PARLIAMONE – E Giacomo pensa tra sé e sé che “ah la missionarietà, quanto è facile parlarne e quanta fatica nel metterla in pratica. Che poi alla fine ci troviamo di fronte alle solite persone che fanno tutto”. Sapevano che in quel momento, in quell’incontro erano stati uomini, con il Vangelo in mano…. Non fanno nulla. Sono tre, sono fratelli, e nessuno di loro studia o lavora. Praticano l’ozio dalla mattina alla sera, forse la sera no, ma non è questo il momento di indugiare sulle legittime occasioni di svago di quando si hanno vent’anni e questa età non torna più, quindi si vive anche di notte. Non è il momento e i sorrisi dei tre nascondono anche un certo imbarazzo, di cui non sembra curarsi il giovane don Samuele. Li avvicina, li saluta: “E voi come vi chiamate?”
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QUEI RAGAZZI FUORI DALLA CHIESA. NON FANNO NULLA. SONO TRE, SONO FRATELLI, E NESSUNO DI LORO….
IL PAPA ALL’ANGELUS: «CARESTIA IN SOMALIA, VIETATO RESTARE INDIFFERENTI»
BENEDETTO XVI (Castel Gandolfo) – “È vietato essere indifferenti davanti alla tragedia degli affamati e degli assetati”. Così Benedetto XVI, all’Angelus da Castel Gandolfo, domenica ha rivolto nuovamente la sua attenzione alle popolazioni del Corno d’Africa e “ai tanti fratelli e sorelle” che soffrono per la gravissima carestia, già al centro due domenica fa di un suo forte appello alla mobilitazione internazionale.
Il Papa, affacciandosi sul cortile interno della residenza estiva, ha sottolineato che le “drammatiche conseguenze” della siccità nel Corno d’Africa sono “aggravate dalla guerra e dalla mancanza di solide istituzioni”. La sua riflessione, prima della preghiera mariana domenicale, era partita dalla lettura riguardante la moltiplicazione dei pani e dei pesci, miracolo con cui – ha spiegato – “il Signore ci offre un esempio eloquente della sua compassione verso la gente”. Per questo l’invito del Pontefice è “alla compassione verso il prossimo e alla condivisione fraterna”.
Poi, parlando nella loro lingua ai pellegrini polacchi, Ratzinger ha spiegato che nutrendo “una folla affamata” con la moltiplicazione dei pani Gesù “non ci dà per questo una ricetta utile a sfamare i popoli del mondo, nè a risolvere il dramma della fame”. “Ci ricorda – ha proseguito – che è vietato essere indifferenti davanti alla tragedia degli affamati e assetati! Ci incoraggia a dare loro da mangiare, e a dividere il pane con i bisognosi”. “Seguendo il Cristo – ha aggiunto il Papa – dobbiamo essere sensibili alla povertà dei popoli”.
L’emergenza in Somalia e in tutto il Corno d’Africa, dove milioni di persone cercano disperatamente sollievo alla fame e alla sete, è quindi quanto mai al centro delle attenzioni della Chiesa. La Conferenza Episcopale Italiana, che a metà luglio ha stanziato un milione di euro dai fondi dell’8 per mille (CaritasItaliana ha aggiunto un ulteriore contributo di 300 mila euro), ha indetto una colletta nazionale per domenica 18 settembre, con una raccolta straordinaria in tutte le chiese d’Italia.
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“IL MONDO ASCOLTI IL PAPA, NON RESTI INDIFFERENTE ALLE SOFFERENZE DEI POPOLI DEL CORNO D’AFRICA
DAL MONDO (Mogadiscio) – “E’ vietato essere indifferenti davanti alla tragedia degli affamati e assetati”: è quanto affermato, ieri, dal Papa all’Angelus rivolgendo un accorato appello perché si aiutino i popoli del Corno d’Africa colpiti da una terribile carestia. Dal canto suo, l’Unione Africana ha annunciato un vertice per il 9 agosto ad Addis Abeba per far fronte alla situazione. Intanto, il Programma Alimentare Mondiale ha assicurato che il ponte aereo umanitario non verrà interrotto nonostante gli scontri armati che si verificano in questi giorni a Mogadiscio tra gli estemisti islamici Shabaab e le truppe del governo di transizione. Ma torniamo alle parole del Papa con la testimonianza del vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio, mons. Giorgio Bertin, raccolta da Alessandro Gisotti per la Radio Vaticana:
R. – Questo appello è estremamente importante anche per un risveglio della generosità delle persone che in questo momento probabilmente in Europa occidentale sono soprattutto impegnate a pensare a come passare le vacanze. Allora le parole del Papa risvegliano certamente l’attenzione delle persone e la loro sensibilità.
