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PAPABOYS, ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO UNA GIORNATA STUDIO INTERAMENTE DEDICATA AI GIOVANI

GIOVANI (Roma) – I giovani e le loro passioni, l’importanza di avere un’istruzione scolastica, il vivere all’insegna della legalità, il seguire la cultura dell’essere e non quella dell’apparire, la fiducia degli adulti nelle future generazioni e, infine, l’entusiasmo che i ragazzi devono avere nella fede. Questi sono stati i temi trattati ieri al’interno di “Giovani e forti..?”, una giornata di studio con, per e sui giovani, in attesa della beatificazione di Giovanni Paolo II. Nella Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la conferenza – organizzata in due sessioni – è stata moderata nella sessione mattutina da Luca De Mata, direttore emerito dell’Agenzia Fides, che nel pomeriggio ha lasciato il microfono ad Antonella Freno, ex assessore ai grandi eventi del Comune di Reggio Calabria.

De Mata ha aperto i lavori della giornata di studio presentando il primo ospite della conferenza, Padre Walter, assistente spirituale dei Papaboys, che ha espresso tutta la sua solidarietà verso i giovani, invitandoli a vivere con inesauribile entusiasmo, da spendere anche nella fede, nella dottrina e nella Chiesa attraverso la preghiera.“Voi siete la mia speranza, quella della società e della Chiesa”, ha invece esordito Pedro Barrajòn, rettore dell’Ateneo Regina Apostolorum, riprendendo le stesse parole che Giovanni Paolo II rivolgeva spesso ai giovani.Su questa linea, il rettore ha tracciato il suo discorso, incoraggiando gli adulti a guardare con speranza verso i ragazzi, poiché essi hanno una grande ricchezza: quella di scoprire sé stessi e di ascoltare la voce della loro coscienza. Solo in questo modo, secondo il rettore spagnolo, i ragazzi potranno formare la loro identità sociale e culturale, fondandola sui valori etici e morali della dottrina cattolica, che è alla base della nostra vita.In diversi momenti, nel corso della giornata, sono state riportate le parole – ormai divenute uno dei ricordi più indelebili nella mente di tutti – di Karol Wojtyla verso i giovani: “Non abbiate paura, spalancate le porte al Signore”.

Per parlare dell’istruzione e della formazione scolastica non poteva esserci ospite migliore del rettore dell’Università “La Sapienza” Luigi Frati, che ha sostenuto l’urgenza ed il dovere delle istituzioni di agire per arrivare ad una formazione scolastica di qualità, che possa permettere agli studenti di entrare nel mondo del lavoro con ottime basi ed esprimere le conoscenze acquisite all’università. Oggi i ragazzi, complice anche la crisi di valori in atto, hanno la tendenza a mitizzare personaggi appartenenti al mondo dello spettacolo, dello sport…miti effimeri che rappresentano la cultura dell’apparire e non quella dell’essere, su cui andrebbe fondata la nostra vita. Lo scopo dei giovani non dev’essere infatti quello di diventare a tutti i costi veline o calciatori, ma quello di proporsi al mondo per ciò che sono, dei ragazzi con i giusti valori.

I giovani, però, non sono solo quelli del mondo della pace ma anche quelli della guerra. Musa Maroofi, ambasciatore della repubblica islamica dell’Afghanistan in Italia, ha portato la sua testimonianza attraverso il racconto della vita di quei ragazzi che hanno sofferto per la distruzione del loro paese. “Giovani e pace”: questo è il motto della terra afghana, un paese giovane poiché è rinato dalla distruzione. Sono stati proprio i giovani a contribuire alla rinascita dell’Afghanistan basata, questa volta, su principi democratici di pace e sui diritti umani dei giovani e delle donne senza distinzione di sesso.Grazie alla ricostruzione, si è dato vita al Ministero della Gioventù per costituire scuole ed università all’insegna dell’istruzione culturale.

