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L’ARCIDIOCESI DI WASHINGTON APRE IL NUOVO SEMINARIO “BEATO GIOVANNI PAOLO II

ESTERI (Washington, USA) – L’Arcidiocesi di Washington sta aprendo un nuovo seminario che porta il nome del Beato Giovanni Paolo II, beatificato questa domenica in Vaticano. L’Arcidiocesi ha annunciato sabato che il Cardinale Donald Wuerl ha istituito formalmente il “Seminario Beato Giovanni Paolo II”, che verrà benedetto il 22 ottobre, giorno della festa del Pontefice defunto. “Papa Giovanni Paolo II è stato un modello speciale per tante persone come sacerdote, Vescovo e Papa straordinario”, ha dichiarato il porporato. 

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IL PAPA ALL’UDIENZA GENERALE: MISERICORDIA E BONTÀ VINCONO LO SMARRIMENTO DELLE COSCIENZE

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – All’udienza generale, in Piazza San Pietro, Benedetto XVI ha dedicato la sua catechesi alla popolare figura di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, luminoso testimone della carità, vissuto a Napoli nel XVIII secolo. Il fondatore dei Redentoristi, ha detto il Papa, ci ricorda che bisogna avere una visione ottimista della vita, confidando nelle risorse di bene che il Signore dona ad ogni uomo. Quindi, ha messo l’accento sull’importanza dell’insegnamento della dottrina morale, che per Sant’Alfonso va sempre accompagnato da un atteggiamento caritatevole e comprensivo. “Chi prega si salva”: Benedetto XVI ha richiamato il motto di Alfonso Maria de’ Liguori, Santo della carità e dottore della Chiesa. Ed ha innanzitutto ricordato come, nonostante fosse l’avvocato più brillante della Napoli del suo tempo e di ricca famiglia, comprese che Dio lo chiamava ad un’altra vocazione: essere sacerdote in mezzo ai poveri. Nella società napoletana del primo ‘700, dunque, il Santo fondatore dei Redentoristi iniziò un’azione di evangelizzazione tra i più umili: “Alfonso ottenne ottimi risultati: nei quartieri più miseri della città si moltiplicavano gruppi di persone che, alla sera, si riunivano nelle case private e nelle botteghe, per pregare e per meditare la Parola di Dio, sotto la guida di alcuni catechisti formati da Alfonso e da altri sacerdoti, che visitavano regolarmente questi gruppi di fedeli”.

Queste riunioni, ha proseguito, presero il nome di “cappelle serotine”, una vera e propria “fonte di educazione morale e di risanamento sociale”, tanto che, grazie al suo impegno, quasi scomparirono i crimini nella città di Napoli: “Le ‘cappelle serotine’ appaiono un modello di azione missionaria a cui possiamo ispirarci anche oggi per una ‘nuova evangelizzazione’, particolarmente dei più poveri, e per costruire una convivenza umana più giusta, fraterna e solidale”. Sant’Alfonso non si fermò tuttavia ad agire nella città, ma entrò in contatto con i contadini e i pastori delle regioni interne del Regno di Napoli e decise di dedicarsi a queste persone “povere spiritualmente e materialmente”. Un’azione pastorale che fu poi portata avanti dai religiosi delle Congregazione da lui fondata. Sacerdoti, ha osservato il Pontefice, che divennero degli “autentici missionari itineranti”, esortando “alla conversione e alla perseveranza nella vita cristiana soprattutto per mezzo della preghiera”. Inoltre, il Santo si oppose ad una visione arcigna e severa di Dio, che sia andava affermando in quel periodo a motivo della mentalità giansenista. Il Papa ha così messo l’accento sul ricco insegnamento di teologia morale di Sant’Alfonso: “Ai pastori d’anime e ai confessori, Alfonso raccomandava di essere fedeli alla dottrina morale cattolica, assumendo, nel contempo, un atteggiamento caritatevole, comprensivo, dolce perché i penitenti potessero sentirsi accompagnati, sostenuti, incoraggiati nel loro cammino di fede e di vita cristiana”.

