stato il primo a voler mantenere per sé spazi di vita normale pur avendo una ben viva concezione sacra del suo ruolo. Un testimone semplice ed umile dell’Amore di Cristo per gli uomini che ha spronato adulti e bambini a prendere il largo remando controcorrente, con la certezza di avere accanto Gesù: “Cristo dorme nella tua barca. Se ti senti turbato, sveglialo. Lui non ti abbandona!”. Il 2 aprile del 2005 – facendo distrattamente zapping – il mio sguardo si è soffermato sulle immagini che venivano trasmesse dalla Città del Vaticano: moltissimi fedeli riuniti davanti alla Basilica di San Pietro, in silenziosa e implorante preghiera, attendevano notizie sullo stato di salute del Papa, Giovanni Paolo II, dimostrando un filiale affetto verso un uomo – successore di Pietro – che con la sua carica spirituale, l’attenzione ai più diseredati (i piccoli del mondo) e la forte capacità di cambiare gli assetti politici, economici e sociali delle potenze mondiali è riuscito a “spalancare” il cuore dell’uomo – e dei giovani in particolare – alla “potestà salvatrice di Cristo”. 

Un uomo di origine polacca, Karol Wojtyla, non estraneo alla sofferenza, alla comprensione, alla compassione e al perdono attraverso l’uso quotidiano “dell’amore”. Un uomo – di cui fino a quel momento io conoscevo poco e nulla – che stava per tornare alla Casa del Padre. Da quel momento, in simbiosi con quella folla che silenziosa proclamava al mondo intero il “grazie” della Chiesa al Signore per il dono di quel Papa, compresi quale grande vuoto avesse la mia anima nel non aver cercato Gesù, prima di allora, anche attraverso la testimonianza del suo rappresentante sulla Terra. Un vuoto che la settimana seguente mi spinse ad acquistare una coroncina del Rosario. Iniziavo così a riavvicinarmi alla Chiesa, un altro segno della grande capacità di Giovanni Paolo II di mettere a frutto il carisma ricevuto da Dio. Le testimonianze di affetto che da quell’aprile si sono susseguite, come le acque di un fiume in piena, mi hanno fatto conoscere la personalità, la capacità trascinante e coinvolgente di Papa Wojtyla, il desiderio di portare all’uomo, soprattutto attraverso i giovani, il messaggio evangelico di speranza e di amore: “Si ama Dio solo attraverso l’uomo, e non si può amare l’uomo se non attraverso Dio”. Il mio primo “incontro” con Giovanni Paolo II, avvenuto presso le Grotte Vaticane, fu a dir poco rivelante: sebbene una lapide di marmo, fredda e semplice, coprisse le spoglie di Papa Karol, quel luogo, che io sentivo emanare il calore di un padre, segnò l’inizio di un dialogo filiale che continua ancora oggi, e che in questi anni mi ha spinto a cercare di cambiare e migliorare. 

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TOR VERGATA,CERIMONIA CONCLUSIVA PER LA BEATIFICAZIONE:UN PIAZZALE DEDICATO A GIOVANNI PAOLO II

BEATO GIOVANNI PAOLO II (Roma)- La cerimonia conclusiva per la beatificazione di Giovanni Paolo II si è conclusa, ieri pomeriggio, con l’intitolazione al neo Beato del piazzale di Tor Vergata dove, nel lontano 2000 si tenne la Giornata mondiale della gioventù e che vide la presenza di oltre 2 milioni di giovani. In quell’occasione venne eretta una croce alta 40 metri 
realizzata dall’architetto Marco Petreschi e, successivamente, modificata dallo scultore Gino Giannetti con l’aggiunta del basamento e interventi di ristrutturazione. 

