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QUEL LIBRO CHE METTE D’ACCORDO CICERONE E IL PAPA

CULTURA (Italia) – Chi afferma che la vita quotidiana e gli scritti del Medioevo siano schiacciati dalla trascendenza, spesso non considera alcuni testi poco noti, ma significativi a quell’epoca, che documentano un vissuto molto diverso. Aelredo di Rievaux, monaco cistercense del XII secolo, scrive il De spirituali amicitia, uno degli scritti più interessanti di quell’età di rinascita, che ebbe come fonte, oltre al patrimonio della Scrittura e dei Padri, anche le opere dei classici latini. Gli studiosi affermano che, per quanto riguarda la dottrina sull’amicizia, Aelredo è per il Medioevo ciò che Cicerone fu per l’antichità.

Invitato da san Bernardo a scrivere le sue opere sotto l’ombra degli alberi, cioè nel raccoglimento offerto dal silenzio della natura, Aelredo viene eletto abate nel 1147 e in questo servizio reso alla sua comunità rivela doti di dolcezza, di equilibrio, di tatto e di delicatezza nel comprendere gli uomini a lui affidati e nel guidarli nella vita monastica. Perciò le opere della tradizione classica e cristiana da cui attinge la sua saggezza diventano vive in lui nell’esperienza dell’amicizia spirituale: da qui nasce il suo breve trattato. Egli parte dalle definizioni della parola amicizia date da Cicerone e da Sallustio: il primo aveva scritto che l’amicizia non è altro che l’accordo in tutte le cose divine e umane, con benevolenza e carità; il secondo aveva osservato per bocca di Catilina, che volere le stesse cose, rifiutare le stesse, è questa la vera amicizia.

Idem velle atque idem nolle: espressione colta e insieme adagio popolare, che anche Benedetto XVI cita nella sua prima enciclica Deus caritas est, assegnando alle parole antiche il significato di quel “diventare l’uno simile all’altro, che conduce alla comunanza del volere e del pensare”.

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LIBIA, IL VESCOVO DI TRIPOLI: “LA NATO HA BOMBARDATO UNA CHIESA COPTA, VITTIME ANCHE TRA I CIVILI”

ESTERI (Tripoli, LIBIA) – “La Nato ha intensificato i bombardamenti e continua a fare vittime. I missili stanno cadendo ovunque e purtroppo non colpiscono solo zone militari, ma anche civili. La gente a Tripoli soffre, anche se nessuno ne parla”. È quanto afferma ad AsiaNews mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, Vicario apostolico di Tripoli. Il prelato afferma che i bombardamenti di questa notte hanno danneggiato diversi edifici, fra cui una chiesa copta situata a poche centinaia di metri da una caserma militare. Secondo il governo libico, l’operazione Nato contro Gheddafi ha fatto oltre 700 morti e più di 4.000 feriti, ma a tutt’oggi i funzionari del regime non permettono la verifica di tali informazioni. 

Mons. Martinelli spiega che nella città manca il carburante e la popolazione ha paura di uscire di casa; i danni psicologici si aggiungono a quelli materiali provocati dai bombardamenti. Il prelato sottolinea la presenza attiva degli oltre 3.000 migranti cattolici filippini, impiegati in diversi ospedali della città e del Paese, che partecipano tutte le settimane alla messa in cattedrale nonostante i bombardamenti. Per il prelato essi “rappresentano il fulcro della comunità cattolica locale e sono una testimonianza di carità e servizio per il popolo libico che soffre”. Intanto, la Nato oggi ha annunciato l’estensione della missione in Libia di altri 90 giorni. 

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AL VIA LE VACANZE ESTIVE: DOPO LE COLONIE MARINE E MONTANE ANCHE LA SCUOLA DIVENTA UN CAMPEGGIO

GIOVANI (Italia) – La scuola sta per concludersi e i ragazzi, per tre mesi, andranno in vacanza. Un problema che per i genitori che lavorano si presenta ogni anno, perché non hanno molta disponibilità di tempo da dedicare ai propri figli. Così alcuni Comuni italiani, pur con i bilanci sempre più critici, hanno deliberato che una scuola su quattro rimarrà aperta – dalle materne alle medie – affinché madri e padri non si affannino, prima delle agognate ferie, nella ricerca di una struttura che accolga i loro ragazzi. 

Negli ultimi due anni, la richiesta di campi estivi è aumentata un po’ ovunque in Italia: +10% a Torino e Milano, +5% a Bolzano dove le attività estive si svolgono soprattutto all’aperto, +15% a Roma e Napoli. Il personale che si occupa di accudire i bambini proviene da cooperative e associazioni, perlopiù del mondo cattolico, e il servizio dura fino alla fine di luglio. Ci si chiede: è giusto far rimanere i bambini, due mesi in più, a scuola? “Meglio a scuola, nei parchi e nei musei cittadini, con personale comunque già utilizzato in questo genere di attività”, dice Aldo Fortunati, direttore della ricerca dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, l’osservatorio nazionale più autorevole in materia di servizi per l’infanzia. Aggiunge poi: “Se le scuole materne e quelle elementari non restassero aperte sotto forma di centri estivi, si verificherebbe il paradosso che mentre i nidi per la fascia 0-3 anni funzionano, i bimbi più grandi dovrebbero rimanere a casa”. 

