aprile 11, 2011 · 3:34 PM
BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – La valorizzazione del patrimonio cristiano dell’Europa è stato il tema forte del discorso di Benedetto XVI all’ambasciatore di Croazia, Filip Vučak, ricevuto in Vaticano per la presentazione delle Lettere Credenziali. Il Papa ha messo in guardia da una certa amnesia collettiva che vorrebbe negare l’evidenza storica delle radici cristiane del Vecchio Continente. Ha quindi espresso la sua gioia per l’ormai prossima visita in terra croata, in programma a giugno. Cosa può dare la Croazia all’Europa di oggi? Nel momento in cui, a vent’anni dalla sua indipendenza, il Paese accelera il passo verso l’integrazione nell’Unione Europea, il Papa incoraggia i croati a non rinunciare alla loro cultura e alla propria vita religiosa: “Sarebbe illusorio – afferma – voler disconoscere la propria identità per abbracciarne un’altra nata in circostanze così differenti” rispetto a quelle che hanno dato origine alla Croazia.
Entrando nell’Unione Europea, prosegue, il vostro Paese non aderirà solamente ad un sistema economico e giuridico con i suoi vantaggi e limiti. Al contempo, “potrà apportare un contributo proprio”. Il Papa invita la Croazia a “non avere paura di rivendicare con determinazione il rispetto della propria storia e della sua identità religiosa e culturale”. E critica quelle voci che “contestano con stupefacente regolarità la realtà delle radici religiose europee”: “E’ di moda ormai – constata – avere amnesie e negare le evidenze storiche”. Ed aggiunge: “Affermare che l’Europa non ha delle radici cristiane equivale a pretendere che un uomo possa vivere senza ossigeno e nutrimento”. Ancora, esorta “a non avere vergogna di richiamare e sostenere la verità, rifiutando, se necessario, ciò che è contrario ad essa”. Il Papa si dice certo che la Croazia saprà difendere la propria identità con convinzione e orgoglio, evitando i nuovi ostacoli che si presenteranno e che “sotto il pretesto di una libertà religiosa mal compresa, sono contrari al diritto naturale, alla famiglia e alla morale”.
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novembre 7, 2010 · 7:19 PM
SANTIAGO DE COMPOSTELA – Vengo come pellegrino per esortare la Spagna e l’Europa a dare nuovo vigore alle loro radici cristiane. Con queste parole pronunciate questa mattina dal Papa all’aeroporto internazionale di Santiago de Compostela ha preso il via il 18.mo viaggio apostolico di Benedetto XVI. Arrivando in Galizia il Santo Padre ha ricordato come la tradizione cristiana e il Vangelo abbiano segnato indelebilmente la Spagna e il Vecchio Continente. Accolto dai principi delle Asturie, dall’arcivescovo Barrio Barrio e dalle autorità locali Benedetto XVI ha spiegato: “Nel più profondo del suo essere l’uomo è sempre in cammino e alla ricerca della verità”. La fitta nebbia non ha nascosto la gioia e l’entusiasmo di decine di migliaia di fedeli accorsi per le strade a salutare il passaggio del Successore di Pietro.
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giugno 11, 2008 · 10:38 am

CITTA’ DEL VATICANO – Uomo di grande cultura e ricco di doni di grazia, sia come instancabile costruttore di monasteri che come intransigente predicatore penitenziale, spese ogni sua energia per alimentare le radici cristiane dell’Europa che stava nascendo”. E’ il ritratto di san Colombano, l’abate irlandese nato nel 543 e morto nel 615, al centro dell’udienza di oggi. Il Papa lo ha definito un santo “europeo”, perché “come monaco, missionario e scrittore ha lavorato in vari Paesi dell’Europa occidentale”. “Insieme agli irlandesi del suo tempo”, San Colombano “era consapevole dell’unità culturale dell’Europa”: in una sua lettera, infatti, scritta intorno all’anno 600 ed indirizzata a Papa Gregorio Magno, “si trova per la prima volta – ha sottolineato Benedetto XVI – l’espressione ‘totius Europae – di tutta l’Europa’, con riferimento alla presenza della Chiesa nel Continente”. Il “messaggio” di san Colombano, secondo il Papa, “si concentra in un fermo richiamo alla conversione e al distacco dai beni terreni in vista dell’eredità eterna”.
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