Archivi tag: film

DELUDENTE, GROTTESCO ED OFFENSIVO IL FILM DI MORETTI. FARLO USCIRE A PASQUA OFFESA AL CRISTIANESIMO

EDITORIALE – Non potevamo aspettarci opere d’arte da Nanni Moretti, e questo è chiaro. Ma doversi trovare a vedere un filmetto di seconda categoria che sa di cine-uovo (per i cine-panettoni c’è il periodo natalizio) proprio non ce lo aspettavamo. Non c’è niente in questo film, zero via zero, un niente nascosto dietro ad un tentativo di fare ‘cassetta’ sfruttando le imminenti festività della Santa Pasqua ed a scapito dell’intelligenza e della sensibilità. 2.000 anni di storia non si piegano neanche di mezzo millimetro di fronte ad un tentativo esasperato che puzza di illuminismo francese, di allagare una stanza, quella della sensibilità e del buon gusto, con acqua stagnante, con una storiella neanche tanto originale, di un pontefice in piena crisi di personalità che abbandona il suo posto.

È Nanni Moretti (e non l’attore che interpreta il Papa) che scappa per le strade di Roma alla ricerca di un attimo di popolarità – ed anche di una coerente identità di regista mai trovata – che i girotondi gli hanno dato e poi tolto, insicuro nell’insistenza speculare su una improbabile gara di pallavolo del collegio cardinalizio e sfruttando la sacralità delle immagini della morte del futuro beato Giovanni Paolo II. A proposito: ma ha pagato i diritti per quelle immagini? Se sì, le ha pagate al Vaticano che le detiene? Se sì, si vergogna il Vaticano ad aver contribuito a questa stupida pellicola?

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4760

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

PROTESTE E VECCHI MERLETTI, NON E’ UN’ARMA A FARE DI UN UOMO UN RIVOLUZIONARIO

RIFLESSIONE – In questi giorni di proteste, di scontri in piazza, di bombe carta e vecchi merletti, mi sono chiesto cos’è la libertà, se esistono davvero uomini liberi. Osservo i vecchi ribelli, i giovani in cammino, gli slogans, gli ordini impartiti, le grida di gioia, le urla di dolore, i giusti e gli ingiusti, mi chiedo dove sta la libertà di non condividere né accettare deleghe in bianco, dove sta la libertà di dissentire, di sottrarsi dall’effetto di mille politiche confutate o che potranno esserlo in futuro. Libertà di manifestare, libertà di protestare, libertà di non accettare, libertà di parola, e poi ancora libertà di prenderle e di darle, libertà di morire in nome dei più alti ideali, eppure in loro nome sono state commesse le nefandezze più inenarrabili. Questa non è la trama di un film già visto altre volte, come qualcuno si ostina a raccontare, è una punteggiatura nuova di zecca, dell’era digitale, e sebbene nulla del passato potrà mai ritornare, qui non c’è la possibilità di gridare: “ehi regista fammi uscire dalla trama del film, mi sono stancato. voglio ritornarmene a casa”. Con la mente ripercorro uno sceneggiato di tanti anni addietro, dove utopie e romanticismi sociali sconvolsero drammaticamente il paese, finché si perse il conto dei morti e dei feriti. Ma quella fu una degenerazione sociale fisiologica al sistema di allora, che reclamava il giusto cambiamento, eppure pochi uomini condussero alla eliminazione non solo di tante persone, ma addirittura di una intera generazione.

continua su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=4162

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO, SI ALLA VITA

IL CASO/ Il successo dei vampiri di Eclipse: moda o sogno d’immortalità?

