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ESSERE POVERI PER COSTRUIRE LA GIUSTIZIA! LA POVERTA’ NON E’ MASOCHISMO, E’ PARTECIPAZIONE!

RIFLESSIONE – La povertà non è masochismo, ma partecipazione. Consiste in effetti nella capacità di gestione delle proprie risorse a favore di chi nulla possiede e in tutto dipende da altri, come nel caso dei miseri e degli abbandonati, verro i quali occorre una carità previa di povertà sincera; come pure consiste nel retto utilizzo dei nostri beni e nella capacità instancabile di donazione. Essere poveri equivale a saper costruire la giustizia e a dare il nostro contributo perché si pongano le condizioni per il cessare delle ostilità e delle divisioni a cui la discrepanza fra miseria e ricchezza ci costringe con le relative discrimanzioni e ingiustizie perché equivale alla formazione di noi stessi per la solidarietà e la comunione con tutti. L’avidità e il potere sono sempre state le minacce dell’umanità, ed è risaputo che tanto sangue sparso, le ingiustizie, le sopraffazioni e i soprusi ai danni dei poveri e degli indigenti hanno sempre arricchito i pochi benestanti. In nome del profitto si sovvertono valori e tendenze culturali ed etiche, si modificano talvolta le relazioni interpersonali e anche il concetto di lavoro e di occupazione ha assunto in questi ultimi decenni sempre più insicurezza e instabilità a scapito del salariato e del lavoratore dipendente e in vista del guadagno dell’imprenditore e del capitalista e il mercato del lavoro sembra condizionato dalla tutela degli interessi di business delle imprese e dei singoli affaristi, sempre a danno di chi cerca risorse per il proprio sostentamento visto che non vi è più oggi sicurezza nel campo occupazionale e lavorativo. Si tende alla logica del profitto e del potere che esalta pochi e umilia la moltitudine.

Marti Luther King sognava un mondo rinnovato nella giustizia e nella solidarietà, sottolineando che “A questo mondo non è più questione di scegliere tra violenza e non violenza, si tratta di scegliere o non violenza o non esistenza. “ E questo sogno diventerà realtà solo nella comunione nella solidarietà.

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LE TENDENZE DEI TEENAGERS – I GIOVANI AMANO INTERNET, MA NON RINUNCIANO ALLA TV

ROMA – Secondo uno studio di Gfk Eurisko, la tecnologia e il Web sono parte integrante della vita dei teenager, ma sono soprattutto usati per intessere relazioni sociali, le informazioni sono apprese ancora dalla Tv. Le tecnologie e Internet sono sempre più spesso parte integrante della vita dei teenager, ma nonostante ciò le principali fonti attraverso cui i giovani si informano restano quelle tradizionali. In sintesi, questo è quanto emerso dal seminario “I giovani non rinunciano”, all’interno del quale Gfk Eurisko ha analizzato il rapporto che esiste oggi tra i giovani e il consumo di prodotti e servizi, frutto di uno studio basato su circa 36.000 interviste a livello mondiale. La globalizzazione non viene accettata acriticamente dai teenager, che però vivono una vita parallela sul Web. Per loro è molto importante il look, tuttavia possono rinunciare a qualche vestito ma mai al cellulare. A livello mondiale, le tendenze rilevate da Gfk Eurisko confermano una forte propensione dei ragazzi a utilizzare le nuove tecnologie: il 56% ha una «vita in Internet», rispetto al 37% dei loro genitori. Come logica conseguenza, le voci più rilevanti fra i loro interessi sono l’elettronica, i computer e i videogiochi, seguite da aspetto fisico, moda e bellezza.

Pur essendo dei maghi della tecnologia, i teenager però non passano tutta la loro vita sul Web: Internet e i video giochi sono il loro pane quotidiano, ma il tempo che passano davanti alla Tv supera ancora quello trascorso navigando online e le principali fonti di informazioni sono ancora i mezzi di comunicazione tradizionali. Inoltre, tendono a fidarsi della pubblicità più degli adulti, che però viene ancora associata ancora alla Tv (76%, con un picco del 91% dagli 11 ai 13 anni).

