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L’IMPEGNO DI GIOVANNI PAOLO II A FAVORE DEGLI EMARGINATI: UNA LEZIONE DI ESEMPIO PER L’INDIA

ESTERI (Ahmedabad)– Attraverso le parole di Cedric Prakash sj, direttore del Centro dei gesuiti per diritti umani, giustizia e pace, di Ahmedabad si evince come sia significativo l’atteso evento della beatificazione di Giovanni Paolo II che si svolgerà il 1 maggio, giorno della festa dei lavoratori. Il futuro Beato, nel corso del suo lungo pontificato, ha sempre messo in luce con forza la dottrina sociale della Chiesa e la necessità per ogni cristiano di rispondere alle realtà che affliggono il mondo attraverso le encicliche “Laborem exercens” (Sul lavoro umano), “Sollicitudo Rei Socialis” (La preoccupazione per le questioni sociali) dimostrando la netta solidarietà con le persone più bisognose a cui sono negati i diritti umani fondamentali. Proprio su queste basi la Chiesa deve essere visibile, parlare chiaro e rispondere ai bisogni degli emarginati distruggendo “le strutture di peccato” che impediscono costantemente lo sviluppo dei poveri. Inoltre, Giovanni Paolo II, nell’”Ecclesia in Asia”, ha preso posizione per la libertà religiosa, accogliendo le critiche di molti. Nel 1986 ha affermato che “la gente dovrebbe essere libera di abbracciare la religione che preferisce”.

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CIBO E SACRO. CULTURE A CONFRONTO ALLA SAPIENZA DI ROMA – IL 23/24 MARZO UN CONVEGNO INTERNAZIONALE

NOTA DI REDAZIONE (Roma) – Il cibo è un elemento costante della nostra vita quotidiana, e tuttavia non risponde solamente a esigenze o bisogni legati al corpo, ma diviene oggetto di attenzioni di natura simbolica che rimandano a caratteri di sacralità, di ritualità, di seduzione e mistero (si pensi a certe ricette segrete, ad alcuni ingredienti non facilmente individuabili né reperibili). Non è un caso che il cibo sia presente come elemento culturale in ogni realtà comunitaria e nazionale, e d’altro canto esso è pure fattore caratterizzante delle religioni, a livello sia universale che locale, istituzionale e popolare. A partire dai grandi monoteismi – Ebraismo, Cristianesimo e Islam – è riscontrabile una centralità del cibo come fattore impregnato di sacralità. Anche l’assenza di cibo può essere declinata come dimensione sacra: si pensi al digiuno nelle sue molteplici espressioni, insieme culturali e religiose.

Sia nella sua forma liquida che nella sua forma solida, crudo o cotto, nella sua scarsità o nella sua abbondanza, sono reperibili elementi che contengono e manifestano un’aura di sacralità. La stessa regolamentazione delle quantità e delle qualità differenziate da ingerire può rispondere a motivazioni che rimandano ad una prospettiva legata al sacro. Del resto lo stesso cibo ha una sua dinamica che ha molto a che vedere con il ciclo della vita, dunque ancora una volta con un’esperienza che non può non richiamare l’interrogativo sul significato dell’esistenza e, pertanto, sul valore del sacro.

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CROCIFISSO A SCUOLA, VENERDÌ 18 LA SENTENZA DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO DI STRASBURGO

RELIGIONE – Venerdì 18 marzo la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo emetterà la sentenza definitiva sulla questione del crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche italiane. A comunicarlo in una nota è la stessa Corte, che nel novembre 2009 aveva accolto la richiesta di Soile Lautsi, cittadina italiana di origine finlandese, e si era espressa contro l’esposizione del crocifisso, sostenendo che la sua presenza nelle scuole statali fosse ”contraria al diritto dei genitori di educare i propri figli secondo le loro convinzioni e al diritto dei minori alla libertà di religione e di pensiero”. La Corte aveva anche condannato l’Italia a risarcire 5.000 euro alla Lautsi per danni morali.