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HANOI, IN DEMOLIZIONE LA CASA DELLE SUORE DELLA CONGREGAZIONE DI SAN PAOLO, CENTRO PER I DISAGIATI

ESTERI (Hanoi) – Rischia di essere demolita la ad Hanoi, che attualmente ospita opere assistenziali per giovani donne, una residenza per bambini orfani o disabili ed un dispensario per i poveri. Le autorità locali hanno annunciato che sulla loro proprietà sorgerà un ospedale. Una scelta apparentemente irrazionale dalla quale si aspettano le reazioni dell’arcivescovo della capitale e della Commissione giustizia e pace per permettere alle suore di continuare la loro missione e contribuire così allo sviluppo del Paese.

Creata nel 1883, la Congregazione di Saint Paul di suore vietnamite ha la sua sede principale a Hanoi, al n. 37 di Hai Bà Trưng Street, Tràng Tiền Ward, Hoàn Kiếm District. Da allora, e anche durante la guerra, le suore hanno sempre svolto attività pastorali, servizi sanitari e sociali per la popolazione di Hanoi e contribuito alla costruzione della nazione. Il nome della strada, Hai Bà Trưng, è quello di due donne che hanno sfidato l’invasione del regime feudale cinese e quello del distretto, Hoàn Kiếm, indica la restituzione a Dio della spada magica con la quale l’imperatore Lê Lợi, eroe della tradizione vietnamita, vinse gli aggressori e l’espansionismo della dinastia Ming. Al momento della sua istituzione, la congregazione aveva 200 suore che si dedicavano ad attività pastorali e sociali per i poveri, sparse in tutto il nord del Paese. Nel 1954, la maggior parte delle suore si rifugiarono a Da Nang e Saigon. Rimasero, come testimoni, in 11, 10 delle quali sono morte, mentre una, ancora vivente, ha 100 anni. “In quel periodo – ricorda suor T. – la situazione nel nord era davvero difficile. La gente viveva in grandi difficoltà, ovunque guerra e bombardamenti, vita e morte.

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TE LO DICO PAPALE-PAPALE – “LETTER@PERTA”: IL NOCE DI CROCE

‘EDITORIALE DI DANTE (Roma) – Carissimi amici di Papaboys.it ben ritrovati con la nostra rubrica ‘Te lo dico papale papale‘, un inserto sull’attualità curato da un professionista della comunicazione, amico dei giovani e sempre sensibile alle tematiche cristiane, Dante Fasciolo. Riflessioni, qualche sana provocazione (culturale e sociale) e soprattutto degli spunti per riuscire, in verità, a farsi testimoni della carità. Sempre al servizio degli ultimi. Questi gli ingredienti della “letter@perta”. Sempre senza peli sulla lingua, con chiarezza e brillantezza ci leveremo qualche sassolino dalle scarpe, grazie alla “penna” di Dante Fasciolo. Buona lettura a tutti!

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TE LO DICO PAPALE-PAPALE – “LETTER@PERTA”: MEDITERRANEO

L’EDITORIALE DI DANTE (Roma) – Carissimi amici di Papaboys.it ben ritrovati con la nostra rubrica ‘Te lo dico papale papale‘, un inserto sull’attualità curato da un professionista della comunicazione, amico dei giovani e sempre sensibile alle tematiche cristiane, Dante Fasciolo. Riflessioni, qualche sana provocazione (culturale e sociale) e soprattutto degli spunti per riuscire, in verità, a farsi testimoni della carità. Sempre al servizio degli ultimi. Questi gli ingredienti della “letter@perta”. Sempre senza peli sulla lingua, con chiarezza e brillantezza ci leveremo qualche sassolino dalle scarpe, grazie alla “penna” di Dante Fasciolo. Buona lettura a tutti!

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DALLA PASTORALE GIOVANILE ARRIVA “SEGUIMI”, UN SUSSIDIO DI PREGHIERA PER L’ANNO LITURGICO 2010/2011

GIOVANI (Roma) – Un cammino spirituale di meditazione e preghiera lungo tutto l’anno liturgico 2010/2011, iniziato lo scorso 28 novembre 2010 e che terminerà il 27 novembre 2011. È l’obiettivo di “Seguimi” (608 pagine), il nuovo libro che il Servizio nazionale per la Pastorale giovanile della Cei ha concepito per i ragazzi che è un invito a seguire Gesù ovunque, a lasciarsi affascinare da Lui come fu per Pietro e Giovanni sulle rive del lago, ad andare per le strade del mondo insieme a Lui, tenendosi per mano con altri fratelli, proprio come i giovani della copertina.

Il volume conterrà molte cose: le letture della Parola di Dio, testimonianze di giovani, un cammino catechistico settimanale, proposte di impegni di carità e servizio, intenzioni di preghiera, un percorso missionario, un cammino catechistico, scritti del Santo Padre Benedetto XVI e del magistero, tavole artistiche di argomento religioso e, nell’ultima parte, l’intero libro dei Salmi secondo la nuova traduzione della Bibbia Cei, proponendo un cammino di preghiera attraverso l’uso di tutti i 150 Salmi. Il libro dei Salmi verrà letto integralmente nel corso dell’anno in un pellegrinaggio in tutto il mondo.

