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CINA, NELLA PROVINCIA SALESIANA GRANDE ATTESA PER L’ARRIVO DELLE RELIQUIE DI DON BOSCO

CHIESA NEL MONDO (Cina) – Nella Provincia salesiana della Cina – che comprende Cina, Hong Kong, Macao, Taiwan – sono iniziati i preparativi per accogliere le reliquie del suo fondatore, don Giovanni Bosco. Le reliquie attualmente sono in pellegrinaggio per tutto il mondo in preparazione del 2015, anno in cui si festeggerà il bicentenario della nascita di don Bosco. I sacri resti – un osso del metacarpo della mano destra del Santo – arriveranno ad Hong Kong il 25 marzo; da lì, il 2 aprile andranno a Macao, ed il 7 aprile arriveranno a Taipei.

Ad accogliere le reliquie tutte le scuole ed i conventi salesiani della regione. “La speranza – spiega don Simon Lam Chung-wai, rettore della Provincia salesiana della Cina – è che questo evento aiuti molti giovani a scegliere la vita consacrata e rafforzi la missione educativa propria dei salesiani. Le scuole cattoliche sono il posto migliore per far maturare le vocazioni, ma ormai scarseggiano i punti di riferimento, poiché i sacerdoti e le suore sono sempre meno, ed il numero degli insegnanti cattolici è troppo esiguo”.

Il pellegrinaggio delle reliquie di don Bosco – che toccherà i cinque continenti, percorrendo tutti i Paesi in cui sono presenti i salesiani – è un’iniziativa voluta dal Rettore Maggiore della Congregazione, don Pascual Chávez Villanueva. Partite il 25 aprile del 2009 dalla Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino, le reliquie viaggeranno sino al 31 gennaio 2014.

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A TAIWAN TORNA LA PENA DI MORTE, IL 4 MARZO UCCISI 5 DETENUTI

ESTERI (Taipei, TAIWAN) – Nonostante l’impegno congiunto della Chiesa locale e delle organizzazioni non governative locali ed internazionali, a Taiwan è tornata la pena di morte per i detenuti. Lo scorso venerdì 4 marzo, dopo 11 mesi senza esecuzioni (grazie ad una moratoria non ufficiale alle esecuzioni dei condannati a morte in vigore dal 2005), il governo ha proceduto alla condanna a morte di 5 detenuti accusati di assassinio. Il ministero della Giustizia ha confermato l’esecuzione dei cinque, con un decreto firmato dal ministro Tseng Yung-fu nella mattinata dello stesso 4 marzo. Due esecuzioni sono avvenute a Taipei, due a Kaohsiung e la quinta a Taichung.

La ripresa della pena capitale è stata aspramente criticata dalla comunità internazionale, incluse Amnesty International e l’Unione Europea e dalle Ong locali, come l’Alleanza taiwanese per la fine della pena di morte. La Conferenza episcopale regionale cinese si era espressa con una dichiarazione sulla pena di morte il 13 aprile del 2010. Nel testo si sottolineava come, nei suoi 2000 anni di storia, la Chiesa cattolica ha compreso in maniera profonda quanto la pena di morte sia una pena infinita ed un dolore per l’umanità, così come la fine della vita voluta o non voluta. I vescovi taiwanesi hanno spiegato che “per promuovere l’armonia sociale e mantenere una cultura di bontà e grazia, la Conferenza episcopale cattolica cinese si dichiara ancora a favore dell’abolizione della pena di morte, e chiede a tutti di essere consapevoli della dignità e della sacralità della vita, che va protetta e di cui va fatto tesoro”. La Conferenza “si appella al governo e al popolo e chiede di considerare l’abolizione della pena capitale e di attuare una sospensione delle esecuzioni in attesa dell’abolizione completa”.

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