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BENEDETTO XVI: GLI STATI ADOTTINO ENERGIE PULITE E NON PERICOLOSE PER L’UOMO.

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – I governi utilizzino energie ambientali pulite e rispettose per l’ambiente, evitando il ricorso ad una tecnologia pericolosa per l’uomo. È quanto Benedetto XVI ha chiesto ai nuovi ambasciatori presso la Santa Sede di sei Stati – Moldova, Guinea Equatoriale, Belize, Siria, Ghana e Nuova Zelanda – ricevuti stamattina in Vaticano per la presentazione delle Lettere credenziali. Nel discorso collettivo, pronunciato in lingua francese, il Papa ha ribadito che la riflessione sulla tutela dell’ambiente non deve essere condizionata da fini politici o economici. “Il primo semestre di quest’anno è stato segnato da innumerevoli tragedie che hanno colpito la natura, la tecnologia e le persone”. Ma ciò che più importa fra loro “è l’uomo”, non la tecnica, né gli interessi di parte. Inizia così, in modo molto netto, il discorso che Benedetto XVI rivolge ai sei ambasciatori seduti di fronte a lui nella Sala Clementina, le cui provenienze geografiche – i cinque continenti – simboleggiano l’universalità dei temi sui quali il Papa intende sollecitare una precisa riflessione. Il Pontefice non cita espressamente le catastrofi cui fa riferimento, peraltro impossibili da equivocare, ma afferma che “l’entità di tali disastri ci interroga”: L’uomo, al quale Dio ha affidato la gestione della natura, non può essere dominato dalla tecnologia e diventare suo oggetto. Questa consapevolezza deve indurre gli Stati a riflettere insieme sul futuro a breve termine del pianeta, sulle loro responsabilità per quanto riguarda la nostra vita e la tecnologia. L’ecologia umana è un imperativo. Adottare uno stile di vita che rispetti l’ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie pulite, rispettose del patrimonio della creazione e innocue per gli esseri umani, devono essere priorità politiche ed economiche”. 

È necessario “rivedere completamente il nostro approccio alla natura”, che “non è solo un divertimento o uno spazio utilizzabile”, ha insistito Benedetto XVI. Anche perché, ha asserito, in assenza di uno “stile di vita complessivo, che rispetti l’alleanza tra uomo e natura”, la famiglia umana “potrebbe scomparire”.

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IL CARD. BAGNASCO SUGLI ABUSI SESSUALI COMMESSI DA ECCLESIASTICI: « UNA PIEGA INFAME E INFAMANTE»

CHIESA CATTOLICA – Gli abusi sessuali commessi da ecclesiastici rappresentano «una piaga infame e infamante». E la Chiesa Italiana intende combatterla «in assoluta sintonia» con gli indirizzi dati da Benedetto XVI attraverso la Congregazione per la Dottrina della Fede. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, lo ha detto nella conferenza stampa conclusiva dell’Assemblea Generale dei vescovi italiani, assicurando che è «in fase molto avanzata» la preparazione delle linee guida nazionali richieste dalla Santa Sede. «Come vescovi italiani stiamo lavorando da tempo con esperti molto qualificati, laici e alcuni vescovi, per una traduzione puntuale delle indicazioni della Santa Sede e saremo in grado di produrle – ha promesso – molto prima del maggio 2012, termine fissato dalla circolare della Congregazione per la Dottrina della Fede». 

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CARITAS, FINO A VENERDÌ CELEBRAZIONI PER LA 19A ASSEMBLEA GENERALE. IERI LA MESSA DEL CARD. BERTONE

SOCIALE (Roma) – Ieri pomeriggio il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, ha presieduto, presso la Domus Mariae di Roma, la Messa per 300 delegati della Caritas Internationalis per la celebrazione, dal 22 al 27 maggio, della 19ma Assemblea Generale (nel 60° anniversario della fondazione). Nel corso della celebrazione liturgica, il Cardinale si è espresso sul ruolo che la Caritas deve ricoprire, un compito educativo e di sensibilizzazione affinché tutti riconoscano nei poveri i propri fratelli.“Svelare il volto dei fratelli, aiutare i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà a prendersi cura come propri dei loro bisogni e dell’esigenza di pieno riconoscimento della loro dignità, è l’impegno fondamentale di Caritas Internationalis, e anche l’obiettivo di un rinnovato rapporto con gli organismi della Santa Sede, che auspico come frutto di questa Assemblea”, ha dichiarato. 

