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ATTENTATO IN LIBANO: UCCISO UN MILITARE ITALIANO, ALTRI 4 FERITI. UNO È GRAVISSIMO

ESTERI (Beirut) – Un militare italiano della missione Unifil in Libano è rimasto ucciso e un altro è in gravissime condizioni in seguito a un attacco contro i mezzi dell’Onu. Sono rimasti feriti anche altri quattro soldati italiani e, secondo il sito di al-Manar, tv vicina al movimento sciita Hezbollah, anche due civili libanesi. L’attentato è stato provocato dall’esplosione di una bomba presso Sidone, a circa 40 km a sud di Beirut, che ha fatto saltare in aria il veicolo sul quale viaggiavano i militari italiani. L’ordigno era stato nascosto dietro la barriera di cemento armato sul ciglio della superstrada Sidone-Beirut. Il convoglio era composto da quattro veicoli e la deflagrazione ha colpito l’ultima.

I soldati italiani sono in Libano dal settembre 2006 nell’ambito della missione Leonte, che fa parte dell’intervento Onu denominato Unifil. L’Italia partecipa alla missione internazionale con un contingente di 1.780 militari. Il 10 maggio c’era stato il passaggio di consegne nel settore ovest della missione Unifil fra la brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli e la brigata meccanizzata Aosta. Al quartier generale del contingente italiano, base Millevoi, si era svolto l’avvicendamento tra i comandanti delle due brigate, i generali Guglielmo Miglietta e Gualtiero Mario De Cicco. Per la brigata Aosta, stanziata in Sicilia, si tratta della prima missione in Libano, dopo varie missioni svolte negli anni passati nei Balcani.

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IL 14 DICEMBRE A ROMA LA FESTA DEI PAPABOYS ‘CINQUE ANNI INSIEME – IL SEME DELLA SPERANZA’

ROMA – Martedì 14 Dicembre 2010, in occasione delle festività natalizie, si terrà la convention “Cinque anni insieme – Il seme della speranza”. L’incontro, ideato dall’Associazione Nazionale Papaboys per celebrare i suoi primi cinque anni di attività, si svolgerà presso la prestigiosa sede di Palazzo Grassi in Via Merulana 60, a Roma. L’Associazione Nazionale Papaboys è una realtà giovanile di ispirazione cristiana fondata nel Marzo dell’anno 2004 ed operativa sul territorio nazionale dalla fine del 2005 che in questi suoi primi anni di vita è riuscita a coinvolgere 13.000 ragazzi in tutta Italia. L’Associazione dei Papaboys è nata grazie agli stimoli del servo di Dio Giovanni Paolo II rivolti alla gioventù, ed oggi prosegue il suo cammino negli insegnamenti ed alla luce del Magistero di Benedetto XVI.

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NON AVER PAURA, APRITI AGLI ALTRI, APRITI AI DIRITTI: LANCIATA CAMPAGNA CONTRO IL RAZZISMO

GERUSALEMME – “Una situazione politica che si basa sul potere e la forza militare non porta alla speranza ma ad altri problemi”. Lo ha detto il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, nella sua catechesi per questa terza domenica di Quaresima proposta su YouTube attraverso Telepace Holy Land Tv e ripresa dall’agenzia Sir. “Abbiamo bisogno di soluzioni che non sopprimano il problema umano sopprimendo l’uomo ma che ci aiutino ad affrontarlo con speranza e fede” ha dichiarato il patriarca che ha proseguito: “in Terra Santa viviamo con enormi problemi politici” davanti ai quali “possiamo essere impazienti, mettendo da parte o addirittura ignorando del tutto i nostri e gli altrui bisogni, per trovare una fine rapida a questi problemi”. Una fretta, che per Twal, “è uno dei motivi per cui molti cristiani emigrano. Essi concepiscono le loro vite come un problema senza soluzione. Gesù, invece, ci mostra che è possibile lavorare con pazienza per la soluzione di ogni problema dell’uomo. Ed è quello che ci mostra questa stagione di penitenza”. Sull’emigrazione dei cristiani dalla Terra Santa il patriarca aveva già parlato il 9 marzo, all’università cattolica di Lione, nel corso della sua visita in Francia su invito dell’Ordine del Santo Sepolcro.