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CUBA, LE DIFFICOLTÀ E I SUCCESSI DEI 60 MEDIA CATTOLICI CHE FANNO COMUNICAZIONE SOCIALE SU INTERNET

CHIESA NEL MONDO (CUBA) – Intermirifica.net, il “wiki-direttorio globale dei mezzi di comunicazione della Chiesa Cattolica”, ha da poco pubblicato la lista dei media cattolici della Chiesa cattolica a Cuba. Si può constatare l’esistenza di circa 60 entità che svolgono attività di comunicazione sociale in questo Paese in cui la Chiesa non possiede stazioni radio né canali televisivi. Il panorama comunicativo della Chiesa cubana che emerge dalle “pagine gialle della comunicazione cattolica” riflette il processo e l’evoluzione delle forme di annunciare la Buona Novella perché questa abbia risonanza nella società attraverso le sue 52 pubblicazioni (stampate e virtuali), almeno 6 uffici di comunicazione e 2 strutture di produzione.

Tutte queste realtà hanno scarso accesso a Internet. Qual è stato, però, questo processo interno della comunicazione ecclesiale a Cuba? Dopo vari decenni di silenzio sono stati fatti passi concreti con la nascita, nel 1967, della pubblicazione “Vida Cristiana”, che per la sua produzione è passata per il mimeografo e la carta carbone; diventata popolare negli anni Novanta, si è poi trasformata in centinaia di foglietti o piccoli bollettini per la catechesi e la missione e in pubblicazioni parrocchiali e di gruppi (periodiche e per certe occasioni). Grazie a questi piccoli bollettini, molte persone hanno ricevuto per la prima volta notizie sulla Chiesa e su Gesù Cristo. Già nel 1995 la Rete Informatica della Chiesa in America Latina (RIIAL) aveva implementato una rete digitale interna di comunicazione interdiocesana attraverso la Nunziatura Apostolica e la Conferenza Episcopale che, tra le altre cose, è servita alla preparazione della visita di Papa Giovannni Paolo II nell’isola. Dopo lo storico viaggio del Pontefice nel gennaio 1998, si è sistematizzato l’accesso dei Vescovi alle reti provinciali dell’unica radio ufficiale in date significative o celebrazioni importanti dell’anno liturgico (Natale o Settimana Santa), nonché la trasmissione televisiva di allocuzioni occasionali di Vescovi e di celebrazioni rilevanti della Chiesa a Cuba e nel mondo. Con il “boom di Internet”, alla fine degli anni Novanta, nonostante lo scarso accesso nell’isola, alcuni bollettini hanno iniziato ad essere pubblicati sulla web, ha spiegato l’ingegnere delle Telecomunicazioni María López, responsabile della Commissione per i Mezzi di Comunicazione dell’Arcidiocesi di Santiago di Cuba e attuale coordinatrice dell’Unione Cattolica della Stampa (UCP-Cuba). “La Diocesi di Pinar del Río e la sua rivista ‘Vitral’ sono state pioniere nella comunicazione digitale, e hanno compreso molto presto che lo spazio pubblico che apriva Internet doveva essere usato per diffondere l’annuncio della Parola di Dio, missione principale di ogni cristiano e di tutta la Chiesa”, ha affermato.