Il porporato ha ricordato che esiste un livello di servizio rilevante, quello di “raggiungere, in modo convincente e rispettoso, la mente e il cuore dei credenti e di tutte le persone di buona volontà affinché riconoscano nei poveri i loro fratelli”, e ha indicato che questo “è ciò che intendeva il Servo di Dio Paolo VI quando insisteva sul compito primariamente educativo della Caritas”. La Caritas, ha aggiunto, “offre ai fedeli un’opportunità privilegiata di condividere la missione della Chiesa e di essere stretti a Gesù Cristo”. “Caritas Internationalis e le Caritas nazionali e locali fanno un bene immenso quando aiutano le persone e le comunità a riconoscere con amore la presenza di altri fratelli nel bisogno, che è la presenza di Cristo stesso; quando riescono a scuotere le loro coscienze, affinché, sia nelle libere iniziative, sia nella collaborazione con la carità organizzata della Chiesa, sentano sempre l’esigente premura della condivisione evangelica”, ha segnalato. Il compito educativo della Caritas è quello di “poter rafforzare nei cristiani e negli uomini di buona volontà una consapevolezza operativa di fraternità, specialmente verso i più poveri, occorre vivere in Gesù Cristo, che è la via, la verità e la vita, ed essere animati dal suo Santo Spirito”. Cristo, ha affermato, si trova “nella Parola e nel Pane di vita, nella preghiera personale e nei Sacramenti, ma anche Lo troveremo e trasmetteremo la sua vita agli altri nell’agire di Caritas”. 

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CUBA RENDE OMAGGIO AL BEATO KAROL WOJTYLA, IL PRIMO E UNICO PAPA AD AVER VISITATO L’ISOLA

ESTERI (Cuba) – Il Cardinale Arcivescovo dell’Avana, Jaime Ortega, ha invitato i fedeli a partecipare alla Santa Messa presieduta, in occasione della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, dal Nunzio Apostolico Angelo Becciu nella Cattedrale della capitale cubana questa domenica pomeriggio. Funzionari del Governo di Raúl Castro erano presenti alla celebrazione, diffusa dalla televisione vaticana e ritrasmessa in differita da quella statale. Il segretario del Consiglio di Stato, Homero Acosta, il vicecancelliere Dagoberto Rodríguez e Carlos Samper, dell’Ufficio per le Questioni Religiose del Partito Comunista di Cuba, hanno assistito alla celebrazione liturgica. Di fronte a cinquecento fedeli che gremivano la Cattedrale, il Nunzio ha affermato che Giovanni Paolo II è stato “un amico di Cuba. Sappiamo con quale interesse e amore ‘sentiva’ la vita di questo Paese”. Papa Wojtyła, l’unico Pontefice ad aver visitato l’isola caraibica in tutta la sua storia, ha segnato un momento fondamentale con il suo viaggio apostolico a Cuba, dal 21 al 25 gennaio 1998, stringendo la mano a Fidel Castro e rimproverando pubblicamente il Ministro e sacerdote poeta Ernesto Cardenal per il fatto di esercitare un incarico politico senza il permesso vaticano. 

Immagini che hanno fatto il giro del mondo, e segnano un prima e un dopo nelle relazioni del Paese comunista con il resto del mondo. La visita è riuscita a distendere le tensioni di mezzo secolo tra il Governo comunista di Fidel Castro e la Chiesa locale, così come a stringere le relazioni tra la Santa Sede e l’Avana. La frase più ripetuta, pronunciata qui da Giovanni Paolo II – definito ufficialmente un “messaggero della verità e della speranza” -, è stata: “Cuba si apra al mondo e il mondo si apra a Cuba”. Una frase che ha posto fine ad anni di isolamento e ha aperto la porta a un progressivo disgelo dell’ultimo bastione della guerra fredda. In un libro recente, il Segretario di Stato della Santa Sede, il Cardinale Tarcisio Bertone, afferma che Giovanni Paolo II pensava che fosse stata una visita molto positiva, soprattutto per l’entusiasmo del popolo, che grazie ad essa aveva vissuto momenti di libertà. “Possiamo senz’altro dire che la sua visita abbia rappresentato un evento trascendentale nella storia di questa Nazione e della Chiesa”, ha affermato dal canto suo il Nunzio a Cuba. Monsignor Becciu ha ringraziato il Governo cubano per il fatto di aver voluto inviare una delegazione ufficiale alla celebrazione, manifestando in questo modo “la sua soddisfazione per l’evento e per le buone relazioni con la Santa Sede”. 

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“LA VOSTRA NAZIONE È NEL MIO CUORE”:GIOVANNI PAOLO II E L’AMORE PER IL POPOLO SOFFERENTE IN VIETNAM

ESTERI (Hanoi) – I cattolici vietnamiti ricordano con venerazione e affetto Giovanni Paolo II e la lieta notizia della beatificazione di Giovanni Paolo II genera in loro immensa gioia. Il futuro Beato è un Papa attivista nei confronti del Vietnam: ha ufficializzato la Conferenza episcopale vietnamita, ha canonizzato i 117 martiri vietnamiti, ha accolto in Vaticano i vescovi vietnamiti, ha nominato nuovi vescovi per il Paese e ha anche lavorato per costruire i rapporti diplomatici col Vietnam. La Santa Sede, quindi, ha avuto un rapporto speciale con la Chiesa vietnamita: attraverso l’aiuto del Vaticano la chiese locali del Vietnam, pur affrontando tante difficoltà e persecuzioni, sono cresciute con basi solide e mature fino ad oggi.