Il governo italiano aveva presentato subito ricorso e, a sostegno dell’Italia, lo hanno presentato altri dieci Paesi: Armenia, Bulgaria, Cipro, Grecia, Lituania, Malta, Principato di Monaco, Romania, Russia e San Marino. Il ricorso è stato discusso a Strasburgo alla fine del giugno scorso, e finalmente adesso arriverà la sentenza della Corte. La questione è molto delicata, perché riguarda i temi della libertà religiosa e della libertà di educazione. Quello della libertà religiosa è poi un tema molto caldo in Europa. Alla vigilia della discussione a Strasburgo, il 16 giugno 2010, la Conferenza episcopale italiana dichiarava: “Auspichiamo che nell’esame di una questione così delicata si tenga conto dei sentimenti religiosi della popolazione e di questi valori, come pure del fatto che in tutti i Paesi europei si è affermato e si va sviluppando sempre più positivamente il diritto di libertà religiosa, di cui l’esposizione dei simboli religiosi rappresenta un’importante espressione”.

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SPAZIO SACRO E SPAZIO CIVILE. PORTE APERTE TRA IL TEMPIO E LA PIAZZA

LECTIO MAGISTRALIS – “Il mondo è come l’occhio: il mare è il bianco, la terra è l’iride, Gerusalemme è la pupilla e l’immagine in essa riflessa è il tempio”. Questo antico aforisma rabbinico illustra in modo nitido e simbolico la funzione nel tempio secondo un’intuizione che è primordiale e universale. Due sono le idee che sottendono all’immagine. La prima è quella di “centro” cosmico che il luogo sacro deve rappresentare, un tema sul quale il grande studioso delle religioni Mircea Eliade (1907-1986) ha offerto un vasto dossier documentario. L’orizzonte esteriore, con la sua frammentazione e con le sue tensioni, converge e si placa in un’area che per la sua purezza deve incarnare il senso, il cuore, l’ordine dell’essere intero. Nel tempio, dunque, si “con-centra” la molteplicità del reale che trova in esso pace e armonia: si pensi solo alla planimetria di certe città a radiali connesse al “sole” ideale rappresentato dalla cattedrale posta nel cardine centrale urbano (Milano, per esempio, “centrata” sul Duomo ne è un esempio evidente, come New York è la testimonianza di una diversa visione, più dispersa e babelica). Dal tempio, poi, si “de-centra” un respiro di vita, di santità, di illuminazione che trasfigura il quotidiano e la trama ordinaria dello spazio. Ed è a questo punto che entra in scena il secondo tema sotteso al detto giudaico sopra evocato. Il tempio è l’immagine che la pupilla riflette e rivela. Esso è, quindi, segno di luce e di bellezza. Detto in altri termini, potremmo affermare che lo spazio sacro è epifania dell’armonia cosmica ed è teofania dello splendore divino. In questo senso un’architettura sacra che non sappia parlare correttamente – anzi, “splendidamente” – il linguaggio della luce e non sia portatrice di bellezza e di armonia decade automaticamente dalla sua funzione, diventa “profana” e “profanata”. È dall’incrocio dei due elementi, la centralità e la bellezza, che sboccia quello che Le Corbusier definiva in modo folgorante “lo spazio indicibile”, lo spazio autenticamente santo e spirituale, sacro e mistico.

