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IMMIGRAZIONE- PORRO(UGL):“RAPPORTO INPS RIVELA DATI POSITIVI SU INTEGRAZIONE”

IMMIGRAZIONE E LAVORO (Roma) – “Concordiamo con quanto dichiarato dal direttore dell’Inps riguardo il lavoro regolare quale tappa fondamentale per l’integrazione degli immigrati, auspichiamo tuttavia che nei prossimi rapporti si possano rilevare ulteriori miglioramenti soprattutto delle condizioni retributive e lavorative degli stranieri”.

Lo dichiara il segretario confederale dell’Ugl, Marina Porro, commentando i dati del IV Rapporto sui lavoratori di origine immigrata negli archivi dell’Inps, presentati oggi a Roma dal direttore generale dell’Istituto, ed evidenziando come “i dati diffusi fanno riflettere su quanto siano importanti gli immigrati per il nostro sistema Paese, anche se sono ancora confinati ai lavori meno retribuiti e spesso rifiutati dagli italiani. Uno su sei, infatti, è addetto alla cura e all’assistenza delle persone, costituendo uno dei pilastri del welfare che, a livello pubblico, è estremamente carente”.

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CIAOKAROL.IT

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TE LO DICO PAPALE-PAPALE – “LETTER@PERTA”: IL NOCE DI CROCE

‘EDITORIALE DI DANTE (Roma) – Carissimi amici di Papaboys.it ben ritrovati con la nostra rubrica ‘Te lo dico papale papale‘, un inserto sull’attualità curato da un professionista della comunicazione, amico dei giovani e sempre sensibile alle tematiche cristiane, Dante Fasciolo. Riflessioni, qualche sana provocazione (culturale e sociale) e soprattutto degli spunti per riuscire, in verità, a farsi testimoni della carità. Sempre al servizio degli ultimi. Questi gli ingredienti della “letter@perta”. Sempre senza peli sulla lingua, con chiarezza e brillantezza ci leveremo qualche sassolino dalle scarpe, grazie alla “penna” di Dante Fasciolo. Buona lettura a tutti!

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IL PENSIERO DI PAPA WOJTYLA NEL LIBRO DI SUOR MYRIAM CASTELLI “GIOVANNI PAOLO II MAESTRO E TESTIMONE

EDITORIA (Roma) – “Il Santo Padre – Giovanni Paolo II Maestro e Testimone”. Si intitola così il libro di suor Myriam Castelli, nel quale la religiosa ha ripercorso il pensiero di Papa Wojtyła, sottolineando i temi che hanno caratterizzato il suo magistero.
Il libro di suor Myriam Castelli sarà presentato domani, alle 21, nella Sala Convegni Biverbanca di Biella. Alla presentazione interverranno il Vescovo di Biella, monsignor Gabriele Mana, ed il dottor Alfredo Monaci, presidente della Biverbanca. Ci saranno inoltre la cantante Alida Ferrrarese, testimonial della serata, ed una rappresentanza della comunità polacca di Biella.
“Il libro – si legge in un comunicato – raccoglie una trentina di temi portanti dell’insegnamento di Karol Wojtyła che, in forma più concentrata, hanno formato un programma televisivo dal titolo ‘Parola di Karol’, andato in onda su Rai Uno sei mesi prima della morte di Giovanni Paolo II”.

Le pagine sono “il frutto di una rilettura attenta del magistero di Papa Wojtyła nell’intento di portare a conoscenza del vasto pubblico i pensieri e le riflessioni di un Pontefice che ha rivelato al mondo ciò che di più grandioso può esserci sulla terra: l’amore di Dio. Un testimone alto di Dio sul mondo, il più visibile, il più autorevole in quanto autorità morale”. Il libro ripropone “le parole che hanno attraversato l’intera durata del pontificato e che rappresentano le fondamenta del cristianesimo: dalle virtù teologali all’impegno sociale, il perdono e la misericordia, la vita e la famiglia, i giovani e lo sport, la sofferenza e la solidarietà, l’arte e la scienza, la pace e il lavoro, l’ecumenismo e la comunione, l’Eucaristia”.

