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VIA CRUCIS 2011 ALL’INSEGNA DI SANT’AGOSTINO: UNA MONACA AGOSTINIANA AUTRICE DEI TESTI DELLE MEDITAZ

PASQUA (Roma) – Attraverso un comunicato speciale, la Sala Stampa vaticana ha reso noto il nome dell’autrice dei testi delle meditazioni per il rito della Via Crucis 2011 che, come di consueto, si svolgerà al Colosseo il 22 aprile, Venerdì Santo.Ad elaborare le meditazioni, quest’anno, sarà la monaca agostiniana Madre Maria Rita Piccione del monastero dei Santi Quattro Coronati di Roma e madre preside della Federazione delle Monache agostiniane. Le meditazioni verranno pubblicate in un libretto e saranno accompagnate da alcuni disegni realizzati da suor Elena Manganelli, anch’essa monaca agostiniana, appartenente al Monastero di Lecceto, vicino Siena.

La comunità del Monastero dei Santi Quattro Coronati si affaccia sul Colosseo, perciò con molta probabilità potrà seguire dalla terrazza del Monastero il rito della Via Crucis. Quest’anno la Pasqua cade il 24 aprile, lo stesso giorno del lontano 387 d.C., quando Sant’Agostino venne battezzato da sant’Ambrogio. Proprio per questa ragione quest’anno si è scelto di dedicare la Via Crucis alla memoria del vescovo di Ippona. Madre Piccione è, nell’ordine, l’ottava donna a cui un Pontefice affida la realizzazione dei testi di meditazione per il Venerdì Santo. Madre Anna Maria Canopi, abbadessa dell’abbazia benedettina “Mater Ecclesiae”, dell’Isola di San Giulio (vicino Novara) fu la prima donna ad aver avuto questo incarico nel 1993; successivamente, nel 1995, l’incarico venne affidato alla sorella Minke de Vries, monaca della comunità protestante di Grandchamp, in Svizzera. Nel 2002, invece, per scrivere le meditazioni furono assunti quattordici giornalisti accreditati presso la Sala Stampa vaticana, tra cui cinque donne: l’italiana Marina Ricci, la portoghese Aura Miguel, la francese Sophie de Ravinel, la messicana Valentina Alazraki e la tedesca Marie Czernin.

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NON METTIAMO I RAGAZZI IN CONDIZIONE DI MENTIRE PER “LIBERARSI” DI NOI

SCUOLA – “Io e te”. Si intitola così l’ultimo libro di Niccolò Ammaniti in cui viene narrata la vicenda di Lorenzo, quattordicenne in difficoltà con sé e con gli altri. Dove gli altri, per suo esplicito dire, sono “tutti quelli che non erano mia madre, mio padre e nonna Laura”. Peccato che non ci sia nessun vero tu in questa vicenda, ossia nessun personaggio reale che guardi davvero a Lorenzo per quello che è: un soggetto di desideri, messi in crisi. Il pronome del titolo si riferisce piuttosto a una sorellastra di qualche anno maggiore, tossicodipendente e bugiarda, il cui ingresso in scena dovrebbe concedere una svolta decisiva a una storia di per sé un po’ sconclusionata e poco credibile. Lorenzo ha mentito ai suoi genitori millantando un invito per una settimana bianca da parte di una compagna di classe che probabilmente non sa nemmeno se lui esiste; così, dentro una bugia ormai irrevocabile decide di simulare una partenza e trascorrere l’intera settimana nascosto nella cantina del suo palazzo. Nella vita solitaria, a solo tre piani sotto i suoi che lo credono a Cortina, irrompe dopo pochi giorni la sorellastra Olivia, ventitreenne, preda di una crisi di astinenza. Qualche attimo di tenerezza fra i due, legato a ricordi infantili, emotivamente coinvolgente e anche ben narrato, assume le sembianze nel racconto di un rapporto, di un fatto significativo capace di generare un cambiamento positivo. Eppure ben presto, il lettore accorto, intuisce che non sta accadendo nulla.

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