Nella speranza che le guerre vengano debellate Veronique Nobel, coordinatrice della preghiera straordinaria di tutte le Chiese per la riconciliazione dell’unità e della pace, ha mostrato, attraverso alcune immagini, come sia possibile riunire tutte le Chiese del mondo in un’unica preghiera di intercessione per l’unità e la pace partendo da Gerusalemme: è un percorso spirituale, sia collettivo sia individuale, che riunisce i fedeli di tutte le Chiese del mondo tutti i sabati alle 18.La musica può oltrepassare le barriere delle ideologie e questo lo dimostra la scuola musicale “Magnificat Institute”, istituita da Padre Armando Pierucci, che ha sede a Gerusalemme: in questa scuola ci sono molti allievi di diverse provenienza ma anche in conflitto ideologico. Padre Pierucci ha allievi di origine ebrea e palestinese che, attraverso la musica, utilizzano un linguaggio universale.
Esponente degli immigrati è Mansouri Mustapha, presidente dei Nuovi Italiani Partito Immigrati, che ha affrontato il problema dell’immigrazione in relazione al fatto che c’è una grossa speculazione sugli esseri umani poichè vengono sfruttati, nonostante contribuiscano del 10% al Pil italiano. Gli stranieri che nascono in Italia non vengono riconosciuti come italiani ma rimangono stranieri.

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IL PAPA AL CORPO DIPLOMATICO: DIFENDERE DOVUNQUE LA LIBERTÀ RELIGIOSA FONDAMENTO DELLA PACE

CITTA’ DEL VATICANO – Ricercare la via di una pace autentica attraverso il rispetto della libertà religiosa: è l’accorato appello rivolto da Benedetto XVI ai membri del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede, ricevuti stamani in Vaticano in occasione dei tradizionali auguri di inizio anno. Parlando agli ambasciatori, il Papa ha compiuto un giro d’orizzonte sulla condizione della libertà religiosa nel mondo ed è tornato a condannare con forza le violenze anticristiane, in particolare in Iraq ed Egitto. Quindi, ha chiesto l’abolizione della legge sulla blasfemia in Pakistan. Il Pontefice ha inoltre messo in guardia dai tentativi, soprattutto in Occidente, di marginalizzare la dimensione della fede. L’indirizzo d’omaggio al Santo Padre è stato rivolto dall’ambasciatore decano Alejandro Valladares Lanza. Attualmente, sono 178 gli Stati che intrattengono relazioni diplomatiche piene con la Santa Sede.

“La dimensione religiosa è una caratteristica innegabile e incoercibile dell’essere e dell’agire dell’uomo”: muove da questa verità incontrovertibile la riflessione di Benedetto XVI, che parlando agli ambasciatori di tutto il mondo ha ribadito che quando viene negato il diritto alla libertà religiosa “si creano squilibri e conflitti a tutti i livelli, tanto sul piano personale che su quello interpersonale”. Riprendendo il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, il Papa ha riaffermato che il diritto alla libertà religiosa, “troppo spesso messo in discussione o violato”, è in realtà “il primo dei diritti”. La pace, ha soggiunto, si può dunque costruire solo se “l’uomo può liberamente cercare e servire Dio nel suo cuore, nella sua vita e nelle sue relazioni con gli altri”. Il pensiero del Pontefice si è così rivolto agli attentati anticristiani in Iraq che, ha detto, “ci hanno profondamente addolorato”:

“Je renouvelle aux Autorités de ce pays et aux chefs religieux musulmans… ”
Il Papa ha rinnovato “alle autorità di quel Paese e ai capi religiosi musulmani” il suo “preoccupato appello ad operare affinché i loro concittadini cristiani possano vivere in sicurezza e continuare ad apportare il loro contributo alla società di cui sono membri a pieno titolo”. Anche in Egitto, ad Alessandria, ha rammentato, “il terrorismo ha colpito brutalmente dei fedeli in preghiera in una chiesa”. Tale “successione di attacchi”, è stata la sua amara constatazione, “è un segno ulteriore dell’urgente necessità per i governi della regione di adottare, malgrado le difficoltà e le minacce, misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose”. E ancora una volta, ha rimarcato che i cristiani del Medio Oriente “sono cittadini originali e autentici, leali alla loro patria e fedeli a tutti i loro doveri nazionali”. Quindi, ha elogiato quei Paesi del Vecchio Continente che hanno auspicato una “risposta concertata dell’Unione Europea” a difesa dei cristiani nella regione. Né ha mancato di chiedere che, nella Penisola arabica, dove vivono numerosi lavoratori immigrati cristiani, “la Chiesa cattolica possa disporre di adeguate strutture pastorali”:

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