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DELUDENTE, GROTTESCO ED OFFENSIVO IL FILM DI MORETTI. FARLO USCIRE A PASQUA OFFESA AL CRISTIANESIMO

EDITORIALE – Non potevamo aspettarci opere d’arte da Nanni Moretti, e questo è chiaro. Ma doversi trovare a vedere un filmetto di seconda categoria che sa di cine-uovo (per i cine-panettoni c’è il periodo natalizio) proprio non ce lo aspettavamo. Non c’è niente in questo film, zero via zero, un niente nascosto dietro ad un tentativo di fare ‘cassetta’ sfruttando le imminenti festività della Santa Pasqua ed a scapito dell’intelligenza e della sensibilità. 2.000 anni di storia non si piegano neanche di mezzo millimetro di fronte ad un tentativo esasperato che puzza di illuminismo francese, di allagare una stanza, quella della sensibilità e del buon gusto, con acqua stagnante, con una storiella neanche tanto originale, di un pontefice in piena crisi di personalità che abbandona il suo posto.

È Nanni Moretti (e non l’attore che interpreta il Papa) che scappa per le strade di Roma alla ricerca di un attimo di popolarità – ed anche di una coerente identità di regista mai trovata – che i girotondi gli hanno dato e poi tolto, insicuro nell’insistenza speculare su una improbabile gara di pallavolo del collegio cardinalizio e sfruttando la sacralità delle immagini della morte del futuro beato Giovanni Paolo II. A proposito: ma ha pagato i diritti per quelle immagini? Se sì, le ha pagate al Vaticano che le detiene? Se sì, si vergogna il Vaticano ad aver contribuito a questa stupida pellicola?

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DESIDERIO, CONOSCENZA E AMORE. MI STO CERCANDO, MA NON MI TROVO… SCUSATE PER LO SFOGO….

RIFLESSIONE – Mi sto cercando, ma non mi trovo. Sbaglio ogni giorno eppure non faccio nulla per evitare di sbagliare, continuo a ripetere gli stessi errori. Scusi per lo sfogo, scusi per le mie paranoie e grazie infinite. Proseguo il tentativo di inoltrarmi nel cuore del giovane d’oggi, tra contesto nichilista e desiderio di senso, desiderio insito nella struttura dell’io, desiderio che spezza le catene del nulla. Utilizzo il testo di un componimento scolastico, uno dei tanti testi della sterminata, sconosciuta e meravigliosa letteratura giovanile. “Ho il terrore di crescere, di cambiare, di invecchiare. La mia morte non mi fa paura, anzi a volte vorrei correre verso di lei, per vedere cosa ci sarà e scappare dal dolore che si insidierà piano piano nella mia vita. Spero davvero che stia nascendo una nuova F., perché quella che sono ora non l’accetto più… non accetto più la continua insoddisfazione per la mia vita e per chi mi circonda. Quello che più mi manca e sento il bisogno di avere per vivere serenamente, con la speranza e la fiducia che dopo la fine ci sarà l’eternità, è la fede che in fondo non ho. Vorrei che Dio mi desse un cenno, un segno, perché credo che solo così potrò avere fede. Invece niente. Dove è Dio??? Non lo sento, né vicino a me, né dentro me. Oggi a messa mi sentivo una bugiarda, un’ipocrita, a recitar preghiere e rispondere durante l’offertorio a cose che non comprendo, a cose di cui in realtà non colgo una verità. Guardavo i bambini, completamente distratti e distanti dalla messa, facevano altro e mi chiedevo il perché fossimo lì tutti a pregare qualcosa che non sentiamo. La vita deve essere bellissima se si ha fede, se si crede in qualcosa, invece la mia è piena di paure, di ansie ed è vuota spiritualmente.

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