Certo, questi due assi portanti trascinano con sé tanti corollari: pensiamo alla “sordità”, all’inospitalità, alla dispersione, all’opacità di tante chiese tirate su senza badare alla voce e al silenzio, alla liturgia e all’assemblea, alla visione e all’ascolto, all’ineffabilità e alla comunione. Chiese nelle quali ci si trova sperduti come in una sala per congressi, distratti come in un palazzetto dello sport, schiacciati come in uno sferisterio, abbrutiti come in una casa pretenziosa e volgare. A questo punto vorremmo proporre una riflessione di indole più specifica che abbia come codice di riferimento proprio quelle Sacre Scritture bibliche che sono state indubbiamente “il grande codice” della stessa civiltà artistica occidentale. È indiscutibile il rilievo che in esse ha una “teologia” dello spazio, anche se – come si vedrà – essa è inverata in una teologia superiore, quella del tempo e della storia (l’Incarnazione riassume in sé queste due dimensioni ricollocandole nella loro gerarchia). “Ai tuoi servi sono care le pietre di Sion” (Salmo, 102, 15). Questa professione d’amore dell’antico salmista potrebbe essere il motto stesso della tradizione cristiana che allo spazio sacro ha riservato sempre un rilievo straordinario, a partire dalla “pietra” del Santo Sepolcro, segno della risurrezione di Cristo, attorno alla quale è sorto uno dei templi emblematici dell’intera cristianità. Tra l’altro, è curioso che simbolicamente le tre religioni monoteistiche si ancorino a Gerusalemme attorno a tre pietre sacre, il Muro Occidentale (detto popolarmente “del Pianto”), segno del tempio salomonico per gli ebrei, la roccia dell’ascensione al cielo di Maometto nella moschea di Omar per l’islam e, appunto, la pietra ribaltata del Santo Sepolcro per il cristianesimo.

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IL PAPA AI GIOVANI DELLA ST. MARY’S UNIVERSITY: CERCATE IN DIO LA VERA FELICITÀ

IL PAPA NEL REGNO UNITO – Mirate a cose grandi, crescete in santità: è l’esortazione di Benedetto XVI ai giovani del Regno Unito, rivolta stamani nella visita alla St. Mary’s University College nel quartiere londinese di Twickenham. L’incontro del Papa, dedicato al mondo dell’educazione, è stato trasmesso via Internet in tutte le scuole cattoliche britanniche. Tanti i bambini che hanno potuto salutare il Papa di persona all’entrata del college, in un clima di grande gioia. Nell’occasione della visita, a cui ha preso parte anche il ministro dell’Istruzione britannico, è stata inaugurata la Fondazione “Giovanni Paolo II” per lo Sport. Il Papa ha inoltre benedetto una struttura sportiva che verrà utilizzata nelle Olimpiadi di Londra 2012.

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TERRA SANTA LIVE! – MARTEDI’ 22 GIUGNO MONTE CARMELO

LA PACE IN TERRA SANTA – MONTE CARMELO Il Monte Carmelo è uno sperone di roccia, lungo circa 25 Km, che corre quasi parallelo alla costa (nord-ovest/sud-est) alto circa 250 m presso il mare e 550 m verso la piana di Esdrelon. Sul versante del mare ci sono molte grotte abitate sin dalla preistoria; in una ventina di queste grotte (Mèarot Carmel) sono stati trovati resti umani (ora conservati al museo Rockefeller di Gerusalemme) compresi tra il 150.000 e il 9.000 a.C., quando l’umanità passò dalla caccia all’agricoltura; vi sono, inoltre, le prime tracce di riti funerari. I paleontologi chiamarono l’abitante di queste caverne con il nome di «Uomo del Carmelo». Sulla vetta più alta del monte sorge il convento carmelitano dedicato al ricordo dell’altare eretto da VOGLIAMO Elia contro quello dei profeti di Baal. Il luogo è detto el-Muhraqa (in arabo: il sacrificio, in ebraico: luogo dell’abbruciamento); qui, con il consenso del re Acab, convennero gli israeliti e i falsi profeti per una prova decisiva da cui sarebbe dipesa l’esistenza stessa della religione mosaica. Si tratta di una delle scene più drammatiche della storia di Israele, dello scontro finale tra Yahweh e Bàal, con la vittoria del primo e la sconfitta del secondo. Dalla terrazza del convento si gode uno stupendo panorama della pianura di Esdrelon verso oriente, fino ai monti della Galilea (Tabor), dominati dall’Hermon verso nord, e alla sponda del Mediterraneo a occidente.

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IL BIANCO NATALE DEI REGALI E QUELLO ROSSO SANGUE DEI MARTIRI. UNA RIFLESSIONE PER CAPIRE UN SENSO..