L’auspicio è che, attraverso questo libro, possano nascere nuovi “colloqui di fede” fra sacerdoti e giovani, fra educatori e ragazzi, fra giovani e giovani. Il costo, molto contenuto, vorrebbe rendere possibile una grande diffusione, vorrebbe facilitare il fatto che possa essere donato, regalato dai sacerdoti ai giovani, agli educatori e dai giovani stessi ai loro amici. Il libro potrà essere acquistato direttamente in tutte le librerie cattoliche, oppure, a prezzo ancora più ridotto (2,5 euro per chi ne acquista un certo numero di copie) presso l’editore, utilizzando il modulo d’ordine allegato.

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Beatificazione Giovanni Paolo II : posti letto agenzia dei Papaboys

Carissimi fratellini e sorelline dell’Associazione Nazionale Papaboys e lettori del sitowww.papaboys.it a ciascuno di voi ed ai vostri amici un caro saluto nel Signore ed un ben ritrovati con il servizio informazioni dell’Associazione. Molti di voi hanno chiesto e telefonato presso la Sede Nazionale per chiedere ulteriori possibilità di pernottamento e soggiorno a Roma durante i giorni della Beatificazione del nostro amato Papa Giovanni Paolo II; oltre ad aver soddisfatto tutte le vostre richieste (come nostra consuetudine)abbiamo ulteriormente provveduto a riservare a ciascuno di voi, ed anche eventualmente a vostri amici/cari una serie di possibilità nella città di Roma e dintorni. Ci auguriamo di cuore che il servizio riservato che vi proponiamo, sia di vostro gradimento e possa aiutarvi a vivere intensamente questi giorni di grazia, in totale comfort ed organizzazione.Per rendere più esclusivo e gradevole il Tuo pellegrinaggio a Roma l’Associazione Nazionale Papaboys resterà a Tua disposizione nelle ore in cui ti troverai a Roma. Il numero di telefono per ogni evenienza o informazione è lo06/97270529 oppure 06/97270510 al quale comunicare il Suo numero di tessera, mediante il quale potremo intervenire con rapidità e soluzioni. Nel momento della conferma di prenotazione ti sarà inviato anche il nominativo di un Tuo diretto riferimento con un recapito cellulare.

Ecco le nostre proposte per voi!

Alberghi 4 Stelle a Roma!

Hotel Shangrilà Corsetti **** (esclusivo) Roma Centro / Eur
PER I GIORNI 30 APRILE E 1 MAGGIO
totale posti 50
25 camere doppie

Cervara Park Hotel ****
Zona La Rustica
PER I GIORNI 29 / 30 APRILE
totale posti 13
3 triple
1 quadrupla (In regime di B&B.)

Strutture entro 50 Km da Roma!

Monastero “Convento Benedettino”
Bassano Romano (50 km da Roma)
PER I GIORNI 29 / 30 APRILE / 1 MAGGIO
totale posti 160
La struttura proposta e’ un convento benedettino ubicato a c.a 50 km da Roma ed a c.a 40 km da Viterbo. (disponibilità camere doppie, triple, quadruple, quintuple e sestuple)

Strutture Religiose, Alberghi e B&B 3 Stelle a Roma!

Nights in Rome
Zona Termini
PER I GIORNI 29 / 30 APRILE / 1 MAGGIO
totale posti 17
2 quadruple con bagno
1 tripla con bagno
3 doppie con bagno
tutte dotate di bagno privato, tv, connessione adsl e prima colazione

Marisa Hotel ***
Zona Termini
PER I GIORNI 29 / 30 APRILE / 1 MAGGIO
totale posti 17
3 camere triple
1 quadrupla
2 camere doppie
tutte dotate di bagno privato, tv, connessione adsl e prima colazione.

Suore Salesiane Oblate del Sacro Cuore
Zona Nomentana Km. 13
PER I GIORNI 29 / 30 APRILE / 1 MAGGIO
totale posti 28
7 doppie
9 singole
1 quadrupla (In regime di B&B.)

B&B One step from St. Peter
Zona Prati Metro Ottaviano
PER I GIORNI 29 / 30 APRILE / 1 MAGGIO
totale posti 15-16
1 singola
2 doppie
2 triple
1 quintupla (In regime di B&B.)
LOFT al 7°piano con bagno in camera e terrazzo con vista su San Pietro

B&B Salvator
Zona Prati Metro Ottaviano
PER I GIORNI 29 / 30 APRILE / 1 MAGGIO
totale posti 12
3 quadruple (In regime di B&B.)

B&B Mr. Gabbo
Zona Prati Metro Ottaviano
PER IL GIORNO 1 MAGGIO
totale posti 7
1 tripla ( matr.+singola)
1 doppia( 2 letti singoli)
1 matrimoniale (In regime di B&B.)

Istituto Religiose Orsoline
Zona Termini
PER I GIORNI 1 / 2 MAGGIO
totale posti 6-7
3 doppie (In regime di B&B.)