E’ già record di incassi per il terzo capitolo della saga vampiresca di Twilight, Eclipse, interpretato dagli idoli dei teenager Kirsten Stewart e Robert Pattinson. Ed è “vampiri-mania”, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. La notizia sta su un giornale americano che si chiamaVampyres Only, che tradotto significa pressapoco: “Tuttovampiri”. Leggiamo: «ll dittatore Milosevic rappresenta un pericolo per la Serbia anche dopo la sua morte. Alcuni vampire hunters (cacciatori di vampiri) improvvisati  hanno già provato a piantare un paletto nel petto del defunto dittatore, ma non sono riusciti a raggiungere il cuore e hanno danneggiato solo la bara. La figlia di Milosevic ha, quindi, assoldato alcune guardie che vigilino sul corpo del padre». Fine della notizia. Siete basiti? Avete ragione. E non pensate che solo in Serbia possano liberamente circolare matti così che scorazzano per cimiteri a infilzare paletti nei cadaveri. L’Est europeo è pieno di simili storie. Proprio sui Carpazi, c’è il castello di Vlad III Tepes, detto l’Impalatore (principe guerriero romeno che combattè l’esercito ottomano) e soprannominato Dracul, cioè demonio. E se Transilvania significa “al di là della foresta”, si può ben supporre che da queste parti siano  abituati a guardare anche oltre la realtà. Nella zona di Snagov, a pochi chilometri da Bucarest, doveva sorgere il Dracula Park, una sorta di Disneyland dell’orrore, un investimento miliardario rimasto, per il momento, sulla carta. Le proteste degli ambientalisti, dell’Unesco e persino del principe Carlo d’Inghilterra hanno convinto il governo a rinviare la costruzione del baraccone vampiresco.Da tempo, Dracula e i suoi fratelli hanno però  lasciato i boschi della Transilvania per accomodarsi in più tranquille librerie, studi televisivi, pagine di giornali e remake dei film d’autore.   Nella letteratura, resta imbattuto il best-seller di Anne Rice, Intervista col Vampiro, mentre al cinema (il genere consta di almeno 300 pellicole) sono ancora Herzog con il suo Nosfe-ratu e F. Ford Coppola a dettare legge. Ma è soprattutto su internet che il principe succhia-sangue svolazza alla grande e affonda i canini nelle disponibili vene dei navigatori. La Rete si è trasformata ormai in un vero covo di pipistrelli, con decine e decine di siti dai nomi inconfondibili: vampiri.net, tenebra.com, bourbonstreet.com, dracula.it, vampangel.it o cuoreditenebra.it. La creatura dell’oltretomba, vive una nuova giovinezza, l’ennesima nella sua storia millenaria, alimentata dalle paure, incubi e paranoie dell’abitante della civiltà metropolitana. Nonostante il nichilismo della generazione attuale, anzi: proprio grazie a questo. Spazzati via sentimento e cultura religiosi, il Dio ucciso e morto viene sostituito dal Principe dello sprofondo, invincibile ed eterno révenant. Che non ha però il volto misericordioso e salvifico della divinità, ma la maschera orribile e terrificante del demone, della creatura oscena, costretta a uccidere per restare in vita.

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

NELLE SALE – NEI CINEMA DELLE FESTE MANCA IL VERO NATALE. NE PARLA IL QUOTIDIANO AVVENIRE

CINEMA DI NATALE – Piovono film sugli schermi di Natale, qualcuno in sintonia con lo spirito delle feste, altri destinati a chi fugge da impegno e riflessione. Come sempre di questi tempi, insomma, ognuno troverà pane per i propri denti. Anche se le pellicole in sala hanno spessore e qualità molto diverse.

continua su

http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=3046

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

LA SFIDA EDUCATIVA – SENZA CITTADINANZA NELL’UNIVERSO DEI MEDIA. QUALI PROSPETTIVE PRESENTI E FUTURE

notiziaEDUCAZIONE? SI GRAZIE! – Fino a poco tempo fa “educazione” era una parola che godeva di scarsa cittadinanza nell’universo del mass media. Bastava pronunciarla per sentirsi rispondere che per carità, chi comunica non pretende di educare nessuno, semmai può capitare che personaggi o fenomeni massmediatici siano assunti a modelli di comportamento, ma questo è tutto un altro discorso… Accadeva – e in parte accade ancora – perché il concetto di “educazione” veniva – e viene – sovrapposto a quello di “istruzione”, per cui “pedagogica” sarebbe soltanto, facciamo il caso, la tv che insegna qualcosa. Come facevano in passato trasmissioni ormai leggendarie (“Non è mai troppo tardi”, certo, ma anche tutta la tradizione dei “romanzi sceneggiati”, formidabile strumento di divulgazione letteraria). E come oggi, a quanto sembra, non si può proprio più fare. La dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, viene dal recente fallimento del progetto “Baby Einstein”, una serie di prodotti targati Disney che, sventolando il vessillo dell’interattività, promettevano meraviglie sullo sviluppo delle capacità intellettive dei bambini in età compresa fra i tre mesi e i tre anni. Piccoli geni, appunto, da allevare con una dieta di dvd e giochi intelligenti. Dopo oltre dieci anni di polemiche e controversie, la sostanziale inefficacia del modello “Baby Einstein” è stata ammessa dalla stessa Disney, che ha addirittura avviato le pratiche per rimborsare i genitori insoddisfatti.