QUALE NATALE? – La gioia non può essere piena, sapendo che il Natale è “in rosso” per tanti nostri fratelli. Ai nostri ragazzi e alla nostra gente va detto, che sappiano vivere il Natale con sobrietà e solidarietà, per ragioni di giustizia. – Mentre nel nostro Nord si parla di Natale “in bianco”, di “White Christmas”, approvato anche da autorità che contano, dove i sacrificati sono i soliti immigrati da allontanare, da mettere al margine per la sicurezza dei cittadini. Mentre la Chiesa, nel nome del Papa, chiede a Stati e organismi internazionali di rispettare i loro diritti, di favorire istruzione, lavoro e integrazione per i bambini immigrati e interviene concretamente in loro aiuto negli oratori, nelle varie Caritas, nei gruppi di volontariato. Mentre accade tutto questo, nel mondo il Natale si colora di “rosso”. Non quello dei vari Babbi Natale, che ornano i mercati del consumismo, delle “stelle rosse”, vendute anche a scopo benefico, ma quello del martirio anonimo, nascosto, dimenticato, confinato tra le notizie di poco conto, di tanti nostri fratelli cristiani, che subiscono violenza per la loro Fede e di altri, appartenenti ad altre religioni, che la miseria e la fame “falcidiano” ogni giorno.

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OGNI POPOLO DEVE POTER ESPRIMERE LA VERITÀ SALVIFICA CON IL LINGUAGGIO CHE GLI È PROPRIO. UDIENZA.

luCITTA’ DEL VATICANO – “Ogni popolo deve calare nella propria cultura il messaggio rivelato ed esprimerne la verita’ salvifica con il linguaggio che gli e’ proprio”: questo si intende con il termine inculturazione, di cui i Santi Cirillo e Metodio rappresentano un “esempio classico”. Lo ha detto il Papa, che nel corso dell’Udienza Generale del Mercoledi’, ha parlato dei due Santi, noti come “apostoli degli salvi”, vissuti nel nono secolo. Essi hanno evangelizzato quelle terre e hanno tradotto i testi sacri nella lingua slava, fino a inventare un nuovo alfabeto, “aderente alla lingua parlata”, poi chiamato cirillico, dal nome del suo inventore, San Cirillo. Tale inculturazione – ha continuato Benedetto XVI – “suppone un lavoro traduzione molto impegnativo, perche’ richiede l’individuazione di termini adeguati a riproporre senza tradirla la ricchezza della parola rivelata. Di cio’ – ha sottolineato – i due Santi fratelli hanno lasciato una testimonianza quanto mai significativa alla quale la Chiesa guarda anche oggi per trarne ispirazione e orientamento”.

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PELLEGRINAGGIO – IN TEMPO REALE LA TESTIMONIANZA DI OGGI DEI RAGAZZI DELLA VITTORIA DI DIO

PACE IN TERRASANTA – Continua dal pellegrinaggio di pace in Terra Santa anche la quotidiana testimonianza dei giovani della Comunità ‘Vittoria di Dio’ che stanno seguendo con lode ed adorazione costante, oltre che con una stupenda ed instancabile animazione tutte le fasi salienti della missione di pace tra gioia, mozioni e testimonianza di fede viva.

Oltre alla comunità Vittoria di Dio, è anche presente il gruppo di Adunanze Eucaristiche Nazionali con l’Associazione Papaboys, una delegazione dell’Apostolato Giovani per la Vita, la Comunità Nuovi Apostoli, la Vigna Deliziosa e gli Amici del Signore. Ecco la giornata di oggi raccontata dai ragazzi e le ragazze della Vittoria di Dio.

GIORNO 6: SEMI DI PACE.

I TAPPA: LAGO DI TIBERIADE.

