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CAMPANIA – ACCORDO REGIONE E MINISTERO LAVORO PER INSERIMENTO IMMIGRATI

Un accordo quadro per la realizzazione di azioni in materia di inserimento lavorativo e integrazione sociale degli immigrati in Campania. Lo hanno presentato questa mattina, nella sede della Giunta regionale campana a Palazzo Santa Lucia, il direttore generale all’Immigrazione del ministero del Lavoro, Natale Forlani, e l’assessore al Lavoro della Regione Campania Severino Nappi. Si tratta, ha spiegato Nappi, “di costruire un sistema nel quale l’immigrato abbia una forma di sostegno, che punti a creare le condizioni di accesso nel mondo produttivo”.

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MILANO, VII° INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE NEL 2012: IN VATICANO PRESENTATO IL PROGRAMMA

EVENTI (Milano) – In vista del VII° incontro mondiale delle famiglie, previsto a Milano dal 30 maggio al 3 giugno 2012, si è tenuta ieri, presso la Sala stampa vaticana, un incontro per presentare il programma del prossimo cammino preparatorio del Pontificio Consiglio per la famiglia. Durante il meeting sono stati proposti, oltre ad innumerevoli iniziative pubblicitarie e di sponsorizzazione a livello nazionale e internazionale, vari progetti tra cui la realizzazione di un sito internet potenziato e rinnovato da parte del Pontificio Consiglio per la famiglia (www.familia.va), un secondo sito internet specifico per l’appuntamento mondiale di Milano (www.family2012.com), la diffusione a stampa e on-line di un volume di un centinaio di pagine (“La famiglia: il lavoro e la festa”) con le catechesi preparatorie in sette lingue da utilizzare in tutto il mondo. 

A riguardo sono intervenuti i cardinali Ennio Antonelli (Pontificio Consiglio per la famiglia) e Dionigi Tettamanzi (arcivescovo di Milano), insieme a vescovi ausiliari e collaboratori dell’iniziativa. Il vescovo ausiliare di Milano, monsignor Franco Giulio Brambilla, che ha coordinato la stesura delle catechesi preparatorie, ha presentato i contenuti dell’incontro mondiale del 2012: “La celebrazione dell’incontro mondiale metterà a fuoco tre modi di rinnovare la vita quotidiana: vivere le relazioni (la famiglia), abitare il mondo (il lavoro), umanizzare il tempo (la festa)”. “Le catechesi – ha detto – cercano di dipanare il filo rosso del tema nella tensione tra famiglia e società. La vita civile fatica a tener conto dei legami sociali che la precedono e sospinge la famiglia nel suo regime di appartamento (nel senso di ‘appartarsi’, ha sottolineato), mentre l’esperienza familiare sperimenta la sua fragilità ed è particolarmente vulnerabile di fronte ai processi sociali, in particolare quelli che incidono sulla sua vita quotidiana, come il lavoro e il tempo libero. Pertanto, le catechesi partono dalla vita quotidiana per aprirla al mondo, insistendo sulla famiglia come luogo di liberi legami”. 

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CARITAS, FINO A VENERDÌ CELEBRAZIONI PER LA 19A ASSEMBLEA GENERALE. IERI LA MESSA DEL CARD. BERTONE

SOCIALE (Roma) – Ieri pomeriggio il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, ha presieduto, presso la Domus Mariae di Roma, la Messa per 300 delegati della Caritas Internationalis per la celebrazione, dal 22 al 27 maggio, della 19ma Assemblea Generale (nel 60° anniversario della fondazione). Nel corso della celebrazione liturgica, il Cardinale si è espresso sul ruolo che la Caritas deve ricoprire, un compito educativo e di sensibilizzazione affinché tutti riconoscano nei poveri i propri fratelli.“Svelare il volto dei fratelli, aiutare i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà a prendersi cura come propri dei loro bisogni e dell’esigenza di pieno riconoscimento della loro dignità, è l’impegno fondamentale di Caritas Internationalis, e anche l’obiettivo di un rinnovato rapporto con gli organismi della Santa Sede, che auspico come frutto di questa Assemblea”, ha dichiarato. 