“A poco a poco, altre pubblicazioni importanti hanno compiuto il salto: ‘Palabra Nueva’, ‘Espacio Laical’, ‘Bioética’…, il che non solo ha permesso loro di ampliare in modo virtuale il numero dei lettori, ma ha aperto la possibilità dell’immediatezza e del contatto ‘personale’, la possibilità dello scambio e il dibattito pubblico, limitato sicuramente dalla loro frequenza nella versione stampata”. Lo sforzo delle pubblicazioni stampate per entrare nell’era digitale ha incontrato e incontra grande difficoltà a causa dell’accesso a Internet. L’ingegnere Sergio Lázaro Cabarrouy, incaricato della RIIAL a Cuba, valuta il processo di digitalizzazione della comunicazione ecclesiale nell’isola affermando che “l’accesso a Internet è ancora molto limitato, per cui lo è anche per una gran parte del popolo che costituisce la Chiesa”. “Nella sede della Conferenza Episcopale e nei Vescovadi ci sono accessi a Internet che non superano i 64 Kbps, uno solo dei quali è per linea diretta, gli altri per linea telefonica. Alcune case religiose o parrocchie hanno accessi telefonici propri perché vi risiede qualche sacerdote o religiosa che viene da un altro Paese in missione. I cubani non possono ancora avere accesso a Internet in casa, per cui pochi agenti di pastorale usano sistematicamente la rete”. In questo senso, bisogna ricordare che è stato lo stesso presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, l’Arcivescovo Claudio Maria Celli, a dichiarare pubblicamente durante la sua ultima visita ufficiale a Cuba nel novembre 2008 di auspicare che la Chiesa cubana potesse avere pian piano un accesso normale ai grandi mezzi di comunicazione offerti oggi dalle nuove tecnologie. Sergio Lázaro Cabarrouy, responsabile del blog creerencuba.org, ha spiegato che “in alcune Diocesi, parrocchie e istituzioni religiose si sono formati servizi informativi come siti web e bollettini, che ricevono centinaia e a volte migliaia di visite quotidiane, il 40% delle quali nell’isola. Sono poche, ma quelle poche ci interessano. Sono i primi passi per arrivare alle molte che speriamo di servire quando l’accesso migliorerà”.
Sia la coordinatrice dell’Unione Cattolica della Stampa che il responsabile di RIIAL-Cuba concordano sul fatto che lavorare in rete è davvero la grande sfida, che presuppone la certezza che “l’opera delle nostre mani (pubblicazioni, siti web, servizi informativi…) non è nostra ma di Dio; tutto ciò presuppone grandezza di cuore per saper essere umili”, ha dichiarato María López da Santiago de Cuba.

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IL PAPA ALL’UDIENZA PARLA DI SANTA CATERINA DA GENOVA, CELEBRE PER LA SUA VISIONE DEL PURGATORIO

CITTA’ DEL VATICANO – “In Caterina, il purgatorio non è presentato come un elemento del paesaggio delle viscere della terra: è un fuoco non esteriore, ma interiore. Questo è il purgatorio, un fuoco interiore”. Benedetto XVI ha dedicato l’udienza generale di questo mercoledì a Santa Caterina da Genova. Nella sua catechesi, svoltasi nell’Aula Paolo VI in Vaticano, Benedetto XVI ha ricordato che “Caterina nacque a Genova, nel 1447; ultima di cinque figli, rimase orfana del padre, Giacomo Fieschi, quando era in tenera età. La madre, Francesca di Negro, impartì una valida educazione cristiana, tanto che la maggiore delle due figlie divenne religiosa. A sedici anni, Caterina venne data in moglie a Giuliano Adorno, un uomo che, dopo varie esperienze commerciali e militari in Medio Oriente, era rientrato a Genova per sposarsi. La vita matrimoniale non fu facile, anche per il carattere del marito, dedito al gioco d’azzardo”.

La conversione di Caterina iniziò il 20 marzo 1473, grazie ad una singolare esperienza. Recatasi alla chiesa di san Benedetto e nel monastero di Nostra Signora delle Grazie, per confessarsi, e inginocchiatasi davanti al sacerdote, “ricevette – come ella stessa scrive – una ferita al cuore, d’un immenso amor de Dio”, con una visione così chiara delle sue miserie e dei suoi difetti e, allo stesso tempo, della bontà di Dio, che quasi ne svenne. Fu toccata nel cuore da questa conoscenza di se stessa, della vita vuota che conduceva e della bontà di Dio”.

“Da questa esperienza nacque la decisione che orientò tutta la sua vita, espressa nelle parole: “Non più mondo, non più peccati” (cfr Vita mirabile, 3rv). Caterina allora fuggì, lasciando in sospeso la Confessione. Ritornata a casa, entrò nella camera più nascosta e pianse a lungo. E’ in questa occasione che le apparve Gesù sofferente, carico della croce, come spesso è rappresentato nell’iconografia della santa. Iniziò con la confessione quella “vita di purificazione” che, per lungo tempo, le fece provare un costante dolore per i peccati commessi e la spinse ad imporsi penitenze e sacrifici per mostrare a Dio il suo amore. In questo cammino, Caterina si andava avvicinando sempre di più al Signore, fino ad entrare in quella che viene chiamata “vita unitiva”, un rapporto, cioè, di unione profonda con Dio. Caterina si abbandonò in modo così totale nelle mani del Signore da vivere, per circa venticinque anni, nutrita soprattutto dalla preghiera costante e dalla Santa Comunione ricevuta ogni giorno, cosa non comune al suo tempo. Solo molti anni più tardi il Signore le diede un sacerdote che avesse cura della sua anima”.

