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LA VOCE DEI CRISTIANI È IL GRIDO DI DOLORE DELL’UMANITÀ. INTERVISTA AL CARDINALE APPIAH TURKSON

ROMA – “Il rischio è che adesso liquidino la strage di Alessandria d’Egitto come un imprevedibile atto terroristico. Ma non è così. È un grave episodio di intolleranza religiosa: contro i cristiani in primo luogo, ma anche contro tutti gli egiziani”. Il cardinale Peter Kodwo Appiah Turksonpresidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, non nasconde le sue preoccupazioni dopo l’attentato alla comunità copta ortodossa nella metropoli egiziana. “È la tragica conferma – aggiunge – della lucida visione manifestata da Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata mondiale della pace 2011: un testo nel quale il Papa mette esplicitamente in guardia dai pericoli che può comportare per tutti il mancato rispetto della libertà religiosa”. Nel tracciare un bilancio del suo primo anno alla guida del dicastero, il porporato sottolinea proprio la drammatica attualità del tema del messaggio pontificio e invita a tenere alta la guardia di fronte ai ripetuti episodi di violenza che continuano a colpire le minoranze religiose.

Quali scenari si aprono ora per i cristiani in Egitto dopo la strage di capodanno?

Il timore è che si finisca per attribuire la responsabilità a gruppi terroristici. Sarà anche vero, ma ciò non deve far dimenticare che sono stati uccisi degli egiziani: e questo è avvenuto nel loro stesso Paese, nelle loro strade, tra le loro case. Uno Stato deve difendere i suoi cittadini, non deve consentire che vivano nel terrore, senza protezione. Per i cristiani questo accade troppo spesso, quasi che fossero cittadini privi di cittadinanza. Ricordo che quando qualche tempo fa l’Egitto fu preso di mira da attentati terroristici contro i turisti – una fonte di ricchezza per la nazione – vennero presi immediatamente provvedimenti efficaci per la sicurezza di quanti si recavano in visita al Paese. Io auspico che siano messe in atto le stesse misure per garantire l’incolumità dei cristiani.

Nel suo messaggio il Papa lega il rispetto della libertà religiosa alla costruzione della pace. Garantire questo diritto fondamentale è sufficiente per assicurare oggi la concordia tra i popoli?

Il mondo di oggi sembra essere stanco di Dio. È meno tollerante, meno disponibile nei confronti delle manifestazioni della religione. È un mondo che vuole allontanare Dio il più possibile, che non è più capace di amare. Un mondo in cui ognuno ha paura dell’altro, di ciò che avverte come minaccia, di ciò che può sconvolgere i suoi piani. Purtroppo è questo il frutto di una cultura negativa che va sempre più diffondendosi. Aumenta la sensazione di insicurezza, di impotenza nei confronti del male stesso. La religione rappresenta quella dimensione positiva che non trova spazio in questo mondo.

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Intelligenza e fede per essere liberi da mode e conformismi: l’invito del Papa ai giovani di Sulmona