Il porporato ha ricordato che esiste un livello di servizio rilevante, quello di “raggiungere, in modo convincente e rispettoso, la mente e il cuore dei credenti e di tutte le persone di buona volontà affinché riconoscano nei poveri i loro fratelli”, e ha indicato che questo “è ciò che intendeva il Servo di Dio Paolo VI quando insisteva sul compito primariamente educativo della Caritas”. La Caritas, ha aggiunto, “offre ai fedeli un’opportunità privilegiata di condividere la missione della Chiesa e di essere stretti a Gesù Cristo”. “Caritas Internationalis e le Caritas nazionali e locali fanno un bene immenso quando aiutano le persone e le comunità a riconoscere con amore la presenza di altri fratelli nel bisogno, che è la presenza di Cristo stesso; quando riescono a scuotere le loro coscienze, affinché, sia nelle libere iniziative, sia nella collaborazione con la carità organizzata della Chiesa, sentano sempre l’esigente premura della condivisione evangelica”, ha segnalato. Il compito educativo della Caritas è quello di “poter rafforzare nei cristiani e negli uomini di buona volontà una consapevolezza operativa di fraternità, specialmente verso i più poveri, occorre vivere in Gesù Cristo, che è la via, la verità e la vita, ed essere animati dal suo Santo Spirito”. Cristo, ha affermato, si trova “nella Parola e nel Pane di vita, nella preghiera personale e nei Sacramenti, ma anche Lo troveremo e trasmetteremo la sua vita agli altri nell’agire di Caritas”. 

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“EDUCARE I GIOVANI ALLA GIUSTIZIA E ALLA PACE” SARÀ IL TEMA DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 2012

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – “Educare i giovani alla giustizia e alla pace” è il tema scelto da Benedetto XVI per la Giornata mondiale della Pace del prossimo primo gennaio 2012. Il tema, sottolinea un comunicato del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, “entra nel vivo di una questione urgente nel mondo di oggi: ascoltare e valorizzare le nuove generazioni nella realizzazione del bene comune e nell’affermazione di un ordine sociale giusto e pacifico dove possano essere pienamente espressi e realizzati i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo”.

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“PAROLA E PAROLE”, OGGI ALLA DOMUS MARIE UN SEMINARIO DI STUDIO SU FEDE E COMUNICAZIONE

FEDE E MEDIA (Roma)- L’Azione cattolica italiana ha organizzato per questa mattina, presso la Domus Marie in via Aurelia 481, un seminario di studio dal titolo “Parola e parole”. Visto come occasione di approfondimento culturale, il seminario anticiperà la prossima assemblea nazionale dell’Associazione, che si svolgerà a Roma dal 6 all’8 maggio sul tema “Vivere la fede, amare la vita. L’impegno educativo dell’Azione Cattolica”. “Intelligenza della fede, nuovi media e nuova comunicazione”: questo sarà il tema principale del convegno in cui si analizzerà il rapporto tra la Chiesa cattolica e la comunicazione attraverso l’aiuto di monsignor Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, e di monsignor Domenico Pompili, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali.

Nel corso del convegno ci sarà un Focus, moderato da Rosario Carello, conduttore della trasmissione «A sua Immagine» di Rai 1, dedicato a “I volti della comunicazione” nel quale esperti ed operatori del mondo dei media proporranno la loro esperienza sul campo: Michele Sorice, sociologo della comunicazione e direttore del Cmcs della Luiss, Marco Tarquinio, direttore del quotidiano «Avvenire», Paolo Bustaffa, direttore dell’Agenzia «Sir» e Vania De Luca, giornalista di «Rainews24» e presidente Ucsi-Lazio.Hanno affermano gli organizzatori dell’iniziativa: “Il rapporto tra la Chiesa cattolica e l’universo dei media ha sempre fatto registrare un ampio ventaglio di valutazioni teoriche e prese di posizione pratiche, da quelle più critiche a quelle più prudenti, fino a vere e proprie ventate di entusiasmo. Si è passati da un antico atteggiamento di diffidenza alla rivendicazione, da parte della comunità cristiana, del diritto/dovere di fare uso dei media per portare avanti la propria missione evangelizzatrice. Con l’aiuto dei nostri ospiti si cercherà di andare oltre la teoria e la prassi che, soprattutto nell’ultimo decennio, gli anni della Rete e della diffusione dei Social Network hanno articolato il rapporto più che secolare tra la Chiesa cattolica e gli strumenti della comunicazione sociale, evidenziandone non poche contraddizioni”. 

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L’IMPEGNO DI GIOVANNI PAOLO II A FAVORE DEGLI EMARGINATI: UNA LEZIONE DI ESEMPIO PER L’INDIA

ESTERI (Ahmedabad)– Attraverso le parole di Cedric Prakash sj, direttore del Centro dei gesuiti per diritti umani, giustizia e pace, di Ahmedabad si evince come sia significativo l’atteso evento della beatificazione di Giovanni Paolo II che si svolgerà il 1 maggio, giorno della festa dei lavoratori. Il futuro Beato, nel corso del suo lungo pontificato, ha sempre messo in luce con forza la dottrina sociale della Chiesa e la necessità per ogni cristiano di rispondere alle realtà che affliggono il mondo attraverso le encicliche “Laborem exercens” (Sul lavoro umano), “Sollicitudo Rei Socialis” (La preoccupazione per le questioni sociali) dimostrando la netta solidarietà con le persone più bisognose a cui sono negati i diritti umani fondamentali. Proprio su queste basi la Chiesa deve essere visibile, parlare chiaro e rispondere ai bisogni degli emarginati distruggendo “le strutture di peccato” che impediscono costantemente lo sviluppo dei poveri. Inoltre, Giovanni Paolo II, nell’”Ecclesia in Asia”, ha preso posizione per la libertà religiosa, accogliendo le critiche di molti. Nel 1986 ha affermato che “la gente dovrebbe essere libera di abbracciare la religione che preferisce”.

