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MONGOLIA INTERNA, DIMOSTRAZIONI DI PIAZZA PER LA DIFESA DEI DIRITTI UMANI E DELLA TERRA NATALE

ESTERI (Pechino) – Nella Mongolia interna si sono verificate nuove dimostrazioni di piazza iniziate per il delitto di uno dei due leader dei pastori mongoli che si opponeva alla distruzione dell’ambiente provocata dalle miniere di carbone. Sul web impazzano le foto di centinaia di persone che dimostrano, soprattutto giovani, nella Banner (contea) Hunveet Shar e nella Banner Left Ujumchin, con cartelli con scritte in mongolo come “difendi i diritti dei mongoli” e “difendi la terra natale”. 

In base ai dati del Centro Informazione per i Diritti Umani nella Mongolia Meridionale (Smhric), fino al 2 giugno vi saranno, in programma, almeno altre 6 proteste in varie zone della regione, oggi nel Banner Alshaan Left, domani nella città di Ordos e domenica a Tongliao. Mergen, il leader dei pastori mongoli, è morto perchè sembra che abbia cercato di impedire ad un autocarro, carico di 100 tonnellate di carbone, di prendere una scorciatoia attraverso un terreno erboso e, per questo motivo, è stato investito dal veicolo, guidato da un etnico Han. In base alle foto messe su internet, alcune fonti parlano di omicidio provato dal fatto che la testa di Mergen è stata schiacciata dalle ruote del veicolo, che lo ha trascinato per circa 150 metri. A fronte di ciò oltre 2mila persone, in gran parte studenti, hanno manifestato in strada chiedendo alle autorità cinesi di rispettare sia i diritti dei pastori mongoli sia quelli di un intero popolo contro la dominazione degli etnici Han. 

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I VESCOVI DELL’ARIZONA CHIEDONO L’ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE: “È CONTRARIA AI VALORI EVANGELICI”

ESTERI (Phoenix, Arizona, USA) – I vescovi dello Stato dell’Arizona chiedono l’abolizione della pena di morte, sottolineando che questo tipo di vendetta è “contrario ai valori evangelici”. La dichiarazione dei presuli dell’Arizona è stato rilasciato dopo l’esecuzione di Eric John King, 47 anni, giustiziato ieri mediante iniezione letale nel carcere di Florence, dopo 20 anni di reclusione. King era stato condannato alla pena di morte nel marzo del 1991 per duplice omicidio.

Nel corso di un tentativo di rapina in un negozio di Phoenix, fruttato 73 dollari di bottino, nel 1989 l’uomo uccise a colpi di pistola un impiegato del negozio e una guardia giurata. Dopo l’arresto, King fu giudicato colpevole nel 1990 e condannato a morte il 4 marzo del 1991. Inizialmente la pena prevedeva la camera a gas, ma poi è stato deciso di eseguire un’iniezione letale. Per la prossima settimana in Arizona è in programma l’esecuzione di un altro uomo, Daniel Wayne Cook.

Nel messaggio, che è stato firmato dal Vescovo James Wall di Gallup, dal Vescovo Thomas Olmsted di Phoenix, dal Vescovo ausiliare Eduardo Nevares di Phoenix e dal Vescovo bizantino Gerald Dino dell’eparchia di Van Nuys, i presuli esprimono “compassione per coloro che sono vittime di crimini brutali e per le loro famiglie”, sottolineando che “gli effetti dell’omicidio, in particolare, sono davvero terribili”. I vescovi dell’Arizona ribadiscono la propria opposizione alla pena di morte: “Siamo fermamente convinti che la pena capitale sia una vendetta sanzionata dallo Stato che non è conforme al Vangelo di Gesù Cristo. Quando esistono altri mezzi per far sì che la società sia al sicuro da criminali pericolosi, la pena di morte nega l’intrinseca dignità e santità della vita umana ed è un contributo alla cultura della morte”.