Per leggere tutto il teso visita:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2297

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QUANDO I GIOVANI SOGNANO DI ABITARE IN CAMPAGNA…. DATI CURIOSI DELLE NUOVE TENDENZE ITALIANE

TENDENZE – Se è vero che negli anni ’60 milioni di giovani italiani speravano di abbandonare per sempre la vita nelle campagne per trovare un lavoro in città, oggi la tendenza è invertita: tra le nuove generazioni, secondo Confagricoltura, è sempre più diffuso il sogno di diventare agricoltore. Una propria attività, moderna e dinamica, in cui poter esprimere la propria inclinazione, un ambiente più sano, il recupero di valori e tradizioni: la campagna è il nuovo oggetto di desiderio per un numero crescente di ragazzi, che però trovano numerosi ostacoli nel momento di tradurre il sogno in realtà. “Le elevate barriere all’entrata del settore agricolo, l’eccessiva difficoltà di strumenti finanziari certi, la volatilità delle politiche, la globalizzazione senza regole, l’eccessiva burocratizzazione, creano incertezze per chi è giovane e vuole creare un’impresa” spiega Marco Saraceno, presidente dei Giovani Agricoltori di Confagricoltura (Anga), che da oggi a sabato 14 febbraio sono riuniti ad Asti per la quattordicesima edizione del loro convegno nazionale. “Riceviamo ogni giorno – commenta Saraceno – segnali di interesse da parte di giovani che vorrebbero diventare agricoltori: ma lo scenario attuale del nostro Paese non favorisce i nuovi imprenditori. Ecco perché l’Italia, tra gli stati dell’Unione europea, presenta il più basso indice di ricambio generazionale in agricoltura (l’indice è dato dal rapporto tra imprenditori attivi under 35 e over 65). Il nostro indice all’8 per cento si confronta con quello della Francia, pari al 66 per cento, e della Germania, pari al 125 per cento”.

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L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL MEDIA

MEDIA – Nomadi negli affetti, nei valori, nelle passioni. E ora – si apprende leggendo il settimo “Rapporto sulla comunicazione” realizzato da Censis e Ucsi – anche nel loro rapporto con i mass media. Ormai è una vera e propria sindrome da nomadismo diffuso quella che affligge i giovani italiani: di qualunque cosa si tratti, ai legami solidi preferiscono quelli molli e temporanei, che possono essere sciolti in un attimo. C’è da fidarsi del cliché? In effetti, ci sono molti elementi sotto gli occhi di tutti che vanno in questa direzione, insieme a una considerazione banale: quando il provvisorio dilaga, passa la voglia di giurare fedeltà a questo o quello. In fondo, qualche ulteriore conferma arriva anche dal “Rapporto sulla comunicazione”, al quale va il merito di quantificare fenomeni già ben noti più che di rivelarne di nuovi. Per esempio: in Italia il 97,2% dei giovani possiede almeno un telefono cellulare…….

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http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1409

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I PROBLEMI DELLE GIOVANI GENERAZIONI: 1 RAGAZZINO SU 5 CONSUMA ALCOL, SALE USO TRA GIOVANI DONNE