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TE LO DICO PAPALE-PAPALE – “LETTER@PERTA”: IL NOCE DI CROCE

‘EDITORIALE DI DANTE (Roma) – Carissimi amici di Papaboys.it ben ritrovati con la nostra rubrica ‘Te lo dico papale papale‘, un inserto sull’attualità curato da un professionista della comunicazione, amico dei giovani e sempre sensibile alle tematiche cristiane, Dante Fasciolo. Riflessioni, qualche sana provocazione (culturale e sociale) e soprattutto degli spunti per riuscire, in verità, a farsi testimoni della carità. Sempre al servizio degli ultimi. Questi gli ingredienti della “letter@perta”. Sempre senza peli sulla lingua, con chiarezza e brillantezza ci leveremo qualche sassolino dalle scarpe, grazie alla “penna” di Dante Fasciolo. Buona lettura a tutti!

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VIETNAM, I GIOVANI SONO IL PUNTO DI FORZA PER AFFRONTARE I PROBLEMI SOCIALI CAUSATI DAL CONSUMISMO

ESTERI (Phan Thiết, VIETNAM) – I giovani sono il punto di forza col quale affrontare i problemi che il consumismo sta creando all’attuale società vietnamita, erodendone i valori morali e le tradizioni culturali. Se ne è a avuta prova domenica scorsa, quando duemila giovani della diocesi di Phan Thiết, nel sud del Paese, dopo giorni di attesa hanno potuto partecipare all’Assemblea dei giovani indetta per la Domenica delle palme dalla parrocchia di Kim Ngọc. Al centro dell’incontro c’è stata la discussione sulle questioni di maggior rilievo della società di fronte alla fede, in particolare alla luce delle parole di Benedetto XVI sulla “umiltà di Dio, forma estrema del Suo amore”. Il vescovo Joseph Vũ Duy Thống, che ha preso parte ai lavori, in particolare con una riflessione sul messaggio del Papa per questa Giornata della gioventù: “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”, (cf, Col 2:7).

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BENEDETTO XVI IN CROAZIA, ECCO IL PROGRAMMA DEL VIAGGIO APOSTOLICO DEL 4-5 GIUGNO 2011

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – In occasione della Giornata Nazionale delle famiglie cattoliche croate, il Santo Padre Benedetto XVI si recherà in Croazia per unil 4 e 5 giugno prossimi, con il seguente itinerario:

Sabato, 4 giugno 2011

09:30 Partenza in aereo dall’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino
per Zagreb (Roma-Zagreb – 516 km, 1h 30′, Alitalia – A320).

11.00 Arrivo all’Aeroporto Internazionale di Zagreb Pleso.
CERIMONIA DI BENVENUTO nell’Aeroporto Internazionale di Zagreb Pleso. Discorso del Santo Padre.

12.15 VISITA DI CORTESIA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA nel Palazzo Presidenziale di Zagreb.

13.50 UDIENZA AL PRESIDENTE DEL GOVERNO nella Nunziatura Apostolica di Zagreb.

14.00 Pranzo con i Membri del Seguito Papale nella Nunziatura Apostolica di Zagreb.

18.15 INCONTRO CON ESPONENTI DELLA SOCIETÀ CIVILE, DEL MONDO POLITICO, ACCADEMICO, CULTURALE E IMPRENDITORIALE, CON IL CORPO DIPLOMATICO E CON I LEADERS RELIGIOSI nel Teatro Nazionale Croato di Zagreb. Discorso del Santo Padre.

19.30 VEGLIA DI PREGHIERA CON I GIOVANI nella piazza del Bano Josip Jelačič di Zagreb. Discorso del Santo Padre.

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GIAPPONE, SERVIRANNO 9 MESI PER TORNARE ALLA NORMALITÀ NELLA CENTRALE NUCLEARE DI FUKUSHIMA

ESTERI (Tokyo, GIAPPONE) – Ci vorranno dai sei ai nove mesi per arrivare ad un controllo completo della centrale di Fukushima. La Tokyo Electric Power (Tepco), la società che gestisce l’impianto, prevede di raffreddare i reattori ed il combustibile esaurito nei prossimi tre mesi, portando la situazione ad un livello stabile e riducendo costantemente il livello di fughe radioattive. Secondo la Tepco saranno necessari da tre a sei mesi per assicurare uno “spegnimento freddo” dell’impianto, una situazione cioè in cui l’acqua di raffreddamento delle barre sia sotto i 100 gradi ed i reattori siano considerati stabili. Questa operazione renderebbe possibile a molte delle famiglie evacuate dalla zona di ritornare alle loro case nel 2012.

