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L’EDUCAZIONE SESSUALE COSI’ BANALIZZATA E DISTORTA. LETTERA A FAMIGLIA CRISTIANA

PARLIAMONE – A scuola si pensa più a preparare i giovani ad avere rapporti sessuali in modo protetto che ad assumere comportamenti consapevoli e rispettosi di sé stessi e degli altri. Educare è compito primario della famiglia. Ma la famiglia c’è? E’ un compito che sa prendersi? Oppure delega, delega e delega ancora…. Una lettera a Famiglia Cristiana ed una risposta, per provare a fare un pò di luce…

Le scrivo per condividere con voi un argomento che mi sta molto a cuore. Come lei ben sa, in molte scuole italiane si tengono incontri sull’educazione sessuale. Anche la più piccola delle mie tre figlie, di quindici anni, vi ha partecipato di recente. Questi incontri, per usare le parole di mia figlia, più che all’educazione sessuale, preparano i giovani ad avere rapporti completi. Con chiunque capiti, in maniera protetta. L’uso degli anticoncezionali viene largamente diffuso e argomentato. Peccato, però, che scientificamente alcuni insegnamenti siano imprecisi.

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L’ITALIA INVASA DALLA SETTE

Più di 8 mila sette e 240 mila italiani nella loro rete. Ecco i più recenti rapporti su un fenomeno sempre più inquietante.

SOCIETA’ (Italia) – L’ultimo rapporto sul fenomeno delle sette in Italia arriva dall’osservatorio della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, che per aiutare le vittime di guru e santoni ha aperto da quasi dieci anni un numero verde: 800.228.866 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.30) e che collabora con tutte le forze dell’ordine, in particolare con la Squadra Antisette della Polizia di Stato. È diretto da don Aldo Buonaiuto che da poco ha pubblicato La trappola delle sette – Conoscere per capire e reagire.

Nel 2010 a finire nella trappola delle ottomila sette presenti nel nostro Paese sono stati circa 240 mila italiani, in prevalenza uomini (54%) rispetto alle donne (46). I più a rischio sono giovani (36%) e adulti (44), meno gli anziani (20). A smentire l’erronea credenza che a finire nella rete sono prevalentemente le persone povere e disperate, le sette fanno proseliti soprattutto tra il ceto medio (42%) e alto (38). Nella geografia del fenomeno la maggiore presenza di movimenti è al Nord, con Lombardia (16%) ed Emilia Romagna (15) in pole, seguiti, al Centro, dal Lazio (13) e, al Sud, dalla Puglia (11).

Il fenomeno è molto variegato e complesso. Internet è un formidabile strumento per adescare nuovi adepti, soprattutto tra adolescenti e giovanissimi, e molti guru utilizzano un linguaggio che ammicca al sacro e a quello delle religioni promettendo benefici spirituali. Ci sono i culti distruttivi come spiritismo, vampirismo e satanismo che si rivolgono per lo più a giovani di 14-16 anni promettendogli l’illusione di avere tutto grazie al male e al contatto soprannaturale con entità malefiche (stregoni, spiriti, diavoli…). Le psicosette invece puntano ai beni dei loro seguaci attraverso tecniche di manipolazione mentale molto raffinate. A questa categoria, ad esempio, appartiene Scientology, l’Ontopsicologia e l’associazione degli Ergoniani. Le sette pseudo-religiose invece fanno proseliti tra le persone in difficoltà e con problemi di salute, principalmente 30-50enni, utilizzando un linguaggio sacrale. Poi ci sono le sette magico-esoteriche. Il loro bacino d’utenza è costituito da persone colte e benestanti alla ricerca di riti misterici. Spesso però i loro cerimoniali si rivelano vere e proprie truffe o si risolvono in atti criminali. Ci sono le sette acido-giovanili che attraverso il web reclutano giovani che quando entrano a far parte finiscono con l’abusare di alcol, droga, messe nere, sesso e musica estrema. Un aspetto accomuna tutti questi gruppi: la promessa a chi si avvicina della felicità immediata, pronto cassa. Che spesso si rivela la più terribile delle trappole..