D. – Il Papa proprio questo ha messo come accento: il pericolo dell’indifferenza…
R. – Il pericolo dell’indifferenza e il pericolo della routine. L’ho detto anche ieri, ero su una nave italiana che presta servizio militare qui nell’Oceano indiano, e anche loro erano un po’ sprovveduti pur essendo qui e mi dicevano di aver scoperto questo problema ascoltando la Radio Vaticana…
D. – Tra l’altro oltre al problema gravissimo della carestia continuano purtroppo gli scontri, e questo non facilita gli aiuti umanitari….
R. – Certamente. Questo è il problema grave delle regioni centromeridionali della Somalia, mentre in altre zone, come qui a Gibuti non abbiamo questo problema della mancanza di autorità e di continui scontri armati. La situazione rimane dunque drammatica nel centro-sud della Somalia. In particolare, in questo momento a Mogadiscio tale situazione complica l’azione umanitaria. C’è buona volontà, ci sono i mezzi, ma manca la recettività.
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CIAO, KAROL – UN LIBRO, 1500 AUTORI
“Tu ci hai chiamati. Noi siamo venuti e siamo noi a ringraziarti per quello che hai fatto grande Papa, grande padre, grande amico, grande angelo”. È una delle 1500 lettere contenute nel nuovo volume “Ciao, Karol”, raccolta dei messaggi depositati in Piazza San Pietro nell’aprile del 2005, nei giorni dell’agonia e della morte di Papa Giovanni Paolo II. Il libro edito dalla neonata casa editrice Edizioni Papaboys International, è in distribuzione dal 28 aprile 2011
EDITORIA(Roma) Aprile 2005… Il mondo si è messo in fila per Amore. 5 milioni di persone a Roma per la morte di Giovanni Paolo II. Maggio 2011… Consegniamo alla storia la testimonianza di quell’Amore. Un’opera per tutti, per la famiglia, per i bambini, per i giovani e i meno giovani. Un grido d’amore dal cuore del mondo.
Ciao, Karol è una pubblicazione che si distingue nettamente dal restante mercato editoriale: non è nato, infatti, sulla scrivania di uno scrittore, è nato in piazza San Pietro direttamente dal cuore della gente, durante la lunga agonia di Papa Giovanni Paolo II e nell’ora stessa del suo ritorno alla casa del Padre. Non contiene affermazioni teoriche e astratte, ma tutto il carico di amore, di preoccupazione e di gratitudine che riempiva i cuori di quel popolo legato profondamente a Giovanni Paolo II. Ciao, Karol, dunque, contiene i sentimenti più intimi di coloro che, in quell’istante, hanno sentito di perdere Qualcuno al quale la loro vita era fortemente legata con i nodi della fede, dell’amore e della speranza.
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GIOVANNI PAOLO II “BEATO”. CHE COSA PUÒ DIRE AI GIOVANI DI OGGI?
Quella sera in cui morì il Papa, il 2 aprile 2005, alle tre di notte mi trovavo in fila per andare a “vedere” Giovanni Paolo II in S. Pietro. Non resistetti alla fatica, tornai indietro con un po’ di vergogna. In compenso decine di migliaia di giovani camminarono fino a sette-otto ore per un sguardo-lampo, ma così intenso, come quando si vuol incontrare per l’ultima volta una persona veramente amica. Mi metto nella situazione di un educatore che vuol parlare della beatificazione di Giovanni Paolo II ai giovani. Il mio è un esercizio, come si dice, in caduta libera. So bene che prima di parlare ai giovani, bisogna incontrali e condividere una buona relazione con loro… Diamola per esistente. Del resto il mio contributo è un input, se può servire a fare meglio…
Perché parlarne?
Rispondo partendo da qualcosa di singolare, per non dire straordinario, che è capitato. Quella sera in cui morì il Papa, il 2 aprile 2005, alle tre di notte mi trovavo in fila per andare a “vedere” Giovanni Paolo II in S. Pietro. Non resistetti alla fatica, tornai indietro con un po’ di vergogna. In compenso decine di migliaia di giovani camminarono fino a sette-otto ore per un sguardo-lampo, ma così intenso, come quando si vuol incontrare per l’ultima volta una persona veramente amica. Si sa che quella, più che un corteo funebre, era una processione pensosa e serena, che rimase nella memoria collettiva come un evento storicamente unico. Colpirono certamente i solenni funerali in Piazza S. Pietro, con tutti i cosiddetti ‘Grandi’ della terra.