Renato Lauro, rettore della seconda università capitolina, ha accolto le autorità civili ed ecclesiali che hanno presenziato alla cerimonia: il cardinale Stanislao Dziwisz, arcivescovo di Cracovia; il cardinale Agostino Vallini, vicario generale per la diocesi di Roma; monsignor Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio per la pastorale universitaria; Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio; il sindaco di Roma, Gianni Alemanno; Renata Polverini, presidente della Regione Lazio; e Claudio Strinati, dirigente del Ministero per i Beni e le attività culturali.Il rettore ha, poi, aggiunto che questo particolare evento ha un particolare significato perché, giunto all’indomani della beatificazione di Papa Wojtyla, dà inizio alla 5° edizione della festa della Pace promossa dalla cappellania universitaria. L’università non ha solo il compito di occuparsi di approfondire il bagaglio culturale degli studenti, ma deve anche essere una palestra dove insegnare i valori fondamentali per la formazione dei ragazzi come uomini e donne migliori. La parola è poi passata all’onorevole Letta che ha ricordato come Giovanni Paolo II avesse un profondo rapporto di amore con i giovani concludendo, poi, il suo intervento con un augurio di pace, soprattutto nei Paesi oggi scossi da cambiamenti interni. 

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2 MAGGIO 2011: CERIMONIA COMMEMORATIVA PER INTITOLARE IL PIAZZALE DI TOR VERGATA A GIOVANNI PAOLO II

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Roma)- Il piazzale di Tor Vergata, sarà dedicato al futuro Beato Giovanni Paolo II: questa è l’iniziativa di Renato Lauro, rettore del secondo ateneo romano, che ha organizzato un evento commemorativo il giorno 2 maggio alle ore 16.30 presso l’università.Alla cerimonia saranno presenti, tra gli altri, il cardinale vicario Agostino Vallini e il cardinale Stanislaw Dziwisz, segretario di Giovanni Paolo II e attuale metropolita di Cracovia. La scelta del luogo non è casuale: proprio su quel piazzale, che accolse oltre due milioni di ragazzi, è stata posta la possente croce in acciaio realizzata per celebrare la Giornata mondiale della gioventù durante il Giubileo.

Il rettore di Tor Vergata ha dichiarato: “Abbiamo accettato volentieri l’invito del Vaticano ad ospitare la cerimonia. Per l’Università di Tor Vergata è un tributo importante proprio perché Giovanni Paolo II aveva a cuore la vita dei giovani e degli universitari”. A riprova di questo monsignor Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio per la pastorale universitaria, ha affermato: ”Giovanni Paolo II era affezionato al mondo dei giovani sin da quando era cappellano universitario a Cracovia. Durante il pontificato ha coltivato questa relazione anche con gli universitari romani”. Inoltre, «con la beatificazione si aprono le iniziative della pastorale universitaria per ricordare Papa Wojtyla. Il prossimo appuntamento è per il 18 maggio, in occasione del suo compleanno, con una Messa in tutte le cappelle; poi il 26 con una festa al Teatro Argentina”.Come ha ricordato il rettore dell’Ateneo, l’evento commemorativo 2 maggio rientra nel programma della Festa della Pace, giunta alla quinta edizione e organizzata dalla cappellania San Tommaso d’Aquino: “Grazie a questa iniziativa c’è la possibilità di coinvolgere i ragazzi di altre confessioni presenti nel nostro ateneo, dando così un senso tutto particolare all’evento”.

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CAMPAGNA DI SOLIDARIETÀ PER LA MENSA DELLA CARITAS DIOCESANA DEDICATA A GIOVANNI PAOLO II

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Roma) – La mensa della Caritas diocesana alla stazione Termini verrà dedicata al futuro Beato Giovanni Paolo II: questa è l’iniziativa della diocesi di Roma, che come segno di carità, promuoverà in occasione dell’evento della beatificazione di Papa Wojtyla.Monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas, ha affermato: “E’ un gesto di attenzione per ricordare il Pontefice che ha fatto della carità e dell’universalità gli aspetti principali del suo pontificato e che ha prestato la sua opera pastorale di Vescovo vicino ai poveri, ai disagiati e agli emarginati”.

Già nel lontano 1992 Giovanni Paolo II visitò la mensa di Colle Oppio testimoniando così la sua presenza vicino alle persone più bisognose attraverso parole che, per tutti questi anni, sono state un riferimento per gli animatori della carità della diocesi: “L’uomo che soffre ci appartiene. Dinanzi a chi soffre non si può rimanere né indifferenti, né inattivi”. Monsignor Feroci, come segno di questa presenza, spiega: “sono stati scelti i servizi della Caritas di Roma alla Stazione Termini che, dal 1987, sono un polo di riferimento per i senza tetto, giovani emarginati, gli anziani poveri e i molti malati psichici che affollano quotidianamente la zona e per i quali è difficile persino procurarsi un pasto”.