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SESTO GIORNO IN TERRASANTA – PIANTATI GLI ALBERI DELLA PACE. SUL LAGO DI TIBERIADE SI INCONTRA GESU’

PACE IN TERRASANTA – NAZARETH – Si avvia alla conclusione il pellegrinaggio in Terra Santa iniziato il 20 maggio e che ha visto alcuni gruppi di giovani e non solo rendersi apostoli di pace nella terra di Gesù. Tanti i momenti di preghiera, riflessione, catechesi e di gestualita’; atti, non solo simbolici, ma realizzati con l’apertura del cuore rivolto alla vera pace, quella che per noi cristiani è la persona di Gesù, il Risorto.

Ripercorriamo insieme, condividendolo con voi che ci seguite dalla rete internet, il sesto giorno della nostra missione di pace, con gli orari, gli appuntamenti ma soprattutto la nostra testimonianza.

25 Maggio 2009 ore 7.30

Stiamo per partire da Nazareth per il Lago di Tiberiade. La piacevole levataccia alle 6.30 per non perdere l’escursione sul battello ha sortito un ‘ottimo effetto’. Per arrivare al Lago abbiamo attraversato la bellissima terra di Galilea. Siamo passati attraverso una regione ricca di piantagioni di banani e datteri… che meraviglia e che buoni questi frutti fratellini e sorelline! Pero’ il desiderio di arrivare a vedere e toccare (con i piedi) le famose acque del lago di Gesù è forte, ma dobbiamo aspettare alcuni appuntamenti già fissati in precedenza. La giornata è bella e molto calda; ci imbarchiamo tutti sul battello (siamo in 130 più accompagnatori) e si parte! Il battello, dopo che a bordo si è potuto ascoltare in nostro omaggio l’inno nazionale italiano, si ferma in mezzo al lago (niente paura è solo una sosta programmata ndr). Viene aperto da Don Biagio il Vangelo di Matteo e letto il brano della tempesta sedata e quello di Gesù che cammina sulle acque e tutti noi ci riserviamo un bellissimo e suggestivo momento di preghiera e di … adorazione sulle acque. 

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2000 ANNI DOPO: “PACE PER GERUSALEMME” – UNA NOTTE DI ADORAZIONE NEL GIARDINO DEGLI ULIVI

GERUSALEMME – La città santa come un quadro, a fare da sfondo alla prima edizione dell’Adunanza Eucaristica, in versione internazionale, cuore e centro del pellegrinaggio per la Pace in Terra dei giovani dell’Associazione Nazionale Papaboys, dell’Apostolato ‘Youth for life’, dei membri dei gruppi dell’Adunanza Eucaristica ed Adorazione Perpetua, in collaborazione con le comunità dei Nuovi Apostoli, della Vittoria di Dio e della Vigna Deliziosa. Una straordinaria notte nel giardino degli ulivi, a vegliare, cantare, lodare e sentire nel cuore, nella profondità, la presenza di Gesù, il Signore! La prima Adunanza Eucaristica Internazionale è iniziata alle ore 22 di sabato 23 maggio all’interno della Basilica del Getsemani, e la prima comunità che ha tenuto l’ora di adorazione è stata una parrocchia di Gerusalemme, con canti in arabo, che hanno suscitato una profonda emozione fra i numerosi pellegrini presenti. Alle ore 23 della notte è iniziata una processione eucaristica che ha spalancato le porte dei cuori verso il giardino degli ulivi, dove Gesù è stato lasciato solo ai suoi carcerieri ormai 2000 anni fa. Il tema della serata, previsto dagli organizzatori è stato ‘Nella notte in cui ti abbiamo lasciato solo’.

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PELLEGRINAGGIO IN TERRASANTA – IL MESSAGGIO DEL CARDINALE BERTONE: “AI GIOVANI IL MIO SALUTO”

GERUSALEMME – Una gradita sorpresa è giunta a tutti i partecipanti del Pellegrinaggio per la pace in Terrasanta che è in svolgimento fino al 27 maggio nella Terra di Gesù. Nella giornata di questo sabato 23 maggio, all’inizio della solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Nunzio Apostolico in Terrasanta Mons. Antonio Franco, il Nunzio stesso ha comunicato ai partecipanti che il Segretario di Stato Vaticano il Cardinale Tarcisio Bertone ha inviato ai giovani presenti un messaggio di cordialità ed incoraggiamento, nel quale dichiara di apprezzare il progetto di rendersi pellegrini di pace seguendo le orme del Santo Padre Benedetto XVI. Stupore ed un lungo applauso hanno salutato le parole del Segretario di Stato che hanno fatto sentire ‘i giovani del Papa’ molto vicini sia a Benedetto XVI sia alla Chiesa tutta.