Questo rapporto si è consolidato grazie anche a Giovanni Paolo II perché anch’egli veniva da una nazione con problemi sociali simili al Vietnam e questa è la ragione per cui gli ha permesso di essere vicino alle sofferenze delle comunità cattoliche vietnamite. Giovanni Paolo II cercava in tutte le occasioni per inviare al popolo vietnamita i suoi messaggi di saluto. Diceva: “La vostra nazione è nel mio cuore. Quanto desidero avere un’opportunità di vedervi e conoscere ognuna delle chiese locali per esprimere il mio amore verso di voi”. Alla canonizzazione dei 117 martiri vietnamiti, il 19 giugno 1988, ostacolata dal governo di Hanoi il papa ha detto ai cattolici: “Ancora una volta possiamo dire che il sangue dei martiri è per voi, cristiani del Vietnam, una fonte di grazia per progredire nella fede. In voi la fede dei nostri padri continua a trasmettersi ancora alle nuove generazioni. Questa fede resta il fondamento della perseveranza di tutti coloro che, sentendosi autenticamente vietnamiti, fedeli alla loro terra, vogliono al tempo stesso continuare ad essere dei veri discepoli di Cristo..…La ricerca del bene comune della patria è dunque un dovere sincero per il cittadino cristiano, nella libertà di proclamare la verità di Dio, in comunione con i pastori e con i fratelli nella fede, nel desiderio di vivere in pace con gli altri uomini per costruire con coscienza il bene di tutti”.

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OGGI BENEDETTO XVI FESTEGGIA 84 ANNI: BUON COMPLEANNO SANTO PADRE!

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano)- Quest’oggi il Santo Padre compie 84 anni e, per l’occasione, autorità politiche e religiose, uomini di cultura e semplici fedeli rivolgeranno il loro augurio esprimendo tutta la loro stima e il loro affetto nei confronti di Papa Benedetto XVI.Nonostante sia un giorno di festa, il Pontefice adempierà ai suoi impegni lavorativi: alle 11.00, presso la Santa Sede, riceverà il nuovo ambasciatore di Spagna, la signora Maria Jesùs F. Lopez-Palop per la presentazione delle Lettere credenziali. Durante la mattinata, Benedetto XVI incontrerà anche il Cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, e il cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

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IL PAPA ALL’AMBASCIATORE DI SPAGNA: LA SOCIETÀ NON EMARGINI LA RELIGIONE, LA FEDE MIGLIORA IL MONDO

CHIESA NEL MONDO (Città Del Vaticano) – Rispetto per la libertà religiosa in generale e per la Chiesa cattolica in particolare. Difesa della famiglia e di una formazione per i giovani che non emargini i valori della fede. Sono i contenuti principali del discorso rivolto questa mattina da Benedetto XVI al nuovo ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede, la signora María Jesús Figa López-Palop, ricevuta in udienza per la presentazione delle Lettere credenziali. Alla neo ambasciatrice, nativa di Barcellona, che qualche minuto prima lo aveva salutato ribadendo i secolari legami della Spagna con il Vaticano e riconoscendo le radici cristiane che formano “l’identità” della nazione, così come il valore della “laicità positiva” con la quale il Paese intende rispettare tutte le credenze religiose, Benedetto XVI ha replicato con un discorso chiaro su come la Chiesa sia sempre al servizio del bene comune e di come la Santa Sede intenda i rapporti con le autorità istituzionali, in particolare “sui grandi temi di interesse comune”. Lo scopo delle relazioni diplomatiche, ha affermato, il Papa, “è quello di progredire sempre nel rispetto reciproco e nella cooperazione, all’interno della legittima autonomia nei rispettivi campi, per tutto ciò che riguarda il bene delle persone e l’autentico sviluppo dei loro diritti e delle loro libertà, compresa l’espressione della loro fede e della loro coscienza, sia in pubblico che in privato”.

Tuttavia – e il Papa lo aveva ripetuto nell’ultimo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace – oggi esistono “forme, spesso sofisticate, ostili alla fede, che si esprimono talvolta col rinnegamento della storia e dei simboli religiosi nei quali si rispecchia l’identità e la cultura della maggioranza dei cittadini”: “ Che in certi ambienti si tenda a considerare la religione come un fattore socialmente irrilevante, e perfino fastidioso, non giustifica il fatto di volerla emarginare, a volte attraverso la denigrazione, il ridicolo, la discriminazione, compresa l’indifferenza davanti a episodi di chiara dissacrazione, con i quali si viola il diritto fondamentale alla libertà religiosa inerente alla dignità della persona umana, che ‘è una vera arma di pace, perché può cambiare e migliorare il mondo’”. La Spagna, come il resto del mondo, è coinvolta – ha osservato Benedetto XVI – da una crisi economica dai contorni “davvero preoccupanti”. La disoccupazione, soprattutto, sta provocando “delusione e frustrazione soprattutto nei giovani e nelle famiglie più svantaggiate”. Il Papa ha detto di aver a cuore tutti gli spagnoli, invitando gli amministratori della cosa pubblica a praticare la giustizia e la solidarietà e assicurando in ogni caso il sostegno della Chiesa, che vede in ogni persona la presenza di Dio. In particolare, parlando della difesa della vita e del sostegno offerto alla famiglia dalla Chiesa, il Papa ha detto di quest’ultima che essa “difende, inoltre, una educazione che integri i valori morali e religiosi secondo le convinzioni dei genitori, com’è loro diritto, e come conviene allo sviluppo integrale dei giovani. E, per la stessa ragione, chiede che essa includa anche l’insegnamento della religione cattolica in tutte le scuole che la scelgono”.

