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OGNI POPOLO DEVE POTER ESPRIMERE LA VERITÀ SALVIFICA CON IL LINGUAGGIO CHE GLI È PROPRIO. UDIENZA.

luCITTA’ DEL VATICANO – “Ogni popolo deve calare nella propria cultura il messaggio rivelato ed esprimerne la verita’ salvifica con il linguaggio che gli e’ proprio”: questo si intende con il termine inculturazione, di cui i Santi Cirillo e Metodio rappresentano un “esempio classico”. Lo ha detto il Papa, che nel corso dell’Udienza Generale del Mercoledi’, ha parlato dei due Santi, noti come “apostoli degli salvi”, vissuti nel nono secolo. Essi hanno evangelizzato quelle terre e hanno tradotto i testi sacri nella lingua slava, fino a inventare un nuovo alfabeto, “aderente alla lingua parlata”, poi chiamato cirillico, dal nome del suo inventore, San Cirillo. Tale inculturazione – ha continuato Benedetto XVI – “suppone un lavoro traduzione molto impegnativo, perche’ richiede l’individuazione di termini adeguati a riproporre senza tradirla la ricchezza della parola rivelata. Di cio’ – ha sottolineato – i due Santi fratelli hanno lasciato una testimonianza quanto mai significativa alla quale la Chiesa guarda anche oggi per trarne ispirazione e orientamento”.

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Vietnam: i cattolici di Ho Chi Minh City impegnati contro Aids, prostituzione e a favore dei bambini di strada

I bambini di strada, la piaga dell’Aids, il dramma della prostituzione: sono questi i temi al centro dell’opera sociale dell’arcidiocesi di Ho Chi Minh City, che nei giorni scorsi si è riunita per fare il punto della situazione dei vari progetti sostenuti dalla Chiesa. L’incontro, riferisce l’Agenzia AsiaNews, è stato organizzato da padre Giuseppe Dinh Huy Huong, presidente della Commissione per la pastorale e le attività sociali dell’arcidiocesi. Do Thi Thanh Nga che lavora per il Gruppo di azione sociale di Tien Chi da 10 anni, composto da membri di diverse religioni ha detto: “Abbiamo uno scopo unico, e cioè andare dai poveri, malati, anziani e bambini di strada per dare il nostro aiuto. Prestiamo particolare attenzione alle aree rurali del Paese, dove abbiamo creato 18 ‘campi umanitari’ per bambini disabili”. Nel Gruppo vi sono 18 medici cattolici e 32 volontari di altre fedi: “Lavoriamo insieme senza alcuna discriminazione. Tuttavia incontriamo alcuni ostacoli, perché non avendo alcun protettore politico spesso non otteniamo il permesso di operare”. Un’altra grave piaga della zona è l’Aids: il 40 % dei malati di Ho Chi Minh City sono bambini. Uno di loro, di 10 anni, afferma: “Per me sarebbe un sogno poter andare a scuola, ma non posso. Le persone mi vedono e mi evitano, perché sanno della mia malattia. Vorrei avere degli amici con cui giocare”. Duong Thi Ban, infermiera in pensione e parrocchiana di Tan Viet, cerca di aiutare questi bambini, che hanno contratto già nell’utero materno il virus dell’Hiv. Insieme a suor Mai Thi Puong, religiosa delle Figlie di Maria, ha accudito nel 2007 oltre 300 bambini malati del distretto di Tan Binh. Pham Thi Loan, vice presidente delle Madri cattoliche di Ho Chi Minh City, opera invece con le prostitute : “Cerchiamo di portarle via dalla strada dando aiuto psicologico, lavoro e conforto. E’ difficile, ma facciamo tutto il possibile”.

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“Porre fine al blocco di Gaza”. E’ la richiesta del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle Chiese

Il Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC), riunito questa settimana a Ginevra, in Svizzera, chiede di porre fine all’assedio di Gaza. Nel documento diffuso a conclusione dell’incontro – riferisce l’agenzia Misna – il CEC invita al dialogo con tutti i palestinesi e con i “rappresentanti eletti” di Hamas, il movimento radicale islamico che dallo scorso giugno “governa de facto” la Striscia di Gaza. Un’esortazione cui fa eco l’approvazione, lo scorso 21 febbraio, da parte del Parlamento Europeo di una risoluzione per la fine del blocco. “Chiediamo alle nostre Chiese – afferma il documento del CEC – di insistere nel ricordare al governo d’Israele che deve adempiere ai suoi obblighi di potenza occupante, rispettando la Convenzione di Ginevra e garantendo l’approvvigionamento in cibo, medicine, carburante, acqua e servizi essenziali nella Striscia di Gaza”. Ribadendo una “condanna assoluta” di qualsiasi azione ai danni dei civili, il Comitato del CEC sottolinea che “la punizione collettiva di Gaza, il lancio di razzi, gli attentati suicidi” e “i check-points, le detenzioni infinite e le uccisioni senza processo non servono alla pace”. Piuttosto, Hamas e i governi palestinese e israeliano “hanno l’obbligo primario di proteggere la popolazione di Gaza nel rispetto dei diritti umani e delle leggi umanitarie”. “È nell’interesse di tutti – conclude il messaggio – lavorare per il reintegro di Gaza nei Territori Palestinesi occupati”. Il documento del CEC annuncia infine una settimana di “Azione internazionale della Chiesa per la pace di Palestina e in Israele”, in programma dal 4 al 10 giugno prossimi.

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