Colpì in particolare un’espressione usata più volte in seguito da Benedetto XVI, che allora da cardinale presidente della celebrazione qualificò Giovanni Paolo II: “Il nostro amato Papa”, mai fino allora usata ufficialmente a riguardo di un pontefice. ‘Amato’ traduce il ‘geliebte’ tedesco, è la parola degli innamorati! E finalmente sulla piazza risuonò sia pur sommessamente quel grido altrimenti forte e intenso: John Paul Two, we love you!, da sempre scandito a Buenos Aires, a Santiago, a Czestokowa, a Manila, a Denver, a Parigi, a Roma, a Toronto, a Colonia… Sta qui, in questo condensato di storia viva, che si radica la ragione di parlare di Giovanni Paolo ai giovani di oggi, come per una memoria di cui hanno diritto e possono averne bisogno. In sintesi non è errato, conoscendo il feeling che si era creato tra Papa e giovani, pensare ad una trasmissione di eredità.
Come attualizzare questo rapporto singolare tra giovani e il Papa “beato”?
Proprio il suo essere detto ‘beato’, cioè certamente avvolto dalla gloria di Dio, avrà anche la capacità, il carisma di suscitare la partecipazione giovanile? Non saprei rispondere a priori. E’ giusto ricordare che l’entusiasmo di cui stiamo parlando ha avuto il suo nucleo generatore in particolare nelle Giornate Mondali della Gioventù, e più ampiamente grazie agli incontri con i giovani che Giovanni Paolo II voleva sempre in agenda in qualsiasi posto della terra andasse, tra cristiani, musulmani, buddisti. E’ ovvio che quei giovani di allora sono diventati adulti, e sarebbe un bel segno se si affacciassero su S. Pietro o davanti al monitor nelle piazze delle città o della TV di casa. Staremo a vedere, ma con motivata speranza. Gli anni trascorsi non sono tanti e le radici del cuore sono sempre più difficili da estirpare!
Semmai è da verificare se è cambiata la direzione del vento della fede, se il contesto sociale non favorevole ad un loro futuro occupazionale non ha prodotto scetticismo e sconforto, come pure se gli orientamenti culturali dominanti, così frammentati e miopi, non blocchino ideali di cambio e la stessa possibilità di farlo, non dimenticando d’altra parte la incoercibile ricerca di senso, anche in ambito religioso, e sicuramente per una umanità diversa, che proprio questi giovani vanno manifestando.
E’ dunque in questo clima in chiaroscuro che si collocano le generazioni più giovani – quelli che arrivano oggi ai 18-20 anni – che hanno sentito parlare del Papa e l’hanno magari visto in TV, ma non l’hanno incontrato in qualche raduno. E’ difficile ipotizzare una previsione di partecipazione da parte loro, Giovanni Paolo II “beato”. Che cosa può dire ai giovani di oggi? Certamente – come si sta verificando – vi sarà l’accorrere di folle di credenti di ogni età e i giovani di ieri e di oggi si chiederanno cosa stia capitando. Qui ritengo che si affacci il compito di noi educatori: di rinverdire la memoria, di impostare un discorso con i giovani facendo scoprire la persona di Giovanni Paolo II. Come?
Lasciando parlare Lui stesso nei grandi interventi (come dimenticare il suo grande discorso ‘kennedyano’ alle Sentinelle del mattino nella GMG del 2000 a Roma nella notte di quella indimenticabile veglia?), servendosi dei tanti sussidi massmediatici, e facendo parlare dei testimoni, quelli del “ c’ero anch’io”, nelle GMG e in altre occasioni. Solo così può rivivere Giovanni Paolo II.
Che cosa può ricevere – grazie agli educatori – la generazione giovane da un Papa beatificato loro amico? Che cosa aggiunge la beatificazione alla relazione così vivace che fu tra loro?