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“L’EUCARISTIA: COMUNIONE CON CRISTO E TRA NOI”: L’IRLANDA INVITA TUTTI AL CONGRESSO EUCARISTICO 2012

CHIESA CATTOLICA NEL MONDO (Dublino, IRLANDA) – La Chiesa cattolica irlandese ha già iniziato ad invitare persone di tutto il mondo al Congresso Eucaristico Internazionale 2012, che si svolgerà a Dublino dal 10 al 17 giugno 2012 e avrà come tema “L’Eucaristia: Comunione con Cristo e tra noi”.
Lunedì scorso il cardinale Seán Brady, arcivescovo di Armagh, e l’arcivescovo Diarmuid Martin di Dublino hanno lanciato la fase preparatoria del Congresso, che rappresenterà un’occasione per approfondire la comunione con Cristo e con i fratelli.

Il cardinale Brady ha sottolineato che “l’obiettivo di ogni Congresso Eucaristico è approfondire la comprensione e la devozione per la Santa Eucaristia, che è fondamentale per la nostra fede cattolica. Questa devozione occupa un posto speciale per i cattolici irlandesi. L’Eucaristia è la fonte e il culmine della vita di ogni seguace di Gesù. Ospitare il Congresso in Irlanda – ha aggiunto cardinal Brady – non serve solo la nostra Chiesa locale, sarà un evento internazionale. La celebrazione attirerà migliaia di pellegrini e permetterà ai cattolici, in Irlanda e all’estero, di incontrarsi e di partecipare a Messe quotidiane, discutere questioni di fede, prendere parte a laboratori, riportare testimonianze e riflessioni e partecipare all’adorazione eucaristica”. Gli organizzatori del Congresso stanno già stringendo accordi con il settore turistico per favorire la partecipazione di persone provenienti da tutto il mondo, ed il sito web del Congresso (www.iec2012.ie) offre dettagli in varie lingue. Per la preparazione dell’evento, gli organizzatori chiedono almeno 3.000 volontari che ricoprano ruoli nell’amministrazione, nella gestione dell’ospitalità, nei servizi di traduzione e nell’accoglienza.

Il cardinale Brady auspica che il Congresso del 2012 “promuova un rinnovamento nella Chiesa cattolica in Irlanda, facendo riflettere sulla centralità dell’Eucaristia al cuore della nostra comunità sempre più eterogenea, e che dia un rinnovato impulso a vivere la fede”. Quest’anno, in occasione della festa del Corpus Domini, si svolgerà un Congresso Eucaristico nazionale per preparare i cattolici irlandesi all’evento del prossimo anno. La prossima settimana, inoltre, inizierà il pellegrinaggio per le 26 diocesi irlandesi della “campana del Congresso”, simbolo dell’invito alla fede, alla preghiera, alla riconciliazione e alla missione.

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IL PAPA ALLA QUESTURA DI ROMA: UNA SOLIDA MORALE PERSONALE DÀ FORZA AL DIRITTO E ALLE ISTITUZIONI

CITTA’ DEL VATICANO – Nel contesto odierno si constata un indebolimento dei “principi etici” e degli “atteggiamenti morali personali” che danno forza a tali principi. Lo ha affermato Benedetto XVI nell’udienza concessa questa mattina ai dirigenti e agli agenti della Questura di Roma. Il Papa ha esortato i cristiani a essere risoluti nel professare la fede nella società, auspicando che società e istituzioni pubbliche “ritrovino la loro anima”.

Anche la “città eterna” è soggetta ai cambiamenti e non tutti sono esemplari. Benedetto XVI riflette sulle modifiche che hanno coinvolto Roma e ciò che ne trae dà voce a un senso di disagio che è di tanti: “Questi mutamenti generano talvolta un senso di insicurezza, dovuto in primo luogo alla precarietà sociale ed economica, acuita però anche da un certo indebolimento della percezione dei principi etici su cui si fonda il diritto e degli atteggiamenti morali personali, che a quegli ordinamenti sempre danno forza”. Queste derive finiscono, ha proseguito il Papa, per avvalorare l’impressione che nel “nostro mondo”, pur “con tutte le sue nuove speranze e possibilità”, il “consenso morale venga meno e che, di conseguenza, le strutture alla base della convivenza non riescano più a funzionare in modo pieno”. E questo può ingenerare in “molti” una tentazione, quella cioè… “…di pensare che le forze mobilitate per la difesa della società civile siano alla fine destinate all’insuccesso. Di fronte a questa tentazione, noi, in modo particolare, che siamo cristiani, abbiamo la responsabilità di ritrovare una nuova risolutezza nel professare la fede e nel compiere il bene, per continuare con coraggio ad essere vicini agli uomini nelle loro gioie e sofferenze, nelle ore felici come in quelle buie dell’esistenza terrena”.

