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DUE AGNELLI IN RICORDO DEL MARTIRIO DI SANT’AGNESE

ROMA – Li lavano, li asciugano, li nutrono, li coccolano, li adornano a festa. A occuparsi dei due agnelli che nella memoria liturgica di sant’Agnese vengono presentati al Papa – e la cui lana sarà usata per confezionare i sacri palli – sono le suore della Sacra Famiglia di Nazareth, che da quasi 130 anni svolgono questo singolare e discreto compito. Un incarico che si inserisce nel carisma della congregazione – come ci ha detto la superiora Maria Solecka – quello cioè di vivere secondo lo stile della Sacra Famiglia, nel nascondimento e nel servizio alla Chiesa. Ce ne parla in questa intervista al nostro giornale suor Hanna Pomnianowska, una tra le religiose che vivono da più tempo nella comunità romana dell’Esquilino.

Da quanti anni vi occupate della preparazione degli agnelli?

Ha cominciato la nostra madre fondatrice, la beata Frances Siedliska nel 1884. A quel tempo, vi erano delle suore di un’altra congregazione che si occupavano della preparazione degli agnelli per la festa di sant’Agnese, ma si trattava di una comunità di religiose ormai anziane. La loro casa confinava con quella che la Siedliska aprì sull’Esquilino, a Roma. Dato che la nostra prima comunità era formata da molte giovani, quelle suore chiesero alla fondatrice se era disposta a prendersi quell’incarico. E lei accettò molto volentieri. Da allora, la tradizione si ripete: salvo alcuni anni nel periodo della seconda guerra mondiale, abbiamo sempre provveduto a preparare gli agnelli per il rito.

Cosa avviene quando ricevete gli agnelli?

Il 20 gennaio di ogni anno i trappisti delle Tre Fontane ci portano i due agnelli. Appena ricevuti, li portiamo all’ultimo piano della nostra casa, dove abbiamo un grande terrazzo con la lavanderia. Potete immaginare che essi diventano la gioia di tutta la comunità, specialmente delle suore più giovani. La suora incaricata della cura dei due agnelli è Wanda Baran che, da quando è arrivata a Roma negli anni della seconda guerra mondiale, si occupa di loro. In genere è aiutata da altre tre o quattro suore. La prima cosa che facciamo è lavarli. Li mettiamo in un lavatoio e con del sapone per bambini eliminiamo delicatamente lo sporco. In questo modo, facciamo risplendere il bianco della loro lana. Poi li asciughiamo: una volta si faceva con dei panni ora con il phon. Stiamo molto attente a non lasciare umido il loro manto, perché sono piccoli e potrebbero ammalarsi. Per questo riscaldiamo bene l’ambiente. Dopo l’asciugatura, li mettiamo all’interno di una vasca ricoperta di paglia e chiusa con dei teli, perché non prendano freddo. Diamo loro da mangiare del fieno e a questo punto sono pronti per trascorrere la notte nella lavanderia.

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BENEDETTO XVI A BARCELLONA CHIEDE CHE LA FAMIGLIA CRISTIANA SIA SOSTENUTA DALLO STATO

BARCELLONA – Dalla grande cattedrale dei popoli in cammino, alla cattedrale di luce tempio della famiglia. Dal grido perché l’Europa rimetta Dio al centro, alla preghiera per la difesa della famiglia violata e avvilita in tante parti del mondo. A Barcellona, il Papa dedica la grande basilica ricca di arte e simboli, proprio come una cattedrale medioevale. Un luogo di culto che è anche simbolo di una fede forte e radicata nella gente di Spagna e di un uomo presto beato: Antonio Gaudì “architetto geniale e cristiano coerente, la cui fiaccola della fede arse fino al termine della sua vita, vissuta con dignità e austerità assoluta.” Benedetto XVI ha celebrato la messa nella chiesa della Sacra Famiglia a Barcellona come un evento dedicato alla bellezza della fede, alla santità, alla forza della “terra catalana che, soprattutto a partire dalla fine del XIX secolo, diede una moltitudine di santi e di fondatori, di martiri e di poeti cristiani.” Al suo arrivo alla nuova Basilica, è stato ricevuto dai Reali di Spagna Juan Carlos e Sofia, con i quali si è trattenuto in un incontro privato. Poi è iniziata la messa solenne e festosa. 1100 i celebranti tra cardinali, vescovi e sacerdoti. La chiesa è “segno visibile del Dio invisibile” ha spiegato il Papa, ma soprattutto con questa opera, Gaudì “collaborò in maniera geniale all’edificazione di una coscienza umana ancorata nel mondo, aperta a Dio, illuminata e santificata da Cristo. E realizzò ciò che oggi è uno dei compiti più importanti: superare la scissione tra coscienza umana e coscienza cristiana, tra esistenza in questo mondo temporale e apertura alla vita eterna, tra la bellezza delle cose e Dio come Bellezza.”

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TERRA SANTA LIVE! – VENERDI’ 18 GIUGNO NAZARETH E BASILICA DELL’ANNUNCIAZIONE.

OGLIAMO LA PACE IN TERRA SANTA – NAZARETH (arabo: الناصرة‎, al-Nāṣira; נצרת in ebraico) è una città del distretto nord di Israele, nella regione storica della Galilea. Attualmente Nazareth è la più grande città araba (circa 70.000 abitanti di cui 40.000 arabi) all’interno dello Stato di Israele, anche se è presente una forte comunità ebraica. È sede di moltissime comunità religiose. La città si apre ad anfiteatro sui primi contrafforti dei monti della Galilea prospicienti la pianura di Esdrelon a un’altitudine sul mare che va da 350 a 495 m. Dista dal lago di Tiberiade 24 km e 32 km dal mare. Nazaret è famosa universalmente come la città di origine di Gesù, che secondo i Vangeli, pur essendo nato a Betlemme vi abitò durante la sua infanzia e giovinezza.

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IN ATTO UN PROGETTO DELLA CUSTODIA FRANCESCANA PER SOSTENERE I CRISTIANI DI GAZA.

GERUSALEMME – Una piccola minoranza di circa 2.500 cristiani vive attualmente nella Striscia di Gaza. Al momento la striscia conta una popolazione totale di circa 1,5 milioni di abitanti. Il lungo e persistente conflitto israeliano-palestinese grava pesantemente sugli abitanti per diverse ragioni,quali l ‘assunzione del potere da parte di Hamas, l’ operazione “piombo fuso” (Cast lead) condotta da Israele dall’inizio del 2009 con oltre 1.300 morti, gli innumerevoli feriti e le distruzioni materiali dell’importo di miliardi e il blocco dei prodotti di prima necessità.

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