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BENEDETTO XVI: DOMANI CON SEGRETARIO DELLA LEGA ARABA, SABATO COLLEGAMENTO CON LA STAZIONE SPAZIALE

BENEDETTO XVI (Città del Vaticano) – Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, oggi ha comunicato alcuni dei prossimi importanti appuntamenti del Santo Padre Benedetto XVI. Domani, a margine dell’Udienza generale, il Santo Padre, in una saletta adiacente l’Aula Paolo VI, incontrerà il nuovo segretario della Lega Araba, Nabil al-Arabi, eletto due giorni fa.

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L’ITINERARIO MISSIONARIO DI GIOVANNI PAOLO II NELLA CAPITALE: UNA GRANDE ATTENZIONE PER IL MONDO

SPECIALE BEATIFICAZIONE (Roma) – Ripercorrendo a ritroso le celebrazioni e le visite di Karol Wojtyla eletto Pontefice, ci si accorge di come siano state numerose: gli incontri con la gente in 301 parrocchie, senza contare le altre 16 comunità ricevute in Aula Paolo VI, e poi visite ad ospedali, carceri, comunità religiose, conventi e monasteri di clausura, università e scuole, mense per i poveri.Un’agenda ricca di impegni, non solo nella Capitale ma in tutto il mondo, a riprova dell’amore per la città e per la gente di Papa Giovanni Paolo II, il cui unico desiderio era quello di portare, ovunque, la sua presenza e diffondere la parola di Dio, specialmente alle persone sofferenti . E’ un pezzo di storia il “viaggio” del Pontefice lungo le strade dell’Urbe, che si concretizza in un insegnamento fatto di parole, sguardi, carezze, momenti di familiarità.

Il Policlinico Gemelli fu la prima tappa romana dell’itinerario missionario di Giovanni Paolo II, che visitò il vescovo Deskur, polacco come Wojtyla che si era ammalato, nelle stanze del nosocomio di via Pineta Sacchetti. Il destino ha voluto che l’ospedale – o «Vaticano numero 3», come il Papa stesso lo definì – fu il luogo dei suoi numerosi ricoveri, a cominciare da quello per l’attentato del 13 maggio 1981. Anche durante le sue degenze, il Santo Padre colse l’occasione per dimostrare la sua vicinanza ai malati ricoverati al Policlinico Gemelli. L’amore per le persone sofferenti è visibile dalle visite nei luoghi della povertà e del disagio come gli accampamenti di nomadi, le mense e i centri per disabili e pensionati.
Indimenticabile il sostegno del Papa nei confronti degli ammalati incontrati nelle corsie di tanti ospedali come il Bambino Gesù il 7 gennaio 1979 o quella al Santo Spirito il 23 dicembre 1979. Non da meno la visita ai detenuti nelle carceri come quella di Casal del Marmo il 6 gennaio 1980, Rebibbia il 27 dicembre 1983 in cui incontrò, senza rancore, il suo attentatore Alì Agca e Regina Coeli il 9 luglio 2000 in occasione del Giubileo delle carceri.Memorabili furono le molte celebrazioni fatte in occasione di ricorrenze religiose e non solo: la Messa in Coena Domini nella Basilica di San Giovanni in Laterano, all’inizio di ogni triduo pasquale; il rito della Via Crucis al Colosseo, anche negli ultimi anni di sofferenza; la Messa nella basilica di Santa Sabina all’Aventino per il rito delle Ceneri; gli incontri con i giovani romani nei giovedì precedenti la Domenica delle Palme; la Messa e la processione del Corpus Domini, con il ripristino della tradizione al giovedì ed una grande partecipazione di fedeli; le visite al Seminario Maggiore in occasione della festa della Madonna della Fiducia, concluse dalla cena informale con gli alunni; la Messa per i defunti al cimitero del Verano; l’atto di venerazione all’Immacolata in piazza di Spagna, conclusasi con l’ultima visita romana l’8 dicembre 2004, il «Te Deum» di ringraziamento di fine anno celebrato per molti anni nella Chiesa del Gesù e poi a Sant’Ignazio di Loyola e, infine, la celebrazione alla Basilica di San Paolo fuori le Mura a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

