Archivi tag: università

BENEDETTO XVI: GLI STATI ADOTTINO ENERGIE PULITE E NON PERICOLOSE PER L’UOMO.

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – I governi utilizzino energie ambientali pulite e rispettose per l’ambiente, evitando il ricorso ad una tecnologia pericolosa per l’uomo. È quanto Benedetto XVI ha chiesto ai nuovi ambasciatori presso la Santa Sede di sei Stati – Moldova, Guinea Equatoriale, Belize, Siria, Ghana e Nuova Zelanda – ricevuti stamattina in Vaticano per la presentazione delle Lettere credenziali. Nel discorso collettivo, pronunciato in lingua francese, il Papa ha ribadito che la riflessione sulla tutela dell’ambiente non deve essere condizionata da fini politici o economici. “Il primo semestre di quest’anno è stato segnato da innumerevoli tragedie che hanno colpito la natura, la tecnologia e le persone”. Ma ciò che più importa fra loro “è l’uomo”, non la tecnica, né gli interessi di parte. Inizia così, in modo molto netto, il discorso che Benedetto XVI rivolge ai sei ambasciatori seduti di fronte a lui nella Sala Clementina, le cui provenienze geografiche – i cinque continenti – simboleggiano l’universalità dei temi sui quali il Papa intende sollecitare una precisa riflessione. Il Pontefice non cita espressamente le catastrofi cui fa riferimento, peraltro impossibili da equivocare, ma afferma che “l’entità di tali disastri ci interroga”: L’uomo, al quale Dio ha affidato la gestione della natura, non può essere dominato dalla tecnologia e diventare suo oggetto. Questa consapevolezza deve indurre gli Stati a riflettere insieme sul futuro a breve termine del pianeta, sulle loro responsabilità per quanto riguarda la nostra vita e la tecnologia. L’ecologia umana è un imperativo. Adottare uno stile di vita che rispetti l’ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie pulite, rispettose del patrimonio della creazione e innocue per gli esseri umani, devono essere priorità politiche ed economiche”. 

È necessario “rivedere completamente il nostro approccio alla natura”, che “non è solo un divertimento o uno spazio utilizzabile”, ha insistito Benedetto XVI. Anche perché, ha asserito, in assenza di uno “stile di vita complessivo, che rispetti l’alleanza tra uomo e natura”, la famiglia umana “potrebbe scomparire”.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=5122


CIAOKAROL.IT

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, NEWS & INFO, SI ALLA VITA

GIOVANI E LAVORO, RAGAZZI DISORIENTATI NEGLI ATENEI E PRECARI UN ANNO DOPO LA MATURITÀ

GIOVANI (Italia) – C’è soprattutto l’università e un po’ di lavoro nei giorni dei giovani che hanno superato da un anno la maturità. Ci sono le lezioni, il caos delle aule e le nuove amicizie. Ma anche gli ordini del capo, le mansioni quotidiane e la paga a fine mese. I primi passi negli atenei e nelle imprese produttive. Eppure un sesto di loro sono fuori da tutto questo. Qualcuno, così presto, sta facendo i conti con il muro altissimo della disoccupazione e altri non hanno non neppure quello. Né un po’ di studio, né un impiego. Né la voglia di cercarlo più. E’ molto complessa e articolata la realtà dei giovani che escono in questi anni dalle superiori. Il consorzio interuniversitario AlmaLaurea ne restituisce un articolato profilo nel Rapporto sulla condizione occupazionale e formativa dei diplomati che verrà presentato all’università di Sassari giovedì 26 maggio. Nell’indagine, realizzata insieme all’organizzazione AlmaDiploma, vengono esplorati con attenzione i percorsi di un campione di giovani, circa 20.000, che si sono diplomati nel 2009 e nel 2007. 

Nella gran mole di dati si registra un leggero calo, rispetto agli anni scorsi, della proporzione di chi sceglie l’università. A un anno dal diploma, sei su dieci si sono iscritti a un ateneo. Ma non tutti seguono, o possono seguire, i corsi alla stessa maniera. Tre quarti di loro sono così studenti a tempo pieno mentre gli altri cercano di tenere insieme studio e lavoro. Poi c’è chi lavora e basta. Chi con lo studio, almeno per ora, ha chiuso. Sono in tutto il 23,6 per cento. E poi, ci sono i ragazzi più in difficoltà. L’undici per cento della generazione uscita dalla maturità nel 2009 cerca un impiego ma non lo trova. Sono loro a fare i prematuri conti con il permanere anche in Italia del mostro della disoccupazione. A loro si aggiunge un altro cinque per cento che ha smesso di studiare e un lavoro neppure lo cerca più.

Le traiettorie dei giovani sono molto diverse a seconda delle superiori che hanno frequentato. Il settanta per cento di quelli che sono stati al liceo, a un anno dal diploma, si impegnano solo negli studi universitari. Un altro 22 per cento è uno studente-lavoratore. Molto diverse le proporzioni negli altri casi. Va all’università il 51,6 per cento dei diplomati degli istituti tecnici e il 21,4 per cento degli istituti professionali. Così come sono diverse le proporzioni di quelli che a un anno dal diploma hanno già un impiego: il 53 per cento dei giovani usciti dagli istituti professionali, il 28 per cento dai tecnici e solo il 4 per cento dei liceali. Allo stesso tempo, i ragazzi degli istituti professionali sono quelli che più di altri stanno soffrendo la disoccupazione o lo “scoraggiamento”: il 25,6 per cento di loro sono in questa condizione. Tanti sono anche i ragazzi dei tecnici senza un impiego o che non lo cercano (il 19,7 per cento). “Il successo formativo del sistema scolastico secondario superiore – dice Andrea Cammelli – non si misura solo dall’esito finale dell’Esame di Stato, ma anche e soprattutto sulla capacità di inserimenti professionali o formativi di alto livello qualificati, dove sia certificato e valorizzato il sapere come il saper fare. Capire quali scelte, al di là delle intenzioni e dei desideri, i diplomati hanno compiuto per davvero, quali strade hanno seguito o abbandonato a uno e tre anni dal conseguimento del titolo, è una sfida importante perché incide sul miglioramento del sistema scolastico, sulle politiche all’istruzione, e sull’orientamento”.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=5062

