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TRA POCHI GIORNI NEL VIAGGIO NEL REGNO UNITO BENEDETTO XVI SFIDERÀ LA PERSECUZIONE CONTRO CRISTIANI

ROMA – Con l’avvicinarsi della visita di Benedetto XVI di metà settembre in Scozia e Inghilterra, si intensificano le ostilità antireligiose. Peter Tatchell, un noto critico della Chiesa cattolica, ha scritto un articolo d’opinione pubblicato il 13 agosto sul quotidiano Independent. “La maggior parte dei cattolici è contraria a molti dei suoi insegnamenti”, ha sostenuto riferendosi al Papa. Nel suo ruolo di portavoce della campagna Protest the Pope, Tatchell ha proposto un lungo elenco di insegnamenti della Chiesa da lui definiti duri e radicali. Tatchell è stato anche scelto dal canale televisivo Channel 4 per partecipare a un programma di un’ora sul Papa che sarà mandato in onda intorno al periodo della visita papale, secondo quanto riferito dal quotidiano Telegraph del 4 giugno.

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CROLLANO I GIORNALI, ARRIVA LA “BOLLETTA DELLE NOTIZIE”. QUALE FUTURO PER IL MONDO DEI ‘CARTECEI’?

MEDIA – I quotidiani negli Stati Uniti stanno aiutando a difendere le foreste con modalità da far invidia ai più ardenti ambientalisti. In soli cinque anni, dal 2003 al 2008, hanno ridotto di ben il 43% la quantità di carta utilizzata per stampare i loro prodotti, scesa da 675 mila a 380 mila tonnellate l’anno. Peccato che lo abbiano fatto contro il loro volere e che il dato sia uno dei segnali della crisi profonda che sta vivendo l’editoria tradizionale. Insieme alla carta, dalle redazioni americane stanno sparendo anche i giornalisti: erano 56.900 nel 1990, adesso sono diecimila di meno. E oltre ottomila di coloro che hanno perso il posto di lavoro sono stati licenziati solo negli ultimi due anni.

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ROMAEUROPAWEBFACTORY: UNA FABBRICA CREATIVA AL SERVIZIO DEI GIOVANI

INIZIATIVE – Notorietà virtuale e 5mila euro in gettoni d’oro è quanto garantisce il premio Romaeuropa Webfactory lanciato sulla rete internet dalla Fondazione Romaeuropa in partnership con Telecom Italia. Le frontiere del regno virtuale hanno aperto le porte ai creativi e agli internauti in un interfaccia in cui è stato possibile interagire e partecipare al concorso attraverso varie sezioni tra cui Video Art, 100 words, Music@ e Spot, e per i più curiosi di seguire l’evoluzione dell’opera e votarla online. A vincere la prima edizione del Premio sono stati Isobel Blank (Eleonora Giglione) per la sezione videoart, Giuseppe Rizzo per 100 words, Dodo Veneziano per la musica e Daniele Napolitano per la sezione dedicata agli spot pubblicitari UGC, User Generated Contents (contenuti generati dagli utenti). 

PRIMI PASSI – L’idea lanciata nel 2008 con l’intento di proporre progetti innovativi è stata avviata alla fine del mese di settembre dello stesso anno attraverso un sito internet dove gli utenti creativi registrandosi al sito potevo partecipare e inviare delle opere. L’esperimento definito di “cultura partecipativa” consentiva anche al semplice fruitore di diventare un creatore di immagini, suoni e parole sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie. Mentre per gli altri utenti è stato possibile visionare le opere e votarle, esprimendo un proprio giudizio e di costituire in questo modo una giuria popolare. Per gestire lo sviluppo delle opere proposte e curare ogni sezione sono stati chiamati dei tutor tra cui Bartolomeo Pietromarchi per la video arte, Ernesto Assante per la musica, Scuola Holden per la scrittura creativa e Patrizia Boglione per la creatività applicata alla pubblicità. L’iniziativa si è rivelata un vero successo e ha riscosso oltre 41mila visite al sito e quasi 5.000 iscritti alla community. In tutto sono state realizzate 615 opere tra le quali 128 nella categoria video art, 289 gli incipit per 100words sul tema “Generazione avanti”, 130 brani per la categoria Music@ e 68 spot. Il portale supportato da Virgilio è stato gestito da The Blog tv, società italiana leader a livello internazionale nelle produzioni web e tv user generated.