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BENEDETTO XVI ERIGE TRE PROVINCE ECCLESIASTICHE IN BRASILE E NOMINA I NUOVI ARCIVESCOVI METROPOLITI

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Il Santo Padre Benedetto XVI ha eretto tre nuove province ecclesiastiche in Brasile e ha nominato i loro nuovi Arcivescovi metropoliti, secondo quanto reso noto dalla Santa Sede questo mercoledì. Le nuove province nascono dallo smembramento della provincia ecclesiastica di Porto Alegre, che resta con le Diocesi suffraganee di Caxias do Sul, Novo Hamburgo, Osório e Montenegro. 

La prima delle nuove province è quella di Pelotas, dopo l’elevazione della Diocesi omonima a sede metropolitana, alla quale sono state aggregate come suffraganee le Diocesi di Bagé e Rio Grande. Il Vescovo di Pelotas, monsignor Jacinto Bergmann (60 anni), è stato nominato Arcivescovo metropolita. Il presule è stato già ausiliare di Pelotas dal 2002 al 2004, e poi Vescovo di Tubarão fino al 2009, anno in cui è tornato a Pelotas, questa volta come titolare.

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BENEDETTO XVI ERIGE DUE PROVINCE ECCLESIASTICHE IN ANGOLA E NOMINA I PRIMI ARCIVESCOVI METROPOLITI

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Il Santo Padre Benedetto XVI ha eretto due nuove province ecclesiastiche in Angola: la provincia di Malanje e quella di Saurimo. Lo ha reso noto oggi la Sala Stampa della Santa Sede in un comunicato. La provincia ecclesiastica di Malanje è stata eretta elevando a Chiesa Metropolitana l’omonima sede vescovile ed assegnandole come Chiese suffraganee le diocesi di Uije e Ndalatando. Il Papa ha nominato nominato primo Arcivescovo metropolita di Malanje monsignor Luis Maria Pérez de Onraita Aguirre, finora Vescovo della stessa Diocesi. Quest’ultima, eretta il 25 novembre 1957 divenuta ora sede metropolitana, ha una superficie di 107.000 chilometri quadrati ed una popolazione di 1.090.000 abitanti. Di questi, 500.000 (circa il 50%) sono cattolici, serviti in 10 parrocchie da 49 sacerdoti (29 diocesani e 20 religiosi) e 120 religiose. Vi sono poi 30 seminaristi maggiori.

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NUOVI MEDIA, GIOVEDÌ 14 IL PRIMO FORUM MULTIMEDIALE SU GIOVANI E COMUNICAZIONE NELL’ERA DIGITALE

GIOVANI (Roma) – Giovedì 14 aprile, dalle 9 alle 18:30, presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma (via degli Aldobrandeschi 190) si terrà il Forum “Youth Communication in Social Media Age”, organizzato dall’Istituto di Studi Superiori sulla Donna dello stesso Ateneo in collaborazione con l’Università Europea di Roma e con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura. Il Forum, con il supporto di Google e Populis, intende rivolgere l’attenzione ad un aspetto essenziale della cultura contemporanea: la comunicazione giovanile nell’era digitale.

L’incontro intende essere una risposta alle parole del Papa rivolte ai partecipanti all’assemblea plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura: “In un mondo che fa della comunicazione la strategia vincente, la Chiesa, depositaria della missione di comunicare a tutte le genti il Vangelo di salvezza, non rimane indifferente ed estranea; cerca, al contrario, di avvalersi con rinnovato impegno creativo, ma anche con senso critico e attento discernimento, dei nuovi linguaggi e delle nuove modalità comunicative” (13 novembre 2010). Il Forum avrà la forma di un vero e proprio scambio interattivo tra parola e contenuti multimediali, e inviterà tra i suoi relatori i protagonisti delle grandi piattaforme digitali e dei contenuti televisivi, insieme ai giovani stessi. Sarà aperto dall’Ambasciatore d’Egitto presso la Santa Sede, Lamia Aly Mekhemar, che darà una testimonianza di come i giovani egiziani abbiano usato i social network per gridare al mondo la loro voglia di futuro e libertà. Seguiranno un’analisi da un punto di vista psicologico tenuta dallo psichiatra Alessandro Meluzzi sulla cultura del narcisismo e della spettacolarizzazione del sé in tv e online e l’intervento di Marisa Casciola, regista del Grande Fratello, format globale che ha iniziato in tv la cultura del reality. Giorgio Gori, Presidente di Magnolia, parlerà di come l’industria televisiva dell’intrattenimento si adeguerà alle esigenze dei telespettatori. Tra i giovani prenderanno la parola Alessandro Selvitella, conduttore di Radio Luiss, per illustrare il linguaggio giovanile della radio, e i giovani giornalisti di Europocket, prima tv europea under 30. Concluderà la prima sessione il Vescovo mons. Domenico Sigalini, che parlerà del sentimento dello stupore.