continua su

http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2944

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

GENERAZIONE HOLLY E BENJI… LE CONCLUSIONI DI UN CONVEGNO ALLA CATTOLICA SULLE TENDENZE GIOVANILI

notizia calcioSENZA ALTRE PAROLE – Holly e Benji«Noi, quelli che…»: Lascia o raddoppia per i sessantenni, Carosello per i cinquantenni, DriveIn per i trenta/quarantenni, Holly e Benji per gli adolescenti e ventenni di oggi. Un gioco comune, a cena come negli scambi via email, insieme scherzosi e appassionati. Ma anche la spia dell’azione di processi culturali complessi, attivi nella vita quotidiana degli individui e dei gruppi sociali. Quante volte, infatti, le persone definiscono la propria appartenenza a una determinata generazione citando film, programmi televisivi, oggetti, marchi utilizzati o visti nella propria infanzia o adolescenza? Quello tra i media e le identità collettive è un rapporto stretto, per certi versi reso ancora più evidente dalle nuove tecnologie e dagli ambienti digitali. In una fase storica in cui l’esperienza sociale – individuale e collettiva, pubblica e privata – è segnata dalla presenza e dalla mediazione dei mezzi di comunicazione, l’appartenenza generazionale si manifesta in forme complesse e in qualche modo più opache che in passato, in funzione del ruolo sempre più decisivo dei media nel modellare le identità dei soggetti sociali. Da questo presupposto ha preso avvio il convegno che si è svolto venerdì 11 e sabato 12 settembre scorsi presso la sede milanese della nostra Università, promosso dalla rete di atenei legati al Progetto di ricerca di interesse nazionale Media e generazioni nella società italiana (2006/2009), coordinato dall’unità centrale dell’Università Cattolica di Milano, sotto la guida del professor Fausto Colombo, direttore di OssCom – Centro di ricerca sui media e la comunicazione.

continua su

http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2842

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

CINEMA / IL GRANDE SOGNO: MEGLIO GLI ATTORI DEL REGISTA, AL QUALE MANCANO ANELLI DI PASSAGGIO

filmRECENSIONE FILM – Cosa sarà mai stato questo ormai mitizzato 1968? Secondo qualcuno una grande rivoluzione. Secondo altri un tentativo di marca americana di destabilizzare la cultura europea. Secondo Bernardo Bertolucci («The Dreamers») un’ondata ormonale che dura tutt’oggi. Secondo Lindsay Anderson («Se…») un’esplosione di rabbia nei confronti delle istituzioni togate. Secondo Michele Placido, che lo ha vissuto in prima persona da recluta della polizia, un marasma nel quale si potevano ascoltare frasi tanto celebri quanto fatte, osservare esplosioni di violenza senza colpevoli e innocenti o vincitori e vinti, scegliere una parte o l’altra a seconda dell’ispirazione o della necessità, perdere la verginità come atto più di protesta che d’amore. Il tutto, naturalmente, in prospettiva di un inquadramento che, una volta passata la tempesta, avrebbe ricondotto la maggioranza a un nuovo tipo di conformismo. Così nasce «Il grande sogno», cui avrebbe maggiormente giovato un titolo che gli amanti del cinema conoscono molto bene: «La grande illusione».

continua su

http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2835

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

TWO LOVERS. LA STORIA D’AMORE CHE HA INCANTATO IL FESTIVAL DI CANNES

RECENSIONE – Su James Gray sembra gravare la maledizione dell’autore. Sarà perché realizza le sue opere prendendosi lunghe pause di riflessione (quattro film in quindici anni), fatto sta che alla fine sembra aleggiare intorno a lui un certo alone a metà tra il mistero e la sopravvalutazione. «Little Odessa», «The Yards», «I padroni della notte» e adesso «Two Lovers» sono lì a testimoniare un lavoro scrupoloso, talvolta imprevedibile, ma non esattamente al di sopra della media. Diviso tra il noir e il melodramma romantico/esistenziale, Gray agisce sempre all’interno di un genere. Quale che esso sia, per arrivare a risultati di eccellenza richiede comunque un approccio originale o un mestiere a prova di bomba. «Two Lovers», che appartiene al settore del melodramma, lascia forti dubbi su ciò che lascia intravedere e ciò che è in realtà. La tentazione della lettura interamente simbolica è forte, ma non riesce a far dimenticare che di storie come questa è pieno l’archivio del cinema. Ci si domanda, insomma, se il lavoro di Gray vada in direzione contraria al genere (se cioè ne tenti una rilettura critica) o se, non avendone la forza o gli strumenti, preferisca adagiarsi nella tradizione lanciando qua e là segnali di novità. A Brighton Beach (due passi da Coney Island) Leonard vive un’esistenza fortemente tormentata. Ebreo, di famiglia molto tradizionale, è reduce da svariati tentativi di suicidio susseguenti a una cocente delusione amorosa. La sua prospettiva è quella di subentrare al padre nell’attività commerciale (una tintoria) e di vivere un’esistenza abitudinaria e tranquilla. In questa direzione lo porterebbe l’amore per Sandra, figlia di un altro tintore che sta per rilevare i locali dell’azienda paterna. Ma di fronte a casa sua abita Michelle, che ha una relazione con un uomo sposato e vive all’insegna dell’illusione e dell’angoscia. L’incontro potrebbe essere fatale.

