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IL PAPA HA INIZIATO OGGI LE VACANZE A CASTEL GANDOLFO

CASTEL GANDOLFO – Per il secondo anno consecutivo, Benedetto XVI trascorrere (da oggi pomeriggio) le sue vacanze nella cittadina laziale di Castelgandolfo, tradizionale residenza estiva dei Papi. “In qualche modo – sottolinea ai microfoni della Radio Vaticana il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi – l’eccezione era stata quella inserita da Papa Giovanni Paolo II con dei periodi di soggiorno in montagna”. “Come sappiamo – aggiunge il direttore della Sala Stampa della Santa Sede – Benedetto XVI ha accolto volentieri anche l’invito a recarsi in montagna per alcune volte, pero’ sappiamo anche che a Castelgandolfo si trova molto bene e che il riposo di cui ha bisogno vi e’ forse piu’ garantito”. La scelta, dunque, e’ caduta su un luogo “gia’ preparato e attrezzato per una normale presenza del Santo Padre, certamente piu’ fresco che Roma, ma non particolarmente alto, e dove ha a disposizione i giardini per passeggiare”, ma anche “gli ambienti in cui puo’ svolgere quel lavoro intellettuale e culturale, oltre che il tempo di preghiera, che gli e’ particolarmente caro”.

Secondo il portavoce, infatti, “il Papa non e’ per nulla una persona che perde tempo: e’ una persona che usa il suo tempo intensamente, anche quando si riposa, facendo le cose che gli sono piu’ gustose e abituali, secondo la sua personalita’, che sono appunto leggere, studiare, scrivere”. In proposito, padre Lombardi cita l’opinione del segretario di Ratzinger, monsignor Georg Gaesnwein, per il quale “il modo migliore del Papa per riposare e’ quello di studiare e scrivere di teologia, di Sacra Scrittura, perche’ sono gli argomenti che lo appassionano”. Per padre Lombardi, inoltre, pesa sulla decisone del Pontefice anche “il fatto che dal punto di vista dell’organizzazione, della logistica, della sicurezza il suo andare a Castelgandolfo e’ la soluzione piu’ semplice”.

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BENEDETTO XVI ERIGE DUE PROVINCE ECCLESIASTICHE IN ANGOLA E NOMINA I PRIMI ARCIVESCOVI METROPOLITI

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Il Santo Padre Benedetto XVI ha eretto due nuove province ecclesiastiche in Angola: la provincia di Malanje e quella di Saurimo. Lo ha reso noto oggi la Sala Stampa della Santa Sede in un comunicato. La provincia ecclesiastica di Malanje è stata eretta elevando a Chiesa Metropolitana l’omonima sede vescovile ed assegnandole come Chiese suffraganee le diocesi di Uije e Ndalatando. Il Papa ha nominato nominato primo Arcivescovo metropolita di Malanje monsignor Luis Maria Pérez de Onraita Aguirre, finora Vescovo della stessa Diocesi. Quest’ultima, eretta il 25 novembre 1957 divenuta ora sede metropolitana, ha una superficie di 107.000 chilometri quadrati ed una popolazione di 1.090.000 abitanti. Di questi, 500.000 (circa il 50%) sono cattolici, serviti in 10 parrocchie da 49 sacerdoti (29 diocesani e 20 religiosi) e 120 religiose. Vi sono poi 30 seminaristi maggiori.

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“GESÙ DI NAZARET”, ANTICIPAZIONI SUL NUOVO LIBRO DI BENEDETTO XVI

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Giovedì 10 marzo, nella Sala Stampa vaticana, il cardinale Marc Oullet e il professor Claudio Magris presenteranno la seconda parte di “Gesù di Nazaret”, il nuovo libro del Santo Padre Benedetto XVI. L’opera, edita nella versione italiana dalla Libreria Editrice Vaticana, giunge a quattro anni dalla prima parte, pubblicata nel 2007 dalla Rizzoli, riprendendo il racconto della vita di Gesù. Ieri pomeriggio la Libreria Editrice Vaticana, d’intesa con Herder che ha curato l’edizione principe in tedesco, ha distribuito alla stampa alcune anticipazioni.

