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STATI UNITI, BENEDETTO XVI ESPRIME IL SUO CORDOGLIO PER LE VITTIME DEL TORNADO IN MISSOURI

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Il Santo Padre Benedetto XVI, in un telegramma, ha espresso il proprio cordoglio per la devastazione provocata dal tornado che ha colpito nei giorni scorsi lo Stato del Missouri, negli Stati Uniti. Nel testo, che il Segretario di Stato Vaticano Card.Tarcisio Bertone ha inviato a nome del Santo Padre al Vescovo di Springfield-Cape Girardeau, monsignor James Vann Johnston, si legge che il Papa “ha seguito con profonda preoccupazione le conseguenze del catastrofico tornado che ha devastato Joplin domenica”. La città di Joplin è infatti la più colpita, con più di 120 morti, 1.500 dispersi e 2.000 case distrutte.

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LA MORTE DI BIN LADEN SCINTILLA PER UN CONFLITTO FRA IL CRISTIANESIMO E L’ISLAM

DIALOGO INTERRELIGIOSO (Islamabad, PAKISTAN) – Con la morte di Osama Bin Laden il rischio di una radicalizzazione del conflitto, che possa sfociare in una guerra fra cristianesimo e islam – osteggiata con forza da papa Benedetto XVI – è un “pericolo reale”. È l’opinione di un giornalista musulmano, esperto di politica e religione, secondo cui il capo di al Qaeda – ucciso ieri dalle forze speciali Usa – “non era il leader dell’islam, ma i suoi seguaci sono tutti musulmani” e la minoranza religiosa cristiana potrebbe essere il primo obiettivo di una vendetta. 

Il timore è condiviso da diversi leader cattolici, che parlano di un “successo” nella lotta contro il terrorismo, ma al tempo stesso chiedono più sicurezza, ribadendo che non è giusto gioire perché – come sottolineato ieri dal Vaticano – la morte di un uomo non può essere motivo di festa. Il timore più grande resta quello di una possibile “guerra di religione” aizzata dai gruppi fondamentalisti, nel tentativo di vendicare la morte di Osama Bin Laden. Un pericolo sottolineato da Aoun Sahi, musulmano ed editorialista di ‘The News International’, esperto di politica e religione in Pakistan. Le minoranze fra cui quella cristiana, spiega, saranno un “facile obiettivo” della vendetta dei gruppi radicali. “Osama Bin Laden – chiarisce l’editorialista – non era il leader dell’islam, ma i suoi seguaci sono tutti musulmani” ed è probabile che reagiranno alla sua morte con attacchi. Il luogo dove questo può avvenire potrebbe essere il Pakistan, che è più facile da colpire rispetto a Stati Uniti ed Europa, e all’interno del Paese la minoranza cristiana (identificata a torto con gli Usa e l’Occidente) è un bersaglio privilegiato. La popolazione è “scioccata e sorpresa” per la morte del leader di al Qaeda, ma il problema più grande sono le conseguenze dell’azione militare americana. “Al momento non sono successi gravi episodi di violenza – conclude Aoun Sahi – ma la morte del capo potrebbe scatenare reazioni” tali da sfociare in un conflitto fra cristiani e musulmani.

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NELLE FILIPPINE INAUGURATO OGGI IL PRIMO SANTUARIO DEDICATO AL BEATO GIOVANNI PAOLO II

 ESTERI (Luzon, FILIPPINE) – Sarà inaugurato oggi, con una celebrazione officiata dal vescovo della diocesi di Balanga, Ruperto Santos, il primo santuario dedicato al Beato Giovanni Paolo II nelle Filippine. Il santuario sorgerà sull’isola di Luzon, nel nord dell’arcipelago, dove prima c’era il campo profughi della provincia di Bataan, il Philippine Refugee Processing di Morong, che ha ospitato oltre 40.000 profughi vietnamiti, laotiani e cambogiani. Profughi che oggi – come precisa l’Agenzia Fides – sono integrati nel tessuto sociale di molte nazioni, dagli Stati Uniti all’Australia, passando per l’Europa. Un luogo di dolore e sofferenza che rinasce a nuova vita, dunque, e che sarà dedicato all’“angelo bianco” che visitò proprio questo luogo di afflizione durante il primo dei due viaggi che effettuò nelle Filippine. 

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GIOVANNI PAOLO II, I VESCOVI USA LANCIANO UN SITO WEB SULL’EREDITÀ DI PAPA WOJTYLA

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Washington, D.C.) – In vista dell’imminente Beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, i Vescovi degli Stati Uniti hanno lanciato un sito web per onorare l’eredità di Papa Wojtyla. Il sito, http://www.usccb.org/popejohnpaulii, creato dalla Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti, include un video con momenti chiave delle visite del Santo Padre nel Paese. Si riportano anche dettagli biografici e scritti del Pontefice, oltre a saggi sulla sua eredità nelle relazioni tra Oriente e Occidente, sui mass media, sull’uso etico della tecnologia e sulla missione sociale della Chiesa. Helen Osman, segretario per le comunicazioni della Conferenza Episcopale, ha affermato che “Papa Giovanni Paolo II ha toccato la vita di molta gente in tutto il mondo, soprattutto degli americani durante le sue sette visite negli Stati Uniti. La Conferenza Episcopale – ha aggiunto – ha creato il sito web per aiutare le persone a rendersi conto della straordinarietà del suo operato, e il video per illustrare le sue notevoli relazioni con il popolo americano”.