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GIOVANNI PAOLO II OPINIONE PUBBLICA E SENSUS FIDEI, L’1 APRILE GIORNATA STUDIO AD UNIVERSITÀ S.CROCE

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Roma) – “Beatificazione di Giovanni Paolo II: Opinione pubblica e sensus fidei” è il tema della giornata di studio organizzata dalla Pontificia Università della Santa Croce per il prossimo venerdì 1 aprile, a partire dalle 9:00, nell’Aula Magna “Giovanni Paolo II” (piazza Sant’Apollinare, 49). Ad introdurre i lavori sarà il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, con la relazione “Sensus fidei e beatificazioni – Il caso di Giovanni Paolo II”. A seguire, il direttore emerito della Sala Stampa della Santa Sede, Joaquín Navarro-Valls, interverrà sul tema “Ermeneutica della comunicazione di Giovanni Paolo II”.

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CULTURA E SOCIETÀ: CHIESA E MEDIA, I VATICANISTI SI RACCONTANO

CITTA’ DEL VATICANO – Per una volta, i «vaticanisti» che descrivono la Chiesa ogni giorno dalle pagine dei giornali e dal web, messi da parte penna e computer, parlano in prima persona. Rodolfo Lorenzoni e Ferdinando Tarsitani hanno dato loro voce intervistandoli e raccogliendo i loro aneddoti e opinioni su Chiesa e Vaticano, nel volume “La Chiesa di Carta. I vaticanisti raccontano”, edito dalle Paoline (166 pagine, 14 euro).

«La difficoltà di questo tipo particolare di giornalista – ha esordito Aldo Maria Valli, vaticanista del Tg1, moderando la presentazione del libro – è che devono raccontare i fatti di una realtà che è in parte terrena e in parte no». Il volume contiene gli interventi di 32 tra i più importanti vaticanisti di testate italiane e internazionali, preceduti da una “Presentazione” di Joaquìn Navarro-Valls, per tanti anni loro collega come direttore della Sala stampa della Santa Sede.

Apre la carrellata Luigi Accattoli, collaboratore di Liberal e «decano» dei vaticanisti, che ha presentato il volume nella libreria delle Paoline di via del Mascherino, mercoledì sera: «Da questo libro emerge una certa coralità e omogeneità dei vaticanisti italiani e la loro solida preparazione culturale. Il volume fornisce un bel caleidoscopio di descrizioni di Papa Benedetto XVI. Chi lo trova difficile da capire, chi invece facile, chi riconosce in lui una certa «rigidità teutonica», chi al contrario sottolinea la sua gentilezza ed umanità.

Sandro Magister, de L’Espresso, pensa che i suoi messaggi siano difficili da tradurre in slogan o in gesti spettacolari. Che il suo pensiero vada approfondito, ma che, nonostante questo, «la gente comune lo comprenda bene». Marco Simeon, responsabile di Rai Vaticano, vorrebbe che i vaticanisti mettessero maggiormente in luce il lato umano della Chiesa: «Hanno la grande responsabilità di dover parlare dei valori fondamentali che guidano le vite di milioni di persone. Sono chiamati a contestualizzare nella realtà di tutti i giorni i messaggi del Papa e della Chiesa. Sarebbe bene che lo facessero non sottolineando solo l’aspetto istituzionale del cattolicesimo, ma anche quello quotidiano».

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NAPOLITANO: “SERVE SOBRIETÀ”. BERTONE: “DOVERE DI ESEMPLARITÀ”

POLITICA E GIUSTIZIA – «Grande responsabilità di fronte alle famiglie, e alle nuove generazioni» e di «fronte alla domanda di esemplarità» morale che viene dal Paese. È questa la riflessione che il segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, ha consegnato ieri ai giornalisti in merito alle vicende italiane e, in particolare, alle indagini giudiziarie che investono il presidente del Consiglio. «La Santa Sede, che ha i suoi canali, le sue modalità di intervento e non fa dichiarazioni pubbliche – ha detto il cardinale Bertone a margine della inaugurazione di una struttura di accoglienza dell’Ospedale Bambin Gesù –, spinge e invita tutti, soprattutto coloro che hanno una responsabilità pubblica di ogni genere in qualsiasi settore amministrativo politico e giudiziario, ad avere e ad assumere l’impegno di una più robusta moralità, di un senso di giustizia e di legalità». Il segretario di Stato vaticano ha espresso inoltre la convinzione che «moralità, giustizia e legalità siano i cardini di una società che vuole crescere e che vuole dare delle risposte positive a tutti i problemi del nostro tempo». Rispondendo a chi gli chiedeva se condividesse il «turbamento» manifestato dal presidente della Repubblica per quanto pubblicato dai media riguardo alle accuse mosse al premier, Bertone ha fatto riferimento al fatto che L’Osservatore romano ha pubblicato un unico testo sulla vicenda: la nota del Quirinale di martedì scorso. «La Santa Sede – ha ribadito Bertone – segue con attenzione e in particolare con preoccupazione queste vicende italiane, alimentando la consapevolezza di una grande responsabilità soprattutto di fronte alle famiglie, alle nuove generazioni».