LA LETTERA DEL SEGRETARIO DI STATO VATICANO
CARD. TARCISIO BERTONE AL NUNZIO APOSTOLICO
MONS. ANTONIO FRANCO

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TERZO GIORNO IN TERRASANTA – PAPABOYS A BETLEMME – GERUSALEMME: VIA CRUCIS E SANTO SEPOLCRO

PACE IN TERRASANTA – Cari fratellini e sorelline, eccoci di nuovo qui al nostro consueto appuntamento notturno! Ormai dormire è diventato un optional… ma non possiamo addormentarci senza avervi raccontato le magnifiche esperienze di questo giorno. La mattina abbiamo celebrato il Natale, passando prima per il Campo dei Pastori, luogo poco fuori Betlem dove una schiera di angeli cantarono il primo “Gloria a Dio” dove noi non potevamo non ripeterlo e vi lascio soltanto immaginare l’emozione!

Alla Basilica della Natività abbiamo dovuto aspettare un bel po’ per entrare nella Grotta perché c’era la Messa celebrata dagli Armeni che hanno la custodia di questo luogo, ma nell’attesa abbiamo potuto ascoltare il loro canto e sentire tutta la bellezza di questi posti così amati da tutti i popoli del mondo. Dopo essere scesi nella Grotta abbiamo celebrato la S. Messa nella Chiesa di S. Caterina d’Alessandria e subito dopo, con i frati, in processione siamo riscesi nella Grotta e abbiamo visitato lungo il percorso le grotte di S. Girolamo. Subito dopo il pranzo una rappresentanza di noi si è diretta presso la parrocchia dei Salesiani per incontrare, il loro responsabile ed il responsabile dell’oratorio che ci hanno accolti con gioia, facendoci visitare l’oratorio, luogo dove, se Dio vorrà, nascerà il gruppo dei Papaboys e insieme abbiamo lanciato alcune idee di attività e collaborazioni con noi.

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PELLEGRINAGGIO IN TERRASANTA – PRIMO GIORNO – EMOZIONI DI VIAGGIO ED ARRIVO A GERUSALEMME

GERUSALEMME – Prima giornata conclusa del pellegrinaggio dei Papaboys in Terrasanta, realizzato dal 20 al 27 maggio con la collaborazione dell’Apostolato Giovani per la Vita, dei gruppi di Adorazione Eucaristica e con la partecipazione della Comunità La Vittoria di Dio, i ‘Nuovi Apostoli’ e la Vigna deliziosa. Questa giornata del 20 maggio è terminata con l’arrivo nella città santa e con un torneo di calcio – prima edizione – dal titolo ‘Shalom’ tra la Selezione Juniores della Città di Gerusalemme ed una rappresentanza dei giovani della Nazionale Papaboys, alla presenza delle autorità della città di Gerusalemme. A vincere i padroni di casa con un netto margine (10 a 1!), ma ci sono stati momenti di fraternità e di coinvolgimento anche del numeroso pubblico presente. Una nota: nel secondo tempo alcuni giovani del Gerusalemme hanno giocato con la maglia dei ragazzi del Papa ed alla fine lo scambio delle maglie fra i giocatori è stato un momento ‘sportivo’ e ‘creativo’ che ha coinvolto tutti i presenti. Un particolare ringraziamento per la sensibilità e lo spirito dinamico all’Assessore allo Sport del Comune di Gerusalemme Elisha Peleg.