Per ulteriori Informazioni

Sign.ra Janna Chatilova
Coordinamento ‘Papaboys Agency’
Tel. 06/97270510 – 97270529
Recapito cellulare: 328/6049142
agency@papaboys.it

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IL PAPA AI PARROCI ROMANI: SIATE UOMINI CON IL CUORE DI DIO, ANNUNCIATE LA VERITÀ ANCHE SE SCOMODA

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Il sacerdote non è un “amministratore”, ma un uomo scelto da Dio per imitare Cristo, che sa come Lui essere umile, amare l’umanità, avere sensibilità per i poveri, sostenere con coraggio la Chiesa là dove essa è minacciata. Con un’articolata lectio divina ispirata dal capitolo 20 degli Atti degli apostoli, Benedetto XVI si è intrattenuto stamattina con i sacerdoti della diocesi di Roma, guidati dal cardinale vicario, Agostino Vallini, nel tradizionale incontro annuale svoltosi nell’Aula della Benedizione. Avere l’occhio di Dio, non quello del burocrate. Non c’è alternativa per un sacerdote. San Paolo lo aveva compreso e San Luca descritto in quel capitolo degli Atti degli Apostoli che il Papa ha definito come “destinato agli uomini di ogni tempo”. L’attualità del testo antico è diventata materia di riflessione per il prete del tempo moderno, centellinata dal Pontefice frase dopo frase. Il sacerdote, ha affermato, anzitutto “non è un padrone della fede”: “Prete non si è a tempo solo parziale; si è sempre, con tutta l’anima, con tutto il nostro cuore. Questo essere con Cristo ed essere ambasciatore di Cristo, questo essere per gli altri è una missione che penetra il nostro essere e deve sempre più penetrare nella totalità del nostro essere”.

Il servizio, ha proseguito Benedetto XVI, chiama l’umiltà. Che non è esibizione di “falsa modestia” ma amore per la volontà di Dio, che proprio grazie all’umiltà del servitore può essere annunciata nella sua integrità, senza condizionamenti o preferenze, e senza “creare l’idea che il cristianesimo sia un pacchetto immenso di cose da imparare”: “Questo è importante: non predica un cristianesimo à la carte, secondo i gusti propri, predicando un Vangelo secondo le proprie idee preferite, secondo le proprie idee teologiche: non si sottrae dall’annunciare tutta, tutta la volontà di Dio, anche la volontà scomoda, anche i temi che personalmente non mi piacciano tanto”. Il testo paolino ha poi suggerito al Pontefice spunti di riflessione sul tema della conversione del cuore. “Conversione”, ha detto il Papa, è soprattutto quella del pensiero e del cuore, per cui la realtà non sono le cose tangibili o i fatti del mondo così come si presentano, ma realtà è riconoscere la presenza di Dio nel mondo. Da questa visione il sacerdote deve condurre la sua “corsa” nel mondo, senza mai perdere – ha raccomandato Benedetto XVI – lo smalto degli inizi: “Non perdiamo lo zelo, la gioia di essere chiamati dal Signore (…) lasciamoci rinnovare la nostra gioventù spirituale (…) la gioia di poter andare con Cristo fino alla fine, di ‘condurre a termine la corsa’ sempre nell’entusiasmo di essere chiamati da Cristo per questo grande servizio”.

Il sacerdote, come Paolo, ha affermato il Papa non deve pensare alla sua mera “sopravvivenza biologica”. Certo, custodirsi è doveroso, ma non dimenticando che l’offerta di sé, anche fino al dono della vita, assimila il sacerdote al suo modello, Cristo: “Solo Dio può farci sacerdoti, solo Dio può scegliere i suoi sacerdoti e se siamo scelti, siamo scelti da Lui. Qui appare chiaramente il carattere sacramentale del presbiterato e del sacerdozio, che non è una professione che dev’essere fatta perché qualcuno deve amministrare tutte le cose (…) E’ un’elezione dallo Spirito Santo”. Pio XI, ha ricordato Benedetto XVI, rimarcava il problema della “la sonnolenza dei buoni”, cioè la mancanza di argini che spesso gli stessi cristiani oppongono alle forze del male. Il sacerdote, ha ribadito, è chiamato a “vegliare” e a pregare intensamente: “’Vegliate su voi stessi’: siamo attenti anche alla nostra vita spirituale, al nostro essere con Cristo (…) pregare e meditare la Parola di Dio non è tempo perso per la cura delle anime, ma è condizione perché possiamo essere realmente in contatto con il Signore e così parlare di prima mano dal Signore agli altri”.

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“L’EUCARISTIA: COMUNIONE CON CRISTO E TRA NOI”: L’IRLANDA INVITA TUTTI AL CONGRESSO EUCARISTICO 2012

CHIESA CATTOLICA NEL MONDO (Dublino, IRLANDA) – La Chiesa cattolica irlandese ha già iniziato ad invitare persone di tutto il mondo al Congresso Eucaristico Internazionale 2012, che si svolgerà a Dublino dal 10 al 17 giugno 2012 e avrà come tema “L’Eucaristia: Comunione con Cristo e tra noi”.
Lunedì scorso il cardinale Seán Brady, arcivescovo di Armagh, e l’arcivescovo Diarmuid Martin di Dublino hanno lanciato la fase preparatoria del Congresso, che rappresenterà un’occasione per approfondire la comunione con Cristo e con i fratelli.

Il cardinale Brady ha sottolineato che “l’obiettivo di ogni Congresso Eucaristico è approfondire la comprensione e la devozione per la Santa Eucaristia, che è fondamentale per la nostra fede cattolica. Questa devozione occupa un posto speciale per i cattolici irlandesi. L’Eucaristia è la fonte e il culmine della vita di ogni seguace di Gesù. Ospitare il Congresso in Irlanda – ha aggiunto cardinal Brady – non serve solo la nostra Chiesa locale, sarà un evento internazionale. La celebrazione attirerà migliaia di pellegrini e permetterà ai cattolici, in Irlanda e all’estero, di incontrarsi e di partecipare a Messe quotidiane, discutere questioni di fede, prendere parte a laboratori, riportare testimonianze e riflessioni e partecipare all’adorazione eucaristica”. Gli organizzatori del Congresso stanno già stringendo accordi con il settore turistico per favorire la partecipazione di persone provenienti da tutto il mondo, ed il sito web del Congresso (www.iec2012.ie) offre dettagli in varie lingue. Per la preparazione dell’evento, gli organizzatori chiedono almeno 3.000 volontari che ricoprano ruoli nell’amministrazione, nella gestione dell’ospitalità, nei servizi di traduzione e nell’accoglienza.