Benedetto XVI è tornato su un tema tante volte trattato, quello della “dimensione soggettiva dell’esistenza”. Porre attenzione a questo aspetto, ha affermato, “è un bene quando si mette in evidenza il valore della coscienza umana”. Ma qui, ha soggiunto, “troviamo un grave rischio”: “Nel pensiero moderno si è sviluppata una visione riduttiva della coscienza, secondo la quale non vi sono riferimenti oggettivi nel determinare ciò che vale e ciò che è vero, ma è il singolo individuo, con le sue intuizioni e le sue esperienze, ad essere il metro di misura; ognuno, quindi, possiede la propria verità, la propria morale. La conseguenza più evidente è che la religione e la morale tendono ad essere confinate nell’ambito del soggetto, del privato: la fede con i suoi valori e i suoi comportamenti, cioè, non ha più diritto ad un posto nella vita pubblica e civile”. Ed ecco, ha rilevato il Pontefice, il paradosso della società attuale nella quale si dà “grande importanza al pluralismo e alla tolleranza”, e al contempo… “…la religione tende ad essere progressivamente emarginata e considerata senza rilevanza e, in un certo senso, estranea al mondo civile, quasi si dovesse limitare la sua influenza sulla vita dell’uomo. Al contrario, per noi cristiani, il vero significato della ‘coscienza’ è la capacità dell’uomo di riconoscere la verità, e, prima ancora, la possibilità di sentirne il richiamo, di cercarla e di trovarla”.

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AIUTO, I GIOVANI SONO «SCOMPARSI»…

ROMA – Non può non colpire il contrasto tra il giovanilismo postsessantottino, modello sociale che tenne il campo a lungo nella pubblicistica e nell’opinione pubblica, e la sparizione odierna della figura giovanile dall’immaginario sociale oppure il suo apparire solo come fonte di preoccupazione o icona ludica della moda, dello spettacolo, dell’intrattenimento: il giovane o è disoccupato, disadattato, drogato o è velina o giù di lì. È evidente che tra i due momenti vi è la simmetria di un comune imbarazzo nei confronti della condizione giovanile e del suo posto nel contesto storico-sociale nazionale: allora si trattava di metabolizzare la grande paura della contestazione “idolatrando” la figura giovanile, oggi si cerca di esorcizzarla incastonandola in categorie sociali marginali o laterali. In un caso e nell’altro, la condizione giovanile è avvertita molto più come problema o divagazione che non come risorsa. Ovviamente, per chi non ha perso del tutto il contatto con la realtà – cioè per chi ha un contatto che non sia completamente filtrato dai sistemi della disinformazione nazionale – le cose non stanno così. Il mondo giovanile presenta una gamma amplissima di situazioni e di tipologie umane e culturali, in cui la negatività è più grave e endemica e in cui la positività costruttiva, la buona volontà, l’ingegnosità, la generosità, la capacità aggregativa sono molto superiori e diffuse, rispetto a quanto rappresentato.