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A GAZA SI COMBATTE ANCORA; ARRIVA BAN KI-MOON

 

 

 

 

 

GERUSALEMME – Forti combattimenti sono continuati all’alba fra l’esercito israeliano e i miliziani di Hamas alla periferia di Gaza City. Intanto oggi arriva in Medio Oriente il segretario dell’Onu Ban Ki-moon, nel tentativo di fermare il conflitto che è ormai al suo 19° giorno. Oggi Ban dovrebbe incontrare il presidente egiziano Hosni Mubarak, e quindi il governo israeliano e l’Autorità palestinese. Non incontrerà però Hamas, e ad oggi non si sa se visiterà la stessa Gaza. Nella notte aerei israeliani hanno compiuto più di 60 raid nel sud della Striscia nel tentativo di distruggere i tunnel che dall’Egitto passano in Gaza e vengono usati per il rifornimento di razzi e munizioni. Ieri almeno 70 palestinesi sono stati uccisi, portando il numero dei morti a 975 e quello dei feriti a 4400. Israele da parte sua afferma che i suoi morti sono 13: 10 militari e 3 civili. Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha accusato Israele di voler “annientare” la popolazione della Striscia di Gaza.

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SCRIVETE LA VERITA’: ‘SIAMO IN GUERRA’! MA LA CHIESA ED I CRISTIANI CHIEDONO ‘PACE IN TERRA SANTA!’

ROMA – A chi piace chiamarla ‘rappresaglia di Israele contro Hamas’, a chi piace ‘provocazione di Hamas’ ed anche a chi si appella al ‘Cessate il fuoco di Hamas prima del ritiro delle truppe di Israele’ vogliamo urlare con tutta lanostra voce ‘SCRIVETE CHE SIAMO NELLA GUERRA IN CORSO!’. Ma la Chiesa, ed il mondo cristiano tutto, chiedono ‘LA PACE IN TERRA SANTA!’. E mentre giungono in queste ultimissime ore notizie dal governo di Israele che vuole intensificare l’offensiva, facciamo un breve punto della situazione drammatica sul terreno di battaglia. Tre ore di tregua al giorno. Israele ha garantito lo stop dei raid sulla Striscia di Gaza tre ore al giorno, per garantire un corridoio umanitario. L’iniziativa prevede l’autorizzazione dell periodico accesso a varie aree della Striscia per consentire il passaggio di generi di prima necessità. “Per prevenire una crisi umanitaria nella Striscia di Gaza”, si legge in un comunicato, “il premier Ehud Olmert ha deciso di adottare una proposta venuta dai responsabili della sicurezza per l’apertura di un corridoio umanitario nella Striscia di Gaza per venire in aiuto alla popolazione. Ciò comporterà l’apertura di settori geografici per periodi limitati nei quali la popolazione sarà in grado di ricevere aiuti”. Della decisione Olmert ha informato il segretario di stato americano Condoleeza Rice. Intanto l’ambasciatore di Israele alle Nazioni Unite, Gabriela Shalev, ha dichiarato che lo Stato ebraico sta prendendo “molto seriamente la proposta egiziana per un cessate il fuoco a Gaza. Sono sicura che la proposta vada considerata. Se verrà accettata questo lo vedremo, ma comunque la prendiamo molto, molto seriamente”, ha spiegato la Shalev martedì sera, a margine del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. L’iniziativa del presidente egiziano Barak è molto apprezzata anche dagli Stati Uniti.

FERMATE IMMEDIATAMENTE LA GUERRA: QUESTO IL NOSTRO APPELLO.