Il cardinale Brady auspica che il Congresso del 2012 “promuova un rinnovamento nella Chiesa cattolica in Irlanda, facendo riflettere sulla centralità dell’Eucaristia al cuore della nostra comunità sempre più eterogenea, e che dia un rinnovato impulso a vivere la fede”. Quest’anno, in occasione della festa del Corpus Domini, si svolgerà un Congresso Eucaristico nazionale per preparare i cattolici irlandesi all’evento del prossimo anno. La prossima settimana, inoltre, inizierà il pellegrinaggio per le 26 diocesi irlandesi della “campana del Congresso”, simbolo dell’invito alla fede, alla preghiera, alla riconciliazione e alla missione.

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“COME ANDARE A MESSA SENZA PERDERE LA FEDE”, IL NUOVO LIBRO DI DON NICOLA BUX

EDITORIA (Il libro del mese) – Ieri pomeriggio a Roma, nella gremittisima sala della Chiesa di Santa Marta in piazza del Collegio Romano, è stato presentato il libro “Come andare a Messa e non perdere la Fede” (Piemme editore), di Don Nicola Bux, in cui il sacerdote e docente della diocesi di Bari si domanda cosa sia successo alla liturgia cattolica, che rappresenta il massimo atto del culto. Insieme all’autore erano presenti il cardinale Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, il cardinale Antonio Cañizares Llovera, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il presidente dell’Istituto per le Opere di Religione dello Stato della Città del Vaticano Ettore Gotti Tedeschi e l’ex direttore emerito di Propaganda Fide Luca De Mata.

“Volere la riforma della liturgia – ha spiegato il cardinal Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica – significa accettare anche la correzione della riforma. Rispondendo alla questione di quanto radicale sarà tale riforma, egli ci mette sulla giusta strada rispetto alla contestazione spesso inconsapevole del rito di Dio, di essere adorato come Lui ha stabilito, e dà la sede al pastore di onorare la liturgia. L’approccio del reverendo Don Bux – ha aggiunto il cardinale Burke – è diretto e chiaro, qualità secondo me necessarie per affrontare una situazione che tocca la nostra Fede alla sua fonte e sostegno, ossia la presenza reale del Signore nell’Eucaristia. Con la sua conoscenza profonda della patristica e della storia della sacra liturgia, il nostro autore ci aiuta a prendere visione del mistero della Fede, visibile e tangibile nella celebrazione della Santa Messa, così che noi dobbiamo essere sempre pieni di stupore quando partecipiamo alla sacra liturgia. Come il titolo del libro suggerisce, se sbagliamo, pensando che la sacra liturgia è la nostra azione, centrata su noi stessi, invece di essere l’azione di Cristo, centrata sull’offerta del culto degno e giusto a Dio Padre, la Messa condurrà ad una perdita della Fede. Istruiti da una catechesi sana e sicura, saremo disposti invece ad una sempre più ricca esperienza della Fede nella partecipazione alla Santa Messa. Quello di Don Bux – ha concluso il cardinale Burke – è un lavoro fatto con retto amore appassionato per la Chiesa e la liturgia, che è la fonte ed il culmine della vita ecclesiale”.

A prendere la parola dopo il cardinale Burke è stato il cardinale Antonio Cañizares Llovera, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti: “L’opera di Don Bux è un libro di grande interesse, e senza dubbio rappresenta un grande servizio alla Chiesa a portare la verità dell’Eucaristia nel centro della vita della Chiesa, dei sacerdoti e dei fedeli cristiani. È un grande servizio, perché la sua lettura è meditazione: si tratta infatti di un libro da leggere, da ascoltare attentamente e da meditare serenamente. Non solo ha approfondito il mistero eucaristico, mistero della Fede in cui si verifica l’unico sacrificio redentore di Cristo sulla croce, ma anche aiuta a viverlo in tutta la sua densità e profondità. Il titolo provocatorio di questo lavoro – ha proseguito il cardinale Llovero – dimostra chiaramente una convinzione e una preoccupazione dell’autore che condivido: l’Eucaristia è il sacramento della nostra Fede, nutre la nostra Fede, rende possibile la vita di Fede e vivere come il giusto vivere della Fede. Il popolo di Dio vive per la liturgia. Solo la vita liturgica messa al centro di tutto, dandole il posto che merita nella vita di tutti i cristiani, potrà ricondurci veramente a Dio, fonte, vita e mèta di tutto. Quello di Nicola Bux – ha concluso il cardinale Llovero – è un libro per il futuro, per il rinnovamento della liturgia e per fare della liturgia il centro di tutta la vita della Chiesa”.

