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CARDINAL SARAH VISITA LE ZONE TERREMOTATE: “GRANDE INCORAGGIAMENTO PER LA CHIESA E PER IL PAESE”

ESTERI (Tokyo) – E’ un bilancio largamente positivo quello della visita in Giappone del Cardinal Robert Sarah, Presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, conclusasi quest’oggi. Come ha raccontato all’Agenzia Fides, il Nunzio Apostolico Sua Eccellenza Monsignor Alberto Bottari de Castello, “la sua è stata una presenza amica e fraterna, capace di infondere grande coraggio e di offrire un prezioso aiuto spirituale, oltre che materiale, alla Chiesa e a tutta la nazione”. La visita è stata ampiamente riportata dai mass-media laici nipponici e l’opinione pubblica, rimarca il Nunzio, “ha gradito molto questo gesto di solidarietà e di vicinanza, espressione di una precisa volontà del Santo Padre”. “Proprio di questo i giapponesi hanno bisogno oggi, in questa fase di ricostruzione e faticosa ripresa, dopo il sisma e lo tsunami”, nota monsignor Bottari de Castello.

Il Cardinal Sarah, nei discorsi pronunciati in diverse occasioni, ha sottolineato più volte che la sua visita era “espressione della paternità e dell’amore del Santo Padre”, e la gente ha colto benissimo questo messaggio. Il Cardinale si è recato prima nella diocesi di Saitama, dove ha incontrato il Vescovo locale e ha partecipato ad un momento di preghiera sulle rive del mare, lasciando fiori per le vittime dello tsunami. La scorsa domenica ha celebrato la Santa Messa nella diocesi di Sendai, la più colpita: è stata una celebrazione molto commovente, in quanto ha visto la partecipazione di alcuni sopravvissuti al sisma e allo tsunami, che hanno perso i familiari più stretti: a loro il Cardinal Sarah ha espresso vicinanza e conforto, pregando per loro e benedicendoli.

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“PAROLA E PAROLE”, OGGI ALLA DOMUS MARIE UN SEMINARIO DI STUDIO SU FEDE E COMUNICAZIONE

FEDE E MEDIA (Roma)- L’Azione cattolica italiana ha organizzato per questa mattina, presso la Domus Marie in via Aurelia 481, un seminario di studio dal titolo “Parola e parole”. Visto come occasione di approfondimento culturale, il seminario anticiperà la prossima assemblea nazionale dell’Associazione, che si svolgerà a Roma dal 6 all’8 maggio sul tema “Vivere la fede, amare la vita. L’impegno educativo dell’Azione Cattolica”. “Intelligenza della fede, nuovi media e nuova comunicazione”: questo sarà il tema principale del convegno in cui si analizzerà il rapporto tra la Chiesa cattolica e la comunicazione attraverso l’aiuto di monsignor Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, e di monsignor Domenico Pompili, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali.

Nel corso del convegno ci sarà un Focus, moderato da Rosario Carello, conduttore della trasmissione «A sua Immagine» di Rai 1, dedicato a “I volti della comunicazione” nel quale esperti ed operatori del mondo dei media proporranno la loro esperienza sul campo: Michele Sorice, sociologo della comunicazione e direttore del Cmcs della Luiss, Marco Tarquinio, direttore del quotidiano «Avvenire», Paolo Bustaffa, direttore dell’Agenzia «Sir» e Vania De Luca, giornalista di «Rainews24» e presidente Ucsi-Lazio.Hanno affermano gli organizzatori dell’iniziativa: “Il rapporto tra la Chiesa cattolica e l’universo dei media ha sempre fatto registrare un ampio ventaglio di valutazioni teoriche e prese di posizione pratiche, da quelle più critiche a quelle più prudenti, fino a vere e proprie ventate di entusiasmo. Si è passati da un antico atteggiamento di diffidenza alla rivendicazione, da parte della comunità cristiana, del diritto/dovere di fare uso dei media per portare avanti la propria missione evangelizzatrice. Con l’aiuto dei nostri ospiti si cercherà di andare oltre la teoria e la prassi che, soprattutto nell’ultimo decennio, gli anni della Rete e della diffusione dei Social Network hanno articolato il rapporto più che secolare tra la Chiesa cattolica e gli strumenti della comunicazione sociale, evidenziandone non poche contraddizioni”. 