Il racconto della vita di Gesù riprende laddove il teologo Joseph Ratzinger lo aveva interrotto nel primo volume: un percorso iniziato dal battesimo nel Giordano fino alla trasfigurazione sul Monte Tabor, per arrivare, nel secondo libro, alla Passione, alla morte e alla Resurrezione di Cristo. Il viaggio del Santo Padre prosegue quindi sulle orme di Gesù per riscoprirne l’umanità e la divinità e comprenderne la Verità. La versione italiana di “Gesù di Nazaret” (380 pagine) è suddivisa in nove capitoli, oltre ad una premessa, un epilogo sulle prospettive ed una ricca bibliografia. Dall’ingresso in Gerusalemme alla fine del Tempio, alla profezia e l’apocalisse, si arriva al terzo capitolo che cita l’episodio della lavanda dei piedi, ma che contiene anche “Il mistero del traditore”.

“In quell’ora – scrive il Santo Padre – Gesù si è caricato del tradimento di tutti i tempi, della sofferenza che viene in ogni tempo dall’essere traditi, sopportando così fino in fondo le miserie della storia. Chi rompe l’amicizia con Gesù, chi si scrolla di dosso il suo ‘dolce giogo’ non giunge alla libertà, non diventa libero, ma schiavo di altre potenze”. Giuda quindi, che seppure compia un passo verso la conversione, “ho peccato” dice ai suoi commilitoni; poi cerca di salvare Gesù e ridà il denaro e, dopo il tradimento, “non riesce più a credere ad un perdono. Il suo pentimento diventa disperazione. Un pentimento – spiega Benedetto XVI – che non riesce più a sperare, ma vede solo il proprio buio, è distruttivo e non è vero pentimento”; porta con sé “la certezza della speranza, una certezza che nasce dalla fede, nella potenza maggiore della Luce fattasi carne in Gesù”. Nel quarto capitolo il Santo Padre parla della preghiera sacerdotale di Gesù, concentrandosi poi sull’Ultima Cena ed approfondendo il complesso tema della datazione nei Vangeli sinottici e nel Vangelo di Giovanni. “Una cosa – spiega Benedetto XVI – è evidente nell’intera tradizione: l’essenziale di questa cena di congedo non è stata l’antica Pasqua, ma la novità che Gesù ha realizzato in questo contesto. Anche se il convito di Gesù con i Dodici non è stata una cena pasquale secondo i riti del giudaismo, è evidente la connessione interiore con la morte e resurrezione di Gesù. È la Pasqua di Gesù”.

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CULTURA E SOCIETÀ: CHIESA E MEDIA, I VATICANISTI SI RACCONTANO

CITTA’ DEL VATICANO – Per una volta, i «vaticanisti» che descrivono la Chiesa ogni giorno dalle pagine dei giornali e dal web, messi da parte penna e computer, parlano in prima persona. Rodolfo Lorenzoni e Ferdinando Tarsitani hanno dato loro voce intervistandoli e raccogliendo i loro aneddoti e opinioni su Chiesa e Vaticano, nel volume “La Chiesa di Carta. I vaticanisti raccontano”, edito dalle Paoline (166 pagine, 14 euro).

«La difficoltà di questo tipo particolare di giornalista – ha esordito Aldo Maria Valli, vaticanista del Tg1, moderando la presentazione del libro – è che devono raccontare i fatti di una realtà che è in parte terrena e in parte no». Il volume contiene gli interventi di 32 tra i più importanti vaticanisti di testate italiane e internazionali, preceduti da una “Presentazione” di Joaquìn Navarro-Valls, per tanti anni loro collega come direttore della Sala stampa della Santa Sede.

