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CRISTO È UN RE CHE DOMINA CON L’AMORE, SPIEGA IL PAPA. NON SI IMPONE, MA RISPETTA LA LIBERTÀ

CITTA’ DEL VATICANO – Cristo è un Re che domina con l’amore, senza imporsi ma rispettando la libertà dell’uomo, ha spiegato Benedetto XVI nella solennità di Cristo Re, che la Chiesa ha celebrato questa domenica. La regalità di Cristo non è quella dei grandi del mondo, ma è il potere di sconfiggere il male e la morte e di “accendere la speranza” anche nel cuore più indurito, ha aggiunto il Pontefice recitando a mezzogiorno la preghiera mariana dell’Angelus. Nell’ultima domenica prima dell’inizio dell’Avvento, il tempo liturgico di preparazione al Natale, il Santo Padre ha spiegato ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro in Vaticano che il potere di Cristo “non è quello dei re e dei grandi di questo mondo; è il potere divino di dare la vita eterna, di liberare dal male, di sconfiggere il dominio della morte”.

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IL PAPA ALL’UDIENZA GENERALE: “VERO EVANGELIZZATORE È CHI POGGIA IL SUO CAPO SUL CUORE DI GESÙ”

CITTA’ DEL VATICANO – 40.000 persone hanno assistito questo mercoledì mattina all’Udienza Generale in Piazza San Pietro, dedicata da Benedetto XVI alla figura di San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), “annoverato tra i grandi Dottori della Chiesa” e “conosciuto come l’ultimo dei Padri per la capacità che ebbe di raccogliere sapientemente la ricca eredità della dottrina patristica”. Per Bernardo – ha detto il Santo Padre – la vera conoscenza di Dio consiste nell’esperienza personale, profonda di Gesù Cristo e del suo amore. E questo – ha aggiunto – vale per ogni cristiano: la fede e anzitutto incontro personale, intimo con Gesù, è fare esperienza della sua vicinanza, della sua amicizia, del suo amore, e solo cosi si impara a conoscerlo sempre di più, ad amarlo e seguirlo sempre più”. Riguardo a Maria, San Bernardo ricorda la sua partecipazione alla Passione del Cristo che “superò di molto nell’intensità le sofferenze fisiche del martirio. Bernardo – afferma il Papa – non ha dubbi: ‘per Mariam ad Iesum’, attraverso Maria siamo condotti a Gesù. Egli attesta con chiarezza la subordinazione di Maria a Gesù, secondo i fondamenti della mariologia tradizionale”. Ma sottolinea “anche il posto privilegiato della Vergine nell’economia della salvezza, a seguito della particolarissima partecipazione della Madre {compassio) al sacrificio del Figlio”.

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IL PAPA AI GIOVANI: ‘IL PAPA VI CHIEDE DI VIVERE CON GIOIA ED ENTUASIASMO LA VOSTRA FEDE’

PRAGA – Al termine della Santa Messa celebrata nella spianata sulla via di Melnik, a Stará Boleslav, il 28 settembre, il Santo Padre Benedetto XVI si è rivolto ai giovani che la sera precedente avevano compiuto un pellegrinaggio sul luogo del martirio di San Venceslao e che avevano pernottato sulla spianata in attesa della celebrazione presieduta dal Papa. “Cari amici, non è difficile costatare che in ogni giovane c’è un’aspirazione alla felicità – ha detto il Papa ai giovani -, talvolta mescolata ad un senso di inquietudine; un’aspirazione che spesso però l’attuale società dei consumi sfrutta in modo falso e alienante. Occorre invece valutare seriamente l’anelito alla felicità che esige una risposta vera ed esaustiva. Nella vostra età infatti si compiono le prime grandi scelte, capaci di orientare la vita verso il bene o verso il male.

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UN VIAGGIO NELLA STORIA PER RISCOPRIRE LE RADICI CRISTIANE DELL’EUROPA. IL PAPA A PRAGA

IL PAPA A PRAGA – Mancano ormai solo gli ultimi dettagli, poi Praga sarà pronta a ricevere Benedetto XVI, secondo Pontefice a far visita ai popoli boemi e moravi. Tirati a nuovo i vestiti della statua del Bambino Gesù di Praga, nella chiesa di Santa Maria della Vittoria; completamente ripulita l’imponente cattedrale dedicata a San Vito, San Venceslao e Sant’Adalberto; lustrate le sale del Castello Reale; ultimato il grande altare nella spianata prospiciente l’aeroporto di Brno; sistemata la grande croce di ferro che resterà poi a memoria del viaggio del Papa; completamente attrezzata la spianata di via Melnik, a Stará Boleslav per ospitare le oltre centomila persone attese per la celebrazione della messa nel luogo del martirio di san Venceslao. Questa mattina, martedì 22 settembre, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha illustrato nei dettagli il programma del viaggio.