D’altra parte, è anche vero che il ceto giovanile oggi stenta a trovare le sue forme di autorappresentazione e di comunicazione e quando prende iniziativa pubblica collettiva si segnala per lo più con gesti di esasperata reazione o di opposizione inconcludente. Il problema è dunque l’assenza complessiva del giovane dalla scena pubblica, come protagonista, come modello, come interrogativo: è come se non si sapesse che posto dare al ceto giovanile nel contesto della vita e della storia nazionale, ed è anche come se i giovani non sapessero neppure loro che posto riconoscersi di diritto e costruirsi di fatto. Le analisi psico-socio-economiche, a questo punto, possono dire moltissime cose, evidenziando i tanti aspetti del problema e chiarendo cause e condizioni. Ci possono far capire, ad esempio, quali scelte hanno condotto la politica del Paese a garantire le posizioni acquisite nel passato contro le risorse del futuro; oppure quale sia il fondamento della diffusa sensazione giovanile di non essere oggetto di cura e di investimento da parte della Nazione che pur li ha generati, eccetera. Insomma, possono spiegarci ciò che ha condotto in una situazione in cui è diventato oscuro se e quale eredità avranno in sorte le giovani generazioni. Ma per comprendere il punto cui siamo arrivati abbiamo bisogno di mettere in risalto le categorie antropologiche – nascita, generazione, cura, eredità –, di cui abbiamo fatto uso. Perché sono esse la vera posta in gioco; meglio, dicono tutto ciò da cui si è preteso (e si continua a pretendere) di prescindere nel gestire la vita comune e le grandi questioni sociali. In un’implicita continuità con una sindrome ideologica antiautoritaria, antipaterna, antifamiliare, eccetera, si fa della questione giovanile una questione solo di cronologia, piuttosto che di genesi. Come si parlava negli anni ’60 dello scontro tra generazioni, si parla oggi della loro estraneità; ma continuando a non soppesare il termine “generazione”, che prima di indicare quelli che sopravvengono, significa l’azione con cui la vita re-inizia e continua. Con profonda intuizione Hanna Arendt vedeva in ogni autentico agire umano una “nascita” e un “inizio”; come a dire che il nascere/prendere inizio è il senso dell’essere-in-azione dell’uomo e del suo stesso vivere.

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FONTANE DI LUCE E MUSICA IN PIAZZA POLITEAMA, I GIOVANI DI SICILIA CREDONO NEL CAMBIAMENTO.

PALERMO, SABATO 2 OTTOBRE 2010 – Mancano ormai poche ore all’arrivo di Papa Benedetto XVI a Palermo e le strade del capoluogo siciliano sono già piene di giovani in festa. I Papaboys di Sicilia non potevano mancare a questo appuntamento per testimoniarvi questa nuova esperienza di fede. Sabato pomeriggio alle 18 i Vescovi provenienti da diverse diocesi siciliane hanno incontrato i giovani, palermitani e non, per riflettere con loro sui temi che ci stanno più a cuore in questo momento: lavoro, scuola e università, giustizia e legalità, cittadinanza attiva e ambiente. Le “Fontane di Luce” (questo il nome dato alle catechesi dei Vescovi) hanno davvero illuminato la nostra mente. Ho ascoltato a lungo S.E. Mons. Salvatore Muratore (Vescovo della diocesi di Nicosia in provincia di Enna) che ha affrontato l’ambito di riflessione relativo all’ambiente nella chiesa di S. Anna La Misericordia. S. E. Mons. Muratore ha dato il benvenuto ai giovani di Acireale e alle famiglie di Mazara del Vallo con queste parole: “Mi auguro che voi giovani attingendo alle fontane di luce possiate diventare delle fiaccole di luce” […] Dio ha messo il segno più su tutte le cose. C’entra la fede con l’ambiente? Dove sta andando l’umanità? Quale futuro sta preparando? Cosa dobbiamo fare? Lo stupore è la molla della vita.

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PAPA ALL’UDIENZA GENERALE: “CHIESA CAMBIA CON CONVERSIONE DEL CUORE, NON SOLO RINNOVANDO STRUTTURE”