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PRESENTATO A BENEDETTO XVI “OMELIE DI JOSEPH RATZINGER PAPA”, UN VOLUME A CURA DI SANDRO MAGISTER

CULTURA (Roma).- Oggi, al termine dell’Udienza generale nell’aula Paolo VI, Benedetto XVI ha incontrato Giancarlo Cerutti e Donatella Treu, presidente e amministratore delegato de Il Sole 24 Ore Spa, che gli hanno presentato il volume Omelie di Joseph Ratzinger Papa, pubblicato nel dicembre scorso da Libri Scheiwiller, casa editrice del gruppo Sole 24 Ore. All’incontro era presente  Sandro Magister curatore di questo e di due precedenti volumi con le omelie del Santo Padre, pubblicati sempre da Libri Scheiwiller.

Dopo il libro, al Santo Padre è stata illustrata La domenica con Benedetto XVI – Arte, parola, musica, la nuova trasmissione di TV 2000 che, a partite dal 12 marzo, proporrà ogni sabato brani delle omelie di Benedetto XVI a commento dei testi delle messe domenicali, con capolavori dell’arte attinenti al tema illustrati da monsignor Timothy Verdon e con canti gregoriani della messa del giorno eseguiti dal coro diretto dal maestro Fulvio Rampi. “Il Santo Padre Benedetto XVI ha accolto con vivo compiacimento l’iniziativa di TV 2000, che consentirà di portare ad un pubblico più vasto la ricchezza della sua predicazione liturgica”, scrive Sandro Magister legge sul suo blog Settimo Cielo.

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IL PAPA ALL’UDIENZA GENERALE: LA FEDE SI ALIMENTA CON LA PREGHIERA E UNA VITA MORALMENTE COERENTE

CITTA’ DEL VATICANO – All’udienza generale in Aula Paolo VI, Benedetto XVI si è soffermato sulla figura del gesuita olandese San Pietro Canisio, tra i protagonisti del Cinquecento cattolico, in particolare in terra tedesca. Il Papa ha ribadito che la vita cristiana cresce grazie alla preghiera e ad una profonda amicizia con Gesù. Quindi, ha invitato i fedeli a seguire, come San Pietro Canisio, una condotta di vita moralmente coerente per vivere con fedeltà la propria adesione a Cristo.

San Pietro Canisio ci insegna che un “autentico evangelizzatore è sempre uno strumento unito” con Gesù e con la Chiesa: così, Benedetto XVI ha messo l’accento sull’eredità lasciata dal Santo gesuita e dottore della Chiesa che fu chiamato a rivitalizzare la fede cattolica in risposta alla riforma luterana. Un impegno “quasi impossibile”, ha ricordato il Papa, che portò San Canisio a fondare numerosi collegi gesuiti in Germania ed ad intervenire alla sessione finale del Concilio di Trento. Ha così rammentato come per il Santo solo con la preghiera costante si può vivere un’intima amicizia con Gesù:

“Perciò, negli scritti destinati all’educazione spirituale del popolo, il nostro Santo insiste sull’importanza della Liturgia con i suoi commenti ai Vangeli, alle feste, al rito della santa Messa e degli altri Sacramenti, ma, nello stesso tempo, ha cura di mostrare ai fedeli la necessità e la bellezza che la preghiera personale quotidiana affianchi e permei la partecipazione al culto pubblico della Chiesa”.

La sua esortazione a mettere la preghiera al centro della vita di fede, ha quindi soggiunto, è stata riproposta autorevolmente dal Concilio Vaticano II, in particolare nella Costituzione “Sacrosanctum Concilium”:

“La vita cristiana non cresce se non è alimentata dalla partecipazione alla Liturgia, in modo particolare alla santa Messa domenicale, e dalla preghiera personale quotidiana. In mezzo alle mille attività e ai molteplici stimoli che ci circondano, è necessario trovare ogni giorno dei momenti di raccoglimento davanti al Signore per ascoltarlo e parlare con Lui”.

