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Emozioni by Papaboys… Adunanza Eucaristiche internazionali e missione di pace in Terrasanta

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LA DENUNCIA DELL’AGENZIA FIDES: E’ GUERRA AL CRISTIANESIMO. CE NE SIAMO ACCORTI?

Roma (Agenzia Fides) – Dopo l’assunzione di 200 mg di mifepristone (la vera e propria Ru486, che uccide l’embrione in pancia) e, due giorni dopo, con 800 mcg di misoprostol, il farmaco che induce le contrazioni e causa l’espulsione dell’embrione, una ragazza americana si sente male. Brividi, dolori addominali, nausea, vomito e vertigini. Si pensa ai soliti effetti collaterali, ma si aggrava. Si reca in clinica e le prescrivono dei farmaci. Torna a casa. Passa ancora un giorno, sta molto male e viene ricoverata al pronto soccorso. Si aggiungono pressione alta e tachicardia. Accertamenti. Di nuovo antibiotici e intervento chirurgico esplorativo. Le trovano due litri di e mezzo di liquido peritoneale torbido e nessuna evidenza di gravidanza extrauterina. La ricoverano in terapia intensiva. Dopo sedici ore la ragazza muore. L’autopsia conferma la presenza nel tessuto uterino di Clostridium Sordellii, l’agente batterico responsabile della morte. E’ uno dei sedici casi registrati nel mondo di morte per assunzione di RU486. Di questa morte ha dato notizia, nel novembre 2007, la rivista specializzata Obstetrics & Gynecology, dell’American College of Obstetricians and Gynecologists.

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Le morti non bastano, 16 quelle accertate – soprattutto quando ci sono fortissimi interessi economici che premono per la distribuzione di questo farmaco – per impedire che la RU486 sia diventata il più formidabile mezzo di controllo delle nascite, assieme alle pratiche nefaste di sterilizzazione delle donne (sono stimate in 160 milioni le donne sterilizzate nel mondo). (.. continua su…..)  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1133

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QUALE AMORE VUOI? ANCHE TRA FIDANZATI CRISTO E’ IL VINCOLO LEALE DI GARANZIA E CONTINUITA’

UNO IN DUE – L’amore per sua natura tende a comunicarsi ad altri per coinvolgerli: suscitare in loro maggior capacità di dono e gioia di vivere. L’uomo è felice quando realizza se stesso: vive in pienezza la vita. L’amore e solo l’amore porta a compimento le realtà umane e divine possedute dalla persona. umana. Una sua componente fondamentale è la sessualità . Essa si realizza unicamente attraverso un dono totale dato e ricevuto da una persona complementare, cioè con l’amore del matrimonio. Amore che si esprime, si rende visibile attraverso la corporeità, in modo particolare attraverso il rapporto sessuale, che lo apre alla paternità e maternità, ulteriori componenti della persona umana. La sessualità realizzata apre infatti le porte del cuore ad essere padre o madre: a comunicare la vita o meglio generare altre persone per amare. Il matrimonio infatti perpetua nel mondo la presenza dell’amore. Questo dovrebbe essere il desiderio che anima ogni coppia, aprendola alla vita. Sovente succede invece che gli sposi sono unicamente guidati dalla brama di perpetuare nel tempo la propria stirpe. Scopo limitante, che restringe il campo di scelta anche dei figli. Essi infatti realizzeranno tale fine unicamente sposandosi come i loro genitori e mai scegliendo il matrimonio della consacrazione totale a Dio.

Gli sposi devono riscoprire la vocazione fondamentale del matrimonio che non si limita a generare ma che vuole donare al mondo nuove creature capaci d’amare, di accrescere nel mondo l’amore. La vocazione fondamentale di ogni creatura infatti è amare e donare amore. L’amore e solo l’amore è la vera vita. Tutto ciò comporta negli sposi una apertura amorosa e cosciente alla paternità e maternità, cioè una ricerca della vita vissuta in modo responsabile. La paternità o maternità responsabile non si limita a generare la vita, ma continua a farla crescere nella vivificante dolcezza dell’amore, perché possa essere realmente amore nel mondo. E questo continuo generare all’amore che deve impegnare gli sposi ad accrescere sempre più intensamente la fiamma calda e rigenerante dell’amore presente nei loro cuori. Nessuno infatti può dare amore se non lo possiede realmente. Una sorgente può dissetare, quindi dare vita, solo se da essa sgorga acqua.

La procreazione responsabile implica quindi, da parte degli sposi, un impegno costante per essere sorgente inesauribile d’amore, per maturare e far crescere in essa i figli, comunicare loro la voglia d’amare realmente, imparare l’amore e sviluppare in loro la capacità di realizzarlo. Gli sposi realizzano questo loro scopo fondamentale se realmente e costantemente accrescono, attraverso le manifestazioni sensibili proprie dell’amore coniugale, il loro amore. Ciò comporta da parte loro il coltivare e sviluppare la fiamma dell’amore, emancipandolo dall’egoismo ed eliminando quei difetti, che precludono all’amato/a di entrare o meglio di penetrare, attraverso il dono, più intensamente e profondamente in loro stessi. Allo stesso tempo devono sviluppare le capacità espressive dell’amore: tenerezza, sentimento e sesso. Questo cammino esige inoltre da parte degli sposi, un’attenzione continua e delicata sull’altro/a per scoprire e capirne la sensibilità corporea e spirituale ed allo stesso tempo comporta un impegno educativo costante su loro stessi per plasmare le doti corporee ad esprimere la propria originalità affettiva in un modo completamente gradito all’amato/a. E’ un’ educazione all’amare che inizia nel fidanzamento, per continuare, intensificandosi, nel matrimonio, prolungandosi fino alla morte. E la vera conoscenza sessuale dell’amato/a. Il matrimonio nei suoi gesti d’amore diventa come una sinfonia in continua composizione, che attinge momenti estatici successivi (rapporto sessuale), ma che tende ad un’estasi totale finale: l’immergersi nell’amore divino.

Solo in Dio cuore e corpo raggiungono la pienezza d’amore a cui aspirano. Il fidanzamento deve preparare questa sinfonia dell’amore matrimoniale. Deve cioè educare il cuore e il corpo degli amanti a vivere i gesti sensibili dell’amore in tutto lo splendore della loro ricchezza espressiva. La gestualità amorosa degli sposi può dirsi pure: ‘”Liturgia dell’amore coniugale”. La liturgia sacra infatti, attraverso i gesti sensibili, rende presente la realtà che celebra, aumentando la sua azione benefica e la sua presenza nei celebranti ed annunciandone, allo stesso tempo, la pienezza di possesso nella vita futura. Così i gesti sensibili, esprimenti l’amore coniugale, lo rendono presente in tutta la sua calda tenerezza, facendo sperimentare e crescere la comunione degli sposi ed annunciando, attraverso la pienezza della gioia sensibile (il piacere), la realtà futura del possesso definitivo e totale di un amore senza fine: Dio.

L’estasi della carne infatti, raggiunta nell’apice dell’amplesso fisico, proietta gli sposi ai margini del tempo… facendo loro intravedere i bagliori dell’Eterno Amore. Il piacere infatti genera in essi la brama ardente di immergersi in un amore-comunione immensa, senza fine, per sempre. Questa esperienza se è mal compresa o frustrata nel suo sorgere dalla passione del sesso, che riduce l’amplesso ad una pura ricerca di piacere fine a se stesso, sollecita gli innamorati a moltiplicare gli amplessi sessuali come risposta a questa aspirazione d’immergersi in un amore eterno, senza fine.