Apre la carrellata Luigi Accattoli, collaboratore di Liberal e «decano» dei vaticanisti, che ha presentato il volume nella libreria delle Paoline di via del Mascherino, mercoledì sera: «Da questo libro emerge una certa coralità e omogeneità dei vaticanisti italiani e la loro solida preparazione culturale. Il volume fornisce un bel caleidoscopio di descrizioni di Papa Benedetto XVI. Chi lo trova difficile da capire, chi invece facile, chi riconosce in lui una certa «rigidità teutonica», chi al contrario sottolinea la sua gentilezza ed umanità.

Sandro Magister, de L’Espresso, pensa che i suoi messaggi siano difficili da tradurre in slogan o in gesti spettacolari. Che il suo pensiero vada approfondito, ma che, nonostante questo, «la gente comune lo comprenda bene». Marco Simeon, responsabile di Rai Vaticano, vorrebbe che i vaticanisti mettessero maggiormente in luce il lato umano della Chiesa: «Hanno la grande responsabilità di dover parlare dei valori fondamentali che guidano le vite di milioni di persone. Sono chiamati a contestualizzare nella realtà di tutti i giorni i messaggi del Papa e della Chiesa. Sarebbe bene che lo facessero non sottolineando solo l’aspetto istituzionale del cattolicesimo, ma anche quello quotidiano».

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MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 2011: “LIBERTÀ RELIGIOSA, VIA PER LA PACE”

CITTA’ DEL VATICANO – E’ stato presentato oggi nella Sala Stampa vaticana il Messaggio di Benedetto XVI per la 44.ma Giornata mondiale della pace che sarà celebrata il primo gennaio 2011 sul tema “Libertà religiosa, via per la pace”.

Il Papa, all’inizio del Messaggio, ricorda che anche quest’anno è stato segnato “dalla persecuzione, dalla discriminazione, da terribili atti di violenza e di intolleranza religiosa”. Il suo pensiero si rivolge in particolare alle sofferenze della comunità cristiana dell’Iraq, colpita da continue violenze che inducono molti fedeli a emigrare. Ma è in tutto il mondo che i discepoli di Cristo sono colpiti. “I cristiani – è la forte denuncia di Benedetto XVI – sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede”. In Occidente, poi – nota – vi sono “forme più silenziose e sofisticate di pregiudizio e di opposizione verso i credenti”, che “si esprimono talvolta col rinnegamento della storia e dei simboli religiosi nei quali si rispecchiano l’identità e la cultura della maggioranza dei cittadini”. Si tratta di forme che fomentano spesso l’odio, il pregiudizio e l’emarginazione dei credenti nel dibattito pubblico contraddicendo il pluralismo e la laicità delle istituzioni che vorrebbero difendere.

Il Papa ricorda che “il fondamentalismo religioso e il laicismo sono forme speculari ed estreme di rifiuto del legittimo pluralismo e del principio di laicità. Entrambe, infatti, assolutizzano una visione riduttiva e parziale della persona umana”. “L’ordinamento giuridico a tutti i livelli, nazionale e internazionale, quando consente o tollera il fanatismo religioso o antireligioso, viene meno alla sua stessa missione, che consiste nel tutelare e nel promuovere la giustizia e il diritto di ciascuno” ed “espone la società al rischio di totalitarismi politici e ideologici, che enfatizzano il potere pubblico, mentre sono mortificate o coartate, quasi fossero concorrenziali, le libertà di coscienza, di pensiero e di religione”. Per Benedetto XVI è “inconcepibile” che i credenti “debbano sopprimere una parte di se stessi – la loro fede – per essere considerati cittadini attivi”. Il relativismo morale – spiega – invece di costruire una pacifica convivenza, provoca divisione e negazione della dignità degli esseri umani. “Il patrimonio di principi e di valori espressi da una religiosità autentica è una ricchezza per i popoli”. “Nel rispetto della laicità positiva delle istituzioni statali, la dimensione pubblica della religione deve essere sempre riconosciuta. A tal fine è fondamentale un sano dialogo tra le istituzioni civili e quelle religiose”. Tutto ciò “non costituisce in nessun modo una discriminazione di coloro che non ne condividono la credenza, ma rafforza, piuttosto, la coesione sociale, l’integrazione e la solidarietà”.