Negli anni difficili della Riforma protestante, ha rilevato il Papa, San Canisio “ha distinto l’apostasia consapevole e colpevole dalla perdita di fede incolpevole”. Ed ebbe a dichiarare che “la maggior parte dei tedeschi” che passarono al protestantesimo “erano senza colpe”. Quindi, ha sottolineato quanto sia attuale l’esempio che San Pietro Canisio ci ha lasciato con la sua vita:

“Egli insegna con chiarezza che il ministero apostolico è incisivo e produce frutti di salvezza nei cuori solo se il predicatore è testimone di Gesù e sa essere strumento a sua disposizione, a Lui strettamente unito dalla fede nel suo Vangelo e nella sua Chiesa, da una vita moralmente coerente e da un’orazione incessante come l’amore. E questo vale per ogni cristiano che voglia vivere con impegno e fedeltà la sua adesione a Cristo”.

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IL PAPA ALL’UDIENZA PARLA DI SANTA CATERINA DA GENOVA, CELEBRE PER LA SUA VISIONE DEL PURGATORIO

CITTA’ DEL VATICANO – “In Caterina, il purgatorio non è presentato come un elemento del paesaggio delle viscere della terra: è un fuoco non esteriore, ma interiore. Questo è il purgatorio, un fuoco interiore”. Benedetto XVI ha dedicato l’udienza generale di questo mercoledì a Santa Caterina da Genova. Nella sua catechesi, svoltasi nell’Aula Paolo VI in Vaticano, Benedetto XVI ha ricordato che “Caterina nacque a Genova, nel 1447; ultima di cinque figli, rimase orfana del padre, Giacomo Fieschi, quando era in tenera età. La madre, Francesca di Negro, impartì una valida educazione cristiana, tanto che la maggiore delle due figlie divenne religiosa. A sedici anni, Caterina venne data in moglie a Giuliano Adorno, un uomo che, dopo varie esperienze commerciali e militari in Medio Oriente, era rientrato a Genova per sposarsi. La vita matrimoniale non fu facile, anche per il carattere del marito, dedito al gioco d’azzardo”.

La conversione di Caterina iniziò il 20 marzo 1473, grazie ad una singolare esperienza. Recatasi alla chiesa di san Benedetto e nel monastero di Nostra Signora delle Grazie, per confessarsi, e inginocchiatasi davanti al sacerdote, “ricevette – come ella stessa scrive – una ferita al cuore, d’un immenso amor de Dio”, con una visione così chiara delle sue miserie e dei suoi difetti e, allo stesso tempo, della bontà di Dio, che quasi ne svenne. Fu toccata nel cuore da questa conoscenza di se stessa, della vita vuota che conduceva e della bontà di Dio”.

“Da questa esperienza nacque la decisione che orientò tutta la sua vita, espressa nelle parole: “Non più mondo, non più peccati” (cfr Vita mirabile, 3rv). Caterina allora fuggì, lasciando in sospeso la Confessione. Ritornata a casa, entrò nella camera più nascosta e pianse a lungo. E’ in questa occasione che le apparve Gesù sofferente, carico della croce, come spesso è rappresentato nell’iconografia della santa. Iniziò con la confessione quella “vita di purificazione” che, per lungo tempo, le fece provare un costante dolore per i peccati commessi e la spinse ad imporsi penitenze e sacrifici per mostrare a Dio il suo amore. In questo cammino, Caterina si andava avvicinando sempre di più al Signore, fino ad entrare in quella che viene chiamata “vita unitiva”, un rapporto, cioè, di unione profonda con Dio. Caterina si abbandonò in modo così totale nelle mani del Signore da vivere, per circa venticinque anni, nutrita soprattutto dalla preghiera costante e dalla Santa Comunione ricevuta ogni giorno, cosa non comune al suo tempo. Solo molti anni più tardi il Signore le diede un sacerdote che avesse cura della sua anima”.

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PIETRO E IL MONDO – Tre viaggi e mezzo in Italia, quattro viaggi e mezzo all’estero. Più due appuntamenti natalizi nel segno dell’amore verso i fratelli più svantaggiati. L’agenda di Benedetto XVI per la fine dell’anno e il 2011 si completa con l’indicazione di dieci itinerari, alcuni già noti da tempo, altri pubblicati ieri dalla Sala Stampa della Santa Sede, ma tutti uniti dall’unico filo rosso della sollecitudine pastorale verso situazioni e Chiese particolari.