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A GIUGNO A ROMA IL CONVEGNO INTERNAZIONALE SULL’ADORAZIONE EUCARISTICA

CHIESA NEL MONDO (Roma) – Su iniziativa del vescovo di Fréjus-Toulon, monsignor Dominique Rey, a Roma dal 20 al 24 giugno si terrà il Convegno internazionale sull’adorazione eucaristica, che vedrà la partecipazione di sei cardinali. Organizzata dai Missionari della Santissima Eucaristia (la comunità fondata nel 2007 dallo stesso vescovo Rey), la conferenza riunirà una folta schiera di relatori internazionali, compresi sei eminenti vescovi.

In un’intervista rilasciata a Zenit, monsignor Rey spiega l’importanza dell’adorazione eucaristica per la Chiesa di oggi e quali benefici essa potrà trarre da questo importante convegno internazionale.

La Chiesa si sta mobilitando intensamente per preparare questo Convegno internazionale sull’adorazione eucaristica. Qual è la sua importanza e quali sono le aspettative per questo convegno?

“Questo convegno si inquadra perfettamente nell’opera portata avanti da Papa Benedetto XVI che, sulle orme di Giovanni Paolo II, intende promuovere una nuova presa di coscienza sull’urgenza missionaria con cui si confronta, oggi più che mai, la Chiesa. Il tema del convegno ‘Dall’adorazione all’evangelizzazione’ sottolinea che questo nuovo impulso missionario si deve radicare nella vita ecclesiale ed eucaristica. La prima condizione dell’evangelizzazione è l’adorazione. Purtroppo alcune proposte missionarie di oggi si presentano più come marketing o promozione commerciale che come testimonianza di fede. Il rischio è quello di una distorsione del metodo di evangelizzazione. È la prima volta che a Roma si svolge un incontro su questo tema. E la partecipazione di numerosi cardinali, vescovi e testimoni che operano nel campo come evangelizzatori e adoratori, evidenzia l’interesse suscitato dall’argomento. Questo congresso vuole dare un’anima e una spiritualità a questa nuova evangelizzazione così necessaria per il rinnovamento della Chiesa e per l’irradiazione del messaggio evangelico”.

Perché è importante l’adorazione? Chi è chiamato, secondo lei, all’adorazione?

“L’adorazione eucaristica costituisce un prolungamento della celebrazione eucaristica. Il credente accoglie l’offerta di Cristo che si dà al Padre per la salvezza di tutti. Adorare il Santissimo Sacramento significa entrare in contemplazione di Gesù Eucaristia. Significa accettare, al contempo, come dirà l’apostolo Paolo, di offrire la nostra stessa vita in sacrificio per partecipare alla salvezza di Cristo. L’adorazione è un gesto di riconoscimento, nel contemplare fino a che punto Cristo ci ama, facendosi alimento, ed è anche un gesto personale in cui anche noi possiamo entrare, in Lui e per Lui, in questa opera di salvezza. Ogni cristiano è chiamato, in virtù della sua consacrazione battesimale, a diventare adoratore in spirito e verità. Ricordo la frase della filosofa Simone Weil, che usava dire dopo la sua conversione: ‘Finalmente ho scoperto qualcuno davanti a cui mettermi in ginocchio’. Nell’Apocalisse scopriamo che la gloria celeste consisterà nel giubilo e nell’adorazione. Se inizio ad adorare oggi, mi preparo ad entrare nella pienezza della mia condizione filiale di quando contemplerò il volto di Dio. Ogni uomo è fatto per adorare, ovvero per riconoscere la signoria di Cristo e, in questo gesto di donazione di se stessi, che implica l’adorazione, donarsi totalmente e definitivamente a Lui”.

Il convegno è organizzato dai Missionari della Santissima Eucaristia, una nuova comunità che lei ha fondato nella sua diocesi nel 2007. Qual è la missione di questa comunità nella Chiesa di oggi?

“Questa associazione di chierici di diritto diocesano è chiamata, sotto la mia vigilanza, a sviluppare nella Chiesa l’adorazione eucaristica nel cuore della vita parrocchiale. Questa associazione organizza missioni eucaristiche in collaborazione con le diocesi e i sacerdoti che ricorrono ai suoi servizi non solo per sviluppare un’autentica devozione eucaristica, ma anche per far entrare le comunità cristiane in uno spirito missionario, in un nuovo impulso pastorale. I parrocchiani sono chiamati ad avvicendarsi, giorno e notte, nell’adorazione del Santissimo Sacramento esposto. Per questo occorre fornire loro una catechesi eucaristica. I Missionari del Santissimo Sacramento sono presenti negli Stati Uniti e in Italia, anche se la loro sede centrale si trova a Sanary (Var, Francia). Vanno di parrocchia in parrocchia, diffondendo e promuovendo l’insegnamento del Magistero e di autori spirituali, sul valore dell’adorazione eucaristica”.

