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“SERVITOR PACIS AWARD”: UN PREMIO PER LE OPERE MISSIONARIE DI SUOR EUGENIA E SUOR RACHELE

ESTERI (New York) – Il premio “Servitor Pacis Award”, quest’anno verrà assegnato, il prossimo 7 giugno, a suor Eugenia Bonetti, delle Missionarie della Consolata (IMC), responsabile dell’ufficio tratta dell’Usmi (Unione Superiore Maggiori Italiane), e a suor Rachele Fassera, delle Missionarie Comboniane (Smc), impegnata nella missione di Aboke, in Uganda. Sono due donne che, attraverso la loro opera, hanno contribuito al bene comune e meritano di ricevere questa onorificenza. Le due suore missionarie parteciperanno alla cerimonia di consegna del premio insieme a Karen Clifton, direttore esecutivo del network cattolico per l’abolizione della pena di morte. 

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80 ANNI DI RADIO VATICANA: DALLE ONDE AI BIT, QUANDO I PAPI SCONFISSERO LA BABELE DELLE LINGUE

CITTA’ DEL VATICANO – Un microfono aperto per amplificare nel mondo la voce dei Papi, raccontare la vita delle Chiese di ogni angolo del pianeta, difendere la fede cristiana da chi la considera superata o scomoda. Sono 80 anni che generazioni di giornalisti, di tecnici e di altre maestranze si mettono ogni giorno al lavoro alla Radio Vaticana per assolvere a questo preciso servizio. Con Benedetto XVI, sono sette i Pontefici che si sono avvalsi di questo strumento, che il primo fra loro, Pio XI, definì un “poderoso mezzo materiale per la diffusione dell’Idea”, cioè il Vangelo. E ad ogni traguardo raggiunto, ciascun Papa non ha dimenticato di celebrare l’importanza della “sua” Radio.

Ottant’anni di storia mostrano, della Radio Vaticana, un aspetto incontestabile: la più moderna tecnologia non ha mai snaturato la sua anima più antica. Né i pesi della storia hanno reso meno veloci i suoi messaggi. È un principio che vale da quando chi la volle, Pio XI, per primo tracciò nell’etere la traiettoria di un contenuto e di uno stile: la Radio del Papa intende parlare delle cose del cielo a chi sta sulla terra, senza distinzioni. E vuole farlo in quante più lingue possibili, quasi a voler sancire la sconfitta di Babele, dove all’inizio del mondo la diversità di idiomi oscurò la comprensione di Dio, mentre l’accordo col quale oggi lavorano le oltre 40 lingue portate al microfono può aiutare a ritrovare il sentore di quella perduta unità. La grande storia parte con la cronaca di un memorabile pomeriggio. Sono circa le 16.40 e una leggera tramontana serpeggia tra la folla riunita sulla collinetta alle spalle della Basilica di San Pietro, sede della nuova Statio Radiofonica della Città del Vaticano. Guglielmo Marconi – celebrato genio della fisica ma soprattutto principale autore delle portentose macchine che da ore stanno rombando a pieno regime – si avvicina al grande microfono e dice:

“Ho l’altissimo onore di annunziare che fra pochi istanti il Sommo Pontefice Pio XI inaugurerà la stazione radio dello Stato della Città del Vaticano. Le onde elettriche trasporteranno in tutto il mondo, attraverso gli spazi, la sua parola di pace e di benedizione. Per circa 20 secoli, il Pontefice Romano ha fatto sentire la parola del suo divino magistero nel mondo, ma questa è la prima volta che la sua viva voce può essere percepita simultaneamente su tutta la superficie della terra…”

Gli sguardi sono ora tutti su Pio XI. Questi si alza dalla poltrona rossa, guadagna il tozzo microfono lasciato libero da Marconi e comincia a parlare. Sono le 16,49 e mezzo mondo – da New York a Melbourne – sta ascoltando in simultanea. È il “miracolo” del primo Papa che conquista la dimensione dello spazio-tempo: “…Ci rivolgiamo primieramente a tutte le cose e a tutti gli uomini, loro dicendo, qui e in seguito, con le parole stesse della Sacra Scrittura: ‘Udite, o cieli, quello che sto per dire, ascolti la terra le parole della mia bocca. Udite, o genti tutte, tendete l’orecchio, o voi tutti che abitate il globo, uniti in un medesimo intento, il ricco e il povero. Udite, o isole, ed ascoltate, o popoli lontani’”.

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PER LA PACE IN TERRA SANTA L’INCONTRO SPIRITUALE DI CIRCA 5 MILIONI DI FEDELI IN TUTTO IL MONDO

2000 Città unite in un’unica preghiera: “We want peace in the Holy Land”
ROMA – Si è conclusa da poche ore la Terza Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa, celebrata in 2000 città di tutto il mondo. L’iniziativa di preghiera nata dalla volontà di alcune associazioni cattoliche giovanili (tra cui noi Papaboys, ma anche l’Apostolato ‘Youth for life’ ed il network mondiale delle Cappelle di Adorazioni perpetua ed Adunanza Eucaristica), e patrocinata dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, che in questa terza edizione sono riuscite a coinvolgere, convogliandole in un’unica preghiera mondiale di 24 ore, le voci di milioni di fedeli affinché un comune grido di speranza potesse “salire fino al cuore del Signore e riportare la pace nella Sua terra”.

