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NELLA SOLENNITÀ DELLA PENTECOSTE “MANDATO” AI GIOVANI CHE PARTECIPANO ALLA GMG DI MADRID

SPECIALE GMG (Roma) – Sabato 11 e domenica 12 giugno, in occasione della solennità di Pentecoste, in molte diocesi italiane i Vescovi daranno il “mandato” ai giovani italiani che parteciperanno alla Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) di Madrid: sono circa 80.000 quelli finora iscritti. Come ricorda un comunicato della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), il gesto intende ricordare che “la GMG è prima di tutto un pellegrinaggio, un evento di fede e di fraternità”, che ha anche un suo valore missionario.

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COME CAMBIANO LE GMG. SCELTE DIVERSE MA COMPLEMENTARI, I GIOVANI SI RACCONTANO

I GIOVANI E LE GMG – 1984: ritrovo a Roma in Piazza S. Pietro. 2011: Madrid accoglie i giovani del mondo. Il volto delle Giornate Mondiali della Gioventù (GMG) è cambiato, e sta cambiando. Perché? Perché cambia il mondo e l’uomo al suo interno. Basti pensare, per fare un esempio, all’avvento di Internet e dei mutamenti soprattutto antropologici che ha portato con sé. A partire da questo punto basilare cambia la vita dei giovani stessi, le gioie e le problematiche che vivono al loro interno. Questi cambiamenti vengono recepiti e assunti dagli stessi messaggi che i vari Pontefici, in questi anni, hanno inviato ai giovani in occasioni delle GMG. Nelle parole che Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno preparato ad hoc per i giovani del mondo si percepisce un desiderio di accogliere e, per quanto possibile tradurre, le richieste, le attese e le speranze che vivono in essi. Nel messaggio in occasione della GMG di Madrid, un esempio significativo, si evidenzia la consapevolezza del Papa verso la difficoltà del lavoro nel precariato giovanile. Scrive Benedetto XVI: “Certamente, ricordando la mia giovinezza, so che stabilità e sicurezza non sono le questioni che occupano di più la mente dei giovani. Sì, la domanda del posto di lavoro e con ciò quella di avere un terreno sicuro sotto i piedi è un problema grande e pressante, ma allo stesso tempo la gioventù rimane comunque l’età in cui si è alla ricerca della vita più grande”.

Giovani che si raccontano

Prendendo spunto dal testo del Messaggio per la GMG 2011 di Madrid, daremo voce a diverse voci di giovani che hanno compiuto scelte diverse tra loro, ma complementari. Il messaggio del Papa sarà commentato dalla diretta testimonianza di persone che, con la loro vocazione, fanno emergere risvolti esistenziali a partire dal testo della GMG. Come si dice in gergo tecnico “provengono dalla strada” e credo pedagogicamente corretto e saggio nell’ottica formativa proporre questo percorso. Un percorso che si può valorizzare in famiglia, a scuola, in parrocchia, nella catechesi, in monastero, ecc.

“Da soli non andiamo lontano”
Stefano Cuccaroni, studente universitario, educatore

“La fede cristiana non è solo credere a delle verità, ma è anzitutto una relazione personale con Gesù Cristo, è l’incontro con il Figlio di Dio, che dà a tutta l’esistenza un dinamismo nuovo. Quando entriamo in rapporto personale con Lui, Cristo ci rivela la nostra identità, e, nella sua amicizia, la vita cresce e si realizza in pienezza”. (dal Messaggio GMG 2011)

«La fede nasce da un incontro personale con il Signore, e si alimenta continuamente di questo incontro con Lui, che ritroviamo (e si fa ritrovare – verbo al passivo!) nella preghiera, nei Sacramenti, nel servizio e soprattutto nei fratelli. È la storia personale di ognuno di noi il luogo dell’incontro con Cristo. È nella storia personale di ognuno di noi l’appuntamento con il Signore. E sta a noi non rimandare o evitare quest’incontro (la tentazione laicista dell’autosufficienza da Dio). Non è un caso, poi, che Benedetto XVI ci racconti con passione la sua vicenda personale di giovane in ricerca e condivida con sincerità gli stati d’animo, le speranze, “l’anelito per ciò che è realmente grande”, tipici dell’età giovanile. Questi caratteri ci accomunano tutti, giovani di oggi e giovani “un po’ più cresciuti” (e ci aiutano anche a considerare il Santo Padre come uno di noi, e non come un mistico o un predestinato sollevato dai problemi quotidiani e soprattutto dai dubbi e dalle domande di senso). Quest’elemento personalissimo (quasi confidenziale) che il Santo Padre ci vuole comunicare, non fa altro che ribadire la “concretezza”di quest’incontro e la “realtà”della fede. Il dono della fortezza è il dono del coraggio, della costanza, della tenacia. Che lo Spirito Santo sia capace di regalare questo dono lo constatiamo dalla forza che gli Apostoli hanno acquistato nel giorno della Pentecoste: lo Spirito Santo li ha resi coraggiosi nel parlare ed entusiasti nel fare (At 4,31). Condizione necessaria per la fortezza è l’“essere radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”. Non ci sono altre fondamenta alla base di questa fortezza: radicati, fondati e saldi in Cristo e nella fede. Ci vogliono da parte nostra, però, disponibilità, volontà, coraggio di osare, ma soprattutto coerenza. E sappiamo quanto è facile cadere nella comoda tentazione dell’incoerenza dell’essere cristiani in sagrestia ma non nell’ufficio di lavoro, dell’essere cristiani tra i cristiani e del non esserlo con i non cristiani».