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GIAPPONE: CRESCE COOPERAZIONE FRA CREDENTI DI DIVERSE RELIGIONI, INSIEME PER IL BENE DELLA SOCIETÀ

ESTERI/CHIESA NEL MONDO (Tokyo) – In un Giappone colpito dai tremendi eventi naturali e colpito dal disastro nucleare, si sta assistendo ad un energico risveglio religioso: è quanto affermato all’Agenzia Fides da Padre Olmes Milani CS, missionario Scalabriniano brasiliano, residente a Tokio e impegnato osservatore della realtà giapponese . “C’è un evidente ritorno alla preghiera e ai valori spirituali, in una società normalmente considerata materialista e puntata solo sulla produzione e sul profitto” aferma il missionario. Stando ai sondaggi – prosegue – l’86% dei giapponesi non crede a nulla, ma “la catastrofe che ha colpito il paese ha risvegliato le coscienze, i bisogni e i valori spirituali. La gente si ferma a pregare nei santuari buddisti e scintoisti. Tutti pregano: i volontari dell’esercito come le vittime dello tsunami che vengono assistite. Anche nelle nostre chiese cattoliche c’è un afflusso di persone che non sono cattoliche ma si fermano in preghiera” racconta p. Milani. “Valori come la fraternità e la solidarietà, a fronte dell’individualismo esasperato che domina i rapporti sociali”, sembra si facciano nuovamente strada, sottolinea il missionario. Per questo “tutti sono convinti che questa tragedia avrà un forte impatto sulla società nipponica del futuro: i giapponesi saranno più aperti e bendisposti verso gli altri, anche verso gli stranieri”.

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PORTO DI NAPOLI, SEQUESTRATI OLTRE 80 TONNELLATE DI “GIOCATTOLI REALIZZATI CON RIFIUTI SPECIALI”

SICUREZZA (Napoli)- Destinazione Cina: questa era la meta di cinque container nel porto di Napoli che contenevano scarti derivanti dalla lavorazione di materiale plastico ed identificati. Gli agenti della Guardia di Finanza, in collaborazione con i funzionari dell’ufficio Dogane, hanno sequestrato 86.070 chilogrammi di materiale plastico, denunciando a piede libero il titolare della ditta esportatrice, che operava nell’hinterland napoletano.Gli scarti, soprattutto materiali plastici derivanti da elettrodomestici o da immondizia domestica, invece di essere destinati ad attività di riciclo, come dichiarava la documentazione che accompagnava il carico, erano destinati ad una società legata alla realizzazione di giocattoli, casalinghi per la casa e articoli elettronici.

Lo scopo era quello di spedirli allo scalo cinese di Qingdao, meglio conosciuta in Occidente come Tsingtao, sede di un importante porto, base navale e centro industriale asiatico, con i rifiuti che sarebbero potuti anche essere trasferiti in altre città della Cina. “Non è la prima volta che effettuiamo sequestri di questo tipo – ha dichiarato il capitano della Guardia di Finanza di Napoli, Alessio Iannone – È complesso capire la destinazione finale della merce perché, non essendo la Cina un Paese comunitario, non è di nostra giurisdizione. Normalmente, i rifiuti che troviamo nel porto di Napoli vengono reimpiegati e trasformati in altri materiali che, a loro volta, vengono riimmessi sul mercato come giocattoli, articoli elettronici oppure sotto forma di fibre sintetiche per articoli di maglieria. I rifiuti illeciti rinvenuti a Napoli provengono essenzialmente dall’area partenopea e dal Basso Lazio, e sono destinati principalmente in Cina e nel Sudest asiatico, soprattutto Malesia e Vietnam”.

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AIUTO DISABILI, PULIZIA GIARDINI, COMPAGNIA ANZIANI: DOMANI IN ISRAELE “GIORNATA DELLE BUONE AZIONI”

TERRASANTA (ISRAELE) – Domani in Israele si celebra la “Giornata delle buone azioni”, che coinvolge migliaia di persone, invitate, almeno per un giorno, a compiere un gesto di altruismo e volontariato. La giornata è promossa da Ruach Tova (“Spirito positivo”), un’organizzazione umanitaria israeliana che promuove la partecipazione attiva nella società e vuole essere il punto di contatto tra persone disposte a svolgere un’attività di volontariato e le organizzazioni che invece hanno bisogno di aiuto e cercano volontari. In questo senso Ruach Tova ha messo in contatto oltre 32 .000 volontari, con 1.800 associazioni bisognose.