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PER LA PACE IN TERRA SANTA L’INCONTRO SPIRITUALE DI CIRCA 5 MILIONI DI FEDELI IN TUTTO IL MONDO

2000 Città unite in un’unica preghiera: “We want peace in the Holy Land”
ROMA – Si è conclusa da poche ore la Terza Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa, celebrata in 2000 città di tutto il mondo. L’iniziativa di preghiera nata dalla volontà di alcune associazioni cattoliche giovanili (tra cui noi Papaboys, ma anche l’Apostolato ‘Youth for life’ ed il network mondiale delle Cappelle di Adorazioni perpetua ed Adunanza Eucaristica), e patrocinata dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, che in questa terza edizione sono riuscite a coinvolgere, convogliandole in un’unica preghiera mondiale di 24 ore, le voci di milioni di fedeli affinché un comune grido di speranza potesse “salire fino al cuore del Signore e riportare la pace nella Sua terra”.

Partendo da Gerusalemme, e poi da Roma a Tokio, passando per Lima, Buenos Aires e New York, con una presenza in quasi tutti i continenti, le 2000 città che hanno partecipato a questa due giorni di preghiera si sono incontrate, per qualche ora, mettendo da parte tutte le incomprensioni sociali e giuridiche che rappresentano il quadro geopolitico di questo nostro mondo, sempre disastrato a causa di poche lobbie di controllo che governano, o (non)provano a farlo. Il 29 e 30 gennaio 2011 si è provato ad andare oltre, come ormai succede da tre anni, ai rapporti ed alle problematiche che caratterizzano la società mondiale e ci si è concentrati con il Re della Pace al centro dell’azione ispirata, per tentare di portare un seme di speranza in un terra falcidiata da un conflitto pluriennale che i potentati che governano la terra non possono o non vogliono risolvere, anteponendo, scusate l’ovvietà, gli interessi di pochissimi alla vita di migliaia di persone ed alla storia di un luogo così importante non solo per i cristiani ma per l’umanità tutta.

Non solo Terra Santa, in ogni caso, nel 2011 i conflitti in corso nel mondo sono 24, compreso quello tra israeliani e palestinesi. I dati sono a dir poco allarmanti e, mentre in Italia si discute delle abitudini sessuali della politica, i morti continuano a crescere: quasi 200.000 solo in Medio Oriente dal 1984, 330.000 circa in Asia, 585.000 in Africa dal 1992 – a cui vanno aggiunte le vittime scaturite dalla rivolta esplosa in Egitto –, 50.000 in Russia a seguito del conflitto in Cecenia e 300.000 morti in America Latina con una guerra civile che in Colombia prosegue ormai dal 1964.

Questa preghiera quindi vuole proporsi come veicolo di speranza non solo per quanto riguarda la questione israelo-palestinese, ma anche come strumento per portare nei cuori delle persone una rinnovata idea di pace, dell’Uomo stesso che è la Pace! Proprio i cittadini del mondo hanno risposto con entusiasmo, gioia e profonda conversione di cuore a questa “richiesta di Pace” (leggi richiesta di intercedere presso il Signore ndr); rispetto alla seconda edizione della giornata internazionale di intercessione per la pace le città sono raddoppiate ed il sogno è quello di proseguire su questa strada, programmando sin da subito la quarta giornata, con la volontà di coinvolgere – con l’aiuto della Provvidenza – sempre più città in tutto il pianeta. E’ chiaro ed evidente che non ci interessano i numeri, ma la conversione dei cuori. Per i media, talvolta presi da statistiche e meno dai contenuti, la palma di “leader” per il 2011 va sicuramente agli Stati Uniti con 1725 città coinvolte e 2284 celebrazioni. La grande presenza americana è ovviamente determinata dal grande network di Adorazione Perpetua creato in questi anni, nel silenzio, nel nascondimento rispetto alla società dell’informazione e dell’opulenza, ma formato da uomini e donne d’America, motivati nella ricerca costante di Gesù e spinti da una insaziabile sete di verità.

Anche il Canada si è dimostrato molto sensibile nei confronti di un tema così profondo con 105 celebrazioni e 78 città coinvolte. In Asia hanno partecipato alla due giorni di preghiera 16 città per un totale di 30 celebrazioni. Proprio due delle città ad aver pagato il più alto prezzo della follia della guerra, Nagasaki ed Hiroshima, sono state tra le prime ad aderire a questa terza edizione di preghiera per la Terra Santa, dimostrando sin da subito la volontà di collegarsi spiritualmente a tutte le altre città coinvolte nel mondo ed essere “testimonianza di pace” che può arrivare anche dall’ascolto, dall’accettazione degli errori, ma soprattutto dal perdono.

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LETTURE/ PERCHÉ L’ITALIA NON PROVA A “SURPETERE” PER VINCERE LA CRISI?