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L’ANNO PAOLINO HA RAVVIVATO LA PASSIONE PER CRISTO E IL VANGELO. SAN PAOLO ESEMPIO DI SACERDOTE

luCITTA’ DEL VATICANO – A conclusione dell’Anno Paolino, Benedetto XVI traccia un bilancio di questo anno dedicato alla riscoperta dell’apostolo Paolo e all’Angelus di oggi lo addita come modello anche per l’Anno Sacerdotale appena iniziato. L’Anno Paolino, voluto dal Papa a ricordo del 2 mila anni dalla nascita dell’apostolo di Tarso, “è stato un vero tempo di grazia in cui, mediante i pellegrinaggi, le catechesi, numerose pubblicazioni e diverse iniziative, la figura di San Paolo è stata riproposta in tutta la Chiesa e il suo vibrante messaggio ha ravvivato ovunque, nelle comunità cristiane, la passione per Cristo e per il Vangelo”.

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IL PAPA PROCLAMA 4 NUOVI SANTI. E NELL’ANGELUS RICORDA IL MARTIRIO DEI CRISTIANI DI OGGI

CITTA’ DEL VATICANO – “La strada e il confessionale furono i luoghi privilegiati dell’azione pastorale di padre Gaetano Errico”. Lo ha ricordato Benedetto XVI indicando la figura di questo sacerdote napoletano dell’800, che era stimato alla corte dei Borboni ma si spendeva tra i vicoli di Secondigliano, come esempio per i preti di oggi. “La strada – ha spiegato il Papa nell’omelia della Messa per la canonizzazione del religioso partenopeo e di altri tre nuovi Santi – gli permetteva di incontrare le persone, e nel confessionale rendeva loro possibile l’incontro con la misericordia del Padre celeste. Quante ferite dell’anima egli ha cosi’ sanato. Quante persone ha portato a riconciliarsi con Dio mediante il Sacramento del perdono”. “Fondatore della Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesu’ e di Maria – ha ricordato il Pontefice riferendosi sempre a Gaetano Errico -, al ministero della Riconciliazione si e’ dedicato con diligenza, assiduita’ e pazienza, senza mai rifiutarsi ne’ risparmiarsi. E si inscrive cosi’ tra le figure straordinarie di presbiteri che, instancabili, hanno fatto del confessionale il luogo per dispensare la misericordia di Dio, aiutando gli uomini a ritrovare se stessi, a lottare contro il peccato e a progredire nel cammino della vita spirituale”. Padre Errico, ha spiegato inoltre Benedetto XVI, “era un esperto nella ‘scienza’ del perdono, e si e’ preoccupato di insegnarla ai suoi missionari raccomandando loro: Dio, che non vuole la morte del peccatore, e’ sempre piu’ misericordioso dei suoi ministri; percio’ siate misericordiosi quanto potete esserlo”. “Alla generosita’ di Dio deve pero’ rispondere la libera adesione dell’uomo”, ha ammonito il Papa davanti alla grande folla presente in Piazza San Pietro per le quattro canonizzazioni. “E’ proprio questo – ha aggiunto – il cammino generoso che hanno percorso anche coloro che oggi veneriamo come Santi. Nel battesimo essi hanno ricevuto l’abito nuziale della grazia divina, lo hanno conservato puro o lo hanno purificato e reso splendido nel corso della vita mediante i Sacramenti. Se capita di sporcare o addirittura lacerare col peccato questa veste, la bonta’ di Dio non ci respinge ne’ ci abbandona al nostro destino, ma ci offre con il Sacramento della Riconciliazione la possibilita’ di ripristinare nella sua integrita’ l’abito nuziale necessario per la festa.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1847