Il fidanzamento deve preparare i fidanzati a vivere con tutto loro stessi questa dimensione liturgica e profetica dell’amore coniugale. Attraverso l’esperienza religiosa i fidanzati devono sperimentare che non sono solo creature create ad immagine del Cristo, quindi portanti in tutto il loro essere l’immagine divina, ma che sono allo stesso tempo figli di Dio e come tali in cammino verso la casa del Padre, verso l’abbraccio tenero, dolce e senza fine con Lui, per immergersi nell’immenso suo Amore. Solo così saranno abilitati a vivere e sperimentare nell’amplesso fisico del matrimonio l’annuncio futuro del beatificante abbraccio con Dio. Ciò comporta una rivalutazione del piacere sensibile legato ai gesti corporei dell’amore. La castità vissuta in tutta la sua ricchezza educherà i fidanzati a tutto questo. Occorre infatti che si preparino a stimare e a vivere nel giusto senso l’apice sensibile del piacere legato al rapporto sessuale. Esso infatti ha uno scopo ben preciso: fare sperimentare la comunione dei cuori. Unicamente vissuto in questo modo il piacere sessuale assume il suo vero volto: l’amore che si fa carne, sprigionando attraverso le sue dolci sensazioni ed emozioni lo splendore dei suo essere. E’ un’educazione a vivere il piacere non semplicemente come creature, ma come figli di Dio. Il battesimo infatti ha introdotto nel cuore del cristiano un nuovo modo di essere, di vivere l’amore. Un modo divino, che perfeziona il modo umano, rendendolo simile a quello di Dio. Le tre persone divine infatti gioiscono infinitamente di essere, attraverso l’amore, che le unisce in uno, presenti l’una nell’altra (Gv. 17, 20). Esperienza meravigliosa! Gli sposi possono assaporarne una scintilla attraverso il loro amore, in particolare nel rapporto sessuale (Bardelli R., Il significato dell’amore, Elle Di Ci, Torino 1994, p.196-202).

I fidanzati cristiani devono vivere il loro amore in tutta la loro realtà concreta, cioè di creature diventate per azione dello Spirito figli di Dio. Nei gesti d’amore non devono dimenticare mai questa loro dignità. Non è un limite alla loro spontaneità, è una maggior ricchezza, che aumenta e perfeziona anche le sensazioni scaturenti dalle loro manifestazioni d’amore. L’amore divino riversato nei loro cuori dallo Spirito perfeziona anche il corpo. Ogni gesto autentico d’amore vissuto in tutta la sua ricchezza, anche di sensazioni, aumenta l’amore divino presente nei loro cuori, unendoli più profondamente fra di loro.

Articolo di Raimondo Bardelli

Leggi tutto il ‘servizio’ su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1064

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TESTIMONIANZE: NICOLA LEGROTTAGLIE ‘CON LA FEDE LA MIA VITA E’ CAMBIATA’.

TESTIMONIANZA – Nicola Legrottaglie è un giocatore di calcio, della Juventus, nato il 20 Ottobre 1976 a Gioia del Colle, fa il difensore. Legrottaglie incominciò con le giovanili del Bari nel 1994. Dopo i primi anni di esperienza in Serie C1 con la Pistoiese e il Prato tra il 1996 e il 1998, Legrottaglie fu acquistato dal Chievo nella stagione 1998/99. In seguito, il difensore passò in prestito alla Reggiana nel 1999/2000 e al Modena nel 2000/01 (dove vince il campionato di serie C1 con la squadra guidata da Gianni De Biasi), per poi ritornare con gli scaligeri l’anno successivo, quando la squadra veronese fece il suo storico ingresso in Serie A. Legrottaglie esordì nella massima serie il 14 ottobre 2001 contro il Brescia.

Nelle due stagioni di militanza al Chievo, Legrottaglie fu uno dei protagonisti della “favola” che accompagnò la squadra presieduta da Luca Campedelli, tanto da essere convocato da Giovanni Trapattoni in Nazionale, esordendovi il 20 novembre 2002 nella gara amichevole contro la Turchia. Dopo aver segnato anche il primo (e finora unico) gol in Nazionale contro la Svizzera in amichevole il 30 aprile 2003, il difensore divenne l’oggetto del desiderio dei grandi club italiani, finché, nella stagione 2003/04, Legrottaglie fu acquistato dalla Juventus, che lo strappa alla Roma. Che è successo di importante nella sua vita oltre a questo bel curriculum? Scopriamolo in questa intervista dell’Espresso che vi proponiamo per la lettura.

La nuova vita di Legrottaglie
di Emanuele Gamba

“Sono fratello Nicola: ho incontrato Gesù, leggo la Bibbia”
“Faccio parte degli Atleti di Cristo, come Kakà. Frequento la chiesa evangelica e una comunità di Beinasco” Il cambiamento – Ho passato molte notti in discoteca. Se stavo dieci giorni senza una donna battevo la testa contro il muro. Adesso posso tranquillamente farne a meno: so che la persona giusta arriverà Nicola Legrottaglie è davvero quello che sembra, o che sembrava?

«Le meches bionde, l´aria da fighettino, la fama di tiratardi e di donnaiolo?».

Quello.

«Credo che qualcosa sia cambiato, rispetto a tre anni fa».
E cosa?

«Qualcosa di vero c´era: ho sbagliato a curare troppo l´esteriorità e a non mostrarmi per quello che sono veramente. Per fortuna me ne sono accorto in tempo. E nel gennaio del 2006 ho avuto l´incontro che mi ha cambiato la vita».

Chi ha incontrato?

«Una persona molto speciale. Si chiama Gesù».

Ha scoperto la vocazione, vuol dire?

«Ho avuto un´educazione religiosa, ma quel che sapevo l´avevo imparato al catechismo, avevo un´istruzione dogmatica. Ora la mia esperienza spirituale è diversa, più profonda. Vivo seguendo la parola di Dio e gli insegnamenti della Bibbia. Ho capito, finalmente».

Chi le è indicato la strada?

«Stavo a Siena e a gennaio arrivò un ragazzo dal Crotone: Tomas Guzman. Un giorno bussò alla mia schiena e mi disse: Nicola, perché non credi? È stato lì che ho aperto gli occhi e ho cominciato questo bellissimo cammino».

Come testimonia la sua fede?

«Con la preghiera, con la lettura della Bibbia e con comportamenti coerenti. Qualsiasi cosa faccia, mi chiedo cosa farebbe Gesù al posto mio. È chiaro che sono un uomo e quindi è nella mia natura sbagliare, però so cosa è giusto e cosa no. Prima ero rancoroso, adesso perdono. E vivo meglio».

Riesce ancora a riconoscere il Legrottaglie di qualche anno fa?

«Riconosco il cambiamento e rivedo un tipo appariscente, superficiale. Le mie prospettive sono cambiate: se prima potevo essere contento di giocare bene qualche partita, ora la vittoria è seguire la parola di Gesù, e poterne parlare».

E ne parla?

«Certo, l´evangelizzazione è una delle mie missioni. Faccio parte degli Atleti di Cristo, sono il primo italiano a essere entrato in questo gruppo. E poi frequento la chiesa evangelica di via Spalato e un´altra comunità di Beinasco. All´inizio erano stupiti di vedere un calciatore tra di loro, ma adesso soltanto Nicola. Anzi, fratello Nicola: tra di noi ci chiamiamo così».

Non l´abbiamo mai vista fare il segno della croce in campo, come molti colleghi: come mai?

«Perché essendo protestante protesto contro tutte le cose rituali. Quelli sono gesti che possono essere scambiati per scaramanzia, il mio rapporto con il Signore è personale. In pubblico contano i comportamenti, le parole, la condivisione di quello in cui credo, l´osservazione dei dieci comandamenti, il tentativo di non peccare e anche di non fare cose contrarie a questa morale».

Tipo?

«Andare in discoteca e ubriacarsi, per esempio».

E il donnaiolo Legrottaglie dov´è finito?

«Non c´è più. Ne ho fatte di notti al Toqueville, all´Hollywood. Se stavo dieci giorni senza una donna battevo la testa contro il muro, mentre adesso sono serenissimo anche senza, perché so che la persona giusta arriverà e quando la incontrerò sarà ancora più bello».

Le piace molto parlare della sua fede?

«Sì, perché voglio condividerla e trasmetterla. Mi basta mettere il dubbio a chi mi ascolta, non pretendo molto di più. Ma credo che mi impegnerò sembra di più per diffondere la parola di Cristo».

Tutta l’intervista su

http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1091

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A PASQUA L’ENCICLICA SOCIALE DI PAPA BENEDETTO, ANCHE IN ARABO E CINESE

CITTA’ DEL VATICANO – Pronta la terza Enciclica di Benedetto XVI. A meno di sei mesi dalla ‘Spe salvi’ (uscita il 30 novembre), Ratzinger sta ultimando la stesura di una Enciclica sociale. A quanto apprende Apcom, il documento dovrebbe uscire nel mese di marzo, quasi probabilmente subito dopo Pasqua, anche se il testo è ormai pronto ed è in fase di ultimazione e di traduzione. La novità: oltre le lingue tradizionali (latino, inglese, francese, tedesco, spagnolo), l’Enciclica sociale uscirà anche in arabo e cinese.