TENDENZE – Giovanissimi ‘fregati’ dal mondo! Questa è la triste realtà e la tendenza che tra i teenagers italiani si va diffondendo. Analizziamo alcuni dati forniti dall’Istat. Se l’Italia è un paese dove il consumo di alcol è tradizionalmente moderato ed è rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi 10 anni, cresce in maniera preoccupante il consumo tra i giovani e soprattutto tra le donne. Le ragazze di 18-19 anni che consumano alcol passano dal 53,7% del 2007 al 60,9% dello scorso anno, quelle tra i 20 e i 24 anni dal 58,4% al 63,2%. Piú allarmante il dato che riguarda i ragazzini: uno su cinque (il 19,9%) tra gli 11 e i 15 anni ha bevuto almeno una volta nell’arco dell’ultimo anno e quasi il 2% si è già ubriacato. La metà dei sedicenni e dei diciassettenni beve, il 5,2% tutti i giorni, e cresce il fenomeno del binge drinking: nel corso degli ultimi dodici mesi si è ubriacato almeno una volta l’11,4% dei ragazzi…

Puoi continaure a leggere l’articolo su: 

http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1205

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Il Messico si prepara all’Incontro Mondiale delle Famiglie. Non si esclude la visita del Papa

CITTA’ DEL MESSICO, martedì, 19 febbraio 2008 (ZENIT.org).- Dallo scorso fine settimana sono iniziati i preparativi per la celebrazione del Sesto Incontro Mondiale delle Famiglie (IMF), che avrà luogo a Città del Messico dal 13 al 18 gennaio 2009.

Monsignor Enrique Glennie Graue, Vicario generale dell’Arcidiocesi di Città del Messico e Segretario esecutivo dell’équipe di preparazione dell’IMF, ed Enrique Gómez, responsabile per le relazioni pubbliche dell’incontro, sono stati incaricati di spiegare – nel corso di una conferenza stampa – i dettagli dell’organizzazione dell’evento, per il quale non è stata esclusa la visita nella capitale messicana di Benedetto XVI.

Il motto dell’IMF sarà “La famiglia, formatrice ai valori umani e cristiani”, che esprime l’interesse della Chiesa cattolica a che la famiglia rifletta su se stessa e sulla situazione che vive e si compia una rivalutazione cristiana del matrimonio.

Gli organizzatori hanno spiegato che l’incontro – che si svolgerà nel Centro de Convenciones Banamex di Città del Messico – avrà tre atti principali: un congresso teologico-pastorale, uno festivo-testimoniale e una Messa per celebrare il bene della famiglia cristiana per la società.

Durante l’incontro con i giornalisti, è stato anche presentato il logotipo ufficiale che accompagnerà l’Incontro e che rappresenta una famiglia attraverso figure umane. “Nasce dall’amore simboleggiato da tre cuori e retto dalla fede, rappresentata dalla croce in alto”, hanno detto gli incaricati.

“La croce rappresenta la presenza di Dio come sostegno all’unità della famiglia. Cristo dà forza, luce e vita. I tre cuori uniscono o rappresentano la famiglia unita dall’amore e dal rapporto. L’atteggiamento dei membri della famiglia è di fiducia e gioia nel Signore”.

Gli organizzatori hanno anche spiegato che i tre elementi, “la famiglia, i cuori e la croce, hanno come base un’ellisse – a rappresentare il mondo – perché si veda come una fraternità globale. Si tratta anche di rappresentare la famiglia, unita dall’amore e dalla fede, che è la base di un autentico sviluppo di tutti i valori umani e cristiani, vale a dire dello sviluppo integrale della persona a partire dalla famiglia”.

“La famiglia è nel mondo, ma esce fuori da questo, e grazie a ciò vive i valori umani e cristiani”.

Un dettaglio del logotipo è la figura della madre, che è incinta, “particolare che indica il tema della vita, primo valore fondamentale, promossa, custodita e celebrata dalla famiglia”.

Il colore verde che compone l’immagine significa infine la speranza nel futuro della famiglia e il colore ufficiale del Messico.

L’IMF, che si svolge ogni tre anni, vuole essere un momento in cui le famiglie si incontrano come chiesa domestica e santuario della vita per pregare, dialogare e approfondire temi di attualità, per conoscere e condividere il ruolo della famiglia cristiana in vista della nuova evangelizzazione.