Le iniziative in agenda per domani sono moltissime: aiuto ai disabili, pulizia di giardini, aiuto e compagnia agli anziani. La giornata si celebra dal 2007 e raggiunse una certa notorietà nel 2009 quando, tra le altre iniziative simboliche ci fu anche quella di un concerto speciale: un’orchestra di 13 ragazzi palestinesi di un campo vicino a Jenin, fu invitata presso il centro dei sopravvissuti all’Olocausto di Holon, nella periferia di Tel Aviv. Giovani palestinesi ed anziani ebrei festeggiarono insieme, facendo memoria della Shoah, trascorrendo alcune ore in un’occasione unica di conoscenza e scambio. Al ritorno a Jenin, tuttavia, l’orchestra palestinese venne sciolta ed il direttore licenziato, a causa delle accuse mosse da alcuni responsabili palestinesi di aver strumentalizzato i giovani musicisti in un’iniziativa contraria allo spirito nazionale.

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NAVARRO-VALLS: “BINOMIO PAPA-GIOVANI HA AIUTATO IL MONDO ALLA DIFFUSIONE DELLA PAROLA DI GESÙ”

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Roma) – Alla Pontificia Università Santa Croce di Roma (piazza Apollinare 49) si è svolta ieri (venerdì 1 aprile ndr.) una giornata studio dal titolo “Beatificazione di Giovanni Paolo II: opinione pubblica e sensus fidei”. Dopo una breve introduzione, il rettore dell’università pontificia, che ha ricordato le grandi virtù umane e spirituali di Papa Wojtyla, ha introdotto gli ospiti che presenziavano alla conferenza. Il primo a prendere la parola è stato il Cardinale Angelo Amato, che ha trattato l’argomento del “sensus fidei”. Il “sensus fidei” è il sentire comune dei fedeli che, accomunati nel battesimo, si fanno mediatori per trasmettere la parola di Dio.

Il sensus fidei dà origine alla “fama sanctitatis” – l’opinione dei fedeli riguardo l’eccellenza delle virtù di quella persona che incarna le beatitudini evangeliche – e alla “fama segnorum”, i segni e le grazie fatte per intercessione del servo di Dio. Come ha constatato il Cardinale Amato, la “vox populi” è importante per decretare la nomina di “Beato”: le continue visite alla tomba nelle grotte vaticane, la preghiera della comunità, la diffusione di testi scritti sulla figura di Giovanni Paolo II e soprattutto l’invocazione spontanea dei fedeli di quel “Santo subito” testimoniano come Karol Wojtyla sia il rappresentante delle virtù teologali e, per questo motivo, ci sono le condizioni per essere proclamato Beato. Successivamente la parola è passata a Navarro-Valls, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, che si è interrogato sul rapporto dei media con Giovanni Paolo II e sulle ragioni per cui riusciva a “bucare lo schermo”.

Il Santo Padre ha creato un modo nuovo di trasmettere, attraverso i media, i valori umani e cristiani. Con la sua voce, la dizione ed i gesti con cui diffondeva la Parola di Dio ha migliorato la qualità del messaggio della Chiesa. È stato quindi un Papa innovativo, che andava controcorrente e infrangeva le leggi mediatiche. Come ha dichiarato Navarro-Valls “era un Papa che dominava la tv semplicemente ignorandone le regole”. Papa Wojtyla è stato anche il Papa dei giovani: si emozionava, sorrideva e cantava, e riusciva a stabilire un contatto con ognuno di loro. La magia di questo rapporto era che i ragazzi captavano la verità del suo messaggio. In merito a ciò la nostra redazione, ha rivolto una domanda al dottor Navarro-Valls:

D – Dottor Valls, riguardo al rapporto comunicativo di Giovanni Paolo II con gli adulti e con i giovani, c’è stata un’esperienza che ricorda in particolare?

R – Intanto Lui era giovane, era più giovane dei giovani che aveva davanti. Alle volte doveva trovare delle parole di gioia per quei giovani che erano cupi, tristi. Lui non lo è stato mai, perché sapeva dare una ragione alla sua gioia, cosa che alcuni giovani non sapevano fare. C’erano una mutua conoscenza, un mutuo capirsi anche a livello gestuale con alcuni giovani, e questo rapporto ha insegnato molto al mondo anziano che curiosamente seguiva Giovanni Paolo II. Questo è stato un elemento del suo pontificato che non soltanto ha migliorato i giovani, ma tutta la società. Possiamo dire che questo binomio Papa-giovani ha aiutato tutto il mondo alla diffusione della parola di Gesù”.

Dopo un breve intervallo, nel corso della giornata sono intervenute altre personalità appartenenti al mondo della televisione e della carta stampata. Aldo Maria Valli, vaticanista del Tg1, ha ricordato la grande umanità di Papa Wojtyla, che trapelava anche attraverso le immagini televisive stabilendo sempre un contatto con tutti i fedeli. Non aveva una particolare strategia comunicativa studiata a tavolino, si presentava al mondo in tutta la sua semplicità con quel suo “Non abbiate paura e aprite la porte a Cristo”. Era un uomo in contatto con Dio attraverso la preghiera e, soprattutto, si confrontava con il popolo di tutto il mondo: questo era il senso di accoglienza di Giovanni Paolo II.

