LO STATO SPENDACCIONE E MIOPE. UNA RIFLESSIONE SENZA PELI SULLA LINGUA….

Ho più volte richiamato l’attenzione sulla necessità di fare un buon uso del denaro pubblico non solo per il rispetto che tutti noi dobbiamo a chi fa sacrifici in specie per le categorie già più disagiate e, che risultano, in pratica, le più tartassate dal fisco, ma anche per quel principio di moralità pubblica che in non pochi casi sembra aver perso la dignità d’esistere. Esempi di questo genere ne potremmo fare a iosa ma mi limito solo a quelli che ritengo maggiormente indicativi e d’attualità. Penso ai 47 miliardi di euro giocati nel 2008 dagli italiani dei quali 20 con gli slot e che hanno fruttato al fisco, complessivamente, 8 miliardi di “percentuale” ma se compariamo questo prelievo, che è del 13% (al 12,6% secondo le ultime proposte del decreto anti-crisi), con la tassa sulla benzina che è del 68% ovvero con il 520% in piu’, rispetto al gioco con le slot, la sproporzione è evidente. Se poi rileviamo che in quel 68% di tasse per il nostro litro di benzina ci sono le addizionali per la guerra di Abissinia, la crisi di Suez, il disastro del Vajont, l’alluvione di Firenze, i terremoti del Belice, Irpinia e Friuli e la guerra nel Libano che se eliminate dal prezzo del carburante lo farebbero scendere del 20% lo stupore si aggiunge allo sconcerto. Un’altra bufala che ci è stata propinata è la social-card. Parto dai costi di produzione della tessera, di circuito, di pagamento e di ricarica. La produzione fisica della tessera costa circa 50 centesimi a pezzo (costo fornito dagli emittenti), quindi già 650 mila euro sono stati utilizzati. Segue il circuito di pagamento con una percentuale all’esercente, che in media è circa del 2% del pagamento stesso. Dovremmo, quindi, mettere in conto non meno di altri 6 milioni di euro di spesa statale che si aggiungono alle commissioni di ricarica, normalmente applicate dalle Poste, ammontanti a 1 euro a ricarica. Quindi per ogni carta sono 6 euro annui che lo Stato paga ma anche se fosse solo di 10 centesimi a ricarica, lo Stato comunque dovrebbe versare alle Poste italiane circa 800 mila euro in un anno.

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