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

ROMA, ALLA PARROCCHIA DI SAN TOMMASO MORO AULE COMPUTER, LIBRERIE PER I GIOVANI E SOLIDARIETÀ

CHIESA CATTOLICA (Roma) – I cancelli della parrocchia di San Tommaso Moro, nel quartiere Tiburtino, sono sempre aperti, dalla mattina alla sera. «Quando sono stato nominato amministratore parrocchiale, pochi mesi fa, ho capito che c’era la forte necessità di entrare in dialogo con il territorio che non è molto vasto ed è abitato soprattutto da studenti universitari, molti fuori sede, e da anziani – spiega monsignor Andrea Celli –. É una parrocchia di frontiera che si colloca tra l’università La Sapienza, il Centro nazionale delle ricerche (Cnr) e il quartiere San Lorenzo. C’è bisogno di una vera evangelizzazione che si ponga in dialogo con delle realtà lontane, come quelle giovanili che, a volte, hanno forti pregiudizi verso la Chiesa».

La vocazione naturale di questa parrocchia è quella di entrare in contatto con i giovani e don Andrea, coadiuvato dal viceparroco don Edimilson Lima, ha incentrato questi primi mesi di attività proprio su questo e sull’evangelizzazione. «Abbiamo creato una sala studio con computer e librerie dove i ragazzi possono venire a studiare liberamente tutti i pomeriggi; una sala giochi, un salone parrocchiale e una sala catechesi. Si stanno completando i lavori dei campi da calcetto e pallavolo che saranno inaugurati e benedetti il 26 giugno, giorno in cui festeggeremo il nostro patrono con una Messa a cui farà seguito la finale di alcuni tornei che avranno inizio nei primi giorni di giugno», racconta il sacerdote. Lo stesso giorno il salone parrocchiale sarà intitolato a Giovanni Paolo II, mentre nei giorni precedenti, il 22 e il 24 giugno, si terranno in parrocchia rispettivamente una tavola rotonda sul primato della coscienza e una veglia di preghiera sul rapporto tra vita del Santo e radicalità evangelica, sempre nell’ambito della festa patronale.

Il gruppo universitario si riunisce ogni mercoledì per discutere sul tema “L’incontro con Cristo”. Laura Versace è una delle animatrici e spiega che tanti ragazzi sentono la parrocchia come una seconda famiglia: «È bello vedere come lo Spirito Santo opera in questi giovani, mettendo nel loro cuore il desiderio grande di conoscere il Signore. La sfida è cercare di far avvicinare quanti più ragazzi possibile, soprattutto i tanti fuori sede che abitano e circolano nel quartiere». Nella zona non sono molti i bambini, ma la parrocchia pensa anche a loro. Una ventina frequentano un gruppo di pre-Comunione, e ogni sabato pomeriggio si incontrano per seguire un percorso sulle parabole di Gesù e per giocare insieme nel grande parco che circonda la parrocchia. «Nel giardino è stato sistemato un piccolo parco giochi dove le mamme possono portare i loro bambini», dice ancora don Andrea. 

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=5039

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

PAPABOYS, ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO UNA GIORNATA STUDIO INTERAMENTE DEDICATA AI GIOVANI

GIOVANI (Roma) – I giovani e le loro passioni, l’importanza di avere un’istruzione scolastica, il vivere all’insegna della legalità, il seguire la cultura dell’essere e non quella dell’apparire, la fiducia degli adulti nelle future generazioni e, infine, l’entusiasmo che i ragazzi devono avere nella fede. Questi sono stati i temi trattati ieri al’interno di “Giovani e forti..?”, una giornata di studio con, per e sui giovani, in attesa della beatificazione di Giovanni Paolo II. Nella Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la conferenza – organizzata in due sessioni – è stata moderata nella sessione mattutina da Luca De Mata, direttore emerito dell’Agenzia Fides, che nel pomeriggio ha lasciato il microfono ad Antonella Freno, ex assessore ai grandi eventi del Comune di Reggio Calabria.

De Mata ha aperto i lavori della giornata di studio presentando il primo ospite della conferenza, Padre Walter, assistente spirituale dei Papaboys, che ha espresso tutta la sua solidarietà verso i giovani, invitandoli a vivere con inesauribile entusiasmo, da spendere anche nella fede, nella dottrina e nella Chiesa attraverso la preghiera.“Voi siete la mia speranza, quella della società e della Chiesa”, ha invece esordito Pedro Barrajòn, rettore dell’Ateneo Regina Apostolorum, riprendendo le stesse parole che Giovanni Paolo II rivolgeva spesso ai giovani.Su questa linea, il rettore ha tracciato il suo discorso, incoraggiando gli adulti a guardare con speranza verso i ragazzi, poiché essi hanno una grande ricchezza: quella di scoprire sé stessi e di ascoltare la voce della loro coscienza. Solo in questo modo, secondo il rettore spagnolo, i ragazzi potranno formare la loro identità sociale e culturale, fondandola sui valori etici e morali della dottrina cattolica, che è alla base della nostra vita.In diversi momenti, nel corso della giornata, sono state riportate le parole – ormai divenute uno dei ricordi più indelebili nella mente di tutti – di Karol Wojtyla verso i giovani: “Non abbiate paura, spalancate le porte al Signore”.

Per parlare dell’istruzione e della formazione scolastica non poteva esserci ospite migliore del rettore dell’Università “La Sapienza” Luigi Frati, che ha sostenuto l’urgenza ed il dovere delle istituzioni di agire per arrivare ad una formazione scolastica di qualità, che possa permettere agli studenti di entrare nel mondo del lavoro con ottime basi ed esprimere le conoscenze acquisite all’università. Oggi i ragazzi, complice anche la crisi di valori in atto, hanno la tendenza a mitizzare personaggi appartenenti al mondo dello spettacolo, dello sport…miti effimeri che rappresentano la cultura dell’apparire e non quella dell’essere, su cui andrebbe fondata la nostra vita. Lo scopo dei giovani non dev’essere infatti quello di diventare a tutti i costi veline o calciatori, ma quello di proporsi al mondo per ciò che sono, dei ragazzi con i giusti valori.