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PRESENTATO IL LIBRO-INTERVISTA DI PETER SEEWALD CON BENEDETTO XVI: “LUCE DEL MONDO…”

CITTA’ DEL VATICANO – E’ stato presentato stamani presso la Sala Stampa della Santa Sede il libro “Luce del Mondo. Il Papa, la Chiesa, i segni dei tempi. Una conversazione del Santo Padre Benedetto XVI con Peter Seewald”. Il volume, a cura della Libreria Editrice Vaticana, uscirà domani. Frutto di una settimana di conversazioni tra il Papa e il giornalista tedesco, l’estate scorsa a Castel Gandolfo, il libro conta circa 280 pagine: oltre 90 le domande a cui risponde il Pontefice.

Un libro-intervista semplice e profondo sul Papa, sulla Chiesa e sul mondo, che si legge d’un fiato. Benedetto XVI parla della sua vita quotidiana – gli manca di non poter fare una gita o una semplice passeggiata in città – e dei grandi temi dell’attualità. Oggi – dice – occorre riannunciare con “parole nuove” che “Dio è amore” a un’umanità che non comprende più che “il Sangue di Cristo sulla Croce è stato versato in espiazione dei nostri peccati” per la salvezza di tutti. “Sono formule grandi e vere” ma che sono ormai lontane dal nostro ragionare, sempre più intriso di “ateismo pratico”, incapace di alzare lo sguardo verso nuovi orizzonti. La Chiesa esiste per annunciare questa verità nonostante gli scandali che la feriscono e tuttavia ci dimostrano che è proprio Gesù ad averla fondata: “Se dipendesse dagli uomini – nota il Papa – la Chiesa sarebbe già affondata da un pezzo”. Ma ci sono tanti segni di speranza, “un fiorire di nuove iniziative” nella Chiesa che non nascono da strutture o burocrazie. “La burocrazia – afferma con forza – è consumata e stanca. Sono iniziative che nascono dal di dentro, dalla gioia dei giovani. Il Cristianesimo forse assumerà un volto nuovo, forse anche un aspetto culturale diverso” perché si trova di fronte ad “una nuova dinamica” ed ha una “forza vitale” che cambia il mondo. E’ una forza piccola perché anche se i cattolici sono un miliardo e 200 milioni – spiega con sant’Agostino – “molti che sembrano stare dentro, sono fuori” in una “sorta di schizofrenia” tra voler appartenere alla comunità ecclesiale ed essere permeati da una mentalità secolarizzata. Anche se è vero pure il contrario: “molti che sembrano stare fuori, stanno dentro”. E in questo contesto guarda “con tristezza” a quei giornalisti cattolici che nei media ecclesiali fanno propri gli slogan della solita critica alla Chiesa. Il Papa, da parte sua, “non ha il potere di imporre nulla”: è solo un uomo che deve “rendere testimonianza a Colui che è stato crocifisso”. E di fronte alle critiche e agli attacchi Benedetto XVI afferma: “Se avessi continuato a ricevere soltanto consensi, avrei dovuto chiedermi se stessi veramente annunciando il Vangelo”.

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PRESENTATO IL SINODO DEI VESCOVI PER IL MEDIO ORIENTE CHE SI SVOLGERÀ DAL 10 AL 24 OTTOBRE