Distinguete tra problemi concreti e falsi valori: così il Papa ha esortato i giovani a non lasciarsi impoverire dalla cultura consumistica. Lo ha fatto ieri nell’incontro nella cattedrale di Sulmona con i giovani della città. Un ragazzo e una ragazza hanno rivolto un sentito saluto a nome di tutti esprimendo a Benedetto XVI le proprie preoccupazioni per il futuro e confermando di contare sulla guida del Papa. Benedetto XVI li ha invitati a volere bene alla Chiesa.Il Papa ha incontrato i giovani nella cattedrale, dove ha pregato nella cripta che ospita in questo anno giubilare le spoglie di Celestino V. Benedetto XVI ha parlato dell’esempio di Celestino V e ha invitato i giovani ad avere chiara l’importanza della fede e dei valori morali:
“Cari giovani! … Mi avete fatto delle domande, con molta franchezza, e, nello stesso tempo, avete dimostrato di avere dei punti fermi, delle convinzioni. E questo è molto importante. Siete ragazzi e ragazze che riflettono, che si interrogano, e che hanno anche il senso della verità e del bene. Sapete, cioè, usare la mente ed il cuore, e questo non è poco! Anzi, direi che è la cosa principale in questo mondo: imparare a usare bene l’intelligenza e la sapienza che Dio ci ha donato! La gente di questa vostra terra, in passato, non aveva molti mezzi per studiare, e nemmeno per affermarsi nella società, ma possedeva ciò che rende veramente ricco un uomo e una donna: la fede e i valori morali. E’ questo che costruisce le persone e la convivenza civile!”
Il Papa ha espresso la gioia di essere tra loro come un padre di famiglia. Ha sottolineato che ci sono ombre che oscurano l’orizzonte, ma ha invitato i giovani a distinguere: ci sono problemi concreti – ha spiegato – ma ci sono anche falsi valori e modelli illusori, che vi vengono proposti e che promettono di riempire la vita, mentre invece la svuotano. Di fronte a ciò, molto può la memoria storica:
“Sì, la memoria storica è veramente una ‘marcia in più’ nella vita, perché senza memoria non c’è futuro. Una volta si diceva che la storia è maestra di vita! La cultura consumistica attuale tende invece ad appiattire l’uomo sul presente, a fargli perdere il senso del passato, della storia; ma così facendo lo priva anche della capacità di comprendere se stesso, di percepire i problemi, e di costruire il domani. Quindi, cari giovani e care giovani, voglio dirvi: il cristiano è uno che ha buona memoria, che ama la storia e cerca di conoscerla”.
A proposito di false illusioni, il Papa, mentre raccomandava la preghiera, ha sottolineato: “La vera preghiera non è affatto estranea alla realtà. Se pregare vi alienasse, vi togliesse dalla vostra vita reale, state in guardia: non sarebbe vera preghiera! Al contrario, il dialogo con Dio è garanzia di verità, di verità con se stessi e con gli altri, e così di libertà. Stare con Dio, ascoltare la sua Parola, nel Vangelo, nella liturgia della Chiesa, difende dagli abbagli dell’orgoglio e della presunzione, dalle mode e dai conformismi, e dà la forza di essere veramente liberi, anche da certe tentazioni mascherate da cose buone. … Così fu per san Celestino V: egli seppe agire secondo coscienza in obbedienza a Dio, e perciò senza paura e con grande coraggio, anche nei momenti difficili, come quelli legati al suo breve Pontificato, non temendo di perdere la propria dignità, ma sapendo che questa consiste nell’essere nella verità”.

Ai giovani che gli hanno detto: “Santità, siamo con lei!”, il Papa ha risposto:“Cari giovani! Amate le vostre Comunità cristiane, non abbiate paura di impegnarvi a vivere insieme l’esperienza di fede! Vogliate bene alla Chiesa: vi ha dato la fede, vi ha fatto conoscere Cristo! E vogliate bene al vostro Vescovo, ai vostri Sacerdoti: con tutte le nostre debolezze, i sacerdoti: sono presenze preziose nella vita! … Cari giovani, conservate il vostro entusiasmo, la vostra gioia, quella che nasce dall’aver incontrato il Signore e sappiate comunicarla anche ai vostri amici, ai vostri coetanei!”.

Prima dell’incontro pubblico con i giovani, ce n’è stato uno ben riservato: è stato l’incontro con la delegazione del carcere di Sulmona, noto come supercarcere di massima sicurezza. Il volto serio del direttore che usciva dalle sale del centro diocesano dove si è svolto l’incontro si è sciolto in un commosso sorriso, poche lapidarie parole alla Radio Vaticana: “E’ stato incredibilmente toccante”. Poi è apparso il cellulare che ha riportato nella casa di reclusione i 5 detenuti: qualche mano ha salutato fuori dal finestrino. Il cappellano, padre Franco Messori, ci ha raccontato dell’emozione nel momento i cui i carcerati hanno consegnato al Papa il mosaico fatto da loro su un’immagine sacra. Benedetto XVI è rientrato ieri sera in Vaticano, dopo aver lasciato in elicottero la città di Sulmona. A salutarlo a conclusione della giornata di visita c’erano autorità e in particolare tanti bambini. Ricordiamo che ieri mattina nella città abruzzese il Papa aveva celebrato la Messa e recitato l’Angelus in piazza Garibaldi. Aveva inaugurato la casa per sacerdoti anziani e malati che gli è stata intitolata, all’interno del Centro diocesano locale.

