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BENEDETTO XVI ALL’UDIENZA GENERALE: I CRISTIANI “RISORTI” CAMBIANO FACCIA AL MONDO

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Vivere da “risorti” in mezzo all’umanità per trasformare il mondo in un posto più solidale, le città in luoghi dove sia rispettata la dignità di ciascuno. È questa, ha detto il Papa, l’esperienza più profonda che i cristiani possono fare della Pasqua. Benedetto XVI ha dedicato la catechesi dell’udienza generale di questa mattina, in Piazza San Pietro, alla riflessione sul tempo pasquale. Al termine, il Papa ha rivolto un saluto ai fedeli di Lampedusa, apprezzandone lo spirito di solidarietà verso gli immigrati.

Non può essere Pasqua se tutto rimane come prima, dentro e attorno a un cristiano. Se “freschezza” e “gioia” non trasformano lui e i luoghi nei quali vive. È la semplice verità del più grande mistero della fede, spiegata una volta ancora da Benedetto XVI: il cristiano, risorto con Gesù, è chiamato a comportarsi, in un mondo di oscurità, come “un figlio della luce”:

“La risurrezione di Cristo è l’approdo verso una vita non più sottomessa alla caducità del tempo, una vita immersa nell’eternità di Dio. Nella risurrezione di Gesù inizia una nuova condizione dell’essere uomini, che illumina e trasforma il nostro cammino di ogni giorno e apre un futuro qualitativamente diverso e nuovo per l’intera umanità”.

Dunque, una Pasqua vissuta nella quotidianità cambia la qualità della vita. A patto, però, che i cristiani sappiano vivere da “risorti”. Ma come si fa a far “diventare ‘vita’ la Pasqua”? Per spiegarlo, il Papa ha preso a prestito le parole di San Paolo. Anzitutto, ha detto, bisogna pensare “alle cose di lassù, non a quelle della terra”:

“A prima vista, leggendo questo testo, potrebbe sembrare che l’Apostolo intenda favorire il disprezzo delle realtà terrene, invitando cioè a dimenticarsi di questo mondo di sofferenze, di ingiustizie, di peccati, per vivere in anticipo in un paradiso celeste. Il pensiero del ‘cielo’ sarebbe in tale caso una specie di alienazione”.

Le cose della terra, ha affermato Benedetto XVI, sono soprattutto il “desiderio insaziabile di beni materiali” e l’“egoismo, radice di ogni male”. Spogliarsi di questo e “rivestirsi di Cristo” – cioè di sentimenti di carità, di bontà, di mansuetudine, secondo la celebre descrizione di San Paolo – rende un cristiano capace di irradiare luce nel mondo. Quindi, ha osservato il Papa, essere cristiani è tutt’altro che essere alienati:

“San Paolo è dunque ben lontano dall’invitare i cristiani, ciascuno di noi, ad evadere dal mondo nel quale Dio ci ha posti. E’ vero che noi siamo cittadini di un’altra ‘città’, dove si trova la nostra vera patria, ma il cammino verso questa meta dobbiamo percorrerlo quotidianamente su questa terra (…) E questa è la via non solo per trasformare noi stessi, ma per trasformare il mondo, per dare alla città terrena un volto nuovo che favorisca lo sviluppo dell’uomo e della società secondo la logica della solidarietà, della bontà, nel profondo rispetto della dignità propria di ciascuno”.

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SU TWITTER E FACEBOOK LA DIRETTA DELLA BEATIFICAZIONE DI PAPA GIOVANNI PAOLO II

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Città del Vaticano) – In occasione della Beatificazione di Giovanni Paolo II, il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali del Vaticano ed il Vicariato di Roma, in collaborazione con la Radio Vaticana, hanno realizzato una importante iniziativa di fede e di comunicazione.

L’iniziativa chiamata “Sentinelle digitali”, si propone di creare gruppi di fedeli, giovani e meno giovani, che sul web, e specialmente su Facebook e Twitter, portino nel “mondo digitale” la figura e le parole del nuovo Beato.

Ma il grande evento che le sentinelle digitali stanno organizzando sarà ancora più innovativo: attraverso il canale ufficiale di Twitter (aperto dal vaticano per la Beatificazione del Papa)http://twitter.com/#!/Pope2YouVatican e la pagina di facebook della Radio Vaticana (http://www.facebook.com/#!/vatican.johnpaul2) sarà possibile seguire la diretta delle celebrazioni per la Beatificazione.

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CINA – CENTINAIA DI CRISTIANI ARRESTATI: ESPULSI DA UNA SALA, VOLEVANO PREGARE IN PIAZZA

La polizia ha portato via quasi 200 persone della Chiesa protestante di Shouwang, tra le maggiori chiese domestiche. I fedeli volevano pregare in piazza, dopo essere stati cacciati dai loro locali. La repressione contro “la rivoluzione dei gelsomini” si estende anche ai gruppi religiosi. Molti attivisti sono divenuti cristiani.

CHIESA NEL MONDO (Pechino) – Circa 200 cristiani sono stati arrestati dalla polizia, nei distretto di Haidian (nord di Pechino), per essersi dati appuntamento ieri in una piazza pubblica per celebrare la liturgia. E’ la maggior operazione contro cristiani degli ultimi anni. Il timore dei cristiani è che la repressione in atto per impedire una Rivoluzione dei gelsomini in Cina, sia estesa anche ai gruppi religiosi. I fedeli appartengono alla Chiesa protestante di Shouwang, una delle maggiori chiese domestiche (non riconosciute) del Paese con oltre 1000 membri. Di recente sono stati cacciati dai locali di un ristorante dove tenevano gli incontri: la polizia ha obbligato il padrone del ristorante a espellere i fedeli. Centinaia di poliziotti hanno presidiato sin dal mattino la zona di Zhongguancun e hanno portato via i fedeli appena arrivavano, per partecipare al servizio liturgico fissato per le ore 8.30, caricandoli su pullman in attesa. La liturgia in piazza non era segreta: era stata annunciata dai fedeli su internet.