SINODO PER IL MEDIO ORIENTE – “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’anima sola”: questo il tema del Sinodo speciale per il Medio Oriente che si svolgerà dal 10 al 24 ottobre in Vaticano. L’evento è stato presentato questa mattina nella Sala Stampa della Santa Sede, alla presenza del segretario generale del Sinodo, mons. Nikola Eterovic, e del vicedirettore della Sala Stampa, padre Ciro Benedettini. Sedici Stati, sette milioni di kmq, 5,5 milioni di cattolici, pari all’1,6% della popolazione. I numeri del Medio Oriente sono questi. E “pionieristico” si potrebbe definire il Sinodo ad esso dedicato che si apre domenica, con la Messa presieduta da Benedetto XVI in San Pietro. Tante, infatti, le caratteristiche particolari di questa Assise sinodale: per la prima volta, si riuniranno intorno al Papa quasi tutti gli Ordinari del Medio Oriente; poi, si tratterà del Sinodo più breve celebrato finora, solo 14 giorni. Questo, ha detto mons. Eterovic, per permettere ai Padri Sinodali di non stare lontani dai propri fedeli per troppo tempo, considerata la situazione assai complessa dei Paesi del Medio Oriente. E ancora: per la prima volta, il Sinodo avrà come lingua ufficiale anche l’arabo e vedrà due presidenti delegati nominati dal Papa ad honorem, ovvero il cardinale Nasrallah Sfeir, patriarca di Antiochia dei Maroniti in Libano, e Sua Beatitudine Emmanuel III Delly, patriarca di Babilonia dei Caldei, in Iraq. Oltre alla Chiesa di Tradizione latina, saranno rappresentate anche le sei Chiese Orientali cattoliche sui iuris, ovvero la copta, la sira, la greco-melkita, la maronita, la caldea e l’armena.

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“LA LIBERTÀ RELIGIOSA, VIA PER LA PACE”: E’ IL TEMA SCELTO DA BENEDETTO XVI PER LA PROSSIMA GIORNATA

CITTA’ DEL VATICANO – E’ “Libertà religiosa, via per la pace” il tema scelto da Benedetto XVI per la celebrazione della Giornata mondiale per la pace del 2011. La giornata – che si celebra dal 1968 il primo giorno di ogni anno – porrà dunque l’accento sul tema della libertà religiosa. “Ciò – commenta un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede – mentre nel mondo si registrano diverse forme di limitazione o negazione della libertà religiosa, di discriminazione e marginalizzazione basate sulla religione, fino alla persecuzione e alla violenza contro le minoranze. La libertà religiosa, essendo radicata nella stessa dignità dell’uomo, ed orientata alla ricerca della ‘immutabile verità’, si presenta come la ‘libertà delle libertà’. La libertà religiosa è quindi autenticamente tale quando è coerente alla ricerca della verità e alla verità dell’uomo.

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IL PAPA ESORTA ALLA PACE E AL DIALOGO INTERRELIGIOSO IN MEDIO ORIENTE.

CITTA’ DEL VATICANO – Ricevendo questo lunedì in udienza il Primo Ministro del Kuwait, Sheikh Nasser Al-Mohammad Al-Ahmad Al-Sabah, Benedetto XVI ha esortato alla pace e al dialogo nella tormentata regione mediorientale. Lo rivela un comunicato diffuso dopo l’incontro dalla Sala Stampa della Santa Sede, nel quale si legge infatti che nei “cordiali colloqui” “sono stati passati in rassegna alcuni temi di comune interesse, con particolare riferimento alla promozione della pace e del dialogo interreligioso nell’aerea Medio Orientale”. Il Papa e il premier kuwaitiano hanno anche ricordato “le ottime relazioni bilaterali ultraquarantennali tra la Santa Sede e il Kuwait”. Allo stesso modo, hanno rilevato “il positivo contributo che la significativa minoranza cristiana apporta alla società kuwaitiana, sottolineando la necessaria assistenza pastorale a tale comunità”.

Dopo l’incontro con il Santo Padre, il Primo Ministro del Kuwait ha incontrato il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, accompagnato da monsignor Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati. Il Kuwait ha quasi 2.700.000 abitanti, per l’85% musulmani. I cattolici sono circa 250.000, in maggioranza immigrati provenienti da altre zone del Medio Oriente o dall’Asia orientale.