Partendo da Gerusalemme, e poi da Roma a Tokio, passando per Lima, Buenos Aires e New York, con una presenza in quasi tutti i continenti, le 2000 città che hanno partecipato a questa due giorni di preghiera si sono incontrate, per qualche ora, mettendo da parte tutte le incomprensioni sociali e giuridiche che rappresentano il quadro geopolitico di questo nostro mondo, sempre disastrato a causa di poche lobbie di controllo che governano, o (non)provano a farlo. Il 29 e 30 gennaio 2011 si è provato ad andare oltre, come ormai succede da tre anni, ai rapporti ed alle problematiche che caratterizzano la società mondiale e ci si è concentrati con il Re della Pace al centro dell’azione ispirata, per tentare di portare un seme di speranza in un terra falcidiata da un conflitto pluriennale che i potentati che governano la terra non possono o non vogliono risolvere, anteponendo, scusate l’ovvietà, gli interessi di pochissimi alla vita di migliaia di persone ed alla storia di un luogo così importante non solo per i cristiani ma per l’umanità tutta.

Non solo Terra Santa, in ogni caso, nel 2011 i conflitti in corso nel mondo sono 24, compreso quello tra israeliani e palestinesi. I dati sono a dir poco allarmanti e, mentre in Italia si discute delle abitudini sessuali della politica, i morti continuano a crescere: quasi 200.000 solo in Medio Oriente dal 1984, 330.000 circa in Asia, 585.000 in Africa dal 1992 – a cui vanno aggiunte le vittime scaturite dalla rivolta esplosa in Egitto –, 50.000 in Russia a seguito del conflitto in Cecenia e 300.000 morti in America Latina con una guerra civile che in Colombia prosegue ormai dal 1964.

Questa preghiera quindi vuole proporsi come veicolo di speranza non solo per quanto riguarda la questione israelo-palestinese, ma anche come strumento per portare nei cuori delle persone una rinnovata idea di pace, dell’Uomo stesso che è la Pace! Proprio i cittadini del mondo hanno risposto con entusiasmo, gioia e profonda conversione di cuore a questa “richiesta di Pace” (leggi richiesta di intercedere presso il Signore ndr); rispetto alla seconda edizione della giornata internazionale di intercessione per la pace le città sono raddoppiate ed il sogno è quello di proseguire su questa strada, programmando sin da subito la quarta giornata, con la volontà di coinvolgere – con l’aiuto della Provvidenza – sempre più città in tutto il pianeta. E’ chiaro ed evidente che non ci interessano i numeri, ma la conversione dei cuori. Per i media, talvolta presi da statistiche e meno dai contenuti, la palma di “leader” per il 2011 va sicuramente agli Stati Uniti con 1725 città coinvolte e 2284 celebrazioni. La grande presenza americana è ovviamente determinata dal grande network di Adorazione Perpetua creato in questi anni, nel silenzio, nel nascondimento rispetto alla società dell’informazione e dell’opulenza, ma formato da uomini e donne d’America, motivati nella ricerca costante di Gesù e spinti da una insaziabile sete di verità.

Anche il Canada si è dimostrato molto sensibile nei confronti di un tema così profondo con 105 celebrazioni e 78 città coinvolte. In Asia hanno partecipato alla due giorni di preghiera 16 città per un totale di 30 celebrazioni. Proprio due delle città ad aver pagato il più alto prezzo della follia della guerra, Nagasaki ed Hiroshima, sono state tra le prime ad aderire a questa terza edizione di preghiera per la Terra Santa, dimostrando sin da subito la volontà di collegarsi spiritualmente a tutte le altre città coinvolte nel mondo ed essere “testimonianza di pace” che può arrivare anche dall’ascolto, dall’accettazione degli errori, ma soprattutto dal perdono.

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SPAZIO SACRO E SPAZIO CIVILE. PORTE APERTE TRA IL TEMPIO E LA PIAZZA

LECTIO MAGISTRALIS – “Il mondo è come l’occhio: il mare è il bianco, la terra è l’iride, Gerusalemme è la pupilla e l’immagine in essa riflessa è il tempio”. Questo antico aforisma rabbinico illustra in modo nitido e simbolico la funzione nel tempio secondo un’intuizione che è primordiale e universale. Due sono le idee che sottendono all’immagine. La prima è quella di “centro” cosmico che il luogo sacro deve rappresentare, un tema sul quale il grande studioso delle religioni Mircea Eliade (1907-1986) ha offerto un vasto dossier documentario. L’orizzonte esteriore, con la sua frammentazione e con le sue tensioni, converge e si placa in un’area che per la sua purezza deve incarnare il senso, il cuore, l’ordine dell’essere intero. Nel tempio, dunque, si “con-centra” la molteplicità del reale che trova in esso pace e armonia: si pensi solo alla planimetria di certe città a radiali connesse al “sole” ideale rappresentato dalla cattedrale posta nel cardine centrale urbano (Milano, per esempio, “centrata” sul Duomo ne è un esempio evidente, come New York è la testimonianza di una diversa visione, più dispersa e babelica). Dal tempio, poi, si “de-centra” un respiro di vita, di santità, di illuminazione che trasfigura il quotidiano e la trama ordinaria dello spazio. Ed è a questo punto che entra in scena il secondo tema sotteso al detto giudaico sopra evocato. Il tempio è l’immagine che la pupilla riflette e rivela. Esso è, quindi, segno di luce e di bellezza. Detto in altri termini, potremmo affermare che lo spazio sacro è epifania dell’armonia cosmica ed è teofania dello splendore divino. In questo senso un’architettura sacra che non sappia parlare correttamente – anzi, “splendidamente” – il linguaggio della luce e non sia portatrice di bellezza e di armonia decade automaticamente dalla sua funzione, diventa “profana” e “profanata”. È dall’incrocio dei due elementi, la centralità e la bellezza, che sboccia quello che Le Corbusier definiva in modo folgorante “lo spazio indicibile”, lo spazio autenticamente santo e spirituale, sacro e mistico.