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IL PENSIERO DI PAPA WOJTYLA NEL LIBRO DI SUOR MYRIAM CASTELLI “GIOVANNI PAOLO II MAESTRO E TESTIMONE

EDITORIA (Roma) – “Il Santo Padre – Giovanni Paolo II Maestro e Testimone”. Si intitola così il libro di suor Myriam Castelli, nel quale la religiosa ha ripercorso il pensiero di Papa Wojtyła, sottolineando i temi che hanno caratterizzato il suo magistero.
Il libro di suor Myriam Castelli sarà presentato domani, alle 21, nella Sala Convegni Biverbanca di Biella. Alla presentazione interverranno il Vescovo di Biella, monsignor Gabriele Mana, ed il dottor Alfredo Monaci, presidente della Biverbanca. Ci saranno inoltre la cantante Alida Ferrrarese, testimonial della serata, ed una rappresentanza della comunità polacca di Biella.
“Il libro – si legge in un comunicato – raccoglie una trentina di temi portanti dell’insegnamento di Karol Wojtyła che, in forma più concentrata, hanno formato un programma televisivo dal titolo ‘Parola di Karol’, andato in onda su Rai Uno sei mesi prima della morte di Giovanni Paolo II”.

Le pagine sono “il frutto di una rilettura attenta del magistero di Papa Wojtyła nell’intento di portare a conoscenza del vasto pubblico i pensieri e le riflessioni di un Pontefice che ha rivelato al mondo ciò che di più grandioso può esserci sulla terra: l’amore di Dio. Un testimone alto di Dio sul mondo, il più visibile, il più autorevole in quanto autorità morale”. Il libro ripropone “le parole che hanno attraversato l’intera durata del pontificato e che rappresentano le fondamenta del cristianesimo: dalle virtù teologali all’impegno sociale, il perdono e la misericordia, la vita e la famiglia, i giovani e lo sport, la sofferenza e la solidarietà, l’arte e la scienza, la pace e il lavoro, l’ecumenismo e la comunione, l’Eucaristia”.

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PAPABOYS, LA TV OLANDESE RKK INTERVISTA IN ESCLUSIVA IL PRESIDENTE DANIELE VENTURI

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Roma) – “L’Associazione Nazionale Papaboys non è un’associazione fondata in un palazzo: i Papaboys nascono in una piazza, piazza San Pietro ovviamente”. Con questa precisazione Daniele Venturi, presidente dell’Associazione Nazionale Papaboys, inizia a raccontare la storia dei Ragazzi del Papa in un’intervista alla televisione olandese RKK, giunta a Roma per raccogliere informazioni e testimonianze su Papa Giovanni Paolo II, in occasione della sua beatificazione del prossimo 1 maggio.

“Dal 2001 – spiega Venturi – con il nostro sito internet http://www.papaboys.it facciamo informazione quotidiana sul Santo Padre, sulla Chiesa e sui giovani. Poi, alla morte di Giovanni Paolo II, abbiamo ricevuto tantissime richieste da parte di giovani di tutto il mondo che avevano il desiderio di riunirsi in una maniera concreta e tangibile. Il nostro scopo è andare incontro ai giovani: per le strade, nelle discoteche, nei locali… Oggi i giovani vengono sfruttati dalla società, che non li ascolta: noi gli prestiamo ascolto, e poi a loro viene spontaneo tirare fuori tutto ciò che di buono hanno nel loro cuore”.