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FRANCESCO DE RUVO: UN GIOVANE RAGAZZO CHE HA PRESTATO IL SUO TEMPO PER AIUTARE I PIU’ DEBOLI

INTERVISTE (Italia) – Francesco De Ruvo Sabato 5 Marzo, riceverà l’ordinazione presbiterale da Sua Eminenza Cardinale Angelo Bagnasco presso la Parrocchia San Giovanni Bosco e San Gaetano a Genova- Sanpierdarena. Nonostante la giovane età è una persona che ha viaggiato molto ed è entrato a contatto con i giovani, soprattutto quelli più poveri con gravi problematiche economiche e sociali, stabilendo con loro un rapporto di fiducia e amicizia per dare loro un pizzico di felicità: questa è stata la molla che ha fatto accrescere la sua fede in Cristo. Francesco ha anche collaborato con la nostra Associazione come organizzatore del pellegrinaggio in Terra Santa dei Papaboys scoprendo, in noi in quanto associazione, un servizio prezioso che aiuti a comprendere il magistero del Papa. E’ un ragazzo che, proprio per essere tale, ha fiducia nelle nuove generazioni e nella loro capacità di poter diffondere e portare avanti gli insegnamenti che Gesù ci ha insegnato.

Francesco, tu sei un ragazzo che, nonostante la giovane età, ha deciso con maturità di intraprendere il cammino del sacerdozio. Ci puoi raccontare quando hai aperto il tuo cuore a Gesù?

Ho cominciato a conoscere Gesù soprattutto in famiglia, attraverso le prime preghiere: successivamente iniziai a frequentare l’Oratorio dei Salesiani a Genova – Sampierdarena dall’età di circa sette anni. Frequentare l’Oratorio, prima da animato e poi da animatore, mi ha permesso di approfondire questo rapporto con Nostro Signore e ciò che ha dato una forte spinta e una maggiore riflessione di fede è stata l’esperienza di servizio e di aiuto nei confronti degli altri: dare il proprio tempo per vedere la felicità sul volto dei ragazzi.

Quali sono state, fino ad ora, le tue esperienze religiose a contatto con i più deboli e bisognosi sia in Italia, sia all’estero? Qual è quella che ti ha più colpito?

Le esperienze con i più deboli sono state numerose ed ho collaborato a lavorare a servizio dei giovani poveri sia economicamente ma anche spiritualmente e moralmente. Ho avuto modo di avvicinarmi anche alle vere povertà economiche attraverso esperienze di servizio alla Caritas e nel periodo in Terra Santa: in quell’occasione ho avuto modo di conoscere famiglie in situazioni davvero difficili. Ciò che mi ha colpito e mi colpisce sempre più è il servizio che ora fanno i nostri studenti alla mensa Caritas: capita di incontrare giovani e persone adulte che potrebbero davvero essere i tuoi genitori, persone che purtroppo, però, non riescono a raggiungere la fine del mese o che vanno alla mensa della Caritas perché disoccupati! Secondo me sono davvero troppi e troppi giovani.

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GIOVANI: COSTRUIRE LA VITA SULLA ROCCIA DI CRISTO

L’invito di monsignor Pitta al secondo appuntamento per i giovani romani in preparazione alla Gmg di Madrid: «Noi siamo il tempio di Dio, il nostro corpo è tempio dello Spirito»
CITTA’ DEL VATICANO – «Fondati in Cristo». Questo il tema del secondo appuntamento per i giovani romani in preparazione alla XXVI Giornata mondiale della gioventù, che si terrà a Madrid dal 16 al 21 agosto. A guidare la catechesi di ieri sera (mercoledì 9 febbraio 2011), che ha preso spunto dalla Lettera di San Paolo ai Colossesi e che si è tenuta presso il Seminario Maggiore, è stato monsignor Antonio Pitta, docente di esegesi del Nuovo Testamento alla Pontificia Università Lateranense. Ad accogliere e salutare i tanti ragazzi intervenuti, invece, don Maurizio Mirilli, direttore del servizio per la pastorale giovanile del Vicariato.

Monsignor Pitta ha suddiviso la sua catechesi secondo tre argomenti: la pietra angolare, la roccia e l’edificio. «Queste tre parti ci fanno capire cosa vuol dire essere edificati in Cristo – ha spiegato -. In una costruzione il punto di partenza è la pietra angolare, la prima che deve essere posta e che permette a tutto l’edificio di erigersi. Quale aspetto di Cristo rappresenta la pietra angolare? La croce. Quando questa pietra è posta alla base, la costruzione non può vacillare». La croce è il cuore della Chiesa, ha sottolineato il docente, e senza questa il cristianesimo sarebbe solo ideologia, filosofia: «La croce non come luogo di dolore ma, come dice anche San Paolo, di Resurrezione».

Il secondo punto analizzato è la roccia: «Noi siamo edificati sulle fondamenta degli apostoli e dei profeti, se Cristo è la roccia, ognuno di noi deve costruire la sua vita cristiana a partire da questo rapporto». Infine il docente ha parlato della costruzione, che deve essere ben salda nel Signore ma capace di mettersi in cammino, di attraversare il tempo e lo spazio. Questo edificio è la Chiesa, fatta di pietre vive, di persone: «Ognuno di noi è un edificio in Cristo – ha affermato -, in continua trasformazione. Noi siamo il tempio di Dio, il nostro corpo è tempio dello Spirito».