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IL PAPA ALL’UDIENZA GENERALE: MISERICORDIA E BONTÀ VINCONO LO SMARRIMENTO DELLE COSCIENZE

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – All’udienza generale, in Piazza San Pietro, Benedetto XVI ha dedicato la sua catechesi alla popolare figura di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, luminoso testimone della carità, vissuto a Napoli nel XVIII secolo. Il fondatore dei Redentoristi, ha detto il Papa, ci ricorda che bisogna avere una visione ottimista della vita, confidando nelle risorse di bene che il Signore dona ad ogni uomo. Quindi, ha messo l’accento sull’importanza dell’insegnamento della dottrina morale, che per Sant’Alfonso va sempre accompagnato da un atteggiamento caritatevole e comprensivo. “Chi prega si salva”: Benedetto XVI ha richiamato il motto di Alfonso Maria de’ Liguori, Santo della carità e dottore della Chiesa. Ed ha innanzitutto ricordato come, nonostante fosse l’avvocato più brillante della Napoli del suo tempo e di ricca famiglia, comprese che Dio lo chiamava ad un’altra vocazione: essere sacerdote in mezzo ai poveri. Nella società napoletana del primo ‘700, dunque, il Santo fondatore dei Redentoristi iniziò un’azione di evangelizzazione tra i più umili: “Alfonso ottenne ottimi risultati: nei quartieri più miseri della città si moltiplicavano gruppi di persone che, alla sera, si riunivano nelle case private e nelle botteghe, per pregare e per meditare la Parola di Dio, sotto la guida di alcuni catechisti formati da Alfonso e da altri sacerdoti, che visitavano regolarmente questi gruppi di fedeli”.

Queste riunioni, ha proseguito, presero il nome di “cappelle serotine”, una vera e propria “fonte di educazione morale e di risanamento sociale”, tanto che, grazie al suo impegno, quasi scomparirono i crimini nella città di Napoli: “Le ‘cappelle serotine’ appaiono un modello di azione missionaria a cui possiamo ispirarci anche oggi per una ‘nuova evangelizzazione’, particolarmente dei più poveri, e per costruire una convivenza umana più giusta, fraterna e solidale”. Sant’Alfonso non si fermò tuttavia ad agire nella città, ma entrò in contatto con i contadini e i pastori delle regioni interne del Regno di Napoli e decise di dedicarsi a queste persone “povere spiritualmente e materialmente”. Un’azione pastorale che fu poi portata avanti dai religiosi delle Congregazione da lui fondata. Sacerdoti, ha osservato il Pontefice, che divennero degli “autentici missionari itineranti”, esortando “alla conversione e alla perseveranza nella vita cristiana soprattutto per mezzo della preghiera”. Inoltre, il Santo si oppose ad una visione arcigna e severa di Dio, che sia andava affermando in quel periodo a motivo della mentalità giansenista. Il Papa ha così messo l’accento sul ricco insegnamento di teologia morale di Sant’Alfonso: “Ai pastori d’anime e ai confessori, Alfonso raccomandava di essere fedeli alla dottrina morale cattolica, assumendo, nel contempo, un atteggiamento caritatevole, comprensivo, dolce perché i penitenti potessero sentirsi accompagnati, sostenuti, incoraggiati nel loro cammino di fede e di vita cristiana”.

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I VESCOVI DELL’ARIZONA CHIEDONO L’ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE: “È CONTRARIA AI VALORI EVANGELICI”

ESTERI (Phoenix, Arizona, USA) – I vescovi dello Stato dell’Arizona chiedono l’abolizione della pena di morte, sottolineando che questo tipo di vendetta è “contrario ai valori evangelici”. La dichiarazione dei presuli dell’Arizona è stato rilasciato dopo l’esecuzione di Eric John King, 47 anni, giustiziato ieri mediante iniezione letale nel carcere di Florence, dopo 20 anni di reclusione. King era stato condannato alla pena di morte nel marzo del 1991 per duplice omicidio.

Nel corso di un tentativo di rapina in un negozio di Phoenix, fruttato 73 dollari di bottino, nel 1989 l’uomo uccise a colpi di pistola un impiegato del negozio e una guardia giurata. Dopo l’arresto, King fu giudicato colpevole nel 1990 e condannato a morte il 4 marzo del 1991. Inizialmente la pena prevedeva la camera a gas, ma poi è stato deciso di eseguire un’iniezione letale. Per la prossima settimana in Arizona è in programma l’esecuzione di un altro uomo, Daniel Wayne Cook.

