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LETTURE/ PERCHÉ L’ITALIA NON PROVA A “SURPETERE” PER VINCERE LA CRISI?

CULTURA – La doccia fredda della crisi ci costringe a dover fare i conti con una prospettiva che appare sempre più complessa. Non si può più contare sul debito (pubblico o privato) come spinta alla crescita. Ma nello stesso tempo cresce la necessità di doverose politiche di sostenibilità ambientale. E la globalizzazione mostra tutti i suoi effetti con una Cina che è diventata il protagonista a livello industriale e finanziario, ma con gli Stati Uniti che confermano la loro leadership tecnologica. Ecco allora il cambiamento che una società come quella europea, e italiana in particolare, deve affrontare trovando la capacità di “reinventare” i processi e i progetti che sono stati i punti di forza del passato e che possono tornare a essere i punti di forza del futuro: il lavoro e insieme la forza della creatività, la capacità di adattamento e la logica della cooperazione, la passione della professionalità e l’etica della partecipazione civile.

Come ha detto Sergio Marchionne al Meeting di Rimini rivolgendosi ai giovani, “non è importante la strada che sceglierete, è molto più importante l’approccio con cui deciderete di percorrerla”. In pratica, “saper stare un passo avanti agli altri uscendo dalle tradizionali dinamiche competitive e avendo la capacità di reinventarsi quando serve”: è questa la linea di fondo da cui è scaturito un nuovo vocabolo, “Surpetere”, che è diventato il titolo di un libro di Giorgio Merli, Elena Gelosa e Marco Fregonese in cui si parla della “competizione creativa efficace e sostenibile”. Un libro in cui si analizzano le nuove forme del business con in primo piano un tipo di approccio fondato sulla conoscenza del presente e su di una visione del futuro capace di modificare continuamente i propri schemi interpretativi. Perché il futuro è insieme da interpretare e da costruire. Perché si fa presto a dire “cambiamento”. Ma terribilmente difficile è trasformare questa parola in scelte concrete, in gesti reali, in comportamenti che sappiano tenere conto non solo e non tanto dei nuovi scenari che si sono realizzati dopo la crisi economica, ma soprattutto dei mutamenti che devono ancora avvenire, che nessuno può prevedere con certezza e che dobbiamo credere dipendano anche dalle nostre scelte. Anche la crisi degli ultimi tre anni ha dimostrato fin troppo bene come il sistema economico si sia scoperto terribilmente fragile e soprattutto incapace di creare al proprio interno gli anticorpi necessari a evitare quello che è avvenuto. Soprattutto perché c’è stata una progressiva accelerazione dei fattori di squilibrio, ma nello stesso tempo si era creata una situazione in cui, più o meno, tutti ne avevano un momentaneo beneficio.

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LA GIOVENTÙ DEL PAPA INFIAMMA BARCELLONA. BENEDETTO XVI: “CI RIVEDREMO A MADRID IL PROSSIMO ANNO”

BARCELLONA – “¡Esta es la juventud del Papa!” (Questa è la gioventù del Papa!). Con queste gioiose parole migliaia di persone hanno accolto questa domenica a Barcellona Benedetto XVI. I giovani sono stati gli autentici protagonisti di questa visita in Spagna che ha dato un assaggio di ciò che sarà la prossima Giornata Mondiale della Gioventù che si celebrerà a Madrid nell’agosto del 2011.

Sono stati molti i giovani che in questi giorni hanno sfoggiato magliette con il logo della GMG 2011. Uno dei maggiori raduni di giovani ha avuto luogo nella tarda notte di sabato nella Piazza de Cataluña, mentre il Papa era già in volo dalla capitale catalana a Santiago. Più di 500 giovani si sono dati appuntamento proprio in questa piazza per salutare la partenza del Santo Padre con balli improvvisati, muovendosi a ritmo di musica. Il giorno seguente il Papa è stato accolto nella basilica della Sagrada Familia. Insieme alla difesa della vita dal momento del concepimento, e della famiglia naturale, il Santo Padre ha lanciato un appello nell’omelia pronunciata nella chiesa della Sagrada Familia: “Chiedo a Dio che in questa terra catalana si moltiplichino e consolidino nuovi testimoni di santità”. Lì vicino, da una gremita Plaza de Toros Monumental, circa 15.000 persone hanno seguito la celebrazione in diretta sui maxischermi. A mezzogiorno, dopo la dedicazione della basilica, il Papa è uscito dalla facciata della Natività della Sagrada Familia per la recita dell’Angelus, dove ancora una volta i giovani gli hanno ricordato che potrà contare sulla loro presenza a Madrid. E hanno ripreso ad acclamarlo cantando ritornelli come “Ona, Ona, Ona… il Papa a Barcellona!”. Dopo il pranzo, Benedetto XVI – che ha sempre mostrato un gran sorriso per tutta la durata della visita – ha visitato il centro sociale per disabili “Neu Déu”, dove, ancora una volta, è stato accolto a braccia aperte. Lì ha detto: “È esigenza dell’essere umano che i nuovi sviluppi tecnologici nel campo medico non vadano mai a detrimento del rispetto per la vita e la dignità umana”.

