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NUOVO LIBRO SULL’INDIA. LAPIERRE: SIA BENEDETTA CALCUTTA (E MADRE TERESA)

INDIA – L’orgoglio del cielo! Venticinque anni dopo che la Grande Anima dell’India aveva lanciato questo appello, trovo la presenza di Dio in qualunque strada di Calcutta mi conduca la mia inchiesta. Può accadere, come la settimana scorsa, che veda bloccare la circolazione da una processione irta di stendardi e di orifiamme verdi, che sbuca in Chittapore Road accompagnata da una gran cacofonia di fanfare. Si celebrava Muharram, il Capodanno islamico. I tre milioni di musulmani di Calcutta erano per la strada. Era un giorno festivo come un’altra dozzina di giorni festivi previsti dal calendario della città, che è un vero guazzabuglio di popoli e di credenze. Due giorni prima, un’esplosione di petardi aveva svegliato di soprassalto me e con me tutta la città. I sikh celebravano la nascita del guru Nanak, venerato fondatore della loro comunità. Se quel giorno avessi cercato un taxi, ci sarebbero state nove probabilità su dieci che i loro autisti con la barba arrotolata e il turbante blu o rosso avessero abbandonato le vetture per andare a onorare il loro guru.

Oggi, a essere in effervescenza è il Barra Bazar. I jain digambara festeggiano il ritorno della stagione dei pellegrinaggi che coincide con la fine ufficiale della stagione dei monsoni. Ma è soprattutto la festa di Durga, la dea indù distruttrice del demonio, a fare di Calcutta un luogo sacro della fede. Per quattro giorni e quattro notti, una città tristemente nota diventa una città magica, piena di luce, di gioia e di speranza. Ho la fortuna di vivere i riti di questa festa con l’uomo-risciò Hasari Pal, e i suoi compagni di stanghe. Grazie a loro, scopro un posto incredibile: un intero quartiere di vecchie rimesse, di miserabili laboratori e di viuzze dove centinaia di uomini producono, di padre in figlio, la più incantevole collezione di opere d’arte che sia mai stata dedicata a una divinità o ai suoi santi. Per un anno intero, questi artisti della casta dei vasai hanno gareggiato in creatività e devozione, facendo nascere dalle proprie mani le più grandi, le più sontuose rappresentazioni della dea Durga. Un lavoro prodigioso: dopo aver costruito l’ossatura con la paglia intrecciata, i vasai rivestono il modello di argilla grigia, poi la modellano delicatamente per darle la forma e l’espressione volute. Per finire, decorano la statua con il pennello, conferendole un aspetto fantastico e volutamente grottesco. Il quarto giorno di festa, al crepuscolo, camion, carretti a mano, taxi, e risciò per le più piccole, portano le statue e i loro devoti proprietari in riva all’Hooghly, il tumultuoso braccio del Gange. Ogni statua viene quindi inghirlandata di fiori e le famiglie le calano lentamente, rispettosamente, nell’acqua.

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L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PAPABOYS SI INCAMMINA NEL SESTO ANNO DI ATTIVITA’. VERSO MADRID…

ROMA – Carissimi fratellini e sorelline dell’Associazione, con la gioia nel cuore sono a salutarvi tutti, uno per uno, all’inizio dell’attività di questa nuova stagione associativa, che ci sta per aprire le porte al sesto anno di esperienza. La nostra è una piccola realtà, ormai internazionale, che continua di giorno in giorno a crescere nella speranza, alla luce della Parola di Dio e sulla certezza che ciascun giovane che viene in ‘contatto’ con noi, sia davvero quella ‘luce del mondo’ che, accesa, possa rischiarare l’orizzonte di tanti altri amici e compagni di viaggio nella fantastica avventura della vita. L’Associazione in questi anni è cresciuta in termini di partecipazione, di iniziative ed attività in tutta Italia, e si è resa presente con ‘semi di speranza’ anche in Paraguay, in Polonia, in Spagna, in Francia: oggi dobbiamo insieme cercare di vedere davanti ai nostri occhi, ma prima di tutto dentro ai nostri cuori, la qualità dell’impegno, la possibilità della testimonianza. Se saremo capaci di testimoniare l’Amore di Dio con il nostro sorriso e la nostra gioia, allora andremo a stupire gli altri; se questo Amore di Dio ancora non lo abbiamo incontrato, allora le possibilità diminuiranno. Ma i cristiani non hanno limiti!

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