Il primo incontro di questo tipo ha avuto luogo a Roma nel 1984; il secondo si è svolto a Rio de Janeiro (Brasile) nel 1997, il terzo nuovamente a Roma nel 2000, coincidendo con il Giubileo delle Famiglie; il quarto si è svolto a Manila (Filippine) nel 2003, l’ultimo a Valencia (Spagna) nel 2006.

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OCEANIA/AUSTRALIA – Giovani aborigeni parteciperanno alla GMG grazie al contributo di solidarietà dei giovani di Sydney

Sydney (Agenzia Fides) – I giovani della comunità aborigena nelle isole Tiwi, a largo della costa settentrionale dell’Australia, potranno partecipare al grande evento della Giornata Mondiale della Gioventù, a luglio 2008, grazie al contributo e alla solidarietà dei giovani di tre scuole di Sydney.
La popolazione locale aborigena abita le Isole Tiwi, 80 km a nord di Darwin, da migliaia di anni e ha ricevuto l’annuncio del Vangelo nei primi anni del ‘900. Da questa realtà provengono 16 giovani della comunità di Nguiu, che saranno ospitati a Sydney grazie al gemellaggio stabilito con tre istituti educativi della città: il “Clancy Catholic College”; le scuole “Holy Spirit Primary” e “St Catherine of Siena Primary”.
Gli istituti hanno raccolto 7.500 dollari in tre mesi, da quando la proposta di sostenere la partecipazione di giovani aborigeni alla GMG è circolata fra gli studenti. Un ulteriore contributo è giunto dall’amministrazione civile di Tiwi e da alcuni esercizi commerciali e piccole imprese delle isole, grazie ai quali si è riusciti a raggiungere la somma di 20,000 dollari, necessaria per consentire ai giovani di partecipare alla GMG.
Una dei pellegrini di Tiwi, Chrystal Johnson, ha detto di “essere entusiasta” di poter incontrare il Santo Padre: “Spero che la GMG sia un’esperienza per imparare di più sulla mia fede e per poi aiutare la mia comunità a crescere nella fede”.
Come informa Stephen Mahoney, del Comitato organizzatore della GMG di Sydney, oltre 139 scuole cattoliche della città si sono impegnate in gemellaggi con comunità indigene lontane nelle aree di Broome, Darwin, Alice Springs e, all’estero, con giovani della Papua New Guinea, Timor Est, Fiji e Isole Salomone, aderendo al “Pilgrim Partnership and Support Program”. Il Programma consente ai giovani di paesi ricchi di aiutare i pellegrini di aree povere a sostenere le spese di viaggio e partecipazione alla GMG.
Gli organizzatori tengono alla partecipazione più ampia possibile dei giovani di tutti i paesi dell’Oceania e sperano che i pellegrini possano aumentare nei prossimi mesi, anche grazie agli aiuti di altri giovani. “E’ importante assicurare una folta rappresentanza di pellegrini dalle comunità indigene più remote: vivere la GMG in Oceania è una rara opportunità che potranno cogliere”.

Fonte: Fides.org

Speciale sulla Gmg di Sidney 2008 dal sito dei Papaboys

http://www.papaboys.it/gmg/next.asp

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POLONIA – La positiva esperienza dei “Laboratori missionari” iniziati a Czestochowa nel 2000