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2446

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

«THE WRESTLER» DI DARREN ARONOFSKY, PREMIATO A VENEZIA CON IL LEONE D’ORO

RECENSIONE – Tanti film sul pugilato, nessuno sul wrestling. Il punto è che i due sport non hanno così tanti punti di contatto e che il wrestling vive comunque di una fama quasi circense, di spettacoli preparati a tavolino con mosse concordate, di legnate che se fossero vere ammazzerebbero un toro, di folklore, di abbigliamenti più che pittoreschi. Insomma, di un alone mitico che basta poco a ricondurre sulla Terra. Si ricorderà che anche Rocky Balboa, all’apice della carriera, si prestava a salire sul ring del wrestling per un’esibizione estemporanea. Tanto più inatteso arriva il successo a sorpresa di «The Wrestler» di Darren Aronofsky, premiato a Venezia con il Leone d’Oro e ignorato nella notte degli Oscar, quando forse Mickey Rourke ci aveva fatto un pensierino. A cose fatte, non è facile spiegarsi il motivo di un simile exploit. Da una parte un attore ormai relegato in ruoli da caratterista che improvvisamente ritrova, con la complicità di fortissimi richiami autobiografici, lo smalto del mattatore. Dall’altra un regista che, venendo da film come «? – Il teorema del delirio», «Requiem for a Dream» e, soprattutto, «L’albero della vita», si fatica a ritenere capace di miracoli. La realtà, a nostro parere, è che «The Wrestler» è un film convenzionale reso di livello superiore da due magnifici protagonisti. Randy Robinson, detto «the Ram» (l’Ariete), è un ex-campione di wrestling ridotto dall’età e da vari acciacchi ad esibirsi in combattimenti di basso livello. 

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2415

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

UN CONVEGNO SU GIOVANNI PAOLO II CON IL CARDINALE DZIWISZ, POI LA MOSTRA FOTOGRAFICA SUL PAPA

EVENTI – Anche quest’anno, per il terzo anno, la figura di Giovanni Paolo II sarà al centro di un convegno, dal titolo ‘Giovanni Paolo II, un Papa nella storia’, che si svolgerà a Lucca, all’auditorium San Romano, il 31 marzo. L’iniziativa del convegno è voluta e organizzata come tutti gli anni da Gianna Maria Farnocchia, presidente dell’Associazione Leonardo Arte e cultura, quest’anno con la collaborazione di Mario Motta insegnante di religione. «Con questo progetto si vuole aprire questo evento a tutte le parrocchie – dice l’organizzatrice -, creando più profonde e nuove collaborazioni destinate sempre più a crescere nel tempo coinvolgendo la Diocesi di Lucca e le le altre Diocesi che vorranno aderire al progetto. L’evento servirà ad approfondire il dialogo interculturale con tutti i laici e le altre religioni sul territorio e sarà destinato soprattutto ai giovani che hanno tanto amato questo Papa e che attraverso i suoi messaggi ne terranno vivo il ricordo continuando il loro cammino verso Dio come Giovanni Paolo II ha sempre comunicato. Sarà per questo richiesta la presenza delle scuole». Nell’ambito del convegno verranno anche proiettati 25 minuti dal film ‘Testimonianza’, presentato nella sala Paolo VI, lo scorso 18 ottobre, alla presenza di Papa Benedetto XVI in prima mondiale e ancora non distribuito in Italia.

