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ARRIVA EURAXESS ITALY, IL SITO PER AIUTARE I RICERCATORI STRANIERI CHE LAVORANO ALL’ESTERO

LAVORO (Roma) – Un piccolo mattone “virtuale” per costruire nella pratica lo Spazio Europeo della Ricerca: è online Euraxess Italy, il nuovo portale italiano per la mobilità dei ricercatori. Il sito, in lingua inglese, è promosso dalla Fondazione Crui – in collaborazione con Area Science Park e Università di Camerino – e fa parte del network di servizi creati dalla Commissione Europea per supportare i ricercatori stranieri che decidono di svolgere la propria attività all’estero. Nello specifico, il portale italiano si propone come mezzo per fornire ai ricercatori “incoming” nel nostro Paese informazioni utili per essere aggiornati sulle scadenze e “sopravvivere” alla burocrazia.

Un’apposita sezione “introduttiva” spiega al ricercatore straniero in ingresso come funzionano le cose qui da noi: dal visto alla sistemazione, dalle cure mediche alle tasse, dalle condizioni di lavoro alla maturazione dei diritti pensionistici. Oltre a tutte queste informazioni di carattere pratico, sono presenti anche consigli sulla frequenza di corsi di lingua italiana e spiegazioni dettagliate sul nostro sistema d’istruzione, utili per chi ha bambini in età scolare. La voce “about Italy” racchiude in una pagina una gran quantità d’informazioni “basiche” (sistema politico, economia, popolazione) ma stupisce il fatto che la carrellata sulla storia del Belpaese – che pure parte dalle colonie della Magna Grecia – si fermi inspiegabilmente alla fine della Prima Repubblica con Tangentopoli, ben diciassette anni fa, senza fare alcun cenno ai giorni nostri.

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“COMPAGNI DI VIAGGIO, INTERVISTE AL VOLO CON GIOVANNI PAOLO II”: RISCOPRIRE KAROL NON SOLO COME PAPA

SPECIALE BEATIFICAZIONE/EDITORIA (Roma) – Il 23 marzo, nella Sala Marconi della Radio Vaticana in piazza Porta Pia 3, verrà presentato l’ultimo lavoro editoriale della vaticanista Angela Ambrogetti, dal titolo “Compagni di viaggio. Interviste al volo con Giovanni Paolo II”, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana. Grazie all’archivio della Radio Vaticana, la giornalista ha potuto raccogliere interviste significative, per lo più inedite, che Giovanni Paolo II rilasciava ai giornalisti che lo seguivano nei suoi viaggi internazionali. Attraverso queste interviste, il lettore scopre il lato umano di Karol Wojtyla per conoscerlo non solo come Papa ma, soprattutto, in quanto uomo dotato di una grande semplicità e della capacità di parlare di Dio al mondo. Il volume racchiude testimonianze importanti come quella del Cardinale Stanislao Dziwisz, segretario personale di Giovanni Paolo II, la prefazione di Padre Federico Lombardi, direttore generale di Radio Vaticana e, infine, un’intervista con Palma Gòmez Borrero, giornalista che ha seguito tutti i viaggi del Papa. Angela Ambrogetti ha iniziato la carriera di giornalista vaticanista nel 1988 alla Radio Vaticana e, dopo aver lavorato per anni per la televisione e per i quotidiani italiani, attualmente è la vaticanista per la radio del Papa e per il magazine statunitense “Inside the Vatican”, oltre a scrivere di cultura su altre riviste internazionali. Nella nostra intervista abbiamo cercato di approfondire le tematiche affrontate nel libro ed il suo personale pensiero sull’era mediatica in cui viviamo oggi.

D – Dottoressa Ambrogetti, a breve verrà pubblicata la sua ultima fatica editoriale “Compagni di viaggio – Interviste al volo con Giovanni Paolo II.” Ci racconti cosa l’ha portata a scrivere questo libro.