I giovani, però, non sono solo quelli del mondo della pace ma anche quelli della guerra. Musa Maroofi, ambasciatore della repubblica islamica dell’Afghanistan in Italia, ha portato la sua testimonianza attraverso il racconto della vita di quei ragazzi che hanno sofferto per la distruzione del loro paese. “Giovani e pace”: questo è il motto della terra afghana, un paese giovane poiché è rinato dalla distruzione. Sono stati proprio i giovani a contribuire alla rinascita dell’Afghanistan basata, questa volta, su principi democratici di pace e sui diritti umani dei giovani e delle donne senza distinzione di sesso.Grazie alla ricostruzione, si è dato vita al Ministero della Gioventù per costituire scuole ed università all’insegna dell’istruzione culturale.

Nella speranza che le guerre vengano debellate Veronique Nobel, coordinatrice della preghiera straordinaria di tutte le Chiese per la riconciliazione dell’unità e della pace, ha mostrato, attraverso alcune immagini, come sia possibile riunire tutte le Chiese del mondo in un’unica preghiera di intercessione per l’unità e la pace partendo da Gerusalemme: è un percorso spirituale, sia collettivo sia individuale, che riunisce i fedeli di tutte le Chiese del mondo tutti i sabati alle 18.La musica può oltrepassare le barriere delle ideologie e questo lo dimostra la scuola musicale “Magnificat Institute”, istituita da Padre Armando Pierucci, che ha sede a Gerusalemme: in questa scuola ci sono molti allievi di diverse provenienza ma anche in conflitto ideologico. Padre Pierucci ha allievi di origine ebrea e palestinese che, attraverso la musica, utilizzano un linguaggio universale.
Esponente degli immigrati è Mansouri Mustapha, presidente dei Nuovi Italiani Partito Immigrati, che ha affrontato il problema dell’immigrazione in relazione al fatto che c’è una grossa speculazione sugli esseri umani poichè vengono sfruttati, nonostante contribuiscano del 10% al Pil italiano. Gli stranieri che nascono in Italia non vengono riconosciuti come italiani ma rimangono stranieri.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4645

Lascia un commento

Archiviato in ASSOCIAZIONE PAPABOYS, NEWS & INFO

L’ITINERARIO MISSIONARIO DI GIOVANNI PAOLO II NELLA CAPITALE: UNA GRANDE ATTENZIONE PER IL MONDO

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Roma) – Ripercorrendo a ritroso le celebrazioni e le visite di Karol Wojtyla eletto Pontefice, ci si accorge di come siano state numerose: gli incontri con la gente in 301 parrocchie, senza contare le altre 16 comunità ricevute in Aula Paolo VI, e poi visite ad ospedali, carceri, comunità religiose, conventi e monasteri di clausura, università e scuole, mense per i poveri.Un’agenda ricca di impegni, non solo nella Capitale ma in tutto il mondo, a riprova dell’amore per la città e per la gente di Papa Giovanni Paolo II, il cui unico desiderio era quello di portare, ovunque, la sua presenza e diffondere la parola di Dio, specialmente alle persone sofferenti . E’ un pezzo di storia il “viaggio” del Pontefice lungo le strade dell’Urbe, che si concretizza in un insegnamento fatto di parole, sguardi, carezze, momenti di familiarità.

Il Policlinico Gemelli fu la prima tappa romana dell’itinerario missionario di Giovanni Paolo II, che visitò il vescovo Deskur, polacco come Wojtyla che si era ammalato, nelle stanze del nosocomio di via Pineta Sacchetti. Il destino ha voluto che l’ospedale – o «Vaticano numero 3», come il Papa stesso lo definì – fu il luogo dei suoi numerosi ricoveri, a cominciare da quello per l’attentato del 13 maggio 1981. Anche durante le sue degenze, il Santo Padre colse l’occasione per dimostrare la sua vicinanza ai malati ricoverati al Policlinico Gemelli. L’amore per le persone sofferenti è visibile dalle visite nei luoghi della povertà e del disagio come gli accampamenti di nomadi, le mense e i centri per disabili e pensionati.
Indimenticabile il sostegno del Papa nei confronti degli ammalati incontrati nelle corsie di tanti ospedali come il Bambino Gesù il 7 gennaio 1979 o quella al Santo Spirito il 23 dicembre 1979. Non da meno la visita ai detenuti nelle carceri come quella di Casal del Marmo il 6 gennaio 1980, Rebibbia il 27 dicembre 1983 in cui incontrò, senza rancore, il suo attentatore Alì Agca e Regina Coeli il 9 luglio 2000 in occasione del Giubileo delle carceri.Memorabili furono le molte celebrazioni fatte in occasione di ricorrenze religiose e non solo: la Messa in Coena Domini nella Basilica di San Giovanni in Laterano, all’inizio di ogni triduo pasquale; il rito della Via Crucis al Colosseo, anche negli ultimi anni di sofferenza; la Messa nella basilica di Santa Sabina all’Aventino per il rito delle Ceneri; gli incontri con i giovani romani nei giovedì precedenti la Domenica delle Palme; la Messa e la processione del Corpus Domini, con il ripristino della tradizione al giovedì ed una grande partecipazione di fedeli; le visite al Seminario Maggiore in occasione della festa della Madonna della Fiducia, concluse dalla cena informale con gli alunni; la Messa per i defunti al cimitero del Verano; l’atto di venerazione all’Immacolata in piazza di Spagna, conclusasi con l’ultima visita romana l’8 dicembre 2004, il «Te Deum» di ringraziamento di fine anno celebrato per molti anni nella Chiesa del Gesù e poi a Sant’Ignazio di Loyola e, infine, la celebrazione alla Basilica di San Paolo fuori le Mura a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4635

Lascia un commento

Archiviato in BEATIFICAZIONE GIOVANNI PAOLO II, GIOVANNI PAOLO II, NEWS & INFO, SI ALLA VITA

GIAPPONE, NUOVA ESPLOSIONE NELLA CENTRALE DI FUKUSHIMA. GLI ESPERTI: NON SARÀ UN’ALTRA CHERNOBYL

ESTERI (Tokyo) – Un’altra esplosione alla centrale nucleare di Fukushima. Dopo l’esplosione al reattore 1 di sabato scorso, che ha distrutto uno dei quattro edifici che compongono l’impianto, oggi si è prodotta una seconda esplosione, che ha danneggiato il reattore 3. Il governo assicura però che non ci sono ulteriori crescite di radiazioni, e alcuni scienziati dichiarano che non ci sono problemi di fughe nucleari, come avvenne a Cernobyl nell’aprile del 1986 (dove una fissione nucleare senza controllo provocò l’esplosione del reattore e diffuse polveri radioattive in mezza Europa).