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LE MODE SUBDOLE: GLI ECCESSI DEL GIOCO D’AZZARDO – AUMENTANO LE PREOCCUPAZIONI SUI COSTI SOCIALI

ROMA – L’avarizia e il materialismo sono stati oggetto di pesanti accuse nell’ambito dell’attuale crisi economica. Ciò nonostante, gli effetti derivanti dalla scristianizzazione della nostra società continuano a farsi sentire. Nel bel mezzo della Quaresima, una grande società australiana di scommesse, la Tabcorp, ha annunciato di non voler interrompere l’attività delle scommesse neanche per il Venerdì Santo nei due Stati più abitati dell’Australia, il Victoria e il New South Wales. Secondo un articolo apparso il 17 marzo sul quotidiano Herald Sun di Melbourne, il direttore della Tabcorp, Robert Nason, ha detto che questa iniziativa rientra nel tentativo di ottenere il permesso per lo svolgimento delle gare in Australia anche il Venerdì Santo. 

Mentre quest’anno gli scommettitori non hanno potuto puntare sulle gare locali, infatti, l’iniziativa della Tabcorp consentirà loro di farlo sulle corse che si svolgono all’estero. La notizia ha suscitato ampia disapprovazione da parte delle Chiese. Il Vescovo Christopher Prowse, ausiliare cattolico a Melbourne, ha scritto il giorno seguente all’Herald Sun accusando la Tabcorp di non tener conto dell’adesione religiosa della maggioranza degli australiani. Dai dati risulta infatti che lo scorso anno, nello Stato di Victoria, la sola Chiesa cattolica ha visto una partecipazione di più di 250.000 persone alle funzioni religiose del Venerdì Santo. “Il gioco d’azzardo sta già infliggendo un duro colpo ai rapporti interpersonali nelle famiglie e nelle comunità”, ha aggiunto monsignor Prowse. “Non lasciamo che il consumismo ci rovini uno dei rari giorni di sacralità e di riflessione rimasti nel nostro calendario”. La propensione degli australiani al gioco d’azzardo era già stata oggetto di allarme. Gli abitanti del Victoria, nell’anno finanziario che si è concluso il 30 giugno 2008, hanno perso 2,6 miliardi di dollari australiani (1,4 miliardi di euro) solo sulle macchine da poker, secondo il quotidiano Age del 7 marzo…

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2504 

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LE PREOCCUPAZIONI DEL PRESDIENTE DELLA REPUBBLICA NAPOLITANO: VIGILANZA E CONSULTA

ROMA – Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, a poche ore dall’incontro con il Papa al Quirinale, si è detto preoccupato per alcuni organi che vanno eletti nel panorama burocratico dello stato: “E’ indispensabile – ha affermato il Presidente -che su ogni pur comprensibile diversità di valutazioni politiche prevalga la consapevolezza dell’inderogabile dovere costituzionale da adempiere”. La dichiarazione è relativa alla nomina di un giudice della Consulta e del vertice alla Vigilanza Rai da Parte del Parlamento. Il presidente della Repubblica ha sottolineato “la preoccupazione e l’impegno con cui da tempo seguo queste vicende. Lo sanno bene i Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati. Si tratta di obblighi a cui il Parlamento non può ulteriormente sottrarsi, in quanto toccano la funzionalità di importanti istituti di garanzia”.

Alla vigilia della visita che Benedetto XVI compirà domani al Quirinale a Roma – nella festa di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia – incontro ieri in Vaticano tra il segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, e il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini. Al centro del colloquio, uno scambio di valutazioni sulle principali questioni internazionali e sugli obiettivi della prossima presidenza italiana del G8. I ”grandi temi dell’attualita’ internazionale” e ”gli sviluppi del dibattito sulla laicita’ e la questione dell’identita’ culturale dell’Europa”: e’ questa la ”ipotetica agenda” dei colloqui tra papa Benedetto XVI e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che si incontreranno sabato 4 ottobre mattina al Quirinale, stilata, in un’intervista all’Osservatore Romano, da Antonio Zanardi Landi, ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede. Si trattera’, spiega l’ambasciatore nel colloquio con il direttore del quotidiano della Santa Sede, Giovanni Maria Vian, e con il giornalista Francesco M. Valiante, di un incontro dal ”valore particolarissimo” la cui dinamica privilegera’ il momento del confronto e dello scambio di valutazioni ”rispetto a quello piu’ strettamente protocollare”.

Per leggere tutto il testo vai su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1812

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