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SARÀ POSSIBILE ANCORA SPERARE? AFFIDIAMOCI A GESÙ E ANDIAMO CONTROCORRENTE!

RIFLESSIONE – Ci sono notizie che sconvolgono, ponendo domande terribili, sia per quanto accaduto, sia per il modo di trattarle. Sul solito sito degli atei ho appreso la notizia del suicidio di quel sacerdote di Caravaggio, messo in mostra dalle Iene per un comportamento scorretto nei confronti di un giovane omosessuale che si era rivolto a lui per consiglio e conforto. Mentre poi andando in macchina e ascoltando la radio ho saputo del suicidio di Mario Monicelli, regista famoso, che a 95 anni si è gettato dalla finestra dell’ospedale in cui era in cura. E i commenti sono stati di disprezzo per il primo, di stima per il secondo. Io so solo una cosa: sento nel cuore tutto il dolore, la sofferenza per entrambi quei destini: la vergogna del male che ha portato un sacerdote a non confidare più nella misericordia di Dio come una esperienza del presente, lo sconcerto per quella che è stata definita la paura di non essere più in grado di essere se stesso, dipendendo da medici, infermieri…

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LETTERA DEL PAPA AI SEMINARISTI: SIATE MESSAGGERI DI DIO TRA GLI UOMINI. NO AGLI ABUSI SESSUALI!

CITTA’ DEL VATICANO – Il sacerdote sia sempre “il messaggero di Dio tra gli uomini”: è quanto scrive Benedetto XVI in una lettera ai seminaristi, inviata nell’ambito della conclusione dell’Anno Sacerdotale. Il Papa ricorda la sua esperienza personale di seminarista, nella Germania appena uscita dalla tragedia del nazismo. Inoltre, torna ad esprimere dolore per la piaga degli abusi sessuali nella Chiesa. Un fenomeno distruttivo e riprovevole, ha avvertito, che non può tuttavia screditare la missione sacerdotale.  Dal cuore del Papa al cuore dei seminaristi. Benedetto XVI si rivolge con stile personale ai giovani che aspirano a diventare sacerdoti. Ricorda che, nel dicembre 1944, quando fu chiamato al servizio militare, affermò di voler diventare sacerdote. Gli fu risposto che nella “nuova Germania” nazista non ci sarebbe stato più bisogno dei sacerdoti. Ma, scrive, “sapevo” che “dopo le enormi devastazioni portate da quella follia sul Paese ci sarebbe stato più che mai bisogno di sacerdoti”. Ora, è tutto diverso. Eppure, scrive il Papa, anche oggi “molti pensano che il sacerdozio cattolico non sia una ‘professione’ per il futuro, ma che appartenga al passato”. Non è così. Gli uomini, infatti, “avranno sempre bisogno di Dio, anche nell’epoca del dominio tecnico del mondo e della globalizzazione: del Dio che ci si è mostrato in Gesù Cristo e che ci raduna nella Chiesa universale”. E aggiunge: “Dove l’uomo non percepisce più Dio, la vita diventa vuota; tutto è insufficiente”. E l’uomo, constata con amarezza, “cerca poi rifugio nell’ebbrezza e nella violenza dalla quale proprio la gioventù viene sempre minacciata”. Ecco perché, sottolinea, chi vuole diventare sacerdote “deve essere soprattutto un ‘uomo di Dio’’”. Un Dio, scrive, che per noi “non è un’ipotesi distante, non è uno sconosciuto che si è ritirato dopo il ‘big bang’”. Per questo, è la sua esortazione, “la cosa più importante nel cammino verso il sacerdozio e durante tutta la vita sacerdotale è il rapporto personale con Dio in Gesù Cristo”. Il sacerdote, avverte, “non è l’amministratore di una qualsiasi associazione, di cui cerca di mantenere e aumentare il numero dei membri”. È, invece, “il messaggero di Dio tra gli uomini. Vuole condurre a Dio e così far crescere anche la vera comunione degli uomini tra di loro”. Ecco perché, scrive il Papa ai seminaristi, “è tanto importante che impariate a vivere in contatto costante con Dio”.