Stando ad alcune anticipazioni, il testo è diviso in due parti: una prima sezione rievocativa della ‘Populorum progressio’ a 40 anni dalla sua pubblicazione (27 marzo 1968) e della ‘Centesimus annus’, scritta da Giovanni Paolo II nel 1991. La seconda parte è invece più legata ai problemi attuali e riprende a 360 gradi i problemi sociali che attanagliano l’umanità, mettendo in rilievo l’attenzione della Chiesa verso l’uomo, in tutte le dimensioni e con uno sguardo globale. Povertà, globalizzazione, pace, disarmo, guerra fra ricchi e poveri, guerre su fonti energetiche e ambiente, glocalizzazione: questi i temi contenuti nell’Enciclica, un testo piuttosto corposo, di circa una settantina di cartelle, anche se il Papa potrebbe ritoccarlo ancora.

A quanto risulta, l’Enciclica è composta da 5 capitoli ed è indirizzata a tutti gli uomini di buona volontà e a chi ha responsabilità nel Paese, dunque anche a capi di Stato e di governo. Il testo riprende i contenuti più importanti del Compendio della Dottrina sociale della Chiesa che al momento è arrivato ad essere tradotto in ben 38 lingue. Dopo la pubblicazione della terza Enciclica di Benedetto XVI, anche il Compendio dovrà essere aggiornato.

Con una Enciclica sociale il Papa interrompe così il ciclo delle Encicliche dedicate alle virtù teologali. ‘Deus Caritas est’, dedicata alla carità, era uscita a gennaio del 2006 (anche se la firma portava la data di Natale 2005), mentre la ‘Spe salvi’, dedicata alla speranza è uscita il 30 novembre 2007, giorno della firma da parte del Pontefice. E c’è chi assicura che l’Enciclica sulla fede uscirà il prossimo anno, dopo la pubblicazione della seconda parte del libro su Gesù di Nazareth, che molto probabilmente uscirà invece dopo l’estate.

Fonte: Agenzia Ap Com

Link per news: www.papaboys.it

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IL NOSTRO SI ALLA VITA. DAL CONCEPIMENTO ALLA MORTE NATURALE!

No all’aborto!SI ALLA VITA – Continuiamo l’approfondimento, cari amici dei Papaboys e dell’Associazione dei giovani del Papa, sulla tematica scottante dell’aborto! Una politica internazionale decisa dall’Onu per ridurre la popolazione mondiale, influenzata da grandi gruppi di potere armato ed industriale! Dovete saperlo! Non fatevi frullare il cervello ed il cuore con le chiacchere, ma cerchiamo di risalire alla verità, che è la cosa che ci rende davvero liberi – attraverso documentazioni valide e studi effettuati. Perchè quindi non scrivere e riportare la verità storica di questo sterminio planetario di bambini già nati ma mai fatti venire definitivamente al mondo? Oggi la tematica dell’aborto ritorna attuale e prioritaria, non con iniziative strampalate messe in piedi da altrettanti strampalati giornalisti, ma con un precisio servizio alla luce della VERITA’! Vietato non rendersene conto!

Il giorno che la famiglia Rockefeller decise di frenare le nascite nel mondo

“I settori pubblici e privati devono operare insieme per accelerare negli Usa lo sviluppo degli aborti legali. Da 1,2 milioni all’anno essi devono salire a 1,8 milioni”. Era il 14 marzo 1973 quando J.H. Knowles, presidente della Fondazione Rockefeller, enunciò questo programma a New York, davanti al Consiglio nazionale sviluppo pianificazione familiare. Nel ’73 la Corte suprema aveva appena depenalizzato l’aborto, ma per Knowles la politica “permissiva” non era sufficiente: occorreva una “promozione attiva” dell’aborto di massa.

La cosa fu organizzata come se si trattasse di promuovere un maggior consumo di Coca Cola. Vi si impegnò, anima corpo e portafogli, Nelson Rockefeller, capo della dinastia che possiede la Standard Oil e la Chase Manhattan Bank, controlla giornali e network televisivi (Abc, Cbs), che ha fondato il club dei supermiliardari del mondo noto come Commissione trilaterale. Nelson (è morto nel ‘79) è stato inoltre governatore dello Stato di new York e vicepresidente degli Usa.Una famiglia potente. Che ha promosso l’aborto in America con la fondazione già dal 1952, del “Population council”, condotto da uomini della fondazione Rockefeller.Ente privato, il Council gode però di entrate pubbliche, in quanto finanziato dal ministero della Sanità e dall’Agenzia internazionale per lo sviluppo (Aid). Per ammissione degli stessi Rockefeller, ogni dollaro da loro versato al Council ha “attivato” 24 dollari “pubblici” per propagandare – attraverso 22 mila centri di base “per la pianificazione familiare” – l’aborto e le pratiche contraccettive.

Ma gli Stati Uniti sono solo uno dei Paesi in cui si svolge la “promozione attiva” della famiglia Rockefeller: per questa, l’aborto è soprattutto un genere d’esportazione, destinato in particolare al Terzo Mondo. Attraverso i canali dell’Aid e le solidarietà occulte della Trilaterale e della massoneria americana, l’ideologia abortista dei Rockefeller ha informato da gran tempo i vertici dell’Onu. L’ex Segretario U’Thant è stato amministratore del “Population Council”. Un’ottantina di sezioni della Pianificazione familiare operano in altrettanti Stati sotto l’egida degli organismi Onu, i quali condizionano la concessione di aiuti ai Paesi poveri al fatto che questi accettino di adottare politiche di contenimento della popolazione.

Perché questa volontà dei clan supercapitalisti di promuovere aborto e contraccezione? Alla base ci sono visibili interessi concreti dei supercapitalisti stessi: le famiglie con figli non sono buone “consumatrici”, non cambiano l’auto o il frigorifero con la frequenza che pare necessaria ai fabbricanti di beni di consumo. Il Fondo monetario internazionale inoltre, che è l’organo supernazionale che unisce le banche creditrici (di cui la Chase Manhattan è la maggiore) dei paesi del Terzo Mondo, impone a questi Paesi severe misure di “austerità” perché essi possano pagare ai banchieri gli interessi sui debiti e questa “austerità” comprendono la necessità di bloccare il numero di “bocche da sfamare” in questi Paesi, secondo idee di neocolonialismo malthusiano che hanno trovato espressione persino in un progetto (Global 2000) elaborato dall’amministrazione Carter, nota “creatura” dei laboratori della Trilaterale. Global 2000 non riuscì a nascondere la vera preoccupazione dei miliardari, che è questa: l’aumento ella popolazione è in realtà un fattore potentissimo di cambiamento e di innovazione; è stato sotto l’impulso demografico che l’umanità ha imparato, ad esempio, a sfruttare più efficienti forme di energia, dalla legna al carbone e poi al petrolio. Ma ogni “innovazione” epocale ha comportato il tramonto di vecchi centri di potere a favore di nuovi centri di potere, per esempio la fine dei signori del carbone e l’ascesa dei signori del petrolio.

Di qui la necessità di bloccare la demografia per conservare l’attuale sistema di potere economico mondiale.Perciò si è cercato di bandire una ideologia della “crescita zero” come quella a cui il Mit americano (finanziato dai Rockefeller) e il Club di Roma (Rockefeller e Agnelli) hanno cercato di dare una coloritura “scientifica”: le risorse della Terra “si stanno esaurendo”, dunque bisogna frenare la crescita della popolazione.

Di qui nascono tutti i movimenti ecologisti e “verdi” del mondo, sulle cui fonti di finanziamento sarebbe interessante indagare. Una fonte massonica certa, il ginecologo Pier Saimon, già gran maestro della Gran Loggia di Franzia, ha rivendicato alle Logge il merito di aver promosso la legislazione abortista in Francia. Secondo lui, già nel ’53, in una riunione segreta a Ginevra, fu formulata l’idea motrice: “porre il principio secondo cui la vita è un materiale nel senso ecologico del termine, e che ci spetta gestirlo”; “la civiltà moderna, siccome è in condizioni di controllare il processo biologico, farà sempre meno riferimento al fatto fisico della vita che alla sua qualità (…). Guardiamo le cose in faccia: un mongoloide entra in questo quadro?”.

E’ qui la radice del nazismo legalizzato e razionalista, del genocidio banalizzato, quotidiano e di massa, in cui tutti viviamo senza vergogna.