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AFRICA, BENEDETTO XVI LANCIA UN APPELLO PER LA PACE IN COSTA D’AVORIO

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Nei suoi saluti in francese dopo l’Udienza generale di ieri, Benedetto XVI ha rivolto un “pressante appello” affinché si ristabilisca l’ordine in Costa d’Avorio, Paese travagliato dagli scontri seguiti alle elezioni presidenziali. “Da molto tempo, il mio pensiero si rivolge spesso alle popolazioni della Costa d’Avorio, afflitte da dolorose lotte interne e gravi tensioni sociali e politiche”, ha affermato il Papa rivolgendosi ai pellegrini francofoni. “Mentre esprimo la mia vicinanza a tutti coloro che hanno perso una persona cara e sono vittime di violenza, lancio un pressante appello perché si intraprenda al più presto un processo di dialogo costruttivo per il bene comune”.

In Costa d’Avorio si stanno affrontando le forze repubblicane, ex ribelli che sostengono il Presidente eletto Alassane Ouattara, riconosciuto dalla comunità internazionale, e le forze di sicurezza, rimaste fedeli al presidente uscente, Laurant Gbagbo, che non riconosce la vittoria di Ouattara al ballottaggio presidenziale del novembre scorso. La “drammatica opposizione” che si vive nel Paese, ha sottolineato il Pontefice, “rende più urgente il ripristino del rispetto e della convivenza pacifica”. “Nessuno sforzo deve essere risparmiato. Con questi sentimenti, ho deciso di inviare in questo nobile Paese il Cardinale Peter Kodwo Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio ‘Giustizia e Pace’ al fine di esprimere la mia solidarietà e quella della Chiesa universale alle vittime del conflitto e promuovere la riconciliazione e la pace”. Le parole del Pontefice sono state accolte con grande gioia dalla Chiesa in Costa d’Avorio. “Siamo felici per le parole del Santo Padre e lo ringraziamo per questo. Speriamo che la sua voce sia ascoltata”, ha confessato all’agenzia vaticana Fides monsignor Jean-Pierre Kutwa, Arcivescovo di Abidjan. Il presule ha ammesso che la “situazione umanitaria è fuori controllo” e che “vi sono migliaia e migliaia di sfollati provocati dai combattimenti”.

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GIORNATA DEL BAMBINO: 200 MILIONI DI BAMBINI SOTTO I 5 ANNI RISCHIANO VITA A CAUSA DI MALNUTRIZIONE

BAMBINI – Oggi, 20 novembre si celebra la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza indetta dalle Nazioni Unite per festeggiare il ventennale della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia (20 novembre 1989). Ratificando la Convenzione, gli Stati si impegnano a rispettare e a proteggere i bambini come persone che hanno diritto a un’esistenza dignitosa. Purtroppo la strada per garantire tale diritto è ancora lunga. Nei Paesi in via di sviluppo 200 milioni di bambini sotto i 5 anni rischiano la vita a causa della malnutrizione, secondo i dati UNICEF, mentre il Vertice mondiale della Fao sulla Sicurezza Alimentare appena concluso avverte che la fame nel mondo è a livelli record: colpisce più di 1 miliardo di persone e i prezzi dei prodotti alimentari nei paesi poveri rimangono ancora ostinatamente alti, nonostante il 2009 abbia segnato una buona produzione cerealicola mondiale. Il panorama generale descrive una situazione drammatica: nei paesi in via di sviluppo un bambino su quattro è malnutrito; oltre 72 milioni non vanno a scuola e il 54% di questi sono bambine; ogni anno, nel mondo, muoiono 9 milioni di bambini con meno di 5 anni di età per cause prevenibili e curabili, di cui quasi 2 milioni lo stesso giorno della nascita, mentre ogni giorno oltre 4 mila minori di cinque anni muoiono per mancanza di acqua potabile. Inoltre nel mondo ci sono più di 15 milioni di orfani a causa dell’Aids; la maggior parte dei morti di malaria sono bimbi subsahariani con meno di cinque anni di età; due milioni di bambini sono coinvolti in reti di prostituzione infantile; oltre 215 milioni trascorrono l’infanzia lavorando.

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