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SANTA TERESA D’AVILA: LA PREGHIERA, VISSUTA COME AMICIZIA CON CRISTO, DIVENTA AMORE PER GLI ALTRI

MEMORIA DI SANTA TERESA D’AVILA – Fu accolta nel Carmelo di Avila, in Spagna, all’età di vent’anni, ma soltanto 19 anni dopo giunse a quella che lei stessa chiamò la sua “conversione”. Parliamo di Santa Teresa d’Avila che la Chiesa ricorda oggi. A lei, donna dal forte carattere vissuta nel XVI secolo, si deve la riforma dell’ordine carmelitano. Fedele alla Chiesa, nello spirito del Concilio di Trento, contribuì anche al rinnovamento dell’intera comunità ecclesiale. Ma come definire Teresa d’Avila? Tiziana Campisi lo ha chiesto a suor Chiara Maria di Cristo Re e Sacerdote, monaca carmelitana scalza del monastero Regina Coeli di Roma:

R. – Una donna molto intelligente, una donna di una grande vivacità, di un coraggio non comune. Una donna molto volitiva, anche. Forse, l’elemento che colpisce di più è che si tratta di una donna che ha ricevuto una capacità di amare molto grande, che all’inizio costituisce un po’ il suo limite, perché non sapeva bene come indirizzarla, ma al momento in cui lei la fissa tutta su Gesù ridiventa capace anche di amare gli altri in una maniera nuova, in una maniera grandissima. Per cui colpisce il modo in cui sapeva adattarsi a tutti: sa farsi vicina alle persone religiose, alle sue figlie spirituali, ma anche alla gente comune.

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BENEDETTO XVI AI CONSACRATI NELLA CATTEDRALE DI PALERMO: SALVAGUARDARE L’IDENTITÀ DEL SACERDOTE.

PALERMO – L’impegno del sacerdote ispirato dalla carità di Cristo e la predicazione “eloquente” anche se in clausura di monaci e monache: di questo ha parlato ieri il Papa incontrando nella Cattedrale di Palermo i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i seminaristi. Ha ricordato Don Puglisi e ha raccomandato l’attenzione per i giovani. Mai i giovani trovino le porte della chiesa chiuse! Così Benedetto XVI raccomanda ai sacerdoti “una particolare attenzione per il mondo giovanile”. Ricorda che Giovanni Paolo II in terra siciliana chiese proprio di spalancare le porte delle parrocchie perché i giovani possano aprire le porte del loro cuore a Cristo. Benedetto XVI lo sottolinea con decisione: “Il sacerdote non è per sé”, “il sacerdote è per i suoi fedeli: li anima e li sostiene – afferma – nel cammino di fede, nel coltivare la speranza, nel vivere la carità, l’amore di Cristo”. E poi il Papa sottolinea: “Non è il mondo a fissare il nostro statuto, secondo i bisogni e le concezioni dei ruoli sociali. Il prete è segnato dal sigillo del sacerdozio di Cristo, per partecipare alla sua funzione di unico mediatore e redentore”. Chi abbraccia il sacerdozio “non può restare lontano dalle preoccupazioni quotidiane del Popolo di Dio”, raccomanda il Papa, ma deve farlo sempre “nella prospettiva della salvezza e del Regno di Dio”: “Prostrato davanti a Gesù, qui in mezzo a voi, io ho chiesto di infiammare i vostri cuori con la sua carità, così che siete assimilati a Lui e possiate imitarlo nella più completa e generosa donazione alla Chiesa e ai fratelli”. Benedetto XVI sottolinea: “E’ essenziale per la Chiesa che l’identità del sacerdote sia salvaguardata, con la sua dimensione verticale”. E qui ricorda figure esemplari della Chiesa, in particolare della terra di Sicilia: Sant’Annibale Maria di Francia, il Beato Giacomo Cusmano, il Beato Francesco Spoto. Torna a ricordare don Puglisi, ucciso dalla mafia, per il quale è in corso il processo di Beatificazione. Benedetto XVI ne ricorda “il cuore che ardeva di autentica carità pastorale” e lo “zelante ministero”, sottolineando che “ha dato largo spazio all’educazione dei ragazzi e dei giovani” e si è adoperato“perché ogni famiglia cristiana vivesse la fondamentale vocazione di prima educatrice della fede dei figli”.