CULTURA – La doccia fredda della crisi ci costringe a dover fare i conti con una prospettiva che appare sempre più complessa. Non si può più contare sul debito (pubblico o privato) come spinta alla crescita. Ma nello stesso tempo cresce la necessità di doverose politiche di sostenibilità ambientale. E la globalizzazione mostra tutti i suoi effetti con una Cina che è diventata il protagonista a livello industriale e finanziario, ma con gli Stati Uniti che confermano la loro leadership tecnologica. Ecco allora il cambiamento che una società come quella europea, e italiana in particolare, deve affrontare trovando la capacità di “reinventare” i processi e i progetti che sono stati i punti di forza del passato e che possono tornare a essere i punti di forza del futuro: il lavoro e insieme la forza della creatività, la capacità di adattamento e la logica della cooperazione, la passione della professionalità e l’etica della partecipazione civile.

Come ha detto Sergio Marchionne al Meeting di Rimini rivolgendosi ai giovani, “non è importante la strada che sceglierete, è molto più importante l’approccio con cui deciderete di percorrerla”. In pratica, “saper stare un passo avanti agli altri uscendo dalle tradizionali dinamiche competitive e avendo la capacità di reinventarsi quando serve”: è questa la linea di fondo da cui è scaturito un nuovo vocabolo, “Surpetere”, che è diventato il titolo di un libro di Giorgio Merli, Elena Gelosa e Marco Fregonese in cui si parla della “competizione creativa efficace e sostenibile”. Un libro in cui si analizzano le nuove forme del business con in primo piano un tipo di approccio fondato sulla conoscenza del presente e su di una visione del futuro capace di modificare continuamente i propri schemi interpretativi. Perché il futuro è insieme da interpretare e da costruire. Perché si fa presto a dire “cambiamento”. Ma terribilmente difficile è trasformare questa parola in scelte concrete, in gesti reali, in comportamenti che sappiano tenere conto non solo e non tanto dei nuovi scenari che si sono realizzati dopo la crisi economica, ma soprattutto dei mutamenti che devono ancora avvenire, che nessuno può prevedere con certezza e che dobbiamo credere dipendano anche dalle nostre scelte. Anche la crisi degli ultimi tre anni ha dimostrato fin troppo bene come il sistema economico si sia scoperto terribilmente fragile e soprattutto incapace di creare al proprio interno gli anticorpi necessari a evitare quello che è avvenuto. Soprattutto perché c’è stata una progressiva accelerazione dei fattori di squilibrio, ma nello stesso tempo si era creata una situazione in cui, più o meno, tutti ne avevano un momentaneo beneficio.

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LE PRIME ISCRIZIONI ALLA GMG: OLTRE CENTO PAESI DEI CINQUE CONTINENTI SARANNO RAPPRESENTATI A MADRID

SPAGNA 2011 – Dall’Asia all’Africa: Singapore e Kenya saranno presenti alla Giornata mondiale della gioventù (Gmg) del 2011 e sono solo due degli oltre 100 Paesi dei cinque continenti che saranno rappresentati alla prossima Gmg; è invece arrivato a quota 182.401 il numero degli iscritti. Questi sono gli ultimi dati della partecipazione all’appuntamento del 2011: il sito http://www.madrid11.com mette a disposizione di tutto il mondo un’applicazione attraverso la quale si possono conoscere le cifre delle iscrizioni secondo il Paese di appartenenza. I dati, aggiornati tutte le settimane, si possono consultare nel mappamondo interattivo nel quale i Paesi con più iscrizioni sono colorati di un azzurro più scuro rispetto agli altri. La Francia è la nazione dalla quale si sono iscritti più giovani, finora, con 43.974 presenze, un’autentica invasione “gallica” che attraverserà i Pirenei nelle prime settimane di agosto; segue l’Italia, con oltre 34.000 aderenti. Tra gli altri, c’è un gruppo di tre Paesi rappresentati da oltre 12.000 pellegrini: Germania, Spagna e Stati Uniti. La maggior parte di coloro che sono già iscritti alla Gmg – quasi 129.000 giovani – si distribuirà la settimana precedente in tutto il territorio spagnolo, partecipando ai “Giorni nelle diocesi”, nei quali convivranno con i loro coetanei spagnoli prima di dirigersi tutti a Madrid, il 16 agosto 2011, per la Gmg vera e propria.