Nel messaggio, che è stato firmato dal Vescovo James Wall di Gallup, dal Vescovo Thomas Olmsted di Phoenix, dal Vescovo ausiliare Eduardo Nevares di Phoenix e dal Vescovo bizantino Gerald Dino dell’eparchia di Van Nuys, i presuli esprimono “compassione per coloro che sono vittime di crimini brutali e per le loro famiglie”, sottolineando che “gli effetti dell’omicidio, in particolare, sono davvero terribili”. I vescovi dell’Arizona ribadiscono la propria opposizione alla pena di morte: “Siamo fermamente convinti che la pena capitale sia una vendetta sanzionata dallo Stato che non è conforme al Vangelo di Gesù Cristo. Quando esistono altri mezzi per far sì che la società sia al sicuro da criminali pericolosi, la pena di morte nega l’intrinseca dignità e santità della vita umana ed è un contributo alla cultura della morte”.

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POVERTÀ E FALSE IDEOLOGIE CONTRO LA FAMIGLIA. IL PAPA: NON POSSIAMO RESTARE INDIFFERENTI

BENEDETTO XVI (Bogotà) – “Non possiamo rimanere indifferenti” di fronte agli attacchi che subisce oggi la famiglia, cellula fondamentale della società: è quanto afferma Benedetto XVI nel messaggio in occasione dell’incontro in corso a Bogotà, in Colombia, dei vescovi responsabili delle Commissioni episcopali della Famiglia e della Vita in America Latina e nei Caraibi. La famiglia è il “valore più desiderato” dai popoli dell’America Latina. Ma molte famiglie – sottolinea il Santo Padre – soffrono a causa di molteplici “situazioni avverse provocate da rapidi mutamenti culturali, dall’instabilità sociale, dai flussi migratori, dalla povertà, da programmi di educazione che banalizzano la sessualità e da false ideologie”. Di fronte ad un simile scenario, “non possiamo rimanere indifferenti”. “Nel Vangelo – aggiunge il Papa nel messaggio letto dal cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia – troviamo la luce per rispondere a queste sfide senza scoraggiarci”.

Sarà importante, quindi, qualsiasi impegno volto a sostenere la “famiglia, fondata sull’unione indissolubile tra un uomo e una donna”, in modo che “svolga la sua missione di cellula viva della società, sorgente di virtù, scuola di convivenza costruttiva e pacifica, strumento di concordia e ambito privilegiato in cui, con gioia e responsabilità, sia accolta e protetta la vita umana dal suo inizio fino alla sua fine naturale”. Si deve anche continuare ad incoraggiare i genitori “nel loro diritto e responsabilità fondamentale di educare le nuove generazioni alla fede e ai valori che nobilitano l’esistenza umana”. Il Papa si dice quindi certo che che la Missione Continentale promossa ad Aparecida possa rilanciare, nei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, la pastorale familiare. Le famiglie cristiane – conclude il Pontefice – sono chiamate ad essere “un vero soggetto di evangelizzazione e di apostolato” e a “prendere coscienza della loro preziosa missione nel mondo”.

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CUBA, LE DIFFICOLTÀ E I SUCCESSI DEI 60 MEDIA CATTOLICI CHE FANNO COMUNICAZIONE SOCIALE SU INTERNET

CHIESA NEL MONDO (CUBA) – Intermirifica.net, il “wiki-direttorio globale dei mezzi di comunicazione della Chiesa Cattolica”, ha da poco pubblicato la lista dei media cattolici della Chiesa cattolica a Cuba. Si può constatare l’esistenza di circa 60 entità che svolgono attività di comunicazione sociale in questo Paese in cui la Chiesa non possiede stazioni radio né canali televisivi. Il panorama comunicativo della Chiesa cubana che emerge dalle “pagine gialle della comunicazione cattolica” riflette il processo e l’evoluzione delle forme di annunciare la Buona Novella perché questa abbia risonanza nella società attraverso le sue 52 pubblicazioni (stampate e virtuali), almeno 6 uffici di comunicazione e 2 strutture di produzione.