Le esplosioni sono conseguenze dirette del terremoto, che ha distrutto l’impianto di raffreddamento, mentre il cuore dei reattori fortunatamente è rimasto intatto. Le autorità affermano che il livello di radiazioni non è cresciuto, nonostante 9 operai siano rimasti feriti dall’esplosione. Nel frattempo si sta usando l’acqua marina per raffreddare le camere che contengono il materiale radioattivo. Il portavoce del governo Yukio Edano ha dichiarato che dalla zona attorno al reattore 3, nel raggio di 20 km, sono state evacuate 500 persone, che si aggiungono alle 210.000 evacuate nei giorni scorsi. Per ora solo 22 persone sono state curate per esposizione alle radiazioni.

Intervistato dall’emittente Abc, il professor Aidan Byrne, del Collegio di scienze fisiche e matematiche dell’università di Canberra, ha sminuito la possibilità che gli incidenti a Fukushima portino ad un disastro simile a quello di Cernobyl. Secondo Byrne, a differenza di Cernobyl, Fukushima ha delle stanze di contenimento, i suoi reattori sono stati spenti e la fissione nucleare è ferma. L’unica preoccupazione è che, se il raffreddamento non funzionasse, si potrebbe produrre una fusione dei contenitori. Finché esiste la possibilità di raffreddamento, quindi, il pericolo di fusione è escluso.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4505

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

GIOVANI E LAVORO: INIZIATIVE PER INTRAPRENDERE UN COMUNE PERCORSO DI CRESCITA

ROMA – A poco più di un anno dall’avvio del piano per favorire l’’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, i ministri Gelmini, Meloni e Sacconi hanno presentato un primo bilancio sui risultati ottenuti. Sei le linee di azione avviate con uno stanziamento complessivo di 1.082.000.000 euro suddivisi tra ministero del lavoro e delle politiche sociali (486 milioni), ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca (492,5 milioni) e ministro della Gioventù (103,8 milioni). Da sottolineare l’inizio della fase di ristrutturazione del Sistema Informativo Excelsior, al fine di identificare, a cadenza trimestrale, le principali tendenze delle professioni richieste dal mercato del lavoro in ciascuna provincia. Attraverso la partecipazione ai programmi PISA e PIIAC dell’OCSE, inoltre, ha preso il via un monitoraggio delle effettive conoscenze dei giovani italiani.

Centrale il ruolo delle Regioni insieme alle quali sono stati promossi degli accordi per incentivare l’utilizzo del contratto di apprendistato di primo livello e avviato nel contempo il progetto Fixo di Italia Lavoro per quello di terzo livello (o di alta formazione) diretto all’acquisizione di titoli di studio, compresi i dottorati di ricerca. Le iniziative vedono anche il coinvolgimento di istituti tecnici superiori come speciali Scuole di tecnologie al fine di formare “super-tecnici” nelle aree tecnologiche del piano di intervento Industria 2015. Infine, da ricordare le iniziative avviate dal ministro della Gioventù per favorire l’occupazione dei giovani, in particolare la messa a regime del progetto “Campus Mentis“” promosso dal Ministro della Gioventù e dall’Università La Sapienza di Roma che coinvolge i migliori 20.000 neo laureati d’Italia e le principali università pubbliche.

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

NEW MEDIA/ CONTRI: INTERNET TRA INFORMAZIONE E CAOS, CHE FUTURO PER PUBBLICITÀ E LETTORI?

INTERVISTA – Una società invasa dalle informazioni e bersagliata di input, ma sempre più incapace di orientarsi nell’oceano comunicativo moderno. Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità Progresso e di recente dottore honoris causa in Scienze della Comunicazione all’università Iulm di Milano, traccia un’analisi dettagliata del futuro dei media e della loro fruizione.

Cominciamo proprio dai giovani, perché si parla tanto di “generazioni disperse” per descrivere i ragazzi di oggi?

Perché sono figli di Internet, la più grande rivoluzione del secolo scorso, ma anche un fenomeno di dispersione. Non è un caso che i giovani di oggi non siano più capaci di concentrarsi. La rete è multilivello, multipurpose, multitasking, ma è pensata per il computer, non per il cervello umano. Un motore di ricerca ci riempie di contenuti con un semplice clic. Ma concentrarsi è difficile con così tanto rumore attorno. Così i ragazzi sono continuamente stimolati da informazioni, ma non sono in grado di metterne a fuoco alcuna. Io, e altri prima di me, abbiamo chiamato “costante attenzione parziale” lo stato in cui oggi ci troviamo. La velocità del mondo attuale e la valanga di messaggi che ci sommerge non ci consente mai di fermarci a pensare per davvero a un concetto. I ragazzi devono invece imparare a riconsiderare il loro tempo e tornare a concentrarsi sugli aspetti singoli. Altrimenti avranno una conoscenza frammentata della realtà.

I sostenitori del web obietteranno che è grazie a Internet se oggi posso sapere in pochi secondi chi era Vercingetorige o cosa sta succedendo in questo momento a Tokyo…

Certo, ma siamo sicuri che tutta questa informazione sia un bene? Potrebbe anche essere un disastro. Tutte queste informazioni, senza un approfondimento, rischiano anzi di essere inutili o peggio dannose. Il problema è che per fare davvero approfondimento, anche in Internet, bisogna sopportarne i costi. Ecco perché io non ho mai condiviso l’accesso gratuito ai siti dei quotidiani on line, per esempio. Perché così sono costretto a non dare approfondimento a chi mi legge, ma solo moltissimi frammenti di ciò che succede nel mondo.