La risposta è relativamente semplice: beatificazione vuol dire conferma solenne, ispirata dallo Spirito Santo, del valore della vita del beatificato, della sua causa, dei suoi pensieri, delle sue scelte, e dunque nel nostro caso, del modo di Giovanni Paolo II di pensare, amare, volere, trattare i giovani e farsi incontrare da loro. Qui sarebbe da aprire il vasto fronte della ricerca, sapendo che diversi studi sono stati pubblicati, ben poco sulla totalità del suo ministero pastorale tra i giovani. Si tenga in ogni caso presente la sua Lettera ai Giovani del mondo nel marzo del 1985.
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CIAO, KAROL – UN LIBRO, 1500 AUTORI
“Tu ci hai chiamati. Noi siamo venuti e siamo noi a ringraziarti per quello che hai fatto grande Papa, grande padre, grande amico, grande angelo”. È una delle 1500 lettere contenute nel nuovo volume “Ciao, Karol”, raccolta dei messaggi depositati in Piazza San Pietro nell’aprile del 2005, nei giorni dell’agonia e della morte di Papa Giovanni Paolo II. Il libro edito dalla neonata casa editrice Edizioni Papaboys International, è in distribuzione dal 28 aprile 2011
EDITORIA(Roma) Aprile 2005… Il mondo si è messo in fila per Amore. 5 milioni di persone a Roma per la morte di Giovanni Paolo II. Maggio 2011… Consegniamo alla storia la testimonianza di quell’Amore. Un’opera per tutti, per la famiglia, per i bambini, per i giovani e i meno giovani. Un grido d’amore dal cuore del mondo.
Ciao, Karol è una pubblicazione che si distingue nettamente dal restante mercato editoriale: non è nato, infatti, sulla scrivania di uno scrittore, è nato in piazza San Pietro direttamente dal cuore della gente, durante la lunga agonia di Papa Giovanni Paolo II e nell’ora stessa del suo ritorno alla casa del Padre. Non contiene affermazioni teoriche e astratte, ma tutto il carico di amore, di preoccupazione e di gratitudine che riempiva i cuori di quel popolo legato profondamente a Giovanni Paolo II. Ciao, Karol, dunque, contiene i sentimenti più intimi di coloro che, in quell’istante, hanno sentito di perdere Qualcuno al quale la loro vita era fortemente legata con i nodi della fede, dell’amore e della speranza.
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CIAO, KAROL – UN LIBRO, 1500 AUTORI
“Tu ci hai chiamati. Noi siamo venuti e siamo noi a ringraziarti per quello che hai fatto grande Papa, grande padre, grande amico, grande angelo”. È una delle 1500 lettere contenute nel nuovo volume “Ciao, Karol”, raccolta dei messaggi depositati in Piazza San Pietro nell’aprile del 2005, nei giorni dell’agonia e della morte di Papa Giovanni Paolo II. Il libro edito dalla neonata casa editrice Edizioni Papaboys International, è in distribuzione dal 28 aprile 2011
EDITORIA(Roma) Aprile 2005… Il mondo si è messo in fila per Amore. 5 milioni di persone a Roma per la morte di Giovanni Paolo II. Maggio 2011… Consegniamo alla storia la testimonianza di quell’Amore. Un’opera per tutti, per la famiglia, per i bambini, per i giovani e i meno giovani. Un grido d’amore dal cuore del mondo.
Ciao, Karol è una pubblicazione che si distingue nettamente dal restante mercato editoriale: non è nato, infatti, sulla scrivania di uno scrittore, è nato in piazza San Pietro direttamente dal cuore della gente, durante la lunga agonia di Papa Giovanni Paolo II e nell’ora stessa del suo ritorno alla casa del Padre. Non contiene affermazioni teoriche e astratte, ma tutto il carico di amore, di preoccupazione e di gratitudine che riempiva i cuori di quel popolo legato profondamente a Giovanni Paolo II. Ciao, Karol, dunque, contiene i sentimenti più intimi di coloro che, in quell’istante, hanno sentito di perdere Qualcuno al quale la loro vita era fortemente legata con i nodi della fede, dell’amore e della speranza.
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SETTIMANA DI PROMOZIONE PER “CIAO KAROL”, IL LIBRO DEI PAPABOYS SUL BEATO PAPA GIOVANNI PAOLO II
NOTA DI REDAZIONE (Roma) – È iniziata la settimana di promozione di “Ciao Karol”, il volume che raccoglie i messaggi depositati in piazza San Pietro nell’aprile del 2005, nei giorni dell’agonia e della morte di Papa Giovanni Paolo II. Anziché 34 euro (30 euro + 4 euro per le spese di spedizione), da oggi a domenica 29 maggio 2011 l’opera, disponibile sul sito http://www.ciaokarol.it, sarà disponibile a 29,99 euro (spese di spedizione incluse). Il libro è uscito lo scorso 27 aprile per i tipi della neonata casa editrice Edizioni Papaboys International, e la sua distribuzione ha avuto inizio nei giorni immediatamente precedenti la Beatificazione di Papa Wojtyla.