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BENEDETTO XVI CHIEDE PREGHIERE PER IL SUO VIAGGIO NEL REGNO UNITO, UNO DEI PIÙ ATTESI

CASTELGANDOLFO – Benedetto XVI ha chiesto ai credenti di tutto il mondo questa domenica di accompagnarlo con la preghiera in occasione del pellegrinaggio apostolico che svolgerà dal 16 al 19 settembre nel Regno Unito, uno dei più attesi di questo pontificato. Al termine del suo intervento in occasione dell’Angelus domenicale, il Santo Padre ha affermato che l’obiettivo principale del suo viaggio sarà la beatificazione del Cardinale John Henry Newman, grande teologo per il quale Joseph Ratzinger ha sempre provato un interesse particolare “Chiedo a tutti di accompagnarmi con la preghiera in questo viaggio apostolico. Alla Vergine Maria, il cui Nome santissimo è oggi celebrato nella Chiesa, affidiamo il nostro cammino di conversione a Dio”, ha dichiarato. In un’analisi svolta nell’editoriale dell’ultimo numero del settimanale “Octava Dies”, del Centro Televisivo Vaticano, padre Federico Lombardi S.I., portavoce vaticano, ricorda che giovedì il Papa “volerà ad Edimburgo per iniziare di là, accolto ufficialmente da Sua Maestà la Regina Elisabetta, uno dei viaggi più attesi del suo Pontificato”.

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DECINE DI MIGLIAIA DI CHIERICHETTI EUROPEI ALL’INCONTRO CON PAPA BENEDETTO IL 4 AGOSTO

CITTA’ DEL VATICANO – Il 3 e 4 agosto prossimi, decine di migliaia di chierichetti s’incontreranno a Roma per il decimo pellegrinaggio europeo, promosso dal Coetus Internationalis Ministrantium (CIM) che avrà per motto “Bere alla vera fonte”. L’evento si realizza ogni quattro anni e vede la presenza di giovani provenienti da 12 nazioni europee, 44 mila solo dalla Germania. Il pellegrinaggio darà l’occasione ai singoli gruppi di organizzare momenti di riflessione, incontro e fraternità con gruppi provenienti da altri Paesi, come pure di visitare la città e i suoi luoghi di fede. Il culmine del pellegrinaggio sarà l’incontro con il Papa mercoledì 4 agosto, in piazza San Pietro, in occasione dell’Udienza generale.

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A NATALE NASCERÀ LA PRIMA RADIO CRISTIANA IN TERRA SANTA. TRASMETTERA’ DAI TERRITORI OCCUPATI

ERRASANTA – E’ attesa per Natale la nascita della prima radio cristiana in Terra Santa, grazie anche alla collaborazione con la “Radio Vaticana”. L’emittente, riferisce Terrasanta.net, è stata concepita fin dal 2008 da padre Raed Abusahlia (45 anni), già cancelliere del Patriarcato latino di Gerusalemme e da alcuni anni parroco dell’insediamento palestinese di Taybeh, in Cisgiordania. Il sacerdote vuole offrire una nuova voce ai cristiani della regione e spera di poter inaugurare le trasmissioni della nuova radio la vigilia di Natale. Padre Raed ha spiegato l’8 luglio ai microfoni della “Radio Vaticana” che in Terra Santa si sente il bisogno di una voce cristiana via etere che riesca a coprire il territorio di tutta la Diocesi, che include Giordania, Israele, i Territori Palestinesi e Cipro.