Dunque l’information overload confonderà solamente le nuove generazioni?

Se non si insegnerà loro come selezionare le fonti sì. Ora come ora non sono molto ottimista. I nostri giovani non sanno più discernere. La colpa è soprattutto della scuola, che non sviluppa il senso critico degli studenti. Alle elementari non si fanno più i riassunti e il risultato è che all’università il 90% dei ragazzi non sa articolare un discorso. Bisognerebbe recuperare il latino e fare meno esami a crocette, perché i giovani devono imparare cosa è il linguaggio. Se il tuo linguaggio è corrotto, ne deriva che anche la tua relazione con la realtà è corrotta.

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4182

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

SCUOLA/ LE PAROLE DI DON MILANI, IL DONO DI UNA LEZIONE IMPREVEDIBILE

EDUCAZIONE – Il dibattito sulla “crisi del desiderio”, aperto dall’intervento di don Julián Carrón all’assemblea annuale della Compagnia delle Opere, e rilanciato pochi giorni più tardi dalla pubblicazione del Rapporto Censis, mi ha spinto a riflettere sulla situazione attuale dell’insegnamento a scuola e in università, un po’ per l’esperienza diretta che ne ho, un po’ per l’incidenza obiettiva che questa crisi ha sul modo in cui alunni e insegnanti vivono la porzione di tempo della loro vita quotidiana bene o male occupata dalla scuola (a cominciare dall’ora di lezione, che è il centro attorno al quale gravitano tutti gli altri momenti o fattori dell’esperienza scolastica).

In questa riflessione mi ha accompagnato una pagina forse poco nota di don Milani (ben più conosciuto per la Scuola di Barbiana e Lettera a una professoressa), che racconta la sua prima avventura come maestro, al tempo del servizio come cappellano a Calenzano, allora piccolo comune tra Sesto Fiorentino e Prato. Giunto nella parrocchia di San Donato (è l’ottobre del 1947), don Lorenzo, sacerdote da pochi mesi e al primo vero incarico pastorale, si accorge subito dell’enorme ignoranza civile e religiosa della popolazione. Provocato da ciò, dapprima si dedica a svolgere un’opera d’incontro e di conoscenza dei parrocchiani, a favore dei quali modifica tra l’altro l’impianto della catechesi, scegliendo di svolgerla a partire dalla narrazione storica della vita di Gesù e delle vicende di Israele e della Chiesa, piuttosto che esponendo le verità cristiane come sistema dottrinale. Poi, dopo aver constatato in vario modo l’intralcio all’evangelizzazione rappresentato dall’ignoranza, e il fatto che l’avvicinamento dei giovani alla Chiesa attraverso le occasioni del tempo libero – come il calcio, il ping pong e il circolo ricreativo parrocchiale – non produceva frutti duraturi, egli propone a quegli stessi giovani, nel 1949, la frequenza di una vera e propria “scuola serale popolare”, mediante la quale conquistare finalmente un’istruzione, e così una vera possibilità di riscatto e di promozione sociale (di “inclusione” e di “cittadinanza attiva”, diremmo oggi).

Impossibile, oltre che insensato, tentare di riassumere in poche righe la ricchezza della pagina di don Milani, redatta (è un motivo ulteriore di bellezza) ricorrendo all’artificio letterario di fingere che a rispondere alla domanda su che cosa si facesse nella scuola di San Donato, posta da un periodico, fosse proprio uno degli alunni che la frequentarono realmente. Meglio leggerla per intero. Da parte mia, vorrei suggerire due o tre piste di riflessione, che mi sembra offrano un qualche contributo di approfondimento sul tema della “crisi del desiderio”. La prima pista è rappresentata dall’intensità delle ore di lezione. Don Lorenzo, con l’aiuto anche di un maestro elementare, le teneva ogni sera della settimana, da lunedì a giovedì, a partire dalle 20.30, a persone che avevano alle spalle (e davanti a sé, l’indomani) giornate durissime, con sveglia alle cinque del mattino, per essere alle otto sul posto di lavoro, e che rientravano a Calenzano poco prima del ritrovo in canonica per la scuola. Il più delle volte, questa intensità comportava che si sforasse l’orario previsto, senza che gli argomenti in programma fossero svolti completamente. Anzi: molte volte accadeva perfino che il giovane cappellano “divagasse” (almeno ciò sembrava ai giovani e alle loro famiglie), seguendo la sua passione per l’etimologia delle parole, e omettendo così di trattare argomenti a prima vista ben più utili – come le cognizioni matematiche o tecniche che avrebbero permesso di superare con maggiore facilità i concorsi d’assunzione.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4166

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO, SI ALLA VITA

WAEL FAROUQ, MUSULMANO: LA CHIESA È PARTE DEL NOSTRO POPOLO

INTERVISTA – I gruppi estremisti hanno dichiarato di essere pronti a colpire nuovamente i copti. E ovunque nel mondo, dove ci sono comunità copte, l’allerta questa volta è massima, Egitto compreso. Ma a fare più scalpore sono le dichiarazione del grande imam di Al Azhar, Ahmed Al Tayyeb, che ammonisce il Papa invitandolo ad essere più cauto. Teme l’imam, infatti, come ha dichiarato ieri in un’intervista al Corriere, «che le parole di Benedetto XVI possano creare una reazione politica negativa nell’Oriente in generale, e in Egitto in particolare». Un’intervista che arriva a distanza di tre giorni come una precisazione alle parole ancor più severe dell’imam, pronunciate in risposta all’Angelus di Benedetto XVI del 2 gennaio. Davanti a questa strategia di violenze che ha di mira i cristiani – aveva detto Benedetto XVI all’Angelus -, e ha conseguenze su tutta la popolazione, prego per le vittime e i familiari, e incoraggio le comunità ecclesiali a perseverare nella fede e nella testimonianza di non violenza che ci viene dal Vangelo. Penso anche ai numerosi operatori pastorali uccisi nel 2010 in varie parti del mondo…». Quella del Papa è «un’ingerenza, un intervento inaccettabile negli affari dell’Egitto». «La sua – così aveva replicato l’imam – è una visione sbilanciata su musulmani e cristiani che rischiano di essere uccisi in tutto il mondo. Perché non ha chiesto la protezione dei musulmani quando erano massacrati in Iraq?». Parole che hanno suscitato sorpresa negli ambienti vaticani, se si pensa che il messaggio del Papa era tutto improntato al diritto alla libertà religiosa e alla preghiera per i fratelli cristiani. Wael Farouq, professore all’Università americana del Cairo, condivide in pieno l’appello del Santo Padre alla libertà religiosa.