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2° GIORNATA INTERNAZIONALE DI INTERCESSIONE PER LA PACE IN TERRA SANTA

24 ORE DI PREGHIERA E CELEBRAZIONI EUCARISTICHE IL 31 GENNAIO 2010 PER DIRE: ‘PACE IN TERRA SANTA!’

Dopo l’importante visita in Terra Santa del Santo Padre lo scorso maggio, ad un anno di distanza dalla 1° Giornata Internazionale di Preghiera celebrata in oltre 500 città del pianeta, abbiamo ancora nel cuore la stessa speranza che ci anima a ritrovarci a pregare, insieme alle parole che Sua Santità Benedetto XVI ha indirizzato lo scorso anno come augurio in previsione dell’evento: “Riconoscente per tale gesto premuroso di devozione, Sua Santità desidera esprimere, assieme al compiacimento per l’adesione ai Suoi molteplici inviti alla preghiera, apprezzamento per gli intenti che ispirano tale lodevole iniziativa tesa ad implorare luce per le coscienze e la conversione dei cuori e per la riconciliazione e la fraterna convivenza tra le popolazioni della Terra Santa”. Forti di questo messaggio, il 31 Gennaio 2010, memoria di San Giovanni Bosco, vogliamo alzare di nuovo dal cuore del mondo una preghiera accompagnata da Celebrazioni Eucaristiche ed Adorazioni di 24 ore ininterrotte. Lo scorso anno hanno partecipato più di 500 città del mondo, per più di 700 eventi tra Celebrazioni Eucaristiche e Adorazioni.

La 2° Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa, che si celebrerà il 31 gennaio 2010, nasce dalla volontà e dalla riflessione di impegnarsi in modo concreto e forte per vivere una giornata intensa di preghiera. Promossa anche quest’anno da diverse realtà giovanili: dall’Associazione Nazionale Papaboys, dall’Apostolato “Giovani Per La Vita”, dalle Cappelle di Adorazione Perpetua in tutta Italia e nel mondo, e dai gruppi di Adunanza Eucaristica. Alla giornata di preghiera dello scorso anno è seguito nel maggio 2009, a pochi giorni dalla visita del Santo Padre ai luoghi della nascita e della vita di Gesù, anche un Pellegrinaggio con 150 membri delle vaie associazioni, iniziativa che anche quest’anno si ripeterà dal 26 maggio al 2 giugno.

Per iscriversi personalmente o come Gruppo o Associazione basta visitare su Facebook il gruppo “Vogliamo la pace in Terra Santa 2”, aderendo all’evento della Giornata di Preghiera. Il giorno 25 gennaio sarà presente su internet, ed a mezzo stampa, la lista dei luoghi in tutto il mondo dove si potrà partecipare ad una iniziativa per la Pace.

Sul sito dell’Associazione Nazionale Papaboys http://www.papaboys.it, dell’Apostolato “Giovani Per La Vita” http://www.youthfl.org e sul sito di Adunanza Eucaristica http://www.adorazione.org saranno trasmesse tutte le informazioni riguardanti l’evento con aggiornamenti, interviste, servizi fotografici e filmati.

Le Associazioni che promuovono l’iniziativa:

Associazione Nazionale dei Papaboys
www.papaboys.it
Daniele Venturi, Presidente Nazionale
0039/0697270529 (Roma)

Apostolato “Giovani Per La Vita”
www.youthfl.org
Francesco De Ruvo SDB, YFL – Italia
0097/2545859857 (Gerusalemme)

AdunanzaEucaristica
www.adorazione.org
Fabio Anglani – Coordinatore Internazionale
0039/3381011249 (Roma)

Adorazione Perpetua
www.adorazioneperpetua.it
Padre Alberto P. Basilica di S. Anastasia
0039/066782980 (Roma)

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La Santa Sede chiede all’Onu di modificare le regole sul diritto di veto

 

CITTA’ DEL VATICANO – Per il buon funzionamento dell’Onu e una maggiore efficacia delle sue deliberazioni, e’ necessaria “una riforma della facolta’ di impedire una deliberazione della maggioranza riconosciuta ad ognuno dei cinque membri permanenti (Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia e Cina)”. Lo afferma l’Arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente all’Onu, che in un intervento diffuso da Radio Vaticana rileva che “l’abolizione del diritto di veto sembra essere meno praticabile” mentre “una sua riforma e’ invece piu’ opportuna e realistica”. Secondo l’Arcivescovo, “l’esperienza insegna che ci sono buone ragioni per l’avanzamento di posizioni in favore della riforma del diritto di veto con l’obiettivo di limitarne l’esercizio. In tante occasioni – fa notare Celestino Migliore – il suo impiego ha rallentato e addirittura ostacolato la soluzione di questioni cruciali per la pace e la sicurezza internazionale, permettendo la perpetrazione della violazione della liberta’ e della dignita’ umana”. “Troppo spesso – aggiunge l’arcivescovo – e’ la mancanza di intervento che provoca un danno reale. La riforma del diritto di veto e’ allora tanto piu’ necessaria in un tempo in cui il ‘consenso multilaterale’ continua ad essere in pericolo ed e e’ ancora subordinato alle decisioni di pochi. In questo contesto – sottolinea il presule – la Santa Sede riconosce l’importanza del parere espresso da altre delegazioni secondo cui i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu dovrebbero impegnarsi a non dare un veto in situazioni in cui sono implicati il genocidio, crimini contro l’umanita’, crimini di guerra e gravi violazioni del diritto umanatorio internazionale. I membri permanenti dovrebbero mostrare grande responsabilita’ e trasparenza nell’esercizio del diritto di veto. Prima di una votazione – osserva Migliore – trasparenza e flessibilita’ politica dovrebbero gia’ far parte del processo di stesura di una risoluzione, al fine di garantire che gli Stati membri non pongano il veto prima che questa sia stata esaminata. Sapendo che un membro permanente avrebbe espresso un voto contrario – fa osservare il presule – alcune proposte non sono mai state presentate al Consiglio di Sicurezza per la votazione”. “Un dialogo piu’ aperto e una cooperazione tra membri permanenti e gli altri membri del Consiglio di Sicurezza – evidenzia ancora il prelato – sono cruciali per evitare successivi ostacoli nell’adozione di una risoluzione. La decisione di estendere, limitare o abolire il veto riguarda gli Stati membri e dipendera’ dal piu’ ampio consenso possibile su una delle opzioni. Una decisione sulla riforma del diritto di veto – conclude Monsignor Migliore – favorirebbe trasparenza, uguaglianza e giustizia, riflettendo i valori della democrazia e della reciproca fiducia nel lavoro del Consiglio di Sicurezza”.