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LA SESSUALITA’? PER LA CHIESA NON E’ TABU’, MA GIOIA! E PER IL MONDO? (RIFLESSIONE)

1 + 1 = 2 – “Più procedo nei miei studi, più mi rendo conto che è la scienza senza l’umiltà che impedisce di capire” (P. Bellarmino Bagatti OFM, scopritore della Casa della Madonna a Nazareth). La morale cristiana, nel corso della sua storia ormai bimillenaria, è stata criticata per la sua rigidità, ma una constatazione appare evidente: la dottrina cristiana si è sempre opposta a ogni forma di assolutizzazione o di banalizzazione del sesso. Se la banalizzazione consiste nella privazione di un progetto (fare «sesso per il sesso»), il pensiero cristiano lo valorizza nel livello più alto. Scrive E. Fuchs, teologo protestante: «AI cristianesimo non si può attribuire la colpa di avere rifiutato la sessualità, ma casomai d’aver tentato in tutti i modi, compresi quelli repressivi, di esprimerne il significato etico». E aggiunge un riconoscimento sorprendente: «L’etica cristiana è il primo tentativo rigoroso di inserire il mistero affascinante della sessualità in un progetto storico concreto: il matrimonio, sacramento dell’amore». Il problema oggi più in vista è l’insignificanza, appunto la banalità, che si traduce facilmente nello slogan ‘sesso libero’ e poi, in presenza dell’Aids, ‘sesso sicuro’. La sessualità è ridotta a genitalità e dissociata dalla componenti affettive e razionali, fatta oggetto e veicolo di consumo, ridotta a merce dell’usa e getta. Ma forse proprio dalla crisi etica emerge con forza un bisogno di ritornare all’etica.

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“LA CASTITÀ È L’ENERGIA SPIRITUALE CHE DIFENDE L’AMORE DALL’EGOISMO”. ALLA FAMIGLIA L’EDUCAZIONE.

CITTA’ DEL MESSICO – Educare alla sessualità è educare in castità, e questo è un compito fondamentale della famiglia, in cui c’è un “clima favorevole” di fronte a “una cultura fortemente condizionata dagli effetti dell’ondata di larga portata della rivoluzione sessuale”. Lo ha affermato la dottoressa María Luisa Di Pietro, professore associato di Bioetica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e presidente dell’associazione “Scienza&Vita”, durante il suo intervento all’Incontro Mondiale delle Famiglie che si sta svolgendo a Città del Messico. In primo luogo, ha affermato, è necessario “chiarire il concetto di castità”, che è l’“energia spirituale che sa difendere l’amore dai pericoli dell’egoismo e dell’aggressività e sa promuoverlo verso la sua piena realizzazione”. “La riduzione della sessualità a una mera dimensione istintiva ha favorito, nelle sue manifestazioni più estreme, la diffusione della pornografia e della violenza sessuale”, ha rilevato.

E’ dunque urgente, ha aggiunto, che le famiglie assumano il ruolo primordiale che hanno nella formazione affettiva e morale dei figli. “La fretta di bruciare le tappe sta rendendo sempre più difficile la maturazione affettiva dei giovani e sta mettendo a rischio anche la loro salute”, ha dichiarato. Secondo la dottoressa Di Pietro, l’educazione alla sessualità “deve avere come obiettivo principale quello di indicare e motivare a che si raggiungano grandi mete”, tra cui “il rafforzamento dell’io, dell’autostima, del senso di dignità, della capacità di autopossesso e autodominio, dell’apertura di progetto, della coerenza e dell’equilibrio interiore; l’acquisizione di una grande attenzione nei confronti dei valori della procreazione, della vita e della famiglia”.

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L’INTERVENTO DI ROCCO BUTTIGLIONE ALL’INCONTRO CON IL MONDO CATTOLICO. ‘I CRISTIANI E LA POLITICA’