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MOSUL, CONTINUA IL MARTIRIO DEI CRISTIANI IRACHENI

MOSUL – Ancora sangue cristiano a Mosul: ieri, martedì 7 ottobre, padre e figlio sono stati ammazzati nel quartiere di Sukkar mentre lavoravano. Amjad Hadi Petros e il figlio sono morti perché “colpevoli di essere cristiani” in una terra dove si registra ormai una “persecuzione sistematica”. In un secondo attacco, registrato in un altro quartiere della città, un gruppo fondamentalista è penetrato in una farmacia e ha ucciso un assistente anch’egli di religione cristiana. Ieri vi avevamo raccontato dell’esecuzione, lunedì 6 ottobre, di Ziad Kamal, 25enne disabile e proprietario di un’attività commerciale in città. Il giovane, affetto da handicap, possedeva un negozio nel quartiere di Karama; egli è stato prelevato da un gruppo armato all’interno del suo negozio e condotto in un luogo poco distante, dove è stato ucciso a colpi di arma da fuoco. E ancora, sabato 4 ottobre, altri due uomini erano stati barbaramente assassinati in due diverse zone di Mosul: Hazim Thomaso Youssif, di 40 anni, era stato freddato di fronte al negozio di abbigliamento di sua proprietà, mentre un giovane di 15 anni, Ivan Nuwya, era stato ucciso a colpi di pistola nel quartiere di Tahrir, davanti alla soglia di casa, di fronte alla locale moschea di Alzhara.

Una fonte anonima di AsiaNews a Mosul denuncia la “persecuzione sistematica” contro la comunità cristiana il cui unico desiderio è quello “di vivere in pace”, mentre da tempo è vittima di “esecuzioni mirate” a causa della “fede”. La fonte ribadisce “il silenzio” sui media locali e nella comunità internazionale “sul martirio” compiuto ai danni dei cristiani di Mosul e in tutto l’Iraq, e parla di una “solidarietà di facciata” mentre nel concreto non vi sono passi tangibili che dimostrino la precisa volontà di migliorare la situazione.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1834

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Vietnam: i cattolici di Ho Chi Minh City impegnati contro Aids, prostituzione e a favore dei bambini di strada

I bambini di strada, la piaga dell’Aids, il dramma della prostituzione: sono questi i temi al centro dell’opera sociale dell’arcidiocesi di Ho Chi Minh City, che nei giorni scorsi si è riunita per fare il punto della situazione dei vari progetti sostenuti dalla Chiesa. L’incontro, riferisce l’Agenzia AsiaNews, è stato organizzato da padre Giuseppe Dinh Huy Huong, presidente della Commissione per la pastorale e le attività sociali dell’arcidiocesi. Do Thi Thanh Nga che lavora per il Gruppo di azione sociale di Tien Chi da 10 anni, composto da membri di diverse religioni ha detto: “Abbiamo uno scopo unico, e cioè andare dai poveri, malati, anziani e bambini di strada per dare il nostro aiuto. Prestiamo particolare attenzione alle aree rurali del Paese, dove abbiamo creato 18 ‘campi umanitari’ per bambini disabili”. Nel Gruppo vi sono 18 medici cattolici e 32 volontari di altre fedi: “Lavoriamo insieme senza alcuna discriminazione. Tuttavia incontriamo alcuni ostacoli, perché non avendo alcun protettore politico spesso non otteniamo il permesso di operare”. Un’altra grave piaga della zona è l’Aids: il 40 % dei malati di Ho Chi Minh City sono bambini. Uno di loro, di 10 anni, afferma: “Per me sarebbe un sogno poter andare a scuola, ma non posso. Le persone mi vedono e mi evitano, perché sanno della mia malattia. Vorrei avere degli amici con cui giocare”. Duong Thi Ban, infermiera in pensione e parrocchiana di Tan Viet, cerca di aiutare questi bambini, che hanno contratto già nell’utero materno il virus dell’Hiv. Insieme a suor Mai Thi Puong, religiosa delle Figlie di Maria, ha accudito nel 2007 oltre 300 bambini malati del distretto di Tan Binh. Pham Thi Loan, vice presidente delle Madri cattoliche di Ho Chi Minh City, opera invece con le prostitute : “Cerchiamo di portarle via dalla strada dando aiuto psicologico, lavoro e conforto. E’ difficile, ma facciamo tutto il possibile”.

