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BENEDETTO XVI E GLI UNIVERSITARI: LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE IN AFRICA CONTA SU DI VOI.

CITTA’ DEL VATICANO – La formazione di giovani intellettuali e la collaborazione scientifica e culturale tra gli Atenei sono importanti per proporre e animare uno sviluppo umano integrale in Africa e negli altri Continenti: ha detto Benedetto XVI, al termine del Santo Rosario “Con l’Africa e per l’Africa” presieduto questa sera in Aula Paolo VI, insieme agli universitari degli Atenei romani e, collegati via satellite, gli studenti di nove Paesi africani: Egitto, Kenya, Sudan, Madagascar, Sud Africa, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Mozambico e Burkina Faso. L’evento, promosso dalla segreteria generale del Sinodo dei Vescovi e dall’Ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di Roma, si è inserito nell’ambito del II Sinodo dei vescovi per l’Africa, in corso in Vaticano, ed ha visto la partecipazione degli stessi Padri Sinodali.

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GLI UNIVERSITARI DI ROMA IN PREGHIERA CON IL PAPA PER L’AFRICA, SABATO 10 OTTOBRE IN AULA PAOLO VI

CITTA’ DE VATICANO – Questa domenica, al termine dell’Angelus, Benedetto XVI ha invitato i giovani universitari di Roma alla recita del santo Rosario “con l’Africa e per l’Africa”, che lui stesso guiderà sabato prossimo, 10 ottobre, insieme con i Padri sinodali, nell’Aula Paolo VI del Vaticano, in occasione della II Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi. “Cari giovani universitari – ha detto il Pontefice –, vi attendo numerosi, per affidare a Maria Sedes Sapientiae il cammino della Chiesa e della società nel Continente africano”. L’evento, promosso dalla Segreteria generale del Sinodo, e organizzato dall’Ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di Roma, sarà dedicato al tema “La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. «Voi siete il sale della terra … Voi siete la luce del mondo» (Mt 5, 13.14)”.

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La pace avanza sulla luce: Ciad e Centrafrica progettano una rete a fibre ottiche estesa al Sudan

Roma (Agenzia Fides)- Dopo aver avviato dei programmi per circondare le coste africane con reti a fibre ottiche, gli Stati africani passano alla parte successiva: cablare l’interno del continente. Ciad e Repubblica Centrafricana hanno avviato trattative per connettere i due Paesi alla rete a fibre ottiche del confinante Camerun.
L’obiettivo è quello di creare una rete ad alta velocità comune (detta CAB)che colleghi i tre Stati dell’Africa centrale, che scontano ancora l’eredità lasciata dal colonizzatore anche nei sistemi di telecomunicazione che dipendono da fornitori europei. Ad esempio una telefonata proveniente da Koussouri, una città del Camerun al confine con il Ciad, verso la vicina capitale ciadiana, N’Djamena, deve passare per un satellite gestito da una società europea. Una situazione paradossale, diretta erede del vecchio sistema telefonico impiantato ai tempi della colonizzazione dove le telefonate erano gestite da un sistema centralizzato spesso collocato al di fuori dell’Africa (all’epoca non esistevano i satelliti e le comunicazioni avvenivano attraverso cavi di rame…si può immaginare la lentezza del sistema). Nell’attuale situazione inoltre, i Paesi africani sono alla mercé di gestori esterni, sul piano economico, della sicurezza (vi sono garanzie che le comunicazioni non siano ascoltate o che i relativi dati- chi telefona a chi, per intenderci- non siano registrati?) e strategico (in caso di crisi le linee possono essere tagliate).
La fibra ottica inoltre trasporta una quantità maggiore di informazioni, è più sicura e permette ai cittadini di Ciad e Centrafrica di aver accesso alle moderne tecnologie dell’informazione.
Il CAB rientra nell’ampio progetto continentale per la creazione di una dorsale transafricana a fibre ottiche, legata all’oleodotto tra Ciad e Camerun, lungo il cui tracciato vengono collocati i cavi di trasmissione. La capitale del Ciad, N’Djamena, verrà così collegata a quella del Sudan, Khartoum, che è già connessa alla rete sottomarina EASSY, attraverso Port Sudan (vedi Fides 30/10/2007 e 5/12/2007). I Paesi dell’Africa centrale, privi di sbocchi sul mare, saranno così collegati, ad ovest, attraverso il Camerun, con la rete SAT 3, e ad est, attraverso il Sudan, con la rete EASSY. Entrambe le reti, sono interconnesse tra loro, permettendo all’Africa di essere collegata al resto del mondo.
Queste infrastrutture sono le premesse per uno sviluppo africano fondato sul processo intellettuale, ma occorre che anche il sistema educativo e quello imprenditoriale si adeguino alle necessità delle tecnologie dell’informazione.

Fonte: www.fides.org

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