(P. Pir.) L’aborto procurato, benché la legge italiana affermi il contrario, è uno strumento di controllo delle nascite, è cioè uno strumento finalizzato a quella “crescita zero” predicata dalle multinazionali della pianificazione familiare (contraccezione, aborto, sterilizzazione) che si riconducono, tra l’altro, alla statunitense Fondazione Rockefeller. E l’aborto procurato è una vera e propria industria.E’ quindi del tutto logico che una ragnatela di mostruosi interessi economici e finanziari come è quella che si cela dietro gli slogan del “bambino desiderato” e della “liberà di scelta” cerchi di massimizzare sempre più i propri spazi di mercato e di profitti.

In quest’ottica la piovra Rockefeller con i suoi numerosi tentacoli (Population Council, International Planned Parenthood Federation, Pathfinder Found, Club di Roma, ecc.) conduce un’incessante azione per rimuovere tutti gli ostacoli culturali all’espansione dei suoi profitti. E a livello internazionale un “ostacolo” di tutto rilievo è proprio quella dichiarazione universale dei diritti del fanciullo, con la quale le Nazioni Unite sancirono che il bambino ha diritto “a un’adeguata protezione giuridica sia prima che dopo la nascita”.Perfidamente “logico” quindi, ma profondamente disumano, il tentativo che i fautori della “crescita zero” stanno facendo per arrivare all’approvazione da parte dell’assemblea generale delle Nazioni Unite di una nuova Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo, ma solo del fanciullo già nato. I potenti autori di questo tentativo, infatti, ce la metteranno certamente tutta per prendersi una solenne rivincita, dopo la sconfitta subita nel 1984 in un’altra sede Onu, alla Conferenza mondiale sulla popolazione di Città del Messico. Anche allora la bozza della Dichiarazione finale aveva “dimenticato” la Dichiarazione universale dei diritti del fanciullo, che viene ripescata. A Città del Messico si percepì chiaramente che la piovra-Rockefeller controllava, come ancora controlla, con i suoi uomini, i posti-chiave del Fondo delle Nazioni Unite per le attività in materia di popolazione, anche se alla fine l’aborto risultò messo al bando.

Aleksander Minak
(c) Avvenire

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FACCIAMO UN PO’ DI CHIAREZZA. ED INIZIAMO A SPIEGARE IL NOSTRO ‘NO ALL’ABORTO’

ROMA – (Si consiglia la lettura e la visione di questo articolo per il contenuto di alcune immagini ad un pubblico adulto). Per la prima volta dall’anno 2001 quando il nostro sito dei Papaboys ha iniziato ad essere presente sulla rete mondiale web sconsigliamo la lettura di un articolo o la visione delle immagine ad un pubblico di giovanissimi, ma la coscienza ci spinge a cio’. Detto questo, è doveroso parlare del nostro ‘No all’ABORTO’, del voler urlare ‘ASSASSINI’ a chi uccide e fa promozione per le uccisioni, e ribadire che la LEGGE 194 è PENOSA e che a LEGGE SULL’ABORTO AUTORIZZA A COMMETTERE OMICIDI! Per approfondire la tematica iniziamo a leggere insieme, ed a commentare se volete, questo servizio dal titolo shock ‘La pianificazione mondiale dell’aborto!’ che è stato pubblicato sul portale http://www.totustuus.org’ e che si deve conoscere per farsi un’idea chiara delle strategie mondiali di ‘omicidio’. A chi fanno capo? Sicuramente all’Onu, perche’ non dirlo?

La pianificazione mondiale dell’aborto

Al Sinodo dei Vescovi fu chiaramente denunciata l’esistenza di un’unica centrale internazionale che programma e favorisce l’aborto su scala planetaria. Si è parlato, senza fare nomi, di una signora indiana che dirigerebbe tutto. Quella “signora indiana” è ovviamente solo una impiegata di concetto, perché, come è noto, l’idea parte da lontano e da ben altri porti. Tutto cominciò nel 1970, quando Nelson Rockefeller, allora governatore dello Stato di New York, appoggiò pesantemente una legge che rendeva di fatto l’aborto totalmente libero. Talmente era libero che nel 1972 l’assemblea legislativa dello Stato decise semplicemente di abrogarlo. Il governatore oppose il suo veto e la Corte Suprema degli Stati Uniti, con la celebre sentenza Roe vs. Wade, gli diede ragione, riportando l’America ai tempi del Dred Scott Case del 1857 (dove si stabiliva che i discendenti affrancati di schiavi non erano da ritenersi giuridicamente persone, per cui l’aborto era permesso a richiesta). Nelson Rockefeller, come si ricorderà, divenne poi vicepresidente degli Stati Uniti.

Questo signore (il cui cognome è ormai entrato nel vocabolario corrente a indicare la ricchezza per antonomasia) era al vertice di una piramide colossale, i cui intenti furono chiari il 14 marzo 1973, quando, nel corso di una conferenza tenuta a New York davanti al Consiglio nazionale del Centro di Sviluppo della Pianificazione Familiare, il presidente della Fondazione Rockefeller, J.H. Knowles, dichiarò: “E’ compito sia dei settori privati che dei settori pubblici accelerare negli Stati Uniti lo sviluppo degli aborti legali affinché essi salgano ad un milione e ottocentomila all’anno”.

Insomma, le leggi permissive in materia d’aborto non erano sufficienti a condurre a risultati sperati, occorreva una promozione attiva dell’aborto di massa. Da dove veniva questa bella idea gnostica? Dall’ideologia della “crescita zero”, che le teste d’uovo del Massachussetts Institut of Technology (sovvenzionato dalla Fondazione Rockefeller) avevano elaborato giusto in quegli anni. Il lancio del femminismo, l’appoggio velato al marxismo (che era pur sempre materialismo) e infine la campagna ecologistica su scala mondiale, avviata dal rapporto “I limiti dello sviluppo” del Club di Roma (braccio europeo del suddetto Massachussetts Institut of Technology), sono anelli della catena che parte da quest’idea.

Applicarla era facile. I Rockefeller non avevano problemi nel favorire l’ingresso nell’amministrazione statunitense di uomini loro: il sistema costituzionale americano permette la formazione di staff praticamente a richiesta. Per i mass media era ancora più facile, visto che i Rockefeller ne controllavano buona parte, come il Columbia Broadcasting Cy, tanto per citarne un paio nel settore delle radiodiffusioni. E poi c’erano le cliniche finanziate dalla stessa famiglia, come quella della Pianificazione Familiare di New York, che divenne la più grande “fabbrica d’angeli” del mondo. Naturalmente non si devono dimenticare le industrie farmaceutiche controllate tramite pacchetto azionario, come la Upjohn, che si lanciò a testa bassa nel settore degli antifecondativi.

Il Population Council

La piramide facente capo alla Fondazione Rockefeller era composta di oltre ventiduemila fondazioni “senza scopo di lucro”, in parte autofinanziantesi e in parte sovvenzionate dal governo, come l’importantissimo Population Council, sostenuto a suo di milioni (di dollari) dal ministero della Sanità e dall’AID (Agency for International development, organismo federale). La prima mossa fu uno studio di Henry Kissinger, “Prospettive per l’America”, nel quale veniva dipinto uno scenario mondiale in cui il controllo demografico era presentato come il problema. Kissinger era consigliere personale di Rockefeller, poi fu Segretario di Stato e infine eminenza grigia della diplomazia internazionale (oggi continua a guidare a distanza la politica estera americana, sebbene non abbia più alcun ruolo pubblico: l’esperienza accumulata e le aderenze a tutti i livelli ne fanno il più richiesto consulente internazionale).

Contro la fertilità

Il mensile del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), Mondo e Missione, ha recentemente rivelato un altro documento a firma di Kissinger. E’ giusto di quegli anni (1974); Kissinger allora presiedeva il Consiglio di Sicurezza degli Stati Uniti e Bush era direttore della CIA. Si tratta di un memorandum segreto, intitolato National Security Study Memorandum 2000, contenente direttive da applicare in tredici Paesi del Terzo Mondo e indirizzato a poche persone (tra le quali il direttore della CIA). I tredici Paesi in questione erano l’India, il Bangladesh, il Pakistan, la Nigeria, il Messico, le Filippine, la Thailandia, la Turchia, l’Etiopia, la Colombia e il Brasile. Questo memorandum era incentrato sulla necessità per gli Stati Uniti di modificare entro il Duemila i livelli di fertilità dei suddetti tredici Paesi, i quali, a caUSA del rapido aumento demografico, avrebbero potuto, in un futuro non troppo lontano conseguire un crescente ruolo politico e strategico. In soldoni, c’era da aspettarsi che la lievitazione della popolazione avrebbe spinto tali Paesi a rialzare il prezzo delle esportazioni delle materie prime da essi prodotte, compromettendo seriamente gli interessi degli Stati Uniti.