 

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CROLLANO I GIORNALI, ARRIVA LA “BOLLETTA DELLE NOTIZIE”. QUALE FUTURO PER IL MONDO DEI ‘CARTECEI’?

MEDIA – I quotidiani negli Stati Uniti stanno aiutando a difendere le foreste con modalità da far invidia ai più ardenti ambientalisti. In soli cinque anni, dal 2003 al 2008, hanno ridotto di ben il 43% la quantità di carta utilizzata per stampare i loro prodotti, scesa da 675 mila a 380 mila tonnellate l’anno. Peccato che lo abbiano fatto contro il loro volere e che il dato sia uno dei segnali della crisi profonda che sta vivendo l’editoria tradizionale. Insieme alla carta, dalle redazioni americane stanno sparendo anche i giornalisti: erano 56.900 nel 1990, adesso sono diecimila di meno. E oltre ottomila di coloro che hanno perso il posto di lavoro sono stati licenziati solo negli ultimi due anni.

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COSE SERIE: …E L’OSSERVATORE ROMANO INTERVISTA E ‘LODA’ L’EX PREMIER INGLESE TONY BLAIR

CITTA’ DEL VATICANO – ‘Un galantuomo’. Esordisce con questa affermazione Giulia Galeotti sull’Osservatore Romano in una lunghissima intervista al ‘convertito’, o ‘recuperato a vita migliore’ ex premier inglese. Stupisce la grande fiducia che il mondo cattolico riserva a questo ‘galantuomo’ (ci fidiamo del giornale del Santo Padre sia chiaro ndr) che è stato comunque fino a qualche anno fa uno dei maggiori guerrafondai del pianeta Terra. Ma se lo dice l’Osservatore – ripetiamo – ci fidiamo! Rileggiamo insieme tutta l’intervista. Oltre a essere un protagonista degli anni recenti e, probabilmente, della scena internazionale dei prossimi anni, Tony Blair è un gentleman. Educato, sorridente, cortese come pochi sanno ormai essere (specie se loro-sono-loro e tu-sei-tu). E così, non solo potrai raccontare ai tuoi nipoti che il direttore in una telefonata di fine estate ti ha mandata a intervistare colui che, tre volte rieletto a Downing Street, ha ricevuto una standing ovation l’ultimo giorno in Parlamento in un Paese celebre per la sua compostezza, ma che quel qualcuno, incontrandoti davanti al registratore, ti ha fatto molte domande su chi sei e cosa fai. Tony Blair curioso di sapere dove hai imparato l’inglese e di cosa ti occupi: davvero sorprendente.

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INIZIA IL G8 E PAPA BENEDETTO, A NOME DI TUTTI I CATTOLICI, SCRIVE AI LEADER DEL MONDO

L’AQUILA – Per la quinta volta, il Presidente Barroso rappresenterà la Commissione al vertice del G8, che quest’anno si svolgerà sotto la presidenza italiana all’Aquila. I leader del G8 parleranno dell’economia mondiale, affrontando temi come il commercio, i cambiamenti climatici e l’energia, l’Africa e lo sviluppo e la sicurezza alimentare. Insieme ai leader della Svezia, presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea, agli altri quattro membri UE facenti parte del G8 (Francia, Germania, Italia e Regno Unito) e a Stati Uniti, Russia,Canada e Giappone  il Presidente Barroso solleciterà una risposta internazionale coordinata alle sfide comuni connesse alla crisi economica e finanziaria, al commercio, all’ambiente, ai cambiamenti climatici e all’energia, allo sviluppo, all’Africa e alla sicurezza alimentare.