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AIUTO DISABILI, PULIZIA GIARDINI, COMPAGNIA ANZIANI: DOMANI IN ISRAELE “GIORNATA DELLE BUONE AZIONI”

TERRASANTA (ISRAELE) – Domani in Israele si celebra la “Giornata delle buone azioni”, che coinvolge migliaia di persone, invitate, almeno per un giorno, a compiere un gesto di altruismo e volontariato. La giornata è promossa da Ruach Tova (“Spirito positivo”), un’organizzazione umanitaria israeliana che promuove la partecipazione attiva nella società e vuole essere il punto di contatto tra persone disposte a svolgere un’attività di volontariato e le organizzazioni che invece hanno bisogno di aiuto e cercano volontari. In questo senso Ruach Tova ha messo in contatto oltre 32 .000 volontari, con 1.800 associazioni bisognose.

Le iniziative in agenda per domani sono moltissime: aiuto ai disabili, pulizia di giardini, aiuto e compagnia agli anziani. La giornata si celebra dal 2007 e raggiunse una certa notorietà nel 2009 quando, tra le altre iniziative simboliche ci fu anche quella di un concerto speciale: un’orchestra di 13 ragazzi palestinesi di un campo vicino a Jenin, fu invitata presso il centro dei sopravvissuti all’Olocausto di Holon, nella periferia di Tel Aviv. Giovani palestinesi ed anziani ebrei festeggiarono insieme, facendo memoria della Shoah, trascorrendo alcune ore in un’occasione unica di conoscenza e scambio. Al ritorno a Jenin, tuttavia, l’orchestra palestinese venne sciolta ed il direttore licenziato, a causa delle accuse mosse da alcuni responsabili palestinesi di aver strumentalizzato i giovani musicisti in un’iniziativa contraria allo spirito nazionale.

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L’ITINERARIO MISSIONARIO DI GIOVANNI PAOLO II NELLA CAPITALE: UNA GRANDE ATTENZIONE PER IL MONDO

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Roma) – Ripercorrendo a ritroso le celebrazioni e le visite di Karol Wojtyla eletto Pontefice, ci si accorge di come siano state numerose: gli incontri con la gente in 301 parrocchie, senza contare le altre 16 comunità ricevute in Aula Paolo VI, e poi visite ad ospedali, carceri, comunità religiose, conventi e monasteri di clausura, università e scuole, mense per i poveri.Un’agenda ricca di impegni, non solo nella Capitale ma in tutto il mondo, a riprova dell’amore per la città e per la gente di Papa Giovanni Paolo II, il cui unico desiderio era quello di portare, ovunque, la sua presenza e diffondere la parola di Dio, specialmente alle persone sofferenti . E’ un pezzo di storia il “viaggio” del Pontefice lungo le strade dell’Urbe, che si concretizza in un insegnamento fatto di parole, sguardi, carezze, momenti di familiarità.

Il Policlinico Gemelli fu la prima tappa romana dell’itinerario missionario di Giovanni Paolo II, che visitò il vescovo Deskur, polacco come Wojtyla che si era ammalato, nelle stanze del nosocomio di via Pineta Sacchetti. Il destino ha voluto che l’ospedale – o «Vaticano numero 3», come il Papa stesso lo definì – fu il luogo dei suoi numerosi ricoveri, a cominciare da quello per l’attentato del 13 maggio 1981. Anche durante le sue degenze, il Santo Padre colse l’occasione per dimostrare la sua vicinanza ai malati ricoverati al Policlinico Gemelli. L’amore per le persone sofferenti è visibile dalle visite nei luoghi della povertà e del disagio come gli accampamenti di nomadi, le mense e i centri per disabili e pensionati.
Indimenticabile il sostegno del Papa nei confronti degli ammalati incontrati nelle corsie di tanti ospedali come il Bambino Gesù il 7 gennaio 1979 o quella al Santo Spirito il 23 dicembre 1979. Non da meno la visita ai detenuti nelle carceri come quella di Casal del Marmo il 6 gennaio 1980, Rebibbia il 27 dicembre 1983 in cui incontrò, senza rancore, il suo attentatore Alì Agca e Regina Coeli il 9 luglio 2000 in occasione del Giubileo delle carceri.Memorabili furono le molte celebrazioni fatte in occasione di ricorrenze religiose e non solo: la Messa in Coena Domini nella Basilica di San Giovanni in Laterano, all’inizio di ogni triduo pasquale; il rito della Via Crucis al Colosseo, anche negli ultimi anni di sofferenza; la Messa nella basilica di Santa Sabina all’Aventino per il rito delle Ceneri; gli incontri con i giovani romani nei giovedì precedenti la Domenica delle Palme; la Messa e la processione del Corpus Domini, con il ripristino della tradizione al giovedì ed una grande partecipazione di fedeli; le visite al Seminario Maggiore in occasione della festa della Madonna della Fiducia, concluse dalla cena informale con gli alunni; la Messa per i defunti al cimitero del Verano; l’atto di venerazione all’Immacolata in piazza di Spagna, conclusasi con l’ultima visita romana l’8 dicembre 2004, il «Te Deum» di ringraziamento di fine anno celebrato per molti anni nella Chiesa del Gesù e poi a Sant’Ignazio di Loyola e, infine, la celebrazione alla Basilica di San Paolo fuori le Mura a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

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PER LA PACE IN TERRA SANTA L’INCONTRO SPIRITUALE DI CIRCA 5 MILIONI DI FEDELI IN TUTTO IL MONDO

2000 Città unite in un’unica preghiera: “We want peace in the Holy Land”
ROMA – Si è conclusa da poche ore la Terza Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa, celebrata in 2000 città di tutto il mondo. L’iniziativa di preghiera nata dalla volontà di alcune associazioni cattoliche giovanili (tra cui noi Papaboys, ma anche l’Apostolato ‘Youth for life’ ed il network mondiale delle Cappelle di Adorazioni perpetua ed Adunanza Eucaristica), e patrocinata dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, che in questa terza edizione sono riuscite a coinvolgere, convogliandole in un’unica preghiera mondiale di 24 ore, le voci di milioni di fedeli affinché un comune grido di speranza potesse “salire fino al cuore del Signore e riportare la pace nella Sua terra”.