Esiste oggi in Italia un popolo cristiano che non è politicamente rappresentato? Esiste cioè nel nostro paese un popolo cristiano che costruisce comunità, assiste i malati e gli anziani, aiuta le famiglie, educa le giovani generazioni, lotta per rafforzare una cultura della legalità, ha cura dei poveri e dei disperati, tappa con il suo impegno volontario i buchi dello stato sociale e sosta, irrequieto e incerto, ai confini della politica? A me sembra che questo popolo esista. L’affermazione non è scontata. Una quarantina di anni fa era dominante piuttosto l’idea che il nostro fosse il tempo della secolarizzazione. Il tempo della secolarizzazione, si diceva, è quello di un uomo adulto che basta a se stesso e non ha bisogno di Dio. In questa fase storica sorge una nuova società che non ha bisogno di religione, e di religione non ha bisogno, naturalmente, neppure lo Stato. Per questa visione non può sussistere, nel nostro tempo, un popolo cristiano. Rimangono, certo, dei cristiani che sopravvivono come singoli al di fuori della sfera pubblica e non sono comunque interlocutori delle scelte sociali e politiche. L’uomo nuovo dell’epoca della secolarizzazione ha un suo orizzonte intrascendibile all’interno del quale colloca la formulazione e la soluzione di tutti i problemi dell’esistenza. All’interno di questo orizzonte non c’è posto per Dio. Nasce, allora, perfino una teologia che cerca di riformulare l’annuncio cristiano all’interno di quell’orizzonte; si parla di una “fede senza religione” o di un “cristianesimo ateo”. La realtà sembrava confermare quelle analisi: le chiese si svuotavano e la religione sembrava essere diventata un elemento residuale nella storia del mondo. Un poeta, Pier Paolo Pasolini, in un articolo sul Corriere della Sera, in occasione della Pasqua, descrive un uomo vestito di bianco che gira attorno al Colosseo portando sulle spalle una croce, seguito da qualche centinaio di persone, nella esecuzione di un rito che nessuno comprende più, mentre da tutti i lati sfrecciano le auto impazienti e disinteressate. E’ Paolo VI che celebra la Via Crucis e vive, al tempo stesso, la sua personale Via Crucis di uomo, di sacerdote e di Papa. Pasolini commenta che quell’uomo è il passato, ma quel passato è più umano del futuro che minaccioso si annuncia. In quel futuro, infatti non verrà meno solo il popolo cristiano. Verrà meno il popolo in generale, qualunque tipo di popolo. Residuerà solo una massa di individui isolati, egoisti, preoccupati solo di se stessi, e proprio per questo alienati e disponibili a qualunque manipolazione da parte del potere.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2024

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QUANTI GENITORI SANNO PARLARE DEL SESSO E DELL’AMORE AI LORO FIGLI?

ROMA – Parlare del sesso e dell’amore con i figli è tanto necessario quanto complicato. La biologa Leda Galli offre un aiuto concreto nel libro “Dal corpo alla persona: Il sesso come lo spiegherei ai miei figli”, appena pubblicato dalla San Paolo (collana Progetto famiglia). Nella prefazione il Cardinale Carlo Caffarra, Arcivescovo di Bologna, scrive: “Nell’odierno clima culturale di relativismo, i giovani – privati di chiari punti di riferimento – sono spesso in balia di un angoscioso smarrimento esistenziale, che può spingerli ad una visione superficiale della vita e indurli a comportamenti trasgressivi, a volte anche violenti”.

“Si comprende così che molti genitori si scoprano impreparati e comunque in seria difficoltà nel portare a compimento la loro missione educativa, che è quella di accompagnare la persona verso la pienezza della sua umanità, aggiunge il porporato. Non ci si può quindi che rallegrare – commenta – per ogni sforzo che viene intrapreso per sostenere i giovani nella loro ricerca di verità, di autenticità e di pienezza”. Ecco le risposte della dottoressa Galli, che ha collaborato per vari anni col Moige (Movimento Italiano Genitori) ed è membro del Comitato Etico del Campus Bio-Medico di Roma.

Come le è venuta l’idea di questo libro?

Leda Galli: L’idea è nata fra i banchi di scuola, nel corso di un paio di decenni, insegnando Biologia ai miei alunni del liceo; anche se l’occasione estemporanea me l’ha data alla fine la richiesta, da parte del Moige, di pubblicare su Internet “qualche” puntata sul tema dell’educazione sessuale.

In che cosa consiste la novità del suo lavoro?