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“Porre fine al blocco di Gaza”. E’ la richiesta del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle Chiese

Il Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC), riunito questa settimana a Ginevra, in Svizzera, chiede di porre fine all’assedio di Gaza. Nel documento diffuso a conclusione dell’incontro – riferisce l’agenzia Misna – il CEC invita al dialogo con tutti i palestinesi e con i “rappresentanti eletti” di Hamas, il movimento radicale islamico che dallo scorso giugno “governa de facto” la Striscia di Gaza. Un’esortazione cui fa eco l’approvazione, lo scorso 21 febbraio, da parte del Parlamento Europeo di una risoluzione per la fine del blocco. “Chiediamo alle nostre Chiese – afferma il documento del CEC – di insistere nel ricordare al governo d’Israele che deve adempiere ai suoi obblighi di potenza occupante, rispettando la Convenzione di Ginevra e garantendo l’approvvigionamento in cibo, medicine, carburante, acqua e servizi essenziali nella Striscia di Gaza”. Ribadendo una “condanna assoluta” di qualsiasi azione ai danni dei civili, il Comitato del CEC sottolinea che “la punizione collettiva di Gaza, il lancio di razzi, gli attentati suicidi” e “i check-points, le detenzioni infinite e le uccisioni senza processo non servono alla pace”. Piuttosto, Hamas e i governi palestinese e israeliano “hanno l’obbligo primario di proteggere la popolazione di Gaza nel rispetto dei diritti umani e delle leggi umanitarie”. “È nell’interesse di tutti – conclude il messaggio – lavorare per il reintegro di Gaza nei Territori Palestinesi occupati”. Il documento del CEC annuncia infine una settimana di “Azione internazionale della Chiesa per la pace di Palestina e in Israele”, in programma dal 4 al 10 giugno prossimi.

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Le comunità irachene di Kirkuk istituiscono il primo “Consiglio per i cristiani”

Avrà il compito di dialogare con le autorità politiche e promuovere la convivenza pacifica con i “fratelli musulmani”. E’ il “Consiglio per i cristiani” istituito a Kirkuk, in Iraq, quale organismo rappresentativo delle comunità cristiane presenti in città. Divisi a livello nazionale, privi di una rappresentanza politica adeguata e indeboliti dalla massiccia emigrazione, i cristiani iracheni fanno fronte comune per meglio far sentire le loro esigenze. Il neonato Consiglio – riferisce Asianews – è composto da 30 membri, tra clero e laici, e riunisce caldei, assiri, siro-cattolici, siro-ortodossi e ortodossi armeni. Lo presiede mons. Louis Sako, arcivescovo caldeo, che chiarisce come l’istituto, che gode dell’appoggio del presidente iracheno Talabani, “non è una formazione politica, non rappresenta alcuno schieramento e non ha intenzione di interferire con il lavoro dei partiti”. L’arcivescovo racconta piuttosto che “la comunità cristiana ha accolto con gioia la creazione del Consiglio” ed auspica che “altre città seguano l’esempio di Kirkuk”.

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Benedetto XVI alla diocesi di Roma: nella società del dubbio e delle incertezze, educare le giovani generazioni è sempre possibile sui valori immortali del Vangelo

Nonostante le incertezze e l’imposizione mediatica di modelli distorti, “anche nel nostro tempo educare bene è possibile”. E’ il messaggio lanciato stamattina da Benedetto XVI alle migliaia di fedeli della diocesi di Roma, guidati dal cardinale vicario, Camillo Ruini, e radunatisi in Piazza San Pietro per ascoltare le riflessioni del Papa sull’“emergenza educativa”. Riflessioni già espresse dal Pontefice nella sua Lettera firmata lo scorso 21 gennaio, già distribuita in un milione di copie in diocesi e consegnata oggi ai romani. Ai giovani in particolare, Benedetto XVI ha chiesto di accogliere il patrimonio del cristianesimo per una sana crescita morale, culturale e spirituale. Il servizio di Alessandro De Carolis per www.radiovaticana.org

Il Papa porta la “grande sfida” dell’educazione in piazza. La porta in Piazza San Pietro, davanti a oltre 50 mila persone, tra i cosiddetti “soggetti attivi” nei campi della formazione giovanile: genitori, insegnanti, catechisti, che si rivolgono a lui con espressioni di gratitudine e con esperienze che vogliono dimostrare la valenza pratica delle affermazioni pontificie. Le parole di Benedetto XVI parlano al cuore di ciascuna categoria, riprendendo e ampliando alcune delle considerazioni scritte nella Lettera inviata alla Diocesi un mese fa. Il concetto cardine della lettera e del discorso in Piazza non muta: oggi, ha affermato il Pontefice – nella sua veste più specifica di vescovo di Roma – c’è una diffusa “preoccupazione” per quella “grande emergenza educativa”, che sembra confondere gli educatori e indurli a un passo indietro, piuttosto che a un rilancio della sfida:

 
“Educare non è mai stato facile e oggi sembra diventare sempre più difficile: perciò non pochi genitori e insegnanti sono tentati di rinunciare al proprio compito, e non riescono più nemmeno a comprendere quale sia, veramente, la missione loro affidata. Troppe incertezze e troppi dubbi, infatti, circolano nella nostra società e nella nostra cultura, troppe immagini distorte sono veicolate dai mezzi di comunicazione sociale. Diventa difficile, così, proporre alle nuove generazioni qualcosa di valido e di certo, delle regole di comportamento e degli obiettivi per i quali meriti spendere la propria vita”.
 
Ma se siamo qui oggi, ha incalzato, è “anche e soprattutto perché ci sentiamo sostenuti da una grande speranza e da una forte fiducia”. Speranza e fiducia che nascono dalla fede in Cristo e dai valori del Vangelo e che rispondono all’ansia di chi – in famiglia, a scuola o in Chiesa – sperimenta le complicazioni nella trasmissione di un’eredità di “fede e cultura” particolarmente ricca in una città come Roma. E qui, Benedetto XVI – a differenza della lettera nella quale offriva indicazioni concrete – ha preferito incoraggiare una ad una le varie categorie di educatori. Ai genitori ha chiesto anzitutto di “rimanere saldi per sempre” nel reciproco amore, perché questa fedeltà nutre i figli di serenità:

 
“Il bene che volete ai figli deve poi darvi lo stile e il coraggio del vero educatore, con una coerente testimonianza di vita ed anche con la fermezza necessaria per temprare il carattere delle nuove generazioni, aiutandole a distinguere con chiarezza il bene dal male ed a costruirsi a loro volta delle solide regole di vita, che le sostengano nelle prove future. Così farete ricchi i vostri figli dell’eredità più preziosa e duratura, che consiste nell’esempio di una fede quotidianamente vissuta”.

 
Incomprensioni e delusioni, ha proseguito il Papa rivolgendosi agli insegnanti, non devono scoraggiare chi è chiamato a trasmettere ai giovani la conoscenza ma non solo:

 
“Il vostro compito, perciò, non può limitarsi a fornire delle nozioni e delle informazioni, lasciando da parte la grande domanda riguardo alla verità, soprattutto a quella verità che può essere di guida nella vita. Siete infatti, a pieno titolo, degli educatori: a voi, in stretta sintonia con i genitori, è affidata la nobile arte della formazione della persona”.

 
Per il clero, le suore e i catechisti l’esortazione di Benedetto XVI è stata altrettanto chiara: per “far toccare con mano” ai ragazzi l’amicizia con Gesù l’unica strada è quella di “testimoni sinceri e coraggiosi della libertà che rende liberi”. Quindi, il Papa si è rivolto alla grande massa di giovani che ha affollato la piazza. La sostanza del suo invito è stata: voi non siete soltanto oggetto della vostra educazione ma anche i protagonisti:

 
“Voi stessi siete chiamati ad essere gli artefici della vostra crescita morale, culturale e spirituale. Sta a voi, dunque, accogliere liberamente nel cuore, nell’intelligenza e nella vita il patrimonio di verità, di bontà e di bellezza che si è formato attraverso i secoli e che ha in Gesù Cristo la sua pietra angolare. Sta a voi rinnovare e sviluppare ulteriormente questo patrimonio, liberandolo dalle tante menzogne e brutture che spesso lo rendono irriconoscibile e provocano in voi diffidenza e delusione”.
 
Dio “è l’ospite segreto dei nostri cuori”, che vuole e illumina il nostro bene, ha concluso Benedetto XVI. “Di Lui ci possiamo fidare”.

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Sabato 1 marzo Dossier dell’Agenzia Fides sui martiri della guerra civile in Spagna e sulle ripercussioni nel mondo missionario

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Sarà dedicato ai martiri della guerra civile in Spagna e alle ripercussioni sul mondo missionario il Dossier che l’Agenzia Fides pubblicherà sabato prossimo, 1 marzo.

www.fides.org

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