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2369

Lascia un commento

Archiviato in GIOVANNI PAOLO II, NEWS & INFO

VERSO L’EDEN» UNA SORTA DI FIABA SURREALE E OCCASIONALMENTE POETICA

CINEMA – Forse rendendosi conto che l’età (76 anni) e una certa stanchezza non gli permettono più di lanciarsi nei suoi pamphlet politici che da «Z» a «Missing» gli hanno dato fama e fortuna, Costa-Gavras, che non intende rinunciare a guardarsi intorno e ad analizzare la realtà che lo circonda, per raccontare la storia di un emigrante e delle sue traversie in un lungo viaggio verso Parigi sceglie un cambio di tono e di registro espressivo. Così «Verso l’Eden» diventa una sorta di fiaba surreale e occasionalmente poetica, rinunciando fin dall’inizio a una rappresentazione realistica che avrebbe per forza di cose invocato il registro drammatico. Che si tratti di un dramma è fuori di dubbio. Ma è anche vero che l’autore ha optato per una rappresentazione leggera, spesso sognante, che se non intacca l’importanza dell’assunto rischia talvolta di fuorviare per eccesso di astrazione. Ricordiamo comunque che non è il caso di parlare di esperimento: già ne «La piccola apocalisse»

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2358

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

CINEMA – IL CURIOSO CASO DI BENJAMIN BUTTON. UOMO CHE NASCE VECCHIO E RINGIOVANISCE FINO A MORIRE.

RECENSIONE – Il racconto di Francis Scott Fitzgerald da cui è tratto «Il curioso caso di Benjamin Button» è lungo venti pagine e narra senza fronzoli di un uomo che nasce vecchio e ringiovanisce fino a morire neonato. Il film che vi si è ispirato, sceneggiato da Eric Roth e diretto da David Fincher, dura due ore e quaranta, ha ottenuto tredici nomination all’Oscar e, francamente, sembra più interessato al kolossal sentimentale che alla durezza dell’assunto originale. Niente di male. Peccato soltanto per una serie di forti implicazioni esistenziali che si trasformano in una storia d’amore in giro per il mondo. Ecco, «Il curioso caso di Benjamin Button» è il tipico film che deve il suo successo quasi interamente al pubblico femminile, ben disposto a sognare, a sorridere e a commuoversi quando gli ingredienti sono dosati con accortezza e astuzia. Così David Fincher continua a far rimpiangere la durezza di «Seven», mai più ritrovata in drammi o thriller talvolta meritevoli di altri approfondimenti.

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2275

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

CINEMA: LA NOUVELLE VAGUE E IL CINEMA COME “FATTO MORALE”

CINEMA – “Il cinema è un fatto di stile, e lo stile è un fatto morale”. E’ una delle citazioni filmiche (tratta dal film di Bernardo Bertolucci “Prima della rivoluzione”, (1964) che testimoniano la vitalità e la perdurante “eredità” della Nouvelle Vague francese, oggetto di un Convegno internazionale promosso a Roma dalla Fondazione Ente dello Spettacolo (Eds), a cinquant’anni dalla proiezione a Cannes dei “Quattrocento colpi” di François Truffaut. “Uno degli elementi più caratteristici della Nouvelle Vague, e tornando indietro del neorealismo, è l’etica dell’estetica”, ha detto Vito Zagarrio, dell’Università “Roma Tre”, facendo notare che per i cineasti francesi “ogni inquadratura è un fatto etico”. Il cinema della Nouevlle Vague è dunque “una profonda riflessione sulla forza dell’immagine: si basa su un’idea visionaria che diventa poi un fatto morale”, a partire dalla convinzione che “il cinema è tanto più politico, quanto più esteticamente forte e stilisticamente fondato”. Secondo il relatore, “l’eredità della Nouvelle Vague nel cinema italiano contemporaneo è in quella generazione di giovani registi che non si sente figlia – come chi li ha preceduti – della sconfitta: vergine rispetto all’ideologia e alla politica, è capace di ritornare al cinema come fatto etico”.

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.papaboys.it/teatro/read.asp?id=28

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

CINEMA – FROST/NIXON IL DUELLO FILM ISPIRATO ALL’OMONIMO DRAMMA TEATRALE DI PETER MORGAN.