Partendo da Gerusalemme, e poi da Roma a Tokio, passando per Lima, Buenos Aires e New York, con una presenza in quasi tutti i continenti, le 2000 città che hanno partecipato a questa due giorni di preghiera si sono incontrate, per qualche ora, mettendo da parte tutte le incomprensioni sociali e giuridiche che rappresentano il quadro geopolitico di questo nostro mondo, sempre disastrato a causa di poche lobbie di controllo che governano, o (non)provano a farlo. Il 29 e 30 gennaio 2011 si è provato ad andare oltre, come ormai succede da tre anni, ai rapporti ed alle problematiche che caratterizzano la società mondiale e ci si è concentrati con il Re della Pace al centro dell’azione ispirata, per tentare di portare un seme di speranza in un terra falcidiata da un conflitto pluriennale che i potentati che governano la terra non possono o non vogliono risolvere, anteponendo, scusate l’ovvietà, gli interessi di pochissimi alla vita di migliaia di persone ed alla storia di un luogo così importante non solo per i cristiani ma per l’umanità tutta.

Non solo Terra Santa, in ogni caso, nel 2011 i conflitti in corso nel mondo sono 24, compreso quello tra israeliani e palestinesi. I dati sono a dir poco allarmanti e, mentre in Italia si discute delle abitudini sessuali della politica, i morti continuano a crescere: quasi 200.000 solo in Medio Oriente dal 1984, 330.000 circa in Asia, 585.000 in Africa dal 1992 – a cui vanno aggiunte le vittime scaturite dalla rivolta esplosa in Egitto –, 50.000 in Russia a seguito del conflitto in Cecenia e 300.000 morti in America Latina con una guerra civile che in Colombia prosegue ormai dal 1964.

Questa preghiera quindi vuole proporsi come veicolo di speranza non solo per quanto riguarda la questione israelo-palestinese, ma anche come strumento per portare nei cuori delle persone una rinnovata idea di pace, dell’Uomo stesso che è la Pace! Proprio i cittadini del mondo hanno risposto con entusiasmo, gioia e profonda conversione di cuore a questa “richiesta di Pace” (leggi richiesta di intercedere presso il Signore ndr); rispetto alla seconda edizione della giornata internazionale di intercessione per la pace le città sono raddoppiate ed il sogno è quello di proseguire su questa strada, programmando sin da subito la quarta giornata, con la volontà di coinvolgere – con l’aiuto della Provvidenza – sempre più città in tutto il pianeta. E’ chiaro ed evidente che non ci interessano i numeri, ma la conversione dei cuori. Per i media, talvolta presi da statistiche e meno dai contenuti, la palma di “leader” per il 2011 va sicuramente agli Stati Uniti con 1725 città coinvolte e 2284 celebrazioni. La grande presenza americana è ovviamente determinata dal grande network di Adorazione Perpetua creato in questi anni, nel silenzio, nel nascondimento rispetto alla società dell’informazione e dell’opulenza, ma formato da uomini e donne d’America, motivati nella ricerca costante di Gesù e spinti da una insaziabile sete di verità.

Anche il Canada si è dimostrato molto sensibile nei confronti di un tema così profondo con 105 celebrazioni e 78 città coinvolte. In Asia hanno partecipato alla due giorni di preghiera 16 città per un totale di 30 celebrazioni. Proprio due delle città ad aver pagato il più alto prezzo della follia della guerra, Nagasaki ed Hiroshima, sono state tra le prime ad aderire a questa terza edizione di preghiera per la Terra Santa, dimostrando sin da subito la volontà di collegarsi spiritualmente a tutte le altre città coinvolte nel mondo ed essere “testimonianza di pace” che può arrivare anche dall’ascolto, dall’accettazione degli errori, ma soprattutto dal perdono.

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CULTURA E SOCIETÀ: UNA SFIDA CULTURALE PER LA VITA

Verso la Giornata del 6 febbraio: la Messa a Santa Maria in Traspontina e l’Angelus a San Pietro. Sabato il convegno dei ginecologi romani al Policlinico Umberto I.

ROMA – Una sfida culturale per la vita che inizi dalla formazione dei giovani. Questo l’impegno della diocesi per la 33ª Giornata nazionale per la vita che si celebra domenica 6 febbraio. Previsti un convegno, raccolte fondi, manifestazioni, veglie rivolte alla riflessione sul diritto alla vita, partendo dal messaggio “Educare alla pienezza della vita”, promulgato dal Consiglio permanente della Cei. Fino al momento culminante delle manifestazioni con la Chiesa di Roma che insieme al cardinale vicario Agostino Vallini si unirà alla preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro con il Papa.

«L’educazione è la sfida e il compito urgente a cui – scrivono i vescovi nel messaggio di quest’anno – tutti siamo chiamati, ciascuno secondo il ruolo proprio e la specifica vocazione». Perché, osserva Benedetto XVI, «alla radice della crisi dell’educazione c’è una crisi di fiducia nella vita». «Il fattore più inquietante – si legge ancora nel messaggio – è l’assuefazione». Aborti, anziani abbandonati, eutanasia, vittime di incidenti sulla strada o morti bianche sul lavoro: «Tutto pare ormai normale e lascia intravedere un’umanità sorda al grido di chi non può difendersi. Smarrito il senso di Dio, l’uomo smarrisce se stesso».