Certo, questi due assi portanti trascinano con sé tanti corollari: pensiamo alla “sordità”, all’inospitalità, alla dispersione, all’opacità di tante chiese tirate su senza badare alla voce e al silenzio, alla liturgia e all’assemblea, alla visione e all’ascolto, all’ineffabilità e alla comunione. Chiese nelle quali ci si trova sperduti come in una sala per congressi, distratti come in un palazzetto dello sport, schiacciati come in uno sferisterio, abbrutiti come in una casa pretenziosa e volgare. A questo punto vorremmo proporre una riflessione di indole più specifica che abbia come codice di riferimento proprio quelle Sacre Scritture bibliche che sono state indubbiamente “il grande codice” della stessa civiltà artistica occidentale. È indiscutibile il rilievo che in esse ha una “teologia” dello spazio, anche se – come si vedrà – essa è inverata in una teologia superiore, quella del tempo e della storia (l’Incarnazione riassume in sé queste due dimensioni ricollocandole nella loro gerarchia). “Ai tuoi servi sono care le pietre di Sion” (Salmo, 102, 15). Questa professione d’amore dell’antico salmista potrebbe essere il motto stesso della tradizione cristiana che allo spazio sacro ha riservato sempre un rilievo straordinario, a partire dalla “pietra” del Santo Sepolcro, segno della risurrezione di Cristo, attorno alla quale è sorto uno dei templi emblematici dell’intera cristianità. Tra l’altro, è curioso che simbolicamente le tre religioni monoteistiche si ancorino a Gerusalemme attorno a tre pietre sacre, il Muro Occidentale (detto popolarmente “del Pianto”), segno del tempio salomonico per gli ebrei, la roccia dell’ascensione al cielo di Maometto nella moschea di Omar per l’islam e, appunto, la pietra ribaltata del Santo Sepolcro per il cristianesimo.

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VERTICE A NEW YORK: L’ONU FA IL PUNTO SUGLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO

NEW YORK – Liberare dalla miseria estrema un miliardo di esseri umani è ancora possibile. E’ il messaggio di incoraggiamento che il vertice mondiale apertosi ieri al Palazzo di Vetro di New York vuole lanciare ad un mondo sempre più globalizzato. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha chiesto agli Stati lo stanziamento di altri 45 miliardi di dollari, mentre il presidente francese Sarkozy ha creato scompiglio tra i banchieri per la proposta di tassare le transazioni finanziarie mondiali.L’Assemblea rappresenta un appuntamento importante, che cercherà di accelerare il progresso verso il raggiungimento degli obiettivi entro il 2015. Ma quali sono i risultati finora raggiunti? Salvatore Sabatino ha girato la domanda a Sergio Marelli, direttore generale Volontari nel mondo:

R. – A due terzi del percorso, cioè a dieci anni dell’assunzione degli obiettivi di Sviluppo del Millennio e a cinque anni dalla loro scadenza, la sintesi potrebbe essere così riassunta: alcuni progressi, pochi, ma soprattutto a macchia di leopardo. Ci sono dei Paesi e delle realtà dove effettivamente sono stati conseguiti dei progressi, per esempio pensiamo al campo dell’istruzione primaria che sicuramente ha segnato i maggiori risultati in questa decade ultima passata, ma con delle zone del mondo – a partire dall’Africa, il grande continente escluso da questi miglioramenti che sono stati ottenuti – che restano ancora completamente al di fuori da questi primi pochi insufficienti passi per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del Millennio.

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PREGHIAMO PER TE NELLA TERRA DI GESU’! SCRIVICI LA TUA PREGHIERA. IN PARTENZA IL PELLEGRINAGGIO

ROMA – In occasione del 2° Pellegrinaggio “Vogliamo la pace in Terra Santa” che si svolgerà dal 18 al 22 Giugno, nell’occasione della Adunanza Eucaristica che si svolgerà a Betlemme, vogliamo portare la tua preghiera nella Terra di Gesù. Si! Hai capito bene!!! Noi preghiamo per te! Scrivi all’interno del gruppo ‘Facebook’ che abbiamo riservato a questa iniziativa la tua preghiera, o la tua richiesta di preghiera, noi la stamperemo su carta e la lasceremo nella Grotta della Natività di Betlemme durante la notte di Adorazione.

Si svolgerà dal 18 al 22 giugno 2010 il secondo pellegrinaggio dei Papaboys in Terra Santa, con la collaborazione delle Associazioni di Adunanza Eucaristica e l’Apostolato ‘Giovani per la vita’, dopo che nel primo pellegrinaggio del 2009 ben 150 amici si sono messi in viaggio verso la terra di Gesù! La “Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace ” svoltasi Domenica 31 Gennaio 2010 e nata attraverso il gruppo ‘Vogliamo la pace in Terra Santa’ su Facebook ha visto quasi 1100 città nel mondo coinvolte nella preghiera di 24 ore “no stop” per la pace nella terra di Gesù! Da Roma a Gerusalemme, da New York a Mosca, da Honk Kong al Brasile, Argentina Asia ed Africa. Più di 100 città in Italia, 230 in America ed una forte presenza continente per continente. Se non usi Facebook puoi scrivere la tua richiesta di preghiera direttamente via e mail scrivendo a redazione@papaboys.itoppure puoi dettarla per telefono allo 06/97270529.

Il Gruppo di Facebook per inviare la tua preghiera!
http://www.facebook.com/home.php?#!/event.php?eid=127001417333656

Con lo spirito di messaggeri di pace e con la voglia di continuare a portare la speranza attraverso la presenza di Gesù, vera pace del mondo, i giovani di ‘Vogliamo la pace in Terra Santa’ iniziativa promossa dai Papaboys, dall’Apostolato dei Giovani per la vita e delle Adunanze Eucaristiche saranno ancora nella terra di Gesù. Per cantare, giocare, incontrare, scoprire, ma soprattutto, per pregare!