Il presidente dei Papaboys parla poi di Papa Wojtyla: “Giovanni Paolo II ha acceso il cuore di milioni di giovani, e Benedetto XVI sta alimentando questo fuoco. Come carattere, se Papa Wojtyla era un grande comunicatore, Benedetto XVI è un po’ più rigido, ha degli schemi. Devo dire però che nel mondo di oggi, che cambia ogni giorno in base a dove tira il vento, avere un punto fermo come Benedetto XVI sia un grande dono del cielo”. Ancora vivissimo nella mente di Venturi e di tutti i fedeli sono gli striscioni ed i cori “Santo Subito” apparsi il giorno dei funerali di Giovanni Paolo II. “L’idea di ‘Santo subito’ partì da un gruppo del Movimento dei Focolari, e noi l’abbiamo accolta immediatamente. Gli striscioni presenti in piazza San Pietro erano infatti un po’ nostri e un po’ dei Focolari. La rapidità tra la scomparsa di Papa Wojtyla ed il processo di beatificazione credo dimostri che è stata accolta la richiesta dei fedeli, richiesta su cui nessuno aveva alcun dubbio”.

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GIOVANNI PAOLO II, IL 13 MAGGIO CELEBRAZIONE DI AZIONE DI GRAZIE AL SANTUARIO DI FATIMA

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Fatima, PORTOGALLO) – Una celebrazione di azione di grazie al Santuario di Fatima per Papa Giovanni Paolo II. È l’iniziativa con cui la Conferenza Episcopale Portoghese (CEP), in occasione del pellegrinaggio internazionale dell’anniversario al Santuario di Fatima del 13 maggio, invita i portoghesi a partecipare alla beatificazione del Santo Padre Karol Wojtyla, tre volte pellegrino dalla Madonna (nel 1982, nel 1991 e nel 2000). Per padre Manuel Morujão, portavoce della CEP, questo giorno è “un grande motivo per far festa per la beatificazione del nostro Papa”.

L’ufficio stampa del Santuario, nell’edizione del 13 marzo di “Voz da Fátima”, ha reso noto che il rettore del Santuario, padre Virgílio Antunes, ha ricordato l’azione e la testimonianza di fede di Papa Wojtyła. Il sacerdote ha sottolineato che, leggendo le biografie di Giovanni Paolo II risultanti dal processo di beatificazione, “scopriamo un uomo al di sopra di tutto, caratterizzato dalla profondità della spiritualità cristiana, che è basata su una fede inamovibile e su un continuo atteggiamento di preghiera. Mai un Papa era stato tanto conosciuto e tanto amato”. Il rettore ha ricordato anche come “nell’ambito ecclesiale, nella relazione con le altre Chiese e le altre religioni, nel mondo sociale e politico, nella cultura, ogni persona abbia finito per valorizzare aspetti diversi della figura di Giovanni Paolo II, con una grandezza morale capace di entrare nei mondi più vari”.

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GIOVANNI PAOLO II, MONS. ODER: “PAPA WOJTYLA ERA UN VERO UOMO E UN UOMO DI DIO”

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Roma) – Giovanni Paolo II era “un vero uomo e un uomo di Dio”. Lo ha dichiarato monsignor Slawomir Oder, postulatore della causa di beatificazione di Karol Wojtyla, nell’incontro avuto ieri con un gruppo di docenti e studenti della Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce. Per monsignor Oder il processo è necessario soprattutto per “lasciare alle generazioni future le ragioni che, a suo tempo, ci portarono a gridare ‘Santo subito’”. Per Oder il processo va affiancato alla storia, per cui non solo non era inutile – come all’inizio molti avrebbero potuto pensare – ma anche necessario. La verifica dei numerosissimi documenti e testimonianze, oltre alla riconosciuta fama di santità, non ha fatto emergere alcun aspetto sconosciuto di Papa Wojtyla, ha anzi confermato la trasparenza della vita condotta dal Servo di Dio. “In un certo senso – ha spiegato monsignor Oder – tutti lo sapevamo: non esiste un Giovanni Paolo II mediatico, un Giovanni Paolo II privato… Non ci sono state scoperte inedite. La vera scoperta è stata quella di comprovare che Giovanni Paolo II era un uomo autentico. Il processo ha fatto comprendere la ragione di questa coerenza e unità di vita: la sua stretta relazione con Gesù Cristo”.