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PRIMO GIORNO DI PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA. TESTIMONIANZA DA GERUSALEMME

TESTIMONIANZA – Finalmente a Gerusalemme… e` stato un lungo viaggio, ma pieno di preghiera, di lode, ma soprattutto di gratitudine per essere stati chiamati nella citta` delle citta`, nel cuore del mondo, nella culla della vita: Gerusalemme! E con noi ognuno di voi. “Quale gioia quando mi dissero, andremo alla casa del Signore! Ora i piedi oh Gerusalemme si fermano davanti a te!”  E` stato emozionante leggere “benvenuto in Israele”, sapendo che qui Gesu` e` vissuto, ha pianto, e` morto, e` Risorto! Sapere che questa terra ha accolto le lacrime e il sangue del Signore, come Maria sotto la croce, ci unisce profondamente a questo luogo, che come noi e` chiamato da Dio ad essere grembo di Maria per generare i figli di Dio.

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News Regionali pubblicate su sito dei Papaboys

PIEMONTE – UNA MOSTRA PER GLI 85 ANNI DELLA RIVISTA PER RAGAZZI “IL GIORNALINO”
 
ALBA – NELLA CHIESA DI SAN GIUSEPPE OLTRE 60 PANNELLI. La Periodici San Paolo festeggia il settimanale per ragazzi “Il Giornalino” con una mostra dal titolo “Le storie sono la nostra storia. 85 anni de il Giornalino” fino a domenica 24 maggio nella chiesa di San Giuseppe ad Alba. Pinky e Cocco Bill,…

 

VENETO – DIOCESI DI PADOVA AVVIA DIWEB 2.0 UN PROGETTO INTEGRATO DI COMUNICAZIONE
 
PADOVA – In occasione della 43a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che si celebra domenica 24 maggio, in cui la chiesa cattolica “sbarca” nei social network, a Padova torna in versione 2.0 Diweb.it, aggiornato e rinnovato nella grafica e nella mission. ll progetto Diweb 2.0 si interfacce…

 

LAZIO – IL PAPA MARTEDI A SAN GIOVANNI LATERANO APRE CONVEGNO DIOCESI ROMA
 
ROMA – Il Papa aprirà anche quest’anno i lavori del Convegno ecclesiale diocesano, in programma dal 26 al 29 maggio nella basilica di San Giovanni in Laterano e nelle varie prefetture. A fare da filo conduttore il tema: “Appartenenza ecclesiale e corresponsabilità pastorale”. “Chiamare a raccolta co…

 

CAMPANIA – A SOLOPACA INCONTRO TRA CHIESA E GIOVANI PER IL CONTRASTO AL LAVORO NERO
 
SOLOPACA – Domani, alle 19 presso il Bar 57° Street di Solopaca, si terrà il secondo appuntamento con “Happy Hour: direzione lavoro”, iniziativa della Diocesi di Cerreto – Telese -Sant’Agata de’ Goti rivolta ai giovani dai 17 ai 35 anni. L’incontro sarà dedicato al tema del lavoro nero. Sono previst…

 

VENETO – SONO I VOLONTARI DELLA CARITAS DI PADOVA A CORDINARE GLI AIUTI IN ABRUZZO
 
PADOVA – Da mercoledì 20 maggio, è la Caritas diocesana di Padova a coordinare gli aiuti alle popolazioni colpite dal terremoto nelle tendopoli di Bagno, Civita di Bagno, Roio Piano e S. Rufina, Roio Poggio e Pianola. Paolo Fantinato, volontario di Villanova di Camposampiero, ha ricevuto le consegne…

 

PIEMONTE – DALLA CARITAS DIOCESANA DI CUNEO UNA CAMPAGNA PER COMBATTERE IL RAZZISMO
 
CUNEO – DAL TITOLO “NON AVERE PAURA”. Più di quattro milioni di persone di origine straniera vivono oggi in Italia. Si tratta in gran parte di lavoratrici e lavoratori che contribuiscono al benessere di questo Paese e che lentamente e faticosamente, sono entrati a far parte della nostra comunità. Pe…