Czestochowa (Agenzia Fides) – I “Laboratori missionari” nell’Arcidiocesi di Czestochowa sono organizzati ogni mese (precisamente il terzo sabato del mese) dal Direttore diocesano delle Pontificie Opere Missionarie dell’Arcidiocesi, don Jacek Gancarek, che ha iniziato questi “laboratori” nell’anno 2000 per volontà dell’Arcivescovo di Czestochowa, Mons. Stanisław Nowak.
“Attraverso i Laboratori missionari vogliamo presentare la ricca e importante problematica missionaria di oggi. Vogliamo anche dare testimonianza dell’opera missionaria – spiega don Jacek Gancarek -. Presso le parrocchie della nostra Arcidiocesi sono tanti i gruppi e i movimenti delle Pontificie Opere Missionarie. Anche nelle scuole, durante l’ora di religione, si presenta la problematica missionaria. I Laboratori missionari sono una delle iniziative pastorali indirizzate specialmente ai giovani e ai bambini”.
Il “Laboratorio missionario” che si svolgerà il 16 febbraio a Częstochowa presso la Parrocchia di San Giacomo Apostolo ha come argomento principale “Educazione alla missione e preparazione degli Animatori e dei volontari missionari per il lavoro missionario con i giovani e nelle parrocchie”. Ai laboratori partecipano abitualmente sacerdoti, religiosi, religiose, catechisti, animatori missionari e tutti i responsabili delle Pontificie Opere Missionarie presso le parrocchie dell’Arcidiocesi. Durante i laboratori i missionari presentano il loro lavoro, la problematica missionaria, le sfide per la Chiesa nell’evangelizzazione e il tema dell’educazione alla missione. Così durante gli incontri con i partecipanti ai “Laboratori” viene presentato il lavoro missionario svolto in Africa, Asia, Oceania, America Latina, ma anche i diversi problemi sociali, culturali ed economici dei diversi paesi.

Fonte: www.fides.org

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MESSICO – Il Vescovo di Tarahumara: “Bisogna annunciare Gesù Cristo in modo esplicito. Non è il momento di vergognarsi del Vangelo”

Tarahumara (Agenzia Fides) – Mons. Rafael Sandoval Sandoval, Vescovo di Tarahumara (Messico), in un Messaggio inviato ai fedeli della sua diocesi, chiede a tutti di annunciare Gesù Cristo come unico Salvatore, soprattutto di fronte alla crescente diffusione delle sette, alle quali stanno aderendo molti cattolici.
“Vedo che il popolo ha fame di conoscere e seguire Gesù Cristo”, afferma il Vescovo, che più avanti si domanda: “perché non saziamo questa fame? Perché tacere il Suo nome e la Sua persona? Perché non dare a Gesù Cristo il posto che gli corrisponde? Perché non mettere sempre l’Eucaristia al centro di ogni incontro?”. Certamente, continua il Vescovo nel suo Messaggio, è molto importante la testimonianza, ma “si richiede l’annuncio esplicito, adattato alle diverse circostanze e costantemente aggiornato”. L’annuncio di Cristo non rappresenta una imposizione o una violenza. Anzi, “proporre la verità evangelica e la salvezza che Gesù Cristo ci offre, e farlo con rispetto e senza costrizioni, lontano dall’essere un attentato contro la libertà religiosa è un omaggio a questa stessa libertà, alla quale si offre l’indicazione di un percorso che perfino i non credenti giudicano nobile ed esaltante. È un diritto ed un dovere di tutti gli evangelizzatori proporre la verità di Cristo; ed è un diritto di tutti ricevere l’annuncio della Buona Novella di salvezza che è lo stesso Cristo”.
Dopo aver presentato i fondamenti biblici che sono alla base di questo annuncio e le testimonianze di alcuni Pontefici, Mons. Sandoval offre alcune indicazioni concrete su come agire. In primo luogo è importante innamorarsi di Cristo perché “un innamorato non può smettere di annunciare al mondo che soltanto Lui ci salva”. Bisogna anche “seguirlo, scommettere su di Lui e vivere come Lui”. Ricorda, inoltre, che questa è la chiave di ogni evangelizzazione ed il punto di partenza, poiché “non siamo diventati cristiani per servire i poveri, bensì per il Signore, che, dopo, troveremo nei poveri”. “Se non esiste questo fondamento nel cuore, tutto si alienerà molto presto”.
Per il Vescovo di Tarahumara bisogna anche “scoprire Cristo nelle culture, annunciarlo esplicitamente, aiutare a maturare la fede cristiana e purificare quanto è contrario al Vangelo”. “Annunciare Cristo – continua il testo – non impoverisce le culture; al contrario, le arricchisce”.
Il Messaggio si conclude con un appello speciale ai giovani, ai quali Mons. Sandoval ricorda che Cristo ha bisogno di loro “affinché annuncino la vita”, e la Chiesa “ha bisogno delle loro energie giovanili, affinché il Vangelo della vita penetri nelle strutture della società”. “Non è il momento di vergognarsi del Vangelo. È il momento di essere orgogliosi di Gesù Cristo e predicarlo dai tetti. La gente desidera la libertà, la luce e la vita che Cristo ci ha portato in abbondanza”