“Il libro che avete in mano – scrive nella prefazione mons. Pawel Ptasznik, della sezione polacca della Segreteria di Stato vaticana, che ha messo a disposizione dei Papaboys le migliaia di lettere raccolte nell’aprile di 6 anni fa – non è nato sulla scrivania di uno scrittore: è nato in piazza San Pietro, durante la lunga agonia di Papa Giovanni Paolo II e nell’ora stessa del suo ritorno alla casa del Padre. Non contiene delle affermazioni teoriche e astratte, ma tutto il carico di amore, di preoccupazione e di gratitudine che riempiva i nostri cuori quando stavamo in silenzio e in preghiera con lo sguardo fisso su quella finestra. (…) Questo libro, dunque, contiene i sentimenti più intimi di coloro che, in quell’istante, hanno sentito di perdere Qualcuno al quale la loro vita era profondamente legata con i nodi della fede, dell’amore e della speranza”.
SETTIMANA DI PROMOZIONE PER “CIAO KAROL”, IL LIBRO DEI PAPABOYS SUL BEATO PAPA GIOVANNI PAOLO II
NOTA DI REDAZIONE (Roma) – È iniziata la settimana di promozione di “Ciao Karol”, il volume che raccoglie i messaggi depositati in piazza San Pietro nell’aprile del 2005, nei giorni dell’agonia e della morte di Papa Giovanni Paolo II. Anziché 34 euro (30 euro + 4 euro per le spese di spedizione), da oggi a domenica 29 maggio 2011 l’opera, disponibile sul sito http://www.ciaokarol.it, sarà disponibile a 29,99 euro (spese di spedizione incluse). Il libro è uscito lo scorso 27 aprile per i tipi della neonata casa editrice Edizioni Papaboys International, e la sua distribuzione ha avuto inizio nei giorni immediatamente precedenti la Beatificazione di Papa Wojtyla.
“Il libro che avete in mano – scrive nella prefazione mons. Pawel Ptasznik, della sezione polacca della Segreteria di Stato vaticana, che ha messo a disposizione dei Papaboys le migliaia di lettere raccolte nell’aprile di 6 anni fa – non è nato sulla scrivania di uno scrittore: è nato in piazza San Pietro, durante la lunga agonia di Papa Giovanni Paolo II e nell’ora stessa del suo ritorno alla casa del Padre. Non contiene delle affermazioni teoriche e astratte, ma tutto il carico di amore, di preoccupazione e di gratitudine che riempiva i nostri cuori quando stavamo in silenzio e in preghiera con lo sguardo fisso su quella finestra. (…) Questo libro, dunque, contiene i sentimenti più intimi di coloro che, in quell’istante, hanno sentito di perdere Qualcuno al quale la loro vita era profondamente legata con i nodi della fede, dell’amore e della speranza”.
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BENEDETTO XVI: “LA PREGHIERA È UNA LOTTA CON DIO CHE SI VINCE ARRENDENDOSI AL SUO AMORE”
BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Il Papa durante l’udienza generale in Piazza San Pietro di stamani ha proseguito la sua catechesi sulla preghiera spiegando il racconto biblico della lotta di Giacobbe con Dio al guado dello Yabbok, di notte: la Chiesa – ha detto – “ha visto in questo racconto il simbolo della preghiera come combattimento della fede e vittoria della perseveranza”. “La preghiera – ha proseguito il Pontefice – richiede fiducia, vicinanza, quasi in un corpo a corpo simbolico non con un Dio avversario e nemico, ma con un Signore benedicente che rimane sempre misterioso, che appare irraggiungibile”. Una lotta – ha aggiunto – che “non potrà che culminare nel dono di se stessi a Dio, nel riconoscere la propria debolezza, che vince proprio quando giunge a consegnarsi nelle mani misericordiose di Dio”. “Tutta la nostra vita – ha concluso – è come questa lunga notte di lotta e di preghiera, da consumare nel desiderio e nella richiesta di una benedizione di Dio che non può essere strappata o vinta contando sulle nostre forze, ma deve essere ricevuta con umiltà da Lui, come dono gratuito che permette, infine, di riconoscere il volto del Signore”. Di seguito il testo della catechesi:
Cari fratelli e sorelle,
Oggi vorrei riflettere con voi su un testo del Libro della Genesi che narra un episodio un po’ particolare della storia del Patriarca Giacobbe. È un brano di non facile interpretazione, ma importante per la nostra vita di fede e di preghiera; si tratta del racconto della lotta con Dio al guado dello Yabboq.