Com’è la situazione al momento in Egitto, dopo i momenti di tensione dei giorni scorsi?

«Adesso le cose cominciano ad andare meglio. Grazie a Dio negli ultimi giorni migliaia di cristiani e di musulmani sono scesi in strada per condannare e rifiutare quanto successo la notte di capodanno ad Alessandria d’Egitto. È un importante segnale di speranza».

Di chi sono secondo lei le maggiori responsabilità?

«Il maggior responsabile di quanto successo ad Alessandria e di quanto sta succedendo in Egitto è il governo egiziano. I cristiani sono scesi per strada a urlare la loro rabbia contro il governo, non contro gli islamici. I cristiani sono arrabbiati perché il governo, la burocrazia del governo egiziano, non li protegge; perché le loro richieste non vengono accettate. Non c’è rabbia verso gli islamici da parte dei cristiani».

Non ritiene dunque che ci sia una sorta di strategia internazionale per attaccare i cristiani che vivono nei paesi a maggioranza islamica?

«Io non posso parlare di quanto accade in altri paesi, posso parlare solo di quanto succede in Egitto. Quello che io posso dire, e confermo ogni parola di quanto dico, è che la maggioranza dei musulmani egiziani non sanno neanche immaginare un Egitto senza i cristiani. Se andate a guardare su Internet, ad esempio su Facebook, vedrete che esiste un movimento con migliaia di aderenti musulmani che dichiarano la loro solidarietà e il loro affetto nei confronti dei cristiani. Questi musulmani hanno dichiarato di essere pronti a difendere con i loro corpi le chiese cristiane in Egitto».

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4141

Lascia un commento

Archiviato in CHIESA IN AFRICA, NEWS & INFO

ENTRA NELL’ASSOCIAZIONE PAPABOYS!

“I giovani dell’Associazione Nazionale Papaboys accolgono con gioia il messaggio del Vangelo e facendolo proprio nella vicinanza al Santo Padre, sono impegnati nel mondo (pur restando di proprietà di Cristo) nella quotidianità delle proprie parrocchie ed associazioni. I Papaboys sono giovani che vivono, crescono, si formano e si impegnano per apportare al mondo, specialmente nelle categorie più deboli, quella goccia preziosa che altrimenti mancherebbe e con la stessa gioia si fanno testimoni per i loro coetanei alla ricerca del senso della vita”. “Ragazzi del Papa” quindi, ma anche “Messaggeri di Pace” e “Testimoni del Risorto”. Un apostolato giovanile del terzo millennio cristiano.
NUOVI AMICI IN TUTTO IL MONDO!

Sarai messo in contatto con i nostri responsabili regionali o provinciali in tutta Italia; potrai interagire con loro divenendo amici, e potrete creare ulteriori momenti di incontro e di scambio di esperienze. Qualora non fosse presente nella tua zona una sede provinciale o regionale, pregheremo e lavoreremo insieme per poter rendere concreta questa possibilità! Il nostro obiettivo &graveve; allargare una rete provincia per provincia, in tutte le regioni italiane e tu stesso potrai diventare referente per un gruppo di altri giovani o per un comitato locale o per una provincia intera.

Foto1
VIAGGI, SPORT, TURISMO & ATTIVITA’ CULTURALI!

Sarà a tua disposizione il nostro servizio turistico “Papaboys Agency” per programmare il tuo soggiorno a Roma e/o in altre regioni e città italiane, con visite guidate, momenti “personalizzati”, accompagnato da altri giovani come te! Contatta il seguente numero: 06/97270529 e comunica il tuo numero di tessera! Inoltre sarai coinvolto in tutti i viaggi e “pellegrinaggi” annuali che l’Associazione organizza per i propri iscritti sia in Italia che all’estero.

Foto2
PROTAGONISTA ATTIVO & INTERATTIVO!

Sarai iscritto alla nostra newsletter e riceverai informazioni in tempo reale sulle iniziative, le partecipazioni e gli appuntamenti dell’Associazione Nazionale Papaboys. Potrai usufruire, come socio, di tutte le sezioni del nostro sito ufficiale che eventualmente richiedono utente e password. Inoltre, se vorrai organizzare un incontro o evento nel tuo territorio, potrai contare sul patrocinio dell’Associazione e potrai usufruire dell’aiuto del nostro Ufficio Stampa per il coinvolgimento di media ed istituzioni.

Foto3
LAVORO, VOLONTARIATO & MISSIONE!

Sarai informato sulle attività sociali di evangelizzazione, volontariato e missione che l’Associazione promuove o patrocina in Italia ed all’estero. Potrai fare esperienze di lavoro estivo in Italia ed all’estero con l’Accademia Britannica srl (Partner dell’Associazione Nazionale Papaboys) ed anche con gli altri partner dell’Associazione. Diventerai punto di riferimento per altri ragazzi che hanno scelto l’Accademia Vacanze e le proposte di vacanze studio che essa promuove. Hai bisogno di crediti per scuole superiori o università? Potrai partecipare ad esperienze di formazione presso la Sede Nazionale o le Sedi Regionali dell’Associazione Nazionale Papaboys.

Foto4
SE ANCHE TU CONDIVIDI LA NOSTRA MISSIONE,
VUOI FAR PARTE DI QUESTA ASSOCIAZIONE
E SE VUOI CONOSCERCI MEGLIO…
VIENI CON NOI!!!