Occorre una svolta culturale, che esige anche interventi sociali e legislativi mirati. «La vita ha una sua pienezza, una dignità in sé, non è uno strumento per qualcosa – spiega monsignor Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria -. È fondamentale la formazione e l’impegno di chi di fatto è al servizio della vita». Così, medici, personale sociosanitario e studenti delle facoltà di medicina e non solo saranno i protagonisti della Giornata di domenica prossima.

Ad aprire le manifestazioni, sabato mattina, nell’aula di ostetricia e ginecologia del Policlinico Umberto I, il convegno dei ginecologi romani sulla chirurgia durante il periodo gravidico. «Valutaremo i rischi per la madre e per il feto in caso di intervento chirurgico – illustra Nico Arduini, uno degli organizzatori -, oggi più frequente sia per il miglioramento diagnostico sia per il numero di gravidanze in età avanzata». Rischi chirurgici e farmacologici non grossi e che permettono di evitare l’aborto. Anche in caso di patologie gravi come il tumore. «Inaugureremo il nuovo centro didattico di Ginecologia della Sapienza – afferma Pierluigi Panici, direttore del dipartimento – e lanceremo l’istituzione di un centro di medicina traslazionale».

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III GIORNATA INTERNAZIONALE PER LA PACE IN TERRA SANTA – ELENCO DELLE CELEBRAZIONI IN EUROPA

WE WANT PEACE IN THE HOLY LAND – Carissimi amici, pubblichiamo il primo elenco di Celebrazioni Eucaristiche, momenti di preghiera e di Adorazione, nelle nazioni e città dell’ Europa. Il 29 e 30 gennaio 2011, nel mese dedicato dalla Chiesa alla “pace”, è prevista la Celebrazione della Terza Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa, iniziativa di preghiera nata dalla volontà di alcune associazioni cattoliche giovanili che in questa terza edizione prevedono il coinvolgimento di duemila città in tutto il mondo, in contemporanea, per una preghiera che – si augurano gli organizzatori – “possa salire fino al cuore del Signore e riportare la pace nella Sua terra”.

La Terza Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa, patrocinata dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, che si celebrerà il 29-30 gennaio 2011, nasce dalla volontà e dalla riflessione di impegnarsi in modo concreto e forte per vivere una giornata intensa di preghiera. Nella terza edizione della Giornata Internazionale, nel seguito dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi sul tema “Comunione e Testimonianza”, le 24 ore di preghiera ininterrotta inizieranno in modo quanto mai significativo, in concomitanza con la Quinta Preghiera Straordinaria di tutte le Chiese per la Riconciliazionel’Unità e la Pace, cominciando da Gerusalemme, coincidente a sua volta, a Dio piacendo, con la settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani a Gerusalemme, il sabato 29 gennaio 2011, alle ore 17-18 di Terra Santa. La Preghiera Straordinaria di tutte le Chiese verrà diffusa in mondovisione.

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LA SANTITÀ VIVE NELLA STORIA: COSÌ BENEDETTO SFIDA I CRITICI DI GIOVANNI PAOLO II

ROMA – Fu Giovanni Paolo II, dieci anni fa, a spiegare il senso della beatificazione di un papa. Lo fece in occasione della cerimonia in cui elevò alla gloria degli altari due papi diversissimi fra loro e spesso anzi contrapposti: Giovanni XXIII e Pio IX. Il primo, il papa delle grandi aperture conciliari alla modernità; il secondo, il papa del Sillabo che condannava le idee liberali. Giovanni Paolo II, proclamandoli beati il 3 settembre 2000 nella stessa cerimonia, spiegava: «La santità vive nella storia e ogni santo non è sottratto ai limiti e condizionamenti propri della nostra umanità. Beatificando un suo figlio, la Chiesa non celebra particolari opzioni storiche da lui compiute, ma piuttosto lo addita all’imitazione e alla venerazione per le sue virtù a lode della grazia divina che in esse risplende». Allo stesso modo Benedetto XVI, apprestandosi a beatificare il suo predecessore, non intende celebrare ogni decisione del suo pontificato ma il modo “eroico” in cui il servo di Dio Karol Wojtyla visse e testimoniò le virtù cristiane. Testimonianza confermata da una fama di santità diffusa a livello popolare e suggellata dal segno di un miracolo. C’è una grande lezione di fede e una grande lezione di realismo nella capacità della Chiesa di discernere gli atti di un pontificato dalla santità dell’uomo che siede sulla cattedra di Pietro.

A fare grande agli occhi della fede papa Wojtyla non è stata in primis la sua battaglia per la liberazione dell’Europa orientale dal comunismo. Ronald Reagan ha avuto un ruolo storico pari o maggiore, ma non per questo è proposto come esempio di vita al popolo cattolico. La percezione popolare della santità del papa polacco è infatti legata, più di ogni altra cosa, all’immagine del papa sofferente che abbraccia in preghiera la Croce di Cristo: l’ex “atleta di Dio”, il papa sportivo, si scopre debole, il volto e la voce sfigurati dalla malattia, ma vive questa prova in uno spirito di totale abbandono a Dio, in forza di questo abbandono diventa più tenero, ancora più in grado di abbracciare l’umanità intera. Ed entra per questo nei cuori di quanti finora l’avevano più ammirato come grande personaggio storico che amato per quello che era, il Vicario di Cristo. È questa testimonianza, “lode della grazia divina che risplende nelle sue virtù”, che Benedetto XVI riconosce con il rito della beatificazione. È questa la testimonianza che rimane nel tempo, quella che conforta e sorregge la fede dei semplici.