CITTA’ DEL VATICANO – La Chiesa non si rinnova cambiando semplicemente le strutture, ma con un “sincero spirito di penitenza” e “un operoso cammino di conversione”. E’ la lezione che Benedetto XVI ricava per i cristiani di oggi dagli insegnamenti della mistica tedesca Ildegarda di Bingen, vissuta nel XII secolo e al centro, questa mattina in Aula Paolo VI, di una seconda catechesi all’udienza generale dopo quella di mercoledì scorso. Nei saluti in lingua inglese, il Papa ha poi indirizzato un videomessaggio alla popolazione britannica in vista del suo viaggio della prossima settimana, ringraziando tutti coloro che stanno adoperandosi per organizzarlo.Impressiona, e certamente fa riflettere, l’aderenza alle vicende della Chiesa del nostro tempo del messaggio che una mistica del XII secolo rivolge alla Chiesa del suo. Benedetto XVI ne parla alla fine della catechesi, lasciando che le parole di Ildegarda di Bingen penetrino i cuori dei cristiani di oggi come certamente fecero all’epoca, quando la religiosa tedesca indirizzò frasi di fuoco ai càtari – un gruppo, ha ricordato il Papa, che propugnava “una riforma radicale della Chiesa, soprattutto per combattere gli abusi del clero”:

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SIAMO DAVVERO SALE DELLA TERRA? E SIAMO DAVVERO LUCE DEL MONDO?

VANGELO DI OGGI – «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli».

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– 8 GIORNI ….. ‘LA NOVENA DEL SANTO NATALE INSIEME AI PAPABOYS’

Carissimi fratellini e sorelline e lettori tutti del sito dei ‘Giovani del Papa’ www.papaboys.it, eccoci presenti nella tua casella postale con la riflessione di questa giornata in preparazione al Santo Natale: mancano 8 giorni e dobbiamo prepararci questa grande possibilità che abbiamo: essere partecipi, protagonisti e testimoni dell’incarnazione! La redazione – come vi abbiamo detto ieri – ha deciso di vivere insieme a voi, anche attraverso la rete internet, la ‘novena del Santo Natale’, per cui anche oggi e fino al 25 dicembre, vi proporremo la newsletter quotidiana con una riflessione che ci introduca al mistero dell’incarnazione e nascita di Gesù, nella speranza che ciascuno di noi possa diventare artefice e promotore in prima persona di questa incarnazione del Dio che si fa uomo-bambino per la nostra salvezza e per la salvezza di ogni uomo. Dopo un primo spunto di riflessione, vi proponiamo anche la lettura di oggi del Vangelo, ed un commento al Vangelo del Giorno. Possa questo piccolo nuovo impegno essere dono per ciascuno, e possa Gesù nascere anche attraverso il seme che può essere gettato in alcuni nostri cuori attraverso la rete mondiale di internet.

RIFLESSIONE DEL 17 DICEMBRE 2009

Non riesco a comprendere come io posso essere testimone credibile della nascita di Gesù, in modo da far conoscere questa grande e vera notizia a tutti i miei amici e fratelli! Prima di tutto dobbiamo aprire il cuore, ed anche la mente, al pensiero di Gesù che nasce, all’idea Divina dell’azione di Salvezza per l’Uomo. Dio che si fa uomo, come noi, non per svago, ma per passione di Amore per l’uomo stesso: un Uomo-Bambino-Dio sostanziale che è persona come noi, e come noi dirà il suo primo ‘Si alla vita’. Noi nella comodità di un Ospedale tra le cure più appassionate ed i fiocchi rosa ed azzurri, Dio-Gesu’ Bambino nella povertà di una stalla con un bue ed un asino a fargli da ‘termosifone’; altro non c’era! Saro’ testimone di questo ‘avvento’ se lo stupore si leggerà nella gioia dei miei occhi, e nelle parole che pronuncerò in questo giorno agli altri, se verranno veramente scritte con l’inchiostro del cuore! Vieni Bambino Gesù, il mio cuore è pronto a scrivere nella mia vita il tuo nome!

VANGELO DI OGGI(Mt 1,1-17)
Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadab, Aminadab generò Naasson, Naasson generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiud, Abiud generò Eliacim, Eliacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliud, Eliud generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici.
Parola del Signore.