 

scopri come iscriverti su: http://www.papaboys.it/iscrizione/index.asp

Lascia un commento

Archiviato in ASSOCIAZIONE PAPABOYS, NEWS & INFO, SI ALLA VITA

ISRAELE / INCENDIO SUL MONTE CARMELO: 40 MORTI, CENTINAIA DI INTOSSICATI

ISRAELE – Inferno sul monte Carmelo, nel nord d’Israele, dove un gigantesco rogo divampato fra i boschi ha devastato ieri un’area di 3000 ettari, causando la morte di almeno 40 persone, il ferimento o l’intossicazione di diverse altre, lo sgombero di villaggi e kibbutz e ingenti danni materiali.

Un disastro di portata inedita per Israele, costretto a chiedere l’invio di aerei anti-incendio da Paesi stranieri – Italia, Russia, Cipro, Turchia e altri – per far fronte a una situazione rimasta fuori controllo per l’intera giornata dopo i primi allarmi del mattino e deterioratasi ancora nella notte. La strage si è consumata lungo una delle tortuose strade del Carmelo: suggestivo promontorio arricchito da una lussureggiante riserva naturale, affacciato sulla baia di Haifa e dominato da un santuario cattolico fra i più visitati della Terra Santa. Ne sono rimaste vittime decine di guardie penitenziarie che erano a bordo di un bus ribaltatosi mentre si allontanava dalla zona dopo l’evacuazione dei detenuti del vicino carcere di Damon. Il loro destino è stato orrendo: in trappola fra le lamiere, sono stati investiti dalle fiamme. I morti, malgrado le telefonate disperate e i tentativi di aiuto, sono stati alla fine almeno 40, ma si contano pure alcuni feriti gravi e altri più leggeri fra poliziotti e soccorritori. Alcuni feriti o intossicati si lamentano anche nel kibbutz di Givat Wolfson, evacuato come diversi villaggi (in maggioranza drusi) della zona, hotel e strutture carcerarie. La piccola località di Beit Oren appariva ieri sera spettrale e quasi completamente distrutta, in un panorama di case semi-carbonizzate. Mentre l’allerta si è estesa fino a Haifa (dove l’università è stata sgomberata nel pomeriggio) e danni si registrano anche in varie strutture, fattorie e almeno tre kibbutz di medie dimensioni: in uno figurano fra i residenti sei italo-israeliani, rimasti apparentemente incolumi.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3912

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

PASSATA LA RIFORMA DELL’UNIVERSITÀ. VETRINE ROTTE, BINARI INTERROTTI… E ADESSO COSA RESTA?

ROMA – E adesso? Dopo i cortei, le manifestazioni, le vetrine rotte, i binari interrotti, i disagi per centinaia di migliaia di persone, l’indifferenza o la distanza della maggioranza degli studenti dalle proteste, insomma dopo questo circo un po’ tetro con gente sui tetti e scontri per strada e, insopportabilmente, fin dentro il Senato della Repubblica, cosa resta? Resta una democrazia più ferita e una serie di problemi sul tappeto.

Una riforma per l’università era necessaria. Per ridurre costi, per raddrizzare procedure, per evitare nepotismi. E le riforme si fanno in Parlamento, se si crede nella democrazia. Accettare la logica delle barricate, degli assalti, delle proteste che generano disagio a chi non c’entra e infine violenza, significa non credere più nella democrazia. Possono essere i primi passi di un precipizio da cui poi non si torna facilmente. Noi italiani lo sappiamo bene. Sembrano non saperlo quegli intellettuali che hanno sempre compiaciuto i rivoluzionari in servizio permanente (basta che non diano fastidio al loro orticello). Non si accorgono (o peggio figono di non accorgersi) del grave valore che hanno gli assalti al Parlamento, l’appropriazione dei luoghi pubblici simbolici per attirare attenzione. Cosa si farà d’ora in poi? una gara a chi occupa per primo la torre di Pisa? Non manca quasi a nessuno qualche buona ragione per protestare. Ma la protesta in democrazia diventa voto e assemblea legislativa e, prima o poi, governo. Se no, diventa inevitabilmente qualcosa d’altro. La riforma certamente accanto a pregi ha dei difetti. La questione essenziale dei ricercatori, addirittura le attese e benedette norme antinepotismo che rischiano di diventare un po’ grottesche, i tagli o gli incentivi che potrebbero esser meglio indirizzati in settori del diritto allo studio. E c’è un innegabile disagio dei giovani – all’inizio di una carriera o studenti – che ha motivi ben più vasti e profondi, pronto (in parte) a incanalarsi sull’immediatezza dello scontro politico.

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3902

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

LA PROTESTA GIOVANILE: GIUSTA SE NON SI TRASFORMA IN VIOLENZA E RESTA PRESA DI POSIZIONE DEMOCRATICA

ROMA – Sono molti gli studenti universitari in quota all’Associazione Nazionale Papaboys, in tutta Italia circa un migliaio, che sulle contestazioni di queste ore hanno pareri discordanti: alcuni si sono ‘aggiunti’ alle manifestazioni, altri si sono pubblicamente dissociati. Quale è la giusta cosa da fare? Innanzitutto il massimo rispetto per le autorità di polizia, poiché se da un lato il contestare può essere anche espressione di democrazia, dall’altro, se si va a finire nella violenza e negli scontri fisici, si passa sempre dal lato del torto. A poche ore dal voto in Aula alla Camera sul ddl universita’, dove il governo e’ stato battuto da un emendamento del Fli, gli studenti italiani scendono nuovamente in piazza con cortei, manifestazioni e sit in. A Roma, in particolare, traffico in tilt e centro storico praticamente bloccato.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3892

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

LO SPOT PRO EUTANASIA CHE CAMBIA LE REGOLE E SI INVENTA L’UOMO “FAI DA TE”

IL CASO – Spot tv dell’associazione Exitus per depenalizzare l’eutanasia: tanto scalpore, giuste critiche. Ma è sfuggito il messaggio vero (e terrificante) dello spot. Già, parla di cambiare una legge, invece fa un’opera più forte, insinua un tarlo: che la vita è tutta solitudine. E l’ideale è: in questa solitudine fare “le scelte”. “La vita è una questione di scelte – dice il protagonista dello spot, un malato terminale -. Ho scelto di fare l’università, di sposare Tina, di avere due figli splendidi, ho scelto che macchine guidare. Quello che non ho scelto è di diventare un malato terminale”.