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GIOVANNI PAOLO II BEATO IL 1° MAGGIO 2011. I PAPABOYS: ‘GRANDE GIOIA DAL PROFONDO DEL CUORE’

ROMA – Giovanni Paolo II sarà beatificato il prossimo primo maggio in Vaticano con una cerimonia presieduta da Benedetto XVI: la data ormai è ufficiale da questa mattina, con la firma da parte del Papa del decreto di Beatificazione. Com’è noto – ricorda l’ufficio stampa della Santa Sede – la Causa, per Dispensa Pontificia, iniziò prima che fossero trascorsi i cinque anni dalla morte del Servo di Dio, richiesti dalla Normativa vigente. Tale provvedimento fu sollecitato dall’imponente fama di santità, goduta dal Papa Giovanni Paolo II in vita, in morte e dopo morte. Per il resto furono osservate integralmente le comuni disposizioni canoniche riguardanti le Cause di beatificazione e di canonizzazione.

Per i giovani dell’Associazione Nazionale Papaboys la beatificazione di Giovanni Paolo II coincide con ‘una grande gioia che sgorga dal profondo del cuore’. “Era una notizia annunciata della quale eravamo ovviamente certi – dichiara il Presidente Nazionale Daniele Venturi – ma abbiamo atteso, sorretti dalla preghiera, l’ufficialità della data del 1 maggio, conseguente all’approvazione del miracolo riconosciuto per l’intercessione del Papa polacco. Non abbiamo mai avuto dubbi sulla santità di Giovanni Paolo II testimoniata non dai decreti o da una Congregazione, ma bensì dalla quotidianità del Suo vivere la parola di Dio, ed incarnarsi di giorno in giorno, sempre più, in quell’Uomo vivo che è Gesù stesso, Salvatore del mondo”.

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HAITI AD UN ANNO DAL TERREMOTO: ANCORA LONTANA LA RICOSTRUZIONE

HAITI – Oggi per Haiti è il giorno del ricordo. Ad un anno dal devastante terremoto che il 12 gennaio 2010 causò 250 mila morti e immani distruzioni, il cardinale Robert Sarah celebra una solenne liturgia, nella capitale Port-au- Prince sulla spianata antistante la Cattedrale distrutta dal sisma. Il presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum leggerà un Messaggio del Papa. Ieri il porporato aveva presieduto una Messa nel campo sfollati di Parc Acra. Ad Haiti sono oltre un milione le persone, di cui la metà bambini, che continuano a vivere nelle tende, mentre un’epidemia di colera ha provocato più di 3.600 morti da ottobre. Helene Destombes ha intervistato l’ambasciatore haitiano presso la Santa Sede, Carl-Henri Guiteau:

R. – C’est difficile de faire un bilan…
E’ difficile riuscire a fare un bilancio un anno dopo una catastrofe di tali proporzioni. E’ necessario anzitutto sottolineare la resistenza straordinaria del popolo haitiano, che malgrado sia ancora in mezzo alle macerie e nelle tende dà un senso alla vita. Questo è un popolo che ha sofferto molto nella sua storia ma che ha imparato a sorridere, a vivere. Tuttavia c’è un limite a questa capacità di adattamento. Bisogna anche sottolineare che l’aiuto umanitario è stato essenziale ed è arrivato da tutti i Paesi del mondo, permettendo di ridare speranza tante persone. Ora, a livello della ricostruzione – bisogna dirlo francamente – la situazione è penosa: ci sono state molte promesse, ma non abbiamo visto ancora segni reali di ricostruzione. Abbiamo la sensazione che non sia stato fatto molto in tale direzione.

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IL PAPA AL CORPO DIPLOMATICO: DIFENDERE DOVUNQUE LA LIBERTÀ RELIGIOSA FONDAMENTO DELLA PACE

CITTA’ DEL VATICANO – Ricercare la via di una pace autentica attraverso il rispetto della libertà religiosa: è l’accorato appello rivolto da Benedetto XVI ai membri del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede, ricevuti stamani in Vaticano in occasione dei tradizionali auguri di inizio anno. Parlando agli ambasciatori, il Papa ha compiuto un giro d’orizzonte sulla condizione della libertà religiosa nel mondo ed è tornato a condannare con forza le violenze anticristiane, in particolare in Iraq ed Egitto. Quindi, ha chiesto l’abolizione della legge sulla blasfemia in Pakistan. Il Pontefice ha inoltre messo in guardia dai tentativi, soprattutto in Occidente, di marginalizzare la dimensione della fede. L’indirizzo d’omaggio al Santo Padre è stato rivolto dall’ambasciatore decano Alejandro Valladares Lanza. Attualmente, sono 178 gli Stati che intrattengono relazioni diplomatiche piene con la Santa Sede.