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DON GIOVANNI D’ERCOLE, SACERDOTE ORIONINO , NOMINATO DAL PAPA NUOVO VESCOVO AUSILIARE DE L’AQUILA

CITTA’ DEL VATICANO – “Come l’embrione si annida nel grembo della madre anche la vostra associazione si sta annidando nel ventre della Chiesa, sua Madre”. – Con queste parole (il 16 giugno 2005) Don Giovanni D’Ercole intervenne al primo Congresso dei Papaboys, con l’Associazione nata da pochi minuti. “Ciò significa che il vostro attivismo non è per il vostro piacere o tornaconto personale ma perché lo vivete come una missione – continò Don Giovanni –. “Essendo Papaboys ancora un embrione, avrà bisogno di molte cure, di crescere in un ambiente ideale, con clima giusto. Altrimenti rischierà di morire per aborto spontaneo o procurato. La vostra associazione crescerà se il vostro entusiasmo sarà accompagnato da una sana formazione”. “I miei consigli – concluse Don Giovanni – sono semplicemente tre: 1) Dedicate ogni giorno almeno mezz’ora alla preghiera. Essa è il vero carburante della vostra vita: se fate il ‘pieno’ vi basterà per l’intera giornata; 2) Informatevi sul Papa e sulla Chiesa; 3) Portate ovunque il vostro sorriso: in questo mondo si ride molto ma si sorride poco. Il vero Papaboy è colui che sorride con gli occhi e con il cuore”.

Oggi l’Associazione Nazionale Papaboys è felice per questo sacerdote semplice ed umile, ‘amico’ dei Papaboys, che è diventato Vescovo di Santa Romana Chiesa. Il suo impegno a L’Aquila non sarà facile, ma Don Giovanni, anzi Sua Eccellenza, saprà, anche Lui un passo dopo l’altro, costruire il futuro che è già oggi, nel momento in cui ci si impegna. Auguri Don Giovanni, i Papaboys Le vogliono bene!

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IL PONTEFICE INCORAGGIA LA FAMIGLIA DI RADIO MARIA NELLA SUA OPERA A SERVIZIO DEL VANGELO

CITTA’ DEL VATICANO – Questo mercoledì, al termine dell’Udienza generale in piazza San Pietro, Benedetto XVI ha rivolto un saluto particolare ai circa 200 tra presidenti e direttori della Famiglia di Radio Maria, provenienti dai vari continenti, incoraggiandoli “a proseguire la loro importante opera a servizio della diffusione del Vangelo”. Radio Maria è presente nei cinque continenti con 58 differenti Radio, con un ascolto medio quotidiano di trenta milioni di persone. Il tema dell’incontro mondiale che si sta svolgendo nel santuario di Collevalenza è “Con Maria servitori della Chiesa”. Parlando con ZENIT, padre Francisco Palacios, responsabile della attività editoriali nella famiglia mondiale, ha spiegato che Radio Maria è “una sfida ai modelli di comunicazione dominanti perchè in un mondo che sembra sempre più secolarizzato e lontano da Dio, Radio Maria pratica e porta la preghiera ovunque”. “Non si tratta di una azione unilaterale – ha spiegato padre Francisco – preghiamo e invitiamo gli ascoltatori a orare e meditare insieme a noi”.

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LA GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI DEL 2010: ECCO IL TEMA PER RIFLETTERE E STUDIARE

INIZIATIVE – “Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: I nuovi media al servizio della Parola”. Questo il tema scelto dal Papa per la 44ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. A comunicarlo è una nota diffusa oggi dalla sala stampa che spiega: nel corso di quest’Anno Sacerdotale, il Santo Padre vuole invitare “in modo particolare i sacerdoti” a “considerare i nuovi media come una possibile grande risorsa per il loro ministero al servizio della Parola e vuole dire una parola di incoraggiamento affinché affrontino le sfide che nascono dalla nuova cultura digitale”. I nuovi media – prosegue la nota – “se conosciuti e valorizzati adeguatamente, possono offrire ai sacerdoti e a tutti gli operatori pastorali una ricchezza di dati e di contenuti che prima erano di difficile accesso, e facilitano forme di collaborazione e di crescita di comunione impensabili nel passato.