Invece ripensiamo alla nostra vita: che ci piaccia o no è fatta soprattutto di cose che ci càpitano, non di cose che scegliamo noi. Cose belle o brutte, morti o innamoramenti, non li scegliamo, arrivano. Non mi sono fatto da me e non ho scelto di nascere, di nascere in Italia, di avere certi genitori e una certa predisposizione genetica a malattie o abilità mentali. E anche le scelte da adulti arrivano dopo l’impatto con una realtà, come risposa a provocazioni della realtà: io non sono chiuso in una cassa, solo con i miei pensieri dove scelgo come in un sogno solitario quale tipo di donna vorrei incontrare, quale tipo di lavoro vorrei fare, quale tipo di figlio voglio generare. Insomma, la vita non è un mondo di carta che costruiamo noi: la vita ci supera, ci spiazza per definizione. L’uomo ragionevole ne prende atto; e sa che solo una minima parte di quel che abbiamo davanti si può padroneggiare; e sa anche non giocare a essere padrone della realtà con la inevitabile conseguenza che al primo “discordante accento” tutto crolla e finisce nella disperazione. Invece dire che “tutto è scelta” sembra ampliare le possibilità umane, è dire che la realtà che io non scelgo non deve esistere: dal figlio “imperfetto” a scuola o nell’utero; alla moglie che mostra di non essere perfetta e allora si pianta; al lavoro che appena ci si accorge che è più duro del previsto diventa profitto personale. Giovanni Verga nella novella La roba, mostra il protagonista che, arrivando la morte e non accettando che le sue proprietà non lo seguano nella tomba, le incendia, uccide e distrugge: non rientravano nel suo disegno e dovevano perciò sparire.

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3782

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

CRISI UMANITARIA AD HAITI: EPIDEMIA DI COLERA COLPISCE GLI SFOLLATI

HAITI – “Nove mesi dopo un terremoto che ha causato la morte di più di 200mila persone, Haiti sta ancora attraversando una profonda crisi umanitaria che tocca i diritti umani di chi è stato sfollato a causa dalla tragedia”. A sostenerlo è Walter Kaelin, rappresentante Onu del segretario generale dei diritti degli sfollati, che parla di un milione e 300mila persone coinvolte a vario titolo nella crisi, tra chi ha perso la casa durante il terremoto e chi è sfuggito all’estrema povertà accentuata dal sisma del 12 gennaio scorso. A questo allarme se ne aggiunge un altro, lanciato dalle autorità sanitarie locali che parlano di un’epidemia di colera che ha già ucciso 135 persone. Sulla situazione sanitaria ad Haiti, Salvatore Sabatino ha intervistato Federico Filidei, medico del Gruppo di chirurgia d’urgenza dell’azienda ospedaliera universitaria di Pisa, che si era recato ad Haiti nel post-terremoto:

R. – La situazione al nostro arrivo era ovviamente disastrosa. La città era un brulicare di persone che stavano fuggendo, ovviamente soprattutto nella parte più vicina al centro gli edifici erano completamente crollati. Quindi, è una situazione molto, molto precaria.

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3641

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

FONTANE DI LUCE E MUSICA IN PIAZZA POLITEAMA, I GIOVANI DI SICILIA CREDONO NEL CAMBIAMENTO.

PALERMO, SABATO 2 OTTOBRE 2010 – Mancano ormai poche ore all’arrivo di Papa Benedetto XVI a Palermo e le strade del capoluogo siciliano sono già piene di giovani in festa. I Papaboys di Sicilia non potevano mancare a questo appuntamento per testimoniarvi questa nuova esperienza di fede. Sabato pomeriggio alle 18 i Vescovi provenienti da diverse diocesi siciliane hanno incontrato i giovani, palermitani e non, per riflettere con loro sui temi che ci stanno più a cuore in questo momento: lavoro, scuola e università, giustizia e legalità, cittadinanza attiva e ambiente. Le “Fontane di Luce” (questo il nome dato alle catechesi dei Vescovi) hanno davvero illuminato la nostra mente. Ho ascoltato a lungo S.E. Mons. Salvatore Muratore (Vescovo della diocesi di Nicosia in provincia di Enna) che ha affrontato l’ambito di riflessione relativo all’ambiente nella chiesa di S. Anna La Misericordia. S. E. Mons. Muratore ha dato il benvenuto ai giovani di Acireale e alle famiglie di Mazara del Vallo con queste parole: “Mi auguro che voi giovani attingendo alle fontane di luce possiate diventare delle fiaccole di luce” […] Dio ha messo il segno più su tutte le cose. C’entra la fede con l’ambiente? Dove sta andando l’umanità? Quale futuro sta preparando? Cosa dobbiamo fare? Lo stupore è la molla della vita.

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3540

Lascia un commento

Archiviato in ASSOCIAZIONE PAPABOYS, BENEDETTO XVI, NEWS & INFO

IL PAPA AI GIOVANI DELLA ST. MARY’S UNIVERSITY: CERCATE IN DIO LA VERA FELICITÀ

IL PAPA NEL REGNO UNITO – Mirate a cose grandi, crescete in santità: è l’esortazione di Benedetto XVI ai giovani del Regno Unito, rivolta stamani nella visita alla St. Mary’s University College nel quartiere londinese di Twickenham. L’incontro del Papa, dedicato al mondo dell’educazione, è stato trasmesso via Internet in tutte le scuole cattoliche britanniche. Tanti i bambini che hanno potuto salutare il Papa di persona all’entrata del college, in un clima di grande gioia. Nell’occasione della visita, a cui ha preso parte anche il ministro dell’Istruzione britannico, è stata inaugurata la Fondazione “Giovanni Paolo II” per lo Sport. Il Papa ha inoltre benedetto una struttura sportiva che verrà utilizzata nelle Olimpiadi di Londra 2012.

continua su:http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3475

Lascia un commento

Archiviato in BENEDETTO XVI, NEWS & INFO