“La dimensione religiosa è una caratteristica innegabile e incoercibile dell’essere e dell’agire dell’uomo”: muove da questa verità incontrovertibile la riflessione di Benedetto XVI, che parlando agli ambasciatori di tutto il mondo ha ribadito che quando viene negato il diritto alla libertà religiosa “si creano squilibri e conflitti a tutti i livelli, tanto sul piano personale che su quello interpersonale”. Riprendendo il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, il Papa ha riaffermato che il diritto alla libertà religiosa, “troppo spesso messo in discussione o violato”, è in realtà “il primo dei diritti”. La pace, ha soggiunto, si può dunque costruire solo se “l’uomo può liberamente cercare e servire Dio nel suo cuore, nella sua vita e nelle sue relazioni con gli altri”. Il pensiero del Pontefice si è così rivolto agli attentati anticristiani in Iraq che, ha detto, “ci hanno profondamente addolorato”:

“Je renouvelle aux Autorités de ce pays et aux chefs religieux musulmans… ”
Il Papa ha rinnovato “alle autorità di quel Paese e ai capi religiosi musulmani” il suo “preoccupato appello ad operare affinché i loro concittadini cristiani possano vivere in sicurezza e continuare ad apportare il loro contributo alla società di cui sono membri a pieno titolo”. Anche in Egitto, ad Alessandria, ha rammentato, “il terrorismo ha colpito brutalmente dei fedeli in preghiera in una chiesa”. Tale “successione di attacchi”, è stata la sua amara constatazione, “è un segno ulteriore dell’urgente necessità per i governi della regione di adottare, malgrado le difficoltà e le minacce, misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose”. E ancora una volta, ha rimarcato che i cristiani del Medio Oriente “sono cittadini originali e autentici, leali alla loro patria e fedeli a tutti i loro doveri nazionali”. Quindi, ha elogiato quei Paesi del Vecchio Continente che hanno auspicato una “risposta concertata dell’Unione Europea” a difesa dei cristiani nella regione. Né ha mancato di chiedere che, nella Penisola arabica, dove vivono numerosi lavoratori immigrati cristiani, “la Chiesa cattolica possa disporre di adeguate strutture pastorali”:

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LE LIBERTA’ NEGATE. CINA, DEPORTAZIONE DI REGIME PER I VESCOVI

ROMA – Le decine di vescovi della Chiesa ufficiale sono stati deportati a forza nella capitale per costringerli a partecipare all’Assemblea dei rappresentanti cattolici cinesi, che si è aperta oggi a Pechino. Da diversi mesi il Vaticano aveva chiesto ai vescovi di non parteciparvi perché essa è inconciliabile con la fede cattolica. L’Assemblea era stata rimandata per almeno quattro anni perché i vescovi ufficiali, in obbedienza alle indicazioni della Santa Sede, hanno sempre rifiutato di prendervi parte.

Il regista dell’operazione, il laico Antonio Liu Bainian, vicepresidente dell’Associazione patriottica (Ap), ha sminuito l’importanza dell’evento, dicendo che è solo «una riunione per una nuova tornata di leader». In realtà l’Assemblea dovrebbe portare all’elezione del presidente nazionale dell’Associazione patriottica e del presidente del Consiglio dei vescovi cinesi, due organismi inaccettabili per i cattolici perché mirano all’edificazione di una Chiesa indipendente, staccata dal Papa. Inoltre tale raduno è “l’organismo sovrano” della Chiesa ufficiale cinese, in cui i vescovi sono una minoranza, fra rappresentanti cattolici e governativi. In essa si prendono decisioni ecclesiali a colpi di votazioni manipolate. Prima del raduno di oggi, tutti i partecipanti hanno ricevuto da Liu Bainian le indicazioni di cosa fare e di cosa votare. I lavori dell’Assemblea sono circondati dal segreto e da un profilo basso: per tutta la giornata è stato impossibile contattare chiunque; solo verso la mezzanotte la Xinhua ha dato notizia dell’evento in poche righe.

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COLPEVOLI DI AVERE FEDE: “CINQUANTA MILIONI DI CRISTIANI PERSEGUITATI”

CRISTIANI PERSEGUITATI – Sono oltre cinquanta milioni i cristiani vittime di persecuzioni, disprezzo, discriminazioni. La triste contabilità è stata fornita dall’intellettuale francese René Guitton, autore di un documentato volume sulla «Cristianofobia» odierna, a margine della presentazione del Rapporto 2010 sulla libertà religiosa nel mondo dell’opera “Aiuto alla Chiesa che soffre” (Acs). L’incontro è stato moderato da padre Giulio Albanese, missionario comboniano, direttore di Popoli e missione, che ha sottolineato come il 70 per cento della popolazione mondiale vive in Paesi dove ci sono restrizioni o persecuzioni a causa della religione professata.