Va detto subito che il viaggio a metà tra Italia ed “estero” è quello a San Marino-Montefeltro, in programma il 19 giugno del prossimo anno. Com’è noto, infatti, questa diocesi abbraccia il territorio della Repubblica del Titano, ma si estende anche in alcuni territorio della Romagna. Ragion per cui l’appuntamento può essere inquadrato sia nella categoria dei viaggi all’estero, sia in quella delle visite in Italia. Più in generale, il 2011 sarà l’anno del ritorno in patria di papa Ratzinger, e anche del ritorno in Africa, dopo la prima trionfale accoglienza del marzo 2009. Ma sarà anche l’anno della partecipazione ai grandi eventi, Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid e Congresso Eucaristico internazionale di Ancona, l’uno e l’altro a distanza di poco più di 20 giorni. Ma andiamo per ordine. A cominciare dagli impegni natalizi di carattere extraliturgico, che veri e propri viaggi non sono, ma che per la loro fisionomia assumono una valenza pastorale simbolica molto forte. Domenica 26 dicembre, alle 13, nell’Atrio dell’Aula Paolo VI, Benedetto XVI parteciperà a un pranzo da lui offerto alle persone assistite dalle diverse comunità romane delle Missionarie della Carità, in occasione del 100° anniversario della nascita della Beata Madre Teresa di Calcutta. Mercoledì 5 gennaio, vigilia dell’Epifania, il Papa visiterà alle 17 i bambini ricoverati presso i reparti pediatrici del Policlinico Gemelli e benedirà un centro per la cura dei bimbi con spina bifida, partecipando alla distribuzione di doni ai piccoli degenti.

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PAPA ALL’UDIENZA GENERALE: “CHIESA CAMBIA CON CONVERSIONE DEL CUORE, NON SOLO RINNOVANDO STRUTTURE”

CITTA’ DEL VATICANO – La Chiesa non si rinnova cambiando semplicemente le strutture, ma con un “sincero spirito di penitenza” e “un operoso cammino di conversione”. E’ la lezione che Benedetto XVI ricava per i cristiani di oggi dagli insegnamenti della mistica tedesca Ildegarda di Bingen, vissuta nel XII secolo e al centro, questa mattina in Aula Paolo VI, di una seconda catechesi all’udienza generale dopo quella di mercoledì scorso. Nei saluti in lingua inglese, il Papa ha poi indirizzato un videomessaggio alla popolazione britannica in vista del suo viaggio della prossima settimana, ringraziando tutti coloro che stanno adoperandosi per organizzarlo.Impressiona, e certamente fa riflettere, l’aderenza alle vicende della Chiesa del nostro tempo del messaggio che una mistica del XII secolo rivolge alla Chiesa del suo. Benedetto XVI ne parla alla fine della catechesi, lasciando che le parole di Ildegarda di Bingen penetrino i cuori dei cristiani di oggi come certamente fecero all’epoca, quando la religiosa tedesca indirizzò frasi di fuoco ai càtari – un gruppo, ha ricordato il Papa, che propugnava “una riforma radicale della Chiesa, soprattutto per combattere gli abusi del clero”:

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PAPA BENEDETTO XVI CONSEGNA AI GIOVANI AFRICANI LA SUA ENCICLICA PER CAMBIARE IL CONTINENTE

CITTA’ DEL VATICANO – Benedetto XVI ha consegnato ai giovani africani la sua recente Enciclica sociale Caritas in Veritate come bussola per cambiare le ingiustizie che continuano ad affliggere il continente. La consegna del documento ha avuto luogo alla fine del Rosario “per l’Africa e con l’Africa” che, grazie alle nuove tecnologie della comunicazione, ha unito questo sabato universitari di varie città del continente con l’Aula Paolo VI del Vaticano, dove si trovavano i partecipanti al secondo Sinodo dell’Africa, universitari di Roma e loro colleghi africani che studiano nella Città Eterna. A essi si sono uniti, in collegamento via satellite, migliaia di coetanei da campus, atenei e chiese dal Cairo (Egitto), Nairobi (Kenya), Khartoum (Sudan), Johannesburg (Sudafrica), Onitsha (Nigeria), Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo), Maputo (Mozambico), Ouagadougou (Burkina Faso). Hanno ritirato simbolicamente l’Enciclica dalle mani del Papa quindici universitari presenti in Vaticano. Anche nelle altre sedi copie del documento venivano distribuite agli universitari intervenuti.