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Don Giovanni D’Ercole promosso Vescovo ausiliare dell’Aquila con il mandato di contribuire alla ricostruzione delle Chiese distrutte dal terremoto

CITTA’ DEL VATICANO – L’ex vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede, don Giovanni D’Ercole ,e’ stato nominato dal Papa vescovo ausiliare della diocesi dell’Aquila per collaborare dopo il terremoto alla ricostruzione delle Chiese locali intese come edifici ma anche e soprattutto come comunita’ vive. Il vescovo ordinario, Monsignor Giuseppe Molinari, aveva chiesto l’aiuto di nuove energie e il Pontefice lo ha prontamente accontentato. Volto noto di Rai Due come storico conduttore della rubrica religiosa “Sulla via di Damasco”, D’Ercole era da tempo capo ufficio della sezione italiana della Segreteria di Stato. Nato 62 anni fa a Morino, vicino all’Aquila, e’ divenuto sacerdote di Don Orione dopo essere stato animatore del Movimento ‘Oasi’ di padre Rotondi, che gli ha insegnato a coniugare la vocazione giornalistica con quella sacerdotale. Dopo l’ordinazione, ricevuta nel 1974, la licenza in teologia alla Lateranense e il dottorato in teologia morale conseguito all’Accademia Alfonsiana, e’ stato per nove anni missionario in Costa d’Avorio. A meta’ degli anni ’80, i superiori lo richiamarono a Roma, come parroco della grande Chiesa di Ognissanti sulla via Appia. E due anni dopo, nel 1986, fu eletto superiore provinciale della Piccola Opera della Divina Provvidenza di Don Orione. E’ stato anche cappellano del carcere minorile di Casal del Marmo, all’epoca frequentato dall’allora segretario di Stato Agostino Casaroli, che vi celebrava spesso la Messa domenicale. Proprio il Cardinale romagnolo suggeri’ il suo nome a Papa Wojtyla che lo chiamo’ nell’87 alla vicedirezione della Sala Stampa e dopo un paio d’anni lo volle in Segreteria di Stato. Grande sportivo, e’ noto anche per la sua partecipazione a piu’ edizioni della maratona di New York, la capacita’ di non mollare nonostante lo sforzo sia immane si rivelera’ utile nell’incarico al quale e’ ora chiamato nel contesto di una citta’ distrutta dal sisma dello scorso aprile. “Da oggi questa vostra Arcidiocesi e’ la mia nuova famiglia”. Cosi’ inizia la lettera che il neo Monsignor D’Ercole ha inviato, intanto, all’Arcivescovo, ai fedeli, ai religiosi e alle istituzioni del capoluogo abruzzese. “Torno – continua D’Ercole – nella terra che mi ha visto nascere e alla quale sono rimasto sempre affezionato: sono infatti aquilano, se non della citta’, della provincia, e non l’ho mai dimenticato. La percezione di appartenere a questa nostra terra – prosegue la lettera – si e’ fatta piu’ forte dopo il recente terremoto: le diverse visite che ho potuto fare sin dai primi giorni, mi hanno dato modo di sperimentare la vostra tristezza e il vostro dolore, ma anche la vostra speranza e la vostra voglia di rinascere che sono diventati sentimenti e impegni anche miei”. Monsignor D’Ercole sottolinea quindi come la sua sara’ una pastorale incentrata sull’esempio di San Luigi Orione, fondatore dell’ordine a cui appartiene il nuovo vescovo ausiliario, inviato nel 1908 da Papa San Pio X a Messina, dopo il terremoto che colpi’ la regione, e successivamente in Abruzzo, nella Marsica, dopo il sisma del 1915, come testimoniato anche dallo scrittore Ignazio Silone. “Cerchero’ – conclude la missiva – di essere il Pastore di tutti e per ciascuno”.

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BENEDETTO XVI PARTECIPERÀ AL VERTICE MONDIALE SULLA SICUREZZA ALIMENTARE ALLA FAO DI ROMA A NOVEMBRE

CITTA’ DEL VATICANO – Nel novembre prossimo Benedetto XVI parteciperà all’apertura del Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare, nell’ambito della 36.ma Conferenza generale dell’Organizzazione dell’ONU per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO). E’ quanto è stato annunciato questo martedì mattina dalla Sala Stampa della Santa Sede. L’incontro si terrà presso la sede della FAO a Roma, dal 16 al 18 novembre, su proposta di Jacques Diouf, Direttore generale dell’organismo delle Nazioni Unite per l’agricoltura e l’alimentazione.