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IL POTERE CREATIVO DI DIO E’ SPERANZA SICURA. BENEDETTO SI EMOZIONA NELLA GROTTA DELL’ANNUNCIAZIONE

PACE IN TERRASANTA – “Il prodigio dell’Incarnazione continua a sfidarci ad aprire la nostra intelligenza alle illimitate possibilità del potere trasformante di Dio, del suo amore per noi, del suo desiderio di essere in comunione con noi”. Lo ha affermato Benedetto XVI, oggi a Nazareth, nel discorso alla Celebrazione dei Vespri con vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, movimenti ecclesiali e operatori pastorali della Galilea nella Basilica superiore dell’Annunciazione. “Il riflettere su questo gioioso mistero – ha osservato il Papa – ci dà speranza, la sicura speranza che Dio continuerà a condurre la nostra storia, ad agire con potere creativo per realizzare gli obiettivi che al calcolo umano sembrano impossibili”. Questo “ci sfida ad aprirci all’azione trasformatrice dello Spirito Creatore che ci fa nuovi, ci rende una cosa sola con Lui e ci riempie con la sua vita. Ci invita, con squisita gentilezza, a consentire che egli abiti in noi, ad accogliere la Parola di Dio nei nostri cuori, rendendoci capaci di rispondere a Lui con amore ed andare con amore l’uno verso l’altro”. Nello Stato di Israele e nei Territori Palestinesi, ha ricordato il Pontefice, “i cristiani formano una minoranza della popolazione. Forse a volte vi sembra che la vostra voce conti poco. Molti dei vostri amici cristiani sono emigrati, nella speranza di trovare altrove maggiore sicurezza e migliori prospettive”. ..

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I PARERI SUL PELLEGRINAGGIO DEL PAPA: IL PATRIARCA, IL PRESIDENTE, IL PORTAVOCE, IL DIRETTORE VIAN

PACE IN TERRASANTA – “Con le parole del Salmista chiedo anch’io a voi di pregare per la pace di Gerusalemme, di pregare continuamene per la fine del conflitto che ha arrecato così grandi sofferenze ai popoli di questa regione”. E’ tornato a parlare di pace il Papa nel suo saluto alla comunità cristiana di Gerusalemme incontrata durante la sua visita alla Concattedrale latina. Comunità – ha detto Benedetto XVI – che “continua a riunirsi come ha fatto da secoli, fin dai primi giorni della Chiesa”. Nel suo saluto, il Papa ha sottolineato il valore della preghiera di coloro che “secondo le parole di Santa Teresa di Lisieux” sono chiamate per vocazione ad essere “l’amore profondo nel cuore della Chiesa” e che con le loro preghiere sostengono “l’opera di evangelizzazione” della Chiesa nel mondo. In particolare, il Papa ha rivolto una “parola di apprezzamento per l’apostolato nascosto delle persone di vita contemplativa”. “Sono particolarmente grato per le preghiere – ha detto – che offrite per il mio ministero universale e vi chiedo di continuare a raccomandare al Signore il mio servizio al popolo di Dio in tutto il mondo”.