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BENEDETTO XVI E GLI UNIVERSITARI: LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE IN AFRICA CONTA SU DI VOI.

CITTA’ DEL VATICANO – La formazione di giovani intellettuali e la collaborazione scientifica e culturale tra gli Atenei sono importanti per proporre e animare uno sviluppo umano integrale in Africa e negli altri Continenti: ha detto Benedetto XVI, al termine del Santo Rosario “Con l’Africa e per l’Africa” presieduto questa sera in Aula Paolo VI, insieme agli universitari degli Atenei romani e, collegati via satellite, gli studenti di nove Paesi africani: Egitto, Kenya, Sudan, Madagascar, Sud Africa, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Mozambico e Burkina Faso. L’evento, promosso dalla segreteria generale del Sinodo dei Vescovi e dall’Ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di Roma, si è inserito nell’ambito del II Sinodo dei vescovi per l’Africa, in corso in Vaticano, ed ha visto la partecipazione degli stessi Padri Sinodali.

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GLI UNIVERSITARI DI ROMA IN PREGHIERA CON IL PAPA PER L’AFRICA, SABATO 10 OTTOBRE IN AULA PAOLO VI

CITTA’ DE VATICANO – Questa domenica, al termine dell’Angelus, Benedetto XVI ha invitato i giovani universitari di Roma alla recita del santo Rosario “con l’Africa e per l’Africa”, che lui stesso guiderà sabato prossimo, 10 ottobre, insieme con i Padri sinodali, nell’Aula Paolo VI del Vaticano, in occasione della II Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi. “Cari giovani universitari – ha detto il Pontefice –, vi attendo numerosi, per affidare a Maria Sedes Sapientiae il cammino della Chiesa e della società nel Continente africano”. L’evento, promosso dalla Segreteria generale del Sinodo, e organizzato dall’Ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di Roma, sarà dedicato al tema “La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. «Voi siete il sale della terra … Voi siete la luce del mondo» (Mt 5, 13.14)”.

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BENEDETTO XVI ALL’UDIENZA GENERALE: LA PAROLA DI DIO È LA STRADA DELLA VITA.

CITTA’ DEL VATICANO – Gli uomini prediligano il silenzio interiore e resistano alla confusione del mondo, perché nel silenzio parla la voce di Dio. Da un grande asceta come San Pier Damiani, monaco e “fine teologo” della Chiesa del primo millennio, Benedetto XVI ha tratto uno degli insegnamenti che hanno caratterizzato l’udienza generale di questa mattina, che il Papa ha presieduto in Aula Paolo VI, proveniente da Castel Gandolfo. Al termine dell’udienza, il Pontefice ha poi salutato i pellegrini della Repubblica Ceca – che sarà meta del suo prossimo viaggio apostolico a fine mese – e ha levato un appello alla solidarietà verso mutilati e invalidi del lavoro.  Si definiva “l’ultimo servo dei monaci”, Benedetto XVI lo ha definito personalità “esuberante, ricca e complessa” della Chiesa medievale, oltre che dotato di “genio” teologico e capacità letterarie fuori del comune, che hanno prodotto per i suoi contemporanei, ma anche per i cristiani di oggi, pagine indimenticate sulla bellezza di Dio, sull’amore alla Croce di Cristo, sul valore del silenzio dell’anima: in particolare, quello che si apprezza nel ritiro di un chiostro. Tutto questo fu Pier Damiani, e il Papa – nel tratteggiarne vita ed spirituale ha posto in risalto alcun punti di un uomo che a poco più di 25 anni fu affascinato “dalla contemplazione dell’assoluto di Dio”: “La vita eremitica è per lui il vertice della vita cristiana, è ‘al culmine degli stati di vita’, perché il monaco, ormai libero dai legami del mondo e del proprio io, riceve ‘la caparra dello Spirito Santo e la sua anima si unisce felice allo Sposo celeste’. Questo risulta importante oggi pure per noi, anche se non siamo monaci: saper fare silenzio in noi per ascoltare la voce di Dio, cercare, per così dire un ‘parlatorio’ dove Dio parla con noi: Apprendere la Parola di Dio nella preghiera e nella meditazione è la strada della vita”.