COMMENTO AL VANGELO DI OGGI
Dal 17 al 23 dicembre, vengono cantate nei Vespri alcune antifone particolari. Cominciano tutte con l’esclamazione di ammirazione: “O” (da qui il loro nome popolare di “grandi antifone O”). Si tratta di invocazioni ardenti rivolte dalla Chiesa al suo Salvatore. Dom Geranger diceva che queste antifone contengono tutto il midollo della liturgia dell’Avvento. Queste grandi antifone cantano di volta in volta i diversi aspetti messianici del Salvatore Gesù. Oggi, prepariamoci ad accogliere il Messia come Sapienza dell’Altissimo. Lasciamo che ci guidi sulla via della saggezza.

www.papaboys.it

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L’11 OTTOBRE ANCHE I PAPABOYS PARTECIPANO ALL’EVENTO ‘IO DISSUADO’ AL CIRCO MASSIMO DI ROMA

ROMA – Le persone sanno che “la velocità uccide”, eppure il loro comportamento di guida reale sembra non riflettere questo assunto. Giornali, ricerche sociali, istituzioni continuano a evidenziare la pericolosità della velocità al volante, ma le persone, di fatto, non ne tengono conto. Secondo una recente ricerca europea, in ogni istante il 50% dei guidatori supera i limiti di velocità consentiti (Fonte: OECD/ ECMT, 2006). Il progetto Io dissuado intende contribuire ad incidere, modificandolo, su questo atteggiamento mentale e comportamentale senza far leva su un facile terrorismo o una condanna morale, ma fornendo alle persone un’evidenza razionale, “Rallentare uccide di meno”, che fa appello alla loro intelligenza e alla sensibilità di individui e di membri della collettività. L’obiettivo del progetto è quello di sensibilizzare il grande pubblico sul tema della sicurezza stradale, stigmatizzando comportamenti e atteggiamenti scorretti alla guida.

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http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2870

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PROGETTO FONDAZIONE ANIA PER LA SICUREZZA STRADALE

Locandina_IO_DISSUADO

Le persone sanno che “la velocità uccide”, eppure il loro comportamento di guida reale sembra non riflettere questo assunto. Giornali, ricerche sociali, istituzioni continuano a evidenziare la pericolosità della velocità al volante, ma le persone, di fatto, non ne tengono conto. Secondo una recente ricerca europea, in ogni istante il 50% dei guidatori supera i limiti di velocità consentiti (Fonte: OECD/ ECMT, 2006). Il progetto Io dissuado intende contribuire ad incidere, modificandolo, su questo atteggiamento mentale e comportamentale senza far leva su un facile terrorismo o una condanna morale, ma fornendo alle persone un’evidenza razionale, “Rallentare uccide di meno”, che fa appello alla loro intelligenza e alla sensibilità di individui e di membri della collettività. L’obiettivo del progetto è quello di sensibilizzare il grande pubblico sul tema della sicurezza stradale, stigmatizzando comportamenti e atteggiamenti scorretti alla guida.

 Io dissuado

Io dissuado è un progetto di sensibilizzazione e di comunicazione che prevede l’utilizzo di più media:

  • Stampa quotidiana e periodica (da meta aprile a metà ottobre)
  • Internet
  • Evento a Roma
  • Relazioni pubbliche

 Attraverso un elemento simbolico, il dissuasore di velocità, vengono invitati tutti, in quanto tutti possibili vittime di incidenti stradali, ad essere testimonial di una campagna contro la velocità. Tutti sono invitati a diventare “dissuasori umani” di un comportamento scorretto che provoca ogni anno più vittime di una guerra.

L’evento

L’obiettivo dell’evento è quello di sensibilizzare la pubblica opinione, grazie ai media nazionali ed internazionali, rispetto al dramma quotidiano degli incidenti e delle vittime della strada attraverso un evento di massa, spontaneo, colorato e pacifico. Migliaia di persone si raduneranno a Roma domenica 11 ottobre 2009 per formare un cordone di “dissuasori umani”, proprio come viene visualizzato nella campagna stampa.

Il giorno dell’evento

La mattina dell’evento, alle ore 9.30, si raduneranno in via dei Cerchi tutti coloro che hanno aderito alla manifestazione. Verranno allestiti punti informazione e di ristoro ed aree destinate ai servizi. I volontari riceveranno le istruzioni utili da un coreografo di massa e dal suo team. Verso le ore 12.30, sotto la loro regia, i presenti si sdraieranno a terra, formando così una “colonna di dissuasori umani”. E’ previsto un momento musicale di grande impatto emotivo per dare la massima solennità all’iniziativa. Max Gazze ed Eugenio Finardi chiuderanno la manifestazione, verso le 13, con una performance musicale creata ad hoc per l’evento. Interverranno, inoltre, con la loro testimonianza personaggi dello sport e dello spettacolo. A tutti i partecipanti verrà regalata una T-shirt celebrativa dell’evento e materiale informativo sulla sicurezza stradale.