RECENSIONE – Se pensavate che la famosa ammissione pubblica di colpa (l’unica) fatta da Richard Nixon dopo il Watergate e le dimissioni da Presidente durante la lunga intervista televisiva rilasciata al giornalista inglese David Frost nell’estate del 1977 discendesse da spinte ideali, principi etici o ansia di giustizia, «Frost/Nixon il duello» di Ron Howard provvederà a correggere ogni eventuale ansia idealista. Ispirato all’omonimo dramma teatrale di Peter Morgan (che ha anche sceneggiato il film), il lavoro di Howard è in questo senso spietato nell’affermare a chiare lettere che tutto, proprio tutto, è stato fatto per l’audience. Diversamente da Oliver Stone, che con «W.» ha rischiato molto soprattutto per la freschezza dell’argomento, Howard non rischia niente e, essendo passati trent’anni dagli avvenimenti, ha la possibilità di riflettere pacatamente e di esaminare il tutto con il necessario distacco, favorito anche dal fatto che gli eventi narrati sono ormai alla luce del sole e non prevedono rivelazioni sconvolgenti. Mantenendo intatta l’impostazione teatrale, quindi puntando tutto più sulla tensione dialettica che sulla necessità di una messa in scena complessa, Howard (che di solito è bravo in funzione della qualità della sceneggiatura che si trova a filmare) aveva una sola possibilità di fallire, affidandosi cioè agli attori sbagliati.

Per leggee tutto il testo visita:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2243

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

CINEMA – REVOLUTIONARY ROAD MEZZO SECOLO PER AVERE UNA RIDUZIONE CINEMATOGRAFICA

RECENSIONE – Richard Yates ha scritto «Revolutionary Road» nel 1961, ottenendo (non a caso) il plauso di Tennessee Williams, ma nessun riconoscimento ufficiale. Paragonato a Dreiser e al suo «Una tragedia americana», ha atteso quasi mezzo secolo per avere una riduzione cinematografica lungamente inseguita e mai concretizzata. Non è difficile capire perché: nella vicenda raccontata da Yates non c’è niente, proprio niente di politicamente corretto. L’America degli anni Cinquanta, piena di sogni e di illusioni, è messa a nudo in tutta la sua disperata ricerca di un benessere e una stabilità che dovrebbero corrispondere alla felicità ma che si rivelano invece illusori. L’attore si toglie la maschera e rivela il volto di un uomo che nel lavoro, nel guadagno e nella famiglia non trova le motivazioni per lottare e vincere. In questo senso, anche se il paragone potrebbe risultare riduttivo e schematizzante, Yates si pone come l’anti-Disney. Non quello del cinema d’animazione: il Disney delle commedie familiari dove, qualunque fosse il problema, tutto si risolveva intorno alla tavola da pranzo intonando filastrocche del genere Bibidi Bobidi Bu. In «Revolutionary Road», invece, niente si risolve in senso positivo ed ogni sogno lascia il posto alla freddezza della realtà.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2231

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO, TELE... VISIONI!

L’OSSERVATORE ROMANO SUL FILM ‘IL DUBBIO’ : ‘PERICOLOSA FACILITÀ DEL SOSPETTO’

CINEMA – Il tema è uno dei più scottanti: le supposte molestie sessuali da parte di un prete nel mondo cattolico statunitense, proprio là dove si sono levate, negli ultimi anni, una incredibile quantità di denunce contro i sacerdoti locali, tanto da far scoppiare una crisi che non è ancora stata del tutto riassorbita. Ma il film Il dubbio – scritto e diretto da John Patrick Shanley, interpretato magistralmente dai premi Oscar Meryl Streep e Philip Seymour Hoffman – affronta il tema, così scottante, con pudore e delicatezza, facendo capire, soprattutto, come in questi casi sia veramente difficile scoprire la verità. Perché, in assenza naturalmente di confessioni, la ricerca della verità si basa sull’interpretazione di un gesto che può anche essere solo di amicizia e di sostegno per un ragazzo particolarmente debole. Un gesto che può far parte del modo di essere di una personalità di prete estroversa, ma proprio per questo capace di suscitare l’affetto e l’interesse dei parrocchiani. Nel film, infatti, lo scontro si svolge fra due figure di religiosi straordinariamente diverse: un prete irlandese appunto espansivo e allegro, da una parte, e dall’altra una suora, direttrice della scuola annessa alla parrocchia, gelida e apparentemente solo ligia alle regole, priva di calore umano. Entrambi si impegnano per proteggere un ragazzo nero di famiglia povera, debole e bisognoso di aiuto, ma in modo completamente diverso. E se, all’inizio, siamo portati a stare dalla parte del prete allegro e affettuoso, che vuole dare protezione al ragazzo, poi il film ci porta a pensare, attraverso lo sguardo della suora, che forse non si tratta solo di protezione, e che chi difende veramente il ragazzo dalle molestie del prete è, invece, proprio la direttrice. In mezzo ai due, la figura della madre, talmente debole da accettare qualsiasi cosa pur di vedere il figlio promosso e possibilmente accettato in una scuola superiore, per garantirgli la fuga da un mondo duro e violento – quello del padre – al quale non è adatto.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2212

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO, TELE... VISIONI!