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FILM “TESTIMONIANZA” SU GIOVANNI PAOLO II: SARÀ PROIETTATO DOMANI POMERIGGIO NELL’AULA PAOLO VI

CITTA’ DEL VATICANO – “Testimonianza” è il titolo del film tratto dal libro “Una vita con Karol” del cardinale Stanislaw Dziwisz e del giornalista Gian Franco Svidercoschi. E’ stato presentato nella giornata di oggi in Sala Stampa vaticana alla presenza degli autori del volume, dell’attore-narratore del film Michael York, e del produttore Przemyslaw Hauser. Domani pomeriggio Benedetto XVI assisterà alla proiezione del film nell’Aula Paolo VI. Ascoltando la colonna sonora del film – riferisce la Radio Vaticana – ritorna subito alla mente il valore profondo della testimonianza di umanità e di spiritualità che Karol Wojtyla da uomo e da Papa ci ha lasciato. L’incontro di stamani, ha spiegato padre Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, è un modo particolare per ricordare e celebrare il 30.mo anniversario dell’elezione al pontificato di Giovanni Paolo II. Il produttore Hauser ha raccontato la complessa e partecipata genesi per poi lasciare la parola al cardinale Dziwisz che si è abbandonato innanzitutto ad un ricordo personale:

“Vorrei salutarvi tutti: quando guardo qui questa sala vedo tanti amici, tanta storia comune, tanti viaggi, tanti colloqui con i giornalisti. Posso dire che il Papa Giovanni Paolo II voleva tanto bene ai giornalisti anche quando scrivevano male… Mi ricordo che una volta, dopo un viaggio, ci furono tante critiche su un giornale italiano, non dico quale. L’articolo fu commentato così: ‘io meritavo anche peggio’… Poi ha spiegato di aver scritto il libro come debito nei confronti di Giovanni Paolo II al quale è stato accanto per 36 anni e di tutta la gente che non vuole dimenticare gli insegnamenti di questo Papa. Da parte sua il narratore Michael York ha raccontato di aver detto subito di sì al progetto e di essere felice perché è stata un’esperienza straordinaria.

Fonte: www.papaboys.it

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Il Cardinal Bertone visiterà Armenia e Azerbaigian Dal 2 al 9 marzo 2008

CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 26 febbraio 2008 (ZENIT.org).- Il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, visiterà dal 2 al 9 marzo prossimo l’Armenia e l’Azerbaigian, secondo quanto ha reso noto questo martedì un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede. Il viaggio del porporato, spiega il testo, avverrà “su invito delle autorità religiose e civili” e darà l’occasione di “manifestare la vicinanza del Santo Padre Benedetto XVI ai fedeli cattolici di quei Paesi”. Dal 2 al 6 marzo, il Cardinale sarà in Armenia. Durante la sua permanenza nel Paese, verrà ricevuto da Sua Santità Karekin II, Supremo Patriarca e Catholicos di tutti gli Armeni, “al quale consegnerà una Lettera Autografa di Papa Benedetto XVI, in cui Egli conferma la Sua stima e il desiderio dalla Chiesa cattolica di procedere nel cammino ecumenico insieme alla Chiesa Apostolica Armena”. Dal 6 al 9 marzo sarà invece in Azerbaigian, “dove avrà colloqui con il Capo dei Musulmani del Caucaso, lo Sheik ul-Islam AllashukurPashazade, e altri responsabili religiosi, per esprimere loro la volontà della Chiesa cattolica di collaborare al comune impegno in favore della pace, della concordia fra i popoli e del bene della famiglia umana”.

A Baku, capitale del Paese, il Cardinale Bertone “presenzierà all’inaugurazione della nuova chiesa cattolica sorta sul terreno donato al Servo di Dio Papa Giovanni Paolo II dal Presidente Heydar Aliyev, padre dell’ attuale Capo dello Stato”, conclude il comunicato. Nel corso del suo viaggio, il Cardinal Bertone incontrerà anche le autorità governative dell’Armenia e dell’Azerbaigian.

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