R – Tutto nasce da alcuni programmi “improvvisati” che preparai per Radio Vaticana, quelli cioè che i giornalisti chiamano “ pezzi a braccio”, i momenti in cui il Papa lascia il testo scritto e risponde direttamente a parole. Le situazioni in cui si verificano questi fatti possono essere le più diverse: a tavola con i vescovi di un Paese straniero, salutando i bambini di una parrocchia o in aereo con noi giornalisti. Ascoltando i nastri delle registrazioni dell’incredibile archivio di Radio Vaticana, mi sono resa conto che, in effetti, Giovanni Paolo II aveva inventato un nuovo modo di comunicare. I giornalisti al seguito del Papa in aereo iniziarono a comparire con Paolo VI, il primo Pontefice ad effettuare viaggi internazionali. A quei tempi, però, il Papa passava e accennava qualche saluto. Su Papa Wojtyla c’è invece un racconto che tutti i vaticanisti conoscono e che oramai è divenuto famoso: durante il primo volo di Giovanni Paolo II, un giornalista americano gli fece una domanda, alla quale Papa Wojtyla rispose immediatamente. Da quel momento le domande al Pontefice divennero una consuetudine, che dimostra molto chiaramente come Giovanni Paolo II avesse piacere a comunicare con i giornalisti e stipulasse con loro una sorta di “patto mediatico” molto personale, e mai soggiogato dalla voglia dei giornalisti di ottenere qualcosa in più.

D – Come osserva Padre Federico Lombardi, nella prefazione del libro, il progredire dei mezzi di comunicazione nell’arco del lungo Pontificato di Giovanni Paolo II, ha fatto sì che sia stata prodotta una grande quantità di registrazioni sia audio che video, delle molteplici attività del Papa rispetto ai pontefici precedenti. Non tutto è stato, però, portato a conoscenza della collettività mondiale ed il suo libro sopperisce efficacemente a tali mancanze. Lei pensa che queste integrazioni possano valere non solo come testimonianze storiche ma anche incrementare la devozione dei fedeli?

R – La devozione per certi aspetti sicuramente. Giovanni Paolo II instaurava con le persone un rapporto umano: è interessante il fatto che, con i giornalisti, entrava in relazione col carattere di ciascun individuo facendo emergere non solo la sua capacità di Pontefice ma anche la sua umanità e personalità: questo lo si nota non solo dal tono diverso di risposte ma anche dal tipo di giornalista rispetto ad un altro, alcuni diventavano dei veri amici mentre con altri aveva un tono più asciutto. Chiaramente questo non è un libro devozionale: non parla né di Karol Wojtyla santo, né di miracoli, di misticismo o di preghiera, niente di tutto questo. È un libro dedicato proprio ad una parte di magistero del pontificato e, essendo una finestra aperta sulla personalità di Giovanni Paolo II, può essere un modo in più per conoscerlo meglio.

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IL SEMINATORE NE SPRECA DI SEMENTI!

RIFLESSIONE – La semina oggi si fa con le macchine, il seminatore scompare. Si calcola tutto al computer, si vedono gli effetti degli anni precedenti, si fanno delle previsioni e si mettono in moto gli attrezzi: quantità, solchi, suolo, raggio di azione, stagione adatta. Non va perso niente. Il seminatore del regno dei cieli, della Parola di Dio invece è un po’ atipico. È all’antica, cammina per il mondo e sparge a piene mani. Non gli interessa dove va a cadere il seme, ha fiducia anche nelle pietre. Lui i suoi figli li va a stanare ovunque. Li sbalza da una gru, li chiama dalla consolle di una band, gli manda un flash sulla pedana da disk jockey, li ricupera da un after hour, li acceca sulla via di Damasco, li sorprende nei progetti d’amore, nelle noie interminabili delle vacanze. Là dove la più intelligente pastorale pensa di arrivare, Lui è là che aspetta da sempre.

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CROLLANO I GIORNALI, ARRIVA LA “BOLLETTA DELLE NOTIZIE”. QUALE FUTURO PER IL MONDO DEI ‘CARTECEI’?

MEDIA – I quotidiani negli Stati Uniti stanno aiutando a difendere le foreste con modalità da far invidia ai più ardenti ambientalisti. In soli cinque anni, dal 2003 al 2008, hanno ridotto di ben il 43% la quantità di carta utilizzata per stampare i loro prodotti, scesa da 675 mila a 380 mila tonnellate l’anno. Peccato che lo abbiano fatto contro il loro volere e che il dato sia uno dei segnali della crisi profonda che sta vivendo l’editoria tradizionale. Insieme alla carta, dalle redazioni americane stanno sparendo anche i giornalisti: erano 56.900 nel 1990, adesso sono diecimila di meno. E oltre ottomila di coloro che hanno perso il posto di lavoro sono stati licenziati solo negli ultimi due anni.

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