La pianificazione delle famiglie

L’analisi in effetti era lungimirante, perché oggi di fatto gli USA hanno dei concorrenti di tutto rispetto nella domanda di materie prime, concorrenti che magari sarebbero disposti a pagare prezzi più alti pur di assicurarsele. Questo aumenterebbe la potenza dei concorrenti medesimi (in pratica Germania e Giappone), ma anche quella dei Paesi produttori, i quali, potendo incassare più denaro – e con una popolazione sempre più numerosa – finirebbero per assumere un ruolo di tutto rispetto nello scenario internazionale. Il memorandum (che magnificava anche il “miglioramento razziale” che dall’adozione delle misure consigliate sarebbe derivato) venne preso sul serio e portò ad un aumento dei fondi a disposizione dell’AID, a patto che gli aiuti ai tredici Paesi in questione fossero subordinati all’accettazione da parte di questi dei programmi di controllo demografico. Il documento concludeva “consigliando” di coinvolgere nel progetto anche altri organismi, come la Banca Mondiale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Unicef, che avrebbero dovuto inserire i piani di riduzione demografica nei servizi di assistenza medica forniti dal Terzo Mondo. Tutti i “consigli”, com’è noto, sono stati puntualmente seguiti e realizzati. Ma torniamo alla “piramide Rockefeller”. In essa va inserita anche la Federazione Mondiale per la Pianificazione Familiare (che riunisce tutte le fondazioni relative), più diversi organismi religiosi americani (come, per esempio, il Centro di Consultazione Familiare di Washington). Vanno aggiunti la commissione americana per l’UNESCO, gli istituti che studiano l’aborto, il Comitato americano di Studio per la Crisi Demografica, l’Accademia Nazionale americana delle Scienze, l’Università di Harward, quella della Carolina del Nord, la Cornell, la Chapel Hill, la Emory e la John Hopkins. Tutti questi enti sono privati, ma la loro stessa esistenza mette in moto meccanismi di finanziamento politico; un opuscolo del centro di Pianificazione Familiare di Pittsburg informava, in quegli anni, che un solo dollaro privato versato al Centro ne procurava ventiquattro pubblici. Il quadro va completato con le altre grandi Fondazioni americane, come la Ford e la Hewlwtt, che per lo stesso scopo versavano fior di milioni alla Fondazione Rockefeller. Tanto per dare un’idea delle ramificazioni del progetto, ricordiamo che a quel tempo U Thant, Segretario generale dell’ONU, era amministratore del Population Council.

La recessione planetaria

Il blocco marxista fu totalmente impenetrabile alla politica denatalistica così potentemente lanciata. Neanche l’idea della “crescita economica zero” lo sfiorava minimamente. Anzi, ad esso non pareva vero che l’Occidente si desse la zappa sui piedi da solo. Fece di più: obbligò i vari partiti comunisti del mondo ad appoggiare con tutte le loro forze il suicidio dell’avversario. Così si arrivò al paradosso dei comunisti occidentali che si battevano strenuamente per l’introduzione dell’aborto, mentre quelli delle repubbliche popolari lo restringevano o lo abolivano. L’URSS e i suoi satelliti intanto si davano da fare per uno sviluppo industriale spinto al massimo (che però è finito come è finito), contando anche sulla loro superiorità demografica; l’Occidente dal canto suo dava l’avvio a quella recessione planetaria che oggi sta esplodendo in tutta la sua virulenza.

L’idea di ridurre gli abitanti del pianeta è però ancora più vecchia (e non intendiamo riferirci solo a quella antichissima della Gnosi, secondo cui il Nulla è meglio dell’Essere). Deve averla fornita il famoso dottor Pincus, il biologo del Massachussetts che già nel 1950 sperimentava la sua pillola antifecondativa sulle portoricane dei quartieri poveri. Fare esperimenti sui poveri, però, rappresentava più che un semplice risparmio di fondi, perché, come abbiamo visto, era proprio ad essi che la manovra era destinata. I contraccettivi iniettabili, per esempio, cominciarono ad essere testati sulle popolazioni peruviane già negli anni Sessanta. Poco importava se le cavie mostravano subito dopo una spiccata tendenza ai noduli all’ipofisi e alle ghiandole mammarie. Il decennio successivo vide l’ingresso prepotente nei tredici Paesi summenzionati del Depo-Provera, il contraccettivo iniettabile prodotto dalla Upjohn americana (in cui, come si ricorderà, i Rockefeller avevano una grossa partecipazione azionaria).

La politica degli anticoncezionali

Diffuso indiscriminatamente (come tutto quel che viene diffuso nel Terzo Mondo), fu ritirato dal mercato (ma solo in America) nel 1978 su pressione dei movimenti femministi, in quanto si era scoperto che provocava un calo nelle difese immunitarie. Il Norplant è il più recente anticoncezionale del genere: prodotto da una industria finlandese (con ricerche finanziate dal Population Council) e sperimentato su donne cilene, è stato sospeso dal Brasile (il che è tutto dire) a causa delle incresciose conseguenze sulla salute, ma continua ad essere tranquillamente diffuso negli altri Paesi con la benedizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.Il fatto è che la diga è ormai aperta e la campagna va, per così dire, avanti da sola. Per esempio: iniettare un antifecondativo richiede pochi minuti, laddove spiegare il funzionamento di quelli orali o meccanici abbisogna di molto più tempo, e non si è mai sicuri che la spiegazione venga recepita fino in fondo. In più, Paesi come la Cina, la Malesia, la Thailandia, l’Indonesia, la Corea del Sud, il Vietnam, il Messico, hanno trovato una cospicua fonte di entrate nella produzione e nella esportazione di preservativi, che vendono (e convincono a comprare) anche in casa loro. Ma la gente del Terzo Mondo non diminuisce solo per fame, guerre, aborti, prevenzione delle nascite. Muore anche per uso di anticoncezionali. Effetti collaterali di quelli chimici a parte, c’è da tener presente che preservativi e spirali non vengono quasi mai usati come si deve. Si parla di profilattici adoperati più volte, spirali triennali tolte dopo dieci anni e più, magari solo in occasione di infezioni senza rimedio. A questo si aggiunga la modificazione delle mentalità: in certe popolazioni , ormai sedotte dalla supposta potenza della “medicina” dell’uomo bianco, la promiscuità sessuale si è centuplicata, a tutto vantaggio della diffusione dell’AIDS.

I pianificatori, però, tirano avanti per la loro strada. Il Fondo ONU per la Popolazione nel suo ultimo rapporto annuale insiste: prevenire 106 milioni di nascite costituisce un “risparmio” globale di 742 miliardi di dollari. E’ insomma (se non fosse ancora chiaro) una questione di soldi, tanto per cambiare. Quanto sia importante l’argomento lo si evince dal budget annuale dell’ente, 212 milioni di dollari che diventeranno un miliardo nel Duemila. In tale anno la spesa dei programmi per diminuire il numero degli umani dovrà raggiungere il doppio di quella attuale (che è di tutto rispetto: quattro miliardi e mezzo di dollari). Il bello è che metà della somma la pagano gli stessi Paesi da ridurre.

Chi finanzia il Fondo ONU per la Popolazione?

Naturalmente gli Usa sono in testa, seguiti dal Giappone e da tutto il resto del mondo occidentale. C’è anche l’Italia, sebbene in dodicesima posizione. Ma il fondo non è solo, ovviamente, in questa immane opera di ingegneria ecologica a tutto vantaggio degli Alieni Prossimi Invasori. Ci sono anche le Fondazioni, gli Istituti, i Centri, i Comitati, le Agenzie di cui abbiamo parlato. La Family Planning International Assistence, il Pathfinder Found, l’International Planned Parenthood Federation, la SIDA scandinava, la giapponese JOIFCP, la CIDA canadese, e così via. Si aggiungano i milioni di utili idioti sparsi nel mondo che si battono per la causa gratuitamente e a tutt’uomo, assolutamente convinti di sudare per il bene dell’umanità, e il quadro sarà completo.