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GMG, UNA “PALESTRA” CHE ADDESTRA AL CORAGGIO DI TESTIMONIARE LA FEDE IN PUBBLICO

GMG MADRID – I primi manifesti cominciano a comparire in alcuni degli scorsi più celebri di Madrid. Il volto di Benedetto XVI e del motto della prossima Gmg, “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”, preparano al grande raduno di agosto, quando dal 16 al 21 del mese circa due milioni di giovani – secondo le ultime stime – saranno nella capitale iberica per gli appuntamenti finali dela Giornata insieme con il Papa. Al microfono di Emanuela Campanile di Radio Vaticana, don Maurizio Mirilli – direttore del servizio diocesano per la Pastorale giovanile di Roma – racconta come ogni Gmg sia occasione di incontro con Cristo e di annuncio: R. – Bisogna avere il coraggio, il coraggio della fede e la Gmg ha anche questo aspetto: quello di mostrarla pubblicamente al mondo, davanti a milioni di giovani. Mostrare il proprio cammino senza ostentazione, naturalmente, ma senza nemmeno paura. Ma affinchè questo coraggio arrivi necessita di una esperienza concreta. Chi è Dio per questi giovani? Se un giovane non fa l’esperienza della persona di Gesù Cristo, parla di un’idea, di un’ideologia. Ma la fede cristiana non è questo: è importante aiutare i giovani a conoscere bene che cos’è il Vangelo.

D. – Tra l’altro, il Papa in uno dei suoi discorsi ha detto testualmente: “Una prima condizione è conoscere la figura di Gesù, come ci appare nei Vangeli”…

R. – Esattamente, e non come ci appare dai media o da qualche “imbonitore” qualsiasi che va in tv e dice: Gesù ha detto questo. E’ bene aiutare i ragazzi ad andare direttamente alla fonte, al Vangelo, fargliene fare un’esperienza concreta e solo allora avranno anche il coraggio di difenderlo, il coraggio di annunciarlo, il coraggio di andare in piazza, in mezzo ai giovani di tutto il mondo, a comunicare la propria fede.

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CINQUE ANNI INSIEME – LA FESTA DEI PAPABOYS PER ACCENDERE LA SPERANZA OLTRE LA CRISI

ROMA – Andare oltre la crisi, portare speranza. Con questo spirito è stata vissuta l’importante data di ieri 14 Dicembre per l’Associazione Nazionale Papaboys. Tempo di bilanci e festeggiamenti per questo traguardo tagliato: il primo lustro è ormai alle spalle, lo sguardo è già rivolto ai prossimi cinque anni. Nonostante le attenzioni dell’Italia fossero orientate quasi esclusivamente verso le votazioni in Parlamento, nonostante il clima da guerra civile che si respirava nelle strade della Capitale, nonostante tutto questo: i Papaboys il loro piccolo seme di speranza sono riusciti a piantarlo.

La giornata si è aperta presso la navata laterale della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano dove Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Emery Kabongo – già segretario particolare del servo di Dio Giovanni Paolo II -, con la presenza del concelebrante Don Jean Marie Audenaert, ha accolto una delegazione dell’Associazione ed ha celebrato una speciale messa privata. “Cari Papaboys, voi seguite l’insegnamento dei Papi..e dico Papi perché siete nati con Giovanni Paolo II e proseguite il vostro percorso con Papa Benedetto XVI” queste sono state le parole di accoglienza di Sua Eccellenza che ha riposto fiducia nei ragazzi del Papa per la diffusione della parola di Gesù, confidando nel loro operato e nei loro progetti futuri. Dalle 17.30 la giornata-evento si è trasferita a Palazzo Grassi dove, alle 18.15, è iniziata la convention “Cinque anni insieme – Il seme della speranza” a cui hanno partecipato numerosi ospiti del mondo delle Istituzione, del mondo Cattolico e amici dell’Associazione. La conferenza, moderata dalla Dottoressa Antonella Freno, ha visto il susseguirsi di numerosi interventi,ognuno dei quali associato ad un tema specifico ma con unico denominatore comune: i giovani e la speranza.

Dopo una veloce introduzione e un saluto agli ospiti presenti da parte del Presidente dell’Associazione Daniele Venturi e della Dottoressa Antonella Freno, a prendere la parola è stato Giovanni Scanagatta– Segretario generale dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) – che ha esposto uno dei temi più importanti per l’Italia e non solo, quello dei giovani e del mondo del lavoro. A seguire l’intervento di Don Patrizio Benvenuti, Presidente della Fondazione Kepha e sponsor della Nazionale di calcio Papaboys, che ha rivolto ai presenti un splendido discorso incentrato sulla speranza e sulla fede, mura portanti per poter costruire un futuro diverso, migliore. Giovani e Istituzioni è stato il tema trattato dal Presidente della Commissione Bilancio del comune di Reggio Calabria Demetrio Berna e da Fabrizio Santori, Presidente della Commissione Speciale per la Sicurezza Urbana del Comune di Roma.