Associazione Nazionale Papaboys
Apostolato Giovani per la Vita
AdunanzA Eucaristica Nazionale
Adorazione Perpetua

ECCO LA SEZIONE PER TUTTE LE INFORMAZIONI
E PER PRENOTARVI!
http://www.papaboys.it/eventi/read.asp?id=52

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ULTIMI 10 POSTI DISPONIBILI PER PELLEGRINAGGIO ‘VOGLIAMO LA PACE IN TERRA SANTA’ DAL 18 AL 22 GIUGNO

ROMA – Carissimi fratellini e sorelline, sono rimasti ancora 10 posti disponibili per il Pellegrinaggio (è la seconda edizione) ‘Vogliamo la Pace in Terra Santa’ che si svolgerà dal 18 al 22 Giugno, da Roma a Gerusalemme, con una visita delle maggiori città e dei luoghi più importanti della Terra di Gesù. Si svolgerà dal 18 al 22 giugno 2010 il secondo pellegrinaggio dei Papaboys in Terra Santa, con la collaborazione delle Associazioni di Adunanza Eucaristica e l’Apostolato ‘Giovani per la vita’, dopo che nel primo pellegrinaggio del 2009 ben 150 amici si sono messi in viaggio verso la terra di Gesù! La “Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace ” svoltasi Domenica 31 Gennaio 2010 e nata attraverso il gruppo ‘Vogliamo la pace in Terra Santa’ su Facebook ha visto quasi 1100 città nel mondo coinvolte nella preghiera di 24 ore “no stop” per la pace nella terra di Gesù! Da Roma a Gerusalemme, da New York a Mosca, da Honk Kong al Brasile, Argentina Asia ed Africa. Più di 100 città in Italia, 230 in America ed una forte presenza continente per continente.

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2° GIORNATA INTERNAZIONALE DI INTERCESSIONE PER LA PACE IN TERRA SANTA

24 ORE DI PREGHIERA E CELEBRAZIONI EUCARISTICHE IL 31 GENNAIO 2010 PER DIRE: ‘PACE IN TERRA SANTA!’

Dopo l’importante visita in Terra Santa del Santo Padre lo scorso maggio, ad un anno di distanza dalla 1° Giornata Internazionale di Preghiera celebrata in oltre 500 città del pianeta, abbiamo ancora nel cuore la stessa speranza che ci anima a ritrovarci a pregare, insieme alle parole che Sua Santità Benedetto XVI ha indirizzato lo scorso anno come augurio in previsione dell’evento: “Riconoscente per tale gesto premuroso di devozione, Sua Santità desidera esprimere, assieme al compiacimento per l’adesione ai Suoi molteplici inviti alla preghiera, apprezzamento per gli intenti che ispirano tale lodevole iniziativa tesa ad implorare luce per le coscienze e la conversione dei cuori e per la riconciliazione e la fraterna convivenza tra le popolazioni della Terra Santa”. Forti di questo messaggio, il 31 Gennaio 2010, memoria di San Giovanni Bosco, vogliamo alzare di nuovo dal cuore del mondo una preghiera accompagnata da Celebrazioni Eucaristiche ed Adorazioni di 24 ore ininterrotte. Lo scorso anno hanno partecipato più di 500 città del mondo, per più di 700 eventi tra Celebrazioni Eucaristiche e Adorazioni.

La 2° Giornata Internazionale di Intercessione per la Pace in Terra Santa, che si celebrerà il 31 gennaio 2010, nasce dalla volontà e dalla riflessione di impegnarsi in modo concreto e forte per vivere una giornata intensa di preghiera. Promossa anche quest’anno da diverse realtà giovanili: dall’Associazione Nazionale Papaboys, dall’Apostolato “Giovani Per La Vita”, dalle Cappelle di Adorazione Perpetua in tutta Italia e nel mondo, e dai gruppi di Adunanza Eucaristica. Alla giornata di preghiera dello scorso anno è seguito nel maggio 2009, a pochi giorni dalla visita del Santo Padre ai luoghi della nascita e della vita di Gesù, anche un Pellegrinaggio con 150 membri delle vaie associazioni, iniziativa che anche quest’anno si ripeterà dal 26 maggio al 2 giugno.

Per iscriversi personalmente o come Gruppo o Associazione basta visitare su Facebook il gruppo “Vogliamo la pace in Terra Santa 2”, aderendo all’evento della Giornata di Preghiera. Il giorno 25 gennaio sarà presente su internet, ed a mezzo stampa, la lista dei luoghi in tutto il mondo dove si potrà partecipare ad una iniziativa per la Pace.

Sul sito dell’Associazione Nazionale Papaboys http://www.papaboys.it, dell’Apostolato “Giovani Per La Vita” http://www.youthfl.org e sul sito di Adunanza Eucaristica http://www.adorazione.org saranno trasmesse tutte le informazioni riguardanti l’evento con aggiornamenti, interviste, servizi fotografici e filmati.

