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ARRIVA EURAXESS ITALY, IL SITO PER AIUTARE I RICERCATORI STRANIERI CHE LAVORANO ALL’ESTERO

LAVORO (Roma) – Un piccolo mattone “virtuale” per costruire nella pratica lo Spazio Europeo della Ricerca: è online Euraxess Italy, il nuovo portale italiano per la mobilità dei ricercatori. Il sito, in lingua inglese, è promosso dalla Fondazione Crui – in collaborazione con Area Science Park e Università di Camerino – e fa parte del network di servizi creati dalla Commissione Europea per supportare i ricercatori stranieri che decidono di svolgere la propria attività all’estero. Nello specifico, il portale italiano si propone come mezzo per fornire ai ricercatori “incoming” nel nostro Paese informazioni utili per essere aggiornati sulle scadenze e “sopravvivere” alla burocrazia.

Un’apposita sezione “introduttiva” spiega al ricercatore straniero in ingresso come funzionano le cose qui da noi: dal visto alla sistemazione, dalle cure mediche alle tasse, dalle condizioni di lavoro alla maturazione dei diritti pensionistici. Oltre a tutte queste informazioni di carattere pratico, sono presenti anche consigli sulla frequenza di corsi di lingua italiana e spiegazioni dettagliate sul nostro sistema d’istruzione, utili per chi ha bambini in età scolare. La voce “about Italy” racchiude in una pagina una gran quantità d’informazioni “basiche” (sistema politico, economia, popolazione) ma stupisce il fatto che la carrellata sulla storia del Belpaese – che pure parte dalle colonie della Magna Grecia – si fermi inspiegabilmente alla fine della Prima Repubblica con Tangentopoli, ben diciassette anni fa, senza fare alcun cenno ai giorni nostri.

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PASSATA LA RIFORMA DELL’UNIVERSITÀ. VETRINE ROTTE, BINARI INTERROTTI… E ADESSO COSA RESTA?

ROMA – E adesso? Dopo i cortei, le manifestazioni, le vetrine rotte, i binari interrotti, i disagi per centinaia di migliaia di persone, l’indifferenza o la distanza della maggioranza degli studenti dalle proteste, insomma dopo questo circo un po’ tetro con gente sui tetti e scontri per strada e, insopportabilmente, fin dentro il Senato della Repubblica, cosa resta? Resta una democrazia più ferita e una serie di problemi sul tappeto.

Una riforma per l’università era necessaria. Per ridurre costi, per raddrizzare procedure, per evitare nepotismi. E le riforme si fanno in Parlamento, se si crede nella democrazia. Accettare la logica delle barricate, degli assalti, delle proteste che generano disagio a chi non c’entra e infine violenza, significa non credere più nella democrazia. Possono essere i primi passi di un precipizio da cui poi non si torna facilmente. Noi italiani lo sappiamo bene. Sembrano non saperlo quegli intellettuali che hanno sempre compiaciuto i rivoluzionari in servizio permanente (basta che non diano fastidio al loro orticello). Non si accorgono (o peggio figono di non accorgersi) del grave valore che hanno gli assalti al Parlamento, l’appropriazione dei luoghi pubblici simbolici per attirare attenzione. Cosa si farà d’ora in poi? una gara a chi occupa per primo la torre di Pisa? Non manca quasi a nessuno qualche buona ragione per protestare. Ma la protesta in democrazia diventa voto e assemblea legislativa e, prima o poi, governo. Se no, diventa inevitabilmente qualcosa d’altro. La riforma certamente accanto a pregi ha dei difetti. La questione essenziale dei ricercatori, addirittura le attese e benedette norme antinepotismo che rischiano di diventare un po’ grottesche, i tagli o gli incentivi che potrebbero esser meglio indirizzati in settori del diritto allo studio. E c’è un innegabile disagio dei giovani – all’inizio di una carriera o studenti – che ha motivi ben più vasti e profondi, pronto (in parte) a incanalarsi sull’immediatezza dello scontro politico.

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VATICANO – L’ISTRUZIONE “DIGNITAS PERSONAE”: UN GRANDE “SÌ” ALLA VITA UMANA


CITTA’ DEL VATICANO – La “Dignitas personae”, l’Istruzione pubblicata oggi su alcune questioni di bioetica dalla Congregazione per la Dottrina della Fede – che aggiorna la “Donum Vitae” – esprime un grande “si” alla vita umana, dal concepimento alla morte naturale. La prima parte richiama aspetti antropologici, teologici ed etici, mentre la seconda e la terza parte riguardano la procreazione e i problemi che emergono dall’evolversi delle possibilità scientifiche. Rispetto alla procreazione, vengono escluse le tecniche di fecondazione artificiale eterologa e omologa, sostitutive dell’atto coniugale; sono ritenuti leciti “gli interventi che mirano a rimuovere gli ostacoli che si oppongono alla fertilità naturale”, se si configurino come terapie; si auspica che siano incoraggiate, con misure legislative, la procedura dell’adozione, le ricerche e gli investimenti dedicati alla prevenzione della sterilità. Sulla fecondazione in vitro e l’eliminazione volontaria di embrioni, si sottolinea, da un lato, l’altissimo numero di embrioni sacrificati (superiore all’80%), dall’altro la tecnica del trasferimento multiplo di embrioni. Tecnica che ha come fine assicurare, per quanto possibile, l’impianto di almeno un embrione, attraverso un numero maggiore di embrioni rispetto al figlio desiderato, prevedendo che alcuni vengano perduti e si eviti la gravidanza multipla: un “trattamento strumentale degli embrioni”. L’Istruzione ritiene eticamente inaccettabile “la dissociazione della procreazione dal contesto integralmente personale dell’atto coniugale” e definisce “intrinsecamente illecita” l’ICSI, la tecnica maggiormente usata nell’ottica della maggiore efficacia.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2033

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