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conti

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BENEDETTO XVI ALL’UDIENZA GENERALE: LA BONTÀ DI DIO SALVA IL MONDO DAI SUOI MALI

CITTA’ DEL VATICANO – In un’epoca di grandi fragilità, è la bontà del cuore di Dio a trasformare il mondo e a renderlo impermeabile ai suoi vizi. L’insegnamento che fu di un monaco medievale francese, Sant’Oddone, è stato riproposto da Benedetto XVI come pienamente valido per la realtà contemporanea. Il Papa ha parlato dell’abate Oddone all’udienza generale di questa mattina – presieduta in Aula Paolo VI davanti a circa ottomila persone – durante la quale ha ripreso dopo la pausa estiva le catechesi sui grandi scrittori della Chiesa antica. E ricordando “l’assurdità” della Seconda Guerra Mondiale, il Pontefice – che al termine dell’udienza ha fatto poi ritorno a Castel Gandolfo – ha pregato perché lo spirito di perdono e di pace “pervada il cuore degli uomini”.

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NELLA CELEBRAZIONE DEGLI 80 ANNI DELLO STATO CITTA’ DEL VATICANO BENEDETTO XVI CHIEDE PREGHIERE E…

CITTA’ DEL VATICANO – La musica è un modo particolarmente grande di annunciare Cristo, perché ne rende percepibile il mistero: così Benedetto XVI, al termine del concerto svoltosi questa sera in Aula Paolo VI, per l’80° anniversario di fondazione dello Stato della Città del Vaticano. In programma, una selezione del “Messiah” di Händel, eseguita dall’Orchestra della Radio Televisione Irlandese e del Coro della Cattedrale di Dublino. Una guida rossa a coprire i gradini dell’Aula Paolo VI, rossa come le maniche a sbuffo degli abiti delle coriste, e tanti fiori bianchi a delimitare, idealmente, la buca dell’orchestra, bianchi come le camicie dei musicisti. Ma le note impetuose e gloriose del “Messiah” di Händel hanno superato queste barriere virtuali e sono volate lontano, raggiungendo tutti gli ascoltatori, attenti e silenziosi, riuniti nella Sala Nervi. A loro il Papa ha ricordato che “la ricchezza del contrappunto musicale e l’armonia del canto” aiutano l’uomo a contemplare “l’intenso ed arcano mistero della fede cristiana”. Ed appare evidente come le note, suonate e cantate, quando sono intrecciate con la fede, “possano rivestire un alto valore pedagogico in ambito religioso”. “La musica come arte può essere un modo particolarmente grande di annunciare Cristo, perché riesce a renderne percepibile il mistero con un’eloquenza tutta sua”.

Per leggere tutto il testo visita:  http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2246

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PAPA: IL MALE È “UN FIUME SPORCO” PRESENTE NEL MONDO, MA IL BENE È IL PIÙ FORTE

CITTA’ DEL VATICANO – L’uomo ha “la capacità di sentire il bene, ma non la capacità di attuarlo”: questa “contraddizione interiore del nostro essere non è una teoria”, ma qualcosa che ognuno prova e che “vediamo intorno a noi, ogni giorno lo vediamo basta pensare alla violenza, all’ingiustizia, all’ usura”. E’ la conseguenza “empirica” del peccato originale, che ha portato il male nell’uomo e che è “un fiume sporco”, ma Dio è “il più forte”. La questione fu affrontata da San Paolo ed a ciò che l’apostolo delle genti disse su tale tema oggi Benedetto XVI ha dedicato il suo discorso per l’udienza generale. Alle circa settemila persone presenti nell’aula Paolo VI, il Papa, che continua ad illustrare il pensiero di San Paolo, ha parlato della relazione tra Adamo e Cristo, quale emerge dalla Lettera ai Romani e dalla prima ai Corinzi, “nelle quali sono le linee essenziali della dottrina sul peccato originale”.