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ROMAEUROPAWEBFACTORY: UNA FABBRICA CREATIVA AL SERVIZIO DEI GIOVANI

INIZIATIVE – Notorietà virtuale e 5mila euro in gettoni d’oro è quanto garantisce il premio Romaeuropa Webfactory lanciato sulla rete internet dalla Fondazione Romaeuropa in partnership con Telecom Italia. Le frontiere del regno virtuale hanno aperto le porte ai creativi e agli internauti in un interfaccia in cui è stato possibile interagire e partecipare al concorso attraverso varie sezioni tra cui Video Art, 100 words, Music@ e Spot, e per i più curiosi di seguire l’evoluzione dell’opera e votarla online. A vincere la prima edizione del Premio sono stati Isobel Blank (Eleonora Giglione) per la sezione videoart, Giuseppe Rizzo per 100 words, Dodo Veneziano per la musica e Daniele Napolitano per la sezione dedicata agli spot pubblicitari UGC, User Generated Contents (contenuti generati dagli utenti). 

PRIMI PASSI – L’idea lanciata nel 2008 con l’intento di proporre progetti innovativi è stata avviata alla fine del mese di settembre dello stesso anno attraverso un sito internet dove gli utenti creativi registrandosi al sito potevo partecipare e inviare delle opere. L’esperimento definito di “cultura partecipativa” consentiva anche al semplice fruitore di diventare un creatore di immagini, suoni e parole sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie. Mentre per gli altri utenti è stato possibile visionare le opere e votarle, esprimendo un proprio giudizio e di costituire in questo modo una giuria popolare. Per gestire lo sviluppo delle opere proposte e curare ogni sezione sono stati chiamati dei tutor tra cui Bartolomeo Pietromarchi per la video arte, Ernesto Assante per la musica, Scuola Holden per la scrittura creativa e Patrizia Boglione per la creatività applicata alla pubblicità. L’iniziativa si è rivelata un vero successo e ha riscosso oltre 41mila visite al sito e quasi 5.000 iscritti alla community. In tutto sono state realizzate 615 opere tra le quali 128 nella categoria video art, 289 gli incipit per 100words sul tema “Generazione avanti”, 130 brani per la categoria Music@ e 68 spot. Il portale supportato da Virgilio è stato gestito da The Blog tv, società italiana leader a livello internazionale nelle produzioni web e tv user generated.

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IL POTERE CREATIVO DI DIO E’ SPERANZA SICURA. BENEDETTO SI EMOZIONA NELLA GROTTA DELL’ANNUNCIAZIONE

PACE IN TERRASANTA – “Il prodigio dell’Incarnazione continua a sfidarci ad aprire la nostra intelligenza alle illimitate possibilità del potere trasformante di Dio, del suo amore per noi, del suo desiderio di essere in comunione con noi”. Lo ha affermato Benedetto XVI, oggi a Nazareth, nel discorso alla Celebrazione dei Vespri con vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, movimenti ecclesiali e operatori pastorali della Galilea nella Basilica superiore dell’Annunciazione. “Il riflettere su questo gioioso mistero – ha osservato il Papa – ci dà speranza, la sicura speranza che Dio continuerà a condurre la nostra storia, ad agire con potere creativo per realizzare gli obiettivi che al calcolo umano sembrano impossibili”. Questo “ci sfida ad aprirci all’azione trasformatrice dello Spirito Creatore che ci fa nuovi, ci rende una cosa sola con Lui e ci riempie con la sua vita. Ci invita, con squisita gentilezza, a consentire che egli abiti in noi, ad accogliere la Parola di Dio nei nostri cuori, rendendoci capaci di rispondere a Lui con amore ed andare con amore l’uno verso l’altro”. Nello Stato di Israele e nei Territori Palestinesi, ha ricordato il Pontefice, “i cristiani formano una minoranza della popolazione. Forse a volte vi sembra che la vostra voce conti poco. Molti dei vostri amici cristiani sono emigrati, nella speranza di trovare altrove maggiore sicurezza e migliori prospettive”. ..

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