 Location

Roma, in quanto capitale d’Italia, deve essere rappresentativa di un Paese che ha deciso di iniziare una pacifica campagna contro la morte sulle strade. Per questa ragione è stata scelta la Città Eterna, in un luogo simbolico ed altamente suggestivo, via dei Cerchi (zona Circo Massimo), quale location della manifestazione.  

 

Patrocini

Il progetto ha ottenuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Comune di Roma.

 

Sito internet per iscrizioni ed informazioni

www.iodissuado.it

 

Segreteria organizzativa

e-mail: redazione@iodissuado.it

cell:  3317779242

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NELL’EPOCA MODERNA DELLA ‘MEDIAFOLLIA’ LA CHIESA NON PERDA DI VISTA LA SUA MISSIONE: GESU’

RIFLESSIONE – Troppo spesso confusi e tirati per tonache e giacche dentro questioni che non riguardano l’aspetto primario della missione della Chiesa – l’annuncio del Regno di Dio – viviamo SPESSO confusamente troppe ore della giornata, lontani dal mistero cardine della nostra storia di uomini che coincide con la ‘Risurezione personale’, che potrebbe spettarci nell’eternità, e che siamo chiamati a VIVERE ANCHE NELL’OGGI DI OGNI GIORNO. Il Regno di Dio non è un concetto astratto o lontano, una passione recondita od un’idea triste che deve portarci a sacrifici di tempo e di emozioni, come molti giovani credono, il Regno di Dio è la gioia di vivere la pienezza di ogni istante che il tempo della storia batte nella nostra individuale e comune eternità della quale stiamo già sorseggiando un calice. Il Regno di Dio è già in anteprima su questa terra oggi, se riusciamo a disinnescare la sudditanza dagli aspetti secolari, vivendo nella vera libertà di figli Suoi.  La Chiesa ci aiuta a fare questo? Tutta la Chiesa? Il Santo PadreI BenedettoXVI anche ieri nel corso dell’udienza generale ha parlato di misericordia divina e braccia aperte per i peccatori (lo siamo tutti, nessuno escluso). Sia chiaro: definirsi ‘peccatori’ significa definirsi ‘uomini’. E’ non scindibile il legame tra l’uomo ed il peccato, eccezione fatta per i casi dove la santità si insinua ed entra con tutta la sua potenza d’Amore. Mi vengono in mente le parole di un Vescovo che durante l’omelia di questo Santo Natale ha detto: ‘In questi anni nei quali sono alla guida della Diocesi una sola persona è venuta da me per chiedermi di parlare di Gesù! Tutti vengono con mille idee e proposte, ma a parlare di Gesù ne è venuta solo una!”. E se la Chiesa dimenticasse davvero di essere “nel mondo”, e si ricordasse di più di “non essere del mondo”?. Facciamo tutti un passo indietro. E torniamo ad abbandonare tutto e seguire il Maestro. E’ Lui il centro della nostra missione di Chiesa, è Lui l’inizio, è Lui il presente, ed è Lui il futuro.  Dino Boffo passerà prima o poi, c’è davvero stato troppo! E con Boffo la storia spazzerà via il sottoscritto scrivente, Feltri, e ciascun essere vivente. Ma ognuno di noi preghi perchè il proprio nome possa essere scritto nel libro della Chiesa di Gesù, quella senza querele, senza molestie, ed anche senza fallimenti, quella Chiesa senza interventismo politico, senza laicisti e cattolici contro, quella Chiesa fondata su Gesù, il Signore, che è Dio stesso che si fa Uomo per l’uomo, e che attraverso il Suo corpo ancora oggi, dopo duemila anni, diventa cibo per la mia anima. E per la mia eternità.

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