“Al centro della scena non c’è tanto Adamo, quanto Gesù e la grazia che per lui è stata donata all’umanità. Grazia che sorpassa di gran lunga il peccato di Adamo”, “sovrabbonda la grazia”. E il Papa ha ricordato che per Paolo “non dovremo mai parlare del peccato di Adamo in modo separato, senza comprendere la giustificazione in Cristo”.

Cos’è, dunque, ha chiesto Benedetto XVI, il peccato originale, ed esiste o no? C’è, ha osservato “un aspetto empirico, toccabile da tutti e un aspetto misterico, un fondamento ontologico”. “Il fatto è che esiste una contradizione nel nostro essere. Ogni uomo sa che deve fare il bene ed intimamente vuole farlo. Ma intimamente sente anche un altro impulso, quello di seguire la strada dell’egoismo, della violenza, pur sapendo di agire contro Dio e contro gli uomini”. L’uomo ha “la capacità di sentire il bene, ma non la capacità di attuarlo”. “La contraddizione interiore del nostro essere non è una teoria, ognuno di noi la prova e la vediamo intorno a noi, ogni giorno lo vediamo basta pensare alla violenza, all’ingiustizia, all’ usura”. C’è dunque una contraddizione nell’uomo, e “da questo potere del male sulle nostre anime si è sviluppato il fiume sporco del male, che avvelena la storia umana”. “Questa contraddizione nella nostra storia provoca anche oggi il desiderio di redenzione, che il mondo sia cambiato in un mondo di giustizia, pace, bene”. Anche “in politica – ha aggiunto -tutti parlano di cambiare il mondo, di creare un mondo giusto, questo indica il desiderio che ci sia redenzione”.

Per leggere tutto il testo visita: http://www.papaboys.it/news/read.asp?id=2013

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FILM “TESTIMONIANZA” SU GIOVANNI PAOLO II: SARÀ PROIETTATO DOMANI POMERIGGIO NELL’AULA PAOLO VI

CITTA’ DEL VATICANO – “Testimonianza” è il titolo del film tratto dal libro “Una vita con Karol” del cardinale Stanislaw Dziwisz e del giornalista Gian Franco Svidercoschi. E’ stato presentato nella giornata di oggi in Sala Stampa vaticana alla presenza degli autori del volume, dell’attore-narratore del film Michael York, e del produttore Przemyslaw Hauser. Domani pomeriggio Benedetto XVI assisterà alla proiezione del film nell’Aula Paolo VI. Ascoltando la colonna sonora del film – riferisce la Radio Vaticana – ritorna subito alla mente il valore profondo della testimonianza di umanità e di spiritualità che Karol Wojtyla da uomo e da Papa ci ha lasciato. L’incontro di stamani, ha spiegato padre Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, è un modo particolare per ricordare e celebrare il 30.mo anniversario dell’elezione al pontificato di Giovanni Paolo II. Il produttore Hauser ha raccontato la complessa e partecipata genesi per poi lasciare la parola al cardinale Dziwisz che si è abbandonato innanzitutto ad un ricordo personale:

“Vorrei salutarvi tutti: quando guardo qui questa sala vedo tanti amici, tanta storia comune, tanti viaggi, tanti colloqui con i giornalisti. Posso dire che il Papa Giovanni Paolo II voleva tanto bene ai giornalisti anche quando scrivevano male… Mi ricordo che una volta, dopo un viaggio, ci furono tante critiche su un giornale italiano, non dico quale. L’articolo fu commentato così: ‘io meritavo anche peggio’… Poi ha spiegato di aver scritto il libro come debito nei confronti di Giovanni Paolo II al quale è stato accanto per 36 anni e di tutta la gente che non vuole dimenticare gli insegnamenti di questo Papa. Da parte sua il narratore Michael York ha raccontato di aver detto subito di sì al progetto e di essere felice perché è stata un’esperienza straordinaria.

Fonte: www.papaboys.it

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