Padre Lombardi ribadisce: il Papa non ha mai fatto parte della gioventù hitleriana. I discorsi a Gerusalemme non ripetono concetti già espressi 

Il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha ricordato che Joseph Ratzinger non ha mai fatto parte della gioventù hitleriana. “Il Papa – ha detto padre Lombardi durante una conferenza stampa – non è mai stato nella Hitler jugend, che era un corpo di volontari fanatici, mai ne ha fatto parte, mai”. Circa i temi affrontati nei tre discorsi di ieri rivolti a israeliani e mondo ebraico in aeroporto, nel palazzo presidenziale e al memoriale dell’Olocausto, il portavoce ha ricordato che all’aeroporto Papa Ratzinger ha fatto una precisa condanna dell’antisemitismo, e che a Yad Vashem ha affrontato il tema del ricordo delle vittime, del senso del “nome” per l’identità di una persona, un modo per lui “di identificarsi profondamente e spiritualmente con il luogo che visitava”. Lombardi ha dunque ricordato che il Papa era un seminarista che a 16 anni fu arruolato di forza nel corpo degli ausiliari per la difesa aerea, come accadde allora a tutti i giovani tedeschi. “Si trattava – ha sottolineato – di una forza ausiliaria dell’esercito, non aveva niente a che fare con i nazisti e l’ideologia nazista”. I tre discorsi di ieri diretti dal Papa allo stato di Israele e al mondo ebraico, ha spiegato Lombardi, “hanno toccato differenti argomenti e non ripetevano gli stessi concetti: all’aeroporto ha nominato con molta chiarezza i sei milioni di ebrei uccisi nella Shoah e ha fortemente condannato l’antisemitismo; con il presidente Peres ha sviluppato l’importante concetto del legame tra sicurezza e fiducia e si è interrogato su come costruire questa sicurezza; a Yad Vashem il discorso era impostato sulla memoria, non dimenticare il nome vuol dire non dimenticare la persona, e questo è un punto centrale per il mondo ebraico, la meditazione del Papa era centrata su questo punto, con in più una affermazione sull’impegno che è di oggi della Chiesa Cattolica contro crimini contro umanità”. Non è detto, ha rimarcato il portavoce, che in ogni occasione si debbano ripetere gli stessi concetti, e il Papa “ha già parlato molte volte del suo essere tedesco, anche in rapporto al nazismo”. A una domanda se il Papa si senta “offeso” dall’ atteggiamento dei media nei confronti dei suoi discorsi, padre Lombardi ha osservato che Benedetto XVI “non è uno che reagisca in modo superficiale o immediato, è molto paziente e pronto ad ascoltare gli altri, ognuno può fare il suo discorso, certo sente che non è stato capito, io – ha aggiunto il portavoce – sento lo stesso, ma sappiamo cosa è il mondo e quali sono gli atteggiamenti, non si è sempre pronti a capire bene, a volte ci sono pregiudizi, e non tutti sono pronti a un atteggiamento di ascolto: a volte abbiamo l’impressione che non tutti” siano preparati sui temi di cui parlano. Papa Benedetto XVI allo Yad Vashem, il Memoriale dell’Olocausto a Gerusalemme ha tenuto un discorso ”di profondissima sensibilità ed emozione, però espresso con toni sempre misurati e moderati come il Papa fa. Questo è il suo stile che però, chi lo conosce, apprezza moltissimo”. Padre Federico Lombardi ne ha parlato ai microfoni della Radio Vaticana, ricordando che si è trattato di ”un discorso detto con la consueta finezza e delicatezza del Papa che non usa toni reboanti o teatrali ma che toccava un tema profondissimo che è quello della memoria e del nome”. Sul momento di ieri al Memoriale, il direttore della Sala Stampa ha detto che ”il Papa l’ha vissuto in un modo estremamente compreso, estremamente profondo, – ha sottolineato – con la più chiara e viva intenzione di dimostrare la sua partecipazione alla grande tragedia passata di questo popolo, ed anche alla sua sensibilità di ricordare quello che è avvenuto, per evitare che si possa ripetere qualche cosa di simile in futuro, evitarlo assolutamente in ogni modo”. 

Il presidente Peres: siamo tutti figli di Abramo. Da fratelli perchè combatterci? 