Tutte queste realtà hanno scarso accesso a Internet. Qual è stato, però, questo processo interno della comunicazione ecclesiale a Cuba? Dopo vari decenni di silenzio sono stati fatti passi concreti con la nascita, nel 1967, della pubblicazione “Vida Cristiana”, che per la sua produzione è passata per il mimeografo e la carta carbone; diventata popolare negli anni Novanta, si è poi trasformata in centinaia di foglietti o piccoli bollettini per la catechesi e la missione e in pubblicazioni parrocchiali e di gruppi (periodiche e per certe occasioni). Grazie a questi piccoli bollettini, molte persone hanno ricevuto per la prima volta notizie sulla Chiesa e su Gesù Cristo. Già nel 1995 la Rete Informatica della Chiesa in America Latina (RIIAL) aveva implementato una rete digitale interna di comunicazione interdiocesana attraverso la Nunziatura Apostolica e la Conferenza Episcopale che, tra le altre cose, è servita alla preparazione della visita di Papa Giovannni Paolo II nell’isola. Dopo lo storico viaggio del Pontefice nel gennaio 1998, si è sistematizzato l’accesso dei Vescovi alle reti provinciali dell’unica radio ufficiale in date significative o celebrazioni importanti dell’anno liturgico (Natale o Settimana Santa), nonché la trasmissione televisiva di allocuzioni occasionali di Vescovi e di celebrazioni rilevanti della Chiesa a Cuba e nel mondo. Con il “boom di Internet”, alla fine degli anni Novanta, nonostante lo scarso accesso nell’isola, alcuni bollettini hanno iniziato ad essere pubblicati sulla web, ha spiegato l’ingegnere delle Telecomunicazioni María López, responsabile della Commissione per i Mezzi di Comunicazione dell’Arcidiocesi di Santiago di Cuba e attuale coordinatrice dell’Unione Cattolica della Stampa (UCP-Cuba). “La Diocesi di Pinar del Río e la sua rivista ‘Vitral’ sono state pioniere nella comunicazione digitale, e hanno compreso molto presto che lo spazio pubblico che apriva Internet doveva essere usato per diffondere l’annuncio della Parola di Dio, missione principale di ogni cristiano e di tutta la Chiesa”, ha affermato.

“A poco a poco, altre pubblicazioni importanti hanno compiuto il salto: ‘Palabra Nueva’, ‘Espacio Laical’, ‘Bioética’…, il che non solo ha permesso loro di ampliare in modo virtuale il numero dei lettori, ma ha aperto la possibilità dell’immediatezza e del contatto ‘personale’, la possibilità dello scambio e il dibattito pubblico, limitato sicuramente dalla loro frequenza nella versione stampata”. Lo sforzo delle pubblicazioni stampate per entrare nell’era digitale ha incontrato e incontra grande difficoltà a causa dell’accesso a Internet. L’ingegnere Sergio Lázaro Cabarrouy, incaricato della RIIAL a Cuba, valuta il processo di digitalizzazione della comunicazione ecclesiale nell’isola affermando che “l’accesso a Internet è ancora molto limitato, per cui lo è anche per una gran parte del popolo che costituisce la Chiesa”. “Nella sede della Conferenza Episcopale e nei Vescovadi ci sono accessi a Internet che non superano i 64 Kbps, uno solo dei quali è per linea diretta, gli altri per linea telefonica. Alcune case religiose o parrocchie hanno accessi telefonici propri perché vi risiede qualche sacerdote o religiosa che viene da un altro Paese in missione. I cubani non possono ancora avere accesso a Internet in casa, per cui pochi agenti di pastorale usano sistematicamente la rete”. In questo senso, bisogna ricordare che è stato lo stesso presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, l’Arcivescovo Claudio Maria Celli, a dichiarare pubblicamente durante la sua ultima visita ufficiale a Cuba nel novembre 2008 di auspicare che la Chiesa cubana potesse avere pian piano un accesso normale ai grandi mezzi di comunicazione offerti oggi dalle nuove tecnologie. Sergio Lázaro Cabarrouy, responsabile del blog creerencuba.org, ha spiegato che “in alcune Diocesi, parrocchie e istituzioni religiose si sono formati servizi informativi come siti web e bollettini, che ricevono centinaia e a volte migliaia di visite quotidiane, il 40% delle quali nell’isola. Sono poche, ma quelle poche ci interessano. Sono i primi passi per arrivare alle molte che speriamo di servire quando l’accesso migliorerà”.
Sia la coordinatrice dell’Unione Cattolica della Stampa che il responsabile di RIIAL-Cuba concordano sul fatto che lavorare in rete è davvero la grande sfida, che presuppone la certezza che “l’opera delle nostre mani (pubblicazioni, siti web, servizi informativi…) non è nostra ma di Dio; tutto ciò presuppone grandezza di cuore per saper essere umili”, ha dichiarato María López da Santiago de Cuba.

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GIOVANNI PAOLO II OPINIONE PUBBLICA E SENSUS FIDEI, L’1 APRILE GIORNATA STUDIO AD UNIVERSITÀ S.CROCE

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Roma) – “Beatificazione di Giovanni Paolo II: Opinione pubblica e sensus fidei” è il tema della giornata di studio organizzata dalla Pontificia Università della Santa Croce per il prossimo venerdì 1 aprile, a partire dalle 9:00, nell’Aula Magna “Giovanni Paolo II” (piazza Sant’Apollinare, 49). Ad introdurre i lavori sarà il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, con la relazione “Sensus fidei e beatificazioni – Il caso di Giovanni Paolo II”. A seguire, il direttore emerito della Sala Stampa della Santa Sede, Joaquín Navarro-Valls, interverrà sul tema “Ermeneutica della comunicazione di Giovanni Paolo II”.

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