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VESCOVI EUROPEI E USA A GERUSALEMME: PIÙ SOLIDARIETÀ PER I CRISTIANI IN MEDIO ORIENTE

GERUSALEMME – Prosegue il viaggio in Terra Santa del Gruppo di Coordinamento delle Conferenze episcopali di Europa e Nord America, nei luoghi di Gesù per la loro annuale missione di sostegno alla comunità cristiana locale. Dopo le tappe di Betlemme, Gerico, Nablus e sul fiume Giordano, oggi i vescovi sono giunti a Gerusalemme. Qui, il patriarca latino Fouad Twal ha affermato – riferisce il Sir – che la minoranza cristiana è preoccupata “per i due estremismi, quello islamico con i suoi attacchi contro le chiese e i fedeli, e quello della destra israeliana che invade sempre di più Gerusalemme cercando di trasformarla in una città solo ebraica, escludendo le altre fedi”. “La nostra gente – ha proseguito – ha bisogno di passi concreti nel campo della giustizia, della pace e della dignità, ha bisogno di essere maggiormente coinvolta. Ormai non crede più alle parole di tante personalità”. Partecipa alla visita del gruppo di Coordinamento anche mons. Joan Enric Vives Sicilia, vescovo di Urgell, in Spagna, e coprincipe di Andorra. Sergio Centofanti lo ha intervistato:

R. – E’ molto importante dare appoggio a queste piccole Chiese. Quest’anno la sfida è più ecumenica degli altri anni. Gli ortodossi hanno cominciato le celebrazioni del Natale; oggi siamo andati tutti a portare le nostre felicitazioni al Patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme e a tutti i rappresentanti delle altre Chiese che sono presenti in Terra Santa.

D. – Quale situazione avete trovato? Come stanno i cristiani in Terra Santa?

R. – Sono sotto shock per le violenze anticristiane a Baghdad e in Iraq in generale, e poi in particolare per quelle nella Chiesa copta di Alessandria in Egitto. Siamo preoccupati per loro, per la situazione dei cristiani che si trovano in minoranza negli Stati del Medio Oriente. Abbiamo, però, trovato anche tanta speranza: la gente è coraggiosa ed è molto consapevole di quello che deve fare, e cioè: restare qua. In molti sono preoccupati per le difficoltà della vita quotidiana, per la mancanza di lavoro: sono problemi molto concreti e drammatici. Ma ciò nonostante, conservano la speranza. Vogliamo condividere questa speranza con loro, perché quando la fede si confronta anche con il martirio diviene più forte, diviene più grande. Questa è l’esperienza che questi cristiani, nostri fratelli e sorelle, condividono con tutti noi, cristiani d’Occidente, che siamo più stanchi…

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MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 2011: “LIBERTÀ RELIGIOSA, VIA PER LA PACE”

CITTA’ DEL VATICANO – E’ stato presentato oggi nella Sala Stampa vaticana il Messaggio di Benedetto XVI per la 44.ma Giornata mondiale della pace che sarà celebrata il primo gennaio 2011 sul tema “Libertà religiosa, via per la pace”.

Il Papa, all’inizio del Messaggio, ricorda che anche quest’anno è stato segnato “dalla persecuzione, dalla discriminazione, da terribili atti di violenza e di intolleranza religiosa”. Il suo pensiero si rivolge in particolare alle sofferenze della comunità cristiana dell’Iraq, colpita da continue violenze che inducono molti fedeli a emigrare. Ma è in tutto il mondo che i discepoli di Cristo sono colpiti. “I cristiani – è la forte denuncia di Benedetto XVI – sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede”. In Occidente, poi – nota – vi sono “forme più silenziose e sofisticate di pregiudizio e di opposizione verso i credenti”, che “si esprimono talvolta col rinnegamento della storia e dei simboli religiosi nei quali si rispecchiano l’identità e la cultura della maggioranza dei cittadini”. Si tratta di forme che fomentano spesso l’odio, il pregiudizio e l’emarginazione dei credenti nel dibattito pubblico contraddicendo il pluralismo e la laicità delle istituzioni che vorrebbero difendere.

Il Papa ricorda che “il fondamentalismo religioso e il laicismo sono forme speculari ed estreme di rifiuto del legittimo pluralismo e del principio di laicità. Entrambe, infatti, assolutizzano una visione riduttiva e parziale della persona umana”. “L’ordinamento giuridico a tutti i livelli, nazionale e internazionale, quando consente o tollera il fanatismo religioso o antireligioso, viene meno alla sua stessa missione, che consiste nel tutelare e nel promuovere la giustizia e il diritto di ciascuno” ed “espone la società al rischio di totalitarismi politici e ideologici, che enfatizzano il potere pubblico, mentre sono mortificate o coartate, quasi fossero concorrenziali, le libertà di coscienza, di pensiero e di religione”. Per Benedetto XVI è “inconcepibile” che i credenti “debbano sopprimere una parte di se stessi – la loro fede – per essere considerati cittadini attivi”. Il relativismo morale – spiega – invece di costruire una pacifica convivenza, provoca divisione e negazione della dignità degli esseri umani. “Il patrimonio di principi e di valori espressi da una religiosità autentica è una ricchezza per i popoli”. “Nel rispetto della laicità positiva delle istituzioni statali, la dimensione pubblica della religione deve essere sempre riconosciuta. A tal fine è fondamentale un sano dialogo tra le istituzioni civili e quelle religiose”. Tutto ciò “non costituisce in nessun modo una discriminazione di coloro che non ne condividono la credenza, ma rafforza, piuttosto, la coesione sociale, l’integrazione e la solidarietà”.

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CINQUE ANNI INSIEME – LA FESTA DEI PAPABOYS PER ACCENDERE LA SPERANZA OLTRE LA CRISI

ROMA – Andare oltre la crisi, portare speranza. Con questo spirito è stata vissuta l’importante data di ieri 14 Dicembre per l’Associazione Nazionale Papaboys. Tempo di bilanci e festeggiamenti per questo traguardo tagliato: il primo lustro è ormai alle spalle, lo sguardo è già rivolto ai prossimi cinque anni. Nonostante le attenzioni dell’Italia fossero orientate quasi esclusivamente verso le votazioni in Parlamento, nonostante il clima da guerra civile che si respirava nelle strade della Capitale, nonostante tutto questo: i Papaboys il loro piccolo seme di speranza sono riusciti a piantarlo.

