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ARRIVA EURAXESS ITALY, IL SITO PER AIUTARE I RICERCATORI STRANIERI CHE LAVORANO ALL’ESTERO

LAVORO (Roma) – Un piccolo mattone “virtuale” per costruire nella pratica lo Spazio Europeo della Ricerca: è online Euraxess Italy, il nuovo portale italiano per la mobilità dei ricercatori. Il sito, in lingua inglese, è promosso dalla Fondazione Crui – in collaborazione con Area Science Park e Università di Camerino – e fa parte del network di servizi creati dalla Commissione Europea per supportare i ricercatori stranieri che decidono di svolgere la propria attività all’estero. Nello specifico, il portale italiano si propone come mezzo per fornire ai ricercatori “incoming” nel nostro Paese informazioni utili per essere aggiornati sulle scadenze e “sopravvivere” alla burocrazia.

Un’apposita sezione “introduttiva” spiega al ricercatore straniero in ingresso come funzionano le cose qui da noi: dal visto alla sistemazione, dalle cure mediche alle tasse, dalle condizioni di lavoro alla maturazione dei diritti pensionistici. Oltre a tutte queste informazioni di carattere pratico, sono presenti anche consigli sulla frequenza di corsi di lingua italiana e spiegazioni dettagliate sul nostro sistema d’istruzione, utili per chi ha bambini in età scolare. La voce “about Italy” racchiude in una pagina una gran quantità d’informazioni “basiche” (sistema politico, economia, popolazione) ma stupisce il fatto che la carrellata sulla storia del Belpaese – che pure parte dalle colonie della Magna Grecia – si fermi inspiegabilmente alla fine della Prima Repubblica con Tangentopoli, ben diciassette anni fa, senza fare alcun cenno ai giorni nostri.

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LA MORTE, L’INDIFFERENZA, LA FEDE. “LA ZONA GRIGIA”

RIFLESSIONE – Un uomo per la strada vede una ragazzina che trema, ha solo un vestito leggero, niente da mangiare. Si arrabbia con Dio: «Perché lo permetti? Perché non fai qualcosa?». Dio tace. Fatti di cronaca come quello del bimbo morto a Bologna mi inducono alla stessa reazione. Sono i fatti che appartengono alla zona grigia dell’esistenza, che fanno dubitare della bontà della creazione e del creatore. Creatore forse, ma Padre? Di fronte a questa zona d’ombra però si apre per me lo spazio della compassione, del dolore di fronte al dolore altrui: è mio o no? Quando vedo una mendicante che trema in ginocchio al centro del marciapiede, quel dolore mi interpella.

Posso reagire come Ivan Karamazov che, nella sofferenza degli innocenti, scorge un segno dell’assenza di Dio e se ne serve per la sua ribellione contro il redentore. In fondo però la compassione di Ivan verso il dolore innocente è la scusa, la teoria progettata da un cuore incapace di amare con i fatti. Egli ama quel dolore non per alleviarne la sofferenza, ma per sé stesso. Senza quel dolore assurdo, non potrebbe starsene chiuso a casa nel suo cinismo con tanto di certificato medico. Egli ama il dolore altrui, per mettere a tacere la sua coscienza e Dio ed ergersi a giudice. Il mondo è male: cosa posso mai fare io? Posso non reagire. Facendo finta di non vedere o non vedendo proprio, se non un ostacolo da superare: l’ennesimo mendicante a intralciare la mia strada di uomo fortunato. Perché qualcuno non risolve? Non pago forse le tasse? Un liceale al quale era stato proposto di donare il sangue ha risposto: “Quanto mi pagate?”. La logica del dono è fuori moda: cosa c’entro io con il dolore altrui? Oppure posso fare come Rilke che s’imbatte in una donna che chiede l’elemosina. L’amico che lo accompagna le dà uno spicciolo, il poeta tira dritto, ma più avanti compra una rosa e di ritorno solleva la donna e gliela regala: va oltre il bisogno materiale, coglie la persona nella sua interezza e agisce “personalmente” restituendo dignità alla donna, che almeno quel giorno smise di mendicare. Quando la zona grigia mi aggredisce, trovo in me questi personaggi.

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