I rivoli del “messaggio”

Roberto Beretta su Avvenire ha elencato recentemente i mille modi in cui il “messaggio” arriva capillarmente in tutti gli angoli del globo (Plinio Correa De Oliveira, nel classico Rivoluzione e controrivoluzione avvertiva che il bersaglio della Rivoluzione metafisicamente intesa è “ogni uomo”). Nel Ghana una nota squadra di calcio sfoggia il logo dello sponsor sulle maglie dei giocatori: una marca di preservativi con la scritta “mettimi”. In Nigeria i programmi televisivi trasmettono indirizzo e numero di telefono delle cliniche di pianificazione familiare. Nelle Filippine la promozione è affidata anche ai video musicali e alle canzoni, più un “porta a porta” da far invidia ai Testimoni di Geova. In Turchia a cadenze trimestrali la gente viene bombardata con cinque ore al giorno di sceneggiati televisivi sull’argomento (nell’America latina questo compito è affidato alle telenovelas). Nella Corea del Sud è l’esercito il bersaglio privilegiato: chi si arruola deve sorbirsi anche il corso di educazione sessuale. Nello Zaire, oltre ai posters murali, quando compri i preservativi ti danno in omaggio biglietti dei concerti rock con lo sconto del 50%. In Tunisia la sanità offre controlli gratuiti alle donne che hanno partorito da poco; appena queste si presentano in ospedale, vengono immediatamente contattate da funzionari della pianificazione familiare che fanno loro passare la voglia di avere altri figli.

Trent’anni di sforzi hanno dato in molti posti i loro risultati: innanzitutto l’Occidente, in testa alle classifiche della denatalità. Poi molti altri Paesi (questi, finalmente, del Terzo Mondo), hanno visto dimezzarsi i coefficienti di fertilità.

Ma non sono tutte rose e fiori per il Progetto Ecatombe. In Cina, per esempio, la costrizione governativa al figlio unico ha prodotto più che altro una strage di femmine (la gente, visto che può avere un solo figlio, vuole che sia maschio); ma anche milioni di figli “segreti” e una cifra enorme di cittadini “fluttuanti”, che si sottraggono all’anagrafe spostandosi continuamente. Anche nelle Filippine le cose vanno male per i pianificatori, a causa della tenace opposizione della Chiesa. Nemmeno nei Paesi islamici le cose filano per il loro verso. E neanche in India, dove, lo si ricorderà, la campagna di sterilizzazione forzata del 1975 costò il posto a Indira Gandhi.

Il nemico è la religione

E’ la religione (qualunque religione) la vera nemica del Progetto. Ogni religione (culti satanici a parte, roba di invenzione occidentale che non è religione) tributa un culto al Creatore, per questo non può essere contro la vita. L’idea di ridurre il numero delle “bocche da sfamare”, quindi, incontra nelle religioni l’ostacolo più efficace. Da qui il finanziamento più o meno occulto per tutto quello che può servire a sradicare il senso religioso dal cuore degli uomini (si pensi al dilagare delle sette nell’America latina). Ma eliminare le bocche da sfamare vuol dire anche eliminare le braccia che potrebbero produrre, come tutti gli economisti seri sanno. Purtroppo gli economisti spesso mangiano nel piatto dei Pianificatori, perciò sono generalmente costretti a dire il contrario di quel che pensano. Così la crisi si avvita su sé stessa, aumentando la recessione e di conseguenza il numero delle “bocche inutili”. Qui il Piano rivela il volto di Satana, mendax et homicida ab initio (G.v 8,44).

In questo modo, in una demoniaca spirale senza fine, viene preparato l’avvento dell’Età dell’Acquario: i sempre più numerosi adepti del New Age continuano a ripetere che sarà un tempo di pace e prosperità, ma i presupposti indicano che ci aspetta un’era di desolazione e morte, con sconvolgimenti di portata cosmica e instabilità cronica, in un mondo sempre più simile all’inferno. Ci sarebbe da farci sopra una bella riflessione teologica, ma ce ne manca il cuore. Annunciando i cataclismi che dovevano succedere, Gesù concludeva: “Ma quando il Figlio dell’Uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?” (Lc 18,8).

A questo punto c’è da chiedersi se troverà ancora qualcuno sulla terra.

Rino Cammilleri
(c) Pagine Libere

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IL DISCUTIBILE FILM DI MORETTI ‘CAOS CALMO’ E LA DISPERAZIONE DEL CINEMA ITALIANO OGGI

CINEMA – Eppure di soldi per il cinema se ne spendono a palate (vedi Festival del cinema romani ed annessi ndr), ma il cinema stesso, almeno quello italiano, è in crisi. Crisi di contenuti e non solo, questo il primo dramma. Crisi di idee, di innovazione. Ecco che ‘Caos Calmo’ , alla fine, non si discosta da questa povertà imbarazzante, anche un po’ perversa, che costringe registi e sceneggiatori a rifugiarsi dietro una scena sessuale a valore erotico aggiunto – non peggio della mediocrità quotidiana che attanaglia film e fiction in questo paese – confermando che per convincere gli spettatori ad andare in sala per pagare un biglietto, ci vuole solo qualcosa di ‘spinto’ e ‘volgare’. Tutto qui. E niente di nuovo sotto il sole. Alcune ore fa abbiamo proposto ai nostri lettori e giovani una riflessione di Padre John Wauck, docente della Pontificia Università della Santa Croce di Roma che si poneva la questione si i cattolici riescono a farsi spazio nell’industria dei film?

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Il sacerdote si mostrava ‘possibilista’, così come si è mostrato tale il nuovo ‘direttore’ del Servizio Nazionale della Pastorale Giovanile Don Nicolò Anselmi in un intervento riflessivo inviato tramite la newsletter periodica degli iscritti all’Agorà dei Giovani, riflessione che ha colpito nel segno e nei nervi scoperti del meccanismo, e di conseguenza anche nei cuori (l’amore si sa, matura lentamente, ma matura!), scatenando l’assalto dei soliti avvoltoi che hanno trasformato un intervento pastorale in una presa di posizione dei Vescovi, della Chiesa e via dicendo. Ormai ci siamo abituati a leggere tante sciocchezze dei media licisticamente esasperati e non ci facciamo piu’ caso.

Rileggiamo l’intervento di Don Nicolo’, che – tra le altre cose – si intitola ‘L’amore è una cosa meravigliosa’. Il cinema no. (questo lo aggiungiamo noi ndr).


L’AMORE E’ UNA COSA MERAVIGLIOSAIn questi giorni sarà proiettato nelle sale cinematografiche italiane un film durante il quale Nanni Moretti ed Isabella Ferrari interpretano una scena erotica pesante; ne hanno parlato tutti i giornali. Chiacchierando con un gruppetto di giovani è venuto fuori che la scena è già in versione integrale su YouTube e che già il TG nazionale che qualche sera fa ha dedicato pochi secondi alla guerra civile in Kenia e molti minuti alla presentazione del film e della scena in particolare; una giovane me ne ha parlato via e-mail definendola terribile: i due attori fanno l’amore in piedi, vestiti, senza guardarsi in faccia… Capisco che la scena vada letta e inserita nel contesto del film, ma confesso che anch’io sono rimasto stupito e disturbato: da un bravo regista e coraggioso idealista come Moretti e da un volto sensibile e delicato come la Ferrari mi sarei aspettato una scena romantica, soffusa, tenera… magari un momento d’amore aperto alla vita, ad un figlio.Sono convinto che gli attori, gli uomini di spettacolo abbiano un grande impatto culturale e quindi una grande responsabilità educativa verso i giovani. Spesso sono i più deboli, i più poveri culturalmente ad essere segnati da questi cattivi insegnamenti e vengono travolti da fantasie erotiche che diventano dipendenza e sfociano nella violenza. Sarebbe bello che qualcuno di questi professionisti facesse obiezione di coscienza e si rifiutasse di girare scene erotiche volgari e distruttive. Caro Nanni e cara Isabella contiamo sulla vostra passione educativa!La riflessione che vorrei fare non vuole essere legata né al film né ai due attori che peraltro riconosco essere grandi professionisti; vorrei solo invitare a riflettere sull’argomento. Lo sappiamo bene: fare l’amore è il gesto più bello ed importante del mondo; voluto Dio, ha un che di sacro, di spirituale: tutti noi veniamo da lì, da quell’incontro d’amore fra papà e mamma. Moltissimi giovani lo considerano una cosa così grande che si impegnano alla verginità fino al matrimonio; tanti altri dopo avere vissuto con superficialità o debolezza la propria vita sessuale ritornano ad una vita casta; la Grazia del Sacramento del Perdono li ricrea e li rinnova totalmente. La sapienza e la bontà di Dio hanno previsto anche dei periodi di non fecondità della donna perché, pur rimanendo aperti alla vita ed al dono di un figlio, i coniugi potessero scegliere il momento più adatto per dirsi il loro amore e per essere genitori responsabili.