Le Associazioni che promuovono l’iniziativa:

Associazione Nazionale dei Papaboys
www.papaboys.it
Daniele Venturi, Presidente Nazionale
0039/0697270529 (Roma)

Apostolato “Giovani Per La Vita”
www.youthfl.org
Francesco De Ruvo SDB, YFL – Italia
0097/2545859857 (Gerusalemme)

AdunanzaEucaristica
www.adorazione.org
Fabio Anglani – Coordinatore Internazionale
0039/3381011249 (Roma)

Adorazione Perpetua
www.adorazioneperpetua.it
Padre Alberto P. Basilica di S. Anastasia
0039/066782980 (Roma)

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A MAGGIO DEL 2010 DI NUOVO I PAPABOYS IN TERRASANTA CON I GRUPPI DI ADORAZIONE EUCARISTICA

ROMA – Sabato 31 gennaio 2009 si era svolta la Giornata internazionale di intercessione per la pace, promossa dai membri dell’ Apostolato giovani per la vita su Facebook e dall’Associazione nazionale Papaboys oltre che dai gruppi di Adunanza eucaristica – http://www.adorazione.org – e dall’ Adorazione Eucaristica Perpetua. Nell’occasione numerose le città (500, tra cui Roma, Gerusalemme, New York, Mosca, Hong Kong)) coinvolte nella preghiera di 24 ore no stop per la pace in Terrasanta, tante le celebrazioni comunitarie, migliaia le adesioni personali. Considerato il successo dell’iniziativa abbiamo sentito l’impulso a divenire noi stessi “Operatori di Pace”. E’ nato quindi il progetto del pellegrinaggio Vogliamo la pace in Terrasanta, per testimoniare di persona il nostro desiderio profondo tanto da farci diventare ambasciatori di questa causa. E’ così che dal 20 al 27 maggio 2009 una folta rappresentanza dei gruppi e movimenti partners dell’iniziativa (150 persone), ha deciso di partire dall’Italia per testimoniare con la propria presenza fisica e spirituale la vicinanza partecipe al dramma vissuto ormai da tanti anni nei Luoghi santi.

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Don Giovanni D’Ercole promosso Vescovo ausiliare dell’Aquila con il mandato di contribuire alla ricostruzione delle Chiese distrutte dal terremoto

CITTA’ DEL VATICANO – L’ex vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede, don Giovanni D’Ercole ,e’ stato nominato dal Papa vescovo ausiliare della diocesi dell’Aquila per collaborare dopo il terremoto alla ricostruzione delle Chiese locali intese come edifici ma anche e soprattutto come comunita’ vive. Il vescovo ordinario, Monsignor Giuseppe Molinari, aveva chiesto l’aiuto di nuove energie e il Pontefice lo ha prontamente accontentato. Volto noto di Rai Due come storico conduttore della rubrica religiosa “Sulla via di Damasco”, D’Ercole era da tempo capo ufficio della sezione italiana della Segreteria di Stato. Nato 62 anni fa a Morino, vicino all’Aquila, e’ divenuto sacerdote di Don Orione dopo essere stato animatore del Movimento ‘Oasi’ di padre Rotondi, che gli ha insegnato a coniugare la vocazione giornalistica con quella sacerdotale. Dopo l’ordinazione, ricevuta nel 1974, la licenza in teologia alla Lateranense e il dottorato in teologia morale conseguito all’Accademia Alfonsiana, e’ stato per nove anni missionario in Costa d’Avorio. A meta’ degli anni ’80, i superiori lo richiamarono a Roma, come parroco della grande Chiesa di Ognissanti sulla via Appia. E due anni dopo, nel 1986, fu eletto superiore provinciale della Piccola Opera della Divina Provvidenza di Don Orione. E’ stato anche cappellano del carcere minorile di Casal del Marmo, all’epoca frequentato dall’allora segretario di Stato Agostino Casaroli, che vi celebrava spesso la Messa domenicale. Proprio il Cardinale romagnolo suggeri’ il suo nome a Papa Wojtyla che lo chiamo’ nell’87 alla vicedirezione della Sala Stampa e dopo un paio d’anni lo volle in Segreteria di Stato. Grande sportivo, e’ noto anche per la sua partecipazione a piu’ edizioni della maratona di New York, la capacita’ di non mollare nonostante lo sforzo sia immane si rivelera’ utile nell’incarico al quale e’ ora chiamato nel contesto di una citta’ distrutta dal sisma dello scorso aprile. “Da oggi questa vostra Arcidiocesi e’ la mia nuova famiglia”. Cosi’ inizia la lettera che il neo Monsignor D’Ercole ha inviato, intanto, all’Arcivescovo, ai fedeli, ai religiosi e alle istituzioni del capoluogo abruzzese. “Torno – continua D’Ercole – nella terra che mi ha visto nascere e alla quale sono rimasto sempre affezionato: sono infatti aquilano, se non della citta’, della provincia, e non l’ho mai dimenticato. La percezione di appartenere a questa nostra terra – prosegue la lettera – si e’ fatta piu’ forte dopo il recente terremoto: le diverse visite che ho potuto fare sin dai primi giorni, mi hanno dato modo di sperimentare la vostra tristezza e il vostro dolore, ma anche la vostra speranza e la vostra voglia di rinascere che sono diventati sentimenti e impegni anche miei”. Monsignor D’Ercole sottolinea quindi come la sua sara’ una pastorale incentrata sull’esempio di San Luigi Orione, fondatore dell’ordine a cui appartiene il nuovo vescovo ausiliario, inviato nel 1908 da Papa San Pio X a Messina, dopo il terremoto che colpi’ la regione, e successivamente in Abruzzo, nella Marsica, dopo il sisma del 1915, come testimoniato anche dallo scrittore Ignazio Silone. “Cerchero’ – conclude la missiva – di essere il Pastore di tutti e per ciascuno”.