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ELEONORE METTE IN CRISI LA FRANCIA. LA CORAGGIOSA BATTAGLIA CONTRO L’EUGENETICA LEGALIZZATA

CONTROCORRENTE – La coraggiosa battaglia di una ragazza down di 24 anni contro l’eugenetica legalizzata. Protagonista di iniziative pubbliche, la giovane si batte contro la selezione dei concepiti che recano i segni dell’anomalia genetica. E fa breccia nei francesi. E non solo… Eleonore Laloux, 24 anni, e’ una sorridente ragazza francese che si e’ battuta piu’ degli altri per un lavoro. Nella cittadina di Arras, presso Lille, e’ impiegata negli uffici amministrativi di una clinica. Ormai a suo agio con i colleghi, si rende conto in genere solo all’uscita dall’ufficio che nonostante tutto resta spesso una persona ‘anormale’ negli sguardi dei passanti che incrocia. Sguardi che le fanno male, perche’ la classificano in un batter d’occhio in una casella giudicata a priori priva di speranza: quella delle persone down.

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LO SPIRITO CHIAMA A RACCOLTA CHI SI RICONOSCE NEL VANGELO. SI TRATTA DI DIVENTARE TESTIMONI.

RIFLESSIONE – Mi ha molto colpito l’affermazione di Papa Giovanni XXIII, riportata in un articolo di Ferdinando Castelli sull’Osservatore Romano: “Lo Spirito Santo ha scelto me. Si vede che vuole lavorare da solo. Mi sembra a volte di essere un sacco vuoto che lo Spirito Santo riempie improvvisamente di forza”. Sa di umorismo ma è anche un invito “alla fiducia e alla pace interiore”. Fiducia nell’opera di Dio, pace che nasce dal sapere che non ci lascia soli, neppure nella tormenta e nei drammi del nostro tempo, neppure quando ci rendiamo conto della nostra povertà e del senso di impotenza che ci prende di fronte al crescere della “impopolarità di Dio” e della sua “Chiesa”, alle difficoltà che abbiamo a vivere da cristiani, a testimoniare il Vangelo ai ragazzi e ai giovani, alle famiglie, a quanti, venendo da oltre confine, si confrontano con la nostra Religione.

Lo Spirito e la Chiesa

Ma davvero lo Spirito santo vuole lavorare “da solo”? Davvero non ha bisogno della Chiesa, dei suoi uomini, vescovi e preti, dei suoi laici, uomini e donne, giovani e anziani? Siamo davvero giunti alla frutta con questa Chiesa che, qualcuno dice, non essere in linea con il Vangelo, non rispondendo più ai sogni e alle attese più alte del cuore dell’uomo, che altri ritengono in agonia o moribonda o per nulla significativa? Parecchi credenti sono spaesati e confusi a rispondere, ma tanti sono convinti che lo Spirito non voglia lavorare da solo! Continua a chiamare a raccolta chi si riconosce nei valori del Vangelo, invita ad amare la Chiesa, come Cristo l’ha amata, calandosi in essa, anche nella sua miseria e povertà, rimanendovi “dentro” nonostante i limiti e i peccati degli uomini, che l’hanno abitata nel tempo.

Mistero, Sacramento, Unione

Si tratta di diventare testimoni, non solo per le persone che sono lontane dalla Chiesa ma anche per la Chiesa stessa, che siamo invitati ad amare: la Chiesa “mistero”, suscitata da Cristo e non dall’uomo, la Chiesa “sacramento”, segno dell’amore di Dio per l’umanità per ognuno di noi, per ogni popolo e razza, la Chiesa “comunione”, famiglia di Dio unita dalla carità e dove in Cristo è abbattuta ogni inimicizia. E questa Chiesa esiste! E’ la Chiesa degli oratori, che durante l’estate ha convocato migliaia di ragazzi per non farli sentire soli, stranieri a se stessi e agli altri; la Chiesa del volontariato, della Caritas, che non si è fermata all’Abruzzo, a L’Aquila, ma è entrata nelle case degli anziani, dei “disabili”, nelle comunità di accoglienza degli stranieri, negli ospedali, nei luoghi della disperazione, che sono certe periferie e i drammi di chi si rifugia nelle sostanze, in terra di missione, tra gli ultimi. E’ la Chiesa della contemplazione! Non solo di Marta ma la Chiesa di Maria, dove nell’apparente inutilità della “clausura”, con le mani alzate tra terra e cielo, “i contemplativi” lodano e invocano Dio, lo chiamano ad essere presenza tra noi.