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CONDIVIDIAMO L’EDITORIALE DI ‘AVVENIRE’: NON MORTA, MA UCCISA. ADESSO PERÒ VOGLIAMO SAPERE TUTTO

MILANO – Eluana è stata uccisa. Davanti alla morte le parole tornano nude. Non consentono menzogne, non tollerano mistificazioni. E se noi – oggi – non le scrivessimo, queste parole nude e vere, se noi – oggi – non chiamassimo le cose con il loro nome, se noi – oggi – non gridassimo questa tristissima verità, non avremmo più titolo morale per parlare ai nostri lettori, ai nostri concittadini, ai nostri figli. Non saremmo cronisti, e non saremmo nemmeno uomini. Eluana è stata uccisa. Una settimana esatta dopo essere stata strappata all’affetto e alla «competenza di vita» delle sorelle che per 15 anni, a Lecco, si erano pienamente e teneramente occupate di lei. In un momento imprecisato e oscuro del «protocollo», orribile burocratico eufemismo con il quale si è cercato di sterilizzare invano l’idea di una «competenza di morte» messa in campo, a Udine, per porre fine artificialmente ai suoi giorni.

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UN APPELLO CADUTO NEL SILENZIO. RIFLETTIAMO INSIEME. E PREGHIAMO DI PIU’

VITA – “Tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l’aborto, l’eutanasia e lo stesso suicidio volontario; […] tutte queste cose, e altre simili, sono certamente vergognose e, mentre guastano la civiltà umana, inquinano coloro che così si comportano ancor più che non quelli che le subiscono; e ledono grandemente l’onore del Creatore” […] con le nuove prospettive aperte dal progresso scientifico e tecnologico nascono nuove forme di attentati alla dignità dell’essere umano, mentre si delinea e si consolida una nuova situazione culturale, si dà ai delitti contro la vita un aspetto inedito e – se possibile – ancora più iniquo suscitando ulteriori gravi preoccupazioni: larghi strati dell’opinione pubblica giustificano alcuni delitti contro la vita in nome dei diritti della libertà individuale e, su tale presupposto, ne pretendono non solo l’impunità, ma persino l’autorizzazione da parte dello Stato, al fine di praticarli in assoluta libertà ed anzi con l’intervento gratuito delle strutture sanitarie. […] attentati, concernenti la vita nascente e terminale, che presentano caratteri nuovi rispetto al passato e sollevano problemi di singolare gravità per il fatto che tendono a perdere, nella coscienza collettiva, il carattere di “delitto” e ad assumere paradossalmente quello del “diritto”, al punto che se ne pretende un vero e proprio riconoscimento legale da parte dello Stato e la successiva esecuzione mediante l’intervento gratuito degli stessi operatori sanitari. […] nessuna parola può cambiare la realtà delle cose: l’aborto procurato è l’uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza […] ragioni per quanto gravi e drammatiche, non possono mai giustificare la soppressione deliberata di un essere umano innocente […] […] L’aborto e l’eutanasia sono dunque crimini che nessuna legge umana può pretendere di legittimare. La presente Enciclica […], vuole essere dunque una riaffermazione precisa e ferma del valore della vita umana e della sua inviolabilità, ed insieme un appassionato appello rivolto a tutti e a ciascuno, in nome di Dio: rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita umana!

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1973

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UNA PREGHIERA CHE SALE DAL CUORE DI MIGLIAIA DI GIOVANI PER LA PACE ETERNA DI ELUANA

‘Un omicidio di stato, pari ad ogni aborto autorizzato – questa è la dichiarazione di Giovanni Profeta, ufficio stampa dell’Associazione Nazionale dei Papaboys – una vicenda drammatica che oggi arriva ad un epilogo altrettanto drammatico.

L’Associazione Nazionale Papaboys chiede a tutti i giovani associati, ma anche a tutti i credenti, una preghiera perchè questa giovane possa raggiungere la pace che non ha trovato in questo mondo. ‘Preghiamo anche per il padre di Eluana, perchè il Signore possa far sperimentare a questo uomo, la misericordia vera del Padre.

Restiamo in tutti i casi vicini a questa vicenda triste dove purtroppo la morte ha voluto dire l’ultima parola. Cristo è risorto anche per Eluana. Ai sacerdoti che riceveranno la nostra informazione chiediamo di celebrare una Messa per questa giovane nelle prossime ore.

Associazione Nazionale Papaboys
Ufficio Stampa – ufficiostampa@papaboys.it

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