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IL PAPA FA APPELLO AI LEADER MONDIALI PER LA DIFESA DEL CREATO. VIDEOMESSAGGIO DI BENEDETTO XVI

CITTA’ DEL VATICANO – Tutti i leader mondiali si devono impegnare congiuntamente nella salvaguardia del Creato. E’ l’appello contenuto nel videomessaggio che Benedetto XVI ha rivolto ai partecipanti al Summit dell’Onu sui cambiamenti climatici, in corso a New York dal 15 settembre fino al 2 ottobre. Il testo del messaggio ripropone quanto il Papa ha detto durante l’Udienza generale del 26 agosto scorso, nella quale aveva dedicato ampio spazio al tema della difesa dell’ambiente. “La Terra è davvero un dono prezioso del Creatore – afferma il Papa – che, nel designare il suo ordine intrinseco, ci ha fornito delle linee guida che ci aiutano nella salvaguardia del Creato”. “E proprio all’interno di questo contesto, la Chiesa considera le questioni concernenti l’ambiente e la sua salvaguardia come intimamente legate allo sviluppo umano integrale”, ha aggiunto.

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http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2850

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NELLA NOTTE ACCORDO AL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ ONU “CESSATE IL FUOCO NELLA STRISCIA DI GAZA”.

 

 

 

 

 

NEW YORK – C’è accordo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla bozza di risoluzione per il cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza. Il Consiglio, ha fatto sapere un diplomatico palestinese, voterà il documento nella seduta di questa sera alle 23 ora italiana. “C’e’ un accordo, gli emendamenti arabi sono stati accettati”, ha detto ai giornalisti Ryad Mansour, osservatore per la Palestina presso l’Onu. Alle 23 consultazioni del Consiglio di sicurezza a porte chiuse dove probabilmnte si voterà il testo. La versione del testo sottolineerebbe, secondo quanto riportano fonti diplomatiche “la necessità di una tregua immediata nella Striscia di Gaza”.

Grave situazione umanitaria
E’ sempre più grave la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza dove le Nazioni Unite hanno annunciato la sospensione dell’attività. Un ultimo bilancio da fonte mediche palestinesi parla di 763 vittime dall’inizio dell’offensiva. E mentre il Dipartimento di Stato Usa ha rivolto un appello ad Israele perché prolunghi le ore in cui lascia passare gli aiuti urgenti per la popolazione stremata, al Palazzo di Vetro si lavora intensamente a una risoluzione che integri il cessate-il-fuoco immediato con un’azione per fermare il traffico di armi e con l’apertura di corridoi umanitari. Sul tavolo del Consiglio di Sicurezza c’è anche una nuova proposta di risoluzione dei Paesi arabi, che chiede “il cessate-il-fuoco immediato” e la sospensione di tutte le attività militari, sia israeliane che dei gruppi palestinesi, Hamas incluso; gli arabi chiedono inoltre l’immediata rimozione del blocco israeliano sulla Striscia. Intanto però i gruppi fondamentalisti ed estremistici hanno respinto il piano franco-egiziano per il cessate il fuoco, che – secondo Hamas e le altre organizzazioni – “non ha basi valide” e lascia “le mani libere al nemico”.

Nuovo fronte bellico
Il timore è che, al tredicesimo giorno dell’offensiva ‘Piombo fuso’, dopo che stamane sono caduti su Israele razzi lanciati dal Libano, il conflitto in Medio Oriente possa ampliarsi. L’attacco ha provocato solo cinque feriti lievi, ma fa temere l’apertura di un nuovo fronte bellico regionale, nella stessa area teatro nell’agosto 2006 della guerra-lampo tra le truppe israeliane e le milizie sciite libanesi di Hezbollah, e dove sono schierati anche i soldati italiani dell’Unifil II, la Forza Interinale delle Nazioni Unite. E l’emergenza umanitaria cresce di ora in ora: l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha deciso di sospendere le sue operazioni perché considera troppo rischioso continuare la propria attività: la decisione è stata annunciata dopo che sono rimasti uccisi due autisti di convogli che portavano aiuti. L’agenzia Onu, la più importante nella zona, distribuisce aiuti umanitari a 750.000 persone in territorio palestinese.

Per leggee tutto il testo visita:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2085

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DALLA DIVISA ALLA TONACA: POLIZIOTTO DI NEW YORK ENTRA IN SEMINARIO

NEW YORK – Entrare in seminario: una scelta che nella società americana di oggi, spesso dedita all’edonismo e all’individualismo più sfrenati, rappresenta una mossa di grande coraggio «contro-corrente». Nicolas Fernandez tale decisione l’ha fatta: a 25 anni questo(ex) poliziotto di New York ha mollato divisa e carriera (stava per diventare tenente) per intraprendere la strada per diventare prete. Nato a Staten Island da madre irlandese e padre spagnolo, questo ex cop della Grande Mela ha iniziato la sua formazione presbiterale nel seminario di Saint Joseph di Yonkers. Da due anni svolgeva il servizio di pattugliamento della zona della spiaggia di Brooklyn, assegnato alla caserma 61. Secondo quanto scrive il quotidiano El Nuevo Diario, il giovane agente è rimasto «folgorato» dagli insegnamenti di Giovanni Paolo II e ancora di più dalle parole di Benedetto XVI durante la sua visita negli States dello scorso aprile.

«Ho scelto il sacerdozio grazie agli interventi e alle dichiarazioni di Giovanni Paolo II sulla cultura della morte che comprende migliaia di omicidi, suicidi, omicidi e le situazioni in cui i bambini vengono abbandonati o sono vittime di abusi nelle loro case a causa della droga» ha scandito Nicolas. «Per queste anime travagliate non vedo una soluzione che venga da fuori, come ad esempio la polizia – ha chiosato il seminarista-agente – Ci deve essere un cambiamento interno, un cambiamento del cuore e per questo è necessario avere un sacerdote».

