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LA RAPA… DI REPUBBLICA REPLICA AD AVVENIRE. E ‘LA STAMPA’ PROPONE L’ARTICOLO DEI PAPABOYS

MEDIA IMPAZZITI – E’ incredibile, ma dall’articolo di ieri relativo alla botta e risposta (ed oggi ancora botta) tra il quotidiano cattolico Avvenire, ed il quotidiano ‘laicista’ Repubblica, oggi è finita sul Quotidiano ‘La Stampa’. Ma non solo, tra commenti, e mail di protesta, e telefonate di appoggio, oggi Repubblica risponde ancora ad Avvenire per opera del suo direttore. Da che parte ricostruiamo la vicenda? Iniziamo da questa mattina, quando il buon Mauro risponde a Dino Boffo dalle pagine di Repubblica, ma intanto, sempre questa mattina l’articolo di ieri apparso sul nostro sito e che abbiamo distribuito come nota stampa anche ad ‘alcuni’ giornalisti, è uscito sul quotatissimo blog di Marco Tosatti ‘San Pietro e dintorni’, finestra quotidiana on line sul sito de ‘La Stampa’ di Torino. Iniziamo quindi proprio da qui:

Ecco il link per vedere il ‘post’ inserito da Tosatti.
”San Pietro e dintorni”
Il blog di Marco Tosatti
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/hrubrica.asp?ID_blog=196

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2252

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LA SCIENZA INVITA I GIOVANI AD EVITARE IL FUMO: AUMENTA L’INFERTILITÀ

 

 

 

 

 

 

BRUTTI VIZI – Un nuovo studio scientifico dell’University of Rochester (USA), pubblicato sulla rivista “Tobacco Control” dello scorso novembre, ha evidenziato come il fumo passivo sia un vero e proprio nemico della maternità: esso, infatti, aumenta, anche a distanza di anni dalla sua inalazione, di ben il 60% il rischio d’infertilità femminile e d’aborti spontanei. La ricerca scientifica è uno dei primi studi che dimostra gli effetti a lungo termine del fumo passivo sulle donne ai fini della fertilità. I dati raccolti e i risultati raggiunti sono allarmanti, e dimostra come anche le bambine esposte a fumo passivo corrono il rischio d’essere donne con problemi d’infertilità da adulte e di andare incontro più facilmente ad aborti spontanei.

Gli studiosi americani hanno esaminato un campione di 4800 donne non fumatrici, individuando tra esse un sottogruppo di persone che era esposto, nell’infanzia o ancora attualmente, a sei o più ore di fumo passivo. Queste donne, costrette nel passato o nel presente a subire il fumo altrui, presentavano un rischio d’infertilità e aborti spontanei maggiorato del 68% rispetto alle altre partecipanti alla ricerca. La conferma di questo dato viene anche dal rilievo statistico per cui il 40% delle “fumatrici involontarie” aveva avuto già problemi d’infertilità o aveva già subito uno o più aborti spontanei. E questi dati purtroppo vanno ad integrare un’altra scoperta che riguarda la fertilità degli uomini: i giovani e gli adulti maschi che vogliano diventare papà rischiano tanto, infatti i dati confermano che il fumo attivo e passivo, rende nel tempo gli spermatozoi immobili e dunque incapaci di fecondare gli ovuli femminili.

Insomma, se la correlazione tra fumo passivo e insorgenza di tumori era nota, questo ulteriore avvertimento dovrebbe convincere ancora di più tutti i fumatori, in particolar modo le fumatrici o chi è vicino a donne in età fertile o incinte, a dire il definitivo addio alle sigarette.

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SUCCESSO DELLA RIVISTA “PAULUS”, INIZIATIVA EDITORIALE NATA CON L’ANNO PAOLINO

CITTA’ DEL VATICANO – E’ uscito il numero di ottobre del mensile “Paulus”, la rivista interamente dedicata a San Paolo. Nata con 64 pagine a colori, la rivista che accompagna l’Anno Paolino indetto da Benedetto XVI, raggiunge in questo quarto numero le 80 pagine. Ma a cosa è dovuto questo incremento? Rosario Tronnolone di Radio Vaticana lo ha chiesto al direttore responsabile della rivista, don Primo Gironi:

R. – Il motivo è dovuto al fatto che desideriamo presentare su Paulus le 13 lettere dell’Apostolo, e questo, inserendo anche il testo, necessita di maggiore spazio, quindi di una maggiore fogliazione. Noi siamo contenti, perché di numero in numero i nostri lettori entrano nello spirito dell’apostolo, comprendono la lettera, che viene spiegata, e mettono anche in chiaro quanto Benedetto XVI ci ha proposto con questo anno paolino, di conoscere l’apostolo Paolo e di sentirlo vivo, sentirlo parlare oggi nel nostro ambiente, nel nostro mondo.

D. – Il dossier di questo mese è dedicato ad una delle lettere paoline, la prima lettera ai Tessalonicesi. Si esamina questo testo così importante della spiritualità di San Paolo, attraverso diverse prospettive. Quali sono?

R. – Nel presentare le singole lettere innanzitutto abbiamo iniziato con la prima ai Tessalonicesi, che è lo scritto più antico del cristianesimo, e abbiamo desiderato accostarci a questa lettera, come a tutte le altre, con una triplice lettura. Una è quella della nostra tradizione cattolica. Poi abbiamo interpellato anche due diversi autori, uno per la lettura delle Chiese evangeliche e delle Chiese riformate, e l’altro della Chiesa sorella ortodossa. Così abbiamo l’accostamento alle lettere di San Paolo, ad un livello ecumenico, anche più esteso ed anche maggiormente comprensibile.

D. – E poi parliamo di un’iniziativa molto simpatica, molto particolare: la proposta di scrivere San Paolo all’albo dei giornalisti honoris causa…

R. – Una bella sorpresa anche per noi, perchè ci è arrivata questa lettera di un lettore molto attento, che vista la grande, ampia attività di scrittore di Paolo, visto anche come colui che ha scritto anche prima degli evangelisti, si chiede e ci chiede, perché non dare a Paolo questo titolo di giornalista e darglielo honoris causa, visto che a quell’epoca certamente non c’era l’ordine dei giornalisti?

Fonte: www.papaboys.it

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L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL MEDIA

MEDIA – Nomadi negli affetti, nei valori, nelle passioni. E ora – si apprende leggendo il settimo “Rapporto sulla comunicazione” realizzato da Censis e Ucsi – anche nel loro rapporto con i mass media. Ormai è una vera e propria sindrome da nomadismo diffuso quella che affligge i giovani italiani: di qualunque cosa si tratti, ai legami solidi preferiscono quelli molli e temporanei, che possono essere sciolti in un attimo. C’è da fidarsi del cliché? In effetti, ci sono molti elementi sotto gli occhi di tutti che vanno in questa direzione, insieme a una considerazione banale: quando il provvisorio dilaga, passa la voglia di giurare fedeltà a questo o quello. In fondo, qualche ulteriore conferma arriva anche dal “Rapporto sulla comunicazione”, al quale va il merito di quantificare fenomeni già ben noti più che di rivelarne di nuovi. Per esempio: in Italia il 97,2% dei giovani possiede almeno un telefono cellulare…….

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http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1409

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