Molte persone osservano che i consacrati non possono e non devono parlare di sessualità corporea perché non la vivono. Mi sento di poter dire che noi la conosciamo e la stimiamo così bella e importante che ogni giorno la offriamo sull’altare, doniamo a Dio ed alla nostra comunità il nostro celibato, con fatica e con gioia. Per questo preghiamo per chi svaluta questi gesti. Il mondo a luci rosse è un business, è denaro. Gesù ci ricorda che non si può servire due padroni perché se si ama si odierà l’altro: non si può servire Dio e il denaro. In tempi di laicità, poiché Gesù è vero Dio e vero uomo, parafrasando il Vangelo si potrebbe affermare che non si può servire l’uomo e il denaro. Da che parte stiamo? Tra pochi giorni sarà S. Valentino, festa degli innamorati… ed è appena iniziata la Quaresima, tempo di riflessione, di preghiera, di ritorno a Dio, di Grazia.

Don Nicolò Anselmi
don.nico@libero.it


LA SCHEDA DEL FILMCAOS CALMO Genere: Drammatico
Regia: Antonello Grimaldi
Interpreti: Nanni Moretti (Pietro Paladini), Alessandro Gassman (Carlo), Blu Yoshimi (Claudia), Valeria Golino (Marta), Isabella Ferrari (Eleonora), Kasia Smutniak (Jolanda), Silvio Orlando (Samuele), Hippolyte Girardot (Jean Claude), Denis Podalydes (Thierry), Charles Berling (Boesson), Alba Rohrwacher (Annalisa), Manuela Morabito (Maria Grazia), Roberto Nobile (Taramanni), Babak Karim (Mario), Beatrice Bruschi (Benedetta), Antonella Attili (Gloria), Tatiana Lepore (mamma di Matteo), Stefano Guglielmi (Matteo), Sara D’amario (Francesca).

Nazionalità: Italia
Distribuzione: 01 Distribution
Anno di uscita: 2008

Orig.: Italia (2008)
Sogg.: tratto dal romanzo “Caos calmo” di Sandro Veronesi
Scenegg.: Nanni Moretti, Laura Paolucci, Francesco Piccolo
Fotogr.(Panoramica/a colori): Alessandro Pesci
Mus.: Paolo Buonvino
Montagg.: Angelo Nicolini
Dur.: 112′
Produz.: Domenico Procacci per Fandango.

Giudizio: Discutibile/ambiguità

Tematiche: Famiglia – genitori figli; Lavoro; Letteratura; Male; Morte; Sessualità

Soggetto: Estate, litorale romano. Pietro, 43 anni, e il fratello Carlo hanno appena salvato due donne che stavano affogando. Nessuno si è accorto di loro, e, quando tornano a casa, Pietro si trova di fronte alla moglie, morta da poco per un improvviso ictus. Tempo dopo, in città, arriva il momento per la figlioletta Claudia, dieci anni, di riprendere la scuola, Pietro l’accompagna e, poi, quasi di colpo, decide di fermarsi lì, di fronte all’edificio scolastico. Estraniandosi da tutto il resto, resta solo, aspettando l’uscita della figlia per tornare a casa con lei. In quella piazza comincia così a scorrere la sua vita, arrivano i colleghi d’ufficio, portano i problemi personali e dell’azienda: fusioni, cariche, retribuzioni, licenziamenti. Passano i giorni e le stagioni. Pietro incontra la donna salvata, Eleonora, e con lei ha un rapido, bruciante incontro d’amore. Pietro aspetta di liberarsi dal senso di colpa. Forse ci sta riuscendo.

Valutazione Pastorale: All’origine c’è, come si sa, il libro omonimo scritto da Sandro Veronesi e insignito del Premio Strega 2006: libro non facile da tradurre in immagini perché scritto in prima persona, ossia in ‘soggettiva’. L’operazione poi é resa meno catalogabile per la presenza nel ruolo del protagonista di Nanni Moretti, forse il più egocentrico autore (attore/regista) del cinema italiano. Moretti si cala (o prova a calarsi) nei panni del dirigente di una società di produzione televisiva nel momento in cui la vita quotidiana comincia a ruotargli intorno. Pietro sa che dovrebbe arrivare il momento del crollo psicologico, conseguenza del senso di colpa che lo possiede. Pietro aspetta ma il dolore non arriva. Anzi la donna salvata si rifà viva e con lei succede l’occasione di un rapporto tutto ‘carnale’ e ‘esteriore’, che dovrebbe segnare la fine della confusione (così hanno spiegato Moretti e il regista Grimaldi alla c.s.). Pietro voleva soffrire la perdita della moglie ma al posto della sofferenza c’è un rimescolamento forte ma anche ‘calmo, una presa di distanza dalla vita precedente ma senza disperazione. Qual’è allora la realtà, la vita autentica ? Forse ha ragione il suo collega Samuele, che si lascia andare ad una bestemmia ‘faticosa’ prima di partire per l’Africa dove raggiungerà il fratello missionario? Il copione resta sospeso, altalenante, un po’ troppo mascherato dietro il “non luogo” della piazza come microcosmo, anche se non privo di suggestioni. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come discutibile e segnato da ambiguità.

Utilizzazione: in programmazione ordinaria, l’utilizzo è da prevedere per un pubblico maturo, con molta attenzione per minori e adolescenti. La sequenza del rapporto tra i due personaggi è forse non superflua ma certo inutilmente esplicita: spesso alludere offre maggiore incisività che far vedere. Stessa attenzione per i più piccoli é da tenere in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

Scheda del Film e Valutazione
CNVF – Commissione Nazionale Valutazione Film

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lo sfogo del presidente dei Papaboys: Roma città eterna o bordello a cielo aperto?

‘DIMISSIONI A ROMA DEL SINDACO VELTRONI: CI LASCIA UNA CITTÀ ETERNA O UN BORDELLO A CIELO APERTO?’

Editoriale di fuoco sul portale dei Papaboys www.papaboys.it a commento delle dimissioni del Sindaco di Roma Walter Veltroni: ci lascia una città Eterna, o un bordello a cielo aperto? Se lo chiede Daniele Venturi, il Presidente dell’Associazione Nazionale Papaboys che ricorda le conquiste fatte dall’Apostolo Pietro – anche con il sangue – nei confronti dell’Impero Pagano che ‘governava’ la città eterna duemila anni fa, e che l’amministrazione comunale romana sta tentando di cancellare.

Roma – si legge nell’editoriale apparso on line – vive un nuovo fasto imperiale, perdendo la fisionomia di capitale della Cristianità quale ad oggi è, entrando drammaticamente ed a pieno titolo, tra le capitali moderne della lussuria più sfrenata e viziosa, e del sesso a pagamento. Ma tra le ultime proposte curate e promosse dal Comune, ci preme evidenziarlo, c’è questa drammatica iniziativa che permette, tra le altre cose oscene, all’Arci Gay (partner solo di voti del Comune di Roma? ndr) di entrare direttamente nelle scuole a parlare di omosessualità. Vi rendete conto? L’Arci Gay dentro le scuole! Questa è la nuova legge romana di educazione sessuale per i più giovani???

Quale esempio si sta fornendo ai giovanissimi – si chiede Daniele Venturi – in fase di sviluppo che vedono ragazze semi nude per le strade della città? E’ questo il modello Roma che l’amministrazione vuole esportare a livello nazionale nel paese? Senza parlare del disagio infantile, ed anche qui ROMA E’ CAPITALE: è un’emergenza che sta assumendo dimensioni davvero allarmanti. Roma è la prima Provincia a livello nazionale per le richieste di aiuto per gli abusi e i maltrattamenti sui minori.