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I GIOVANI ITALIANI ED IL RAPPORTO CON IL SESSO: PIU’ PROBLEMI ED INSICUREZZE CHE AMORE

ROMA – Quasi 15mila chiamate ricevute dagli andrologi della Sia, che hanno risposto al numero verde attivato per la campagna ‘Torna ad amare senza pensieri’ tracciano una ‘radiografia’ di giovani non troppo felici del rapporto con il sesso: fragili e spesso ansiosi, preoccupati da prestazioni troppo rapide e ‘misure’ dei genitali. Un’assurdità che i problemi dei giovani siano questi, ma è purtroppo una parte di verità: questo l’identikit dei giovani italiani alle prese con la sessualita’, emerso dall’analisi Sia (Societa’ italiana di andrologia) che, da sabato 17 maggio, hanno risposto al numero verde 800.36.36.77 attivato per la campagna “Torna ad amare senza pensieri”. A chiamare sono stati uomini di tutta Italia, con una netta prevalenza delle regioni del Sud e delle Isole (42,3%), rispetto a Nord ovest (23,1%), Nord est (11,4%) e Centro (23,3%). Tra le citta’, invece, Roma batte Milano (1.049 chiamate contro 835), e Napoli si piazza al secondo posto (946 telefonate), sorpassando di molto Palermo (321), Firenze (221), Genova (160) e Cagliari (142).

“A chiamare di più – spiega Bruno Giammusso, andrologo e coordinatore scientifico della campagna – sono stati i giovani, sicuramente i piu’ inclini all’utilizzo di infoline e siti web. Questo dato, pero’, deve farci riflettere – aggiunge – perche’ e’ un chiaro sintomo di come i ragazzi italiani siano preoccupati, fragili e in ansia alle prese con la sessualita’, anche in assenza di particolari patologie”. Ma quali sono state le domande piu’ frequenti dei ragazzi? A renderli piu’ insicuri, rivela l’esperto, sono i tempi della prestazione e le dimensioni dei genitali. “Agli specialisti – continua Giammusso – i giovani hanno chiesto informazioni soprattutto su eiaculazione precoce e dimensioni dei genitali, che ancora oggi rimangono una delle principali fonti d’ansia”. Anche se si tratta di una preoccupazione spesso ingiustificata, sottolinea l’esperto. “Deriva, come hanno ammesso gli stessi giovani, dalla mancanza di un’adeguata formazione in fatto di educazione sessuale – spiega – e dal rapportarsi a modelli sbagliati”. Che si puo’ volere di piu’? Con tutta la spazzatura che buona parte dei media sbottano addosso ai ragazzi è il minimo che ci si puo’ aspettare.

A chiamare gli esperti della Sia, anche persone con patologie cardiovascolari, condizioni spesso associate a disfunzione erettile. “Si tratta di uomini piu’ avanti con gli anni – racconta Bruno Giammusso – cardiopatici e ipertesi, che sentono il bisogno di tornare a una vita sessualmente attiva e soddisfacente. Per questo, attraverso il numero verde, hanno chiesto agli andrologi delucidazioni sui farmaci orali con indicazione per il trattamento della disfunzione erettile, e sui possibili effetti collaterali. Si tratta di medicinali sicuri, ma che necessitano sempre di un’attenta valutazione medica”.

Grazie al numero verde, evidenzia Vincenzo Gentile, presidente della Sia, “possiamo dire di aver centrato l’obiettivo piu’ importante della campagna: far entrare in contatto i potenziali pazienti con un medico. Proprio il dialogo con il medico e’, infatti, il primo passo per trovare una soluzione a un problema sessuale. E’ il caso della disfunzione erettile, che nel nostro Paese interessa un maschio adulto su otto, ovvero oltre 3 milioni e mezzo di italiani. Nello stesso tempo, le migliaia di chiamate ricevute da tutta Italia, hanno dimostrato come sia di fondamentale importanza per noi medici saper accogliere e ascoltare le preoccupazioni degli uomini, piu’ o meno giovani, con problematiche sessuali. Spesso, infatti, questi pazienti sono ‘bloccati’ al punto di non riuscire a parlare del loro problema, ne’ al medico di famiglia, ne’ tanto meno allo specialista andrologo”. Avere invece a disposizione uno strumento cui rivolgersi in forma del tutto anonima “ha aiutato tanti uomini ad abbattere quel muro di imbarazzo e di ansie ingiustificate, segnando un primo importante risultato – conclude Gentile – per ritrovare la fiducia e la gioia di tornare a vivere la propria vita sessuale”.

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Fonte: www.papaboys.it

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