Come ricorderete, Giacobbe aveva sottratto al suo gemello Esaù la primogenitura in cambio di un piatto di lenticchie e aveva poi carpito con l’inganno la benedizione del padre Isacco, ormai molto anziano, approfittando della sua cecità. Sfuggito all’ira di Esaù, si era rifugiato presso un parente, Labano; si era sposato, si era arricchito e ora stava tornando nella terra natale, pronto ad affrontare il fratello dopo aver messo in opera alcuni prudenti accorgimenti. Ma quando è tutto pronto per questo incontro, dopo aver fatto attraversare a coloro che erano con lui il guado del torrente che delimitava il territorio di Esaù, Giacobbe, rimasto solo, viene aggredito improvvisamente da uno sconosciuto con il quale lotta per tutta una notte. Proprio questo combattimento corpo a corpo – che troviamo nel capitolo 32 del Libro della Genesi – diventa per lui una singolare esperienza di Dio.
La notte è il tempo favorevole per agire nel nascondimento, il tempo migliore, dunque, per Giacobbe, per entrare nel territorio del fratello senza essere visto e forse con l’illusione di prendere Esaù alla sprovvista. Ma è invece lui che viene sorpreso da un attacco imprevisto, per il quale non era preparato. Aveva usato la sua astuzia per tentare di sottrarsi a una situazione pericolosa, pensava di riuscire ad avere tutto sotto controllo, e invece si trova ora ad affrontare una lotta misteriosa che lo coglie nella solitudine e senza dargli la possibilità di organizzare una difesa adeguata. Inerme, nella notte, il Patriarca Giacobbe combatte con qualcuno. Il testo non specifica l’identità dell’aggressore; usa un termine ebraico che indica “un uomo” in modo generico, “uno, qualcuno”; si tratta di una definizione vaga, indeterminata, che volutamente mantiene l’assalitore nel mistero. È buio, Giacobbe non riesce a vedere distintamente il suo contendente e anche per il lettore esso rimane ignoto; qualcuno sta opponendosi al Patriarca, è questo l’unico dato certo fornito dal narratore. Solo alla fine, quando la lotta sarà ormai terminata e quel “qualcuno” sarà sparito, solo allora Giacobbe lo nominerà e potrà dire di aver lottato con Dio.
L’episodio si svolge dunque nell’oscurità ed è difficile percepire non solo l’identità dell’assalitore di Giacobbe, ma anche quale sia l’andamento della lotta. Leggendo il brano, risulta difficoltoso stabilire chi dei due contendenti riesca ad avere la meglio; i verbi utilizzati sono spesso senza soggetto esplicito, e le azioni si svolgono in modo quasi contraddittorio, così che quando si pensa che sia uno dei due a prevalere, l’azione successiva subito smentisce e presenta l’altro come vincitore. All’inizio infatti Giacobbe sembra essere il più forte, e l’avversario – dice il testo – «non riusciva a vincerlo» (v. 26); eppure colpisce Giacobbe all’articolazione del femore, provocandone la slogatura. Si dovrebbe allora pensare che Giacobbe debba soccombere, ma invece è l’altro a chiedergli di lasciarlo andare; e il Patriarca rifiuta, ponendo una condizione: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto» (v. 27). Colui che con l’inganno aveva defraudato il fratello della benedizione del primogenito, ora la pretende dallo sconosciuto, di cui forse comincia a intravedere i connotati divini, ma senza poterlo ancora veramente riconoscere.