Con India e Cina che, per le loro proporzioni, sono i Paesi in cui si registrano più casi. Alla presentazione del Rapporto monsignor Sante Babolin, presidente dell’Acs-Italia, ha ricordato la «forte sintonia» tra due testi fondamentali per la libertà religiosa, la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 e la dichiarazione conciliare «Dignitatis Humanae». E ha evidenziato come la Giornata mondiale per la pace del 2011 è stata dedicata da Benedetto XVI proprio alla «libertà religiosa, via della pace». Peter Sefton-Williams, presidente del Comitato di redazione del Rapporto, ha da parte sua illustrato le modalità del lungo lavoro che ha portato alla realizzazione del volume. Molto articolato il discorso del diplomatico Francesco Maria Greco, il direttore generale per la Cooperazione culturale del ministero degli Esteri che una settimana prima di Natale consegnerà le lettere credenziali a Benedetto XVI come nuovo ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede. Greco, tra l’altro, ha dato una suggestiva triplice spiegazione del fatto che spesso si tace sulle persecuzioni che coinvolgono i cristiani. C’è il timore di chi, «onesto intellettualmente», non vuole «complicare le cose in loco a chi si vuole difendere». C’è poi la «realpolitik» di chi ha «timori di ritorni interni». E c’è infine l’atteggiamento «più disonesto di tutti», quello dettato dal «politicamente corretto che ci fa tenere la bocca chiusa». Alla presentazione del Rapporto ha preso parte anche un testimone, il vescovo pachistano di Faisalabad, monsignor Joseph Coutts, che ha affrontato in particolare il problema della legge contro la blasfemia nel suo Paese, puntando il dito soprattutto sul modo in cui viene applicata in concreto.

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PRESENTATO IL LIBRO-INTERVISTA DI PETER SEEWALD CON BENEDETTO XVI: “LUCE DEL MONDO…”

CITTA’ DEL VATICANO – E’ stato presentato stamani presso la Sala Stampa della Santa Sede il libro “Luce del Mondo. Il Papa, la Chiesa, i segni dei tempi. Una conversazione del Santo Padre Benedetto XVI con Peter Seewald”. Il volume, a cura della Libreria Editrice Vaticana, uscirà domani. Frutto di una settimana di conversazioni tra il Papa e il giornalista tedesco, l’estate scorsa a Castel Gandolfo, il libro conta circa 280 pagine: oltre 90 le domande a cui risponde il Pontefice.

Un libro-intervista semplice e profondo sul Papa, sulla Chiesa e sul mondo, che si legge d’un fiato. Benedetto XVI parla della sua vita quotidiana – gli manca di non poter fare una gita o una semplice passeggiata in città – e dei grandi temi dell’attualità. Oggi – dice – occorre riannunciare con “parole nuove” che “Dio è amore” a un’umanità che non comprende più che “il Sangue di Cristo sulla Croce è stato versato in espiazione dei nostri peccati” per la salvezza di tutti. “Sono formule grandi e vere” ma che sono ormai lontane dal nostro ragionare, sempre più intriso di “ateismo pratico”, incapace di alzare lo sguardo verso nuovi orizzonti. La Chiesa esiste per annunciare questa verità nonostante gli scandali che la feriscono e tuttavia ci dimostrano che è proprio Gesù ad averla fondata: “Se dipendesse dagli uomini – nota il Papa – la Chiesa sarebbe già affondata da un pezzo”. Ma ci sono tanti segni di speranza, “un fiorire di nuove iniziative” nella Chiesa che non nascono da strutture o burocrazie. “La burocrazia – afferma con forza – è consumata e stanca. Sono iniziative che nascono dal di dentro, dalla gioia dei giovani. Il Cristianesimo forse assumerà un volto nuovo, forse anche un aspetto culturale diverso” perché si trova di fronte ad “una nuova dinamica” ed ha una “forza vitale” che cambia il mondo. E’ una forza piccola perché anche se i cattolici sono un miliardo e 200 milioni – spiega con sant’Agostino – “molti che sembrano stare dentro, sono fuori” in una “sorta di schizofrenia” tra voler appartenere alla comunità ecclesiale ed essere permeati da una mentalità secolarizzata. Anche se è vero pure il contrario: “molti che sembrano stare fuori, stanno dentro”. E in questo contesto guarda “con tristezza” a quei giornalisti cattolici che nei media ecclesiali fanno propri gli slogan della solita critica alla Chiesa. Il Papa, da parte sua, “non ha il potere di imporre nulla”: è solo un uomo che deve “rendere testimonianza a Colui che è stato crocifisso”. E di fronte alle critiche e agli attacchi Benedetto XVI afferma: “Se avessi continuato a ricevere soltanto consensi, avrei dovuto chiedermi se stessi veramente annunciando il Vangelo”.

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