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AMERICA/BRASILE – Messaggio del Santo Padre per il Centenario dell’Arcidiocesi di Sao Paulo: “Possa questa significativa celebrazione incoraggiare tutte le forze vive di questa Chiesa locale ad un marcato protagonismo evangelizzatore”

Lo stadio Pacaembu dell’Arcidiocesi di Sao Paulo (Brasile) ha vibrato di gioia e fervore domenica 8 giugno. L’affluenza di fedeli ha superato ogni aspettativa. Secondo quanto dichiarato da uno dei coordinatori delle celebrazioni, quasi 40 mila persone si sono riunite per commemorare una data significativa per la Chiesa locale: la chiusura dell’anno dedicato al Centenario dell’Arcidiocesi di Sao Paolo.
L’evento è cominciato con diverse esibizioni musicali da parte di noti cantanti cattolici. All’apertura Mons. Pedro Luis Stringhini ha dato lettura del Messaggio inviato dal Santo Padre Benedetto XVI per il Centenario. Il Papa ha detto di associarsi al “giubilante canto di azione di grazie al Signore per i frutti di vita cristiana con i quali ha voluto benedire questa cara Chiesa locale”. Nel Messaggio vi è anche un riferimento alla visita che lo scorso anno il Papa ha fatto a Sao Paulo, della quale conserva vivi ricordi: “conservo con particolare gioia nella memoria i momenti che la Provvidenza mi ha concesso di vivere in quella vera festa spirituale che fu l’incontro con la gioventù latinoamericana dell’anno scorso”.
Il Santo Padre ricorda poi l’atto di intronizzazione dell’immagine dell’Apostolo Paolo come Patrono dell’Arcidiocesi: “una felice circostanza destinata a far accogliere meglio l’Anno Paolino, affinché possa dare, se Dio vuole, frutti abbondanti nella comunità ecclesiale”. Benedetto XVI conclude il suo Messaggio elevando a Dio la sua preghiera affinché “questa significativa celebrazione incoraggi tutte le forze vive di questa Chiesa locale ad un marcato protagonismo evangelizzatore, alla proclamazione assidua della Parola di Dio attraverso l’impulso apostolico di tutti, ad un sforzo intelligente e generoso per difendere la famiglia e la vita di ogni essere umano” e impartisce a tutti una speciale Benedizione Apostolica.
Il Cardinale Odilo Pedro Scherer, Arcivescovo di Sao Paulo, ha salutato i presenti e ha ricordato tutti i Vescovi e gli Arcivescovi che lo hanno preceduto nel governo dell’Arcidiocesi. “Oggi vogliamo ringraziare Iddio – ha affermato – per la storia della nostra Arcidiocesi. Tutta la comunità arcidiocesana è chiamata a testimoniare che Dio abita in questa città”. Dopo l’entrata solenne della statua di San Paolo Apostolo, è stata data lettura del Decreto della Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei Sacramenti che “designa l’Apostolo San Paolo come Patrono dell’Arcidiocesi di Sao Paulo, in Brasile”.
La celebrazione più importante è stata la solenne Santa Messa presieduta dal Nunzio Apostolico in Brasile, Mons. Lorenzo Baldisseri. Hanno concelebrato il Cardinale Odilo Pedro Scherer, numerosi Arcivescovi e Vescovi, centinaia di sacerdoti provenienti da tutto il Brasile. Erano presenti numerose autorità civili e militari, così come personalità di altre religioni e confessioni cristiane. Le offerte raccolte durante la Messa, secondo quanto comunicato da Mons. Joaquim Justino Carreira, Vescovo Ausiliare di Sao Paulo, sarà destinato a finanziare la costruzione del Santuario dedicato a Madre Paulina, nella favela Heliópolis, una delle più grandi dell’America Latina. Durante l’omelia, Mons. Lorenzo Baldisseri ha fatto riferimento al coraggio e all’ardore evangelizzatore dall’Apostolo San Paolo, come frutto della sua conversione e dell’incontro personale con Cristo che segnarono la sua vita. “Da oggi in poi – ha affermato – questa Arcidiocesi ha ufficialmente come patrono San Paolo, e dunque cosi come il grande Apostolo, questa Città di particolare importanza e centralità nell’ambito sociale, politico ed economico latinoamericano, deve essere esempio di ardore e diffusione apostolica per tutto questo Continente. Senza dubbio è chiamata a diventare una Chiesa in stato di missione come ci ha chiesto la V Conferenza di Aparecida”.
Al termine, la statua di San Paolo Apostolo è stata portata trionfalmente in processione, intorno allo stadio, proseguendo successivamente verso la Cattedrale, nel centro della città.

Fonte : Agenzia fides

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