A spiegare la celerità del processo, tre ragioni: la fama di santità, in questo caso visibile fin prima di iniziare; l’iniziativa dei cardinali, che, prima di ritirarsi in Conclave per eleggere il suo successore, hanno chiesto per iscritto l’inizio della causa, e la convinzione personale di Benedetto XVI, che “essendo stato il suo collaboratore più stretto, sarebbe diventato per diritto il testimone chiave del processo”. Monsignor Slawomir Oder, che per sei anni ha diretto i lavori che documentano la fama di santità, le virtù eroiche del Venerabile ed il miracolo necessario per completare la causa, ha riassunto la figura di Giovanni Paolo II con la frase “Era un vero uomo, ed era un uomo di Dio”.

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LA SANTITÀ VIVE NELLA STORIA: COSÌ BENEDETTO SFIDA I CRITICI DI GIOVANNI PAOLO II

ROMA – Fu Giovanni Paolo II, dieci anni fa, a spiegare il senso della beatificazione di un papa. Lo fece in occasione della cerimonia in cui elevò alla gloria degli altari due papi diversissimi fra loro e spesso anzi contrapposti: Giovanni XXIII e Pio IX. Il primo, il papa delle grandi aperture conciliari alla modernità; il secondo, il papa del Sillabo che condannava le idee liberali. Giovanni Paolo II, proclamandoli beati il 3 settembre 2000 nella stessa cerimonia, spiegava: «La santità vive nella storia e ogni santo non è sottratto ai limiti e condizionamenti propri della nostra umanità. Beatificando un suo figlio, la Chiesa non celebra particolari opzioni storiche da lui compiute, ma piuttosto lo addita all’imitazione e alla venerazione per le sue virtù a lode della grazia divina che in esse risplende». Allo stesso modo Benedetto XVI, apprestandosi a beatificare il suo predecessore, non intende celebrare ogni decisione del suo pontificato ma il modo “eroico” in cui il servo di Dio Karol Wojtyla visse e testimoniò le virtù cristiane. Testimonianza confermata da una fama di santità diffusa a livello popolare e suggellata dal segno di un miracolo. C’è una grande lezione di fede e una grande lezione di realismo nella capacità della Chiesa di discernere gli atti di un pontificato dalla santità dell’uomo che siede sulla cattedra di Pietro.

A fare grande agli occhi della fede papa Wojtyla non è stata in primis la sua battaglia per la liberazione dell’Europa orientale dal comunismo. Ronald Reagan ha avuto un ruolo storico pari o maggiore, ma non per questo è proposto come esempio di vita al popolo cattolico. La percezione popolare della santità del papa polacco è infatti legata, più di ogni altra cosa, all’immagine del papa sofferente che abbraccia in preghiera la Croce di Cristo: l’ex “atleta di Dio”, il papa sportivo, si scopre debole, il volto e la voce sfigurati dalla malattia, ma vive questa prova in uno spirito di totale abbandono a Dio, in forza di questo abbandono diventa più tenero, ancora più in grado di abbracciare l’umanità intera. Ed entra per questo nei cuori di quanti finora l’avevano più ammirato come grande personaggio storico che amato per quello che era, il Vicario di Cristo. È questa testimonianza, “lode della grazia divina che risplende nelle sue virtù”, che Benedetto XVI riconosce con il rito della beatificazione. È questa la testimonianza che rimane nel tempo, quella che conforta e sorregge la fede dei semplici.

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SI AVVICINA LA DATA DI BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II. NON FACCIAMO IPOTESI, MA PREGHIAMO!

ROMA – E’ di notevole importanza la notizia uscita in queste ore dell’avvenuta approvazione da parte della consulta medica della Congregazione delle cause dei Santi, del miracolo attribuito all’intercessione di Giovanni Paolo II, la guarigione di una suora francese malata di Parkinson. Il dossier sul miracolo (positio super miro) – informa il vaticanista Andrea Tornielli – , oltre che dai medici specialisti, è stato anche già vagliato e approvato dai teologi prima della fine del 2010. Il fascicolo che descrive la guarigione è arrivato proprio in questi giorni ai cardinali e ai vescovi chiamati a dare l’ultimo giudizio prima che il dossier venga presentato a Benedetto XVI.