CINEMA – IL FILM DI OLIVER STONE «W.»,: QUANDO LA CENSURA E’ ANCORA PRESENTE

RECENSIONE – Lo strano destino del film di Oliver Stone «W.», dedicato alla resistibile carriera del Presidente George W. Bush, dà un’idea abbastanza precisa di quanto il concetto di censura, da tutti condannato e aborrito, sia in realtà ancora vigente e operante. Il distributore Dall’Angelo, che ne ha acquisito i diritti per la distribuzione italiana, a seguito dei rifiuti (diciamo disinteresse) sia della Rai che di Mediaset, si è visto costretto a un’occasionale distribuzione in digitale (cioè un DVD) e a un passaggio televisivo su LA7.

Se «W.» si è visto in sala a Firenze, ad esempio, è stato soltanto grazie ai buoni uffici di Stefano Stefani e, in seconda battuta, dell’Istituto Stensen, che hanno dato, indipendentemente dalla qualità dell’opera, una bella lezione di democrazia a tanta gente. Sì, perché da tutto questo inutile ostruzionismo si poteva anche trarre l’impressione che, più di Michael Moore, spettasse a Oliver Stone il titolo onorario di Lupo Cattivo, anche in virtù delle sue precedenti incursioni nel ramo presidenziale con «JFK» (Kennedy) e «Gli inganni del potere» (Nixon). Tutto ciò rischiava di creare un alone mitico intorno a un film che, alla prova dei fatti, finisce per non fare paura a nessuno. Anzi, democrazia a parte, pensiamo francamente che l’operazione di Stone sia carente in tempistica e risultanze. Una riflessione su George W. Bush, sul quale ormai è stato detto tutto e il contrario di tutto, avrebbe avuto un senso forse tra qualche anno, quando le conseguenze della sua politica interna ed estera avessero portato a qualche esito incontestabile. Oppure anche oggi, ma con qualche bel jolly da giocare o con una modalità più surreale che realistica. Invece «W.» è una sorta di reportage interiore che, partendo dal 1966 quando il Presidente era al college, attraversa alcuni momenti topici della sua esistenza privilegiando quelli privati (il rapporto con Bush padre, l’incontro con la moglie Laura, l’alcolismo) a quelli pubblici (le conferenze stampa, le decisioni in campo internazionale, un 11 settembre del quale si accenna appena), per disegnare il ritratto di un uomo che, a parte la discendenza familiare e una sorta di incrollabile fede, proprio non aveva le carte in regola per guidare il paese più potente del mondo. Alla fine di tutto questo, comunque, sorge spontanea la domanda: «Tutto qui?». «W.» è un film estenuante fatto interamente di dialoghi. Ma, diversamente dalle previsioni, è anche un film che rischia di prendere in contropiede quanti si attendessero un attacco frontale alla maniera di «Fahrenheit 9/11».

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2131

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

CINEMA – RACHEL STA PER SPOSARSI

RECENSIONE – Jonathan Demme non ci sta. Nonostante i cinque Oscar de «Il silenzio degli innocenti» e i due di «Philadelphia», conserva un animo da indipendente che lo porta a misurarsi con un altro grande filone del cinema americano, il melodramma familiare, in modo che nessuno vedendolo possa pensare a «Dallas», «Beautiful» o «Falcon Crest». In «Rachel sta per sposarsi» la differenza la fa lo stile. Ruvido, sporco, quasi casuale, più adatto a un filmino familiare che a un lungometraggio da destinare a un grosso circuito commerciale, forse equiparabile a qualche esperimento di Godard (per la tecnica) o di Cassavetes (per le facce, ovvero per la ricerca di qualcosa di molto simile alla realtà), «Rachel sta per sposarsi» è una vera sfida controcorrente a un’industria cinematografica troppo abituata a rassicurare e ad essere rassicurata e comunque a inventare un mondo parallelo che alla fine assomiglia pochissimo a quello in cui viviamo. L’ambizione di Demme, invece, è quella di aprire la porta per lasciar entrare una ventata di realtà. Così, se anche il suo film contiene personaggi ed avvenimenti che farebbero la gioia del pubblico delle fiction, la forma è tale da renderlo (per quel pubblico) irriconoscibile.