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EGITTO, IL GOVERNO TENTA DI RICUCIRE I RAPPORTI FRA L’UNIVERSITÀ DI AL-AZHAR ED IL VATICANO
DIALOGO INTERRELIGIOSO (Il Cairo, EGITTO) – Il nuovo governo egiziano tenta di recuperare i rapporti fra l’università islamica di Al-Azhar e il Vaticano. In questi giorni Nabil al Araby, ministro degli Esteri egiziano ha incontrato Ahmed El-Tayeb, grande imam di Al-Azhar, per riferire la sua recente visita a Benedetto XVI. Secondo il ministro, la guida di Al-Azhar sarebbe disposta a riallacciare i rapporti con il Vaticano, interrotti lo scorso 3 gennaio in seguito alle frasi in difesa dei cristiani pronunciate dal papa dopo l’attentato contro la cattedrale di Alessandria. Tuttavia, Mahmoud Abdel Jawwad, portavoce dell’università sottolinea che la ripresa del dialogo avverrà solo dopo le scuse ufficiali del Vaticano per aver offeso l’Islam.
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GMG 2011, ASIANEWS LANCIA UN APPELLO PER PERMETTERE AI GIOVANI CATTOLICI CINESI DI ANDARE A MADRID
GMG 2011 (Roma) – Quindici giovani cattolici cinesi vorrebbero partecipare alla Giornata mondiale della gioventù che si terrà a Madrid dal 16 al 21 agosto. Pur lavorando e risparmiando, non riescono a far fronte a tutte le spese e per questo chiedono aiuto ai loro coetanei nel mondo. L’appello è giunto proprio ieri ad AsiaNews, alla vigilia della Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina, voluta da Benedetto XVI per rafforzare la fede e l’unità dei cattolici cinesi con la Chiesa universale e con il Papa. Il desiderio di andare alla GMG di Madrid nasce con la stessa intenzione. Il loro parroco scrive: “Questi giovani vivono la loro fede in un ambiente molto chiuso. Vedere altri giovani che condividono il loro stesso spirito, avere l’occasione di partecipare agli incontri con il Santo Padre, sarebbe un’esperienza fondamentale di comunione e di universalità della Chiesa”.
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SETTIMANA DI PROMOZIONE PER “CIAO KAROL”, IL LIBRO DEI PAPABOYS SUL BEATO PAPA GIOVANNI PAOLO II
NOTA DI REDAZIONE (Roma) – È iniziata la settimana di promozione di “Ciao Karol”, il volume che raccoglie i messaggi depositati in piazza San Pietro nell’aprile del 2005, nei giorni dell’agonia e della morte di Papa Giovanni Paolo II. Anziché 34 euro (30 euro + 4 euro per le spese di spedizione), da oggi a domenica 29 maggio 2011 l’opera, disponibile sul sito http://www.ciaokarol.it, sarà disponibile a 29,99 euro (spese di spedizione incluse). Il libro è uscito lo scorso 27 aprile per i tipi della neonata casa editrice Edizioni Papaboys International, e la sua distribuzione ha avuto inizio nei giorni immediatamente precedenti la Beatificazione di Papa Wojtyla.
“Il libro che avete in mano – scrive nella prefazione mons. Pawel Ptasznik, della sezione polacca della Segreteria di Stato vaticana, che ha messo a disposizione dei Papaboys le migliaia di lettere raccolte nell’aprile di 6 anni fa – non è nato sulla scrivania di uno scrittore: è nato in piazza San Pietro, durante la lunga agonia di Papa Giovanni Paolo II e nell’ora stessa del suo ritorno alla casa del Padre. Non contiene delle affermazioni teoriche e astratte, ma tutto il carico di amore, di preoccupazione e di gratitudine che riempiva i nostri cuori quando stavamo in silenzio e in preghiera con lo sguardo fisso su quella finestra. (…) Questo libro, dunque, contiene i sentimenti più intimi di coloro che, in quell’istante, hanno sentito di perdere Qualcuno al quale la loro vita era profondamente legata con i nodi della fede, dell’amore e della speranza”.
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SETTIMANA DI PROMOZIONE PER “CIAO KAROL”, IL LIBRO DEI PAPABOYS SUL BEATO PAPA GIOVANNI PAOLO II
NOTA DI REDAZIONE (Roma) – È iniziata la settimana di promozione di “Ciao Karol”, il volume che raccoglie i messaggi depositati in piazza San Pietro nell’aprile del 2005, nei giorni dell’agonia e della morte di Papa Giovanni Paolo II. Anziché 34 euro (30 euro + 4 euro per le spese di spedizione), da oggi a domenica 29 maggio 2011 l’opera, disponibile sul sito http://www.ciaokarol.it, sarà disponibile a 29,99 euro (spese di spedizione incluse). Il libro è uscito lo scorso 27 aprile per i tipi della neonata casa editrice Edizioni Papaboys International, e la sua distribuzione ha avuto inizio nei giorni immediatamente precedenti la Beatificazione di Papa Wojtyla.