Non stiamo vivendo l’agonia della Chiesa e neppure del cristianesimo. Che anzi! E’ una Chiesa viva che lo Spirito invita ad essere “icona di Dio e icona dell’uomo secondo Dio”, “icona del Signore Gesù” sul Monte delle Beatitudini, nel gesto della Lavanda dei piedi, con il cuore aperto al Perdono e alla Misericordia, in attesa della Risurrezione, che viene anticipata nel gesto della carità, che fa passare l’uomo dal male al bene, dalla morte del cuore alla vita: carità educativa, carità-carità!

Il cuore dei giovani

Don Michele Do, rettore della chiesa di Saint-Jacques, piccolo paese della Val d’Aosta e amico fedele di Don Primo Mazzolari, con la sua predicazione, invitava i suoi fedeli a costruire “un’immagine creativa del cristianesimo”. Credo che ciò sia possibile, passando attraverso la Chiesa: in essa, i veri cercatori di Dio, coloro che amano l’umanità, gli stessi spiriti irrequieti devono entrare. Nella “fractio panis” e nell’ascolto della Parola, troveranno l’itinerario per dare alla Chiesa un’immagine nuova, che sia risposta alle tante ansie e dubbi dell’umanità. E’ un cammino che vuole vedere protagonisti anche i giovani. Vanno incoraggiati e sostenuti per manifestare la loro fede e viverla. Per quelli di una certa età è un forte segno di speranza vedere che il Vangelo e la Chiesa toccano ancora il cuore dei giovani!

 

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CAMPANIA – IN PROVINCIA DI BENEVENTO LA MISSIONE CITTADINA, CON LA PRESENZA DI ALCUNI PAPABOYS

campSAN BARTOLOMEO IN GALDO – “Carissimi missionari e fedeli tutti delle comunità parrocchiali “San Bartolomeo Apostolo” e “Cuore Immacolato di Maria”, – ESORDISCE COSì LA LETTERA CHE ANNUNCIA LA MISSIONE CITTADINA DA OGGI, 17 SETTEMBRE E CHE DURERA’ PER 10 GIORNI coordinata dalle locali comunità parrocchiali – con molta gioia e speranza rivolgiamo a tutti voi una parola di incoraggiamento e di stimolo a vivere bene ed intensamente il grande momento di grazia a voi offerto con questa Missione straordinaria che sta per iniziare. Ogni incontro con la Parola di Dio e con i suoi doni del perdono e del Pane di Vita è sempre importante per la vita di fede personale e comunitaria; vi sono però nella nostra esistenza umana delle particolari circostanze in cui il bussare del Signore alla porta del nostro cuore si fa più insistente, da prendersi assolutamente in consi-derazione.

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MOLFETTA – ARRIVA IL MUSICAL “CIAO CAPO SENTINELLA”

luMUSICAL – Molfetta- “Ciao Capo Sentinella” é uno dei tanti messaggi lasciati in piazza San Pietro l’indomani della morte di Giovanni Paolo II e, divenuto poi, il titolo di un musical in due atti che ripercorre la storia d’amore tra il Papa e i giovani. E’ una storia di riconoscimento e riconoscenza di due generazioni di giovani: quelli del vespro d’ottobre del 1978, anno in cui Wojtyla viene eletto Pastore della chiesa universale, e quelli che hanno accompagnato il Grande Papa durante tutto il suo pontificato… fino alla sera del 2 aprile 2005 quando si è serenamente e lucidamente consegnato nelle mani del Padre celeste. Gli appelli e i pressanti inviti alla pace e al sogno di una civiltà dell’amore trovano eco nelle storie dei protagonisti di quest’opera musicale davvero originale. Ognuno di loro porta nel cuore parole e immagini del Papa “venuto di lontano” che hanno scolpito un solco indelebile nella memoria e nell’anima e, che ora, emergono amplificate in quelle ultime ore in cui il Santo Padre sta lasciando i suoi amati giovani.

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