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BENEDETTO XVI INVOCA UNA NUOVA PENTECOSTE E LANCIA UN ACCORATO APPELLO PER LA PACE IN LIBANO

CITTA’ DEL VATICANO – ”Una rinnovata Pentecoste, che infonda in tutti, in modo speciale nei giovani, la gioia di vivere e testimoniare il Vangelo” e’ stata invocata da Benedetto XVI durante il tradizionale appuntamento con il Regina Caeli della Domenica durante il quale ha anche ha chiesto agli oltre 50.000 fedeli presenti in Piazza San Pietro e a quelli collegati in mondovisione di pregare la Beata Vergine Maria a questo scopo. ”Nel mio Messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Gioventu’ 2008 – ha ricordato il Papa citando l’appuntamento di Luglio a Sydney, in Australia – ho proposto ai giovani di riscoprire la presenza dello Spirito Santo nella loro vita e, quindi, l’importanza di questi Sacramenti. Oggi – ha aggiunto il Pontefice – vorrei estendere l’invito a tutti: riscopriamo, cari fratelli e sorelle, la bellezza di essere battezzati nello Spirito Santo; riprendiamo coscienza del nostro Battesimo e della nostra Confermazione, sorgenti di grazia sempre attuale”. Nel breve discorso che ha preceduto la preghiera mariana del tempo di Pasqua, che si concludeva proprio in quelle ore, Benedetto XVI, che tornera’ cosi’ ogni Domenica a recitare l’Angelus, ha sottolineato che ”in effetti, tutta la missione di Gesu’ era stata finalizzata a donare agli uomini lo Spirito di Dio e a battezzarli nel suo ‘lavacro’ di rigenerazione. Questo si e’ realizzato con la sua glorificazione, cioe’ mediante la sua morte e risurrezione: allora lo Spirito di Dio e’ stato effuso in modo sovrabbondante, come una cascata capace di purificare ogni cuore, di spegnere l’incendio del male e di accendere nel mondo il fuoco dell’amore divino”. ”Gli Atti degli Apostoli – ha rilevato – presentano la Pentecoste come adempimento di tale promessa e dunque come coronamento di tutta la missione di Gesu’: la Pentecoste e’ percio’, in modo speciale, il Battesimo della Chiesa che intraprende la sua missione universale a cominciare dalle strade di Gerusalemme, con la prodigiosa predicazione nelle diverse lingue dell’umanità”. Un forte appello per ritrovare al piu’ presto la pace in Libano e’ stato poi lanciato dal Papa, visibilmente preoccupato. ”Ho seguito con profonda preoccupazione, nei giorni scorsi, la situazione in Libano – ha detto Benedetto XVI – dove, allo stallo dell’iniziativa politica, hanno fatto seguito, dapprima, la violenza verbale e, poi, gli scontri armati, con numerosi morti e feriti. Anche se, nelle ultime ore, la tensione si e’ allentata, ritengo doveroso – ha affermato – esortare i libanesi ad abbandonare ogni logica di contrapposizione aggressiva, che porterebbe il loro caro Paese verso l’irreparabile”. Al termine del Regina Caeli, il Papa ha salutato ”con affetto” il folto gruppo dei ”Ragazzi per l’unità” del Movimento dei Focolari provenienti da molti Paesi dei cinque Continenti. ”Cari ragazzi – ha detto loro -, voi siete un bel segno del fatto che la Chiesa parla tutte le lingue. Seguendo il carisma di Chiara Lubich, continuate con entusiasmo – li ha incoraggiati il Papa – la vostra corsa per l’unità”. In lingua polacca, Benedetto XVI ha quindi ricordato che ”a Cracovia si svolgono la tradizionale processione e la Messa in onore di San Stanislao”. ”Uniamoci nella preghiera – ha esortato – con i vescovi e i fedeli radunati a Skalka: lo Spirito Santo che si e’ manifestato nella vita del Martire come dono di una fede salda e intrepida, colmi tutti dell’amore per Dio e per i fratelli”. Il Papa ha poi dedicato un pensiero particolare ai ragazzi che hanno appena ricevuto la Cresima.

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