“Il libro che avete in mano – scrive nella prefazione mons. Pawel Ptasznik, della sezione polacca della Segreteria di Stato vaticana, che ha messo a disposizione dei Papaboys le migliaia di lettere raccolte nell’aprile di 6 anni fa – non è nato sulla scrivania di uno scrittore: è nato in piazza San Pietro, durante la lunga agonia di Papa Giovanni Paolo II e nell’ora stessa del suo ritorno alla casa del Padre. Non contiene delle affermazioni teoriche e astratte, ma tutto il carico di amore, di preoccupazione e di gratitudine che riempiva i nostri cuori quando stavamo in silenzio e in preghiera con lo sguardo fisso su quella finestra. (…) Questo libro, dunque, contiene i sentimenti più intimi di coloro che, in quell’istante, hanno sentito di perdere Qualcuno al quale la loro vita era profondamente legata con i nodi della fede, dell’amore e della speranza”.
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LA CINA SI PREPARA AL 24 MAGGIO, GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LA CHIESA DEL PAESE
ESTERI (Pechino, CINA) – Il pellegrinaggio ai santuari mariani e la consacrazione di nuove chiese contraddistinguono l’intenso cammino delle comunità cattoliche continentali cinesi di questo periodo, verso il 24 maggio, Giornata Mondiale di Preghiera per la Chiesa in Cina, indetta da Papa Benedetto XVI. Tra le diverse informazioni pervenute all’Agenzia Fides, ne riportiamo alcune. Il famoso santuario mariano di Hu Zhuang della provincia di Shan Dong, ha visto arrivare un maggior numero di pellegrini rispetto agli ultimi anni, soprattutto giovani e da altre province.
Il gruppo dell’He Bei è stato il più numeroso, con oltre 300 persone in un weekend. Anche gli orfani e i bambini disabili dell’Orfanotrofio di Da Ming, nella provincia dell’He Bei, sono andati al Santuario guidati dalle suore che gestiscono l’orfanotrofio. Vista la distanza da cui provenivano, si sono recati in pellegrinaggio anche al vicino santuario dedicato a S. Giuseppe e al Sacro Cuore. Secondo un sacerdote che li guidava, “il pellegrinaggio aiuta a consolidare la fede, la speranza e la carità. E’ il modo migliore per esprimere la fede e amare il Signore, in particolare per i giovani”.
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MARTEDÌ PRESENTATO “IN VIAGGIO CON UN SANTO”, IL LIBRO DI FILIPPO ANASTASI SU GIOVANNI PAOLO II
DITORIA (Roma) – Verrà presentato a Roma, martedì 24 maggio alle 16, nella sede di Radio Vaticana (piazza Pia 3 – Sala Marconi) “In viaggio con un Santo”, il libro di Filippo Anastasi su Giovanni Paolo II. Dopo i saluti di padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana, e l’introduzione di Ugo Sartorio, direttore del “Messaggero di Sant’Antonio”, l’evento verrà presentato da Antonio Preziosi, direttore dei Giornali Radio Rai. Interverrà inoltre Giulio Albanese, direttore di “Popoli e Missione”. L’ingresso è libero.
Centoquattro viaggi in tutto il pianeta che hanno segnato non solo il pontificato di Giovanni Paolo II, ma la storia di tutta l’umanità a cavallo tra due millenni. Papa Wojtyla ha trascorso quasi tre anni fuori dal Vaticano, pronunciando mille discorsi, visitando ottocento località, coprendo una distanza pari a quasi tre volte e mezzo quella tra la Terra e la Luna!
Questo libro, scritto dal giornalista Filippo Anastasi che ha avuto il privilegio di compiere quasi cinquanta viaggi assieme al Pontefice, desidera appunto raccontare l’avventura del grande Pellegrino di Pace. Sono rievocati, attraverso i ricordi e il vissuto dell’autore, i viaggi che hanno suscitato grandi entusiasmi, come quello in Polonia che ha letteralmente paralizzato la nazione; i viaggi che hanno spostato grandi masse, come quelli in America Latina, in Messico, in Brasile allo Stadio Maracanà: viaggi che hanno toccato da vicino la povertà delle genti, come quello a Nuova Delhi, o la drammaticità della guerra, com’è accaduto a Sarajevo.
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