Il link dell’editoriale sul sito dei Papaboys:
http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1066

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I COMANDAMENTI DEL SAGGIO AMMINISTRATORE E RESPONSABILE DELLA COSA PUBBLICA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2008

COMANDAMENTI – Dal testo del Levitico, uno dei cinque libri fondamentali dell’Antico Testamento, che fa parte del Pentateuco e che oggi si ascolta nella liturgia della parola di Dio di lunedì della prima settimana di Quaresima, padre Antonio Rungi, teologo morale campano, ha ricavato un vero e proprio doppio decalogo che “vede particolarmente adatto per politici, governanti e magistrati, soprattutto in questo tempo di campagna elettorale e in vista delle elezioni politiche dei 13-14 aprile 2008. Regole di vita che –sottolinea padre Rungi- al di dà del valore sacro, religioso e morale, assumono un evidente significato politico in senso generale sociale in modo particolare. Attuarle queste regole, nonostante i propri difetti o le varie tentazioni che si annidano nella mente e nel cuore degli uomini, significa camminare sulla strada della riconciliazione e collaborazione tra tutti coloro che hanno a cuore il bene del popolo italiano”. Ecco le norme più importanti riportate da padre Rungi in questo vero e proprio doppio decalogo di ispirazione biblica.

1. Non rubare. I soldi sono una terribile tentazione per tutti, specie per chi li maneggia e li può impegnare nei modi più o meno onesti.

2. Non essere ingannevole. Imbrogliare le persone per ottenere utili è un grave peccato e una profonda disonestà

3. Non usare la menzogna come sistema di comunicazione interpersonale e sociale. Falsificare la verità è un disastro etico per sé e per gli altri.

4. Non giurare il falso. Troppo spesso si giura anche su ciò che non è assolutamente vero. Chi lo fa non è degno di classificarsi tra gli esseri umani, in quanto giurare il falso causa sempre dei gravi danni alle persone ed al corpo sociale.

5. Non opprimere il tuo prossimo. L’oppressione non aiuta a creare fraternità e solidarietà, ma solo ingiusta dipendenza e schiavitù.

6. Non togliere al prossimo ciò che è suo. Il diritto alla proprietà non lo si può negare a nessuno. E’ un dovere civile e morale rispettare i beni degli altri.

7. Non approfittare del lavoro degli altri non pagandolo adeguatamente o trattenendo ingiustamente il suo salario.

8. Non disprezzare coloro che sono diversamente abili (sordi, ciechi, ecc.). Purtroppo non sempre questi nostri fratelli più deboli e fragili trovano adeguato rispetto e amore nella nostra società.

9. Non commetterete ingiustizia in giudizio. E’ quanto dovrebbero avere a cuore tutti coloro che sono deputati a giudicare in sede civile e penale i cittadini, senza lasciarsi condizionare, ma valutando attentamente gli atti e cercando di appurare in tempi stretti e certi la verità.

10. Non trattare con parzialità il povero, né usare preferenze verso il potente. Nell’uno e nell’altro caso è bene considerare che siamo tutti uguale, davanti a Dio e davanti alla legge

11. Giudicare il tuo prossimo con giustizia. Quanto sia auspicabile tutto questo è un dato di fatto di questi tempi, in cui l’applicazione della giustizia sembra avere pesi e misure diverse.

12. Non andare in giro a spargere calunnie fra il popolo. Purtroppo è facile imbattersi in calunniatori di mestiere che fanno questo per utili propri o di parte.

13. Non cooperare alla morte del tuo prossimo. Collaborare all’omicidio è grave peccato, soprattutto se riguarda la soppressione dei bambini, prima e dopo la nascita.

14. Non covare nel tuo cuore odio contro il tuo fratello. L’odio genera altro odio e con esso non si risolvono i problemi di qualsiasi genere.

15. Rimproverare apertamente il prossimo, quando sbaglia, per correggerlo in modo fraterno.

16. Non vendicare né te, né i tuoi cari o gli altri, ma perdona e comprendi le situazioni che hanno portato gli altri a sbagliare.

17. Non serberai rancore contro nessuno, perché questo distrugge la mente ed il cuore e spinge alla vendetta prima o poi.

18. Amare il tuo prossimo come te stesso, è il criterio fondamentale per agire in ogni situazione, soprattutto quando sono in gioco valori, dignità e beni materiale e spirituali della persona.

19. Amministrare saggiamente i beni messi nelle nostre mani per le nostre necessità e per quelli degli altri.

20. Curare gli affari della comunità, prima di preoccuparsi dei propri, quando si ha la responsabilità diretta su di essa e alla quale bisogna rendicontare con rettitudine ed onestà nell’assoluta verità.

Fonte: www.papaboys.it

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IL 07 DICEMBRE A LIVORNO LA PROSSIMA ‘ADUNANZA EUCARISTICA’

Il manifesto

L’Adunanza Eucaristica è ormai diventato un appuntamento mensile che sta risvegliando in tutta Italia la gioventù. Partito il 30 giugno di quest’anno al Circo Massimo di Roma, grazie ad una serie di Associazioni e Movimenti cattolici, l’incontro con Gesù Eucaristia che dura per tutta la notte e permette ai giovani di incontrarsi con il Signore arriverà il giorno venerdì 07 Dicembre al Santuario di Montenero a Livorno, proprio nella notte che precede la Festa Mariana dell’Immacolata. Grazie alla disponibilità dei monaci del Santuario sarà possibile, dalle 17 del pomeriggio del 7 dicembre, assistere ad una serie di interventi di gruppi musicali di ispirazione cristiana  nel piazzale antistante il Santuario e dalle ore 21, inizierà la vera e propria Adunanza Eucaristica, che sarà aperta dalla recita della compieta curata proprio dagli stessi Monaci Benedettini Vallombrosani, alla quale seguirà l’Adorazione notturna animata da numerosi gruppi di giovani che si alterneranno di ora in ora fino alla mattina.

Sono molte le adesioni pervenute in questa edizione dell’Adunanza, iniziando dai giovani papaboys del Gruppo Emmaus di Napoli che porteranno verso il Santuario di Montenero la Croce dell’Adunanza Eucaristica che hanno custodito per piu’ di un mese, dall’ultimo incontro svolto proprio a Secondigliano di Napoli in occasione della visita del Santo Padre Benedetto XVI alla città partenopea. Proprio il Papa ha recentemente affermato: “È commovente per me vedere come dappertutto nella Chiesa si stia risvegliando la gioia dell’ Adorazione Eucaristica e si manifestino i suoi frutti.”  Altre adesioni all’Adunanza sono pervenute dai ‘padroni di casa’ della Gioventù Benedettina, i giovani che si riuniscono ogni martedì sera al Santuario per catechesi e preghiera; da Roma e da Grosseto arriveranno invece giovani dell’Associazione Nazionale Papaboys, mentre per le varie ore notturne è prevista la presenza delle Sentinelle del Mattino, della Gioventù Ardente Mariana, dei Legionari di Cristo, della Comunità Gesù Amore, della Comunità Mariana delle Cinque Pietre di Fiesole, Fraternità Apostolica di Gerusalemme, Iniziativa di Comunione, il Coordinamento Giovani del III Vicariato di Livorno. All’organizzazione collaborano inoltre, per la comunicazione il portale dei giovani cattolici www.korazym.org dell’Associazione dei Ragazzi del Papa, il sito sul Pontificato di Benedetto XVI ‘Petrus’ www.papanews.it , il portale dei Papaboys www.papaboys.it e la trasmissione televisiva Verso Camelot che, in onda sul canale satellitare Oasi TV, proporrà in questa settimana spot e servizi sull’incontro di Livorno.  

L’Adunanza Eucaristica si concluderà alle ore 6.45 dell’8 dicembre con la Benedizione Eucaristica alla quale seguiranno le lodi mattutine e la Celebrazione della Santa Messa: un’occasione, per tutti questi giovani, di riscoprire oltre che la gioia dell’Adorazione Eucaristica anche la bellezza del canto gregoriano che sarà curato dai monaci del Santuario. Il coordinamento nazionale delle Adunanze Eucaristiche è curato da Fabio Anglani (maratonaeucaristica@tiscali.it ). Durante tutta la notte nei dintorni del Santuario saranno presenti servizi di sicurezza, sorveglianza ed anche la possibilità, per tutti gli intervenuti di gustarsi un caffè ed effettuare un piccolo ristoro. Il Concerto del pomeriggio sarà invece curato dalla Band di Don Enzo Passante, che presenterà la sua ultima produzione discografica dedicata ai giovani cristiani del Terzo Millennio.

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