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Gli studenti universitari reciteranno il rosario con il Papa

ROMA, lunedì, 18 febbraio 2008 (ZENIT.org).- Sabato 1 marzo, alle ore 17.00, nell’aula Paolo VI in Vaticano, Benedetto XVI presiederà una veglia mariana con la recita del rosario, per la VI Giornata Europea degli studenti universitari. L’incontro è organizzato dall’Ufficio Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma e patrocinato tra gli altri, dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI). Gli organizzatori prevedono la presenza di almeno diecimila studenti degli Atenei romani. A tutti i partecipanti sarà consegnata una copia della lettera enciclica “Spe salvi”. Ave Maria!

L’incontro sarà seguito in collegamento satellitare con la Basilica Minore di Nostra Signora di Aparecida (Brasile), con la Cattedrale Metropolitana Notre Dame de Dome di Avignone (Francia), con la Cattedrale Metropolitana Sfântul Josif Bucarest (Romania), con la Cattedrale Metropolitana La Asuncion Città del Messico, con la Cattedrale Metropolitana San Cristobal, La Avana (Cuba), con l’Universidad Tecnica Particular de Loja (UTPL) – Aula Magna. Loja (Ecuador), con la Cattedrale del Nome della Benedetta Vergine Maria Minsk (Bielorussia), con il Duomo di Napoli, con la Catholic University of America – CUA, Washington D.C. (USA), con la Chiesa di S. Ildefonso Toledeo (Spagna).

Inoltre per le celebrazioni della VI Giornata Europea degli Universitari, che si svolgeranno presso la Pontificia Università Gregoriana dal 28 febbraio al primo marzo, è stato organizzato un convegno sul tema: “L’Europa e le Americhe insieme verso uno sviluppo integrale e solidale”.

Il convegno che verrà aperto dal Rettore della Pontificia Università Gregoriana, padre Gianfranco Ghirlanda, S.I., è stato promosso dall’Ufficio per la Pastorale Universitaria in collaborazione con la Commissione Europea Rappresentanza per l’Italia, il Ministero delle Comunicazioni, il Ministero dell’Università e Ricerca e il Ministero degli Affari Esteri.

I diversi relatori provenienti da Europa e Americhe, affronteranno temi quali: “Le comuni radici e i legami storici del rapporto tra Europa e Americhe”; “Europa e Americhe nella società globale”; “Il ruolo della formazione universitaria nelle sfide dello sviluppo”; “Culture e modelli di università nella globalizzazione”. L’ incontro si concluderà sabato 1 marzo con una tavola rotonda in cui si dibatterà “Il problema della fuga dei cervelli, Stati Uniti-America Latina-Europa” e “l’esperienza e le prospettive della cooperazione universitaria per lo sviluppo integrale e solidale”.

I biglietti per accedere all’aula Paolo VI sono disponibili presso l’ufficio della Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma, Piazza S. Giovanni in Laterano n. 6/a (Tel. 06/698.86342 – Fax 06/698.86503 – e-mail: ufficiopastoraleuniversitaria@vicariatusurbis.org). La scheda di partecipazione deve essere consegnata presso lo stesso Ufficio entro mercoledì 20 febbraio 2008 

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