La riunione della plenaria dei cardinali è prevista per la metà di questo mese. Se anche loro, com’è prevedibile, approveranno la positio sul miracolo, il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle cause dei santi, potrà recarsi dal Papa per chiedergli la promulgazione del decreto di riconoscimento del miracolo. Come si ricorderà, Benedetto XVI il 19 dicembre 2009 ha già approvato le virtù eroiche di Giovanni Paolo II. A quel punto, la beatificazione di Papa Wojtyla sarà soltanto una questione di data. Non abbiamo mai ipotizzato date o seguito le sirene dei media nella vicenda della beatificazione del Servo di Dio Giovanni Paolo II, e non lo faremo neanche in questa occasione. Ma possiamo continuare a pregare perchè Giovanni Paolo II possa diventare beato e grazie alla Sua intercessione si possano compiere altri miracoli!

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LA BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II, TRA VOCI E CERTEZZE. NON C’È UNA DATA PER LA CERIMONIA!

CITTA’ DEL VATICANO – Nelle ultime settimane si sono moltiplicati gli articoli degli organi di stampa e i post di blog in cui sono state annunciate date per la beatificazione di Giovanni Paolo II. In realtà, per il momento non si tratta altro che di supposizioni o di calcoli di esperti. Il Cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo di Cracovia, per 40 anni segretario privato del Pontefice polacco, in visita in Argentina ha risposto questo mercoledì che “tutto dipende dal Papa” Benedetto XVI. Le informazioni si sono moltiplicate in occasione della riunione di Cardinali e Vescovi celebrata il 16 novembre nella Congregazione per le Cause dei Santi per pronunciarsi sull’eroicità delle virtù di Karol Wojtyła. Visto che il voto dei partecipanti è sottoposto al segreto pontificio , chiedere o pubblicare il risultato significa violare questo segreto.

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Don Giovanni D’Ercole promosso Vescovo ausiliare dell’Aquila con il mandato di contribuire alla ricostruzione delle Chiese distrutte dal terremoto

CITTA’ DEL VATICANO – L’ex vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede, don Giovanni D’Ercole ,e’ stato nominato dal Papa vescovo ausiliare della diocesi dell’Aquila per collaborare dopo il terremoto alla ricostruzione delle Chiese locali intese come edifici ma anche e soprattutto come comunita’ vive. Il vescovo ordinario, Monsignor Giuseppe Molinari, aveva chiesto l’aiuto di nuove energie e il Pontefice lo ha prontamente accontentato. Volto noto di Rai Due come storico conduttore della rubrica religiosa “Sulla via di Damasco”, D’Ercole era da tempo capo ufficio della sezione italiana della Segreteria di Stato. Nato 62 anni fa a Morino, vicino all’Aquila, e’ divenuto sacerdote di Don Orione dopo essere stato animatore del Movimento ‘Oasi’ di padre Rotondi, che gli ha insegnato a coniugare la vocazione giornalistica con quella sacerdotale. Dopo l’ordinazione, ricevuta nel 1974, la licenza in teologia alla Lateranense e il dottorato in teologia morale conseguito all’Accademia Alfonsiana, e’ stato per nove anni missionario in Costa d’Avorio. A meta’ degli anni ’80, i superiori lo richiamarono a Roma, come parroco della grande Chiesa di Ognissanti sulla via Appia. E due anni dopo, nel 1986, fu eletto superiore provinciale della Piccola Opera della Divina Provvidenza di Don Orione. E’ stato anche cappellano del carcere minorile di Casal del Marmo, all’epoca frequentato dall’allora segretario di Stato Agostino Casaroli, che vi celebrava spesso la Messa domenicale. Proprio il Cardinale romagnolo suggeri’ il suo nome a Papa Wojtyla che lo chiamo’ nell’87 alla vicedirezione della Sala Stampa e dopo un paio d’anni lo volle in Segreteria di Stato. Grande sportivo, e’ noto anche per la sua partecipazione a piu’ edizioni della maratona di New York, la capacita’ di non mollare nonostante lo sforzo sia immane si rivelera’ utile nell’incarico al quale e’ ora chiamato nel contesto di una citta’ distrutta dal sisma dello scorso aprile. “Da oggi questa vostra Arcidiocesi e’ la mia nuova famiglia”. Cosi’ inizia la lettera che il neo Monsignor D’Ercole ha inviato, intanto, all’Arcivescovo, ai fedeli, ai religiosi e alle istituzioni del capoluogo abruzzese. “Torno – continua D’Ercole – nella terra che mi ha visto nascere e alla quale sono rimasto sempre affezionato: sono infatti aquilano, se non della citta’, della provincia, e non l’ho mai dimenticato. La percezione di appartenere a questa nostra terra – prosegue la lettera – si e’ fatta piu’ forte dopo il recente terremoto: le diverse visite che ho potuto fare sin dai primi giorni, mi hanno dato modo di sperimentare la vostra tristezza e il vostro dolore, ma anche la vostra speranza e la vostra voglia di rinascere che sono diventati sentimenti e impegni anche miei”. Monsignor D’Ercole sottolinea quindi come la sua sara’ una pastorale incentrata sull’esempio di San Luigi Orione, fondatore dell’ordine a cui appartiene il nuovo vescovo ausiliario, inviato nel 1908 da Papa San Pio X a Messina, dopo il terremoto che colpi’ la regione, e successivamente in Abruzzo, nella Marsica, dopo il sisma del 1915, come testimoniato anche dallo scrittore Ignazio Silone. “Cerchero’ – conclude la missiva – di essere il Pastore di tutti e per ciascuno”.