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SECONDO LA SANTA SEDE TROPPO ALTE RISORSE PER LA GUERRA RISPETTO A QUELLE PER LA VITA

NEW YORK – Nella giornata di ieri a New York, l’Arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite, è intervenuto alla 63ma Sessione dell’Assemblea Generale dell’O.N.U., in merito agli obiettivi e alle difficoltà di realizzare gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Il Presule ha sottolineato che tali obiettivi potranno essere raggiunti “solo se la loro realizzazione diviene una priorità per tutti gli Stati” e a tal fine è necessario “promuovere una nuova cultura delle relazioni internazionali contraddistinta da una visione fraterna del mondo, una cultura fondata sull’imperativo morale di riconoscere l’unità dell’umanità e l’imperativo pratico di dare un contributo alla pace e al benessere di tutti”. “Le risorse di cui i Paesi in via di sviluppo hanno bisogno in termini di aiuto diretto, assistenza finanziaria e benefici per il commercio sono poca cosa rispetto alle spese militari nel mondo o alle spese totali per necessità non primarie delle popolazioni nei paesi più sviluppati”.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1787

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LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA PACE CELEBRATA DALL’ONU RICHIEDE ANCHE LA TUA ADESIONE!

NEW YORK – Un sms, un video, una email o una semplice foto. È attraverso questi “nuovi media” che le Nazioni Unite intendono richiamare l’attenzione della collettività sulla Giornata Internazionale della Pace, in programma il prossimo 21 settembre. Con il lancio della campagna “Un sms per la pace”, l’Onu invita, chiunque ne abbia voglia, a scrivere un breve testo sul telefonino o un messaggio di posta elettronica dedicato al tema della pace nel mondo e di inviarli al sito peaceday2008.org. I testi ricevuti verranno letti personalmente dai capi di Stato riuniti in occasione del vertice dell’Assemblea Generale del 23 settembre. Chi vorrà potrà inoltre inviare foto o brevi video, sempre inerenti alla pace, al sito internet iReport del gruppo Cnn, che li pubblicherà il 21 settembre. “Per sensibilizzare le persone nel mondo – ha spiegato il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-Moon – le Nazioni Unite hanno promosso il lancio di una campagna via sms. Il 21 settembre, Giornata Internazionale della Pace, mi appello ai leader mondiali e a tutte le persone affinché uniscano le proprie forze contro i conflitti, la povertà, la fame e per la tutela dei diritti umani per tutti”. La Giornata Internazionale della Pace è stata adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con l’intento di rappresentare “un giorno in cui commemorare e rafforzare gli ideali di pace tra i popoli e le nazioni del mondo”. Nello stesso giorno verrà celebrata la “Giornata universale del cessate il fuoco e di non violenza”.

La Giornata Internazionale della Pace è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1981 (A/RES/55/282) per “rafforzare gli ideali della pace tra le nazioni e i popoli”. Venti anni dopo l’Assemblea Generale indicò nel 21 settembre la data per celebrare ogni anno tale ricorrenza come “giorno di sospensione delle ostilità e della violenza in tutto il mondo… promuovendo l’educazione e la consapevolezza pubblica e la cooperazione per il raggiungimento di una tregua globale”.

Per leggere tutto il testo vai su : http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1747

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Benedetto XVI conquista i giovani americani

Ricorda che ciascuno ha una vocazione

di David Hartline

YONKERS (New York), martedì, 22 aprile 2008 (ZENIT.org).- I giovani che hanno trascorso lunghe ore sotto il sole con poco cibo e poca acqua sembra che abbiano dimenticato gli inconvenienti non appena Benedetto XVI ha iniziato a parlare all’incontro svoltosi sabato a Yonkers.

Nella seconda parte del suo viaggio negli Stati Uniti, il Papa si è rivolto ai giovani, ai seminaristi e alle giovani religiose al St. Joseph’s Seminary, e secondo Mark Butler, direttore del Youth and Young Adult Minister per la Diocesi di Columbus, Ohio, per alcuni si è trattato di un’esperienza tale da cambiare la vita.

La folla entusiasta – non più di 20.000 persone per le limitate dimensioni delle strutture del seminario – ha aspettato per ore l’arrivo del Pontefice. Butler ha descritto al suo gruppo le condizioni molto più dure affrontate dai pellegrini 1.000 anni fa.

“A quell’epoca i pellegrini erano consapevoli delle difficili condizioni che avrebbero affrontato, e tuttavia rimanevano concentrati sul loro viaggio spirituale”, ha detto. “I piccoli inconvenienti che incontriamo ci aiutano a capire la sofferenza che tante persone nel mondo devono affrontare ogni giorno”.

Butler ha sottolineato che non appena Benedetto XVI ha iniziato il suo discorso “i giovani sono stati rapiti dal Santo Padre. In seguito, alcuni dei nostri giovani mi hanno detto che le parole del Papa erano un’esperienza che ti cambia la vita”.

“So personalmente di molte vocazioni promosse a eventi come questi, siano incontri nazionali per i giovani cattolici o eventi papali come la Giornata Mondiale della Gioventù”.

Concerti

Vari eventi musicali con musicisti cattolici, cristiani non cattolici o secolari hanno intrattenuto la folla, iniziando più di quattro ore prima dell’arrivo del Pontefice.

La rock band cristiana evangelica Third Day è sembrata particolarmente riconoscente per l’invito. Il cantante Mac Powell ha espresso la sua gioia per il fatto di vedere la folla emozionata e ha sperato che questo porti a una maggiore unità cristiana.

Visto che si avvicinava il momento dell’arrivo di Benedetto XVI, la gente ha manifestato il proprio affetto per il Papa in varie lingue.

Di fronte al palco c’erano molti seminaristi, giovani sacerdoti, giovani religiose e ragazzi e ragazze in discernimento vocazionale.