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LA VISITA DEL SANTO PADRE ALLA CUPOLA DELLA ROCCIA E LA NUOVA RICHIESTA DI GIUSTIZIA E PACE

PACE IN TERRASANTA – Il Gran Muftì di Gerusalemme e il presidente del Consiglio dei beni religiosi islamici hanno accolto stamane il Papa in visita alla Cupola della roccia sulla Spianata delle moschee. E’ la prima volta che questo luogo viene visitato da un Papa, il monumento islamico più antico della Terra Santa che sorge non lontano dalla moschea di Al-Aqsa. Il Pontefice è entrato nell’edificio scalzo, in segno di rispetto per il luogo di culto musulmano. In seguito, Benedetto XVI e il seguito papale si sono trasferiti nell’edificio di Al-Kubbah Al-Nahawiyya, dove si è intrattenuto con le personalità musulmane. “In un mondo tristemente lacerato da divisioni questo sacro luogo serve da stimolo e costituisce inoltre una sfida per uomini e donne di buona volontà ad impegnarsi per superare incomprensioni e conflitti del passato e a porsi sulla via di un dialogo sincero finalizzato alla costruzione di un mondo di giustizia e di pace per le generazioni che verranno”. Nel discorso Benedetto XVI ha affermato che anche se “può esserci la tentazione di impegnarsi in tale dialogo con riluttanza o ambiguità circa le sue possibilità di successo”, coloro che credono “hanno il compito di impegnarsi decisamente per la rettitudine pur imitando la sua clemenza, poiché ambedue gli atteggiamenti sono intrinsecamente orientati alla pacifica ed armoniosa coesistenza della famiglia umana”. Per il Papa, “la fedeltà all’Unico Dio” conduce a riconoscere che “gli esseri umani sono fondamentalmente collegati l’uno all’altro, perché tutti traggono la loro propria esistenza da una sola fonte e sono indirizzati verso una meta comune. Marcati con l’indelebile immagine del divino, essi sono chiamati a giocare un ruolo attivo nell’appianare le divisioni e nel promuovere la solidarietà umana”.

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I COMMENTI AL PELLEGRINAGGIO DEL PAPA, GLI APPUNTAMENTI DI OGGI ED UN INCONTRO PARTICOLARE…

PACE IN TERRASANTA – Pietro pellegrino dopo duemila anni nella terra che vide nascere, morire e risorgere Gesù, il figlio di Dio, del Dio fatto Uomo per portare a noi la salvezza: questo dovrebbe essere il motivo centrale nel commentre la visita di Papa Benedetto XVI, anche se l’attenzione viene posta su tematiche parallele, anche dalle fonti ufficiali. Dalle ultime notizie chi si apprendono dalla giornata di ieri, Papa Benedetto XVI ha accettato di incontrare Noam Shalit, il padre del soldato israeliano Ghilad Shalit, che da tre anni è prigioniero di Hamas in una località sconosciuta di Gaza. La notizia è stata diffusa da una portavoce del capo dello stato israeliano Shimon Peres. L’incontro avverrà domani nella residenza di Peres, ha aggiunto la portavoce. “Peres annette a quel colloquio la massima importanza – ha spiegato la portavoce – in quanto il Pontefice rappresenta oltre un miliardo di fedeli in tutto il mondo e ha frequenti contatti con dirigenti politici e religiosi. Può dunque offrire un contributo importante per riportare Ghilad a casa”…

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FUOCHI INCROCIATI TRA AVVENIRE E REPUBBLICA, CHE PUBBLICA UN ‘NECROLOGIO’ DI UMBERTO ECO