La giornata si è aperta presso la navata laterale della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano dove Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Emery Kabongo – già segretario particolare del servo di Dio Giovanni Paolo II -, con la presenza del concelebrante Don Jean Marie Audenaert, ha accolto una delegazione dell’Associazione ed ha celebrato una speciale messa privata. “Cari Papaboys, voi seguite l’insegnamento dei Papi..e dico Papi perché siete nati con Giovanni Paolo II e proseguite il vostro percorso con Papa Benedetto XVI” queste sono state le parole di accoglienza di Sua Eccellenza che ha riposto fiducia nei ragazzi del Papa per la diffusione della parola di Gesù, confidando nel loro operato e nei loro progetti futuri. Dalle 17.30 la giornata-evento si è trasferita a Palazzo Grassi dove, alle 18.15, è iniziata la convention “Cinque anni insieme – Il seme della speranza” a cui hanno partecipato numerosi ospiti del mondo delle Istituzione, del mondo Cattolico e amici dell’Associazione. La conferenza, moderata dalla Dottoressa Antonella Freno, ha visto il susseguirsi di numerosi interventi,ognuno dei quali associato ad un tema specifico ma con unico denominatore comune: i giovani e la speranza.

Dopo una veloce introduzione e un saluto agli ospiti presenti da parte del Presidente dell’Associazione Daniele Venturi e della Dottoressa Antonella Freno, a prendere la parola è stato Giovanni Scanagatta– Segretario generale dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) – che ha esposto uno dei temi più importanti per l’Italia e non solo, quello dei giovani e del mondo del lavoro. A seguire l’intervento di Don Patrizio Benvenuti, Presidente della Fondazione Kepha e sponsor della Nazionale di calcio Papaboys, che ha rivolto ai presenti un splendido discorso incentrato sulla speranza e sulla fede, mura portanti per poter costruire un futuro diverso, migliore. Giovani e Istituzioni è stato il tema trattato dal Presidente della Commissione Bilancio del comune di Reggio Calabria Demetrio Berna e da Fabrizio Santori, Presidente della Commissione Speciale per la Sicurezza Urbana del Comune di Roma.

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IL 14 DICEMBRE A ROMA LA FESTA DEI PAPABOYS ‘CINQUE ANNI INSIEME – IL SEME DELLA SPERANZA’

ROMA – Martedì 14 Dicembre 2010, in occasione delle festività natalizie, si terrà la convention “Cinque anni insieme – Il seme della speranza”. L’incontro, ideato dall’Associazione Nazionale Papaboys per celebrare i suoi primi cinque anni di attività, si svolgerà presso la prestigiosa sede di Palazzo Grassi in Via Merulana 60, a Roma. L’Associazione Nazionale Papaboys è una realtà giovanile di ispirazione cristiana fondata nel Marzo dell’anno 2004 ed operativa sul territorio nazionale dalla fine del 2005 che in questi suoi primi anni di vita è riuscita a coinvolgere 13.000 ragazzi in tutta Italia. L’Associazione dei Papaboys è nata grazie agli stimoli del servo di Dio Giovanni Paolo II rivolti alla gioventù, ed oggi prosegue il suo cammino negli insegnamenti ed alla luce del Magistero di Benedetto XVI.

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BENEDETTO XVI A BARCELLONA CHIEDE CHE LA FAMIGLIA CRISTIANA SIA SOSTENUTA DALLO STATO

BARCELLONA – Dalla grande cattedrale dei popoli in cammino, alla cattedrale di luce tempio della famiglia. Dal grido perché l’Europa rimetta Dio al centro, alla preghiera per la difesa della famiglia violata e avvilita in tante parti del mondo. A Barcellona, il Papa dedica la grande basilica ricca di arte e simboli, proprio come una cattedrale medioevale. Un luogo di culto che è anche simbolo di una fede forte e radicata nella gente di Spagna e di un uomo presto beato: Antonio Gaudì “architetto geniale e cristiano coerente, la cui fiaccola della fede arse fino al termine della sua vita, vissuta con dignità e austerità assoluta.” Benedetto XVI ha celebrato la messa nella chiesa della Sacra Famiglia a Barcellona come un evento dedicato alla bellezza della fede, alla santità, alla forza della “terra catalana che, soprattutto a partire dalla fine del XIX secolo, diede una moltitudine di santi e di fondatori, di martiri e di poeti cristiani.” Al suo arrivo alla nuova Basilica, è stato ricevuto dai Reali di Spagna Juan Carlos e Sofia, con i quali si è trattenuto in un incontro privato. Poi è iniziata la messa solenne e festosa. 1100 i celebranti tra cardinali, vescovi e sacerdoti. La chiesa è “segno visibile del Dio invisibile” ha spiegato il Papa, ma soprattutto con questa opera, Gaudì “collaborò in maniera geniale all’edificazione di una coscienza umana ancorata nel mondo, aperta a Dio, illuminata e santificata da Cristo. E realizzò ciò che oggi è uno dei compiti più importanti: superare la scissione tra coscienza umana e coscienza cristiana, tra esistenza in questo mondo temporale e apertura alla vita eterna, tra la bellezza delle cose e Dio come Bellezza.”

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TERZA GIORNATA INTERNAZIONALE DI INTERCESSIONE PER LA PACE IN TERRA SANTA

PACE IN TERRA SANTA – Il 29 e 30 gennaio 2011, nel mese dedicato dalla Chiesa alla “pace”, è prevista la Celebrazione della Terza Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa, iniziativa di preghiera nata dalla volontà di alcune associazioni cattoliche giovanili che in questa terza edizione prevedono il coinvolgimento di duemila città in tutto il mondo, in contemporanea, per una preghiera che – si augurano gli organizzatori – “possa salire fino al cuore del Signore e riportare la pace nella Sua terra”.