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PROMOSSO DAL COMITATO PAPA PACELLI UN CONVEGNO PER CELEBRARE A ROMA IL 60° DEL DOGMA DELL’ASSUNTA

ROMA – Il 1°novembre 1950 Papa Pio XII proclamava il dogma dell’Assunta. Per celebrare il 60.mo anniversario venerdì 29 ottobre, alle 16.30, si svolgerà a Roma presso la Sala dei Cardinali (ingresso via della Chiesa Nuova, 3) il Convegno celebrativo promosso dal Comitato Papa Pacelli. Il Comitato fu costituito nel 2008 in occasione del 50° anniversario della morte di questo grande Pontefice per contribuire alla diffusione ed alla conoscenza del suo Magistero. Sia esponenti della Curia vaticana, che studiosi ed uomini di cultura interverranno al simposio organizzato per il 29 ottobre. Dopo i saluti di padre Edoardo Aldo Cerrato, procuratore generale degli Oratoriani, ci sarà l’introduzione ai lavori da parte dell’avv. Emilio Artiglieri, coordinatore del Comitato Papa Pacelli. A seguire, i relatori: Il card. Antonio Cañizares Llovera, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, con sapienza e profondità tratterà l’ambito dogmatico, mentre gli insegnamenti spirituali saranno analizzati da mons. Mauro Piacenza, neo-eletto prefetto della Congregazione per il clero. Mons. Enrico Dal Covolo, rettore della Pontificia università lateranense, offrirà una concisa e puntuale relazione sull’aspetto storico-patristico; mons. Guido Marini, maestro delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, si soffermerà invece su quanto di sua più profonda competenza: l’ambito liturgico. Mons. Timothy Verdon, storico dell’arte e direttore dell’Ufficio di arte sacra e dei beni culturali ecclesiastici dell’arcidiocesi di Firenze, illustrerà le modalità di raffigurazione dell’Assunta nella storia dell’arte, mentre al prof. Giovanni Maria Vian, direttore de L’Osservatore Romano, il compito di presentarci come i media riportarono allora la notizia. Interverrà, in questo rapido susseguirsi di contributi di altissimo valore, anche suor Margherita Marchione, biografa di Pio XII. Non potevano mancare relazioni tanto essenziali quanto profonde su specifici aspetti storici e non secondariamente culturali, nella valenza espressiva degli artefatti cinematografici, affidati rispettivamente al prof. Livio Spinelli, del Gruppo archeologico romano, e al dott. Alberto Di Giglio, direttore della rivista Cultura & Libri. Concluderà questo insieme di lezioni magistrali di altissimo livello il prof. don Nicola Bux, cofondatore del Comitato e consultore presso la Curia romana. Il soprano Alma Manera renderà infine omaggio a Maria con una straordinaria esecuzione di canti. Un convegno conciso, ma che ancora una volta ci riporterà a pensare alla grandezza di un Pontificato quale fu quello di Papa Pacelli, fuori dai consueti schematismi, che con Fede e volontà di testimonianza farà riflettere concretamente su un periodo di storia drammatico in cui la Chiesa, Corpo di Cristo, si offrì Madre nel dolore di sconvolgimenti epocali.

Sabato 30 ottobre, alle 18.30, il card. José Saraiva Martins, prefetto emerito della Congregazione delle cause dei santi, presiederà la Santa Messa solenne nella Chiesa di Santa Maria in Vallicella (Chiesa Nuova). Il servizio musicale liturgico sarà curato dal M° don Massimo Palombella.

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PERCHE’ REPUBBLICA, IL CORRIERE ED I GIORNALONI NON DENUNCIANO IL TRAFFICO DI BAMBINI?

TRAFFICO DI ESSERI UMANI – Come mai non leggiamo su Repubblica, il Corriere e gli altri ‘giornaloni’ di oggi, il traffico di esseri umani di Islamabad tra cui donne e bambini? Dov’è il servizio in prima pagina che ci fanno leggere ogni giorno quando c’è da attaccare Benedetto XVI e il Vaticano? Perchè i Signori Direttori non danno incarico agli Emeriti giornalisti di servire anche i deboli, oltre che l’illuministico editore di riferimento? Grazie a Dio, la tutela dei bambini e delle donne, e la denuncia per fare qualcosa viene segnalata dall’Agenzia Vaticana Fides, che alza la voce con tono assolutamente preoccupato. Una nota dell’agenzia internazionale della Congregazione dell’evangelizzazione dei popoli di questa mattina titola: “Traffico di donne e bambini fra gli alluvionati: la denuncia delle Ong”

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PAPA ALL’UDIENZA GENERALE: “CHIESA CAMBIA CON CONVERSIONE DEL CUORE, NON SOLO RINNOVANDO STRUTTURE”

CITTA’ DEL VATICANO – La Chiesa non si rinnova cambiando semplicemente le strutture, ma con un “sincero spirito di penitenza” e “un operoso cammino di conversione”. E’ la lezione che Benedetto XVI ricava per i cristiani di oggi dagli insegnamenti della mistica tedesca Ildegarda di Bingen, vissuta nel XII secolo e al centro, questa mattina in Aula Paolo VI, di una seconda catechesi all’udienza generale dopo quella di mercoledì scorso. Nei saluti in lingua inglese, il Papa ha poi indirizzato un videomessaggio alla popolazione britannica in vista del suo viaggio della prossima settimana, ringraziando tutti coloro che stanno adoperandosi per organizzarlo.Impressiona, e certamente fa riflettere, l’aderenza alle vicende della Chiesa del nostro tempo del messaggio che una mistica del XII secolo rivolge alla Chiesa del suo. Benedetto XVI ne parla alla fine della catechesi, lasciando che le parole di Ildegarda di Bingen penetrino i cuori dei cristiani di oggi come certamente fecero all’epoca, quando la religiosa tedesca indirizzò frasi di fuoco ai càtari – un gruppo, ha ricordato il Papa, che propugnava “una riforma radicale della Chiesa, soprattutto per combattere gli abusi del clero”:

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