Kym torna a casa per il matrimonio della sorella Rachel. Dovrebbero essere tutti contenti e invece sono tutti preoccupatissimi. Il padre e la madre (separati), Rachel stessa, parenti e amici temono che Kym possa fare o dire qualcosa di brutto. Il fatto è che Kym sta tentando da anni di uscire dal tunnel della droga e che il matrimonio di Rachel rappresenta per lei la prima uscita ufficiale dal centro di disintossicazione. Pertanto, mentre di solito l’importante sarebbe sentirsi trattati come persone normali, Kym si sente addosso gli occhi di tutti. Il che porterà, naturalmente, anche a qualche spiegazione sopra le righe.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1998

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO

CINEMA – FILM: VICKY CRISTINA BARCELONA. LE SOLITE STRAVAGANZE DI WOODY ALLEN

RECENSIONE – Anche se i luoghi in cui ambienta i suoi film ci dicono che Woody Allen ha da tre anni fatto emergere la propria metà europea, in realtà resta cittadino del mondo. Profondamente convinto che gli esseri umani (sé compreso) non siano altro che patetici pupazzi in mano al destino e che, per quanto possano essere convinti di fare delle scelte, finiscono sempre per seguire percorsi obbligati che li lasciano pieni di domande e privi di risposte, Allen bilancia il proprio percorso tra dramma e commedia alternando opere ispirate ad altre di riporto. «Vicky Cristina Barcelona», con tutta la buona volontà, appartiene alle seconde. E non tanto per difetti di psicologia o tecnica, perché i dialoghi (quindi l’interiorità dei personaggi) e i suoni e i colori appartengono comunque ai piani alti della scrittura cinematografica e dello stile compositivo: è proprio che la storia raccontata dal film mostra un andamento orizzontale che impedisce qualunque colpo di genio. E Woody Allen, che ama scherzare con i luoghi comuni, questa volta non scherza abbastanza da non farli sembrare proprio ordinari.

Vicky e Cristina, amiche americane in vacanza a Barcellona, incontrano il pittore Juan Antonio, reduce da una separazione burrascosa, seduttore impenitente e naturalmente ricco di fascino e di estro. Mentre Vicky, in procinto di sposarsi, rifiuta a priori l’avventura, Cristina ci si butta a capofitto. Il ricomparire della ex di Juan Antonio, Maria Helena, complica le cose. Alla fine, dopo che anche Vicky ha ceduto al fascino ispanico, tutti riprenderanno le loro strade. In un certo senso, come se nulla fosse successo.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1897

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO, TELE... VISIONI!

CINEMA – FILM: LA CLASSE (ENTRE LES MURS) DI LAURENT CANTET.

RECENSIONE – Il punto di vista di Laurent Cantet nell’affrontare il tema della scuola, dei rapporti tra insegnanti e studenti, tra insegnanti e famiglie, tra famiglie e studenti, dei conflitti razziali che esplodono in strada ma si ripropongono immancabilmente in classi multietniche, è giusto. Non c’è un eroe che sa e può tutto, quello che tutti attendono per risolvere i problemi. I ragazzi hanno i loro problemi, gli insegnanti hanno i loro problemi, le famiglie hanno i loro problemi. Il confronto, pertanto, è paritario. Chiunque può dare e prendere, contribuendo comunque alla soluzione o al permanere (e peggiorare) dei problemi. «La classe», legittimo vincitore della Palma d’Oro all’ultimo festival di Cannes, appassiona senza esasperazioni drammatiche, coinvolge senza trucchi spettacolari, aiuta a capire una realtà molto difficile da affrontare e lo fa con estrema sincerità, linguaggio chiaro e comprensibile, nessun preconcetto e grande pulizia formale. Ispirandosi al libro di un insegnante, François Bégaudeau, che è anche stato scelto da Cantet per interpretare il ruolo di se stesso, l’autore ci stimola fino a un certo punto al confronto con un grande classico del cinema sulla scuola, «Il seme della violenza» di Richard Brooks. Per farci capire subito, però, che i tempi sono cambiati e che oggi rimane pochissimo spazio per l’idealismo. Che cioè il confronto tra razze nel 20° Arrondissement di Parigi nel 2008 non può essere neanche lontanamente paragonato a quello in una metropoli americana degli anni Cinquanta. Là qualcuno poteva concepire l’idea di collaborare con il professore (che equivale a dire con il potere) per dare un esempio a coetanei e compagni.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1869

Lascia un commento

Archiviato in NEWS & INFO, TELE... VISIONI!