La Terza Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa, patrocinata dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, che si celebrerà il 29-30 gennaio 2011, nasce dalla volontà e dalla riflessione di impegnarsi in modo concreto e forte per vivere una giornata intensa di preghiera. Nella terza edizione della Giornata Internazionale, nel seguito dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi sul tema “Comunione e Testimonianza”, le 24 ore di preghiera ininterrotta inizieranno in modo quanto mai significativo, in concomitanza con la Quinta Preghiera Straordinaria di tutte le Chiese per la Riconciliazione, l’Unità e la Pace, cominciando da Gerusalemme, coincidente a sua volta, a Dio piacendo, con la settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani a Gerusalemme, il sabato 29 gennaio 2011, alle ore 17-18 di Terra Santa. La Preghiera Straordinaria di tutte le Chiese verrà diffusa in mondovisione.

L’anno scorso, la preghiera è stata celebrata in 1103 città del pianeta. In comunione con il Patriarca di Gerusalemme e il Custode di Terra Santa, così Sua Santità Benedetto XVI ha voluto vivere questa Giornata di Preghiera: “Oggi si celebra anche la seconda Giornata di Intercessione per la Pace in Terra Santa. In comunione con il Patriarca Latino di Gerusalemme e il Custode di Terrasanta, mi unisco spiritualmente alla preghiera di tanti cristiani di ogni parte del mondo, mentre saluto di cuore quanti sono qui convenuti per tale circostanza” (Angelus 31 gennaio 2010). Il prossimo 30 gennaio 2011, vogliamo alzare di nuovo dal cuore del mondo una preghiera accompagnata da Celebrazioni Eucaristiche ed Adorazioni.

Il Santo Padre Benedetto XVI, nella sua Omelia in occasione della Solenne Inaugurazione per l’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi, ha affermato che: “Guardare quella parte del mondo [Medio Oriente] nella prospettiva di Dio significa riconoscere in essa la “culla” di un disegno universale di salvezza nell’amore, un mistero di comunione che si attua nella libertà e perciò chiede agli uomini una risposta”, inoltre il Santo Padre ha affermato che “I cristiani continueranno a dare il loro contributo […] soprattutto con lo spirito delle Beatitudini evangeliche, che anima la pratica del perdono e della riconciliazione”. Parole che ha successivamente riportato nell’Angelus in Piazza san Pietro, incontrando i pellegrini: “Infatti, in quei Paesi, purtroppo segnati da profonde divisioni e lacerati da annosi conflitti, la Chiesa è chiamata ad essere segno e strumento di unità e di riconciliazione, sul modello della prima comunità di Gerusalemme”.

La Terza Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa è promossa da diverse realtà giovanili: dall’Associazione Nazionale Papaboys, dall’Apostolato “Giovani Per La Vita”, dalle Cappelle di Adorazione Perpetua in tutta Italia e nel mondo, dai gruppi di Adunanza Eucaristica, e – da questa terza edizione – dall’Associazione per la promozione della Preghiera Straordinaria di tutte le Chiese per la Riconciliazione, l’Unità e la Pace, cominciando da Gerusalemme.

Alla Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa dello scorso anno è seguito nel mese di giugno il secondo Pellegrinaggio con numerosi membri delle varie associazioni nei luoghi di Gesù.

Per iscriversi personalmente o come Gruppo o associazione si può visitare su Facebook il gruppo “Vogliamo la Pace in Terra Santa 2”, aderendo all’evento della Giornata di Preghiera, oppure inviando una mail all’indirizzo ufficiostampa@papaboys.it (comunicando luogo e ora dell’evento organizzato). Il giorno 25 gennaio 2011 sarà presente su internet ed a mezzo stampa la lista dei luoghi in tutto il mondo dove si potrà partecipare ad una iniziativa per la Pace.

Sul sito dell’Associazione Nazionale Papaboys http://www.papaboys.it, dell’Apostolato “Giovani per la Vitahttp://www.youthfl.org e sul sito Adunanza Eucaristica http://www.adorazione.og saranno trasmesse tutte le informazioni riguardanti l’evento con aggiornamento, interviste, servizi fotografici e filmati. Sul sito http://www.prayrup.info troverete indicazioni circa la trasmissione in diretta televisiva della quinta Preghiera Straordinaria di tutte le Chiese per la Riconciliazione, l’Unità e la Pace, cominciando da Gerusalemme.

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IL 29 E 30 GENNAIO 2011 LA TERZA GIORNATA INTERNAZIONALE DI INTERCESSIONE PER LA PACE IN TERRA SANTA