L’evento è stato in parte concerto e in parte pellegrinaggio. Molti giovani avevano delle magliette con slogan come “Diventa ciò in cui credi” o “Amo il mio pastore tedesco”.

Quanto è giunto il Papa, l’atmosfera si è fatta elettrica.

Il programma prevedeva la presentazione di doni al Papa da parte di vari giovani dell’Arcidiocesi di New York. I regali spesso simboleggiavano i santi – e quanti sono considerati tali – vissuti nella zona di New York.

L’assemblea ha anche cantato Buon Compleanno al Papa in tedesco, cosa per la quale il Pontefice ha poi ringraziato, assegnando ai presenti il massimo dei voti per la pronuncia.

Benedetto XVI si è quindi rivolto alla folla, ricordando i doni che possiede e le sfide che affronta nel mondo odierno.

Parlando del buio che invade ancora troppi cuori, il Pontefice si è chiesto cosa possa essere questa oscurità. “Cosa succede quando le persone, soprattutto le più vulnerabili, incontrano il pugno chiuso della repressione o della manipolazione invece della mano tesa della speranza?”.

“Il primo gruppo di esempi appartiene al cuore – ha osservato –. Qui, i sogni e desideri che i giovani perseguono possono essere così facilmente frantumati e distrutti. Penso a quanti sono colpiti dall’abuso della droga e degli stupefacenti, dalla mancanza di una casa e dalla povertà, dal razzismo, dalla violenza e dalla degradazione – particolarmente ragazze e donne”.

“Mentre le cause di tali situazioni problematiche sono complesse, tutte hanno in comune un atteggiamento mentale avvelenato che si manifesta nel trattare le persone come meri oggetti – si afferma così un’insensibilità di cuore che prima ignora e poi deride la dignità data da Dio ad ogni persona umana”.

Il trionfo dell’amore

Benedetto XVI ha anche parlato della sua giovinezza e dei mali del nazismo. Il Pontefice tedesco ha collegato il male moderno con quello della sua gioventù, insistendo sul fatto che solo comprendendo l’amore di Gesù Cristo e i suoi insegnamenti si possono combattere queste forze sinistre.

Il Papa ha quindi ricordato che ciascuno ha una vocazione e che è attraverso la preghiera che si capisce quale sia.

La preghiera può avvenire in molti modi, ha detto, citando soprattutto quella personale e quella contemplativa e ricordando che essa deve portare a un rapporto più personale con Dio e con Gesù.

“Nella liturgia troviamo l’intera Chiesa in preghiera”, ha sottolineato, parlando del mistero pasquale e della necessità che i giovani testimonino la grazia di Dio nella Messa. “Ogni volta che vi radunate per la Santa Messa, quando andate a confessarvi, ogni volta che celebrate uno dei Sacramenti, Gesù è all’opera”.

La voce del Papa si è fatta gioiosa quando ha salutato i seminaristi e ha rimarcato l’incremento delle vocazioni in America. “Sono lieto di sapere che il vostro numero sta aumentando!”, ha esclamato.

E’ stata evidente la volontà di Benedetto XVI di lasciare molti spunti di riflessione ai giovani. Non a caso, il discorso che ha rivolto loro è stato il più lungo di quelli pronunciati durante la visita negli USA.

Dopo l’intervento del Papa, la folla ha recitato le litanie dei santi. Il programma si è concluso con il canto del Padre Nostro, seguito dall’esecuzione da parte della cantante americana Kelly Clarkson dell’Ave Maria e dell’inno contemporaneo “City of God”.

L’evento è culminato con il congedo del Santo Padre, che si è fatto strada tra la folla in festa.

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IL PAPA LASCIA GLI USA CON UN APPELLO ALL’UNITÀ DELLA CHIESA. IN 60.000 ALLO YANKEES STADIUM

NEW YORK – Benedetto XVI ha concluso questa domenica la sua visita pastorale di sei giorni negli Stati Uniti lanciando un appello all’unità della Chiesa al fine di annunciare con convinzione la speranza e la gioia dell’incontro con Cristo. A fare da cornice al suo ultimo grande atto pubblico è stato il tempio del baseball degli Yankees di New York, che ha riunito circa 57 mila fedeli, provenienti per la maggior parte da Boston, Louisville, New York e Philadelphia, per celebrare i bicentenari di queste diocesi. Accolto dall’Arcivescovo di New York, il Cardinale Edward Egan, dal sindaco della città, Michael Bloomberg, e dai responsabili dello Stadio, il Papa ha pronunciato un’omelia in inglese e spagnolo, ricordando questi due secoli…

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APPROFONDIMENTO / IL PAPA AI GIOVANI: SOCIETA’ OGGI TRATTA PERSONE COME OGGETTI

NEW YORK – Nel mondo di oggi “i sogni e desideri che i giovani perseguono possono essere facilmente frantumati e distrutti”. “Penso – ha detto Benedetto XVI ai ragazzi della diocesi di New York – a quanti sono colpiti dall’abuso della droga e degli stupefacenti Benedetto XVI , dalla mancanza di una casa e dalla poverta’, dal razzismo, dalla violenza e dalla degradazione, particolarmente ragazze e donne”. “Le cause di tali situazioni problematiche sono complesse, ma tutte hanno in comune un atteggiamento mentale avvelenato che si manifesta nel trattare le persone come meri oggetti, affermando cosi’ un’insensibilita’ di cuore che prima ignora e poi deride la dignita’ data da Dio ad ogni persona umana”. Una situazione di manipolazione diffusa in Occidente e che ha di fatto risultati analoghi alle “tenebre che avvolgono le persone, soprattutto le piu’ vulnerabili, quando incontrano il pugno chiuso della repressione”…

Puoi continuare a leggere la notizia su: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=1219

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