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LA FAMIGLIA AL CENTRO DEL PENSIERO DI PAPA BENEDETTO XVI: FAMIGLIE DIVISE PORTANO GIOVANI A DISASTRI

CITTA’ DEL VATICANO – Una situazione di assedio”: così, il Papa parla della condizione che vive la famiglia oggi nel discorso ai vescovi della Conferenza episcopale del Brasile, (Nordeste 1-4), incontrati questa mattina durante la visita “ad Limina”. “…a consciência difusa no mundo secularizado vive na incerteza…” Sui temi della famiglia “la coscienza diffusa nel mondo secolarizzato vive nell’incertezza più profonda da quando le società occidentali hanno legalizzato il divorzio”. E’ quanto afferma il Papa ricordando che “crescono le unioni di fatto e i divorzi”. Benedetto XVI parla di “uno stato di fragilità in cui si consuma il dramma di tante creature private dell’appoggio del padre, vittime – dice – del disagio, dell’abbandono e dell’espandersi del disordine sociale”.

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APPELLO DI DON DI NOTO: ‘AIUTACI A COSTRUIRE LA CASA METER, CENTRO DI AIUTO PER BAMBINI E FAMIGLIE’

SOLIDARIETA’ – “Bastano 100 euro o poco meno. Un aiuto per costruire la “Casa di Meter”, un impegno concreto e una risposta che l’Associazione Meter vuole dare al territorio e ai “piccoli terreni inquinati e violati” che sono i bambini. E abbiamo bisogno che tutti ci aiutino. E’ un vero e proprio appello che si rivolge a chi da sempre e da ora ha creduto all’opera di Meter per aiutare i bambini e contrastare la pedofilia.” Don Fortunato Di Noto, il sacerdote fondatore dell’associazione antipedofilia “Meter” (www.associazionemeter.org) lancia un appello con una lettera aperta alle famiglie ed a tutti gli uomini di buona volontà perché si riesca finalmente a raggiungere un sogno accarezzato da lungo tempo, la “Casa di Meter”, appunto, una struttura complessa che offre una serie di servizi volti alla promozione della famiglia e al bene dei minori. In particolare, la “Casa” dovrebbe essere in grado di comprendere al suo interno una comunità per genitori con figli (anche vittime di abusi sessuali), un centro di formazione, uno studi e uno dedicato all’ascolto.

BASTANO 100 EURO O POCO MENO – “L’iniziativa della “Casa di Meter”, – scrive il sacerdote – è un sogno che spesso diventa più difficile da realizzare perché per realizzare un sogno ci vogliono anche le risorse e non sempre ci sono generosi donatori”, anche se “nonostante tutto “credo”, professo apertamente la mia totale adesione a Colui che tutto dona e che invita a “donare gratuitamente””. Per don Fortunato, la costruzione della “Casa di Meter” chiede l’aiuto di tutti: “Bastano che le famiglie o persone singole, scuole, parrocchie, club service, diano 100 euro, o anche meno!”, scrive don Di Noto, e confida: “Sono certo che ci riusciremo: tutto questo l’ho affidato alla Vergine Maria di Loreto, alla Casa di Maria, al suo “grembo accogliente” per Gesù Bambino nostro Redentore”.

Per leggere tutto il tasto visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2011

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BENEDETTO XVI ORDINA 29 NUOVI SACERDOTI: “ANNUNCIATE LA GIOIA DEL VANGELO IN QUESTO MONDO TRISTE”

CITTA’ DEL VATICANO – Solenne liturgia per l’ordinazione di 29 nuovi sacerdoti nella Basilica di San Pietro. A presentarli al Papa e’ stato il Cardinale vicario Camillo Ruini. Il Pontefice gli ha chiesto se fosse certo che i candidati fossero degni del sacerdozio e il porporato ha risposto di poterlo attestare. Dei 29 diaconi che Benedetto XVI ha ordinato sacerdoti, 13 hanno compiuto la loro formazione nel Seminario Romano Maggiore, 9 al Redemptoris Mater, 3 negli Oblati del Divino Amore, 2 in un Istituto religioso dei Figli della Croce e 1 nel Collegio Capranica. Spiccava, nel gruppo, la presenza di un seminarista caldeo proveniente da Baghdad. “Recare il Vangelo a tutti, perche’ tutti sperimentino la gioia di Cristo e ci sia gioia in ogni citta’”…

Puoi continuare a leggere la notizia su:

http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1228 

 

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