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SYDNEY RICORDA LA GMG A UN ANNO DALLA CELEBRAZIONE, ESPERIENZA CHE HA CAMBIATO IL CUORE DI MOLTI

luSYDNEY – Sydney si sta preparando a commemorare il primo anno della celebrazione della Giornata mondiale della gioventù con numerosi concerti, presentazioni e un Congresso per la Nuova Evangelizzazione. Il mese prossimo ricorrerà un anno da quando “l’Australia ha aperto le proprie braccia al mondo e ha dato il benvenuto a pellegrini di tutti i Paesi per le celebrazioni della Giornata mondiale della gioventù e Benedetto XVI è arrivato al porto di Sydney”, scrivono gli organizzatori delle celebrazioni. Il 3 e il 4 luglio prossimi, si esibirà il noto compositore e cantante di ispirazione cristiana, Matt Maher. “Migliaia di giovani – dicono gli organizzatori all’agenzia Zenit – si sono sentiti attratti quando Matt Maher ha posto la gente in preghiera nel ‘Receive the Power.

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AMERICA/STATI UNITI – Raccolta quaresimale 2009 per la Chiesa in Europa centrale e orientale

Washington (Agenzia Fides) – “Credere nel potere dello Spirito dell’Amore” è lo slogan della Colletta 2009 per la Chiesa in Europa centrale e orientale che si realizzerà il prossimo Mercoledì delle Ceneri, 25 febbraio, su iniziativa della Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti. Sin dall’inizio di questa colletta, 15 anni fa, si è provveduto a sostenere la ricostruzione di tante chiese ed edifici ecclesiastici oltre che a costruire nuove parrocchie, sostenere e creare seminari, avviare programmi di servizio sociale, centri pastorali e a favorire l’annuncio del Vangelo attraverso i mezzi di comunicazione in tanti Paesi lontani che hanno sofferto repressione e persecuzione per molti anni. Sebbene la Colletta si realizza ufficialmente il Mercoledì delle Ceneri, ogni Diocesi particolare può scegliere le proprie date.
Con la Colletta del 2008, la Chiesa Statunitense ha raccolto 6,8 milioni di dollari utilizzati per realizzare 335 progetti in 28 Paesi, tra cui la Georgia, l’Ucraina, l’Estonia, la Polonia, la Serbia, la Lituania e la Bielorussia. Si è data ovviamente priorità ai Paesi più poveri come la Moldavia, l’Albania e il Kyrgyzstan. Molti di questi progetti del 2008 hanno riguardato l’assistenza umanitaria ai bambini di strada e le case di assistenza per persone anziane, attraverso Caritas Tbilisi (Georgia), come un sistema nuovo di riscaldamento per il seminario di Aviv in Ucraina, risparmiando l’enorme costo del gas naturale della Russia. Si è offerto anche un contributo alla TV cattolica in Lettonia.

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AUTO VERE : I GIOVANI VOGLIONO IL “VERDE”

AUTOMOBILI – Crisi a parte, sono i diversi criteri di scelta delle nuove generazioni che cambieranno il futuro dell’auto. Lo dice uno studio della Deloitte, marchio top a livello mondiale per la consulenza alle imprese, che presenta oggi i risultati del suo studio “Generazione Y: rendere l’auto nuovamente attraente”. Tanto per essere chiari: con “Generazione Y” si intendono i giovani nati fra il 1981 e il ’92, quindi di età compresa fra 17 e 28 anni. Negli Stati Uniti, i gusti di questa generazione (vicina all’età degli acquisti importanti) modificheranno abbastanza radicalmente i criteri di scelta, e quindi gli standard dell’industria automobilistica. Lo studio conclude infatti che la scelta dell’auto per questi giovani premierà maggiormente i seguenti criteri: design (scelto dal 44% degli intervistati), convenienza economica (40%) e rispetto per l’ambiente (35%). Come si noterà, la somma delle percentuali eccede il 100%, ed è quindi chiaro che si trattava di un sondaggio a risposta multipla e comprensivo di altre possibilità oltre le tre citate. Anticipiamo che, come tutti i sondaggi, anche questo di un colosso come Deloitte, indirizzato ai giovani americani, va preso con le molle.

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CI RISIAMO: DAL GUERRAFONDAIO ALL’ABORTISTA…. CON OBAMA SPAZIO AI FINANAZIAMENTI PRO ABORTO

ROMA – E’ da poco terminata l’amministrazone del guerrafondaio a tutto spiano Bush ed ecco iniziare il periodo di ‘reggenza’ degli Stati Uniti d’merica da parte di Obama; cambiamento? Nuova buona volontà? Macche! Si riparte dai finanziamenti pro aborto! E la guerra purtroppo continuerà! Il presidente Usa Barack Obama ha di nuovo autorizzato il finanziamento a organizzazioni che praticano o promuovono l’aborto all’estero, sbloccando un veto posto dal suo predecessore George W. Bush. La decisione del neo-presidente, a soli 3 giorni dall’inizio del suo mandato, è stata presa poco dopo la conclusione di una marcia pro-life nella capitale, a cui hanno partecipato centinaia di migliaia di persone. La sera prima della marcia, il card. Justin Rigali di Philadelphia aveva presieduto un incontro di preghiera per la difesa della vita. Secondo la parlamentare Virginia Fox, che ha preso la parola alla marcia, negli Stati Uniti sono stati uccisi “milioni di bambini non nati”.