ROMA – La ‘querelle’ reale è iniziata con l’inizio dei tempi, probabilmente con la mela mangiata da Adamo ed Eva e con l’inizio della sperimentazione del ‘libero arbitrio’. Poi la venuta di Gesù, duemila anni fa, ha riaperto la possibilità di dialogo, ma la notizia su ‘La Repubblica’ non è uscita, perchè c’era in prima serata il messaggio del Presidente della Repubblica e la campagna stampa del Partito Democratico (già a quei tempi!) e quindi chiaramente il ‘Giornalone’ laicista doveva schierarsi, senno chi lo legge più? ‘Avvenire’ dal canto suo non fa di meglio – a livello di direzione – (ma grazie al Cielo la notizia della venuta di Gesù l’ha diffusa in anteprima su tutti gli altri servitori di questo o quel potere del mondo ndr), ed è costretto (abboccando perfettamente alle provocazioni) a rispondere a tono, scendendo di par suo ad una deriva di ‘mercatino del pesce’ che davvero il quotidiano dei Vescovi Italiani potrebbe risparmiarsi. Ma contenti loro…. scontenti molti cattolici! Premesso tutto cio’, sembra corretto difendere in questa occasione il Direttore Boffo che si è visto attribuire frasi mai pronunciate o scritte, che nell’edizione quotidiana ‘on line’ risponde per le rime ai colleghi. “Scrivo queste righe – parola del direttore Dino Boffo – per raccogliere un’in­credibile sfida, e per rilanciarla a mia vol­ta con stupefatta ma serena coscienza. È sta­to, infatti, scritto che Avvenire avrebbe defini­to «un boia» Beppino Englaro.

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DIALOGO EBREI – CATTOLICI: DAL ‘BLOG’ DEL VATICANISTA DE ‘LA STAMPA’ TOSATTI CRESCE LA SPERANZA…

DIALOGO – Cresce il confronto tra mondo ebraico e cattolico e dopo le recenti avversità di percorso continuano a crescere semi di speranza nel mondo. La buona notizia che vi proponiamo è stta pubblicata in queste ore da un vaticanista, Marco Tosatti del quotidiano ‘La Stampa’, che propone nel suo blog ‘San Pietro e dintorni’ una notizia davvero interessante che vi proponiamo.

Ebrei cattolici, nasce un sito

I cattolici ebreofoni che vivono in Israele escono “allo scoperto” con un punto di riferimento sulla rete, in quattro lingue: ebraico, russo, francese e inglese.

In realtà è nato da un paio di mesi, in Israele, e si chiama www.catholic.co.il , il sito web che rende più evidente una presenza religiosa in crescita costante, anche se limitata per ora a qualche centinaio di persone. Una presenza certamente non ostentata. Per due motivi. Il tema della conversione dall’ebraismo al cristianesimo e al cattolicesimo è un argomento estremamente sensibile, nei rapporti fra le due religioni. E altrettanto delicato è un altro fronte, quello delle conversioni dei russi che sono immigrati in Israele. Non è un mistero che alcuni di loro hanno dichiarato di essere di religione israelitica, quando l’immigrazione in Israele era uno dei pochi modi per uscire dall’Urss; e magari erano ortodossi, o non seguivano nessun credo. Giunti in Terrasanta però sono arrivati a contatto con sacerdoti cattolici, ed è iniziato un lavoro pastorale molto discreto, e sul quale non è possibile avere cifre. Ma che di sicuro ha una rilevanza consistente, se il nuovo sito (aperto il 22 dicembre) oltre al francese, all’inglese e all’ebraico (lingue “tradizionali” dello stato) parla anche russo. Sulla prima pagina si legge una citazione da Luca, nella presentazione al Tempio di Gesù. “Una luce per illuminare i Gentili, e la gloria del popolo di Israele”. Nel sito si illustrano i tre obiettivi dell’associazione. “Stabilire e far crescere comunità cattoliche ebreofone nello stato di Israele per fedeli integrati nella vita della società israeliana ebraica. Essere cattolici in ebraico in un ambiente predominante ebreo è una nuova esperienza nella storia della Chiesa! Servire da ponte fra la Chiesa universale e il popolo di Israele rafforzando le relazioni fra ebrei e cristiani e rendere più acuta la coscienza della Chiesa delle radici ebraiche e dell’identità ebrea di Gesù e degli apostoli. I nostri fedeli sono impegnati pienamente nella vita della società israeliana e nella vita della Chiesa cattolica. Portare testimonianza, come parte integrale della Chiesa in Terrasanta, dei valori di pace e giustizia, perdono e riconciliazione in un contesto di violenza e di guerra”.

 

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http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1115

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