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LA STORICA VISITA DI GIOVANNI PAOLO II AL PARLAMENTO ITALIANO DEL 14 NOVEMBRE 2002 RICORDATA OGGI

ROMA – La Camera dei deputati italiana ha voluto celebrare ieri il settimo anniversario della storica visita di Giovanni Paolo II al parlamento del Paese, avvenuta il 14 novembre 2002. Su invito del presidente della Camera, Gianfranco Fini – con il quale si è anche intrattenuto a colloquio privato per mezz’ora – il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha offerto un ricordo di quella giornata, toccando molti dei temi sociali ed etici allora affrontati da Papa Wojtyla: dalla difesa della vita alla libertà di istruzione, dalla tutela della famiglia al principio della laicità dello Stato. “Testimone nella sofferenza, amante della verità, educatore dei giovani”, ma soprattutto “un uomo di preghiera”, perché ogni gesto col quale ha guidato la Chiesa per oltre 25 anni scaturiva da un intimo rapporto con Dio. Il cardinale Tarcisio Bertone ha ricordato così Giovanni Paolo II, e di ognuno dei tratti messi in risalto ha offerto un ricordo ai parlamentari italiani, che ieri sera si sono dati appuntamento nella Sala della Lupa per commemorare il primo intervento della storia di un Pontefice nell’Aula di Montecitorio. Quei “lenti passi” con i quali il 14 novembre del 2002 Giovanni Paolo II raggiunse lo scranno più alto della Camera hanno offerto al segretario di Stato il primo spunto per ribadire il principio per cui, secondo le parole di Papa Wojtyla, “le leggi dello Stato” non devono ledere “in nessun modo il diritto alla vita”, ma piuttosto tutelarla, sia che la vita “sia embrionale o morente”. Quindi, parlando del rapporto tra Chiesa e istituzioni civili, il cardinale Bertone ha sottolineato il rischio di deriva di una democrazia quando essa si allei con il relativismo etico. Un concetto col quale, sette anni fa, Giovanni Paolo II suscitò un apprezzamento corale: “Infatti, se non esiste nessuna verità ultima che guidi e orienti l’azione politica, annotavo in un’altra Lettera enciclica, la Centesimus annus, ‘le idee e le convinzioni possono essere facilmente strumentalizzate per fini di potere. Una democrazia senza valori si converte facilmente in un totalitarismo aperto oppure subdolo, come dimostra la storia’”.