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LA TELEFONATA DI OBAMA AL PAPA PER RINGRAZIARLO DELLA BENEDIZIONE INVIATA

CITTA’ DEL VATICANO – Primo contatto diretto tra Barack Obama e Benedetto XVI: ieri il presidente eletto degli Stati Uniti ha avuto una conversazione telefonica col Papa per ringraziarlo del suo messaggio augurale all’indomani della sua elezione. Il Pontefice, attraverso l’ambasciata statunitense presso la Santa Sede, definendo questa elezione un’occasione storica, aveva invocato la benedizione di Dio sul presidente eletto e sul popolo statunitense perché con tutte le persone di buona volontà si possa costruire un mondo di pace, di solidarietà e giustizia. Ad informare del contatto telefonico l’edizione quotidiana del tg della Radio Vaticana. La telefonata del nuovo presidente degli Stati Uniti al Papa è stata in risposta al messaggio di auguri indirizzato all’indomani dell’elezione da Benedetto XVI. Lo ha precisato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, che ha escluso che nella telefonata si sia parlato di cellule staminali.

Per l’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti, la Santa Sede aveva fatto nelle scorse ore un piccolo strappo al protocollo: invece di aspettare l’insediamento del prossimo 20 gennaio per inviare un telegramma ufficiale di congratulazioni, come da tradizione, il Vaticano si e’ prima congratulato con una dichiarazione alla stampa del portavoce, p. Federico Lombardi, e poi con un messaggio che papa Benedetto XVI ha fatto pervenire al neo-presidente Usa attraverso canali diplomatici.

Un passo inusuale, ma giustificato da quella che lo stesso Pontefice ha chiamato, nella sua breve missiva, una ”occasione storica”. Data la novita’ del passo, la Santa Sede ha preferito non divulgare il testo degli auguri di papa Ratzinger a Obama, ma ha chiarito quelli che sono i contenuti del messaggio: l’auspicio che Obama e il popolo americano, e con loro ”tutte le persone di buona volonta”’, possano costruire insieme ”un mondo di pace, solidarieta’ e giustizia”.

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SARA’ DAVVERO UNA NUOVA AMERICA QUELLA GUIDATA DA OBAMA? CHE DIO LO ILLUMINI!

ROMA – La sorpresa non è neanche troppo tale, e la vittoria di Obama alle presidenziali era già annunciata da mesi, anche se nelle ultime ore, un po’ i media, un altro po’ i sondaggisti, hanno provato a tenere tutti con il fiato sospeso. Il democratico Barack Obama, 47 anni, ha quindi conquistato la Casa Bianca dopo una estenuante, lunga ed avvincente campagna elettorale di due anni, sconfiggendo il repubblicano John McCain e diventando il primo presidente nero degli Stati Uniti. Obama giurerà come 44esimo presidente il prossimo 20 gennaio, e dovrà subito affrontare una serie di pesanti sfide, dalla crisi economica alla conclusione della guerra in Iraq alla riforma del sistema sanitario. McCain si è visto sfuggire la vittoria perdendo una serie di stati chiave a partire dall’Ohio, dove nel 2004 George W. Bush aveva ottenuto la rielezione con uno stretto margine, e la Virginia, dove i democratici non vincevano dal 1964. La vittoria di Obama, 47 anni, padre del Kenya e madre del Kansas, rappresenta una pietra miliare nella storia degli Stati Uniti, a 45 anni dal movimento per i diritti civili guidato da Martin Luther King.

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BENEDETTO XVI RICEVE BUSH. RIBADITO IL COMUNE IMPEGNO PER LA PACE IN MEDIO ORIENTE E IN TERRA SANTA

CITTA’ DEL VATICANO – L’impegno comune a difesa dei ”valori morali fondamentali” e temi internazionali come i rapporti tra Europa e Stati Uniti, il Medio Oriente e l’impegno per la pace in Terra Santa sono stati al centro del colloquio privato tra Papa Benedetto XVI e il presidente degli Stati Uniti George W. Bush. Lo riferisce un comunicato vaticano. ”Nel cordiale colloquio – si legge nella nota – il Santo Padre ha rinnovato prima di tutto la sua gratitudine per la calorosa e speciale accoglienza ricevuta negli Stati Uniti d’America e alla Casa Bianca durante il suo viaggio dell’aprile scorso, e per l’impegno nella difesa dei valori morali fondamentali”. ”Si e’ poi parlato – aggiunge il Vaticano – dei principali temi di politica internazionale: le relazioni tra Stati Uniti d’America e Europa, il Medio Oriente e l’impegno per la pace nella Terra Santa, la globalizzazione, la crisi alimentare e il commercio internazionale, l’attuazione degli obiettivi del millennio”. Il comunicato torna poi a spiegare che lo speciale protocollo della visita ha voluto ricambiare ”la cordialita’ dell’accoglienza ricevuta dal Sommo Pontefice durante la recente visita compiuta negli Stati Uniti d’America”. E’ durato circa mezzora il colloquio tra il Presidente americano George W. Bush e Benedetto XVI in Vaticano. L’incontro e’ avvenuto nello studio della Torre di San Giovanni.

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