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CINEMA: LA NOUVELLE VAGUE E IL CINEMA COME “FATTO MORALE”

CINEMA – “Il cinema è un fatto di stile, e lo stile è un fatto morale”. E’ una delle citazioni filmiche (tratta dal film di Bernardo Bertolucci “Prima della rivoluzione”, (1964) che testimoniano la vitalità e la perdurante “eredità” della Nouvelle Vague francese, oggetto di un Convegno internazionale promosso a Roma dalla Fondazione Ente dello Spettacolo (Eds), a cinquant’anni dalla proiezione a Cannes dei “Quattrocento colpi” di François Truffaut. “Uno degli elementi più caratteristici della Nouvelle Vague, e tornando indietro del neorealismo, è l’etica dell’estetica”, ha detto Vito Zagarrio, dell’Università “Roma Tre”, facendo notare che per i cineasti francesi “ogni inquadratura è un fatto etico”. Il cinema della Nouevlle Vague è dunque “una profonda riflessione sulla forza dell’immagine: si basa su un’idea visionaria che diventa poi un fatto morale”, a partire dalla convinzione che “il cinema è tanto più politico, quanto più esteticamente forte e stilisticamente fondato”. Secondo il relatore, “l’eredità della Nouvelle Vague nel cinema italiano contemporaneo è in quella generazione di giovani registi che non si sente figlia – come chi li ha preceduti – della sconfitta: vergine rispetto all’ideologia e alla politica, è capace di ritornare al cinema come fatto etico”.

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L’OSSERVATORE ROMANO E LA VERA STORIA DELLA PREGHIERA SEMPLICE. UN ARTICOLO DEL QUOTIDIANO DEL PAPA

CITTA’ DEL VATICANO – È eccezionale la diffusione della Preghiera semplice attribuita a san Francesco d’Assisi, conosciuta in tutto il mondo grazie, soprattutto, alla sua spontaneità e al riferimento alle attese più umane. Tradotta in tutte le lingue, è stata ed è recitata nell’ambito di numerosissimi incontri e da eminenti personalità del mondo ecclesiastico, letterario e politico. Dovendo fare una scelta, è sufficiente ricordare che nel 1975 essa fu recitata a Nairobi durante una riunione del Consiglio ecumenico delle Chiese; che nel 1986 fu al centro delle preghiere dei partecipanti all’incontro dei rappresentanti di tutte le religioni, organizzato da Giovanni Paolo ii ad Assisi; che nel 1989 a Basilea aprì il convegno ecumenico europeo. La preghiera non finirà di stupire madre Teresa di Calcutta, che ne spiegò brevemente l’importanza e invitò a recitarla il giorno in cui a Oslo ritirò il premio Nobel per la pace (1979), rivelando che nel suo istituto si diceva tutti i giorni dopo la comunione; Helder Pessoa Câmara, l’allora arcivescovo di Olinda e Recife (Brasile), la incluse nei “Fogli di strada per le comunità abramitiche”; Margaret Thatcher ne scandì una parte il 4 maggio 1979, giorno della sua nomina a primo ministro; il vescovo anglicano Desmond Tutu (Nobel per la pace 1984), ha confessato che “essa fa parte integrante” della sua devozione; Bill Clinton la inserì nel discorso di saluto a Giovanni Paolo ii all’aeroporto di New York nel 1995, aggiungendo con malcelata fierezza che “molti americani, cattolici e non, la tengono in tasca, nella borsa o nell’agenda”.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2120

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OCEANIA/ISOLE SALOMONE – Inchiesta per migliorare il servizio della rivista “Voice Katolika”

Honiara (Agenzia Fides) – Sapere cosa pensano i lettori, sondare le loro idee, i loro gusti e le loro preferenze, accoglierne i suggerimenti. Fare, insomma, ogni sforzo per rendere “Voice Katolika”, periodico della Chiesa delle Isole Salomone, uno strumento apprezzato e stimato, letto, conosciuto. Un periodico che possa svolgere un ruolo di formazione e informazione, che sia utile a chiarire nodi teologici, che susciti dibattiti e sia stimolante punto di partenza per le catechesi. Sono queste le finalità dell’inchiesta proposta dall’Ufficio Comunicazioni delle Isole Salomone per migliorare sempre di più il servizio e la diffusione di “Voice Katolika”.
L’Ufficio ringrazia i lettori, i fedeli e tutti coloro che hanno sostenuto la pubblicazione con le loro offerte nel 2007, e insieme rilancia un sondaggio per capire quali parti, quali servizi siano stati particolarmente graditi, in modo da rendere il giornale sempre più rispondente alle esigenze del suo pubblico.
I numeri scorsi della rivista hanno toccato diversi argomenti: diritti umani e violenza; aiuti allo sviluppo; servizi sanitari e sociali; nuovi movimenti ecclesiali. Sono giunti in redazione messaggi di incoraggiamento, lettere, richieste di chiarimenti e approfondimenti. Ciò significa che il pubblico ha apprezzato il lavoro e considera il periodico utile nella pastorale.
Il Direttore di “Voice Katolika”, il Salesiano P. Ambrose Pereira, ha inviato a tutti gli abbonati, le parrocchie, i movimenti, le scuole, un questionario in cui chiede se la rivista abbia rappresentato uno strumento utile nella comprensione della fede, quali parti siano state maggiormente gradite, quali i suggerimenti per migliorarlo.
Si aspettano risposte soprattutto da insegnanti, studenti, catechisti, animatori pastorali, nonchè, naturalmente, da sacerdoti e religiosi.
Secondo p. Ambrose, il ruolo del giornale deve essere quello di “informare, educare, divertire”. “Voice Katolika” è stato rilanciato dalla Chiesa delle isole Salomone per essere più incisiva nella società, per rispondere alle nuove sfide della comunicazione. La rivista, che ha cadenza trimestrale e tiratura di oltre 1.600 copie, presenta articoli, contributi di esperti e fotografie che raccontano la vita dinamica e vivace della Chiesa nell’arcipelago.
P. Ambrose nota che “la comunicazione è molto importante per migliorare l’istruzione della popolazione, in una nazione che è ancora alle prese con problemi sociali e sanitari”. Nelle Isole Salomone meno del 20% della popolazione (nel complesso 450.000 persone) è alfabetizzato. Molte persone istruite appartengono alla comunità cristiana o sono state formate in istituti cristiani, dato il grande impegno delle Chiese nella gestione di scuole di ogni ordine e grado.

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