PACE IN TERRA SANTA – Il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace patrocina l’iniziativa di preghiera che si celebrerà contemporaneamente in 2000 città di tutto il pianeta “La preghiera per la pace è di fondamentale importanza” (Relatio post disceptationem, dell’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi). Il 29 e 30 gennaio 2011, nel mese dedicato dalla Chiesa alla “pace”, è prevista la Celebrazione della Terza Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa, iniziativa di preghiera nata dalla volontà di alcune associazioni cattoliche giovanili che in questa terza edizione prevedono il coinvolgimento di duemila città in tutto il mondo, in contemporanea, per una preghiera che – si augurano gli organizzatori – “possa salire fino al cuore del Signore e riportare la pace nella Sua terra”. La Terza Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa, patrocinata dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, che si celebrerà il 29-30 gennaio 2011, nasce dalla volontà e dalla riflessione di impegnarsi in modo concreto e forte per vivere una giornata intensa di preghiera. Nella terza edizione della Giornata Internazionale, nel seguito dell’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi sul tema “Comunione e Testimonianza”, le 24 ore di preghiera ininterrotta inizieranno in modo quanto mai significativo, in concomitanza con la Quinta Preghiera Straordinaria di tutte le Chiese per la Riconciliazione, l’Unità e la Pace, cominciando da Gerusalemme, coincidente a sua volta, a Dio piacendo, con la settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani a Gerusalemme, il sabato 29 gennaio 2011, alle ore 17-18 di Terra Santa. La Preghiera Straordinaria di tutte le Chiese verrà diffusa in mondovisione. L’anno scorso, la preghiera è stata celebrata in 1103 città del pianeta. In comunione con il Patriarca di Gerusalemme e il Custode di Terra Santa, così Sua Santità Benedetto XVI ha voluto vivere questa Giornata di Preghiera: “Oggi si celebra anche la seconda Giornata di Intercessione per la Pace in Terra Santa. In comunione con il Patriarca Latino di Gerusalemme e il Custode di Terrasanta, mi unisco spiritualmente alla preghiera di tanti cristiani di ogni parte del mondo, mentre saluto di cuore quanti sono qui convenuti per tale circostanza” (Angelus 31 gennaio 2010). La Terza Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa è promossa da diverse realtà giovanili: dall’Associazione Nazionale Papaboys, dall’Apostolato “Giovani Per La Vita”, dalle Cappelle di Adorazione Perpetua in tutta Italia e nel mondo, dai gruppi di Adunanza Eucaristica, e – da questa terza edizione – dall’Associazione per la promozione della Preghiera Straordinaria di tutte le Chiese per la Riconciliazione, l’Unità e la Pace, cominciando da Gerusalemme. Alla Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa dello scorso anno è seguito nel mese di giugno il secondo Pellegrinaggio con numerosi membri delle varie associazioni nei luoghi di Gesù.

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PAPA ALL’UDIENZA GENERALE: “CHIESA CAMBIA CON CONVERSIONE DEL CUORE, NON SOLO RINNOVANDO STRUTTURE”

CITTA’ DEL VATICANO – La Chiesa non si rinnova cambiando semplicemente le strutture, ma con un “sincero spirito di penitenza” e “un operoso cammino di conversione”. E’ la lezione che Benedetto XVI ricava per i cristiani di oggi dagli insegnamenti della mistica tedesca Ildegarda di Bingen, vissuta nel XII secolo e al centro, questa mattina in Aula Paolo VI, di una seconda catechesi all’udienza generale dopo quella di mercoledì scorso. Nei saluti in lingua inglese, il Papa ha poi indirizzato un videomessaggio alla popolazione britannica in vista del suo viaggio della prossima settimana, ringraziando tutti coloro che stanno adoperandosi per organizzarlo.Impressiona, e certamente fa riflettere, l’aderenza alle vicende della Chiesa del nostro tempo del messaggio che una mistica del XII secolo rivolge alla Chiesa del suo. Benedetto XVI ne parla alla fine della catechesi, lasciando che le parole di Ildegarda di Bingen penetrino i cuori dei cristiani di oggi come certamente fecero all’epoca, quando la religiosa tedesca indirizzò frasi di fuoco ai càtari – un gruppo, ha ricordato il Papa, che propugnava “una riforma radicale della Chiesa, soprattutto per combattere gli abusi del clero”:

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IL PAPA ALL’ANGELUS: L’ESTATE È UN TEMPO PROPIZIO PER ASCOLTARE LA PAROLA DI DIO

CASTELGANDOLFO – L’estate è un momento propizio per dare il primo posto all’ascolto della Parola di Dio. E’ quanto ha affermato stamani il Papa all’Angelus dal balcone del cortile del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. Il Santo Padre, trasferitosi nella residenza pontificia della cittadina laziale per un periodo di riposo e preghiera, ha sottolineato che l’uomo ha bisogno prima di tutto di Dio. L’estate è un tempo in cui sono chiuse le scuole e in cui si concentra la maggior parte delle ferie. Anche le attività pastorali delle parrocchie sono ridotte ma è un periodo propizio – ricorda il Papa – per rinsaldare l’incontro con la Parola di Dio: “E’ dunque un momento favorevole per dare il primo posto a ciò che effettivamente è più importante nella vita, vale a dire l’ascolto della Parola del Signore. Ce lo ricorda anche il Vangelo di questa domenica, con il celebre episodio della visita di Gesù a casa di Marta e Maria, narrato da San Luca”. Nel passo evangelico Marta è indaffarata e impegnata nel riordinare la casa. Maria, rapita dalla presenza di Gesù, si mette invece ai suoi piedi e lo ascolta. Marta si lamenta per l’atteggiamento della sorella che non la aiuta. Ma Gesù le risponde: “Marta, Marta – e questo nome ripetuto esprime l’affetto –, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta” (10,41-42)”.

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TERRA SANTA LIVE! – DOMENICA 20 GIUGNO MATTINA BETLEMME E BASILICA DELLA NATIVITÀ

VOGLIAMO LA PACE IN TERRA SANTA – BETLEMME (“بيت لحم”) significa “Casa del pane” (che deriva dall’ebraico, dove “לחם” = “Pane”), ma “بيت لحم” potrebbe anche significare “Casa della carne” se viene tradotta dall’arabo (“لحم” = “Carne”), ma non mancano altre etimologie che fanno riferimento a un antico santuario (bayt) di una divinità femminile siriaca (Lehem). Si trova a circa 10 km a sud di Gerusalemme ad un’altezza di 765 m sul livello del mare. Betlemme ha profonde radici in un lontano passato e secondo quanto ci racconta la Scrittura le più importanti pagine della sua storia cominciano con l’epoca dei patriarchi 1800 anni prima di Cristo. A Betlemme è legato il ricordo della moglie amata da Giacobbe, Rachele, la cui tomba si trova all’entrata della città.

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