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UNA STATUA DI GIOVANNI PAOLO II NEL PIAZZALE DEL POLICLINICO GEMELLI VERRÀ INAUGURATA IL 30 GIUGNO

luROMA – Martedì 30 giugno, alle 19.00, verrà inaugurata nel piazzale del Policlinico Gemelli di Roma una statua in ricordo di Giovanni Paolo II. Il monumento, dedicato dall’Università Cattolica alla memoria di Papa Wojtyła, sarà benedetto dal Cardinale , per decenni segretario particolare del Pontefice. La statua è opera dello scultore toscano Stefano Pierotti, che sarà presente all’evento, ed è intitolata “Non abbiate paura!”, come la celebre espressione pronunciata dal Papa polacco il 22 ottobre 1978 durante l’omelia della Messa di inizio pontificato. La scultura verrà collocata nel piazzale antistante l’ingresso principale del Policlinico Gemelli, dove Giovanni Paolo II fu ricoverato 9 volte, dal 13 maggio 1981 – giorno dell’attentato in Piazza San Pietro – all’ultimo ricovero del marzo 2005. Su quel piazzale, Papa Wojtyła si affacciava dalla finestra dell’appartamento al decimo piano per recitare l’Angelus domenicale e benedire i fedeli.

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GIOVANNI PAOLO II ED I MEDIA; UN CONVEGNO AL SERAFICUM DI ROMA.

ROMA – Iniziativa per ricordare il grande pontefice polacco Giovanni Paolo II a Roma il giorno 15 maggio, alle ore 17, nell’aula magna in via del Serafico, 1. “I media e il nuovo umanesimo. Giovanni Paolo II e i mezzi di comunicazione di massa” è il tema al centro del simposio promosso dalla Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura – Seraphicum” per giovedì Un’occasione per discutere di media e umanesimo, attraverso la figura di Giovanni Paolo II che, negli oltre ventisei anni di pontificato, ha dimostrato una marcata attenzione ai mezzi di comunicazione come fondamentale strumento di conoscenza, crescita e confronto. Al simposio parteciperanno, oltre al preside del “Seraphicum” Zdzisław J. Kijas, il direttore della testata Tg regionale Rai Angela Buttiglione che interverrà su “I media nella promozione della giustizia e della pace nelle relazioni umane”, il direttore de “Il Foglio” Giuliano Ferrara su “L’uso dei media al servizio della vita”, monsignor Giangiulio Radivo su “La figura del vescovo di Roma e i media (Media e autorità come valore)”, la giornalista Elisabetta Lo Iacono su “Giovanni Paolo II protagonista del moderno areopago”, il vaticanista de “La Repubblica” Marco Politi su “Karol Wojtyla e il dialogo con la cultura laica”, il professor Giuseppe Mazza della Pontificia Università Gregoriana su “L’ascolto dell’humanum come promessa comunicativa: una relazionalità polimediale” e padre Gianfranco Grieco su “I viaggi di Giovanni Paolo II visti dai media”. Nel corso dell’incontro, condotto dalla giornalista di Sat 2000 e vaticanista Monica Di Loreto, sarà presentato il libro di Elisabetta Lo Iacono dal titolo “Se mi sbaglio mi corrigerete” – La rivoluzione comunicativa di Giovanni Paolo II (edizioni OCD) nel quale l’autrice, muovendo dalla celebre frase pronunciata da Giovanni Paolo II il 16 ottobre 1978 durante il saluto ai fedeli dopo l’elezione, offre una lettura dello stile comunicativo di Papa Wojtyla.

“Con questo primo appuntamento – spiega il preside del Seraphicum Zdzisław Kijas – la nostra Facoltà intende rileggere l’intenso pontificato di Giovanni Paolo II di cui ricorre quest’anno il trentesimo anniversario dell’elezione. Il simposio consentirà una profonda e ricca riflessione sul rapporto del Papa con il mondo della comunicazione, in relazione al nuovo umanesimo, cui seguirà, dal 28 al 30 ottobre, il convegno internazionale Il Vaticano II nel pontificato di Giovanni Paolo II, tre giornate di studio per approfondire l’insegnamento e la testimonianza di Papa Wojtyła, dal Concilio Vaticano II del 1962 sino alla sua morte nel 2005. Inoltre sta muovendo i primi passi l’istituto di ricerca Mulieris dignitatem che, ispirandosi all’omonima lettera apostolica del 1988, mira ad evidenziare la reciprocità tra il genio maschile e quello femminile, il loro modo di relazionarsi e di agire nella società”. Nel volume che sarà presentato è presente anche una lunga intervista al Presidente dell’Associazione Papaboys Daniele Venturi che racconta la nascita dell’Associazione ed i suoi recenti sviluppi.

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